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Lowcomotive – Come risparmiare sui biglietti del treno

Da alcune settimane è on line il portale italiano www.lowcomotive.it, interamente dedicato alla compravendita e allo scambio tra privati di biglietti ferroviari.

Può capitare di acquistare biglietti per un viaggio in treno alcuni mesi prima e poi, una volta giunto il momento, di non riuscire più a partire. Proprio perché acquistati a prezzi particolarmente vantaggiosi, questi biglietti non possono essere cambiati o rimborsati. Uno spreco di denaro a cui il portale Lowcomotive ha trovato una soluzione.

Ecco come funziona: sul sito è possibile inserire i dati dei biglietti del treno che per qualsiasi motivo non si riescono più ad utilizzare, in modo da rivenderli piuttosto che perderli. Dall’altro lato chi è in cerca di un biglietto e sui canali tradizionali lo trova a tariffe esorbitanti (oppure non trova disponibilità), può provare a cercarlo qui a prezzi scontati.

Lowcomotive.it si basa su tre concetti fondamentali: scambio, risparmio, sostenibilità e non guadagna dalla compravendita di biglietti. E’ per questo che gli inserzionisti sono invitati a vendere il proprio biglietto ad un prezzo non superiore al costo iniziale, rispettando l’etica dello scambio senza scopo di lucro.

L’idea nasce da due ragazzi, Gianluca e Marilù, che ogni singolo weekend viaggiavano in treno tra Roma e Milano per vedersi, spendendo un bel po’ di soldi… Facevano di tutto per trovare biglietti scontati e la gran parte di questi in realtà veniva da gente che non riusciva più ad utilizzarli. Perché buttarli via? E così, convinti che lo spreco è un danno per la società e che la “sharing economy” rappresenta un’opportunità di crescita sostenibile per il futuro, hanno creato un portale semplice e intuitivo, per i pendolari come loro ma anche per chi viaggia una sola volta.

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La Giax Tower di Giovanni Gelmetti: un polmone verde nei grattacieli di Milano

Sta già rientrando tra le opere architettoniche più innovative d’Italia la Giax Tower, un edificio di ben 25 piani, ideato dal rinomato imprenditore immobiliare Giovanni Gelmetti. Dopo diversi anni a Londra, fulcro della modernità e del cosmopolitismo, Gelmetti, in un periodo così difficile per l’economia, ha concepito la costruzione di un vero e proprio grattacielo, nel contesto del Quartiere Maciachini, in via Imbonati 62/2, a Milano, zona che, dopo gli spiacevoli episodi di cronaca, da anni ormai appare completamente riqualificata, visto anche l’insediamento di importanti multinazionali e aziende di valenza internazionale, come Cartier, Virgin, Zurich, Levis, Montblanc, Van Cleef & Arpels, Vacheron Costantin, Findomestic, Officine Panerai e molte altre.

 

Gelmetti, con la Giax Tower, porta il suo contributo, creando centinaia di posti di lavoro e nuove soluzioni abitative, anche per le generazioni più giovani. Giax Tower, infatti, presenta circa 100 appartamenti, secondo le esigenze di ognuno, a prezzi low cost, confronto gli standard milanesi, per i suoi importanti ed esigenti clienti. Comprare un appartamento nella città ambrosiana partendo da 200.000 € è diventato non solo possibile, ma anzi, è un astuto investimento, fatto impensabile fino a poco tempo fa.

 

Siamo di fronte ad un’impresa coraggiosa e geniale. L’edificio è creato sul concetto dell’eco sostenibilità, infatti è tutto in classe energetica A, con ridotto consumo energetico e con impianti ecocompatibili. Con i suoi 6000mq di polmone verde e i suoi giardini pensili, la Giax Towerpossiede il panorama più bello e naturale che si possa ammirare a Milano.

 

Non solo eco friendly, ma anche funzionale. Il grattacielo di moda della città sarà un punto di riferimento, di aggregazione e di svago, orientato al relax dei residenti, cosa non semplice in un contesto così frenetico. La Giax Towervanta infatti di due piscine, club house, spa, palestra, solarium e library room. Molto importante la sua accessibilità, infatti è facilmente raggiungibile dal centro storico, tramite la linea 3 della metro gialla ed è nelle immediate vicinanze dei principali accessi autostradali e ferroviari.

 

GIAX TOWER

Tel. 02.89655701 – Mail: [email protected] – Sito web: www.giaxtower.com

 

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Eni: un nuovo futuro per la Raffineria di Venezia

Venezia, settembre 2012Eni ha incontrato Istituzioni e Organizzazioni Sindacali, Nazionali e Territoriali, per illustrare il progetto Green Refinery che porterà alla conversione della Raffineria di Venezia in “bio-raffineria” per la produzione di bio-carburanti innovativi e di elevata qualità. Il progetto, che prevede un investimento stimato in circa 100 milioni di euro, rappresenta il primo caso al mondo di riconversione di una raffineria convenzionale in bio-raffineria ed è fondato sulla tecnologia ecofining, sviluppata e brevettata da Eni.

Green Refinery partirà con una prima fase di conversione degli impianti esistenti che sarà avviata nel secondo trimestre del 2013 e che sarà completata entro la fine dello stesso anno. Fino al momento di avvio della conversione, la raffineria continuerà a produrre secondo le modalità tradizionali. La produzione di biocarburanti sarà avviata dal 1 gennaio 2014 e crescerà progressivamente a fronte dell’entrata in esercizio dei nuovi impianti che saranno realizzati nell’ambito del progetto e che saranno completati nel primo semestre del 2015. Il nuovo impianto green consentirà di mantenere sul sito di Venezia un’attività industriale a sostenibilità economica a lungo termine e a basso impatto ambientale.

All’attività della Green Refinery sarà associata la realizzazione di un nuovo Polo Logistico. Il progetto consentirà di assicurare l’impiego di una quota congruadel personale impiegato nella attuale raffineria. Il personale sarà gestito con modalità e strumenti che saranno condivisi con le organizzazioni sindacali. Il programma di investimenti previsto ed il mantenimento sul sito di attività produttive a carattere industriale consentiranno anche di mantenere un impiego significativo dell’attuale indotto della Raffineria. Green Refinery è fondato su tecnologie distintive a elevata compatibilità ambientale frutto del costante impegno di Eni nella ricerca e nell’innovazione, renderà il sito di Venezia un modello di eccellenza tecnologica e rappresenterà un solido business nel perimetro delle attività svolte da Eni.

 

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Eni confermata nel Dow Jones Sustainability World Index

Eni ha inoltre ricevuto il riconoscimento del Carbon Performance Leadership Index 2012 (CPLI) del Carbon Disclosure Project. Eni, unica azienda appartenente al settore Energy selezionata, è stata scelta per l’impegno assunto nella riduzione delle emissioni di gas serra e per la mitigazione dei rischi di cambiamento climatico.

San Donato Milanese – Eni è stata confermata, per il sesto anno consecutivo, nel Dow Jones Sustainability World Index, tra i più noti indici di sostenibilità a livello internazionale.

Il Dow Jones Sustainability Index, lanciato nel 1999, include i titoli di società che si distinguono per risultati eccellenti sotto il profilo economico, sociale e ambientale, evidenziando le aziende leader nella sostenibilità di ciascun settore. Eni ha inoltre ricevuto il riconoscimento del Carbon Performance Leadership Index 2012 (CPLI) del Carbon Disclosure Project. Eni, unica azienda appartenente al settore Energy selezionata, è stata scelta per l’impegno assunto nella riduzione delle emissioni di gas serra e per la mitigazione dei rischi di cambiamento climatico.

Il Carbon Disclosure Project è un’organizzazione internazionale non-profit, che rappresenta 655 investitori istituzionali internazionali e fornisce l’unico sistema globale per aziende e amministrazioni pubbliche locali per misurare, divulgare, gestire e condividere informazioni su dati ambientali di fondamentale importanza. Quest’anno il Carbon Performance Leadership Index è costituito da 33 aziende internazionali selezionate da PwC per aver mostrato strategie ben definite in tema di cambiamenti climatici e riduzione delle emissioni. Le aziende sono state selezionate tra le 500 società a maggiore capitalizzazione al mondo (FTSE Global 500 Equity).

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Eni a Rio+20 rinnova il proprio impegno

Al summit Rio+20, Eni conferma il suo impegno per lo sviluppo sostenibile e per gli accordi presi 20 anni fa all’Earth Summit, che la vide unica azienda italiana, tra le poche realtà private, che presero parte alla conferenza.

Eni sarà presente a Rio in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (Rio+20) che si terrà a Rio de Janeiro, in Brasile, dal 20 al 22 giugno 2012. A vent’anni dall’Earth Summit che si tenne proprio nella metropoli brasiliana nel 1992, Rio+20 ha l’obiettivo di definire la nuova agenda globale per lo sviluppo sostenibile e rinnovare l’impegno della comunità internazionale. Rappresentanti di numerosi Governi, con l’apporto della società civile e delle aziende, discuteranno di misure innovative per ridurre la povertà, promuovendo lavoro dignitoso, utilizzo più equo delle risorse e tutela dell’ambiente.

Al summit Rio+20, Eni conferma il suo impegno per lo sviluppo sostenibile e per gli accordi presi 20 anni fa all’Earth Summit, che la vide unica azienda italiana, tra le poche realtà private, che presero parte alla conferenza. Nel corso degli anni, Eni ha proseguito il percorso tracciato durante l’Earth Summit e ne ha sempre più integrato i relativi principi nella propria strategia di business, maturando un sistema unico di capacità, soluzioni e tecnologie per lo sviluppo sostenibile in termini di produzione e supporto ai processi politici internazionali e adozione di soluzioni innovative. La storia e il modo di operare di Eni costituiscono leve competitive che hanno permesso di conseguire nel tempo una dimensione internazionale, fondata sui principi di responsabilità, cooperazione, integrazione, inclusione, innovazione e eccellenza. E’ la combinazione di questi elementi distintivi del modello di business che orienta le scelte di investimento, contribuisce alla prevenzione e mitigazione dei rischi e consente di conseguire obiettivi strategici di crescita sostenibile nel breve, medio e lungo periodo.

Partecipare a Rio+20 rappresenta la possibilità di parlare di sviluppo che vuol dire parlare di energia. Se la crescita economica è il motore di un Paese, l’energia è la chiave di accensione. Risposte alle sfide dello sviluppo sostenibile possono venire da un lato da efficienza, ricerca e innovazione tecnologica e dall’altro da un mix migliore con preminenza del gas naturale, candidato naturale per coniugare sviluppo e salvaguardia dell’ambiente. E’ un tema che Eni conosce bene perché da sempre nella sua storia e nel suo modello di business. Nel giugno del 1952, esattamente 60 anni fa, Enrico Mattei e il Presidente del Consiglio italiano Alcide De Gasperi, inauguravano la prima centrale elettrica a metano in Italia e il primo grande metanodotto che collegava Cortemaggiore a Torino, fornendo le basi per il boom economico del dopoguerra. Un modello che Eni poi ha portato nei paesi in cui opera e di cui oggi la Repubblica del Congo è un esempio significativo.

Tra gli obiettivi della presenza di Eni c’è quello di mostrare la capacità dell’azienda nel fornire risposte innovative che coniughino salvaguardia ambientale e sviluppo locale, ad esempio trasformando una pratica non sostenibile dal punto di vista ambientale (il gas flaring, la combustione in torcia del gas associato al petrolio, a causa della mancanza di mercati locali e infrastrutture) in una opportunità di business (valorizzazione del gas associato, e del gas in generale, per favorire l’accesso ai servizi energetici moderni). In questo campo è l’innovativo modello di business sviluppato da Eni nella Repubblica del Congo, dove l’azienda dal 2007 è impegnata in investimenti su larga scala in materia di accesso all’energia. Nella Repubblica del Congo tre quarti della popolazione vive senza avere accesso a fonti di energia moderne. Il Paese è caratterizzato da una forte concentrazione della popolazione nelle principali città di Pointe-Noire e Brazzaville e la maggior parte delle attività industriali è concentrata a Pointe-Noire.

È in questo contesto che il governo della Repubblica del Congo ha deciso di sviluppare, in collaborazione con Eni, attiva nel Paese sin dal 1968, un progetto integrato di costruzione e riabilitazione di centrali e delle reti di trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Le centrali rappresentano complessivamente il 60% dell’attuale produzione elettrica del Paese e con il National Electrical Grid project (RIT) si è provveduto alla ristrutturazione della linea ad alta tensione di 220kv tra Pointe-Noire e Brazzaville e di 8 sottostazioni elettriche. L’energia prodotta viene distribuita a Pointe Noire dove, grazie a queste centrali, sono servite oggi circa 310.000 persone. Entro il 2013, attraverso la ristrutturazione ed estensione della rete di distribuzione a bassa tensione di Pointe Noire, altre 140.000 persone potranno beneficiare di una nuova connessione alla rete elettrica. Eni intende esplorare opportunità per ottimizzare questo approccio di business, integrato con interventi mirati rispetto agli altri obiettivi di sviluppo locale, e replicarlo in nuovi contesti e a questo scopo si relaziona a numerosi partner, primo tra tutti l’Earth Institute della Columbia University. Affrontare la mancanza di accesso all’energia sostenibile, affidabile ed economica per miliardi di persone, è una delle sfide più critiche per lo sviluppo. Incrementare l’accesso all’energia è un elemento chiave per il progresso economico e sociale di ogni Paese ed è ritenuto prioritario per rompere il ciclo della povertà e raggiungere i Millennium Development Goals delle Nazioni Unite.

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Eni Award: assegnati i riconoscimenti per l’edizione 2012

Eni Award ha lo scopo di sviluppare un migliore utilizzo delle fonti energetiche e valorizzare le nuove generazioni di ricercatori, a testimonianza dell’importanza assegnata da Eni alla ricerca scientifica e ai temi della sostenibilità.

San Donato Milanese (Milano), Maggio 2012 – Eni rende noti i nomi dei ricercatori e scienziati premiati nella quinta edizione di Eni Award, il premio istituito nel 2007 e divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente. Eni Award ha lo scopo di sviluppare un migliore utilizzo delle fonti energetiche e valorizzare le nuove generazioni di ricercatori, a testimonianza dell’importanza assegnata da Eni alla ricerca scientifica e ai temi della sostenibilità.

In particolare, il Premio “Nuove frontiere degli idrocarburi” è stato assegnato, per la sezione upstream, a Fabio Rocca, professore emerito di Telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano e ad Alessandro Ferretti, Amministratore Delegato di “Tele-Rilevamento Europa” (TRE) – spin-off del Politecnico di Milano – per lo sviluppo di un nuovo algoritmo di elaborazione di dati provenienti da sistemi di rilevamento satellitare, che, combinati con tutte le altre informazioni che si raccolgono normalmente durante la coltivazione dei giacimenti, possono riuscire a migliorarne lo sfruttamento, individuando le aree più promettenti per eventuali operazioni di ottimizzazione, permettendo di ottenere più idrocarburi a parità di interventi, sempre nel più assoluto rispetto della sicurezza e protezione dell’ambiente.

Per la sezione downstream lo stesso premio è stato assegnato a Enrique Iglesia, Professore di Ingegneria Chimica presso la Università di California a Berkeley, per lo sviluppo di catalizzatori per la sintesi di idrocarburi in grado di migliorare l’efficienza dei processi, riducendo gli scarti e la richiesta energetica. Quindi, migliore sfruttamento delle risorse, con minore consumo di energia e minore impatto ambientale dell’intero processo. Tra i principali interessi di Iglesia vi sono le reazioni di attivazione del metano e di semplici molecole da esso derivate per dare prodotti liquidi utilizzabili come materie prime per la produzione di carburanti, lubrificanti e polimeri a partire non solo dal petrolio, ma anche dal gas naturale, dalle biomasse e dal carbone.

Il Premio “Energie rinnovabili e non convenzionali” è stato conferito a Harry A. Atwater – professore di Fisica Applicata e Scienza dei Materiali presso il California Institute of Technology – e Albert Polman – Direttore e Scientific Group Leader del FOM Institute AMOLF di Amsterdam – che insieme hanno realizzato celle solari ultrasottili di nuova generazione, di maggiore efficienza e ridotti costi di realizzazione, che aprono nuove prospettive allo sviluppo di tecnologie basate sull’energia solare.

Barbara Sherwood Lollar, titolare della cattedra di Geologia presso l’University of Toronto si è aggiudicata il Premio “Protezione dell’ambiente” per la messa a punto di tecniche che attraverso il monitoraggio della presenza e quantità di isotopi stabili di carbonio in acque sotterranee, sono in grado di rilevarne il grado di inquinamento e indicare l’efficacia della biodegradazione in-situ ad opera di microorganismi.

I due Premi “Debutto nella ricerca”, riservati a ricercatori under 30, sono stati assegnati a Silvia Comba e Jijeesh Ravi Nair, entrambi del Politecnico di Torino. Silvia Comba ha sviluppato una tesi di dottorato sulla depurazione delle falde acquifere contaminate per mezzo di una tecnica innovativa basata sull’utilizzo di nano e micro-particelle di ferro. Nella sua tesi Jijeesh Ravi Nair ha sviluppato una metodologia per la preparazione di membrane elettrolitiche per batterie al litio in grado di fornire energia elettrica in modo efficiente e rispettoso dell’ambiente.

La Commissione scientifica di Eni Award è composta da 24 membri tra cui i due Premi Nobel Harold Kroto e Robert Richardson, rettori di università, ricercatori e scienziati espressione dei più importanti centri di studio e ricerca a livello mondiale. Gli Eni Award saranno consegnati il 15 giugno prossimo al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, contestualmente ai riconoscimenti all’Innovazione Eni conferiti a tre team di ricerca interni che si sono particolarmente distinti per il livello di innovazione e di rilevanza per il business dei risultati ottenuti.

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Il metereologo TV Luca Mercalli visita Baraclit e l’impianto fotovoltaico SolarLAB

Metereologo sull'impianto fotovoltaico SolarLAB di BaraclitL’occasione è stata la presentazione a Bibbiena (Arezzo), lo scorso venerdì, del suo ultimo libro, “Prepariamoci”. Luca Mercalli esperto di clima e fonti rinnovabili, ospite di Baraclit, ha così conosciuto la realtà aziendale e il suo costante impegno nel ridurre i consumi degli edifici industriali. Oggi la Divisione b.POWER è in prima linea nella costruzione di prefabbricati in Classe A e nel recupero di vecchi capannoni con interventi di bonifica e solarizzazione del tetto.

Che Tempo Che Fa in Italia? “Il futuro è nel sole”. A ribadire con forza la necessità di cambiare il modo di fare edilizia, il metereologo di Rai 3 Luca Mercalli e la società casentinese Baraclit. Entrambi convinti dell’importanza e del crescente impiego che devono assumere nella vita economica e in quella di ogni cittadino e azienda, le nuove tecnologie di produzione d’energia pulita.

Il modello di sviluppo sostenibile promosso da Luca Mercalli, impone una revisione radicale delle costruzioni in chiave ‘Green’: tagliare il ricorso ai combustibili fossili, abbattere l’immissione di CO2 in atmosfera, promuovere l’autosufficienza energetica senza però sottrarre terreni preziosi al mondo agricolo. Baraclit ha sposato la filosofia degli Energy Building nel 2009 con la Divisione b.POWER concepita per lo studio e l’integrazione degli strumenti fotovoltaici nelle strutture prefabbricate, sia nuove che preesistenti.

E oggi offre una soluzione anche per i capannoni più datati, da riqualificare sostituendo le coperture obsolete in cemento-amianto con un sistema ultra leggero di pannelli solari a elevata resa alle basse pendenze, senza alterare l’estetica o la funzionalità del tetto. Grazie all’accordo di partnership siglato con Uni-Solar (leader nella produzione di laminati fotovoltaici flessibili), Baraclit b.POWER potrà rivalorizzare il patrimonio di oltre 15.000 vecchi edifici realizzando Impianti Fotovoltaici Integrati con Caratteristiche Innovative (Titolo III del 4° Conto Energia).

Ma spesso le costruzioni – sostiene Luca Mercalli – sono colabrodi energivori che disperdono calore vanificando l’autoproduzione di elettricità dal sole. La risposta architettonica di Baraclit non si è limitata alle coperture, ha considerato anche l’aspetto termico degli involucri. Nelle prossime settimane sarà ufficializzato il lancio di una nuova serie di pannelli di tamponamento, potenziati nelle prestazioni di isolamento termico, che consentono di raggiungere valori di trasmittanza in linea con i più severi standard di KlimaHaus/CasaClima, e in grado di garantire a ogni fabbricato eccezionale confort ambientale e un significativo risparmio energetico.

Le previsioni di Luca Mercalli? Sole per tutto il 2012 sull’intera Penisola, una tendenza meteo che Baraclit si augura a lungo condivisa e accolta dalla classe politico-imprenditoriale italiana per raggiungere la Grid Parity (il momento in cui il kWh dal sole costerà meno del kWh da fonti fossili). Soltanto così si potrà costruire un futuro migliore.

Baraclit dal 1946 è leader nel settore dei prefabbricati in cemento per l’edilizia industriale e commerciale. Con una superficie produttiva di 300.000 mq e oltre 350 dipendenti, l’azienda serve il territorio nazionale e i Paesi esteri limitrofi dallo stabilimento di Bibbiena (AR), il più grande centro di prefabbricazione italiano. Baraclit si è affermata nel panorama dell’architettura industriale lanciando sul mercato strutture rivoluzionarie per innovazione, duttilità applicativa e valore aggiunto. Tra i moltissimi tentavi di imitazione, il sistema Aliant si distingue ancora oggi per l’unicità delle sue caratteristiche costruttive, architettoniche e per l’esclusivo sistema di impermeabilizzazione. Baraclit, in 66 anni di storia, ha all’attivo 15.000 strutture realizzate, oltre 22 milioni di mq coperti con un fatturato annuo di 60 milioni di euro e 2 prestigiosi premi di architettura vinti a livello nazionale, per le sedi di Prada Shoes Factory (Montegranaro, AP) e di Maglificio Gran Sasso (Sant’Egidio alla Vibrata, TE).

b.POWER è la nuova divisione Baraclit concepita per lo studio e l’integrazione dell’energia da fonti rinnovabili nel campo dell’edilizia prefabbricata. Nasce nel 2009 con l’esperienza concreta di SolarLAB, il laboratorio solare per l’industria realizzato nella sede Baraclit di Bibbiena (AR), e oggi tra i più grandi e innovativi impianti fotovoltaici integrati a tetto in Italia. Con un portafoglio impianti di 15 megawatt di potenza e 300.000 mq di “coperture solari” in oltre 40 siti industriali sparsi su tutto il territorio nazionale, la divisione b.POWER è presto divenuta centro di ricerca d’eccellenza sull’energia solare e voce autorevole nel settore dell’Energy Building. b.POWER studia, progetta e realizza edifici prefabbricati autosufficienti, mettendo a disposizione del cliente il patrimonio unico di conoscenze e sperimentazione diretta di SolarLAB e le esclusive tecnologie costruttive di Baraclit (sistemi Aliant® e b2000®).

 

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“Progettiamo un mondo sostenibile”. Il tagliaerba Ambrogio annuncia la partecipazione a Made 2011

Dal 5 all’8 di ottobre si svolgerà a Milano Made 2011, una quattro giorni dedicata all’Architettura, al design e all’edilizia. Al suo interno è stato riservato un ampio spazio alle nuove tendenze dell’architettura green e a quelle aziende che già sono improntate allo sviluppo della sostenibilità ambientale: in questo contesto si inserisce la partecipazione del rasaerba automatico Ambrogio Robot.

Ambrogio Robot partecipa a Made 2011 in qualità di partner di Nemeton Network, punto di riferimento del mondo del verde in relazione all’architettura, alla bio-edilizia e alla sostenibilità ambientale. Scopo primario di questa collaborazione è sviluppare l’ecosostenibilità con i fatti, creando una fitta rete di interconnessioni tra il mondo della produzione, quello degli utilizzatori e quello della ricerca attraverso la promozione di quei progetti rispettosi dell’ambiente e di aziende che già operano attivamente in questa direzione.

 

Il tagliaerba Ambrogio non solo fa della tutela del verde e dell’ecosistema dei giardini il proprio lavoro quotidiano, ma è anche progettato per operare in economia energetica riducendo l’immissione di CO2 in atmosfera, dal momento che utilizza una batteria a carica elettrica, e l’impiego di concimi chimici grazie, all’effetto mulching delle sue lame rotanti.

Il Format delle tre A di Nemeton (Agricoltura, Alimentazione, Architettura), che ospiterà il tagliaerba Ambrogio Robot in occasione di Made 2011, è stato creato proprio per fare da “interfaccia fra il mondo della produzione vegetale e le possibilità di evoluzione tecnologica sostenibile, con l’attenzione sempre rivolta al miglioramento della qualità dell’ambiente e quindi della qualità della vita”.

Uno spazio dedicato al green di 2000 mq circa in cui Ambrogio Robot potrà far mostra delle sue qualità di perfetto giardiniere e al contempo sviluppare una rete di opportunità volte al rispetto del pianeta e del vivere bene. L’invito a partecipare a MADE 2011 da parte del piccolo rasaerba va dunque ben oltre i semplici confini commerciali, ma piuttosto evidenzia la volontà di contribuire alla creazione di una vera cultura del verde.

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Ecosostenibilità Made in cotto per le pareti ventilate e schermature frangisole di Palagio Engineering

Palagio EngineeringIl green va di moda. Un dato di fatto oggi e che per il futuro del pianeta è bene che rimanga tale. Sempre più progetti architettonici guardano al Green Building adottando tutte quelle soluzioni volte alla compatibilità ambientale. Le Pareti Ventilate e le Schermature Frangisole in cotto di Palagio Engineering soddisfano pienamente questi requisiti sia per la loro efficienza energetica sia per la naturalità del materiale di rivestimento utilizzato.

Da tempo risuona l’allarme energetico, così come l’invito a circondarci di materiali naturali, a bassa emissione e facili da riciclare, tutto con il fine principale di incrementare il benessere, la qualità della vita e il futuro stesso del pianeta, altrimenti destinato al declino. Anche l’architettura si sta adattando a questi trend, con un’attenzione sempre più marcata al Green Building, all’impatto e alla sostenibilità ambientale.

Le pareti ventilate e le schermature frangisole rappresentano di per sé un forte incentivo al risparmio energetico sia nei mesi invernali che in quelli estivi, contribuendo ad una riduzione consistente dell’uso dei riscaldamenti e dei sistemi di aria condizionata. Possono essere applicate sia sugli edifici esistenti sia su quelli di nuova costruzione, apportando tra l’altro anche una notevole valorizzazione estetica.

In estate la parete ventilata costituisce un ottimo schermo alla radiazione solare: il calore accumulato sulla superficie non viene trasmesso agli strati sottostanti ma dissipato grazie all’effetto camino. Inoltre essendo il cotto un materiale atermico non si riscalda eccessivamente anche se esposto tutto il giorno al sole.

Durante il periodo invernale invece l’ambiente interno risente meno degli sbalzi termici e dell’interruzione durante le ore notturne del riscaldamento dal momento che l’isolamento posto sul lato esterno della parete permette di mantenere praticamente tutta la massa dell’edificio ad una temperatura superiore a quella che si otterrebbe isolando l’edificio dall’interno.

A questi considerevoli vantaggi che consentono la riduzione del consumo di gas ed energia elettrica si aggiunge la naturalità del cotto, materiale utilizzato da Palagio Engineering, assieme all’acciaio, per la realizzazione dei progetti in cui viene chiamato ad intervenire. Come ben noto il cotto imprunetino è un materiale naturale al 100%, ecosostenibile, tra quelli a minori emissioni di radon e che può essere facilmente riciclato sia durante le fasi produttive, sia quando viene dismesso.

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L’ambiente sceglie il tagliaerba automatico Ambrogio Robot

Sin dagli esordi Ambrogio Robot, IL rasaerba, si è presentato sul mercato come il validissimo ed insuperabile amico di tutti gli amanti di giardinaggio, un aiutante insostituibile che consente di riappropriarsi del proprio tempo non rinunciando ad avere un prato bello e curato. Oggi si scopre che anche l’ambiente sceglie il piccolo robot tagliaerba automatico: grazie alle sue indiscutibili qualità fornisce un contributo essenziale all’ecosostenibilità.

Il prato non è solo un elemento importante di fusione fra gli spazi all’aperto che crea armonia fra le varie zone del giardino. Non rappresenta esclusivamente un “ambiente” in cui muoversi con libertà, rilassarsi, camminare, correre o giocare. Infatti i manti erbosi ben curati sono una fonte inesauribile di aria pulita e ricca di ossigeno, filtrano i cattivi odori, proteggono contro smog ed inquinamento, prevengono l’erosione e riescono ad attenuano la canicola dei mesi estivi.

La foglia dell’erba è la più evoluta ed attiva tanto che per la sua resa nella produzione di materia organica è il top del mondo vegetale. La fotosintesi rappresenta, nei manti erbosi naturali, un processo di fondamentale importanza per la cattura e la conversione dell’anidride carbonica. Tuttavia se la manutenzione dei prati non viene effettuata con regolarità e in modo adeguato se ne potrebbero annullare completamente i benefici.

La falciatura del prato rappresenta anche in questo specifico contesto un impegno da affrontare con regolarità al fine di irrobustire l’erba, di ridurre la presenza delle erbe infestanti e di massimizzare l’eliminazione di anidride carbonica e la produzione di ossigeno, in modo da diminuire al minimo l’incidenza di malattie.

Ambrogio Robot è dunque una scelta che l’ambiente non può che sostenere con forza, prima di tutto perché si tratta di un tagliaerba automatico alimentato con fonti energetiche rinnovabili e poi perché con il suo lavoro quotidiano opera proprio per l’ulteriore miglioramento dell’assorbimento dell’anidride carbonica. L’alta frequenza di taglio è utile in quanto riduce lo stress per il manto erboso e  produce anche ritagli minimi, che vengono riassorbiti nel manto erboso in modo da ridurre la perdita di nutrienti e la necessità di concimazione.

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VIVATERRA: i pavimenti in cotto imprunetino si vestono di modernità

Il cotto è un materiale antico, che ha accompagnato la storia dell’uomo per millenni: già gli etruschi lo utilizzavano nella costruzione dei loro templi. Giunto ai nostri giorni pressoché immutato nella sostanza, grazie all’operato di aziende come VIVATERRA, è stato modernizzato per quanto concerne le tecniche realizzative, che sfruttano avanzati processi industrializzati, e le applicazioni sempre più versatili e stilisticamente efficaci.

Mission essenziale di VIVATERRA è rendere il cotto imprunetino un prodotto facile, moderno e dal design innovativo, consentendo al pubblico di riscoprire tutte quelle elevate caratteristiche che lo hanno reso uno dei materiali di costruzione e decoro di maggiore eccellenza, preservatosi nel corso dei secoli con immutata bellezza.

Il Rinascimento fu senza dubbio uno dei suoi periodi di massimo splendore: il cotto fu utilizzato per pavimentare edifici privati e pubblici, strade e piazze. Certamente una delle più alte espressioni è il pavimento policromo della Biblioteca Laurenziana di Firenze, che presenta disegni intarsiati in terracotta rossa e bianca realizzati con una tecnica suggerita dal grande maestro Michelangelo.

Opere conservate pressoché inalterate nei secoli, grazie all’eccezionalità delle proprietà della materia prima, nonostante il calpestio, l’esposizione agli agenti atmosferici, al gelo e alla salsedine, adatta a decorare sia ambienti interni sia ambienti esterni, anche dove le condizioni climatiche mettono a dura prova altri materiali.

Importante, fondamentale il rapporto con il territorio toscano da cui viene estratta un’argilla unica ad alto rendimento che ha contribuito alla fama del cotto imprunetino in tutto il mondo. Tuttavia l’intenzione di VIVATERRA va ben oltre i confini della ridente regione, culla della cultura italiana: far comprendere in pieno le potenzialità, il calore, la naturalità e l’ecosostenibilità del cotto imprunetino, valori che ogni edificio può far propri ovunque esso si trovi.

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Vivaterra si impegna per la realizzazione di un prodotto ecosostenibile: il cotto imprunetino

Vivaterra è un gruppo industriale che ha assunto un comportamento socialmente responsabile sotto molteplici punti di vista, fra cui quello della tutela dell’ambiente e del territorio in cui opera.

Il cotto imprunetino dei marchi detenuti da Vivaterra, è apprezzato e conosciuto in tutto il mondo per il suo pregio e quale simbolo di eleganza e distinzione. Nell’ottica dell’architettura moderna vede il suo valore ulteriormente accresciuto grazie alla naturalità, che lo qualifica come un prodotto biosostenibile d’eccellenza.

Vivaterra assicura lo sviluppo dell’attività dei suoi marchi, Il Ferrone, Il Palagio e Cotto Impruneta, con grande trasparenza, responsabilità e attenzione volte a perseguire un uso efficiente di risorse naturali e di energie. Una nuova leva competitiva che consente al gruppo di affermarsi ai più alti standard.

L’impegno di Vivaterra a sostegno dell’ambiente e del territorio, in cui i marchi detenuti esplicano la loro attività produttiva, si evince dall’interesse posto alla realizzazione di una serie di prodotti, che per la natura delle materie prime utilizzate, si attestano a pieno diritto tra i materiali costruttivi e di arredo biocompatibili.

L’impegno ecologico di Vivaterra diventa così parte integrante della sua mission, garantito dalla certificazione ISO 14001: 2004, e si estende anche alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela della salute di chi lo abita provvedendo a controlli mirati agli stabilimenti produttivi.

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VIVATERRA ottiene la certificazione ISO 14001:2004

VIVATERRA è l’unica azienda di tutto il distretto del cotto ad aver ottenuto la certificazione UNI ISO 14001:2004. L’impegno per il raggiungimento degli standard internazionali in tema di ecostenibilità ha dato i suoi frutti: l’azienda ha dimostrato non solo di operare nel rispetto ambientale ma di aver preso tutti i provvedimenti perché questo tipo di atteggiamento perduri nel tempo.

La certificazione ISO 14001: 2004 è una norma internazionale che definisce lo sviluppo di un efficace sistema di gestione ambientale, e rappresenta un’ulteriore conferma dell’attenzione rivolta da VIVATERRA affinché lo svolgimento del processo produttivo, nei vari comparti dei marchi che detiene, avvenga nel rispetto degli equilibri ecologici. La società dimostra di avere piena coscienza dell’impatto ambientale che alcuni comportamenti possono arrecare e ha compiuto, quindi, una scelta consapevole decidendo di dotarsi di un sistema di sicurezza e gestione improntato alla tutela dell’ecosistema.

VIVATERRA si impegna così ad operare nel rispetto dell’ambiente attraverso un attento controllo delle forme di inquinamento, utilizzo razionale delle fonti energetiche, un adeguato smaltimento dei rifiuti ed un recupero degli scarti di lavorazione.

L’azienda imprunetina ha dunque impostato degli obiettivi generali di miglioramento delle proprie prestazioni ambientali preparando strutture in grado di portare avanti tali obiettivi, intervenendo in tutte le attività gestite o controllate, e verificandone l’attuazione in modo sistematico. Questa certificazione permettere uno sviluppo sostenibile dell’intera produzione di Il Ferrone, di Il Palagio, di Cotto Impruneta e Palagio Engineering.

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Il cotto di Il Ferrone è innovazione e rispetto ambientale

Per le aziende di oggi l’attenzione prestata alla salvaguardia dell’ambiente diventa sempre di più un imperativo. L’impegno di Il Ferrone non si esplica solo nella tutela del paesaggio nella fase di reperimento della materia prima, l’argilla, ma anche e soprattutto di tutto l’eco-sistema durante l’intero processo produttivo del Cotto imprunetino.

Il Ferrone vanta oggi una diffusione capillare a livello internazionale, il suo attaccamento alla tradizione, alla qualità e al pregio sono caratteristiche ormai indiscusse di un prodotto affermato e di successo, eppure ci sono due aspetti su cui il brand sta puntando fortemente per far crescere ancor di più la propria immagine: l’innovazione e il rispetto per l’ambiente.

L’innovazione si esplica nell’adozione di nuovi sistemi e tecniche produttive che arricchiscono se mai ce ne fosse bisogno, un prodotto che è già ai massimi livelli del settore. Un investimento sempre più marcato in questa direzione permette di creare prodotti di gran pregio, con una qualità assoluta che poco differisce dagli articoli realizzati artigianalmente, e che al contempo presentano dei rilevanti benefici in termini economici, come ad esempio accade con il Cotto Artigiani a Mano, per il quale è tutt’ora in corso una promozione da parte del brand.

Il rispetto per l’ambiente è l’altra peculiarità che Il Ferrone tiene in grande riguardo non solo per una cresciuta consapevolezza e responsabilità nei confronti di un patrimonio comune all’intera umanità, ma perché questo aspetto particolare consente di attribuire un plus valore ad un prodotto che appartiene alle eccellenze del vero Made in Italy. A testimonianza di quanto fino ad ora detto Il Ferrone, attraverso il gruppo Industriale VIVATERRA di cui fa parte, ha ottenuto la certificazione ISO 14001:2004.

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playPorter. Sincronizzati con l’ambiente!

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  • 27 Marzo 2010

La mobilità sostenibile oggi è una realtà concreta. A dare l’esempio è la città di Reggio Emilia.

Qui si pensa verde. Qui c’è elettricità nell’aria. Nel vero senso della parola.

Le strade del centro sono piene di Porter Piaggio, piccole grandi citycar 100% elettriche.
Non a caso, Reggio Emilia è stata premiata come prima città elettrica d’Europa già nel 2003.
Tanti hanno deciso di “sincronizzarsi” con l’ambiente, facendo una scelta intelligente per muoversi in libertà: all’inizio il Comune, poi farmacie, polizia, vigili del fuoco, associazioni di categoria, infine imprese, negozi, artigiani e privati cittadini.

L’impulso a questa consuetudine eco (come estensione del progetto di mobilità sostenibile del Comune di Reggio) nasce da un’opportunità straordinaria: l’eco-noleggio a lungo termine dei Porter che, negli anni, ha portato 250 veicoli elettrici sulle strade, sensibilizzando la cittadinanza.
L’iniziativa è ideata e promossa da Confcommercio d’intesa con Zapi S.p.A. (azienda reggiana leader mondiale nei sistemi di controllo per motori elettrici), in collaborazione con Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia e TIL (Trasporti Integrati e Logistica Srl, la società che noleggia i mezzi). Un esempio unico di condivisione di intenti ecologici fra pubblico e privato, dove un’azienda come Zapi ha addirittura stanziato fondi per abbassare i costi di noleggio: 150 euro al mese per il primo semestre. All inclusive.

I vantaggi? Da non crederci.
Ecologici ed economici.
Il Porter non inquina, non fa rumore, può circolare ovunque (anche in zone a traffico limitato e durante i blocchi del traffico con permesso gratuito) e non ha nessun costo aggiuntivo.
Il carburante? Non ne hai bisogno. I parcheggi? Sono gratis. Assicurazione, bollo, manutenzione, assistenza stradale? Tutto compreso nel costo di noleggio.
Di questi tempi non è poco.
Usare le auto elettriche significa ridurre in modo netto l’inquinamento atmosferico e acustico, ma anche muoversi liberamente e avere facile accesso al centro. E’ così che l’eco-noleggio ha risolto numerosi problemi di mobilità di passeggeri e merci in città – soprattutto nei periodi di restrizione del traffico – dando nuovo impulso alla fruizione razionale del centro storico e allo sviluppo economico locale.
Con un’attenzione particolare all’aria che respiriamo.
Per informazioni: www.ariamia.com

Porter Piaggio (Reggio Emilia)

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