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Radiofrequenza Pulsata Epidurale per Trattare Sciatica o Cervicobrachialgia

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  • 27 Settembre 2011

La Sindrome da dolore Radicolare è la più frequente causa di dolore neuropatico, in quanto colpisce circa il 10% della popolazione mondiale.

E’ spesso associata a dolore lombare o cervicale. Si presenta come un dolore urente e puntorio, irradiato lungo l’arto colpito, nella fase acuta, per poi trasformarsi in un fastidioso bruciore, formicolio o senso di tensione muscolare nelle fasi croniche.

La causa più frequente è un conflitto disco-radicolare da protrusione discale o ernia discale lombare o cervicale. Quando il dolore è prevalentemente radicolare (interessa cioè prevalentemente un arto) e non esistono indicazioni chirurgiche (ernie discali espulse o deficit neurologici gravi), è possibile il trattamento del dolore con stimolazione del ganglio radicolare in Radiofrequenza Pulsata.

La Radiofrequenza Pulsata fu inventata da Sluijter e Cosman nel 1996 come variante della Radiofrequenza tradizionale, differenziandosi da questa per il diverso meccanismo di azione non più legata all’azione della temperatura (termolesione) ma del campo elettrico.

La stimolazione con questo tipo di corrente blocca infatti con vari meccanismi la trasmissione del dolore ed esplica un effetto antiinfiammatorio ed immunostimolante sul tessuto Nervoso stesso e su tutto l’organismo.

L’intervento viene eseguito in sala operatoria con tutti i crismi della sterilità per evitare infezioni ed è praticamente privo di rischi neurologici in pazienti non affetti da patologie emocoagulative o in trattamento con anticoaugulanti (acetilsalicilico, Fans, Dicumarolici) o immunodepressi per il rischio di infezioni.

S.A.T.A. Studio Associato Pain Therapy
Banchette (TO) tel. 0125.613183
Carpi (MO) tel. 059.6229315
Como tel. 031.572750
www.studiosata.eu

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Le donne e internet: l’esperienza del parto

Molte donne raccontano l’esperienza del parto, sempre di più lo fanno pubblicando su internet i racconti delle loro avventure. Se pensiamo a navigare un po’ l’area semantica del parto attraverso il motore di ricerca di Google però, ci si accorge che le fonti di esperienza diretta sono veramente innumerevoli.
Quel che più colpisce, però, è il fatto che tra tutti i racconti che si possono navigare, nessuno sembra proporre una dinamica esperienziale simile all’altra. Questo punto è molto interessante per sotto due punti di vista ben distinti: da una parte la differenza massima aiuta a capire come umanamente un’esperienza non sia ripetibile e sia sempre unica (abbiamo appositamente affrontato un argomento così forte per l’emozionalità di chi si racconta in prima persona); dall’altro la varietà infinita delle fonti permette ad un utente di vagliare criticamente le informazioni in modo da trarne una media esaustiva per la sua necessità di informazione.
Così, calandosi nel ruolo di futuri padri, vogliamo informarci su cosa potrà voler dire per una madre il parto. Tra le miriadi di pagine a sfondo quasi esclusivamente rosa dell’universo femminile post-parto, ci imbattiamo in modo randomico in tutte le fasi del parto. C’è chi racconta con dolore i giorni del travaglio e chi li racconta con serenità; chi da più rilevanza invece al dolore del momento del parto e chi invece sostiene che un’epidurale è la soluzione migliore per non soffrire e soprattutto priva di controindicazione; chi ricorda il parto solo con dolore, chi solo con gioia.
Non mancano ovviamente gli approfondimenti tecnici delle madri attente e curiose che prima di partorire vogliono scoprire tutto sull’universo umano e la medicina. In questi luoghi si incontrano le informazioni più interessanti come l’opinione delle mamme sull’uso delle cellule staminali del cordone ombelicale, la loro conservazione e i vantaggi che prospettano per il futuro figlio.
Ogni racconto un taglio diverso, ogni racconto un sentimento diverso, ogni racconto un’informazione in più.
In due ore di navigazione tra blog, siti e forum siamo diventati molto esperti sull’argomento e quasi ci sentiamo di contribuire a qualche discussione.

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