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La cultura gastronomica italiana è patrimonio dell’umanità

Ormai è ufficiale, l’Unesco ha riconosciuto la dieta mediterranea patrimonio dell’umanità. Questo importante successo per la cultura gastronomica italiana viene dopo anni in cui da molte parti, tra i nutrizionisti e gli addetti ai lavori, la dieta mediterranea è considerato un modo di alimentarsi sano e salutare.

I piatti tipici della cucina italiana: la pasta, il pesce ma soprattutto il modo in cui vengono cucinati, garantiscono di mangiare in modo sano, anche il fritto, se cucinato, ad esempio, in olio extravergine d’oliva, ha molti meno grassi e più sostanze nobili, che il nostro organismo non assimila come grassi saturi, responsabili, in molti casi, dell’aumento del livello di colesterolo maligno nel sangue.

L’imporsi, negli ultimi anni, nel nostro paese di enti e organizzazioni che tendono a preservare e diffondere la cultura gastronomica italiana sta ad indicare che l’argomento della buona tavola, gustosa e sana, è molto sentito in tutta la popolazione, che tiene a preservare e diffondere le proprie tradizioni alimentari.

Assistiamo infatti, da molti anni ormai, ad un rinnovamento di generazione che frequenta sagre ed eventi enogastronomici, popolati sempre più da giovani e in alcuni casi anche giovanissimi, appassionati della buona cucina nostrana anche a scapito di anglosassoni alternative che sicuramente risultano meno sane dal punto di vista alimentare. Di qualche anno fa è il caso di un piccolo panificio della provincia di Bari che ha fatto chiudere un’importante catena di fast food perché la gente preferiva il panino autoctono.

La cucina italiana e la cultura gastronomica insomma ora sono diventate patrimonio immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco: è importante però che noi abitanti ne valorizziamo i valori positivi che questo modo di mangiare si porta dietro, come ad esempio, il condividere la tavola e dare al momento del pasto un significato quasi rituale per la famiglia che si unisce a tavola. Valori importanti che da molte parti ci invidiano.

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