Premiati sabato 15 luglio, a 2.000 metri di quota in Val di Fiemme i vincitori del concorso “DisegnoDilegno”, promosso da Fiemme 3000, con la consulenza tecnico scientifica del professor Kuno Prey e il patrocinio della Facoltà di Design e Arti – Libera Università di Bolzano e degli Ordini degli Architetti delle province di Trento e Bolzano.
A conquistare il primo premio (un riconoscimento in denaro di 2.000 euro e la realizzazione del progetto in scala 1:1) gli architetti Gianni Menguzzato & Claudio Nascimben Architetti Associati di Vicenza per il progetto “Il Pannello”. Come espresso dalla giuria: «Vince il concorso per le spiccate caratteristiche d’innovazione tipologica, complessità risolta in una semplificazione funzionale, ottimo sfruttamento della leggerezza del sistema DisegnoDilegno, versatilità e alto valore estetico che riesce a esprimersi in piena autonomia».
Si tratta di un sistema di pannelli, realizzati usufruendo del minimo spessore (70mm) del profilato DisegnoDilegno e proposti in due versioni, che possono vivere da sole e/o affiancate in maniera tale da ottenere combinazioni formali e funzionali particolari e diversificate. Con un solo pannello si possono realizzare zone ingresso per gli interni, oppure, con combinazioni più complesse, è possibile ottenere scaffali librerie, aggregazioni per il contract e l’alberghiero. Particolare la possibilità del pannello di ruotare su se stesso di un angolo di circa 75°, in modo tale da sfruttare le due “facce” per funzioni diverse. Il tutto è sviluppato su una profondità di soli 30cm in cui avere specchiera, mensola, portabiti, ed altri complementi attualmente allo studio.
Secondo classificato il giovane architetto Paride D’Alessandro, da Ortona (CH), a cui è stato assegnato un premio di 1.000 euro per il progetto “Der Revolution”. Un mobile dinamico in grado di assumere infinite conformità: da oggetto divisorio, a parete-cassaforte a mensola. Premiato per «essere riuscito a proporre una idea innovativa di parete divisoria, con una particolare componente ludica e di sorpresa, che permette anche piacevoli giochi di trasparenza e di luce. Per avere sfruttato in modo esplicito, giocoso e intelligente il vuoto caratteristico del profilato DisegnoDilegno. Per le caratteristiche di personalizzazione e interazione»: come illustrato dalla giuria.
“Der Revolution” si configura come un organismo mutante in base alle esigenze dell’abitante. Nella soluzione chiusa, il mobile assume una funzione divisoria, sia visiva che acustica. Nella soluzione semi-aperta prende le sembianze di una parete-cassaforte, che sfrutta giocosamente l’interno vuoto dei profilati di DisegnoDilegno, dove poter conservare “a scomparsa” libri, riviste, documenti etc. Nella soluzione aperta i moduli possono diventare mensole per vasi, piante e oggetti vari.
Il terzo premio (un riconoscimento in denaro di 500 euro) è stato assegnato allo studio Deferrari+Modesti di Firenze con il progetto “Catasta”: un tavolo che rappresenta un vero e proprio inno al legno premiato per «l’intrinseca atipicità capace di restare impressa nella memoria, per la valorizzazione estetica, anche se non funzionale del materiale, esaltata dal piano di cristallo, concepito unicamente a questo scopo. Si tratta di una forma arcaica e primitiva, dai tratti iconici, capace di raccontare una storia».
“Catasta” presenta un basamento centrale costituito da assi e traversi realizzati con il profilato DisegnoDilegno; per esaltarlo, è previsto un piano in cristallo che ne permetta la vista anche dall’alto. È pensato come tavolo da pranzo con piano quadrato o rotondo o in versione tavolino basso con piano quadrato. L’idea nasce dall’immagine di un semplice accatastamento di assi in legno in un qualsiasi deposito di falegnameria. Un gesto che si ripete da quando l’uomo ha riconosciuto in questo materiale un mezzo per il proprio sostentamento, e che quindi sintetizza parte della storia dell’uomo. Il basamento rimanda all’immagine della catasta e vuole essere un invito a riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente, sui processi di trasformazione frutto di antichi saperi, sulla necessità di rispettare innanzitutto i boschi e quindi il legno stesso.
La menzione speciale “La Storia dietro il prodotto”, assegnata da Domitilla Dardi, storica del design e curatrice per il design al MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, è andata a Rachele Mangano (Bologna) per lo storytelling “T-ego” (il progetto è stato anche selezionato tra i 10 finalisti del concorso).
Un racconto concepito per nobilitare, attraverso progettualità e salubrità, le aree di servizio della casa. Premiato «per aver saputo utilizzare un artificio narrativo efficace per descrivere con puntualità i passaggi processuali dell’ideazione e del progetto, dimostrando l’importanza della ricerca che precede il progetto vero e proprio. Si è apprezzato che il racconto fosse basato su una personificazione, senza per questo diventare favola per l’infanzia (genere molto difficile da controllare), e che, pur entrando in alcune descrizioni puntuali sui ragionamenti dei progettisti, si sia evitato il racconto in soggettiva di chi progetta»: come spiegato da Dardi.
Presenti alla due-giorni di cerimonia a Predazzo, tutti i finalisti del concorso: Stefano Lanotte (Gessate – MI), Marsida Gavoci (Castelnuovo – TN), Giuseppe Bellinelli – Studio Bellinelli Architetti (Castione della Presolana – BG), Annalisa Noè (Piacenza), Javier Andrès Deferrari – Studio Deferrari+Modesti (Firenze), Jacopo Ferrari (Milano).
I 10 progetti finalisti selezionati dalla giuria entreranno a far parte delle “Ispirazioni di arredo” di DisegnoDilegno, consultabili on line (www.fiemme3000.it/finalisti-design-competition-2017/) e realizzabili su richiesta direttamente dai maestri artigiani di Fiemme 3000.
«Siamo davvero entusiasti e onorati dell’attenzione ricevuta – ha dichiarato Marco Felicetti, amministratore delegato di Fiemme 3000 –. L’obiettivo del concorso era per noi motivare il mondo degli architetti e dei designer a riflettere sull’importanza del benessere indoor attraverso la progettazione di soluzioni di arredo salubri, oltre che belle e funzionali. E con il prezioso contributo di giuria e partecipanti, speriamo di esserci riusciti».
«È stata un’esperienza molto stimolante. Non è usuale ricevere 70 progetti di qualità per la prima edizione di un concorso, con un obiettivo peraltro complesso. Molto interessante lavorare con una giuria altamente qualificata, dalle professionalità differenti, seria e appassionata»: ha commentato Kuno Prey, designer e professore della Facoltà di Design e Arti – Libera Università di Bolzano.
In giuria, insieme a Prey e Felicetti, Porzia Bergamasco, giornalista e curatrice Milano Design Film Festival, Leopoldo Busa, architetto esperto in qualità dell’aria indoor, Nicola Di Battista, direttore di Domus, Giulio Iacchetti, designer, e Laura Traldi, design editor D la Repubblica.