Gli anni che abbiamo trascorso e i recenti eventi politico economici nazionali, hanno fortemente impattato sul concetto di fiducia degli italiani. Il modello di fiducia, quasi fideistica, che si era instaurato in passato era sfociato in una irresponsabilità individuale. Ora prevale un concetto “bottom up”, più aderente e controllabile dai singoli individui. Aumenta la fiducia nella sfera privata, nella famiglia, negli amici, nelle comunità solidali o in quanti sono grado di fornire aiuto, spesso vicendevole. Si afferma sempre di più il concetto che l’unione tra individui può fare la differenza.
Forze Armate, Esercito e Presidenza della Repubblica sono le istituzioni che più godono la fiducia degli Italiani. Tra i soggetti degni più affidabili emergono gli scienziati, i giornalisti, gli imprenditori e i comici, per competenza e capacità di innovare, oppure perché svolgono un ruolo di denuncia. Il contesto pubblico è in caduta verticale: rappresenta una realtà astratta e “distante”, verso la quale ci si sente impotenti… politica, economia e futuro sono irraggiungibili; si intuisce anche la debolezza degli organismi politici nel produrre una visione che possa guidare il passaggio verso un nuovo equilibrio globale. Tra i soggetti che perdono fiducia sono da annotare i politici, i professionisti della finanza, gli immobiliaristi e gli agenti di vendita.
In un contesto di fragilità socio economica evidente anche la spesa delle famiglie nel 2012 ha subito contraccolpi. I consumi sono stati fortemente penalizzati dalla dinamica del reddito disponibile. La contrazione della spesa è intervenuta nonostante la riduzione della propensione al risparmio, finalizzata a preservare i livelli di consumo a fronte di un’ulteriore compressione del potere d’acquisto delle famiglie. La tipologia di beni maggiormente sacrificata è stata quella dei durevoli, il cui acquisto è stato rinviato quando non strettamente necessario, aumentando così la vita media dei beni in dotazione delle famiglie. Nel 2012 si stima che, a fronte di un calo del reddito disponibile del 4,5% reale, i consumi interni si siano contratti del 3,4%.
Le informazioni disponibili portano a stimare un andamento della domanda ancora debole nella seconda metà dell’anno, e si ipotizza che la contrazione dei consumi possa proseguire fino a metà 2013. Sulle decisioni delle famiglie continueranno a pesare gli effetti della manovra di bilancio, la compressione del reddito disponibile e l’incertezza sulle prospettive di reddito, dovuta alle riforme rese necessarie dal risanamento dei conti pubblici.
Per il 2013 è previsto un ulteriore ridimensionamento della domanda a fronte di un’analoga diminuzione del reddito disponibile reale (-1,1% per entrambi). Alla fine del 2013 il livello dei consumi interni risulterà, in termini reali, del 5,7% inferiore rispetto a quello del 2007, mentre il reddito disponibile si sarà ridotto del 10,3% rispetto al livello pre-crisi. Per attenuare la caduta dei consumi la propensione al risparmio è stimata aver raggiunto un nuovo minimo nel 2012.
Ci si attende che nel 2013 le decisioni di spesa delle famiglie saranno ancora fortemente condizionate dagli effetti della manovra di bilancio e della fase recessiva sul reddito disponibile e che, anche se con una forte attenuazione rispetto al 2012, la domanda di beni durevoli si manterrà ancora in moderato calo, non riuscendo quindi ad imboccare un sentiero di recupero delle forti contrazioni degli ultimi anni. Nel 2012, la categoria dei durevoli (che, oltra quelli analizzati dall’Osservatorio, comprende voci come gioielleria, strumenti musicali e piccole imbarcazioni) è risultata quella maggiormente sacrificata, subendo una contrazione del 9,4%. L’acquisto dei durevoli è stato rinviato quando non strettamente necessario e la vita media di questa tipologia di beni è in continuo aumento. Fanno eccezione l’home comfort con vendite in crescita del 9,4% e, soprattutto, i cellulari (+24,1%), prodotti che conoscono un ritmo di sostituzione così elevato da mettere in discussione l’appartenenza degli stessi alla categoria dei “durevoli”.
I settori
MERCATI VEICOLI: Fin dall’inizio della crisi la spesa per la mobilità (autovetture nuove ed usate, motoveicoli e camper) era stata fortemente ridimensionata dalle famiglie, riducendosi tra il 2008 e il 2011 del 7,3% medio annuo, nonostante il temporaneo sostegno fornito al settore dagli incentivi. Il perdurare della crisi e il progressivo deterioramento del reddito disponibile hanno intensificato la tendenza al contenimento della spesa delle famiglie per la mobilità, con particolare intensità per il primo acquisto o la sostituzione del mezzo privato. Nel 2012 la spesa per veicoli si è così ridotta del 17,6% (-18,8% se non si tiene conto dell’aumento dei prezzi), scendendo a 28,7 miliardi di euro, livello del 39% inferiore rispetto a quello del 2007.
Auto Nuova: come atteso sono state le famiglie italiane a pagare il prezzo più alto della crisi: la nuova fase di recessione, una disoccupazione in crescita e l’impatto della tassazione hanno originato una forte contrazione dei redditi reali dei nuclei familiari, condizionandone in misura più rilevante le decisioni d’acquisto di automobili. Il 2012 ha fatto registrare una contrazione per la domanda dei privati pari al -23,4%, in peggioramento rispetto ai dati già molto negativi del precedente biennio, e il numero di nuove autovetture immatricolate dalle persone fisiche è sceso sotto al milione di unità. In calo di conseguenza anche le richieste di finanziamento per l’auto nuova.
Dopo una buona tenuta nel biennio 2010-’11, il segno negativo ha caratterizzato anche la domanda a volume del segmento business (-13,2%). L’incremento prospettico della pressione fiscale sull’automobile incorporato nella recente riforma del lavoro ha reso più restrittive le possibilità di deduzione dei costi dell’auto aziendale, portando a una contrazione particolarmente accentuata per la domanda delle società già nel 2012 (-17,6% nel tendenziale gennaio-ottobre).
Auto Usata: Anche il mercato dell’auto usata inverte la tendenza che l’ha contraddistinto fino al 2011 e registra una flessione notevole in termini di passaggi di proprietà e di fatturato. Il sostegno derivante dalla sostituzione dell’acquisto di nuovo con l’usato in un contesto di crisi non è stato sufficiente nel 2012 a preservare il settore da una contrazione della domanda
Motoveicoli: non si arresta la fase recessiva che interessa il mercato delle due ruote dal 2008. Contrazione superiore al 30% e doppia rispetto al 2011 per il mercato dei ciclomotori. Questo segmento risente particolarmente della flessione della domanda di giovani e giovanissimi, particolarmente penalizzati dalla crisi. Anche il mercato delle moto registra nel 2012 risultati fortemente negativi, con una flessione dell’immatricolato di poco inferiore al 20%. In controtendenza solo il segmento tra i 501 e i 750 cc.
Camper/autocaravan: In un contesto di difficoltà economiche e di incertezza cala nettamente la domanda di autocaravan. Il comparto registra nel 2012 una contrazione sia in termini di vendite che di fatturato superiore al 30%. A frenare il desiderio di acquisto dei consumatori è soprattutto l’elevato investimento che spinge le famiglie o a rimandare l’acquisto di un bene non strettamente necessario o a spostare le proprie mire verso il mercato dell’usato e del noleggio.
MERCATI CASA: Non fanno eccezione al calo dei consumi i mercati dei beni durevoli per la casa che, se pur caratterizzati da una dinamica favorevole dei prezzi, registrano una flessione sia delle vendite che del fatturato. La crisi economica e il persistente clima di incertezza inducono le famiglie a rinviare l’acquisto di beni non strettamente necessari. A farne le spese sono tutti i comparti, compresi quelli sostenuti dall’innovazione tecnologica come quello di Tv, video e Hi-fi. Si salva solo la telefonia, trainata dal segmento degli “smartphone”, e l’home comfort che si è avvantaggiato quest’anno di condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli all’acquisto di condizionatori.
Anche la spesa per beni durevoli per la casa (mobili, elettrodomestici, telefonia, information technology e bricolage) ha subito un forte contenimento nel 2012 (-4,3% in valore), minore di quello che ha interessato la spesa per veicoli (-17,6%), ma comunque più accentuato rispetto al risultato già negativo del 2011.
Mobili e arredamento: questo settore, che aveva tenuto nel biennio 2010/2011, registra una marcata flessione della domanda, sia in termini di vendite che di fatturato. A penalizzare gli acquisti e anche le domande di prestiti per mobili e arredamento contribuiscono, oltre al deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie e alle maggiori difficoltà di accesso al credito, l’assenza di incentivi e la contrazione delle compravendite immobiliari ad uso residenziale registrata nel primo semestre del 2012.
Elettrodomestici grandi (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, piani cottura ecc.): la domanda dei consumatori, sempre più cauti e inclini a rinviare gli acquisti di beni durevoli in un clima di fiducia fortemente deteriorato, ha evidenziato una flessione consistente sia in termini di vendite che di fatturato. A livello di macro aggregati, si evince un forte deterioramento della categoria merceologica del comparto “cottura”. Meno spiccata la flessione del segmento lavaggio. Performance migliore per il comparto refrigerazione che beneficia dei driver dell’ecologia e della tecnologia.
Piccoli elettrodomestici (robot da cucina e piccoli apparecchi per la pulizia della casa e per la cura della persona): La crisi dei redditi e della fiducia delle famiglie non risparmia questo comparto che evidenzia un andamento negativo che nasconde al suo interno performance differenziate tra i vari segmenti: flessione più rilevante per il comparto “cura persona”, migliore tenuta per i piccoli elettrodomestici per la casa.
L’elettronica di consumo (Tv, video, decoder, Hi-fi) rallenta, nel 2012, la propria decrescita, pur registrando una flessione importante sia per quanto riguarda il volume di vendite che il fatturato. A mitigare la flessione del settore il passaggio al digitale terrestre che ha interessato nell’ultimo anno il Sud Italia e la Sicilia, aree che hanno registrato un andamento positivo del comparto a differenza di tutte le altre. Il comparto video conferma la propria leadership nel mercato dell’elettronica di consumo mantenendo una quota superiore all’80% del valore totale.
Fotografia: nel 2012, il comparto registra una flessione delle vendite e del fatturato. A fornire un contributo positivo all’andamento del mercato sono le macchine fotografiche con lenti intercambiabili a conferma di una tendenza dei consumatori ad acquistare prodotti tecnologicamente più avanzati e capaci di garantire una resa qualitativa maggiore. In calo invece le vendite delle macchine compatte che rappresentano ancora il segmento di gran lunga più rilevante nel settore fotografia.
Telefonia: con la migliore performance tra i settori dei beni durevoli monitorati dall’Osservatorio (+21,1% in valore), la telefonia evidenzia nel 2012 una forte crescita sia in termini di volumi che di fatturato. Questa performance deriva dal fatto che il mercato è interessato dal fenomeno di sostituzione tra cellulari tecnologicamente meno evoluti, mobilephone, e più evoluti, smartphone. I dati dei primi nove mesi del 2012 mostrano che i primi hanno fatto registrare nuovamente una flessione del valore degli acquisti (-39%), avvenuta a fronte di una contrazione dei volumi del 28%. I secondi hanno invece continuato a conquistare un sempre maggiore appeal tra i consumatori finali; nello stesso periodo, infatti, complice la crescente varietà di modelli presenti nei punti vendita a prezzi sempre più accessibili, gli smartphone hanno registrato un notevole aumento delle vendite sia in quantità (+62%) che in valore (+63%).
Informatica: l’Information Technology registra anche nel 2012 una lieve flessione delle vendite che, in virtù del nuovo calo dei prezzi, comporta una contrazione sensibile del fatturato. La crisi economica ha penalizzato soprattutto la domanda delle aziende a fronte di una sostanziale tenuta di quella delle famiglie. Le scelte dei consumatori premiano soprattutto i prodotti portabili: crescita a tripla cifra per i tablet a scapito di desktop, notebook e, soprattutto, netbook. I desktop PC hanno confermato il loro declino.
Home comfort: insieme alla telefonia, è l’unico mercato di beni durevoli, tra quelli monitorati dall’Osservatorio, ad evidenziare nel 2012 una crescita in termini di vendite e di fatturato. Il segmento è stato avvantaggiato durante tutto l’anno da condizioni metereologiche incentivanti le vendite. Le vendite di apparecchi per il riscaldamento elettrico hanno beneficiato di un inverno particolarmente lungo e rigido, quelle di condizionatori ha tratto impulso invece da una stagione estiva molto afosa.
Il comparto dell’home comfort, inclusivo dei condizionatori d’aria e degli apparecchi per il riscaldamento e il trattamento dell’aria, ha evidenziato durante l’anno trascorso una crescita a valore del 9,1%, in netta controtendenza rispetto agli altri settori degli elettrodomestici, fruendo inoltre di un livello dei prezzi complessivamente stabile.
Bricolage: calano nel 2012 i consumi delle famiglie all’interno del settore che torna ad assestarsi sui livelli del 2010 in termini di valore degli acquisti. In marcata flessione l’acquisto di utensili e attrezzi per la casa e il giardino, più contenuta la contrazione delle vendite di prodotti per la riparazione e la manutenzione domestica vista l’impossibilità di rinviare tali interventi.
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