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Caos modelli Intrastat

Momento di grande confusione per i contribuenti chiamati ad adempiere mensilmente alle comunicazioni Intrastat.

L’articolo 4 del dl 193 ha cancellato l’obbligo di queste dichiarazioni a partire dal 1° gennaio 2017 ed alcune note successive hanno confermato questa indicazione. Il problema è sorto in questi giorni a casa del decreto milleproroghe, dove l’obbligo di adempimento è stato reintrodotto, perché ritenuto necessario non solo dal punto di vista fiscale ma anche da quello statistico (come stabilito da normative europee precedenti).

Groviglio di normative
Non si prevedono modifiche al decreto ormai in fase di definizione e paradossalmente se l’entrata in vigore avvenisse il 28 febbraio, l’adempimento previsto per il 27 non dovrebbe essere svolto. Ma ecco che venerdì 17 febbraio in un comunicato congiunto Istat, Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Dogane hanno precisato che l’obbligo permane “solo a carico dei soggetti passivi Iva già tenuti alla presentazione mensile dei Modelli INTRA-2”.  Pertanto una voce diversa sia dal decreto vigente (il dl 193) sia dal milleproroghe.

Il groviglio di norme ed emendamenti creatosi non fa che rendere la vita difficile ai professionisti nell’adempiere serenamente alle scadenze fiscali senza incappare in accertamenti e sanzioni.

 

Fonte: “La desemplificazione Intrastat” di Marino Longoni, Italia Oggi 20/02/2017

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DocumentazioneEuropea.it, più informati su finanza, fisco e lavoro

Spesso ti capita di aprire il giornale e non capire nulla delle notizie di economia? Oppure scopri che il tuo collega riesce ad ottenere esenzioni e vantaggi che tu ignoravi? Sono cose che capitano a tutti noi, del resto se anche i commercialisti e gli avvocati spesso devono ricorrere a consulenze, non deve meravigliare che chi non è un addetto ai lavori abbia qualche problema. Con DocumentazioneEuropea.it però questo potrebbe essere il passato.

In un solo posto avrai tutte le notizie salienti di economia, diritto, fisco e finanza, spiegate in maniera semplice e chiara, d’ora in poi anche tu potrai godere a pieno di diritti e vantaggi offerti dalle leggi.

La guida per il cittadino a portata di click

 

Dalla grafica pulita e consultabile sia su smartphone che su computer, il sito è organizzato in categorie di facilissima navigazione per permettervi di trovare l’argomento più interessante con rapida e senza confusione .

Le categorie sono classiche e vi permetteranno di accedere a nostro archivio diviso per argomenti. Diritto. Per conoscere e comprendere le ultime leggi che influiscono sulla vita di ogni giorno. Istituzioni, in questa sezione tutto quello che c’è da sapere sul rapporto con la pubblica amministrazione. Lavoro, per sapere le ultime novità in tema di contratti, pensioni e quant’altro possa interessare i lavoratori.

Sviluppo, categoria pensate per le aziende. Economia per trovare una spiegazione facile alle dinamiche dell’economia nazionale e internazionale.

Fisco, con tutte le novità per quello che riguarda tasse, detrazioni, agevolazioni e quello che riguarda il nostro rapporto con l’Agenzia delle Entrate. Scienze. Non solo tasse e lavoro, una panoramica sulle più importanti notizie e novità dal mondo della scienza, ricerca e tecnologia su tutte. Estero, perché viviamo nel villaggio globale.

In questa sezione troverete le principali notizie dal mondo. Infine Forex, per scoprire l’abc sul mondo del trading di valute, che attira sempre più curiosi, appassionati e cacciatori d’affari.

Con la sezione Forex, uno dei fiori all’occhiello del sito, potete trovare la guida e i primi trucchi su questo affascinante mondo, senza il rischio di incorrere in fregature o non capire nulla perdendosi in grafici complessi, anzi avrete ben chiare le nozioni base per poter iniziare a guadagnare anche voi con il Forex . Definire DocumentazioneEuropea.it un sito diinformazioni è riduttivo, è una guida per il cittadino con tutto il necessario per renderlo informato, attento ai suoi diritti e ai suoi doveri.

Capace di comprendere meglio il mondo che lo circonda, con un occhio di riguardo per il mondo del lavoro, del fisco e della finanza che tanto incidono, materialisticamente e non, sulla nostra vita .

Addio dubbi e timori con DocumentazioneEuropea.it

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Rippa (Fenalca): “Il Governo a chi vuole far pagare il pedaggio? A rischio le liberta’ costituzionali per favorire la CGIL

Riforma patronato: a rischio 16 sigle su 27 e perdita di quattromila posti di lavoro

Genera forti discussioni in queste ore la normativa dei tagli ai patronati, in rilettura alla Camera, in discussione con la legge di stabilita’.

A rischio oltre 4.000 posti di lavoro nel campo dei servizi al cittadino e alle imprese assicurati dal mondo dei caf, patronati e sindacati che svolgono un ruolo di assistenza storicizzato e organizzato in modo capillare sull’intero territorio nazionale. In allarme ben 16 sigle di patronati riconosciuti dal Ministero del Lavoro su un totale di 27. E da un recente studio dell’Istituto Diritti e Solidarieta’ appare evidente che con le nuove norme e criteri, non mutando il quadro della domanda di servizi, l’offerta che si vedrebbe avvantaggiata e’ riconducibile alla triplice sindacale CGIL CISL e UIL e alle ACLI.

 

A usare toni forti per scuotere le forze politiche in seno alla V Commissione e alla stessa Assemblea parlamentare, Francesco Rippa, il Presidente del patronato nazionale Fenalca che rientra nel raggruppamento Copas (ACAI, CLAAI, ENAC, LABOR, SENAS, SBR): “4000 professionisti dipendenti di ben 16 patronati su 27 rischiano di perdere il posto di lavoro per una riforma strabica del Governo che da un lato taglia i fondi per i patronati dall’altro richiede nuovi adempimenti. Se leggiamo alcuni di questi nuovi vincoli rischiamo davvero di non capire quale sia la ratio legis…. Non piu’ la ventilata qualificazione e un complessivo miglioramento dei servizi, ma un semplice regalo a chi ha strutture grandi come la CGIL, che opera soprattutto nei grandi centri ed e’ pure gia’ presente all’estero. Che senso ha l’operativita’ all’estero e soprattutto nei grandi centri? Penso al vincolo di essere presente in Province con il 60% della popolazione, quando noi abbiamo un ruolo storico nelle periferie e nelle aree depresse. Il Patronato deve vivere a Milano e ad Enna con la stessa autonomia derivante dal pluralismo che e’ un’inviolabile prerogativa sindacale”.

 

In effetti, nello stesso documento redatto dal Copas si paventa la violazione del diritto costituzionale della liberta di associarsi, in quanto l’essenza di rispondere alle esigenze di territorialita’, di pluralismo, di rispetto del fine dei soldi destinati al patronato sancito pure dalla Corte costituzionale viene da questa riforma gravemente intaccato. Senza comprendere la ratio, ad esempio di richiedere 8 sedi all’estero; vincolo operativo dal quale sono escluse le sole confederazioni agricole.

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«Troppo fisco e burocrazia», imprese italiane in coda per decidere se spostarsi a Chiasso

«Dieci, quindici almeno. E per la verità due di loro si stanno insediando qui ora, proprio in questi giorni». Moreno Colombo sorride e comincia già a fare la conta delle imprese italiane che verranno a localizzarsi qui a Chiasso. Il sindaco guarda la sala piena, alle sue spalle, 250 imprenditori italiani accorsi per informarsi sulle opportunità d’impresa in Canton Ticino e a Chiasso in particolare. Alcuni di loro – il sindaco ne è certo – decideranno a breve di venire in città, attratti soprattutto dai vantaggi fiscali e burocratici.

Davanti al teatro di Chiasso, sede dell’incontro, campeggia il manifesto dell’iniziativa, “Benvenuta impresa”, e già questa per noi “frontalieri” è una novità. Quando mai un comune italiano ha fatto altrettanto? «Caso mai fuori dai piedi impresa», sbotta Sergio, imprenditore milanese dell’impiantistica industriale, arrivato qui per capire, con qualche chance di restare, «almeno il 20%». Loro, gli imprenditori italiani, sono le star della giornata, coccolati dalla città e presi d’assalto dai giornalisti. Qualcuno abbassa lo sguardo, altri rivelano solo il nome di battesimo, l’idea di esporsi troppo non è gradita, così come la piega che il nostro Paese ha preso negli ultimi anni.

«Si può essere patrioti fin che si vuole – sospira Walter – ma se lo Stato mette a rischio la nostra sopravvivenza ci si deve per forza guardare intorno». Edoardo, imprenditore comasco del tessile, fino a qualche anno fa non aveva preso in considerazione l’ipotesi di trasferirsi, «ora però abbiamo toccato il fondo – spiega – e la nostra politica non ha capito nulla». «La giustizia non esiste – rincara Francesca, imprenditrice di Turate e lo Stato di diritto da noi è solo un’affermazione, di fatto non esiste».

La voglia di fuggire dall’Italia è confermata dai consulenti locali, alcuni hanno già portato qui decine di aziende italiane, altrettante sono in “coda” per valutare il da farsi.
Guardando alla diversa pressione fiscale, 68,3% noi, meno della metà la Svizzera secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale, è difficile del resto dar loro torto.
Se sul fronte fiscale paiono imbattibili, in termini di trasparenza si potrebbe però fare meglio. L’incontro è rigorosamente a porte chiuse, nessun giornalista ammesso in sala, chi prova a chiedere di scattare una foto (chiedere, aggiungendo anche «per favore») viene allontanato in malo modo, avvicinato dall’organizzatore della manifestazione e paragonato a Staffelli di Striscia la Notizia.

Pazienza, sono bravi nell’amministrazione, nel fisco, nella giustizia, non si può pretendere proprio tutto…..

 

Link alla news ; http://www.gianpaololuzzi.it/?p=3465

 

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Redditometro 2012, il nuovo strumento anti-evasione fiscale.

Con il Redditometro 2012, prosegue la lotta all’evasione fiscale intrapresa dal Governo Monti. Nei giorni scorsi abbiamo visto gli agenti del fisco operare nelle vie del centro di Milano e Roma e tra le vetrine di lusso di Cortina d’Ampezzo, con la volontà di stanare gli esercenti più furbi e gli acquirenti di beni costosi che magari nella dichiarazione dei redditi non comunicano cifre a 4 zeri, ma poi hanno un tenore di vita molto più elevato. Le “visite” degli agenti hanno fatto impennare il numero di scontrini emessi ed hanno permesso di identificare alcuni contribuenti truffaldini che, pur dichiarando redditi bassi, possiedono dream car e beni preziosi, a dimostrazione del fatto che il sommerso, nel nostro Paese, raggiunge cifre elevatissime che Monti, ora, vuole cercare assolutamente di recuperare per poter trainare l’Italia fuori dalla crisi. Il Redditometro 2012 potrebbe essere lo strumento giusto per risolvere il problema dell’evasione fiscale, in quanto va ad accertare la coerenza tra il reddito dichiarato allo stato dai contribuenti e le spese sostenute dagli stessi che, in effetti, sono un ottimo indicatore del reddito reale a disposizione dei contribuenti. In questo modo l’Agenzia delle Entrate, nell’effettuare i suoi calcoli,  potrà contare su qualcosa in più delle fatture e degli scontrini.
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che il controllo non interesserà le imprese, bensì i professionisti, i commercianti, gli artigiani e persino dipendenti e pensionati e sarà effettuato a partire dalle dichiarazioni presentate nel 2010, relative cioè all’anno d’imposta 2009.

Il Redditometro 2012 differisce dalla precedente versione dello strumento in quanto, per calcolare il reddito persunto, l’attenzione verrà posta anche sulle spese, e non solo sui beni posseduti. In particolare, le voci di spesa che finiranno sotto la lente di ingrandimento del fisco sono 100, organizzate all’interno di 7 grandi categorie: abitazioni, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi previdenziali, spese per l’istruzione e per le attività sportive e ricreative, investimenti immobiliari e mobiliari netti ed un insieme di altre spese significative riguardanti oggetti d’arte, preziosi ecc.
Nel momento in cui lo scostamento tra reddito dichiarato e quello presunto andrà a superare le soglie prestabilite dal Redditometro, il fisco potrà dare il via agli accertamenti e alle eventuali sanzioni.


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Redditometro al via tra luci e ombre

Il Redditometro, aiuterà l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione fiscale. Nell’ultimo mese tutti abbiamo notato che è stata avviata un’intensificazione dei controlli sul territorio da parte degli agenti della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate (esemplari i casi di Cortina d’Ampezzo, di Roma e di Portofino) ed ora anche questo nuovo strumento anti-evasione fiscale diviene operativ. Fempi duri, insomma per i furbetti, o forse no? Sono già molte le polemiche che sono sorte attorno al Redditometro. Vediamo bene come funziona e quali sono i punti che a molti esperti non sono andati giù.
Il meccanismo messo a punto dall’Agenzia delle Entrate va ad incrociare i redditi dichiarati allo Stato dai contribuenti, con il tenore di vita effettivo, misurato attraverso le spese che questi hanno sostenuto. Dopo una fase di test su 50 milioni di soggetti, divisi in undici tipologie, è stato messo a punto un sistema che si focalizza su 100 voci di spesa. Queste sono state suddivise in 7 categorie: casa, mezzi di trasporto, assicurazioni, istruzione, attività ricreative, investimenti ed altre spese. In pratica tra le operazioni sotto controllo vengono inserite il possesso di barche, auto di grossa cilindrata, cavalli da corsa, ma anche viaggi di un certo livello e visite ai centri spa. Segnalazioni anche per chi manda i figli alla scuola privata o fa una assicurazione sulla vita. Ogni consumo ha un peso ponderato statisticamente che, attraverso un algoritmo, restituisce il reddito presunto. Chi mostrerà una differenza del 20 per cento tra il reddito dichiarato e quello calcolato dal Redditometro, sarà sottoposto all’accertamento fiscale.  Come detto sopra, molti hanno espresso il loro disappunto sui criteri di valutazione e sulle soglie di scostamento dal reddito presunto. A rischio controlli, infatti, è la maggior parte degli Italiani poiché lo scostamento con il reddito presunto sufficiente a far partire l’accertamento è pari al 20%. Considerando che, in media, il reddito degli Italiani non supera i 22mila euro, gli accertamenti potrebbero scattare per poche migliaia di euro, mentre, per chi dispone di redditi molto elevati, gli accertamenti scatterebbero solo nel caso di spese estremamente più alte.

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IVA in China: a Shanghai un Progetto Pilota per la riforma

Il Primo Ministro cinese Wen Jiabao ha tenuto un incontro esecutivo del Consiglio di Stato il 26 ottobre nel quale è stato deciso l’avvio di un progetto pilota nella Municipalità di Shanghai per l’approfondimento della riforma dell’IVA.

All’incontro è stato deciso che il progetto pilota per l’approfondimento della riforma dell’IVA verrà implementato in certe zone e in certi settori industriali dal 1 gennaio 2012. L’obiettivo è quello di risolvere il problema della doppia tassazione dei beni e delle provvigioni, migliorare il sistema della riscossione e sostenere lo sviluppo di una moderna industria di servizi. La business tax, che viene applicata alle industrie di queste zone, verrà sostituita dall’imposta sul valore aggiunto.

Inoltre, all’aliquota standard del 17%  e a quella ridotta del 13%, il progetto pilota aggiungerà due altre aliquote di 11% e 6%. La politica preferenziale della “business tax” originaria nelle industrie pilota potrà essere estesa e regolata in base alle caratteristiche dell’IVA; l’IVA pagata durante il progetto potrà essere dedotta in base alla normativa vigente.

Il progetto comincerà inizialmente nel settore dei trasporti e in certi servizi moderni nella Municipalità di Shanghai. Quando le condizioni saranno mature, alcuni settori industriali verranno scelti per l’attuazione del progetto su scala nazionale.

 

Per informazioni sempre aggiornate circa l’evolversi delle leggi fiscali cinesi, visita la Rassegna Stampa di China-Briefing.

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