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Le conseguenze della pandemia sul lavoro di professionisti e imprese

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Le conseguenze della pandemia sul lavoro di professionisti e imprese

 

L’associazione AiFOS ha realizzato un secondo sondaggio nel 2021 per comprendere le conseguenze in termini di fatturato della crisi economica provocata dalla pandemia. Un operatore su quattro ha chiuso il 2020 con un calo di fatturato tra il 30% e il 50%.

 

L’emergenza COVID-19 e tutte le necessarie misure di contenimento e gestione del virus SARS-CoV-2 hanno avuto, in questi due anni, pesanti ripercussioni non solo sulle nostre abitudini di vita, ma anche su economia e lavoro.

L’anno 2020, che rimarrà nella storia per le conseguenze sanitarie della pandemia, non solo ha cambiato radicalmente il mondo del lavoro, ma si è rilevato un anno infausto anche per le conseguenze economiche sulle attività di aziende e professionisti che si occupano, a diversi livelli, di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Per comprendere la dimensione di queste conseguenze l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), su invito di Confcommercio Professioni, ha consultato i propri soci AiFOS per capire in che misura le attività di formazione e consulenza siano state colpite – in termini di fatturato – dalla crisi economica provocata dalla pandemia tuttora in atto.

 

È stato effettuato un primo sondaggio tra l’1 e il 10 novembre 2020, quando la situazione era ancora molto incerta e in divenire, e i dati sul fatturato ancora non definitivi.

A seguito di questo primo rilevamento l’Associazione AiFOS ha recentemente svolto un secondo sondaggio, tra l’11 e il 21 maggio 2021, per verificare se e in che misura le attese e valutazioni di imprenditori e liberi professionisti associati ad AiFOS si siano rispecchiati nel fatturato 2020.

 

Il sondaggio di novembre 2020: l’attività di formazione e di consulenza

Ricordiamo brevemente alcuni risultati della prima indagine di novembre 2020.

 

Riguardo alle attività di formazione i risultati del primo sondaggio (novembre 2020) mostravano che se il 48,5% dei formatori coinvolti dichiarava un calo di fatturato “percepito” nell’anno 2020 era preoccupante constatare che per più del 15% degli intervistati il fatturato dall’attività di formazione si era sostanzialmente azzerato (calo superiore al 70%) mentre per un 10% il calo percepito era nel range 51-70%.

 

Anche l’attività di consulenza era risultata penalizzata dal lockdown. In questo caso il 40,6% degli intervistati riportava un calo compreso tra l’11% e il 50% nell’anno 2020 rispetto all’esercizio precedente.

 

L’indagine ha poi coinvolto anche diverse aziende, associate AiFOS, e per quanto riguarda la formazione è stato rivelato nel 59% dei casi, rispetto all’anno precedente, un calo compreso tra l’11% e il 50% (in particolare quasi il 24% è nella fascia 31-50%).

 

Il sondaggio di maggio 2021: le conseguenze sui liberi professionisti

Veniamo ora al recente sondaggio che si è svolto tra l’11 e il 21 maggio 2021.

 

La fotografia della situazione – scattata a 6 mesi di distanza dalla prima e a seguito della fase più acuta della “seconda ondata” epidemica e con i libri contabili già chiusi – mostra un generale miglioramento, anche se alcuni dati preoccupanti permangono.

 

Poco meno del 20% dei liberi professionisti operanti nel campo della formazione e circa il 9% dei consulenti denunciano ancora un vero crollo del fatturato, più che dimezzato rispetto al 2019 (erano però rispettivamente il 28% e il 16% alla rilevazione di novembre). Di contro, aumentano gli operatori in grado di mantenersi in linea di galleggiamento se non di aumentare il fatturato, passati dal 15% al 26% nel campo della formazione e dal 31% al 37,5% in quello della consulenza.

Sono comunque molti ancora gli intervistati che dichiarano un sensibile calo dei ricavi, soprattutto nell’ambito della formazione dove oltre 1 libero professionista su 4 ha chiuso il 2020 un calo di fatturato compreso tra il 30% e il 50%.

 

Il sondaggio di maggio 2021: le conseguenze sulle imprese associate

Le considerazioni fatte per i liberi professionisti valgono anche per le imprese associate e il miglioramento è ben percepibile soprattutto per quanto riguarda l’attività di formazione.

 

Alcune note positive: sono “solo” il 6% le realtà che hanno accusato un calo superiore al 50% del fatturato 2020, e sfiorano il 40% le aziende in grado di mantenere inalterato o migliorare il fatturato 2019 in ambito consulenziale, con un ulteriore 19% che ha registrato una contrazione minima (0-10%). Rimane tuttavia un dato sicuramente negativo: oltre 1 azienda su 2 operanti nell’ambito della formazione ha subito una diminuzione dei ricavi compresa tra l’11% e il 50%.

 

Nell’annus horribilis 2020 so di molte aziende e professionisti” – commenta e conclude il Presidente AiFOS Rocco Vitale – “che hanno agito anche a prescindere dal tornaconto economico. I nostri associati sono stati tra i primi ad essere chiamati in causa per rispondere alle esigenze delle organizzazioni in questa terribile emergenza sanitaria. Il lavoro fatto è stato molto, e lo shock test servirà senza dubbio per il futuro: basti pensare a webinar e videoconferenze che solo dodici mesi fa non conoscevamo praticamente per nulla ed oggi sono uno strumento di lavoro quotidiano per tutti noi”.

 

Il link per scaricare l’indagine AiFOS sulla perdita di fatturato nel 2020:

http://bit.ly/bilanci2020-indagineAiFOS

 

Per avere ulteriori informazioni si può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected].

 

 

27 maggio 2021

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Qual è l’impatto dell’emergenza COVID-19 su formatori e consulenti?

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Qual è l’impatto dell’emergenza COVID-19 su formatori e consulenti?

 

I risultati di un’indagine lanciata dall’Associazione AiFOS presso i suoi associati su invito di Confcommercio Professioni. A causa dell’emergenza COVID-19 c’è stato un calo di fatturato superiore al 30% per un formatore su due.

 

La situazione epidemiologica correlata al virus SARS-CoV-2 non ha solo conseguenze sanitarie o sulle nostre abitudini di vita e sulle relazioni sociali. L’emergenza COVID-19, specialmente in relazione alle limitazioni necessarie per il contenimento del virus, ha rilevanti conseguenze economiche anche sul mondo del lavoro e sulle attività di aziende e professionisti.

 

Quali sono le conseguenze che l’emergenza ha avuto e sta avendo sul mondo delle professioni relative alla formazione e alla consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro?

 

L’indagine sull’impatto economico per le aziende e i professionisti

Per avere informazioni sulle conseguenze economiche in questo particolare settore, Confcommercio Professioni, che in questi mesi si sta facendo portavoce presso i tavoli governativi delle richieste dei professionisti rappresentati dalle associazioni confederate, ha invitato l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) a lanciare un’indagine tra i propri associati.

 

Rispondendo positivamente all’invito l’Associazione AiFOS ha svolto nella prima metà di novembre un’indagine presso i propri soci per capire in che misura le attività di formazione e consulenza siano state colpite – in termini di fatturato – dalla crisi economica provocata dalla pandemia ancora in atto.

 

L’indagine ha anche raccolto informazioni sull’utilizzo delle misure di sostegno predisposte dalla normativa. Si è rilevato, ad esempio, che il 51,5% dei soci che operano in regime di libera professione hanno usufruito dei bonus di indennità di sostegno in favore dei lavoratori autonomi previsti dal decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (decreto Cura Italia) e dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio).

 

L’impatto dell’emergenza sulle attività di formazione

Riguardo alle attività di formazione si ricorda che, a seguito delle restrizioni alle attività economiche imposte dal Governo nella prima fase dell’emergenza COVID-19, la categoria ha risentito della sospensione dei corsi in presenza ed è stato possibile proseguire solo con i corsi a distanza. In questo senso l’attività dei formatori è evidentemente diminuita, soprattutto per coloro che svolgono docenze per i corsi di formazione che non possono prescindere dalla parte pratica il cui svolgimento è necessariamente in presenza.

 

Se il 48,5% dei formatori coinvolti dichiara un calo di fatturato “percepito” nell’anno 2020 compreso tra l’11% e il 50% rispetto all’esercizio precedente, con uno sbilanciamento nella fascia più alta del calo (compreso tra il 31-50% per il 27,7% degli intervistati contro il 20,8% che lamenta un calo dell’11-30%), è preoccupante constatare, che per più del 15% degli intervistati il fatturato dall’attività di formazione si è sostanzialmente azzerato (calo superiore al 70%) mentre per un 10% il calo percepito è nel range 51-70%.

 

Si rileva, tuttavia, che una ridotta parte del campione, il 14%, ha mantenuto un fatturato stabile o addirittura registrato un incremento.

 

L’impatto dell’emergenza sulle attività di consulenza

Malgrado non sia stata direttamente limitata, anche l’attività di consulenza è stata penalizzata dal lockdown, ad esempio a causa delle restrizioni agli spostamenti. I dati rilevati presso i professionisti associati rilevano in questo caso un calo del fatturato leggermente inferiore, tenuto conto anche del fatto che le aziende hanno dovuto rivolgersi a professionisti della prevenzione per servizi come l’aggiornamento del DVR, la redazione di procedure di lavoro e di protocolli aziendali, la scelta e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, ecc.

In questo caso il 40,6% degli intervistati riporta un calo compreso tra l’11% e il 50% nell’anno 2020 rispetto all’esercizio precedente, con le risposte equamente suddivise nelle due fasce 11-30% e 31-50%. Mentre per oltre un socio AiFOS su quattro (27,8%), limitatamente all’attività di consulenza, il fatturato nell’anno in corso rimarrà stabile o crescerà rispetto al 2019.

 

L’indagine ha poi coinvolto anche diverse aziende, associate AiFOS, che si occupano di formazione e consulenza in materia di salute e sicurezza.

Per quanto riguarda la formazione c’è stato nel 59% dei casi, rispetto all’anno precedente, un calo compreso tra l’11% e il 50% (in particolare quasi il 24% è nella fascia 31-50%). Per oltre il 15% è stato rilevato un fatturato stabile o in crescita.

Anche in questo caso l’impatto è stato minore per le attività di consulenza. Il 39,5% delle aziende ha avuto un calo tra l’11% e il 50%, ma quasi il 34% ha avuto un fatturato stabile (21,1%) o in crescita (12,7%).

 

Il link per avere ulteriori informazioni sull’Indagine AiFOS sulla perdita di fatturato nell’anno 2020:  https://bit.ly/Indagine-fatturato2020-soci-AiFOS

 

In definitiva, ricordando che il sondaggio hanno solo carattere indicativo dal momento che l’emergenza si è nuovamente inasprita successivamente alla rilevazione, i dati raccolti sono comunque preoccupanti per la situazione economica dei professionisti del settore. “Per un formatore su due l’anno si chiuderà con un calo del fatturato superiore al 30%” – sottolinea il Presidente AiFOS Rocco Vitale – “e addirittura uno su quattro subirà un vero e proprio tracollo con ricavi più che dimezzati rispetto al 2019”.

 

Per avere ulteriori informazioni si può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected].

 

 

10 dicembre 2020

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

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La prevenzione attraverso l’alimentazione e gli stili di vita

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La prevenzione attraverso l’alimentazione e gli stili di vita

L’Associazione AiFOS ha realizzato e reso disponibile “Mi tutelo mangiando”, un’indagine e un approfondimento sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita sani come parte integrante della prevenzione di alcuni rischi lavorativi legati alla salute.

 

L’articolo 20 del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (decreto legislativo 81/2008) inizia indicando che “ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza“.

È partendo da questo incipit che un gruppo di professionisti ha preso parte ad un progetto per la realizzazione di una survey, di una indagine tra i lavoratori inerente le abitudini alimentari e gli stili di vita adottati.

 

Il progetto – come indicato dalla referente Silvia Pellegrino – parte dal desiderio di comprendere se e come la scelta dell’alimentazione e dello stile di vita possano rientrare all’interno di quanto indicato proprio dall’articolo 20 del Testo Unico.

 

La prevenzione di alcuni rischi lavorativi legati alla salute può partire da un corretto stile alimentare?

 

Mi tutelo mangiando: una nuova survey su alimentazione e sicurezza

Proprio partendo da questa domanda alcuni professionisti iscritti all’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) hanno realizzato e reso disponibile gratuitamente il documento “Mi tutelo mangiando” che raccoglie i risultati di un’indagine sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita sani come parte integrante della prevenzione di alcuni rischi lavorativi legati alla salute.

 

Avvalendosi della collaborazione e supporto di Matteo Fadenti, Ferdinando Folli e Giorgio Malvicini, il gruppo di professionisti ha elaborato un questionario volto a conoscere il parere di un campione eterogeneo di lavoratori relativamente al rapporto alimentazione /malattie e al loro stile di vita con lo scopo di individuare eventuali differenze di risposte in base all’età, al genere, alla nazionalità e/o alla mansione svolta.

 

L’opuscolo “Mi tutelo mangiando” contiene nella prima parte alcune considerazioni, a volte conosciute ma inapplicate, sull’alimentazione e, nella seconda parte, l’analisi delle risposte raccolte presso i lavoratori.

 

Per poter consultare “Mi tutelo mangiando” è possibile utilizzare questo link: http://bit.ly/Mi-tutelo-mangiando

 

Il rapporto tra alimentazione, stili di vita e malattie professionali

Le prime richieste di modifica delle abitudini e degli stili di vita hanno riguardato il divieto di fumo negli ambienti di lavoro e gli obblighi riguardo al tasso alcolico durante l’orario di lavoro. In particolare quest’ultimo punto si è reso necessario in quanto si è capito che la presenza di alcol nel sangue aumentava del 30% la possibilità di infortuni.

 

Tuttavia anche un pasto pesante porta a un calo dell’attenzione dopo la pausa pranzo e, il calo dell’attenzione può favorire un infortunio.

 

Un’errata alimentazione e un errato stile di vita possano causare malattie gravi come, ad esempio, problemi cardio circolatori, problemi respiratori e, in alcuni casi, favorire l’insorgenza di tumori. Svolgere una mansione che favorisca queste patologie e avere uno scorretto stile di vita aumentano dunque la probabilità della loro insorgenza? Non c’è il rischio che questi due aspetti insieme possa portare alla non idoneità allo svolgimento della propria mansione o, ancor più grave, alla morte del lavoratore?

 

Le risposte al questionario e la lettura della survey sull’alimentazione

La survey “Mi tutelo mangiando”, che contiene anche il “Questionario di indagine statistica sulle abitudini alimentari e gli stili di vita”, ha dunque l’obiettivo di incoraggiare il cambiamento degli stili di vita e di alimentazione per favorire nei lavoratori un maggior benessere psico-fisico e ridurre la probabilità di sviluppare patologie anche gravi.

 

Cambiare un’abitudine è difficile, serve una motivazione forte, e per questo motivo il documento dedica un intero capitolo al concetto di motivazione. Ed infatti la maggior parte delle scelte che compiamo ogni giorno, anche nell’alimentazione, non sono il frutto di riflessioni consapevoli, ma di abitudini che potremmo cambiare.

 

I dati raccolti dai questionari, alla risposta alla domanda “Secondo te l’alimentazione può incidere sull’insorgenza di malattie professionali?”, sono tuttavia abbastanza chiari: ben 224 lavoratori, su 287, credono che l’alimentazione possa incidere sull’insorgenza di malattie professionali.

 

Se la maggior parte dei lavoratori crede che vi sia una correlazione tra i due temi, il cambiamento è possibile. E per favorirlo sono necessarie nelle aziende idonee strategie di promozione di una sana alimentazione e di adeguati stili di vita.

 

Per poter consultare “Mi tutelo mangiando” è possibile utilizzare questo link: http://bit.ly/Mi-tutelo-mangiando

 

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it  – [email protected]

 

 

24 settembre 2020

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Mutua MBA lancia indagine qualitativa tra i soci e supporta la Fondazione Basis

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  • 7 Agosto 2016

In quanto importante Società di Mutuo Soccorso, l’obiettivo primario di Mutua MBA è soddisfare e superare le esigenze e le aspettative di tutti i suoi associati. Ha così deciso di svolgere una indagine qualitativa tra i soci: tutte le risposte e i commenti che arriveranno saranno presi in considerazione ed utilizzati per migliorare i suoi servizi.

Per ogni questionario compilato, Mutua MBA devolverà 1 euro alla Fondazione Basis, un ente no-profit che si occupa della promozione di iniziative culturali, educative, formative, di integrazione sociale e di assistenza sanitaria. Ogni socio potrà scegliere quale progetto sostenere, tra i tre in questo momento portati avanti dalla Fondazione: il Museo del Mutuo Soccorso, l’assistenza sanitaria e check up medici gratuiti per le famiglie più bisognose di Formello, o ancora un aiuto per i genitori di Giorgia e Sofia, due bambine colpite da una malattia rarissima.

La partecipazione all’indagine non servirà solo a migliorare la qualità dei nostri servizi, è anche un gesto solidale e di generosità.

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CAMERA: LUNEDI’ 4 LUGLIO, MUTUA MBA PARTECIPA A PRESENTAZIONE PRIMA INDAGINE SOCIETA’ MUTUO SOCCORSO

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  • 30 Giugno 2016

Lunedì 4 luglio, dalle 15 alle 17, presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, sarà presentata la prima indagine sulle Società di Mutuo Soccorso in Italia. La ricerca è un approfondimento tematico realizzato dall’Osservatorio Isnet e per la prima volta scatta una fotografia delle Società di Mutuo Soccorso nel nostro Paese. Si tratta di un patrimonio informativo unico per l’attualità, la completezza e la qualità dei dati.

I lavori saranno aperti dall’onorevole Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale del Volontariato, e i risultati saranno illustrati da Laura Bongiovanni, presidente dell’Associazione Isnet.

Al dibattuto sulla ricerca, insieme ad altri esponenti appartenenti al mondo del Mutuo Soccorso, parteciperà Luciano Dragonetti, Consigliere di Amministrazione di Mutua MBA, la più grande mutua sanitaria italiana per numero di soci.

A concludere è stata invitata il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Chi fosse interessato a partecipare può accreditarsi inviando una email a: [email protected]

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RISCHI ALLA GUIDA DIRECT LINE RILEVA I COMPORTAMENTI PIÙ’ PERICOLOSI ALLA GUIDA

Secondo Direct Line l’80% del campione individua l’uso del cellulare come fonte maggiore di pericolo

In città sono i motorini che fanno zig zag nel traffico il pericolo maggiore!

Il 27% dichiara di non rispettare i limiti di velocità

Indisciplinati e distratti, così sono risultati essere gli automobilisti Italiani, in un recente sondaggio condotto da Direct Line – la più grande compagnia di assicurazione on line – che ha voluto verificare la nostra consapevolezza in merito ai comportamenti da evitare e ritenuti più pericolosi alla guida.

 

Ben l’80% del campione intervistato sull’argomento dal Centro Studi e Documentazione Direct Line ha riconosciuto come fonte di maggiore pericolo l’abitudine di inviare e leggere sms mentre si è alla guida. A seguire, con percentuali molto consistenti, troviamo i sorpassi praticati senza avere la giusta visuale della strada (76%) e il mettersi alla guida dopo aver bevuto “un bicchiere di troppo” (74%). Molto diffusi sono anche comportamenti quali distrarsi distogliendo lo sguardo dalla strada (68%) e parlare al cellulare senza utilizzare l’auricolare (64%). Ecco nello specifico la classifica dei comportamenti più pericolosi secondo gli automobilisti italiani:

 

 

 

‘Top Ten’ dei comportamenti più pericolosi secondo gli automobilisti italiani

1. Inviare e leggere sms mentre si guida
2. Fare sorpassi senza avere la giusta visuale della strada
3. Guidare dopo aver bevuto un bicchiere di troppo
4. Distrarsi e non guardare la strada
5. Guidare parlando al cellulare senza auricolare
6. Non mantenere le distanze di sicurezza
7. Superare i limiti di velocità
8. Guidare mangiando
9. Guidare fumando
10. Altro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel concreto, come si comportano gli italiani alla guida? Predicano bene e razzolano male o sono effettivamente attenti e corretti? Purtroppo solo il 35% del campione afferma di essere attento e scrupoloso e di non effettuare nessuno dei comportamenti individuati nella classifica. Invece l’infrazione più gettonata sembra essere il superamento dei limiti di velocità, praticata dal 27% degli intervistati, mentre il 20% ammette di non mantenere le distanze di sicurezza. L’utilizzo dell’auricolare è sconosciuto al 19% del campione, il 12% invece si concede spesso una sigaretta quando è alla guida. Sms e distrazioni che distolgono l’attenzione dalla strada sono la pecca del 22%, mentre un non tempestivo spuntino alla guida è il punto debole del 10% dei guidatori.

Più responsabili invece per quanto riguarda i sorpassi azzardati e il mettersi alla guida dopo aver assunto alcolici: ad ammettere questo tipo di trasgressioni sono infatti rispettivamente solo il 3 e il 4% degli intervistati.
Analizzando i dati per fasce d’età, è interessante notare come i più inclini a distrarsi siano proprio i giovani tra i 18 e i 24 anni, mentre i più infastiditi dall’uso dell’auricolare i guidatori tra 25 e i 34 anni. A rafforzare le opinioni condivise troviamo anche il dato che assegna agli over 45 il premio dei più responsabili, solo il 2% afferma infatti di mettersi alla guida dopo aver bevuto alcolici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Com’è la situazione invece nelle nostre città? Dal sondaggio emerge che gli italiani quando guidano in città non sono solo fonte di potenziale pericolo, ma sono anche vittime dei comportamenti scorretti degli altri automobilisti e anche purtroppo della non sempre ottimale situazione delle nostre strade.

Il principale fattore di rischio in città risulta con il 56% la cattiva abitudine di zigzagare dei motorini nel traffico mentre sempre secondo la ricerca, più della metà degli intervistati riconosce negli automobilisti “selvaggi” una concreta minaccia per chi guida (54%). Altri fattori evidenti di rischio sono i cambi di direzione non segnalati da parte dei ciclisti, pratica che preoccupa il 38% del campione, mentre ad impensierire un altro 48% degli italiani ci pensano le buche sul manto stradale. Nella top ten dei pericoli per chi guida in città troviamo anche il pavé bagnato (14%) e gli insidiosi binari del tram (7%).

 

 

 

‘Top Ten’ dei pericoli per chi guida in città

1. I motorini che fanno zig zag nel traffico
2. Gli automobilisti selvaggi
3. Le buche delle strade
4. I ciclisti che non segnalano i cambi di direzione
5. Il pavé bagnato
6. I tombini
7. I binari del tram
8. I dossi artificiali
9. I lavori stradali
10. Le rotonde

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Guidare responsabilmente è un dovere per se stessi e per gli altri commenta Barbara Panzeri, Direttore Marketing Direct LineDirect Line promuove da sempre la cultura della guida sicura e vuole sensibilizzare sulla necessità di adottare una guida corretta e responsabile. Lo scopo di questo sondaggio è infatti quello di far riflettere gli automobilisti italiani sulla pericolosità di pratiche purtroppo ancora troppo sottovalutate e mantenere sempre alta l’attenzione su queste tematiche, sviluppando un sempre maggiore senso civico tra i fruitori della strada. Inoltre riteniamo giusto precisare che i pericoli possono venire non solo dagli automobilisti ma anche da una non corretta o sottovalutata gestione delle strade delle nostre città. L’incuria urbana può essere infatti fonte di pericolo tanto quanto il guidatore distratto ”.

 

 

 

Segui Direct Line su Facebook https://it-it.facebook.com/directlineitalia

 

Direct Line è la più grande compagnia di assicurazioni auto on line in Italia. Direct Line ha rivoluzionato il mercato delle assicurazioni lanciando nel 1985 nel Regno Unito la vendita di polizze auto senza intermediari. Oggi è leader in Europa con oltre 6 milioni di clienti. www.directline.it.

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PIU’ MERITOCRAZIA ALL’INTERNO DELLA MACCHINA STATALE

A Milano nasce il ”Forum della Meritocrazia”, il 24 Novembre del 2011, presieduto da Arturo Artom: si propone di plagiare nel senso buono della parola, quella parte di Paese soggetta ancora a vecchie logiche e far capire come può essere possibile in Italia, una crescita a livello professionale. Artom è considerato uno degli imprenditori più innovativi del Paese ed anche il papa’ della liberalizzazione delle telecomunicazioni in Italia.

Arturo Artom, per far si che venisse ben compreso che gli ideali e i valori del Forum della Meritocrazia hanno un riscontro tangibile, ha commissionato ad ISPO la ricerca ”Meritocrazia e mercato del lavoro in Italia”. L’obiettivo dell’indagine è stato il rilevamento della percezione che hanno gli Italiani sul mercato del lavoro, soprattutto in un momento negativo come quello che sta vivendo il nostro Paese.

Di seguito alcuni dati della ricerca commissionata da Arturo Artom: L’85% del campione intervistato crede che le promozioni di carriera non si debbano basare sull’anzianità ma sul merito e il 67% ritiene che al momento della scelta di un collaboratore sia meglio non assumere amici o parenti ma bensì una persona esterna doverosamente selezionata. D’impatto invece il dato che riguarda il 50% del campione, indicante la preferenza nell’assegnazione di un lavoro ad un italiano a parità di competenze con un lavoratore straniero. Un altro dato interessante è legato alla formazione scolastica: il 51% degli intervistati crede che la scuola non sia in grado di trasmettere contenuti etici agli studenti. Significativo il dato che riguarda le prospettive di lavoro per i giovani in Italia: il 58% pensa che il nostro Paese sia ancora in grado di offrire opportunità importanti ed il 42% vorrebbe che lo Stato sovvenzionasse in maniera maggiore la fase di start up di giovani aziende. Infine il 76% del campione intervistato ritiene sia corretto applicare nel settore pubblico i criteri di valutazione delle risorse adottati dalle aziende private.

Luther Blissett

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Dentisti sempre più giù: -13% in tre anni e il problema è strutturale

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  • 6 Ottobre 2011

In ulteriore calo del 3% i pazienti dei dentisti italiani. Dalle ultime rilevazioni dell’istituto di ricerca Key-Stone su un campione di  1.000 studi intervistati tra luglio e settembre 2011 emerge una forte riduzione delle visite nel primo semestre 2011, che peraltro conferma la tendenza negativa registrata già negli anni scorsi. Questo calo infatti si va ad aggiungere al -4,3% del 2010 e al -7,1% del 2009. Con una riduzione complessiva dall’inizio della crisi stimato in – 13,5% corrispondente a circa 2,5 milioni di pazienti in meno per gli studi dentistici privati italiani.

In difficoltà gli studi mono-professionali. In Italia il comparto degli studi è formato soprattutto da “microstrutture”: ben il 75% degli studi infatti ha soltanto una o due poltrone. Per loro continuare ad essere efficienti è sempre più difficile: talvolta i costi fissi dell’attività diventano talmente incidenti da non poter avere spazi di manovra sui prezzi applicati ai pazienti, che quindi si allontanano sempre di più dagli studi mono-professionali,  richiamati dall’appeal dei prezzi contenuti di studi grandi o catene.

Sempre più in auge l’odontoiatria “commerciale”. IL nuovo fenomeno che va espandendosi: studi di grandi dimensioni o composti da sistemi di affiliazione o associazionismo di studi privati, franchising, Enti (pubblici, semi-pubblici, universitari, ecc.) scendono in campo con offerte e prezzi molto competitivi, e diventano modelli alternativi e di successo. E se la qualità complessiva delle prestazioni rimane più che accettabile – aspetto imprescindibile – è chiaro che, con la riduzione lenta ma inesorabile dei pazienti, avranno un ruolo sempre più dominante. I loro fattori chiave di successo sono la capacità di ottenere la “massa critica” che consente di mantenere alta la qualità, l’attitudine a comunicare generando domanda e la competitività del prezzo.

La prevenzione è un vantaggio economico. Molte analisi di mercato dimostrano che all’aumentare delle visite la spesa pro-capite diminuisce. Proprio le fasce appartenenti ai ceti medio bassi avrebbero un vantaggio maggiore a frequentare più sovente lo studio dentistico. Questa potrebbe essere allora un’alternativa valida per mantenere l’appealing degli studi anche piccoli.

La comunicazione, nuovo fattore chiave per lo studio odontoiatrico del futuro. Intesa soprattutto come sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione, una comunicazione efficace deve agire con operazioni mirate direttamente nel proprio ambiente e nel proprio ambito di competenza: i propri pazienti ed ex-pazienti e relative famiglie. Il potenziale bacino di Italiani rispetto al quale i dentisti possono avere un ruolo attivo in tema di comunicazione è stimato in oltre 18 milioni di pazienti, considerando che il 60% delle famiglie ha o ha avuto un dentista di fiducia.

“Tutti sappiamo come in questi anni il Paese viva una fase assai complessa – commenta Roberto Rosso, Presidente Key-Stone – una situazione nella quale la ridotta capacità di spesa è dovuta anche all’aumento delle occasioni di acquisto. Occorre quindi che il settore operi anche in ottica di maggior organizzazione commerciale ed è necessario che alcune logiche di marketing, in particolare della comunicazione di marketing, entrino a far parte della quotidianità dello studio dentistico. Soprattutto in considerazione dell’abbattimento delle barriere che ostacolavano l’uso di strumenti e mezzi particolarmente incidenti sulle abitudini dei cittadini, come la pubblicità e le promozioni”.

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Puglielli e Gianoglio indagano con Pinketts su Michael Jackson

Nell’agosto del ’93 Michael Jackson è stato sbattuto sulle prime pagine dei giornali di tutto il globo come l’orco cattivo. Come è stato possibile che l’uomo da sempre dalla parte dei bambini, che ha donato milioni di dollari in beneficenza abbia potuto molestare sessualmente un minorenne? Era presto allora per pensare a una cospirazione… Ma la cospirazione è proprio il punto di partenza dell’indagine da cui si dipanerà la puntata di Mistero, in onda su Italia Uno domenica 18 settembre. Ospiti del programma le autrici del saggio tanto discusso “Michael Jackson | l’Agnello al Macello”, Gessica Puglielli e Alessandra Gianoglio che grazie al coraggio della casa editrice Quantic Publishing, hanno pubblicato un testo sconvolgente quanto reale. Per conoscere il vero Michael Jackson e cosa si cela dietro la sua morte, l’appuntamento è su Italia Uno, Programma Mistero con il saggio “Michael Jackson | l’Agnello al Macello”(agnelloalmacello.com), 18 Settembre ore 21:30.

Da “Michael Jackson | l’Agnello al Macello“:

“Agnello al macello, sacrificato il 25 Giugno 2009, per espiare forse i peccati di questa società che in parte l’ha ucciso, dei suoi macellai, dei suoi calunniatori, dei media, di chi lo ha amato e di chi lo ha odiato. Pochi sono stati in grado di cogliere questa figura così complessa e semplice allo stesso tempo.”

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P&P INVESTIGAZIONI, competenza, tecnologia e professionalità per i tuoi servizi di indagine

L’agenzia P&P INVESTIGAZIONI SRL opera, da anni, nel settore delle investigazioni offrendo ai suoi clienti servizi di indagini  lungo tutto il territorio nazionale ed estero. La P&P impegna costantemente in ogni indagine risorse di qualità e di elevata professionalità, utilizzando, per ogni suo incarico, tutti i vantaggi e le opportunità di una tecnologia investigativa all’avanguardia.

Membro delle più importanti associazioni di categoria nazionali ed internazionali e con certificazione di legge per  attività di investigazione, ricerca e reperimento di informazioni, per conto di privati o per le  Aziende, la P&P INVESTIGAZIONI assiste, oggi, i propri clienti, nelle più diverse tipologie di indagini, garantendo consulenza e supporto di operatori esperti del settore dell’intelligence e assicurando loro, sempre, massima riservatezza e tutela personale. L’impresa, con sede a Lecce, si occupa di accertamenti relativi all’individuazione del patrimonio di persone fisiche o giuridiche in fase di contenzioso giudiziario, risponde a problematiche aziendali inerenti all’assenteismo, alle contraffazioni, alla sicurezza dei dati, ed è costantemente coinvolta in investigazioni penali e a problematiche di famiglia (infedeltà coniugale, tutela dei minori, molestie, tossicodipendenza, ricerca di persone scomparse).

L’Agenzia si è occupata, negli anni, di molteplici casi di indagine, alcuni a più ampia risonanza pubblica e mediatica: il 10 Dicembre 2007, ad esempio, su mandato dell’avvocatessa Angela Aliani del Foro di Bari, la P&P INVESTIGAZIONI ha accettato l’incarico di provvedere alle indagini difensive per l’imputato Filippo Pappalardi, colpevole, secondo la magistratura di Bari, del duplice omicidio dei due fratellini di Gravina di Puglia e dell’occultamento del loro cadavere. Le indagini successive e il ritrovamento dei corpi dei due fratellini, hanno poi restituito fiducia e libertà all’imputato, incappato, forse, nelle maglie di una giustizia approssimativa e nella crudeltà e nella ferocia di un opinione pubblica, ancora oggi, ostile e contraria.

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torino: prezzi delle case di seconda mano in crescita del 3,5% nel secondo trimestre

• 2.347 euro/m2 il prezzo medio di un immobile sotto la mole
• l’aumento più tangibile nella zona periferica di aurora – rebaudengo (+3,4%). centro storico per la prima volta sotto i 3mila euro/m2

milano, 6 luglio 2009 – tornano a salire i prezzi delle case a torino nel secondo trimestre 2009, in modo più deciso rispetto al lieve rialzo registrato nei primi tre mesi dell’anno (+0,3%)

da aprile a giugno, le quotazioni immobiliari sotto la mole sono aumentate mediamente del 3,5%, portando il prezzo medio delle case a 2.347 euro/m2

il dato emerge dall’analisi periodica sui prezzi effettuata dall’ufficio studi di idealista.it (www.idealista.it) su un campione di 715 immobili di seconda mano presenti nel portale

scendendo nel dettaglio delle zone cittadine, le uniche flessioni riguardano la zona borgo vittoria – vallette (-0,8%; 1.905 euro/m2) e soprattutto il centro storico, dove i prezzi calano per il secondo trimestre consecutivo (-1,4%; 2.990 euro/m2) attestandosi, per la prima volta da quando è iniziata l’analisi di idealista.it, al di sotto della soglia dei 3.000 euro/m2

in rialzo le quotazioni negli altri quartieri cittadini. l’incremento più importante si registra nell’area di aurora – rebaudengo (+3,4%; 1.739 euro/m2), periferia nord-orientale, che comunque rimane la più economica della città; rivalutazione sulla quale potrebbe aver inciso il progetto della metropolitana che migliorerà i collegamenti con il centro cittadino

aumentano i prezzi anche nei quartieri occidentali, a san paolo–san donato (+0,7%; 2.387 euro/m2), che riconferma così il trend positivo dello scorso trimestre, e a santa rita–lingotto-mirafiori (+0,3%; 2.172 euro/m2), che ribalta il dato negativo della precedente analisi (-1,2%)

“le quotazioni immobiliari della città di torino sono in ripresa – afferma paolo zanetti, amministratore delegato di idealista.it – ma il dato complessivo non deve ingannare. infatti, questo nuovo e più deciso rialzo è dovuto alla rivalutazione dei quartieri periferici di aurora–rebaudengo. una performance sulla quale incide la nuova domanda di case sostenuta da cittadini extracomunitari attratti da prezzi più accessibili e la prospettiva di un miglioramento della vivibilità dell’area grazie al progetto della metropolitana che avvicinerà la periferia al centro cittadino”

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a roma le case di seconda mano costano 4.391 euro/m2

• 417mila euro il prezzo medio per un immobile tipo, di 95 m2 con 3 stanze, la tipologia immobiliare più comune nella capitale

milano, 6 luglio 2009 – la casa a roma è un sogno da circa 4.400 euro al metro quadro. a tanto ammonta il prezzo medio del mattone all’ombra del cupolone, secondo il primo rapporto dell’ufficio studi di idealista.it sugli immobili della capitale

da questa prima fotografia, scattata su oltre 1.800 immobili del portale, emerge il prezzo nominale per un immobile-tipo in città: circa 95 m2 con 3 stanze, secondo lo standard del parco immobiliare cittadino, che ammonta circa 417mila euro

più o meno quanto servirebbe oggi per comprare casa nei quartieri di fascia media come l’eur (4.067 euro/m2), monte mario (4.185 euro/m2), monte sacro (4.232 euro/m2), aurelia (4.349 euro/m2), monte verde (4.429 euro/m2), appia antica (4.453 euro/m2) e cassia-flaminia (4.553 euro/m2)

valori “normali” se confrontati alle cifre che circolano nel centro storico (7.136 euro/m2) dove, a seconda della zona, si possono raggiungere e superare i 24mila euro/m2 per un appartamento nelle immediate vicinanze di piazza navona. sempre nella fascia alta si collocano zone residenziali di elevato standing come parioli (6.154 euro/m2) e prati (6.002 euro/m2)

per qualcosa di più accessibile meglio orientarsi nei quartieri arvalia portuense (3.946 euro/m2), prenestino (3.785 euro/m2), colle aniene-collatino (3.731 euro/m2), cinecittà (3.646 euro/m2) ed ostia (3.295 euro/m2), dove le case costano praticamente la metà delle zone centrali. per quotazioni al di sotto dei tremila euro, la scelta obbligata cade su roma est, nei pressi del grande raccordo anulare, dove il mattone è quotato 2.560 euro/m2

“alla luce della nostra ultima analisi sui prezzi degli immobili, roma risulta la città più cara con quasi ottocento euro di scarto rispetto ai valori medi di milano – ha dichiarato paolo zanetti, amministratore delegato di idealista.it -. nei prossimi mesi sarà interessante vedere come evolverà la situazione nella capitale anche alla luce del previsto rallentamento dell’economia italiana e della ritrosia delle banche a concedere crediti. ragioni per cui pensiamo
che il mercato tenderà a una generale diminuzione dei prezzi di fascia medio-bassa a fronte di una sostanziale tenuta dei prezzi di fascia alta. la crisi indurrà a ristabilite le distanze nel mercato, quindi i prezzi dovranno adeguarsi alle reali possibilità delle famiglie”

 

nota metodologica: il rapporto trimestrale riguardante il mercato degli immobili in vendita a roma è basato su un campione di circa 2mila abitazioni inserite nel database del portale idealista.it depurate da distorsioni del campione derivanti da variabili come le case con giardino, da ristrutturare  o quegli immobili i cui prezzi indicati dagli utenti risultano chiaramente sproporzionati rispetto al valore di mercato di una determinata zona della città

la città di roma è stata suddivisa in 24 zone. una ripartizione che entra nello specifico dei quartieri della città e permette quindi di fornire un quadro dettagliato sull’andamento mercato immobiliare

per permettere una sufficiente standardizzazione dei risultati ogni quartiere dovrà presentare un numero di annunci non inferiore a 50. la misurazione avviene mediante il calcolo della deviazione standard che consente di ridurre eventuali distorsioni rispetto al valore medio atteso nel calcolo del prezzo al metro quadro

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milano, prezzi delle case di seconda mano in frenata nel secondo trimestre

• nonostante la crisi, tengono i prezzi della case sotto la madonnina ma aumenta il divario tra le aree di maggiore appeal residenziale e quelle più periferiche
• i maggiori incrementi del trimestre riguardano la zona navigli-bocconi (+4%), trend negativo nei quartieri periferici

milano, 6 luglio 2009 – nuova frenata del prezzo degli immobili a milano. dopo un primo trimestre promettente, con i prezzi in crescita del 2%, le quotazioni sono rimaste pressoché invariate tra aprile e giugno (+0,3%)

comprare casa in città ora costa in media 3.613 euro al metro quadro, ma dall’ultima analisi condotta dall’ufficio studi di idealista.it su un campione di oltre 2.500 immobili, balza all’occhio il divario sempre più netto tra le aree di maggiore appeal residenziale e quelle più periferiche

le quotazioni: quartieri che scendono
sono 3 le zone che fanno registrare cali al di sopra del 2%. la caduta più significativa in zona forlanini (-2,9%; 3.241 euro/m2), seguita da certosa (-2,2%; 2.925 euro/m2) e chiesa rossa-gratosoglio (-2%; 2.997 euro/m2)

continua la discesa dei prezzi in altre zone periferiche della città, come lorenteggio-bande nere (-1,6%; 3.349 euro/m2) e famagosta barona (-1,3%; 3.098 euro/m2) che, insieme al quartiere certosa, hanno segnato 2 cali consecutivi da inizio anno

giù anche vigentino-chiaravalle (-1,5%; 3.122 euro/m2) e corvetto-rogoredo (-1%; 2.945 euro/m2). timida flessione per i quartieri comasina-bicocca (-0,2%; 2.796 euro/m2), invariati invece i prezzi degli immobili in vialba-gallaratese, la zona meno cara della città, dove un immobile costa 2.525 euro/m2. esattamente come tre mesi fa

quartieri in rialzo
se i prezzi fanno registrare ancora un trimestre con segno positivo è per la tenuta delle case di maggior pregio. l’andamento positivo dei prezzi ha riguardato quasi esclusivamente i quartieri residenziali del semi-centro. tra questi, navigli-bocconi (+4%; 4.814 euro/m2) registra la performance migliore del trimestre e diventa la zona più cara della città dopo il centro storico con prezzi che difficilmente vanno al di sotto dei 6.000 euro/m2, dove l’offerta è però scarsa

fiera de angeli (+2,8%; 4.798 euro/m2), garibaldi-porta venezia (+1,5%; 4.867 euro/m2) e città studi-lambrate (+1%; 3.472 euro/m2) hanno proseguito la loro ascesa per il secondo trimestre consecutivo. tornano a salire i prezzi di porta vittoria (+1,5%; 4.115 euro/m2), in progresso greco-turro (+0,8%; 3.017 euro/m2), mentre tra i quartieri periferici cresce solo baggio (+0,7%; 2.731 euro/m2)
 
in provincia, rincari per 3 dei 4 comuni oggetto di questa rilevazione. ad eccezione di  corsico, dove le case hanno perso l’1%del loro valore (2.417 euro/m2), comprar casa a sesto san giovanni (+3%; 2.698 euro/m2), monza (+2,3%; 2.671 euro/m2) e cinisello (+1,4%; 2.358) costa di più del trimestre scorso

“dopo una fase di incertezza è come se il mercato avesse trovato un nuovo riassetto – ha dichiarato paolo zanetti, amministratore delegato di idealista.it -. un effetto della crisi è che la gente pondera di più l’acquisto: si compra con maggiore attenzione alla qualità dell’immobile, la zona in cui è situato, la presenza o meno dei servizi. questo ha risvegliato l’interesse per determinati quartieri, mentre ne ha penalizzati altri. per questi è auspicabile una decisa correzione al ribasso delle quotazioni, altrimenti difficilmente l’offerta incontrerà la domanda”
nota metodologica: il rapporto trimestrale riguardante il mercato degli immobili in vendita a milano è basato su un campione di oltre 3.000 abitazioni inserite nel database del portale idealista.it da utenti privati e professionisti del settore. di queste, 2.504 riguardano immobili in milano città, 506 della provincia

la città di milano è suddivisa in 18 zone. una ripartizione che entra nello specifico dei quartieri della città e permette quindi di fornire un quadro dettagliato sull’andamento del mercato immobiliare

per permettere una sufficiente standardizzazione dei risultati ogni quartiere dovrà presentare un numero di annunci non inferiore a 50. sono sistematicamente escluse dal rilevamento le case con giardino e quegli immobili i cui prezzi indicati dagli utenti risultano chiaramente sproporzionati rispetto al valore di mercato di una determinata zona della città. tale scarto è stato misurato mediante il calcolo della deviazione standard che consente di ridurre eventuali distorsioni rispetto al valore medio atteso nel calcolo del prezzo al m2

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