Nei giorni scorsi la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Civitavecchia ha diffuso un comunicato per chiarire il proprio impegno circa l’inquinamento portuale dello scalo laziale, tema attualmente molto dibattuto e discusso.
“L’emissione dei fumi in porto rappresenta una delle problematiche più sentite dall’opinione pubblica civitavecchiese; una questione legata allo sviluppo dello scalo marittimo, divenuto, nel tempo, uno dei più importanti del Mediterraneo” si legge nel testo. L’aumento dei traffici (soprattutto nella specialità crocieristica) nello scalo appunto, viene rivendicato come fattore di sviluppo, al quale si contrappone l’esigenza di rendere questo sviluppo sostenibile, che nello specifico significa ridurre le emissioni di fumo nel porto.
Negli ultimi tempi è stato diffuso uno studio commissionato dall’UE circa la situazione di inquinamento portuale, consultabile qui.
A questo proposito: “La Capitaneria di porto – Guardia costiera nel tempo ha sviluppato un linea investigativa costante ed incisiva, esperita sotto la direzione della Procura della Repubblica, rivolta ad individuare l’esistenza di disfunzioni tecniche delle navi, garantendo l’esatto adempimento delle norme di riferimento”.
“L’incisiva azione di controllo in poco più di un anno ha portato all’accertamento di decine di reati per l’emissione di fumi molesti che richiamano l’applicazione dell’articolo 674 del cod. pen., ma nel contempo ha portato all’esecuzione di numerosi controlli con la finalità di individuare le cause inquinanti e ridurre notevolmente lo spiacevole fenomeno.
In tal senso vengono quasi giornalmente eseguiti controlli a bordo delle navi per verificare se in porto venga correttamente utilizzato combustibile a basso tenore di zolfo – come previsto dalla vigente normativa internazionale (Annesso VI Marpol) e da quella nazionale (D. Lgs. 205/2007 in attuazione della Direttiva 2005/33/CE) – e se l’azione di manutenzione dei motori della nave sia correttamente espletata”.
“In qualche circostanza la Capitaneria di porto ha, perfino, negato l’accesso in porto a navi non dotate di combustibile a basso tenore di zolfo, pretendendo il rifornimento con gasolio “leggero” prima di dare il consenso ad attraccare. Un’azione complessa e puntuale, quella predetta, che viene eseguita con impegno su tutte le navi che giungono a Civitavecchia, che certamente ha portato al miglioramento generale della condizioni dell’aria in porto”.
Il risultato, infatti, giunge da fonti attendibili: le centraline di rilevazione dei fumi in porto che sono in grado di apprezzare dati e parametri rilevanti per determinare lo stato di contaminazione dell’aria: nel corso del tempo si può parlare di un sensibile miglioramento delle condizioni generali.
“I risultati – spiega il Comandante della Capitaneria di porto Pietro Vella – sono frutto di un impegno costante e sinergico della Guardia costiera, dell’Arpa e della sezione ambiente dell’Autorità portuale, che coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno realizzato un assetto di osservazione e di controllo che ha già dato i suoi frutti e sicuramente consentirà di ottenere ulteriori sensibili miglioramenti”.
“Sicuramente – continua Vella – nessuno di noi abbasserà la guardia; siamo sempre concentrati sul fenomeno e provo molta soddisfazione nel vedere il personale impegnato, motivato e deciso; già da qualche giorno ho ulteriormente rinforzato i reparti dedicati ai servizi ispettivi e di polizia marittima”.