Archives

Comunicati

Come eseguire la registrazione anonima di un dominio

Non tutti hanno voglia di render nota le registrazione dei domini su un database aperto ai controlli di chiunque. Se è il vostro caso, sappiate che è un’operazione fattibile. Il registrar fornisce anche questo servizio, che per l’appunto si chiama ID Shield. In realtà, tale denominazione connota spesso le procedure anti-spam (lo strumento con cui i “molestatori” del web trovano nomi e indirizzi), perciò l’appellativo può variare a seconda delle case produttrici.

È un’opzione alla quale ricorrere proprio all’atto delle registrazioni dei domini, per quanto nei siti italiani (quelli che terminano con .it, che poi è la specifica del dominio) non sempre le è data la giusta evidenza, poiché, al di là del nome e cognome o dell’intestazione aziendale, gli altri elementi vengono automaticamente nascosti. In ogni caso, per ottenere l’“occultamento” non ci sono sovrapprezzi da pagare.

Se l’idea è quella di creare un .com o un .org oppure un .net (che sono i più diffusi domini internazionali) per non dar luogo a un’immediata “rintracciabilità” del sito, basta farlo sapere ai programmatori che dovranno occuparsi di effettuare la registrazione. In questo tipo di domini i dati personali sono già irreperibili; compaiono solo quelli generici del registrar. Tanto per essere chiari: non significa apporre un sigillo inviolabile, è chiaro che eventuali autorità hanno tutto il diritto di accedere a simili informazioni, qualora lo ritenessero necessario.

Purtroppo, infatti, la faccenda rappresenta uno “scudo” pure per i siti che si occupano di vendita on line e che intendono truffare l’utente, abbindolato da prezzi allettanti: se qualche inghippo emerge, la temporanea difficoltà nel rintracciare i titolari aiuta questi ultimi a guadagnare tempo per dileguarsi o comunque non riconoscere le proprie responsabilità.

Ormai è diventato un modo per subodorare gli inganni, insomma, ed è bene che chi intende intraprendere la strada dell’e-commerce lo sappia: celare i dati può allontanare potenziali clienti che diffidano di questo tipo di segretezza (magari a causa di brutte esperienze), e quindi si rivela, sul piano economico, un’arma a doppio taglio.
Per maggiori informazioni sui domini, ma anche su altro come l’installazione automatica di CMS, consigliamo gli esperti di dominiofaidate.com.

No Comments
Comunicati

Vantaggi e svantaggi del CMS

L’installazione automatica del CMS (Content Management System) è una tappa praticamene obbligata se si vuole mettere su un sito web funzionante, facile da seguire e adeguatamente visitato. In questo, in fondo, sta la differenza tra creare qualsiasi cosa in rete e fare un buon lavoro.

Oggi, grazie a Office, è piuttosto semplice avviare un “www”, e ci sono operazioni che si potrebbero fare addirittura dal “blocco note”, qualora si abbia una discreta conoscenza del mondo HTML. Tuttavia, si tratta di realizzazioni caratterizzate dalla scarsa mobilità delle pagine, parche di invenzioni, e dalla fatica necessaria a inserire degli aggiornamenti (non solo per i contenuti, anche per l’aspetto grafico).

Dunque, all’installazione automatica del CMS ricorrono più che volentieri le aziende, i liberi professionisti e perfino i relativamente dilettanti che però hanno ben chiari i loro obbiettivi. D’altronde, un “sistema di gestione dei contenuti” offre soluzioni per tutti i gusti: gratis o a pagamento, generalizzate o personali, dalla propria apparecchiatura o scaricabili altrove… In ogni caso, si tratta di piattaforme divise sostanzialmente in due parti, una per gestire il materiale, l’altra per pubblicarlo. Per quanto riguarda l’immagazzinamento dei dati, testi e foto stanno in un database che contiene già altre direttive (posizione, possibili link, tipologia di documento, ecc.). L’insieme è visualizzato secondo i templates prestabiliti, e se è tutto a posto la pubblicazione può avvenire.

Dopodiché, chiunque abbia diritto d’accesso (limitatamente pure gli utenti) può contribuire all’abbellimento del sito, sul piano delle informazioni inserite, con opportunità d’intervento e di correzione alquanto dirette (sebbene l’effettiva visibilità sia appannaggio di un supervisore autorizzato); il côté tecnico, invece, va affidato a esperti nonché a grafici, perfino fisicamente lontani, se capita. In più, si distinguono vari accessori abbastanza utili: strumenti per l’e-commerce, sondaggi, forum, posta elettronica per aggiornare gli iscritti.

Nel complesso, queste sono le facoltà di un software di base. Come accennato, esistono inoltre soluzioni personalizzate, che però costano e presuppongono un progetto definito fin dall’inizio. Fra le varianti, abbiamo il Content Management umano, poco vantaggioso perché comporta una revisione degli scritti da parte di un numero, magari insufficiente, di incaricati, che possono impiegare addirittura diversi giorni a esaminarli, senza scongiurare il periodo si qualche errore.

Ci sono poi le piattaforme web blogging, che di certo non sono complicate e ordinano i loro contributi cronologicamente, ma, al di là della loro immediatezza, si addicono poco a contesti esigenti, di più – forse – ad aziende che hanno a che fare con la comunicazione; con i software blogging va già meglio, almeno per medie e piccole imprese. L’esempio più alto di siti che si espandono grazie ad apporti collettivi sono i Wiki (vedi Wikipedia): meccanismi “democratici” (e per niente complessi) che le case di produzione di CMS stanno provando ad adattare per le società, momentaneamente con un’accessibilità “intima”.

No Comments