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Gruppo Bracca e Pineta, bonus del 15% per i dipendenti al lavoro

In questo momento di emergenza sanitaria Covid-19, il gruppo bergamasco leader nella produzione di acque minerali, con gli stabilimenti Bracca a Zogno e Pineta a Clusone, ha deciso di riconoscere un bonus del 15% della retribuzione lorda giornaliera relativo a tutte le giornate lavorate nel mese di marzo. Un riconoscimento che si aggiunge al bonus di 100 euro stabilito dal DPCM del 22 marzo 2020 per tutti gli addetti che stanno garantendo la continuità dell’operatività aziendale e che si affianca al rafforzamento delle procedure di sicurezza e prevenzione già messe in atto dall’azienda per fronteggiare l’emergenza.

Il Gruppo Acque Minerali Bracca e Pineta, che  rientra nella categoria di industrie alimentari ritenute di natura “essenziale” dal Decreto ministeriale dello scorso 22 marzo, ha applicato sin dal 9 marzo 2020 tutte le procedure necessarie a prevenire il contagio da Coronavirus attraverso protocolli aziendali, informative a dipendenti trasportatori e clienti, modifica degli orari di turnazione così da evitare assembramenti di personale,  fornitura dei dispositivi di protezione individuale necessari ad evitare il contagio e disinfezione della totalità degli stabilimenti a cura di un’impresa esterna specializzata. A integrazione del rafforzamento delle procedure di sicurezza e prevenzione il Gruppo ha potenziato anche la disinfezione settimanale con atomizzatore elettrostatico e prodotto a base alcolica.

Questa battaglia si vince insieme, in fabbrica e nei comportamenti individuali. Con le attenzioni che abbiamo messo in atto negli stabilimenti vogliamo contribuire a difendere noi, le nostre famiglie, le nostre valle e non ultimo il nostro lavoro. – afferma Luca Bordogna, Amministratore delegato di Gruppo Acque Minerali Bracca e Pineta – Un investimento economico importante perché abbiamo un enorme senso di responsabilità nei confronti della sicurezza e salvaguardia dei nostri collaboratori e perché vogliamo essere di sostegno alle famiglie dei nostri dipendenti al fine di proseguire con la produzione dei beni di prima necessità basilari per affrontare questa emergenza sanitaria”.

Già lo scorso 10 marzo, su decisione del Gruppo, Luca Bordogna, aveva annunciato una donazione a favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in prima linea per fronteggiare l’epidemia di Coronavirus e la collaborazione con Alpini e Protezione Civile per la fornitura gratuita di acqua all’ospedale da campo allestito alla Fiera di Bergamo. Un altro piccolo gesto per ringraziare medici, personale sanitario e volontari impegnati nel servizio alla Comunità.

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Comunicati Etica e Società Salute e Benessere

Come partecipare al primo monitoraggio del D.Lgs. 81/2008

Comunicato Stampa

Come partecipare al primo monitoraggio del D.Lgs. 81/2008

Sono già oltre 2000 i questionari compilati per il monitoraggio nazionale organizzato da AiFOS sull’applicazione del D.Lgs. 81/2008. Disponibili dieci questionari destinati alle diverse figure della sicurezza individuate dal Testo Unico.

 

I dati forniti dall’Inail sugli infortuni e sulle malattie professionali denunciate nel 2018 mostrano come ci sia stato un incremento sensibile, rispetto al 2017, sia di infortuni mortali che di malattie. E anche i primi dati del 2019 non sono rassicuranti: nei primi quattro mesi dell’anno, rispetto al 2018, si è registrato anche un incremento del numero complessivo delle denunce di infortunio.

Di fronte a questi dati negativi è ormai indispensabile iniziare una seria opera di analisi dello stato della salute della nostra normativa attraverso il monitoraggio dell’applicazione del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, il Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

 

Il monitoraggio del D.Lgs. 81/2008

Ecco perché in occasione del decennale del D.Lgs. 81/2008 (e del successivo decreto correttivo D.Lgs. 106/2009), l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) ha avviato da qualche mese un vero e proprio monitoraggio relativo alla sua applicazione attraverso i dati forniti dalle figure della sicurezza individuate dal Testo Unico.

Con questa nuova e importante attività di ricerca, che verrà a costituire il Rapporto AiFOS 2019, l’Associazione AiFOS non si propone, chiaramente, di modificare direttamente il D.Lgs. 81/2008, ma di fornire un’attenta lettura e interpretazione sull’andamento complessivo del decreto al fine di fornire utili indicazioni per un suo idoneo aggiornamento e revisione. Una revisione coerente e razionale in grado di cogliere tutte le modifiche operate da altre norme, di risolvere le eventuali lacune, anche in relazione all’evoluzione del mondo del lavoro, e di colmare i ritardi delle norme applicative mancanti.

Come si articola il monitoraggio?

Il monitoraggio elaborato dall’Associazione AiFOS si concretizza in dieci questionari riferiti ciascuno ad una delle figure della sicurezza individuate dal Testo Unico: RSPP/ASPP, Formatori, Coordinatori della sicurezza, Medici Competenti, Datori di lavoro, Dirigenti, Lavoratori, RLS, Addetti al Primo Soccorso, Addetti Antincendio.

I dati raccolti nei questionari sono elaborati e analizzati esclusivamente in forma anonima e aggregata – nel pieno rispetto della normativa sulla privacy – e non sono riconducibili a singoli operatori o singole aziende.

 

A questo link è possibile accedere ai singoli questionari:

https://aifos.org/home/associazione/int/comunicazioni_associati/monitoraggio_aifos_81_2008

 

I risultati di questo monitoraggio si basano essenzialmente sulle risposte e sui dati forniti dalle figure della sicurezza individuate dal Testo Unico che in questi dieci anni hanno operato all’interno delle aziende con riferimento alle tutele e agli obblighi previsti dal decreto.

Come già raccontato anche nell’articolo di lancio del monitoraggio, l’efficacia di questa attività di ricerca si basa proprio su un’inversione di tendenza rispetto alle più usuali indagini accademiche: si parte direttamente dalla realtà vissuta dei soggetti coinvolti. E successivamente i dati emersi dal monitoraggio saranno messi a disposizione degli esperti, degli studiosi e di quanti inizieranno un’opera di analisi per una attenta revisione ed aggiornamento della normativa.

 

L’ottima partenza del monitoraggio

A distanza di pochi mesi dell’attività di monitoraggio sono già arrivati ben 2101 questionari compilati da vari professionisti, a conferma dell’attesa, anche da parte degli operatori, di un serio lavoro di ricerca sui possibili problemi correlati all’applicazione del D.Lgs. 81/2008.

Tuttavia per rendere questa attività di ricerca ancora più significativa e per raccogliere il maggior numero di dati utili ad una corretta revisione del D.Lgs. 81/2008, l’Associazione AiFOS invita tutti gli operatori che ancora non l’hanno fatto a contribuire attivamente al monitoraggio.

 

 

Chi volesse avere informazioni su come visionare, ricevere, utilizzare i questionari può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected].

 

 

11 luglio 2019

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Novità: impianti audiovisivi e strumenti di controllo dei lavoratori

Nuovi chiarimenti, presenti nell’area news del sito di Studio Borghi, sono stati forniti dall’Ispettorato nazionale del lavoro in riferimento all’installazione e relativo utilizzo degli impianti audiovisivi e di altri strumenti di controllo. Nello specifico, le novità hanno a che fare con i seguenti ambiti:

  1. Istruttoria delle istanze presentate e ripresa dei lavoratori
  2. Tutela del patrimonio aziendale
  3. Telecamere
  4. Dati biometrici

Riguardo al punto 1. in tema di videosorveglianza non è necessario specificare il posizionamento predeterminato e il numero preciso delle telecamere da installare fermo restando che le riprese effettuate devono rimanere coerenti e in connessione con le ragioni che legittimano il controllo e dichiarate nell’istanza. Per il punto 2. la problematica non si pone per tutte quelle richieste che hanno a che fare con i dispositivi legati ad impianti di antifurto che garantiscono il patrimonio aziendale. Se invece la richiesta di installazione riguarda dispositivi operanti in presenza del personale aziendale, i principi di legittimità e determinatezza del fine perseguito impongono una gradualità nell’ampiezza e tipologia del monitoraggio, che rende assolutamente residuali i controlli più invasivi. Per il punto 3 invece possiamo dire che i sistemi di controllo videosorvegliante si basano su tecnologie digitali adatte all’elaborazione su Pc e trasmissione su rete dati – tecnologia IP. Questi sistemi consentono il trasporto dei dati video e audio digitali da un pc ad un altro pc attraverso internet; è inoltre consentito installare impianti di videosorveglianza a circuito chiuso, collegati all’intranet aziendale o via internet a postazione remota. L’accesso alle immagini che sono state registrate deve essere assolutamente tracciato anche  attraverso specifiche funzioni che consentano la conversazione dei log di accesso per un congruo periodo, non inferiore a sei mesi. Infine, per il quarto punto, il riconoscimento biometrico, installato sulle macchine con lo scopo di impedire l’uso della macchina a soggetti che non sono stati autorizzati, può considerarsi uno strumento necessario e fondamentale a rendere la prestazione lavorativa.

Per approfondimenti Studio Borghi, studio di Milano attivo nel campo della consulenza del lavoro e dell’elaborazione delle buste paghe, ha pubblicato l’intera circolare e tutte le altre news in materia di lavoro sul proprio sito.

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Presidio Uil Fpl a Roma Tre

Roma, Università Roma Tre. Puma (Uil Fpl): “Lunedi 25 Settembre Assemblea Presidio dei Lavoratori di Formula Sociale contro i tagli agli stipendi”

A seguito della conferma da parte di Formula Sociale delle difficoltà economiche che vive la cooperativa e alla richiesta di sospendere buoni pasto, quattordicesima e i tre giorni di Malattia retribuiti, abbiamo proclamato lo Stato di Agitazione di tutti i lavoratori impiegati nella commessa Università Roma Tre prevedendo un presidio, già autorizzato dalla Questura di Roma, in via Ostiense angolo via Giulio Rocco, di fronte al Rettorato, per Lunedì 25 Settembre dalle ore 12 alle ore 14.

Lo Dichiara in una nota il Segretario Regionale della UIL FPL Roma Lazio Roberto Puma.

A nostro avviso la grave situazione debitoria in cui riversa la Cooperativa non può derivare solo dalle malattie (e sostituzioni) e/o da una scarsa disponibilità alla flessibilità ad andare da una sede all’altra, ma anche da altri elementi da analizzare dettagliatamente con l’Ente Committente, ossia l’Università Roma Tre, che ha l’obbligo di intervenire in questa complicata situazione. Tra l’altro – conclude Puma– dopo svariati mesi, sarebbe opportuno che la stessa procedesse al pagamento dell’importo per i servizi resi dai lavoratori della Cooperativa sulla Ex Caserma Sani; somma che darebbe, seppur minima, una boccata di ossigeno ai lavoratori.

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In arrivo il decreto sul distacco dei lavoratori nell’Unione Europea

Nel Consiglio dei Ministri n. 112 del 15 aprile 2016 è stato approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/67/UE del parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, concernente l’applicazione della direttiva 96/71/CE che disciplina il distacco transfrontaliero (ovvero meccanismo in base al quale le imprese presenti nel territorio di uno stato membro prestano servizi tramite i propri lavoratori nel territorio di un altro stato membro) e modifica il regolamento (Ue) n. 1024/2012 relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno (regolamento IMI).

Gli obiettivi fondamentali della Direttiva sono la riduzione del distacco abusivo, attraverso cui si realizza la violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori e pratiche di concorrenza sleale e l’agevolazione della cooperazione tra gli Stati membri nell’accertamento dell’autenticità dei distacchi e nel perseguimento e nella repressione dei distacchi abusivi.

Il decreto legislativo individua una serie di elementi fattuali utili a verificare l’autenticità del distacco e prevede, innovando rispetto a quanto attualmente previsto, che nel caso in cui il distacco transnazionale risulti non autentico il lavoratore distaccato è considerato a tutti gli effetti alle dipendenze del distaccatario. Disciplina le condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati in Italia e dispone che tali condizioni di lavoro devono essere corrispondenti a quelle dei lavoratori italiani che prestano la stessa o analoga attività e prevede che in caso di inadempimento agli obblighi retributivi e contributivi da parte dell’impresa distaccante, l’utilizzatore sia solidalmente responsabile. Inoltre impone l’obbligo all’impresa distaccante di comunicare il distacco dei suoi lavoratori in Italia almeno 24 ore prima dell’inizio, fornendo una serie di informazioni relative, tra l’altro, all’impresa distaccante, all’impresa distaccataria, all’identità ed al numero dei lavoratori distaccati e alla natura del contratto in base al quale viene effettuato il distacco. Infine stabilisce le disposizioni  che disciplinano la cooperazione tra Stati nell’attività di verifica dell’autenticità dei distacchi e di perseguimento e repressione dei distacchi abusivi, e che prevedono l’utilizzo al fine della piattaforma informatica europea IMI, veicolo per lo scambio di informazioni tra le Autorità dei diversi Stati membri e per la trasmissione di atti o provvedimenti che le Autorità di uno Stato chiedono vengano notificati o eseguiti nel territorio di un altro Stato membro.

Fonte: Consiglio dei Ministri

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La CGIL “conquista” gli stipendi della Cooperativa 29 Giugno

La CGIL sblocca stipendi e tredicesime

dei lavoratori della Coop. 29 Giugno

 

Tra i tanti lavoratori della 29 Giugno, cooperativa al centro dello scandalo MAFIA CAPITALE, 186 sono in carico di un appalto con l’università Roma 3 per i servizi di portierato, protocollo, segreteria postale, biblioteche, manutenzione, facchinaggio.

Tra loro il 30% sono invalidi civili, con patologie di grave entità.

L’appalto di Uniroma 3 è affidato da anni al Consorzio CNS, che ne ha dato l’incarico per la gestione alla Coop. 29 Giugno.

Dopo lo tsunami giudiziario che la coinvolto la cooperativa, i 186 lavoratori hanno visto bloccati i loro stipendi di novembre e le loro tredicesime.

Venerdì 19 dicembre alle ore 10.30 la CGIL FP ha indetto un presidio davanti alla sede della CNS, cui hanno partecipato decine e decine di lavoratori dell’appalto Uniroma 3

Nel corso della mattinata è emersa la necessità di manifestare alla sede della 29 Giugno di via Pomona 63, e tutto il complesso dei lavoratori si è spostato in questo luogo.

Dopo ore di attesa, verso le 15.00, i delegati CGIL FP e i lavoratori lì riuniti hanno ottenuto un comunicato scritto del nuovo Presidente della Cooperativa 29 Giugno, Flaviano Bruno, che rassicura i lavoratori che entro il 24 dicembre verranno pagati gli stipendi.

Il Presidente Bruno ha anche affermato che le tredicesime verranno pagate prima del 31 dicembre.

E’ questa un’altra significativa vittoria della CGIL nella complessa battaglia che si è resa necessaria per salvaguardare i posti di lavoro e i diritti dei 1400 incolpevoli lavoratori della cooperativa 29 Giugno.

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Opportunità di risparmio per i lavoratori italiani con la ‘Saving Box’ di Eudaimon

Nata nel 2002 sui principi della Living Company, Eudaimon (www.eudaimon.it) è l’unica società italiana che da oltre 10 anni sviluppa una proposta completa e integrata per il welfare aziendale articolata su 5 ambiti di intervento: Famiglia, Relazioni, Salute e Benessere, Spazio e Mobilità, Tempo è Denaro.
Le soluzioni sono versatili, personalizzabili in base ad obiettivi, esigenze del cliente e dimensioni aziendali, finalizzate allo sviluppo delle imprese attraverso il coinvolgimento dei collaboratori.
Eudaimon rafforza la sua offerta mettendo a disposizione delle aziende un nuovo servizio che permette l’aumento del potere d’acquisto dei propri dipendenti: la ‘Saving Box’. L’iniziativa sostiene il risparmio su circa dodici categorie tra servizi e beni d’acquisto: Alimentari, Abbigliamento e calzature, Mobili e articoli per la casa, Energia, Istruzione, Assicurazioni, Mobilità – servizi pubblici, Consulenza legale e fiscale, Servizi finanziari, Entertainment, Salute e Servizi per la famiglia.
In un 2013 ancora segnato dalla crisi, infatti, l’impegno di Eudaimon si è concretizzato in un progetto in grado di offrire una rosa di prodotti e servizi con scontistiche esclusive, fruibili da tutti i dipendenti sul portale online Eudaimon e sul territorio.
Il vantaggio per azienda e lavoratore è immediato: un risparmio annuo pari a una mensilità (1480€ netti – dato rapportato al paniere Istat 2011) per la famiglia che acquista sullo “scaffale” Eudaimon e presso i negozi convenzionati, ed un canone utente fisso inferiore a 12€ (valore medio per azienda di 1000 dipendenti), tale per cui ogni euro speso dall’azienda si trasforma in 125€ per il dipendente.
Un approccio al welfare reso semplice anche nella gestione: in questo modello, infatti, Eudaimon è il punto di riferimento unico dell’utente per tutte le attività d’informazione, prenotazione e acquisto; ed è l’unico interlocutore dell’azienda nelle fasi di rilascio, controllo e misurazione dei ritorni.

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Boom delle locazioni di parte della casa: +26,5% in 24 mesi

Gli italiani hanno bisogno di fare cassa e, per riuscirci, stanno rinunciando persino alla loro privacy casalinga. Secondo un’analisi compiuta da Immobiliare.it (www.immobiliare.it), sito leader del settore immobiliare con oltre 800.000 annunci disponibili ogni giorno, il numero di famiglie che decidono di affittare una porzione dell’immobile in cui esse stesse vivono è cresciuto, solo nell’ultimo anno del 14%, a conferma di un interesse in aumento: +26,5% negli ultimi 24 mesi.

«L’affitto sta cambiando profondamente – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.ite se prima veniva messo in locazione l’intero appartamento, da dividere magari tra più studenti o lavoratori, oggi il 26% delle offerte di affitto è rappresentato da singole stanze all’interno dell’abitazione del proprietario

Pur di assicurarsi un reddito mensile che, a seconda delle città, può variare dai 170 fino ad oltre 500 euro, tanti nostri connazionali hanno deciso di condividere la propria abitazione con estranei, pur preferendo, come spesso emerge dagli annunci pubblicati, i lavoratori con settimana corta, meno “invadenti” di un soggetto presente in pianta stabile. Altro fatto che spinge la formula della coabitazione è che – si stima – in oltre il 50% dei casi i contratti non sono registrati, consentendo la massima flessibilità tra le parti.

L’offerta in aumento è un volano per la crescita della domanda che, secondo le rilevazioni di Immobiliare.it, nel corso del 2012 è raddoppiata, passando dal 9% al 18%. In particolare, per la prima volta in assoluto i lavoratori superano gli studenti nella richiesta di affitto condiviso (58% vs 42%).

Una stanza ad uso ufficio

«Il fenomeno degli affitti “parziali” – continua Giordano non si limita solo al mercato residenziale, ma è anzi ancora più marcato nel settore degli uffici: nell’ultimo anno l’offerta di stanze di uffici a terzi è più che raddoppiata.»

A concedere in locazione stanze ad uso ufficio sono soprattutto imprenditori o piccole società che, per ragioni diverse (soprattutto, nel 56% dei casi, per riduzione del personale), ritengono di avere spazi disponibili all’interno dei loro immobili operativi e li offrono, quasi sempre arredati, ad altri imprenditori o freelance. Si punta, così, a sinergie di spazi (sale riunioni o aree break), di tecnologie (wireless, stampanti o server) o di personale (receptionist, pulizie), col fine ultimo di avere una riduzione per tutti dei costi operativi.

 

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Stampa Gruppo Immobiliare.it

Andrea Polo– Vittoria Giannuzzi – Giovanna Valsecchi

392.9252595

02.87107408-09-13 – 02.00661-180/154/159; [email protected]

 

MY PR per Immobiliare.it

Francesca Magnanini – Federica Scalvini – Roberto Grattagliano

[email protected], [email protected], [email protected],

02.54123452

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La Filcams – Cgil sceglie Ragusa per la 1° edizione della Festa regionale del tesseramento (20-22 settembre 2012)

Ragusa – La Filcams (Federazione italiana lavoratori di commercio, turismo e servizi) – Cgil sceglie Ragusa per la prima edizione della Festa regionale del tesseramento. Da giovedì 20 a sabato 22 settembre, infatti, l’amena cornice dei Giardini iblei a Ragusa Ibla ospiterà “Diritti in festa“, tre giorni dedicati a dibattiti, workshop, stand gastronomici, mostre, musica e spettacoli, con la presenza – tra gli altri – del segretario nazionale della Filcams Franco Martini.
La festa del tesseramento, ha spiegato Monica Genovese segretario regionale Filcams, in una nota – vuol essere, pur in una fase di crisi drammatica per il terziario come quella che il Paese sta attraversando, « una risposta d’urto a tutto quello che abbiamo di fronte per affermare il valore del lavoro, la forza dei diritti – quelli di sempre e quelli appena conquistati, insieme all’importanza sociale del sindacato». E soprattutto vogliamo riaffermare il senso di una comunità solidale e interculturale che solo un grande sindacato come la Cgil può esprimere».
I dibattiti e gli interventi, che coinvolgeranno i vertici regionali e nazionali della Filcams Cgil, verteranno sui temi della grande distribuzione organizzata, l’immigrazione, il precariato, la disoccupazione e le incognite che pesano sul terziario, con l’obiettivo di esprimere attraverso il confronto progetti e proposte per un futuro migliore.
Info e contatti
Camera del lavoro di Ragusa
Vico Cairoli (Pal.Cocim) 29 – 97100 Ragusa
Tel: 0932 656224
Fax: 0932 622959
Ufficio stampa dell’evento:
INpress
http://www.inpressufficiostampa.com/
Cell. 3293167786
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In Cina lavoratori premiati con lingotti d’oro

compro oro firenze

Molti pensano alla Cina come ad un paese dove i lavoratori hanno condizioni e salari molto pegiori rispetto ad altri paesi ma la realtà della Cina è ben più complessa ed articolata impossibile da poter liquidare con dei luoghi comuni che si limitano ad un’affermazione generalista e per niente scontata. A confermare tutto questo oltre all’aumento annuale degli stipendi che in Cina conosce una crescita proporzionale con la crescita dell’economia del paese, ci sono esempi di no facile reperibilità in altre nazioni. Tra questi c’è un fatto curioso che è accaduto, un inaspettato regalo che gli abitanti di un villaggio si sono visti recapitati direttamente nelle loro abitazioni. L’iniziativa è stata di un’importante compagnia Cinese proprietaria del villaggio che opera in vari settori tra i quali quello dei metalli, dei prodotti chimici e della produzione di energia elettrica, la compagnia ha provveduto a far recapitare una lettera a ben tremila abitanti una lettera nella quale si avvertiva dell’arrivo di un regalo in oro e argento sotto forma di lingotti, pochi giorni dopo la consegna della lettera i fortunati Cinesi si sono visti consegnare ben 100 grammi dei due preziosi metalli. La società ha voluto così premiare la fedeltà dei propri dipendenti e allo stesso momento festeggiare l’anniversario dei propri primi 40 anni di attività nella zona, il premio in oro rappresenta un regalo particolarmente apprezzato in Cina dove oltre ad essere considerato un ambito metallo prezioso viene acquistato come un importante bene d’investimento, la quotazione dell’oro attuale così alta ha reso ancor più di valore il regalo, nonostante ciò vista la grande considerazione che i Cinesi hanno del prezioso metallo giallo non saranno in molti quelli che correranno a vendere il proprio regalo in oro.

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Sapra evidenzia “Anche i lavoratori hanno i loro obblighi in materia di sicurezza aziendale”

Sapra Sanità, centro sanitario polispecialistico con autorizzazione in materia di medicina del lavoro, interviene in una tematica estremamente delicata, fulcro della sua attività sul territorio italiano da anni, quella della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. “si deve ricordare che la sicurezza scaturisce dalla sinergia tra titolare, dipendenti e RSPP”.

Generalmente si ritiene che sia dovere delle aziende prendere tutte le misure necessarie affinché un luogo di lavoro possa essere ritenuto oggettivamente sicuro e a norma, nel rispetto dell’ampia legislazione in materia. Questo ovviamente è un dato di fatto indiscutibile. Le aziende devono per legge valutare e riconoscere i rischi e conseguentemente adottare tutte le contromisure necessarie al fine di eliminarli o quanto meno ridurli il più possibile.

Tuttavia l’ottemperanza di certi obblighi non riguarda esclusivamente l’azienda e i suoi proprietari. Un atteggiamento corretto, diligente e informato viene richiesto a tutti coloro che prestano il loro operato all’interno dell’impresa, siano essi dipendenti o collaboratori. L’articolo 20 del D.Lgs. 81/08 descrive in modo proprio e approfondito i doveri che ciascun lavoratore deve adempiere, primo fra tutti il prendersi cura della propria sicurezza, della propria salute e di quella di tutti coloro con cui si condivide lo spazio lavorativo.

Ovviamente il datore di lavoro dovrà fornire un’adeguata formazione in merito, ma la negligenza non è mai ottemperata. Atteggiamenti che mettono in pericolo la propria o altrui incolumità sono punibili e un dipendente ne può essere ritenuto penalmente responsabile se sussistono tutti i presupposti informativi imposti dalla legge.

Sapra Sanità sottolinea come, parlando dei doveri di un lavoratore, si debba parlare di obbligo di diligenza, o meglio di rispetto delle regole di tecnica e di esperienza insite al tipo di mansione, ovvero al tipo di prestazione dovuta, e in cui rientrano anche quelle preventive poste dalla legislazione e le misure che, secondo la particolarità del ruolo, l’esperienza e la tecnica, il titolare predispone, in base all’art. 2087 c.c., al fine di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.

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PORCHIETTO (PDL): “EUTELIA, SI SCONGIURI L’IPOTESI DI CHIUSURA DEGLI STABILIMENTI”

Dopo aver manifestato a fianco dei lavoratori dell’Eutelia, che da mesi non ricevono gli stipendi e che rischiano la disoccupazione senza veri motivi produttivi, Claudia Porchietto, Capogruppo PDL, afferma: “Non possiamo permettere che in un momento di forte crisi economica i lavoratori siano utilizzati come arma per ottenere maggior finanziamenti statali.
È compito di tutti gli amministratori attivarsi per tutelare i lavoratori ed evitare che chi lavora sia strumentalizzato o ancor peggio non adeguatamente rispettato”.

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Con la cessione del quinto i tuoi sogni diventano realizzabili…

C’è chi vorrebbe una casa nuova, c’è chi sogna la sportiva di ultima generazione, chi si immagina nella quiete e nel relax di una vacanza da sogno….Fantasie, chimere, utopie? No, semplicemente sogni, i sogni di tutti noi, le nostre aspirazioni, i nostri desideri che, di solito, a malincuore, accantoniamo, mettiamo da parte, vuoi per la sfiducia di un momento, vuoi per una spesa più necessaria o più urgente da sostenere, nello sconforto ultimo di un mutuo che sappiamo, non vorremmo e non potremo mai richiedere…E intanto, il tempo passa, i nostri sogni, forse, cambiano, ma quanti sono i rimpianti che riaffiorano alla mente?

Un prestito può fornire una risposta concreta alle nostre fantasie, alla ricerca continua di una forma di finanziamento con le migliori qualità e alle migliori agevolazioni, per soddisfare le nostre richieste, per appagare i nostri desideri.  Un tipo di finanziamento non finalizzato, senza l’obbligo di dichiararne scopi o finalità, senza fornire spiegazioni, né motivazioni superflue, che sia l’acquisto di una nuova moto o di un nuovo pc: un accordo semplice, tra finanziatore e finanziato, senza intermediari, né complicanze.  Un’unica modalità: l’importo richiesto che viene versato direttamente sul nostro conto e il rimborso del prestito ripagato in maniera del tutto automatica; è la cessione del quinto, la risposta reale, efficace, realizzabile, alle nostre richieste di sognatori.

La cessione del quinto dello stipendio è una forma particolare di finanziamento, la somma necessaria al nostro acquisto, disponibile da subito, senza affanni e  preoccupazioni di scadenze impellenti o imprevisti finanziari: un semplice mandato di pagamento e l’addebito diretto in busta paga. La cessione del quinto stipendio, deriva proprio dal fatto che l’importo massimo della rata di rimborso del prestito non può superare, il valore di 1/5, o 20%, del nostro stipendio mensile, una tipologia di prestito che società finanziarie come EuroCqs, leader nel settore dei finanziamenti a lavoratori dipendenti, rivolge a tutte le categorie di lavoratori, in una rete di vendita operante, con qualità e professionalità, su tutto il territorio nazionale. Una formula di finanziamento che permette, così, l’ammortamento del nostro prestito, un pagamento rateale, mensile, con condizioni, formule vantaggiose e preventivi gratuiti di cessione, un impegno, si, reale ma tollerabile,una spesa dovuta e voluta per un desiderio di acquisto che, di continuo, sollecita ed ossessiona .

 

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Sulla paventata chiusura di Mirafiori interviene Claudia Porchietto

Torino, 7 maggio 2009 – Le indiscrezioni sulla chiusura dello stabilimento Fiat di Mirafiori, nell’operazione di acquisizione di Opel da parte del gruppo del Lingotto, creano grandi preoccupazioni.
La candidata del centrodestra alla guida della Provincia di Torino, Claudia Porchietto, sottolinea la necessità di un intervento rapido a tutela dell’attività produttiva e del lavoro sul territorio torinese.

“Se le indiscrezioni dovessero essere confermate, l’impatto che la chiusura di Mirafiori avrebbe sull’economia del nostro territorio sarebbe molto preoccupante – spiega Claudia Porchietto -. Sia per i lavoratori di Mirafiori, sia per le aziende della componentistica che gravitano su diversi livelli attorno a Fiat. Per avere un’idea, le aziende che oggi sono legate a Mirafiori sul territorio torinese sono circa un migliaio. La chiusura dello stabilimento di Torino genererebbe in media una perdita del 30% del fatturato di queste imprese. Per moltissime di loro però vorrebbe dire la chiusura totale. A queste aziende poi vanno aggiunte altre fabbriche più piccole, a loro volta legate con rapporti di fornitura, che sono sovente a struttura quasi familiare, le quali verrebbero travolte. Rilevanti ripercussioni sulle aziende del torinese si avrebbero comunque anche se Mirafiori non chiudesse, ma venissero fermati gli altri stabilimenti Fiat di Termini Imerese e Pomigliano. Si tratta di un patrimonio umano, fatto di lavoratori e di grandi competenze, difficilissimo da quantificare ma di grandi dimensioni, che potrebbe andare del tutto perduto. Sono pronta a incontrare subito il presidente Fiat, Montezemolo, per difendere le ragioni di queste realtà produttive che rischiano l’azzeramento. Alcune di queste, tra l’altro, stanno già vivendo una grave crisi come è dimostrato dai più di mille addetti alla progettazione che da gennaio sono del tutto fermi. E come sappiamo, se non c’è progettazione non ci possono neanche essere nuove produzioni”.

“E’ fondamentale proteggere il lavoro delle aziende del nostro territorio – conclude Claudia Porchietto -. La Provincia deve avere un ruolo in questa partita, deve far sentire la sua voce a tutela dei lavoratori e di quelle realtà che sono la vera risorsa cui fare affidamento per uscire dalla crisi.  Da un lato il Governo è da tempo impegnato nella salvaguardia del settore auto, come dimostrano  i due miliardi di euro destinati al bonus rottamazione, dall’altra però non ci si può dimenticare di tutto ciò che gravita attorno a Fiat. Io ho fatto presente questa necessità allo stesso Ministro Scajola la scorsa settimana e in questo senso si è evidenziata una certa sensibilità, come dimostra il tempestivo intervento dello stesso Ministro che ha scritto a Marchionne”.

www.claudiaporchietto.it

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