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Acqua infuocata – Petra de Goede

Appuntamento sabato 5 novembre alle ore 17.00 ai Magazzini della Lupa di Tuscania con la mostra fotografica “Acqua infuocata – vapore acqueo (visuale indistinta)” in olandese “Gloeiend Water damp (vaag uitzicht)” di Petra de Goede. Una mostra affascinante e singolare in cui la fotografia diventa un dipinto scultoreo dell’animo umano in perenne ricerca della propria essenza e del proprio equilibrio. Di qui i due elementi naturali che, accostati, costituiscono apparentemente un ossimoro filosofico, ma anche emozionale: l’acqua e il fuoco, simboli di purificazione e rinascita, diventano gli archetipi per eccellenza dell’inconscio umano alla perenne ricerca del proprio “io puro”. L’artista olandese, trovando l’elemento di unione tra acqua e fuoco, ben riconoscibile nel vapore acqueo, riesce a superare l’antitesi per arrivare alla realizzazione di opere artistiche in cui il vapore, suggerisce una visuale indistinta delle cose, quasi a rappresentare il velo, le illusioni della nostra mente a contatto con la realtà circostante immersa nel Tempo, categoria di esperienza/effetto: le tracce degli eventi che vengono scolpiti ed elaborati nel nostro inconscio portano Petra de Goede a realizzare immagini e forme in cui il tempo diventa una priorità per l’evoluzione del nostro esser-ci, oltre le apparenze della Forma stessa. Evoluzione che viene ben trasmessa dai colori, toni e luci nordiche dell’opera ‘Wezen’ (una delle tante presenti in mostra), ovvero ‘quiddità’. L’opera consiste in tre pannelli fotografati nel periodo 2005-2010 ad Haamstede, una delle più belle spiagge olandesi. “Per cinque anni sono tornata nello stesso posto, un posto che conosco da quando ero bambina. È uno dei varchi più lunghi per attraversare le dune, perciò non c’è quasi mai nessuno, qui il tempo sembra non esistere, l’acqua è immutata, i suoni sono gli stessi. Mi dà un grande senso di pace e fiducia. I pali fotografati sono pali con una posizione precisa; ci proteggono in quel punto, sono dei frangi onde. Sono forti, ma al tempo stesso mutabili, spariscono sotto la sabbia o cambiano nel tempo grazie all’influenza degli elementi” afferma l’artista. Il cerchio, simbolo della perfezione, la compiutezza (il desiderio) dei soggetti fotografati dall’artista, sono riconoscibili come forma definita. Eppure, portandosi oltre con lo sguardo, si cominciano a vedere frange irregolari che addolciscono il primo impatto e lasciano spazio all’approfondimento e alla fantasia dello spettatore divenendo quasi un mandala che riesce ad oltrepassare ogni significato ovvio e convenzionale. L’inquadratura dello stesso soggetto circolare muta completamente, cambiando posizione; con la visione frontale ‘il pizzo’ del contorno stimola la nostra mente e in più aggiunge colore. Il vento, l’acqua, il sole, la sabbia hanno avuto campo libero per lasciare le loro tracce. Il legno, una volta vivo, si lascia plasmare diventando una scultura naturale. La mostra resterà aperta fino al 27 novembre, il venerdì e il sabato dalle ore 15.30 alle 18.30, la domenica dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Per info: [email protected], tel.0761443239, [email protected] , Associazione Magazzini della Lupa, via della Lupa, 10 Tuscania (Vincenza Fava, Mirna Manni, Ivonne Banco)

Vincenza Fava

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IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola

In scena venerdì 29 Aprile alle ore 21.00 ai Magazzini della Lupa di Tuscania e il 6 -7 -8 maggio (venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00) al Teatro Sala Uno Roma, IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola un progetto teatrale dell’Associazione Culturale ArgoStudio e della Compagnia Ilaria Drago. Un corpo logorato e trasformato dall’ambiente scenico che cresce intorno a lui. Sei specchi in semicerchio abitati da personaggi e riflessi, ombre e fantasmi che agitano i ricordi del folle imperatore: sono le vittime del suo amore e del suo odio, sono la folla affamata che abita e si nutre del suo corpo. È Caligola, insieme ai suoi desideri e le insanabili mancanze, il personaggio scelto da Tiziano Panici protagonista della pièce e regista insieme ad Ilaria Drago. Scena e progetto visivo Andrea Giansanti, musiche originali e sonorizzazioni Marco Guidi, disegno luci Javier Delle Monache, trucco e costumi Laura Rhi Sausi, responsabile tecnico Simone Bellingeri, ideazione grafica Angelo Sindoni. IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola è un monologo che si svolge su diversi piani del linguaggio contemporaneo: dalla drammaturgia al lavoro sul corpo dell’attore, dall’uso delle video/proiezioni alla creazione di ambienti sensibili grazie all’uso del programma Isadora. Un’indagine sulla genesi devastante del potere, la sua inarrestabile reversibilità che trasmuta il corpo martoriato, ormai cadavere del protagonista in uno strumento di logica infallibile. Questa fase del progetto si avvale della collaborazione di Ilaria Drago. La sua intensa esperienza di attrice, performer, regista e autrice è un contributo fondamentale a un percorso di ricerca che intende trasformare la parola scritta e il corpo scenico dell’ attore. Il Progetto ha quindi una sua origine specifica: nasce dal dramma più toccante di Albert Camus,Caligola, e attraverso un lavoro di riscrittura, si dirama toccando diverse sfere della comunicazione audio/visiva. Afferma Tiziano Panici: “Tutto intorno a Caligola è una superficie che riflette la realtà, la distorce, la ripropone sotto nuove forme e da lì emergono tutti i suoi fantasmi. Lo specchio “rappresenta”, racchiude i desideri più nascosti di Caligola. Cosa può apparire dentro lo specchio? L’impossibile! Ciò che Caligola insegue disperatamente: Drusilla, La Luna, Il Mondo.
È per questo che il suo animo non sarà mai sazio. Ad ogni istante lo specchio ricorda all’imperatore quanto vasto e profondo sia il lago che si nasconde nella sua anima.”
Per info e prenotazioni: [email protected], [email protected]
[email protected] , cell. 339 – 8577434

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Lughia – Il Silenzio dell’Albero

Appuntamento ai Magazzini della Lupa di Tuscania sabato 30 aprile alle ore 17.00 con il vernissage della mostra d’arte contemporanea “Il Silenzio dell’Albero” di Lughia, a cura di Giuseppe Salerno. Lontana dalle vicende del quotidiano, Lughia naviga nelle non-dimensioni dell’eterno e dell’infinito affidando poeticamente la rappresentazione dell’umana specie ad ombre evocatrici di memorie. Ombre che, nelle opere oggetto di questa esposizione, si rapportano ad alberi vissuti, nella dimensione umana, quali elementi di collegamento tra il prima ed il dopo, tra la terra ed il cielo. “Da bambina abbracciavo gli alberi. Tenendoli stretti e carezzandone le rugosità mi sentivo un tutt’uno con quella terra alla quale le loro radici erano fortemente ancorate. Da adolescente poi, quando per la prima volta conobbi la morte, desiderai che un giorno le mie ceneri venissero riposte nel cavo di un albero cosicché con esso potessi continuare a respirare”. In queste poche parole di Lughia è il rapporto profondo e indissolubile con la madre terra che ne accompagna l’esistenza di donna e d’artista. 

Nota per le Architetture di Sabbia che la rendono assolutamente unica nel panorama dell’arte contemporanea, Lughia ha una produzione di opere assai vasta. I suoi mondi interiori, che trovano la principale rappresentazione in scenari di sabbie e sassi fuori da ogni dimensione spazio/temporale, la vedono vicina ad una terra “Madre” nei cui confronti  manifesta, con materiali e modalità espressive le più diverse, una grande deferenza.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 15 maggio nei giorni venerdì e sabato ore 15.30-18.30, domenica ore 11.00-13.00. Per info: [email protected], [email protected]

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