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A Torino i medici specialisti si cercano online

Se gli italiani che usano il web per informarsi sulle tematiche della salute sono ogni giorno di più, l’ultimo trend in atto li vede scegliere attraverso internet anche il proprio medico: a questo proposito è nato il servizio offerto da Dottori.it (www.dottori.it) che, già attivo su Roma, Milano e Napoli, si allarga ora agli specialisti di Torino.

«Il nostro progetto – dichiara Vito Ciardo, General Manager di Dottori.it punta ad aiutare tanto chi cerca una consulenza, quanto i medici stessi, che possono così mettersi in contatto con nuovi pazienti. Sempre più spesso, infatti, la verifica della reputazione del medico specialista passa attraverso internet perché, a Torino come in tutta Italia, il passaparola non basta più per formulare una scelta convinta.»

Nel capoluogo piemontese sono già centinaia i professionisti che hanno scelto di farsi trovare sul web: ispirandosi a modelli diffusi all’estero da diverso tempo, e già in adozione in molte città d’Italia, Dottori.it offre ai piemontesi uno strumento per cercare il miglior medico nella città di Torino (www.dottori.it/torino), consentendo di prenotare la visita online senza più perdere tempo.

Tra le centinaia di professionisti della provincia che il sito al momento raccoglie è possibile contattare ogni tipo di specialista: mentre le categorie più presenti sono, ad oggi, gli psicoterapeuti (15%), gli odontoiatri (10%) e i chirurghi plastici (10%), non mancano sessuologi, pediatri e medici legali.

Una curiosità: per smentire chi pensa che il web sia uno strumento utilizzato solo dai più giovani, i medici che ricorrono al servizio di Dottori.it in Piemonte appartengono a tutte le fasce d’età, a riprova di una precisa volontà di fornire al paziente uno strumento di contatto davvero indispensabile. Oltretutto, un medico su tre di quelli al momento presenti tra le pagine dedicate a Torino ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni; seguono i medici tra i 30 e i 39, che rappresentano il 29% del totale. Il campione maschile supera di molto quello femminile: queste sono, attualmente, solo il 31% dei medici registrati al servizio.

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