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Pensione integrativa e polizza sulla vita sono la stessa cosa?

L’esigenza di provvedere per tempo ad una pensione integrativa è oggi piuttosto diffusa. Anche chi inizia a
lavorare spesso ha già consapevolezza di dover integrare la pensione futura per assicurarsi una vita
dignitosa quando smetterà di lavorare. Oggi puntare tutto sulla pensione di previdenza obbligatoria, senza
prevedere “un piano b”, è infatti molto rischioso: tra aumento del costo della vita e delle imposte da un lato e
stop alle perequazioni dall’altro, il rischio di ritrovarsi in difficoltà economiche è evidentemente alto. Senza
contare che i lavoratori autonomi non possono nemmeno fare affidamento sul TFR.
Le strade più gettonate per la previdenza complementare sono i fondi pensione e le polizze sulla
vita. Possono sembrare equivalenti posto che entrambi gli investimenti servono a garantire una
rendita in vecchiaia. Tuttavia non va fatta confusione tra i due prodotti.

Le assicurazioni sulla vita non sono fondi pensione

Spesso si fa confusione tra fondo pensione e assicurazione sulla vita. Tuttavia ci sono alcune
differenze di base importanti.
Il fondo pensione prevede dei versamenti liberi e volontari che portano poi ad una rendita
aggiuntiva al momento del pensionamento Inps. Aldilà del fatto che in alcuni casi è possibile
richiedere il capitale in un’unica erogazione, si tratta di fatto di una pensione in più, che bisogna
dichiarare come reddito (pur con le agevolazioni fiscali previste). Il “quanto” si ricava dipende
appunto dal rendimento del fondo pensione che, a sua volta, è subordinato ad alcuni specifici
fattori.
La polizza vita invece viene pagata quando si verifica il rischio preventivato nel contratto: non si
parla di reddito ma di indennizzo. E’ chiaro che la sottoscrizione di un’assicurazione causa vita
comporta l’assunzione di un rischio da parte dell’Agenzia.
Sicuramente è fondamentale, a prescindere che si opti per i fondi pensione o le polizze vita,
valutare le condizioni nel contratto per fare la scelta più conveniente.

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Fondi pensione: da gennaio ricerche online aumentate del 79%

Potersi garantire un reddito adeguato e stabile al raggiungimento dell’età pensionabile è un traguardo a cui tutti ambiscono. Complici però le incertezze legate al futuro e, forse, le recenti modifiche del sistema pensionistico, cresce la voglia di informarsi sulla previdenza complementare. A testimoniare questo trend sono i dati di Facile.it che, analizzando le oltre 13.000 richieste raccolte attraverso il sito tra gennaio e novembre 2017, ha evidenziato come, nel corso di 11 mesi, le ricerche di informazioni online sulle pensioni integrative siano aumentate del 79%.*

Le fasce d’età

Il primo elemento interessante che emerge dall’analisi di Facile.it è legato all’età di coloro che hanno ricercato informazioni sulla previdenza complementare. Il trend generale vede le fasce di popolazione più giovani come maggiormente interessate a queste tematiche, tanto che il 65% delle richieste raccolte dal sito proviene dagli under 44. Analizzando più da vicino lo spaccato per età, la fascia anagrafica più attenta al tema risulta essere quella tra i 25 e 34 anni, da cui proviene quasi una richiesta su tre (32%), seguita da coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni d’età (26%).

«L’aumento dell’interesse verso le forme di previdenza complementare che abbiamo registrato è un segnale inequivocabile di come gli italiani abbiano a cuore il loro futuro e cerchino di adeguarsi ai cambiamenti del sistema pensionistico, nonché di mettersi al riparo dalle incertezze legate al futuro», spiega Giordano Gala, responsabile new business di Facile.it.

La giovane età dei richiedenti si spiega, anche, con le caratteristiche dei prodotti legati alla previdenza complementare che, il più delle volte, consentono di attingere a quanto accantonato per diverse ragioni (spese mediche, acquisto della prima casa, ristrutturazione degli immobili…), ma solo dopo qualche anno di iscrizione al fondo stesso.

Le categorie professionali

Analizzando il profilo di coloro che hanno dichiarato la propria professione al momento della ricerca, emerge che la categoria che ha mostrato maggiore interesse verso il tema della previdenza complementare è quella dei dipendenti privati, da cui provengono il 57,9% delle richieste di informazioni. Seguono i liberi professionisti (22,8%), le casalinghe (11,7%) e gli studenti (7,6%).

Guardando alle differenze di genere, risulta evidente come gli uomini siano più propensi a raccogliere informazioni sulla pensione integrativa; fanno capo a loro il 59% delle richieste arrivate al sito.

La distribuzione geografica

Altro dato interessante che emerge dall’analisi di Facile.it è legato alla distribuzione territoriale delle richieste; tra quelle ricevute, la Lombardia è al primo posto con il 29% delle richieste.

Seguono il Lazio (con il 17,2%) e il Piemonte (con l’8,9%). Trend confermato anche fra le grandi città capoluogo, che vede sul podio Milano, Roma e Torino.

 

*Analisi svolta su 13.811 ricerche compiute attraverso il sito www.facile.it dal 01/01/2017 al 30/11/2017.

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Pramerica offre tante soluzioni per la propria pensione integrativa

La pensione è una rendita che viene corrisposta alle persone in base ad un loro  rapporto lavorativo con un ente o una società che quindi è obbligata a corrisponderla. In Italia la pensione è prevista dalla stessa Costituzione all’art. 38 come prestazione previdenziale. La pensione viene gestita ad opera di enti previdenziali e consiste in una rendita vitalizia o temporanea quando sussistono determinate condizioni e al maturamento di determinati requisiti. Le pensioni vengono finanziate con le imposte, ossia attraverso i contributi che il lavoratore si versa nell’arco della sua vita lavorativa.

La pensione viene, quindi, corrisposta in base ad apposite leggi che fissano anche i requisiti minimi di legge necessari per potervi accedere. Oggigiorno però, con l’aumentare del tenore di vita e con il perdurare della crisi economica, la pensione statale non è più sufficiente a soddisfare le esigenze anche solo giornaliere delle persone che hanno diritto a questo sussidio statale. E allora accanto alla pensione statale si affianca la cosiddetta pensione integrativa, una soluzione parallela alla pensione, per cosi dire di vecchiaia, che viene offerta dallo Stato al cittadino, e che consiste nel  denaro che è stato accantonato durante l’arco della vita lavorativa dell’individuo. La riforma delle pensioni da un lato e il crescente tasso di disoccupazione dall’altro, hanno portato molti cittadini a porre attenzione sul  loro  futuro pensionistico, spingendo molti ad optare per questo tipo di pensione.

Per quanto riguarda il funzionamento della pensione integrativa, possiamo dire che in pratica, un soggetto X versa per un certo numero di anni un capitale Y; il soggetto riuscirà a percepire una rendita che è funzione di Y e che dipende sia dal  sesso del soggetto, poiché le donne avendo un aspettativa di vita più  lunga percepiranno di meno, sia da quando il soggetto inizia a versare il capitale. Un aspetto molto importante della pensione integrativa è la reversibilità: il soggetto beneficiario della rendita, una volta terminato il periodo di contribuzione, può decidere che la sua rendita venga versata ad una persona da lui indicata, nel caso di sua morte. Ma tale reversibilità è gestita in maniera diversa a seconda che il soggetto sia ancora nella fase di versamento del contributo, e in questo caso ai beneficiari spetta solo il capitale, piuttosto che in quella in cui  la prestazione gli viene erogata. Comunque, nel  caso in cui  il soggetto del fondo scelga la reversibilità, si tratta di un’opzione aggiuntiva che deve essere pagata. Per  qualsiasi altra informazione è comunque possibile contattare la società assicuratrice Pramerica che risolverà qualsiasi dubbio e risponderà a qualsiasi vostra domanda

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