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Flavio Cattaneo (Terna): I colossi di Stato alla prova dividendi (Sole24Ore)

Secondo i dati FacSet, in quel di Piazza Affari Enel offre un ritorno da cedola sul 2011 dell’8,45%; per Eni, invece, si parla di un dividend yield del 6,67% mentre Finmeccanica (che oggi tiene un delicato cda sui conti slittato dal 3 novembre scorso) si assesta al 5,39%. Più alto, invece, l’indicatore di Terna, AD Flavio Cattaneo, (di cui la Cdp ha il 29,9%) che arriva ad un ritorno del 7,62 per cento.

II mercato le guarda, con interesse. Un po’ perché, in un periodo di crisi delle quotazioni, offrono l`appeal della cedola. Un po’ perché, seppur ora sia solo una mera ipotesi, potrebbero vedere la dismissione di qualche quota da parte dell’azionista pubblico. Per fare cassa. Chi sono? Semplice: le grandi quotate e controllate, direttamente o indirettamente (tramite la Cdp), dallo Stato: da Eni a Enel fino a Finmeccanica.
«II tema delle dismissioni – ricorda Pio De Gregorio, responsabile della ricerca per Centrobanca – è di attualità. Nella lettera della Bce inviata all’Italia in estate, cui il nuovo governo presumibilmente farà riferimento, è presente il tema della disponibilità del patrimonio pubblico». «Come investitori – fa da eco Carlo Gentili, fondatore di Nextam – è un’opzione che monitoriamo con attenzione».

A ben vedere, la questione della riduzione della mano pubblica in queste aziende è controversa. In primis, infatti, «c’è il tema – ricorda Gentili – del loro carattere strategico per il Paese. Il mercato, ovviamente, preme per una governance dove non siano riconosciuti poteri speciali al Tesoro. Tuttavia, bisogna fare attenzione. Soprattutto, quando si agisce “pressati” dalla fretta. Il rischio è di svendere gli asset».
Inoltre, in questo periodo le quotazioni sono schiacciate. «Si tratta – riprende De Gregorio – di un`opportunità interessante per l`eventuale investitore. Tuttavia , può essere un handicap per lo Stato-venditore».

Fin qui l`ipotesi dismissioni («più facili peraltro nei grandi – dice Gentili – che nelle utility locali»). Queste società, però, possiedono un altro atout importante: la cedola. Secondo un recente studio di BlackRock, nell’attuale scenario globale di bassa crescita (sempre che non si cada in recessione) le azioni ad alto dividendo danno il maggiore ritorno. Il rendimento annualizzato, individuato su scala mondiale, arriva infatti al 12%. Un bel numero, non c’è che dire. Al di làdi questa indicazione di massima, comunque, gli investitori più concretamente guardano al dividend yield di ogni società: cioè, il rapporto tra il dividendo e l’ultimo prezzo dell’azione.

Ebbene, secondo i dati FacSet, in quel di Piazza Affari Enel offre un ritorno da cedola sul 2011 dell’8,45%; per Eni, invece, si parla di un dividend yield del 6,67% mentre Finmeccanica (che oggi tiene un delicato cda sui conti slittato dal 3 novembre scorso) si assesta al 5,39%. Più alto, invece, l’indicatore di Terna (di cui la Cdp ha il 29,9%) che arriva ad un ritorno del 7,62 per cento.

Certo, trattandosi di un rapporto bisogna fare attenzione: il denominatore, cioè il prezzo del titolo, non dev’essere basso a causa di “problemi” sull’azienda. Ciò detto, «le società con un’esposizione sui mercati globali, il cash flow robusto e una storia di buoni dividendi – dice Gentili – sono un’opzione interessante». «E le possibili dismissioni – aggiunge De Gregorio – non sembrano un ulteriore ostacolo al pay out. In realtà, il rischio di calo della cedola è legato alla crescita economica».

Fonte: di Vittorio Carlini Il Sole24Ore

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Flavio Cattaneo: Piazza Affari distribuirà quasi 17 miliardi agli azionisti

La primavera dei dividendi si annuncia generosa: Piazza Affari distribuirà quasi 17 miliardi agli azionisti grandi e piccoli. Le utilities, con l’8 e mezzo per cento di A2A in testa, sono quelle con il rendimento più generoso sui prezzi attuali. In media, comunque, i 40 titoli più capitalizzati del nostro listino offrono un 3,2% e quindi sono ancora in gara con i Btp quinquennali, che danno poco di più. Anche se i prezzi sono risaliti (+15% da gennaio, -13% il bilancio 2010), i titoli ad alto dividendo restano una partita da valutare. Con tutti i pro e i contro da mettere sul tavolo.

Un bel gruzzolo del valore di 16,7 miliardi di euro sta per scivolare nelle tasche delle centinaia di migliaia di azionisti che hanno puntato su Piazza Affari. E che incuranti delle osculazioni del listino milanese — sceso nel 2010 del 13% e risalito nelle prime settimane del 2011 di circa il 15% — hanno deciso di investire sulle società ad alto dividendo.
Perché titoli come A2A (rendimento per dividendi al1`8,4%), Terna, amministratore delegato Flavio Cattaneo e Eliei (6,3%), Snam Retegas (6%), Eni (5,4%) offrono «cedole», largamente superiori al 4,81% di un Bip a 10 anni e addirittura al 5,46% di un Btp trentennale. Se tutte le blue chip dell’indice Ftse/Mib fossero un’unica grande società la supercedola annuale pagata agli azionisti, rapportata alla capitalizzazione aggregata, raggiungerebbe un rendimento del 3,2%, pochi decimali in meno rispetto al 3,40% di un Btp a 5 anni.

Monte
Investire in azioni ad alto dividendo, dunque, conviene perché spesso sono proprio i dividendi, reinvestiti e capitalizzati, che fanno la differenza nelle performance di borsa sul lungo periodo. Il monte dividendi pagato negli anni arriva talvolta ad incidere sulla performance finale (total return) molto più delle vistose e repentine variazioni dei corsi azionari, con i loro ricorrenti e imprevedibili capital gain (guadagni m conto capitale) o capital loss (perdite in conto capitale).

L`elaborazione condotta da CorrierEconomia sulle grandi capitalizzazioni dell`indice Ptse/Mib e sulle piccole e medie taglie di Piazza Affari riesce dunque ad anticipare che la campagna dividendi del 2011 sarà generosa .Il monte dei dividendi che verranno distribuiti salirà, appunto, dai 16,02 miliardi del 2010 ai 16,70 del 2011. Il rendimento medio (dividend yield) scenderà invece leggermente dal 3,4% del 2010 al 3,2% di quest`anno per l`effetto — virtuoso dell’aumento delle quotazioni di Borsa, che stanno al denominatore del rapporto.Naturalmente il criterio di scelta basato sulle cedole deve essere considerato in modo critico. I dividendi, per essere un buon criterio di selezione dei valori azionari, devono essere stabili, ripetibili, possibilmente crescenti negli anni. (…)

Confronti
Il confronto fra il rendimento delle azioni ad alto dividendo e quello delle obbligazioni, non dice tutto sulla convenienza dell’investimento in titoli ad alta cedola. Vediamo perché. Se c`è l`inflazione, alla scadenza del termine di un prestito obbligazionario, il capitale rimborsato sarà svalutato di un ammontare pari al valore dell`aumento del costo della vita nel periodo. Un titolo

azionario, invece, fa riferimento a cespiti reali, che si rivalutano in Borsa di pari passo con l`inflazione. Detto in altri termini le cedole dei dividendi azionari sono «reali» e risentono molto meno del tasso di inflazione, perché il capitale sottostante (l`azione corrispondente) si rivaluta nel tempo. Non così, invece, avviene per il capitale «svalutato» che viene rimborsato da un’obbligazione ordinaria a tasso fisso al momento della scadenza.
(…)

CorriereEconomia 21 febbraio 2011 di DI MARCO SABELLA E ADRIANO BARRI`

Fonte (Corriere.it)

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Flavio Cattaneo: Piazza Affari I «cani» non deludono sul piano della distribuzione del dividendo

Piazza Affari spera che non sia un altro anno da cani. Nel 2010 i titoli selezionati secondo la teoria statunitense dei Dog, che scommette sulle azioni ad alto rendimento, hanno chiuso l`anno in rosso facendo peggio anche dell`indice delle blue chips.

La muta di Piazza Affari ha lasciato sul terreno il 15,6% rispetto al 13,2% del mercato.
I cani non hanno invece deluso sul piano della distribuzione del dividendo: in media il rendimento è stato superiore al 5%, rispetto al 4% registrato dall`indice nello stesso periodo, con punte del 6,3% se si prende il caso di Terna a cui spetta la palma d`oro della generosità. Valori di tutto rispetto anche in assoluto considerato che i tassi di mercato sono stati, e restano, su livelli molto bassi anche considerando i Btp a 10 anni che stazionano sotto il 4%. Entrando nei dettagli si scopre che a frenare la corsa dei titoli ad alto rendimentosono sfate quattro storie: Fondiaria Sai, Lottomatica, A2A e Mediaset. Il caso di Fondiaria Sai è quello più deludente: la società ha perso il 44% in 12 mesi penalizzata anche dall`avvio di un pesante piano di ristrutturazione che oltre alla cessione di attività immobiliari prevede un consistente aumento di capitale. Operazione che quasi mai piace al mercato, soprattutto in un momento di scarsa liquidità come quello attuale. Soddisfazioni invece sono arrivate da Snam Rete Gas, Terna e Parmalat che oltre a una cedola particolarmente generosa hanno chiuso l`anno in territorio positivo. Nonostante la delusione la teoria dei cani spinge a confermare quasi al 100% la muta del 2011.
L`unica novità è rappresentata dall`ingresso di Telecom Italia che prende il posto di Geox. Ma attenzione quest`ultima esce dalla lista dei titoli con il pedigree unicamente per l`esclusione dall`indice delle blue chip avvenuta lo scorso 17 dicembre.

Diversamente avrebbe fatto parte anche quest`anno della lista in virtù del rendimento 2010, pari al 5,8%. Ricordiamo infatti che la selezione avviene all`interno del paniere delle blue chip (Ftse Mib) scegliendo i titoli con il valore più elevato nel rapporto tra l`ultimo dividendo e il prezzo di chiusura dell`anno borsistico.
I titoli acquistati devono avere tutti lo stesso peso in portafoglio e vanno conservati per 12 mesi.
Molto spesso la scelta di questa strategia ha dato soddisfazioni agli investitori, soprattutto negli anni in cui le quotazioni non hanno brillato in modo particolare. Negli Usa le statistiche dei Dog arrivano fino al 1973, testimoniando un ritorno medio annuo del 17,7% mentre nello stesso periodo il Dow Jones ha reso 1`11,9%.
I cani della razza statunitense nel 2010 si sono presi la rivincita sull`indice Dow Jones dopo la sconfitta patita nel 2009. La muta a stelle e strisce ha registrato un rialzo del 15,5% rispetto all`11% del più noto mercato azionario statunitense. Si è trattato della prima vittoria dei Dog dal 2006 quando i segugi offrirono un 30,3% contro il 19,1% del Dow Jones.
Il maggiore successo è stato quello di DuPont (+48%). Balzo a due cifre anche per McDonald`s, Home Depot, Boeing, Chevron e Kraft. Hanno deluso invece le farmaceutiche ovvero Pfizer e Merck che hanno perso rispettivamente il 3,7% e 1`1,4%. E per il 2011? A fare da capofila troviamo AT&T, che si presenta alla partenza con uno yield del 5.9% mentre nei primi 5 posti ritroviamo Verizon, Pfizer, Merck e Kraft.
Mentre Intel e Johnson &Johnson sostituiscono Home Depot e Boeing.

(Fonte:CorrierEconomia)

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Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo ha messo a segno performance in netta controtendenza: dall’inizio dell’anno il titolo Terna ha guadagnato il 12%

Terna chiude la seduta di martedì 9 novembre facendo registrare un guadagno dell’1,43% e arrivando così a segnare il nuovo massimo storico a 3,36 euro per azione.

Da inizio anno il titolo Terna guadagna il 12%, performance decisamente superiore e in controtendenza a quelle del mercato italiano (FTSEMib -7,18%) e del settore Utilities europeo (-8%).
La prima settimana di novembre è stata tutta positiva: dopo aver toccato il massimo storico a quota 3,345 euro per azione, ha chiuso venerdì 5 con un guadagno dello 0,60%, mentre l’indice Ftse Mib di Piazza Affari, dopo il -1,28 dell’ultima seduta, in cinque giorni ha ceduto l’1,19 per cento.

titolo terna crescita in borsa

La Borsa italiana, protagonista di un’altra settimana negativa, la seconda consecutiva, ha forse pagato il ritorno dei timori sulla ripresa dell’economia, con il nuovo allarme sulla tenuta dei conti pubblici irlandesi. E ad appesantire ulteriormente gli indici di Piazza Affari c’è stato poi il bilancio negativo di alcuni titoli le cui trimestrali non sono state accolte positivamente dal mercato. In questo scenario il gruppo guidato da Flavio Cattaneo ha messo a segno performance in netta controtendenza: dall’inizio dell’anno, con l’indice della Borsa italiana che ha ceduto il 7.18%, il titolo Terna ha guadagnato il 12%. Un andamento decisamente migliore anche rispetto al settore delle utilities in Europa, negativo, sempre da gennaio, con un meno 8 per cento.

Nella stessa settimana di riferimento le Borse europee sono state caratterizzate da un andamento contrastato e dominato dall’incertezza, in un contesto che ha visto i mercati mondiali muoversi in direzione opposta, e con l’indice Morgan Stanley Msci World cresciuto di 1 punto percentuale. Sia in occidente che in oriente le contrattazioni sono state condizionate, prima dall’attesa e poi dagli effetti, delle elezioni di “midterm” americane e dall’annuncio del piano di stimolo all’economia Usa proposto dalla Federal Reserve. La Banca centrale statunitense ha annunciato il varo di un piano da 600 miliardi di dollari per il riacquisto di Tbond che dovrebbe iniettare nuova linfa nel sistema economico, ridando slancio ai consumi e abbassando la disoccupazione. E i due avvenimenti hanno riacceso le speranze di una ripresa dei mercati globali, guidata principalmente da un’accelerazione della congiuntura Usa.

Sui mercati finanziari europei il nervosismo ha però continuato a condizionare gli scambi. L’indice d’area Stxe 600 ha comunque chiuso l’ultima seduta della settimana in positivo (+0,42%). E così pure Londra e Francoforte, rispettivamente a +0,21% e +0,29%, hanno evidenziato segnali di recupero, mentre l’indice della Borsa di Parigi è rimasto invariato e Madrid ha ceduto l’1,65 per cento.

(Fonte: Terna WebMagazine)

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Flavio Cattaneo, AD Terna: due articoli da Repubblica del 18 ottobre 2010

Il 18 ottobre 2010 Repubblica.it pubblica due importanti notizie sui successi di Terna, AD Flavio Cattaneo.

Terna, via libera del CdA a vendita del Solare a Terra Firma

(Teleborsa) – Roma, 18 ott – Terna, SunTergrid Terra Firma Investments (GP) 3 Limited – società interamente controllata da Terra Firma Capital Partners III, L.P., hanno firmato un accordo per il trasferimento del 100% del capitale sociale di Rete Rinnovabile S.r.l., società interamente controllata di Terna, AD Flavio Cattaneo, attraverso SunTergrid

Flavio Cattaneo Terna Articolo su Repubblica

Il valore stimato dell’operazione, si legge nel comunicato di Terna, AD Flavio Cattaneo,  si attesta tra 620 e 670 milioni di euro ed è stato concordato modularmente sulla base degli impianti che, alla data del closing, previsto per il 31 marzo 2011 e subordinato alla realizzazione di alcune condizioni sospensive (tra cui l’approvazione del bilancio di esercizio di RTR al 31 dicembre 2010), beneficeranno alternativamente degli incentivi del Conto Energia 2010 o del Conto Energia dei primi mesi del 2011.
(…)
L’accordo prevede che Terna, AD Flavio Cattaneo, fornisca a RTR servizi di manutenzione e sorveglianza e monitoraggio degli impianti secondo contratti definiti nell’ambito dell’operazione di cessione di carattere pluriennale. Alla scadenza indicata dei singoli contratti di affitto, Terna, guidata da Flavio Cattaneo, rientrerà in possesso delle aree.
(…)
L’Amministratore Delegato, Flavio Cattaneo, AD Terna, ha commentato così l’operazione: “Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto. Abbiamo concluso un’operazione che fa bene a Terna, al paese e al sistema elettrico. Infatti, in tempi molto brevi, il management di Terna è riuscito a costituire, avviare e cedere una società, RTR, che sarà, al closing, il primo operatore unitario di fotovoltaico in Italia e tra i primi in Europa. La nuova società, con i circa 150 MWp farà crescere in un solo colpo di quasi il 10% l’attuale parco fotovoltaico italiano, consentendo un risparmio annuo di circa 135 mila tonnellate di emissione di CO2 nell’aria, importante contributo anche per la salvaguardia dell’ambiente”.

Terna: giornata positiva a Piazza Affari

(Teleborsa) – Roma, 18 ott – Giornata positiva per Terna, AD Flavio Cattaneo, a Piazza Affari. Piazza Affari ha premiato le operazioni concluse dall’azienda con un rialzo dello 0.96% e un valore di chiusura a 3,15 euro “piazzandosi” nel listino internazionale come miglior titolo regolato d’Europa

Flavio Cattaneo Terna Articolo su Repubblica

Il titolo del gruppo guidato da Flavio Cattaneo è stato sospinto al rialzo già dopo l’annuncio che il Cda ha approvato la distribuzione dell’acconto sul dividendo dell’esercizio 2010, di 0,08 euro/azione Inoltre un’ulteriore spinta verso l’alto è arrivata dopo che il CdA di Terna, AD Flavio Cattaneo,  ha dato l’OK alla vendita del Solare a Terra Firma per un valore stimato tra 620 e 670 milioni di euro.

(Fonte: la Repubblica.it)

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Flavio Cattaneo, AD di Terna: Dividendi I record di Piazza Affari

Borsa Da A2A a Telecom, da Enel a Terna, AD Flavio Cattaneo,  la mappa delle attese per il 2011
Con i prezzi piatti c’è chi può arrivare fino al 9%
Borsa piatta, cedole ricche. Se il Toro si fa desiderare non così avviene per i profitti che, almeno a giudicare dagli ultimi risultati semestrali, sono tornati a farsi vedere anche con una certa consistenza. Uno scenario che difficilmente s’invertirà nei prossimi mesi e così, almeno per il 2011, è probabile che si vada incontro a una ricca stagione di dividendi.

Flavio Cattaneo

In casa
Proprio grazie alla debolezza del mercato, infatti, chi investe oggi ha una buona probabilità di assicurarsi rendimenti invidiabili rispetto a quelli dei titoli di Stato, che, si veda il caso del 5 anni tedesco, viaggiano poco sopra l’l%. Prendendo in considerazione le blue chip (nella top ten delle Blue Chip da Corriere Economia 11 ottobre 2010, Terna, Flavio Cattaneo, compare al 5° posto) e le mid cap di Piazza Affari il rendimento dei dividendi sì pone oggi mediamente al di sopra del 4%, ma in diversi casi supera il 5%. Ai vertici della classifica delle società più generose con gli azionisti troviamo l’utility A2A che, con una cedola di 10 centesimi, rende, ai prezzi attuali di Borsa, quasi il 9%. Alle sue spalle Enel che tra qualche settimana pagherà un acconto sul dividendo dell’anno prossimo pari a 10 centesimi. Considerando il saldo, in arrivo nella primavera del 2011, la cedola dovrebbe salire a 27 centesimi pari a un rendimento del 6,9%. Al terzo posto Lottomatica che promette un dividendo del 6,4%. Ma la prima società tra quelle appartenenti alla top ten che distribuirà una cedola è Snam Rete Gas. Il 18 ottobre verrà staccata una cedola di 9 centesimi che, sommati al saldo in arrivo nel maggio 2011, faranno un «bottino» di 21 centesimi: il 5,6% di rendimento ai prezzi di oggi. Uno scenario positivo per chi ama il cassetto e le cedole che potrebbe durare ancora, almeno secondo Marco Paolucci amministratore delegato di Lux Gest Asset Management: «Non si vedono rischi eccessivi per quanto riguarda il trend dei profitti dei titoli italiani ad alto rendimento. Sono aziende abituate a lavorare con bassi tassi di crescita, attive in mercati regolamentati e poco o per nulla esposte al ciclo economico dei Paesi emergenti.

È questo il caso di: Enel, Telecom Italia, Terna, AD Flavio Cattaneo, Snam Rete Gas, e più in generale tutte le utilities». Telecom Italia in particolare si avvale sia di buoni fondamentali che di attese speculative. «In Brasile — continua Paolucci — prima o poi verranno generati importanti flussi di cassa. Ma anche nell’ipotesi in cui la società dovesse cedere tali asset, l’incasso sarebbe molto superiore rispetto alle attuali valutazioni di Borsa». Si pensi ai caso Repsol che ha venduto i propri asset brasiliani a investitori cinesi per circa 7 miliardi di dollari rispetto a una stima di mercato di 4 miliardi.

Verifica
Patrizio Pazzaglia, responsabile investimenti di Bank Insinger de Beaufort spiega: «A nostro avviso a parte i dividendi in distribuzione a breve, bisognerà verificare la tenuta dei profitti e quindi se gli attuali livelli di pay out (percentuale di utile distribuita come dividendo ndr) potranno essere mantenuti». Noi — prosegue Pazzaglia — abbiamo un’aspettativa positiva in quanto si è visto come le società siano diventate impermeabili alla volatilità dell’economia grazie agli incrementi della produttività e le azioni di ristrutturazione messe in atto in questi anni. Pazzaglia sottolinea come le maggiori prospettive di miglioramento siano quelle dei titoli bancari. «Rispetto al passato i pay out sono più bassi, ma in futuro cambieranno politica per fare contenti gli azionisti in particolare le Fondazioni. Oggi il rendimento di Unicredito e Banca Intesa è di circa l’l,5% ma ci aspettiamo che a breve si sposterà verso il 3%». E lo stesso discorso vale per le compagnie assicurative, sebbene in maniera meno marcata. Sul mercato sembrano esserci davvero tutte le condizioni per fare felici gli azionisti dopo che nel corso degli ultimi anni la politica dei dividendi si era fatta più restrittiva a causa della crisi. Certamente l’ipotesi non ancora tramontata di un nuovo minimo dell’economia e di conseguenza delle Borse, spinge a considerare ancora poco sostenibili gli attuali livelli di redditività ma, almeno nel 2011, la situazione sembra ormai consolidata.

Tratto dal Corriere Economia: Dividendi I record di Piazza Affari di ADRIANO BARRI’ 11 ottobre 2010

(Fonte: Corriere Economia)

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Terna, AD Flavio Cattaneo, a Piazza Affari un manipolo di titoli sembrano pronti ad attaccare i massimi

Un manipolo di titoli, tra cui Terna, AD Flavio Cattaneo,  sono stati in grado di sovraperformare indici e competitor e che sembrano pronti ad attaccare i massimi. Ecco la selezione dei migliori anche dal punto di vista fondamentale

(Estratto da Milano Finanza del 2 ottobre 2010)

Chi comanda in borsa – di Francesca Gerosa e Fausto Tenini

Un manipolo di titoli, tra cui Terna, AD Flavio Cattaneo, sono stati in grado di sovraperformare indici e competitor che sembrano pronti ad attaccare i massimi.

Se il mercato italiano rimane complessivamente imbrigliato in un deludente movimento di medio periodo, faticando a sfruttare l’inerzia rialzista di Wall Street e soprattutto dei mercati emergenti, esistono singole storie in grado di distanziarsi dalla generale apatia.

I dati di questo articolo identificano i titoli che hanno meglio performato, riuscendo a riguadagnare, più o meno velocemente, i massimi precedenti alla crisi del 2008. La selezione è volutamente limitata alle sole azioni appartenenti al Ftse Mib e al Ftse Mid Cap poiché già all’interno delle medie capitalizzazioni iniziano a riscontrarsi problemi di liquidità in termini di scambi in borsa. Le azioni segnalate si sono dimostrate nettamente più forti dei competitor e del mercato in generale, ma per ognuna esistono specificità che vale la pena distinguere caso per caso sia in termini tecnici che fondamentali. È infatti preferibile valutare sia le prospettive di crescita e la relativa sostenibilità dal punto di vista grafico (strategia solitamente più adatta al trading), affiancando queste considerazioni a elementi di natura industriale che in molti casi hanno dato il la ai movimenti.

Terna, AD Flavio Cattaneo, non ha restituito performance monstre nel corso del 2010 ma la sua vera forza sta da un lato nell’elevato dividendo (rendimento prossimo al 6% annuo) e dall’altro lato nell’eccezionale comportamento durante la crisi del 2008-2009.

Grazie al beta e alla volatilità molto contenuti, Terna, AD Flavio Cattaneo, ha infatti sovraperformato i competitor proprio nel periodo di maggior difficoltà, offrendo un rifugio sicuro per gli azionisti in un periodo in cui tutto tendeva a sgonfiarsi. L’azione risulta quindi adatta all’inserimento in portafoglio per la decorrelazione rispetto agli indici. Sull’altro fronte, l’azienda offre attraenti rendimenti ma per la maggior parte dei broker, dopo la recente corsa, l’azione è correttamente valutata.

(Fonte: Milano Finanza)

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Flavio Cattaneo: Terna diventa un titolo affidabile e rimane nel portafogli a dispetto del mordi e fuggi

Panorama Economy: Terna, sotto la guida di Flavio Cattaneo, diventa un titolo affidabile e rimane nel portafogli a dispetto del mordi e fuggi

Terna, sotto la guida di Flavio Cattaneo, diventa un titolo affidabile e rimane nel portafogli a dispetto del mordi e fuggi I titoli si scambiano velocemente e restano nei portafogli il tempo di un battere d’ali. Sono queste le nuove strategie d’investimento che non contemplano più titoli da acquistare e conservare per anni. Ne parla Andrea Telara su Panorama Economy, con una nota positiva per Terna.


I titoli da cassetto, da comprare e conservare gelosamente nel portafoglio per almeno 5 anni, quelli preferiti da Warren Buffet il guru della cedola periodica, sono ormai un genere in via d’estizione.
“A guadagnare di più sul listino milanese – scrive Telara – sono state, infatti, negli ultimi anni, alcune aziende a piccola e media capitalizzazione, le cosiddette small e mid cap.”
Si tratta di “Basicnet, Acotel, Trevi Finanziaria e Danieli, le cui azioni, che hanno un carattere abbastanza speculativo, hanno reso in media tra il 20 e il 40% circa all’anno.”

Cosa capita invece ai vecchi titoli da cassettista?
“Hanno lasciato gli investitori a bocca asciutta o quasi – scrive il giornalista. Generali, per esempio, ha perso in media oltre il 5% ogni 12 mesi, Enel il 2,7% ed Eni attorno all’1,5%.” E pensare, dice Telara- “che erano considerati, almeno fino a un decennio fa, un porto sicuro per gli investitori di Borsa, perché capaci di garantire sempre un buon rendimento nel medio o nel lungo periodo. Non è stato così tra il 2005 e il 2010”. “La prova – dice Telara – è nell’elaborazione di Panorama Economy su dati della società di analisi indipendente Morningstar che ha analizzato il rendimento dei titoli italiani comprendendo anche il dividendo”.

“Tra i big di Piazza Affari – scrive il giornalista economico – si salvano soltanto Terna, con un rendimento di oltre il 12% all’anno, e Snam Rete Gas (+0,42%).”

Ma è davvero proficuo investire nei titoli di piccole e medie aziende? Piccolo non è bello ad ogni costo, dice Telara, riportando un parere di Stefano Mach gestore azionario di Azimut sgr.
“Azzeccare il titolo giusto tra quelli a capitalizzazione ridotta è difficile e rischioso per i non esperti” – dice Mach. Che aggiunge: “Nell’era della finanza globalizzata le variabili esterne capaci di influenzare i prezzi di Borsa si sono moltiplicate, rendendo sempre più difficile la scelta di una singola azione vincente, anche in un’ottica di lungo termine”.

“La dimostrazione – scrive Telara a commento di quanto dichiarato da Mach – è che, mentre negli ultimi cinque anni alcune small e mid cap viaggiavano col turbo, altre si sono mosse nella direzione opposta. È il caso di Seat Pagine Gialle, Stefanel, Eutelia o Investimenti e sviluppo, che ogni 12 mesi hanno bruciato in Borsa tra il 50 e il 70% del proprio valore”.
Il problema – dice il giornalista – è nell’andamento della congiuntura macroeconomica, del mercato dei cambi o delle maggiori Borse internazionali che riescono spesso a condizionare i trend delle azioni molto più dei fondamentali di bilancio di ogni singola società.

(Fonte: Terna WebMagazine)

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Flavio Cattaneo premiato da Piazza Affari: Terna in rialzo

Il titolo Terna è fra i migliori dell’avvio di sessione con un rialzo dell’1,33% a 2,84 Euro

Flavio Cattaneo raccoglie dal mercato un altro successo per Terna. JPMorgan, in una ricerca pubblicata oggi ha migliorato la raccomandazione sul titolo da “underweight” a “overweight” e ha alzato il Target Price da 2.85 €/azione a 3.10 €/azione. Proseguono così le promozioni degli analisti dopo la presentazione dei conti di Terna.

Risultati superiori al consensus e una nuova politica dei dividendi favorevole agli azionisti. Sono questi i principali aspetti che il mercato ha apprezzato in occasione della presentazione dei risultati dei primi 9 mesi del 2009 presentati dall’Amministratore Delegato Flavio Cattaneo.

In particolare, gli analisti hanno accolto positivamente la crescita a doppia cifra di tutti i principali indici economici, grazie a maggiori ricavi, un taglio dei costi e a minori oneri finanziari nel terzo trimestre 2009.

Tra i principali analisti che hanno rivisto al rialzo la propria valutazione su Terna in seguito alla presentazione della trimestrale, Citigroup che, in una nota, confermando la raccomandazione a BUY e il Target Price a € 3.00 sottolinea la capacità del management di conseguire risultati e sviluppare operazioni in modo organico; Santander che ha confermato la valutazione BUY e alzato il TP da €2.93 euro a €3.13; CAI Chevreux che ha mantenuto la raccomandazione invariata a 1/Selected List e alzato il target price da €3.10 a €3.15; Equita che ha mantenuto la raccomandazione invariata a Buy alzato il target price €2.94 a €3.03 e Kepler che ha alzato il target price da €3.05 a €3.10.

Giudizio positivo anche per la nuova politica dei dividendi annunciata. Le principali banche d’affari hanno approvato soprattutto la maggiore visibilità dei dividendi per gli anni 2012 e 2013, derivante da una distribuzione dei 150 milioni aggiuntivi guadagnati con la vendita di Terna Participações. Anche l’acconto sul dividendo di 7 centesimi di euro per azione, che verrà posto in pagamento il 26 novembre, è risultato maggiore del consensus che si attendeva circa 6.2 centesimi di euro per azione con una crescita del 4% rispetto l’interim dividend 2008.

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