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“Spoleto Arte”: confermata la partecipazione della Befani alla mostra curata da Sgarbi

Dal 27 giugno al 27 luglio 2015 il Palazzo Seicentesco Leti Sansi, situato nel cuore di Spoleto, in Piazza del Mercato, ospiterà la mostra “Spoleto Arte”, in concomitanza col Festival dei 2 Mondi, manifestazione d’interesse internazionale che ogni anno fa convergere migliaia di turisti nella città umbra. L’esposizione, organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes e a cura dell’autorevole Vittorio Sgarbi, prevede il vernissage inaugurale alle ore 18.30 di sabato 27 giugno, con la presenza straordinaria del Prof. Sgarbi e della carismatica Amanda Lear, che espone in tale mostra alcune sue caratteristiche creazioni pittoriche.

Oltre ai dipinti della Lear, troviamo un selezionato gruppo di opere di artisti contemporanei, tra cui quelle di Tiziana Befani, artista romana specializzata anche nel settore pubblicitario ed editoriale.

La critica apprezza molto il suo “mix” tra arte e grafica; così, Giacomo D’Anna, noto giornalista, spiega: «Dal tiepido incrocio di tane mentali e scorci di manufatti alterati, l’artista lascia l’idea di cosa “sarà” in quel luogo abbandonato dalla stessa mano creatrice all’impronta di una verità di simboli impercettibili o di castelli costruiti sull’impervio passaggio di fiumi e scintille.[…]Tra le tappe della sua avventura artistica c’è una svolta segnata dalla scoperta delle nuove e infinite possibilità del digitale con cui ha coniugato tutto il suo repertorio artistico in un nuovo e originale modo di fermare i frammenti del suo mondo e della sua poetica».

Domenico Guzzi scrive di lei: «I quadri di Tiziana Befani sono “luoghi ove tutto accade”. O, più da presso alla suggestione dei dipinti, “ove tutto è accaduto”. Poiché certa immobilità dell’atmosfera, certa immobilità degli stessi animali, concepiti come sorta di monumenti di sé stessi; certa emblematica presenza, altresì, di elementi architettonici a formulare singolari sinergie con altri, indubbiamente naturali in una condizione, tuttavia, talmente composita da renderci in una situazione d’attesa; non fa che offrire la sensazione di un effetto pietrificato ed allarmante. Come se ogni cosa fosse osservata in seguito alla catastrofe. Quel che si vede dunque, è ciò che rimane al di là della rovina».

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L’artista contemporanea Solveig Cogliani parteciperà a “Spoleto Arte” a cura di Sgarbi

Il centro storico della città umbra di Spoleto ospiterà dal 27 giugno al 27 luglio 2015 l’esclusiva mostra “Spoleto Arte”, allestita nel secolare Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato. L’evento, con vernissage in data sabato 27 giugno alle ore 18.30, è organizzato dal manager della cultura Salvo Nugnes e curato dall’illustre Vittorio Sgarbi, ospite d’onore della serata insieme ad Amanda Lear, personalità poliedrica, attrice, cantautrice, presentatrice televisiva, ma anche originale pittrice ed espositrice in questa stessa mostra.

“Spoleto Arte” sarà allestita in concomitanza del Festival dei 2 Mondi, manifestazione che darà maggiore visibilità agli artisti contemporanei che espongono alla prestigiosa mostra le loro opere.

Tra questi troviamo la pittrice Solveig Cogliani, di cui scrive il Prof. Strinati: «La Cogliani è una pittrice che si è sempre guardata intorno raccogliendo spunti alla rappresentazione attinti dalle sue esperienze immediate desunte dall’osservazione dei luoghi e degli spazi in cui si trova a vivere e operare. Siamo adesso al Vittoriano e allora immediatamente vengono evocate immagini di presenze solenni visibili nell’area circostante.[…] C’è, nella pittura della Cogliani, il costante quesito inerente alla identificazione e all’identità. L’artista rappresenta con viva icasticità le cose e le persone ma tende a incuneare nella mente di chi guarda la dimensione pressoché opposta della sparizione e della perdita di quella identità che pure di fatto ci qualifica in questo mondo. […] La pittura della Cogliani ci appare per quello che è, un autentico inno alla pace e alla bellezza viste attraverso il filtro di una ricostruzione cromatica di luoghi e situazioni nel contempo amati e minacciati. Merito dell’artista è quello di farci vedere la realtà con i suoi occhi, che sono occhi di riscatto, pacificazione, quiete interiore e, per ricordare un passo celeberrimo della Tosca di Puccini, di “recondita armonia”».

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Museo Gipsoteca Canova: grandi apprezzamenti per l’arte pittorica di Cristina Madeyski

Nell’ambito della corposa mostra collettiva dal titolo “Riflessioni Contemporanee” allestita nello storico contesto istituzionale del Museo Gipsoteca Canova a Possagno e inaugurata dal Professor Vittorio Sgarbi il 17 gennaio scorso, sta ottenendo positivi apprezzamenti la pittrice Cristina Madeyski, che rientra nel selezionato novero degli artisti di spicco partecipanti alla prestigiosa iniziativa. L’esposizione organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes rimarrà in loco fino al 10 febbraio 2015 ed è visitabile con ingresso libero al pubblico.

Per la Madeyski la materia pittorica funge da riempitivo e le permette di convogliare la sua ricerca evolutiva in un’avvincente sperimentazione, che si snoda, mediante il flusso di movimento dinamico, in un gioco ad intreccio tra spazio e materia, presenza e assenza, alternando nella costruzione narrativa delle suggestive sovrapposizioni figurali, che creano un’unità sinergica in armonioso equilibrio, avvicinando e accorpando gli elementi compositivi in un coreografico mosaico ad incastro, che scaturisce da una volontà di assoluta perfezione elaborativa. Nella sua arte d’impronta filosofica e surrealista vuole esternare messaggi subliminali, che lo sguardo attento e sensibile dell’osservatore deve saper cogliere e introiettare.

Su di lei è stato commentato “È il motore esistenzialista, che cattura e conquista la sua attenzione, così come lo studio accurato e l’analisi meticolosa della psiche e dell’animo umano in tutte le sue articolate e complesse sfaccettature più nascoste e celate. In lei si riscontra l’amore appassionato di Francis Bacon per la gestualità di poetico e sentimentale lirismo l’interesse verso l’Espressionismo tedesco, caratterizzato dalla dedizione per la concezione emozionale dell’arte e per la tensione al conseguimento di una propria soddisfazione, al raggiungimento di un compiacimento personale attraverso l’occhio, l’espressione interiore e psicologica, che fungono da motore trainante e da volano propulsore per la poliedrica propensione progettuale e creativa”.

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“Spoleto incontra Venezia”: Grandi apprezzamenti per Anna Sticco nota come la pittrice di Maria Callas

E’ terminata con indiscusso successo la vetrina internazionale della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” con l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, svoltasi dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Le location veneziane ospitanti scelte per la pregevole iniziativa sono state due secolari dimore nobili, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Nel corposo gruppo dei talentuosi artisti in esposizione Anna Sticco, conosciuta come la pittrice di Maria Callas si è distinta ricevendo notevoli encomi.

 

Parlando della sua concezione sull’arte spiega: “L’arte per me è un mezzo indispensabile, uno strumento prezioso e fondamentale per esprimere me stessa, per comunicare il mio moto dell’anima nella sua essenza più intima e introspettiva. Il mio stile è assolutamente personale e personalizzato. L’arte influisce in modo radicale in ogni mia scelta“. Sulla tecnica da lei prediletta dice: “Uso in prevalenza la tecnica mista, tenendo l’acrilico come base principale integrata con la china, i gessetti, le matite, il collage, la foglia oro 24 carati, cercando di compiere una ricerca sperimentale eterogenea e in continua evoluzione“.

 

Raccontando la sua fervida passione per l’icona del bel canto per antonomasia rivela: “Nel 2006 mentre ero a Parigi ho avuto una vera folgorazione, un’illuminazione imprevista e inaspettata, sentendomi catturare e conquistare da un magnifico manifesto della Callas esposto all’Opera e da lì ho iniziato un percorso di ricerca approfondita, che mi ha portato a contatto con persone e ambienti a lei vicini e sono diventata anche una collezionista appassionata dei suoi cimeli e oggetti a lei più cari appartenuti“.

 

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Miriam Covielli Lucchini nell’esclusivo gruppo di partecipanti a “Spoleto incontra Venezia”

Tanti elogi meritati per la pittrice Miriam Covielli Lucchini, inserita nell’esclusivo gruppo di partecipanti alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” dove sotto l’esperta curatela del critico Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes si avvicendano nomi di spicco del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì, in esposizione presso due stupendi edifici veneziani di secolare tradizione, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014.

La Lucchini adotta uno stile piacevole, ricercato e rigoroso. Il suo è un genere tendente all’Astrattismo Geometrico, dove l’informale prevale con invenzioni compositive interessanti e imprevedibili, in una costante ricerca di nuove forme. Ne deriva un’energia creativa d’intenso impatto visivo. È un continuo scoprire d’idee innovatrici, di dimensioni irreali e fantastiche, in cui nulla è lasciato mai al caso, ma risponde a un proporzionato senso degli equilibri dell’architettura narrativa. L’eleganza e la finezza nel tratto insieme alla vivacità nel dinamismo progettuale ne solcano il segno stilistico riconoscibile e coerente.

Nella produzione si delinea il messaggio di riflessione, che la guida recuperando l’arcaica concezione diffusa tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, per cui gli artisti stanchi di indirizzarsi verso la natura e il mondo naturale tendevano a rivalutare e rivalorizzare la posizione dell’uomo e dell’umanità, approfondendo e scandagliando l’analisi interiore e psicologica, per individuare e cogliere i motivi scatenanti del mal d’essere e del mal di vivere, così fortemente radicato in essi. La Lucchini spiega “Pittura e scrittura dialogano insieme, si accompagnano, si sorreggono in reciproca sinergia per tacito accordo. La mia pittura s’impone, non è sommessa, ma volutamente urlata e gridata con vigoroso e prorompente slancio attraverso la distorsione, la deformazione, la lacerazione della realtà operata mediante segni crudi e colori urlanti”.

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La pittrice dei dipinti distintivi, Alba D’Alpaos, intervistata in merito a “Spoleto incontra Venezia”

 

Di seguito l’intervista ad Alba D’Alpaos, artista che ha saputo trasporre su tela figure e sensazioni appartenenti ai suoi viaggi intorno al mondo. D’Alpaos esporrà alle grandi mostre “Spoleto incontra Venezia”, in esposizione a Palazzo Falier dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes.

 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Ho già avuto il piacere di esporre le mie opere in luoghi dove il Professor Vittorio Sgarbi era ospite d’onore e dove, direttamente o indirettamente, ho avuto la possibilità di far conoscere i miei lavori. Con immenso piacere ho avuto poi l’opportunità di avere una sua recensione in occasione di una mostra fatta a Verona e quindi da qui parte anche l’invito a partecipare a “Spoleto incontra Venezia”. Un invito che ho accettato con molta felicità sia per l’importanza dell’evento, sia per l’ammirazione che nutro per il professore, e anche per la località in cui viene fatta la mostra. Sono innamorata di Venezia e anche se sembra scontato dirlo, respiro i suoi sassi e la sua materia. Vivo a 40 minuti da lei, nelle vicinanze di Belluno, e sono legata in particolar modo ai suoi riflessi e ai suoi sdoppiamenti d’ironica teatralità. Amo anche Spoleto come del resto l’Umbria, terra dove i romani rivendicano ancora con l’eco i loro poderi.

 

D: È la prima volta, che espone a Venezia?

R: È la quarta volta che espongo a Venezia e ricordo con tenerezza la prima volta, poiché ero molto giovane e piena di sogni e confusioni immaginarie. Altre volte ho esposto con gallerie e curatori.

 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: Quasi tutti sono lavori recenti dove le tematiche figurative si sdoppiano in una tecnica di reti e stoffe. Generalmente figure date da ricordi o esperienze di pensiero, ad esempio la ripresa di sculture inebriate da colore puro come il Bacco di Michelangelo… figure sdoppiate per interpretare la trasposizione dell’anima dal corpo.  Mi piace giocare con pensieri ironici, immaginare cosa possano pensare i personaggi creati sulla materia e m’illudo di vedere queste figure cambiare e muoversi nel mondo della mia mente. Una delle opere invece riguarda la mia esperienza intima sulla paura, sono delle fialette mediche volute coloratissime per demonizzare tanti anni di ospedali a causa di esperienze personali. Questo lavoro fa parte di opere fatte quest’anno.

 

D: Quando e com’è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Da sempre. Sin dal momento in cui ho preso una penna o una matita in mano; a 15 anni facevo già copie di Michelangelo, Leonardo, Pontormo, Tiepolo e tutti gli altri (le facevo bene). Ho sperimentato tutte le tecniche, ho fatto il Liceo Artistico con maturità a Venezia e frequentato l’Accademia sempre a Venezia, ma senza concludere gli studi poiché ero uno spirito ribelle ed ero delusa da ciò che avevo visto. Ero troppo giovane e forse inesperta.

Sono allora partita per altri paesi e ho vissuto molte esperienze, ho conosciuto molte città e ho accumulato bagagli di emozioni. Ho esposto all’estero, ma sono sempre stata fuggitiva e d’instabile dimora. Ora vivo in Veneto ed ho deciso di viaggiare con altri mezzi che prima temevo; il mettersi in mostra e giocare nel falò delle immense strutture dette artistiche.

 

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Non c’è commento che possa comunicare quello che ci dona l’unione di queste due vivissime città, mi può venire in mente l’orgogliosa tenacia che accomuna entrambe, l’indiscussa superiorità d’anima combattiva dei loro popoli e sicuramente l’amore per la libertà e la fantastica modernità. Io vedo questo oltre alla loro storia e cultura rendono meta entrambe, anche storicamente, d’illustri personaggi artistici e questo si sa già. Non è un caso certamente la scelta del Professor Sgarbi di unire queste due fantastiche città di terra e mare dove la storia loda e contempla.

 

D: È compiaciuta di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Certo che sono onorata anche se sembra una risposta scontata, ma come si potrebbe dire il contrario? Sono convinta che persone come Dario Fo, Carmi e altri, senza mancare rispetto a nessuno, siano menti da capire nelle loro forme artistiche. Queste persone hanno da dire, e le cose che dicono sono importanti sia nell’ambito teatrale, artistico e culturale. Essere al loro fianco e poter esprimere con loro il mio pensiero è un’esperienza unica anche per il fatto che egoisticamente ti senti più ascoltato e questo al giorno d’oggi è assai difficile. Sono poi felice del fatto che fra questi personaggi ci sia José Dalì che ammiro per aver continuato il lavoro dell’amato padre anche se a suo modo; amo da sempre le sue opere ed esporre con quest’artista mi riempie di gioia personale.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale? 

R: Che dire, non c’è un unico codice per definire l’arte… Può essere un’attività creativa, un suono, un desiderio, un fattore estetico, un insieme di menti che creano. Intimamente mi rifiuto di dare una risposta poiché al giorno d’oggi potrei anche essere offensiva: video, installazioni, persone che pensano, confusione, l’arte per me è tutto e niente.

 

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: Dipende, viventi o passati… Velasquez lo adoro per la sua ironica e diabolica progettazione, adoro anche Dalì perché sogna, e i sogni sono il cibo della mia anima, ma non potrei dire che ho un artista prediletto o una corrente pittorica che ammiro di più. Tutti quelli che amo sono grandi in egual modo e hanno segnato una traccia indelebile nel nostro mondo e nella nostra società, non ce n’è uno più dell’altro. Sono comunque tutti moderni perché ancora oggi ci stupiscono, ancora oggi piango quando vedo il David e mi viene fame di creare quando ammiro le scatole di zuppa Campbell.

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Intervista: Alessandra Turolli espone le sue opere ispirate dalle vibrazioni cromatiche a “Spoleto incontra Venezia”

Continuano i successi per l’artista Alessandra Turolli, che dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, sarà presente alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes. L’esposizione sarà allestita nel suggestivo contesto del secolare Palazzo Falier, nel cuore del capoluogo veneto. Di seguito l’intervista alla pittrice.

 

D: Dal 27 Settembre al 24 Ottobre parteciperà a “Spoleto incontra Venezia”. È la prima volta che espone nel capoluogo veneto?

R: Sì, e ne sono felicissima perché adoro Venezia e perché questa mostra rappresenta una tappa molto significativa nel mio percorso artistico. Dunque, la considero un tassello prezioso, che mi trasmette grande emozione ed entusiasmo.

 

D: Quali nuove opere presenterà e quale orientamento tematico seguono?

R: Saranno tutte quante opere inedite, ispirate da una nuova ricerca interiore trasferita sui quadri, che reputo estremamente determinante e stimolante per la mia crescita artistica e per la mia evoluzione personale ed esistenziale. Ho scelto di dedicarmi alle “vibrazioni cromatiche”. Il mondo dei colori ci circonda, ci appartiene, accompagna il nostro cammino di vita fin dalla nascita. L’importanza delle vibrazioni cromatiche e della luce è tale che, da sempre l’uomo se n’è occupato. I colori ci attorniano costantemente. Siamo di continuo inebriati dalle loro vibrazioni.

 

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Sono due contesti a me entrambi molto cari da sempre, in quanto, da sempre in essi io percepisco il vivace e dinamico fluire dell’arte, che m’infonde una sensazione di appartenenza a questi poli e mi regala un’intensa vitalità.

 

D: È compiaciuta di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Sono assolutamente lusingata da questa positiva opportunità.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale? 

R: L’arte è vita, senza arte manca la parte più profondamente spirituale che l’essere umano possiede. Per arte intendo un campo di applicazione molto ampio: pittura, scultura, musica, scrittura …

 

D: Quali consigli/suggerimenti si sente di dare alle nuove generazioni di artisti?

R: Penso sia basilare e primario seguire le proprie tendenze ed inclinazioni, ma soprattutto seguire quell’istinto, che viene da dentro l’anima ed il cuore.

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La raffinata artista Grazia Massa esporrà i suoi quadri cromatici nelle sale dello storico Palazzo Leti Sansi, in occasione delle prestigiose mostre di Spoleto Arte

È prossimo l’inizio delle straordinarie mostre di “Spoleto Arte” curate dal professor Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes, previste dal 27 giugno al 24 luglio, all’interno dello storico palazzo Leti Sansi, situato in Piazza del Mercato, nel cuore di Spoleto. In esposizione anche le cromatiche geometrie pittoriche di Grazia Massa.

 

La Massa, fin da giovane età ha sentito l’esigenza di esprimere i suoi sentimenti attraverso l’arte. Le tematiche affrontate negli anni di formazione sono varie: paesaggi en plein air, nature morte, figurative con una particolare attenzione alla figura umana. Le tecniche usate sono varie: acquerello, olio, tempere, pigmenti vinilici, a fresco, gouaches, smalti. Successivamente passa all’astratto di matrice concettuale, dove esterna emozioni e sensazioni tramite il colore, dipingendo forme semplici, segni ed elementi della geometria, linee pulite ed essenziali.

 

Nei quadri si individuano percorsi, che si intrecciano, si fondono, si interrompono, cercano di uscire dagli spazi predefiniti, lasciando stupito e quasi attonito l’osservatore, che nel contempo è invogliato a cogliere nell’intricata tortuosità il proprio cammino esistenziale, talvolta bruscamente bloccato da forzature e costrizioni esterne. Queste rappresentazioni riconducono ad un piano di profonda realtà interiore, lasciando trapelare significati e messaggi rivolti al fruitore.

 

Connotazione qualitativa molto rilevante, delineabile nelle opere astratte, è la non ripetitività di se stessa, poiché l’artista rinnova ogni volta le componenti segniche e materiche delle sfumature e tonalità utilizzate con fantasiosa capacità di rigenerazione. Ogni raffigurazione non è un discorso finito e concluso a se’ stante, ma si ricongiunge ad una visione ampia e aperta, seppur contenuta in una concezione di unicità ed esclusività elaborativa e progettuale.

 

La pittrice commenta “le opere della mia ricerca artistica sono un transito, un passaggio. Ogni fruitore può cercare di scoprire il proprio percorso di vita, avvicinarsi ai quadri e attraverso un’osservazione partecipe e consapevole, può individuare il suo percorso più congeniale, sintonizzandosi sui pensieri e con lo sguardo seguendo la strada, sulla sequenza virtuale immaginaria, che risulta più vicina e affine al suo modo di essere, all’ego introspettivo più intimo. In sintesi, questo è il processo, che mi ha stimolato nell’approccio all’astrattismo e che desidero condividere”.

 

Prosegue sottolineando “quali e quanti percorsi riusciamo a compiere nella nostra esistenza? Quante volte abbiamo sbagliato strada o direzione e abbiamo dovuto cambiare direzione e orientamento, per poterci ritrovare in pace con noi stessi? Non c’è vita, che non sia tortuosamente vissuta e, che non abbia dato l’opportunità di creare occasioni e tappe -nodali- che hanno segnato per sempre il nostro cammino. Con i miei lavori desidero focalizzare l’essenza primaria del nostro vivere, affinchè ne comprendiamo l’importanza e l’incidenza sostanziale, con sensibile e ispirata propensione”.

 

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ARTE PADOVA: SALVO NUGNES ESPONE LE OPERE DI ANNA STICCO PRESSO LO STAND DELLA MILANO ART GALLERY

Durante la 24° Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea “Arte Padova”, lo stand della storica galleria milanese “Milano Art Gallery” (sita in via alessi 11) accoglie i dipinti della talentuosa Anna Sticco dedicati a Maria Callas, la divina della lirica per antonomasia, con l’organizzazione del manager Salvo Nugnes agente di importanti personaggi del panorama cultural artistico.

 

L’affermata rassegna di settore si svolge a Padova in via Niccolò Tommaseo n. 59 dal 15 al 18 Novembre e il vernissage inaugurale si terrà Giovedì 14 Novembre alle ore 18.00.

 

La Sticco ha intrapreso un percorso di formazione da autodidatta iniziato in giovane età. Dapprima predilige la tematica dei ritratti di donna e di coppia. Poi nel 2006 a seguito di un viaggio a Parigi visita l’opera e rimane colpita e quasi stregata da un manifesto della Callas. Così la trasforma in icona simbolo e musa ispiratrice a modello. Nei suoi dipinti, di intenso impatto e suggestione il famoso stilista Pierre Cardin, intimo amico della Callas, ha dichiarato di riscoprirne l’animo, in tutta l’energia e la linfa vitale come se rivivesse impresso sulle tele.

 

Per la Sticco la Callas rappresenta non soltanto una leggenda mito del bel canto con una voce unica e inconfondibile, ma anche un esempio indiscusso di fascino magnetico e carisma seduttivo speciale. Infatti, ha saputo conquistarsi lo scettro di “Donna più bella del mondo” pur non possedendo i canoni estetici standardizzati della bellezza più classica e tradizionale.

La Sticco dice “Da esperta conoscitrice dell’illustre soprano ritengo, che spesso sia stata incompresa e fraintesa nelle scelte di vita e nelle relazioni sentimentali più chiacchierate. La paragono ad altre figure femminili entrate nella storia, come Lady Diana e Marilyn Monroe, con le quali ha condiviso charme e potere, unitamente ad intricate vicende esistenziali rimaste ancora avvolte nel mistero e avvolte da indecifrabili silenzi“.

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La pittrice feltrina Katia Scotti

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  • 21 Settembre 2011

La pittrice feltrina Katia Scotti ha dimostrato sin da giovanissima un grande interesse per l’arte con una predilezione per la pittura e il disegno.
Dopo aver frequentato il Liceo Artistico Leonardo da Vinci nella città di Belluno, ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia con gli insegnanti M.Brugnerotto ed E. Comencini. Terminati gli studi, ha deciso di rimanere a vivere a Venezia, lontana dalla sua città natale, per continuare a trarre ispirazione dal suo ambiente effervescente e creativo.
Dopo anni di lavori e sperimentazioni artistiche è riuscita a elaborare un suo stile pittorico originale e facilmante riconoscibile.
Ha partecipato a numerose esposizioni e negli ultimi anni è stata selezionata in importanti premi come il concorso Nazionale d’Arte Contemporanea Saturarte della città di Genova; attualmente collabora anche con la prestigiosa Fondazione Giuseppe De Nittis di Barletta.
La sua pittura è onirica, i soggetti da lei rappresentati sono inseriti in cieli infiniti: paesaggi simbolici dove qualsiasi cosa può succedere. La pittrice realizza cieli sospesi su nuove dimensioni: lì trovano posto oggetti apparentemente ordinari, assurde strutture architettoniche sospese in un’ambientazione da sogno, persone che si aggrappano o camminano in equilibrio su corde, tubi senza fine….
L’artista afferma che le sue opere sono come esplorare l’interno di un sogno e cercarvi tracce di se stessi.

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