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I Forni Valoriani forti nella loro tradizione esaltano l’evoluzione della pizza

La pizza un tempo considerato piatto povero della tradizione italiana che interpretava pasti veloci, semplici e poco costosi, oggi assume caratteristiche mutevoli e sempre più internazionali. In questo percorso di evoluzione i forni a legna e gas Valoriani rappresentano per il mondo pizza un baluardo di certezze e tradizioni, una qualità indiscutibile che porta all’eccellenza anche le ricette più innovative e originali.

Generalmente quando si parla di pizza la mente corre ad immagini che ritraggono il bel paese e ancora più specificatamente la città di Napoli, anima e cuore, per tradizione, di questo piatto. Tutto questo accade perché l’Italia ha dato i natali alla pizza nella forma e sostanza che vediamo oggi sulle nostre tavole, anche se la vera origine è antichissima e innumerevoli le evoluzioni e le varianti che si sono sviluppate nel tempo.

Il corso degli eventi, le frequenti emigrazioni del popolo italiano hanno reso oggi la pizza un piatto davvero internazionale, apprezzato, conosciuto, gustato e cucinato in ogni angolo del mondo. Europa, America, Giappone: la pizza ha davvero conquistato tutti divenendo un patrimonio culinario dell’intera umanità, basti pensare che la città con il più elevato consumo è New York seguita da San Paolo con 30 milioni di pizze al mese. Numeri da vero capogiro.

Anche il gusto in materia è radicalmente cambiato negli anni, infatti se i menù un tempo offrivano le più tradizionali Margherita, Marinara, 4 Stagioni e Capricciosa, oggi le pizzerie possono vantare una varietà di combinazioni ed ingredienti sempre più ricchi. Le differenze si manifestano anche passando da un paese all’altro attraverso usi, tradizioni ed alimenti che condizionano fortemente la realizzazione di questo piatto in origine così semplice.

I forni a legna e gas Valoriani si confrontano quotidianamente con i cambiamenti inerenti il settore pizza, evolvendo con essa ma preservando il tipico carattere di tradizione tutta italiana. “Indipendentemente dai gusti e dalle tendenze la pizza Margherita rappresenta in tutto il mondo il vero banco di prova per qualunque pizzeria e pizzaiolo: acqua, farina, lievito, sale, mozzarella, pomodoro, olio e basilico ingredienti semplici che se sapientemente dosati si esaltano l’un l’altro. In questo piatto non ci sono artifici e finzioni così come accade con i nostri forni autenticamente Made in Italy”.

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L’evoluzione nella tradizione: linee guida per la pizza

Si è tenuto lo scorso 25 ottobre, all’interno del Salone Internazionale delle Tecnologie e Prodotti per Panificazione, Pasticceria e Dolciario, il convegno organizzato da A.B. Tech Pizza Expo.
Un convegno molto più simile ad una tavola rotonda che ha approfondito i cambiamenti che ha subito la professione del pizzaiolo e le aspettative di chi all’interno delle pizzerie va a mangiare. Proprio le aspettative dei clienti infatti diventano fondamentali per valutare le evoluzioni nel settore, non solo delle pizzerie e dei pizzaioli ma di tutta l’industria delle macchine per pizza sia casalinghe che industriali. Quello delle pizzerie infatti risulta essere un settore ricco di novità che sta vivendo numerose trasformazioni che si adattano sempre più ai gusti della clientela superando le dinamiche stereotipate e tendendo la mano al marketing e alle tendenze di gusto internazionale.

La concorrenza infatti diventa sempre più spietata e la pizzeria comincia a diventare non solo luogo di cene e pranzi ma anche di intrattenimento dove vengono coinvolti tutti i sensi in un’esperienza gratificante non solo per il palato ma per tutti i sensi. Un cambiamento che coinvolge anche la figura del “pizzaiolo”, così integrata nella tradizione, che deve trasformarsi da semplice artigiano portatore di cultura e consuetudini a imprenditore che monitora la qualità degli alimenti e si fa manager e comunicatore della sua impresa e delle attività che al suo interno si svolgono. Un qualificazione quindi che lo deve spingere a dotarsi sempre più di oggetti professionali dall’ impastatrice planetaria alle informatrici e a tutto quello che serve nelle cucine di un locale multi propositivo.

E l’elemento portante per questo cambiamento bisogna trovarlo all’interno di ciò che viene proposto sulla tavole del cliente. La pizza da “piatto povero” deve diventare una prelibatezza unica e irripetibile attraverso la selezione delle materie prime e la capacità di sperimentare seguendo le tendenze e mescolando vari stili di cucina.

Durante la conferenza particolare attenzione è stata dedicata alla trattazione dell’argomento location, a tutt’oggi una componente fondamentale per qualsiasi luogo di ristorazione. Uno studio curato dal POLI-Consorzio del Politecnico di Milano che si occupa di Design. Una location che sembra tingersi di futuro ma che al contempo stimola nuovi modi di concepire l’esperienza cibo a di là della gastronomia, rendendola un’esperienza divertente, emotiva ed emozionale. Ambienti di design e di atmosfera che hanno sostituito i più tradizionali locali ancorati alla tradizione e capaci di soddisfare le esigenze di una completa serata con servizi di intrattenimento, lounge bar, ma anche servizi come aperitivo e brunch.

Importante è anche la figura e la formazione del personale addetto alla preparazione del cibo stesso. Molte sono state le considerazioni in merito all’introduzione di una vera e propria “patente europea del pizzaiolo” un vero e proprio esame composto da prova teorica e pratica che sia volta a tutelare sia il consumatore, sia la qualità del prodotto e che possa accertare la competenza e la professionalità stessa dell’operatore che abbia compente in merito non sol di preparazione ma anche in merito a nozioni di alimentazione, utilizzo di impastatrice, igiene e somministrazione degli alimenti in tutte le loro forme. Competenze più che mai necessarie per poter gestire al meglio la propria attività e che consentono di poter ampliare la propria attività e spaziare in diversi settori.

Regole e norme che andrebbero a influenzare anche il mercato estero delle pizza, uno degli alimenti più imitati e più interessati da plagio che verrebbe in questo modo tutelato secondo regole ben precise che permettano di distinguerlo da prodotti simili ma non uguali.

A cura di Martina Celegato

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