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Volontariato e società

Volontari per l’ambiente ripuliscono l’area del porto di Senigallia

In un paio d’ore raccolti 3 sacchi di spazzatura

I volontari de La via della felicità di Senigallia, organizzano diverse attività nell’area, come pulizia parchi, spiagge libere ed altre attività che hanno lo scopo di ripristinare, con i fatti, quei valori sociali molto importanti per vivere una vita migliore e più felice per tutti.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 20 febbraio, approfittando della bellissima giornata, il gruppo di volontari, armati di guanti e pinze, si sono dedicati ad un intervento di pulizia nella zona porto di Senigallia con il risultato di 3 sacchi di spazzatura, tra plastica e cartacce; incastrate tra i roccioni, ma pur sempre degradanti per l’ambiente.

Il rispetto dell’ambiente è uno dei punti trattati nella guida al buon senso La via della felicità, l’opuscolo che ispira i volontari ad impegnarsi costantemente nelle diverse attività nella comunità.

Molta la soddisfazione dei volontari per il lavoro fatto, e anche per l’apprezzamento dai cittadini che passando hanno dispensato tantissimi “Bravi”, “Grazie per quello che fate”; ecc… che fa capire quanta sia  l’attenzione all’ambiente; considerando che anche queste piccole azioni contribuiscono a mantenere il litorale di Senigallia “un gioiello”, apprezzato e ammirato ogni anno da migliaia di persone che si godono la meravigliosa spiaggia di Velluto.

Dato che il nostro benessere è legato alle azioni degli altri, diventa vitale promuovere i benefici di una buona condotta. “Rispettare e proteggere il proprio ambiente” questo è uno dei messaggi che i volontari vogliono diffondere nella società.

Il filosofo L. Ron Hubbard scrive: “Un ambiente deturpato da persone in disordine può avere un effetto leggermente depressivo sul morale. Comunque, ricchi o poveri, o per qualunque altra ragione, quelli che non hanno cura delle loro proprietà e luoghi possono provocare disordine alle persone che vivono accanto a loro.”

Vai sul sito: www.laviadellafelicita.org e decidi come puoi entrare in azione per migliorare il tuo ambiente.

 

 

 

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Le materie plastiche termoplastiche

La possibilità di ottenere forme svariate, complesse e secondo le esigenze creative del disegnatore è uno dei punti di forza dei materiali plastici termoplastici, che hanno così conquistato il campo del design per oggetti e accessori di arredamento.

I materiali termoplastici comprendono numerose resine largamente diffuse quali le poliolefine, le policloroviniliche, le poliammidi, il polistirolo e le resine acriliche.

Le poliolefine sono polimeri di composti organici alifatici insaturi caratterizzati da un doppio legame. Tra questi, i più noti sono il polietilene e il polipropilene isotattico.

Le poliolefine servono per fabbricare film, cordami, reti, articoli stampati, rivestimenti da fabbrica lampadari e rivestimenti a spruzzo di superfici metalliche.

Il polivinilcloruro, o PVC, e alcuni suoi copolimeri, consentono di ottenere una vasta gamma di prodotti (opachi o trasparenti, rigidi o con diverso grado di flessibilità) caratterizzati da elevata resistenza agli urti e agli agenti chimici, non infiammabili e con basso costo per unità di volume.

Le resine poliviniliche sono impiegate negli appretti, negli addensanti, negli adesivi e per le soluzioni per la tempra degli acciai. I cloruri di queste resine servono per tubi, valvole, pompe, rivestimenti protettivi, pellicole, tende e rivestimenti vari.

Le poliammidi, universalmente note sotto la denominazione di Nylon, si basano su reazioni che danno luogo a gruppi carbonammidici NH.CO, i quali si inseriscono in catane regolari di gruppi metilici.

Attraverso polimerizzazione e policondensazione, si è giunti a preparare una notevole varietà di polimeri, ciascono dei quali presenta caratteristiche peculiari.

I più noti sono il Nylon 66, che presenta la massima rigidità e durezza; il Nylon 6, caratterizzato da elevata resistenza ma estremamente igroscopico; il Nylon 610, di caratteristiche intermedie e il Nylon 11, che esalta la resistenza agli agenti chimici.

Il polistirolo, infine, è un polimero trasparente, leggero, di stabilità dimensionale e facilmente stampabile anche con tecnologie relativamente semplici. Il polistirolo viene impiegato nelle confezioni, negli imballaggi, come anche per isolatori di prese di corrente, pannelli per frigoriferi, articoli di cancelleria, casalingi e giocattoli.

Sviluppi successivi hanno consentito di produrre polistirolo espandibile di varie densità (per isolamento termico, imballaggio, ecc), polistirolo rinforzato con fobre di vetro, polistirolo antistatico, termoresistente e stabile alla luce.

Le resine acriliche trovano applicazione nei rivestimenti di stoffe e carte da parati per ottenere colori ed effetti speciali, nella fabbricazione di cuoi artificiali e di tele cerate. Altre applicazioni sono nel campo dell’incollaggio, della verniciatura e degli appretti a anche in alcuni tipi di inchiostri per stampa.

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Corso di alta formazione DESIGN FOR PLASTICS: Disponibili le ultime due riduzioni al 50%

Ancora aperte le iscrizioni alla VII edizione del Corso di POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano, per lo sviluppo progettuale dell’oggetto da produrre in plastica

Il corso è patrocinato da ASSOCOMAPLAST e FEDERCHIMICA -PLASTICSEUROPE ITALIA 

POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano, con il patrocinio di ASSOCOMAPLAST, l’Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma, e di FEDERCHIMICA – PLASTICSEUROPE ITALIA, l’Associazione Nazionale dei Produttori di Materie Plastiche, presenta la 7^ edizione del Corso di Alta Formazione in Design for Plastics.

 

Un corso nato da un’idea di Sergio Antonio Salvi e dedicato alla gestione e allo sviluppo progettuale del prodotto da realizzare in materia plastica. Ispirato ai principi del “design for X” – concetto dal quale sono nate le più moderne strategie di produzione industriale –  il corso ha l’obiettivo di costruire una figura d’elevata professionalità, un design manager in grado di gestire autonomamente le fasi di progettazione e di sviluppo del prodotto in materiale polimerico, tanto sul piano culturale quanto  su quello tecnico-scientifico, nonché di seguirne i processi di prototipazione e fabbricazione.

 

Grazie al sostegno di ASSOCOMAPLAST e FEDERCHIMICA – PLASTICSEUROPE ITALIA, sono disponibili riduzioni sulla quota di iscrizione. Le ultime due riduzioni al 50% verranno assegnate a chi presenterà la domanda di iscrizione entro e non oltre venerdì 8 agosto 2014. Sono inoltre disponibili riduzioni del 15% per gli ex studenti POLI.design, gli studenti in corso del Politecnico di Milano e per gli associati Assocomaplast e Federchimica – Plasticseurope Italia.

 

La didattica, pur riferendosi costantemente agli aspetti progettuali e produttivi, è basata su un’approfondita analisi dei contesti culturali, quindi sociali e ambientali, che hanno permesso alla plastica di divenire la “materia d’eccellenza” del prodotto dei nostri giorni. Le materie d’insegnamento riguarderanno quindi la storia e la cultura dell’oggetto in plastica, gli scenari socio-ambientali indotti dall’uso delle materie plastiche, la scienza dei polimeri, i materiali polimerici e le relative tecnologie di trasformazione – anche mediante le indispensabili analisi di campioni –, i materiali compositi polimerici, la progettazione dei componenti e del loro assemblaggio, la prototipazione rapida. Molti di questi argomenti verranno affrontati attraverso l’esposizione di case histories di successo.

Sono inoltre previste attività di laboratorio, esercitazioni progettuali ed esperienze sul campo. Presso i laboratori CESAP, per esempio, gli studenti avranno l’opportunità di un confronto diretto con specialisti di elevata esperienza che li guideranno in alcune visite mostrando le apparecchiature di prova, le tecnologie di fabbricazione degli stampi e alcuni processi di produzione.

 

Il corso prevede 80 ore di attività con un impegno settimanale di 2 giorni alla settimana, il giovedì dalle ore 16.00 alle ore 20.00 e il venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 18.00. Le lezioni si svolgeranno presso la sede di POLI.design, via Durando 38/A, Milano – Bovisa.

 

Il corso si rivolge a diplomati e laureati provenienti da scuole e facoltà di design, ingegneria e architettura; tuttavia è accessibile a tecnici e imprenditori dell’industria che possano riferire una formazione, o esperienza, di tipo progettuale. Ai fini dell’ammissione, il profilo di candidati non riconducibili a dette categorie, potrà essere valutato dalla direzione.

 

I candidati dovranno inviare il proprio curriculum a [email protected] entro venerdì 8 agosto 2014.

Inizio: 11 settembre 2014

Durata: 80 ore

Frequenza: giovedì, dalle ore 16.00 alle ore 20.00 e venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 18.00.

Sito web: www.polidesign.net/dfp

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Al via “Plastic Technologies Award 2015” La design competition di POLI.design e PLAST 2015

Industria e Università insieme per un concorso che unisce tecnologia e creatività per abbattere l’impatto di dismissione e promuovere il riciclo dei prodotti in plastica

 

Chiusura iscrizioni: 3 novembre 2014

Deadline consegna progetti: 27 novembre 2014

Totale premi: € 8.000

Bando e modalità di adesione su: www.polidesign.net/PlasticAward2015

 

Milano, giugno 2014Concept innovativi e originali di prodotti a rapido consumo/temporanei/usa-e-getta, che sfruttino le potenzialità di specifiche tecnologie di produzione e trasformazione delle materie plastiche: questi i cardini della seconda edizione di Plastic Technologies Award, il Concorso Internazionale lanciato da PROMAPLAST, società organizzatrice di PLAST 2015 (5-9 maggio) in collaborazione con POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano.

 

L’edizione 2015 del concorso si focalizza sulla dismissione e il riciclo dei prodotti, dei componenti e degli imballi con rapida obsolescenza e connotazione d’uso temporanea o addirittura usa-e-getta, come ad esempio utensili per la casa, accessori moda, oggetti di cosmetica e per la cura della persona, confezioni per prodotti a rapido consumo.

 

Il concorso affronta una tematica di grande attualità, riflettendo sugli effetti della crescita inarrestabile del settore del consumo rapido nella quotidianità della cultura occidentale. Molti dei prodotti, degli imballi e dei componenti usa-e-getta o dalla connotazione temporanea che caratterizzano i nuovi stili di consumo, infatti, vengono concepiti trascurando le problematiche legate alla loro dismissione, anch’essa inevitabilmente rapida, trattandosi di materiali, connessioni e composizioni a volte non separabili, non riciclabili né tantomeno correttamente dismettibili.

 

La nuova sfida lanciata ai designer di tutto il mondo da Plastic Technologies Award 2015 – ha dichiarato Mario Maggiani, Amministratore Delegato di PROMAPLAST, società organizzatrice di PLAST 2015 è quella di ideare progetti che possano abbassare l’impatto di dismissione, sfruttando le potenzialità delle tecniche, delle tecnologie di produzione e dei materiali, introducendo caratteristiche smart nell’oggetto stesso che risultino in linea con le esigenze dei potenziali consumatori. Progetti, quindi, che possano rinnovare in chiave sostenibile l’intero settore degli oggetti a rapida obsolescenza e di quelli temporanei.

 

La competition si rivolge a progettisti e creativi, italiani e stranieri (singoli o in gruppo), liberi professionisti o non professionisti, dipendenti di aziende e studenti.

 

Come si partecipa? Ogni progettista dovrà iscriversi al concorso entro il 3 novembre 2014, scegliere una categoria tecnologica in cui cimentarsi (stampaggio a iniezione, soffiaggio, stampaggio rotazionale, termoformatura o biopolimeri) e progettare un prodotto innovativo, rispettando il tema proposto dal bando oltre ai vincoli e ai limiti della tecnologia di produzione selezionata.

I progetti, da presentare entro il 27 Novembre 2014 all’indirizzo mail [email protected] nelle modalità indicate nel regolamento, dovranno essere originali, inediti e sviluppati espressamente per il concorso.

Il bando dettagliato del concorso è disponibile al www.polidesign.net/PlasticAward2015

 

A giudicare e selezionare i progetti vincitori sarà una giuria formata da noti esperti del settore provenienti dal Dipartimento del Design del Politecnico di Milano, da ADI, Associazione per il Disegno Industriale e dal mondo della professione.

In una prima fase la giuria valuterà sia il contenuto innovativo del progetto, sia il grado di rispondenza alle possibilità e ai vincoli legati alla tecnologia; verranno così individuati i finalisti e, nello specifico, una rosa di tre candidati vincitori del concorso e di due candidati vincitori per ogni categoria di Special prize manufacturing. Seguirà una seconda fase nella quale i progettisti selezionati avranno la possibilità di sviluppare il proprio concept sulla base delle indicazioni ricevute. La giuria, a questo punto, selezionerà i vincitori finali che si divideranno come segue il montepremi complessivo di 8.000 euro:

 

Vincitore del concorso

  • Primo premio: 3.000 €                                                             

 

Premi ‘Special Prize Manufacturing’

  • Premio stampaggio a iniezione: 1.000 €
  • Premio soffiaggio: 1.000 €
  • Premio stampaggio rotazionale: 1.000 €
  • Premio termoformatura: 1.000 €
  • Premio biopolimeri: 1.000 €

 

PROMAPLAST società organizzatrice di PLAST 2015 si riserva la possibilità, inoltre, di prototipare i progetti vincitori per esporli nell’ambito della prossima edizione della fiera triennale che avrà luogo dal 5 al 9 maggio 2015, una fra le più importanti fiere al mondo per l’industria delle materie plastiche e della gomma.

 

Per maggiori dettagli sulle modalità di partecipazione e per presentare la propria domanda di partecipazione, progettisti e creativi, italiani o stranieri, possono consultare il bando disponibile al sito www.polidesign.net/PlasticAward2015

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Il Chirurgo Bruno Bassetto presente al Festival del Cinema a Venezia ospite del manager Salvo Nugnes – Agenzia Promoter

C’è grande attesa per l’inaugurazione della 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia, che si terrà Mercoledì 28 Agosto presso il lido della Città. Tra le personalità del panorama attuale sarà presente anche il Dott. Bruno Bassetto, luminare della chirurgia estetica e plastica, in quanto appassionato al cinema e all’arte e, in particolare, sostenitore del regista statunitense Quentin Tarantino, e non nuovo a queste manifestazioni.

Bassetto infatti si dichiara molto vicino a queste arti ed è pienamente d’accordo con lo scopo principale del Festival, cioè quello di favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme d’arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. Il noto chirurgo afferma “La chirurgia estetica, come il cinema, vuole far emergere l’anima interiore presente in ognuno di noi e rimodellata a seconda di canoni precisi da noi stabiliti.”

Il Dott. Bassetto è un punto di riferimento autorevole in campo medico e ha consolidato la sua posizione attraverso anni di intensa formazione pratica e teorica in Italia e all’estero. Finora, vanta più di 5000 pazienti e opera principalmente tra Veneto e Trentino. La sua perla è la Clinica sanitaria Marostica Salus da lui fondata e diretta, con sede a Marostica (VI), dove ha creato una rete assistenziale specialistica modernizzata e di assoluta affidabilità.

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Agenzia Promoter: il rinomato chirurgo Bruno Bassetto spiega le nuove frontiere della chirurgia plastica ed estetica

Il rinomato Dottore Bruno Bassetto, esperto in ambito chirurgia plastica ed estetica nonché direttore e titolare della clinica specialistica Marostica Salus, con sede a Marostica (VI) esprime interessanti considerazioni sulle nuove frontiere di ricerca e applicazione nel settore. Vanta un curriculum di pregio a livello internazionale con tanti anni di onorata carriera, che gli hanno permesso di acquisire una clientela di pazienti sempre più numerosa e fidelizzata.

 Gli interventi di liposuzione sono gestiti frequentemente e con ottimi riscontri. Il chirurgo ha sperimentato con successo l’innovativa tecnica denominata vibroliposcultura, con la quale ottiene risultati pienamente soddisfacenti.

Bassetto spiega “Con questa tecnica alle cannule vengono trasmesse vibrazioni ad elevata frequenza tramite un apparecchio esterno, per cui le cellule lipidiche vengono distrutte e aspirate. Viene definita anche liposuzione assistita, perché supporta il chirurgo attraverso l’uso di cannule molto più sottili rispetto a quelle utilizzate nella tecnica tradizionale. Queste cannule penetrano nei tessuti più agevolmente e senza provocare danni. I tessuti subiscono traumi molto più blandi garantendo l’assenza di complicazioni e un decorso di convalescenza assai più rapido“.

Bassetto è abituale frequentatore di prestigiosi eventi artistico culturali. Di recente è stato ospite del manager Salvo Nugnes Direttore di Agenzia Promoter e Promoter Arte nell’esclusivo contesto della “Milano Art Gallery” per assistere alla presentazione del libro di Luciano Maria Teodori con la partecipazione di vip e nomi di spicco, tra cui Roberto Vecchioni, Gigliola Cinquetti, Andrea Pinketts.

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Il chirurgo Bruno Bassetto commenta il rapporto tra vip, estetica e bellezza

Il rapporto tra vip, estetica e bellezza è davvero un argomento molto attuale, suscita grande curiosità e attenzione da parte dell’opinione pubblica e diventa subito una notizia allettante e un gossip accattivante da divulgare a tam tam.

 Senza dubbio, una voce assai autorevole in materia è quella di Bruno Bassetto, chirurgo estetico e Direttore della Marostica Salus affermata struttura sanitaria di Marostica (VI).

Il rinomato chirurgo esercita da tanti anni in zona Veneto e Trentino e ha pubblicato interessanti editoriali sul tema. Bassetto dichiara con convinzione “Ci sono personaggi vip, che si affidano alla chirurgia estetica del fai da te, ma è assolutamente indispensabile, che certe operazioni vengano eseguite da veri professionisti del settore e mai improvvisate o compiute da medici incompetenti, perché le conseguenze negative sono difficilmente rimediabili. Un esempio tra tutti, le labbra ad effetto canotto, che purtroppo spesso vediamo sui popolari volti di donne appartenenti al mondo del cinema, della tv, della moda e dello spettacolo in generale“.

Alle nuove generazioni di chirurghi, Bassetto consiglia saggiamente di essere consapevoli e prima di intervenire su pazienti sani per motivi estetici, di prepararsi in modo adeguato con lunghi periodi di formazione e pratica chirurgica sotto la guida esperta di specialisti. E sottolinea con tono di raccomandazione “Nella branca specialistica della chirurgia plastica ed estetica sembra tutto facile, ma non c’è niente di semplice o di improvvisato“.

Bassetto è considerato un serio e apprezzato professionista nell’ambiente del jet set. Di recente insieme al manager Salvo Nugnes, Direttore di Agenzia Promoter, ha partecipato a una serata di gala in occasione del gran opening allo Splendid Venezia, a cui era presente anche il noto critico Vittorio Sgarbi e altre personalità illustri.

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INTERVISTA AL DOTT. BRUNO BASSETTO, SPECIALISTA IN CHIRURGIA ESTETICA E PLASTICA

Intervistato il Dott. Bruno Bassetto, specialista in chirurgia Estetica e Plastica, conosciuto in tutto il Veneto per la sua bravura, la sua passione e dedizione per il lavoro, coronato da più di 5000 interventi specialistici e numerose pubblicazioni sulla chirurgia Estetica.

Dove ha studiato?

Mi sono laureato in medicina e chirurgia e specializzato in chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l’Università degli Studi di Padova.

 

Cosa l’ha portata ad entrare nel mondo della chirurgia Estetica?

Alla fine del mio corso di studi ho avuto modo di conoscere ed apprezzare il Prof. Gianfranco Girardi, Primario della Divisione di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Regionale di Vicenza, che mi ha aiutato e fatto appassionare a questa specialità. Il Prof. Girardi è stato uno dei pionieri della chirurgia plastica ed Estetica in Italia e all’estero.

 

Quali sono le doti che un chirurgo plastico deve avere?

Resistenza allo stress, accurata preparazione ed esperienza, sicurezza, capacità decisionale, senso dell’Estetica, capacità organizzativa, sensibilità alle esigenze del paziente, capacità di selezionare il personale di supporto, capacità di valutare l’opportunità o meno dell’intervento richiesto e il risultato ottenibile.

 

Dal 1984 al 2002 ha lavorato nel Reparto di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Regionale di Vicenza dove ha ricoperto le funzioni di dirigente medico di I livello e di vice primario. Come ricorda questi anni lavorativi?

Sono stati anni di importante formazione professionale e collaborazione con importanti professionisti nell’arte della chirurgia Estetica sia italiani che stranieri. In Ospedale, ho acquisito le fondamentali nozioni e conoscenze per poter essere un chirurgo estetico capace e quindi di successo. Sicuramente sono stati anni molto impegnativi e faticosi che mi hanno fatto acquisire molta sicurezza per risolvere anche le eventuali complicanze degli interventi.

 

Ha lavorato anche negli Stati Uniti?

No, ho frequentato il reparto del Dott. Argenta ad Ann Harbour, Michigan.

 

Dove esercita la Sua professione?

A Marostica, presso la mia Clinica di chirurgia Estetica, presso la casa di cura Villa Berica di Vicenza. Visito a Padova, presso la casa di cura Diaz, a Trento in un ambulatorio e a Vicenza presso il Poliambulatorio SEFAMO.

 

Quali le pubblicazioni a cui ha collaborato?

Ho collaborato nelle seguenti pubblicazioni: Otoplastica secondo Mustardè (Rivista Italiana di Chirurgia Plastica) e Correzione Funzionale ed Estetica del naso a sella (Rivista Italiana di Chirurgia Plastica) entrambe con M. Pegoraro e L. Friede.

 

Quale il congresso in Italia più importante a cui ha partecipato?

In Italia i congressi più importanti sono quelli annuali delle mie Società: SICPRE e AICPE a cui partecipo sempre.

 

Quale il congresso all’estero più importante a cui ha partecipato?

Quello a Stoccolma del Dott. Per Hedén sulla Mastoplastica additiva.

 

E’ appassionante il suo lavoro?

Sicuramente si.

 

Che consigli darebbe ad un giovane chirurgo?

Essere consapevole che, prima di operare pazienti sani per motivi estetici, deve avere una preparazione notevole basata su anni di pratica chirurgica, guidata da Maestri nel settore. Sembra tutto facile ma, nella branca specialistica di chirurgia Estetica, non c’è niente di semplice o di improvvisato!

 

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Sacchi immondizia: mille modi per utilizzarli

Ogni anno, 500 miliardi di sacchi per immondizia vengono usati in tutto il mondo. Pensate che solo per l’Europa, il consumo medio di plastica (anche se non solo di sacchi per immondizia) è superiore a 40 kg a testa, compresi i bambini. E nei paesi come la Svizzera, più ricchi ed industrializzati di molte regioni europee, nel 2004 si sono utilizzate ben 850000 tonnellate. Bisogna ammettere che uno dei problemi fondamentali dei sacchi per immondizia e per le materie plastiche in genere è principalmente la loro scarsa riciclabilità: l’emissione di CO2, ad esempio, li rendono non idonei alla bruciatura. Per non parlare poi del mare e delle discariche ‘normali’ che alla fine inquinano più dei sacchetti stessi. Ovviamente, per il lavoro quotidiano in aziende e cantieri, i sacchi per l’immondizia sono fondamentali ed estremamente comodi in molte situazioni. Quello che però si può fare per aiutare l’ambiente, è utilizzarli in modo ragionevole e, all’occorrenza, modificare le modalità di impiego. Ad esempio: perché utilizzare i sacchi per le immondizie solo per eliminare materiale invece di usarli, ad esempio, per stivare materiale in magazzino senza che questo venga rovinato dalla polvere, dall’umidità e dall’acqua? Oppure, visto che il loro spessore di 80 micron aumenta la loro resistenza agli strappi e alle bucature, perché non usarli anche per il trasporto o la movimentazione della merce? Se pensiamo all’officina di un falegname, l’immagine che ci viene in mente è quella di un luogo non riscaldato dove i trucioli e la polvere spesso si insinuano anche negli anfratti più nascosti. Nell’officina, però, c’è anche materiale pregiato come le lame in parquet oppure pezzi di legname di alta qualità che, se riposto in sacchi per l’immondizia, può restare ben protetto anche per lungo tempo. Se così protetto, i trucioli di legno o il pulviscolo non andranno tra i vari pezzi di legname che così verrà preservato da graffi e opacità. E nemmeno l’umidità e l’acqua saranno più un problema. Inoltre, con una etichetta visibile il nostro prezioso contenuto sarà sempre al riparo e facilmente reperibile. A questo proposito, invece dei sacchi per immondizia neri si potrà utilizzare i sacchi per immondizia trasparenti così da vedere subito il contenuto del sacco. Ma questo versatilissimo prodotto non può essere utile solo ai falegnami: anche gli imbianchini e tutti coloro che si dedicano alla pittura muraria potranno godere di notevoli vantaggi come, ad esempio, per evitare che l’ovatta antiscivolo si srotoli nel furgone raccogliendo pulviscolo e corpuscoli che poi possono arrecare danni al pavimento sotto la scala. Utilizzando i sacchi per immondizia come contenitore questo non potrà più succedere anche perché, se necessario, la pulizia del sacchetto stesso si può fare in un attimo. Per concludere questo breve excursus dobbiamo dire anche che i sacchi per immondizia sono insostituibili a casa, per mille situazioni come in cantina (per riporre coperte, vecchi peluches, vestiti) oppure in garages anche per imballare oggetti di uso non comune. Insomma: dobbiamo proprio dire che i sacchetti per le immondizie sono incredibili: quindi non buttateli via ma lasciate che vi accompagnino nella vita di ogni giorno!

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Applicazioni e vantaggi della plastica

Le materie plastiche fanno parte della nostra vita di tutti i giorni, e anche se a volte si parla di plastica in maniera spregiativa, questo materiale presenta degli indubbi e notevoli vantaggi.

Se ci guardiamo intorno non è difficile notare come le varie materie plastiche, dalla poliurea al polietilene, trovino applicazione in molti diversi settori, da quello dei rivestimenti in plastica a quello dell’arredamento, solo per citare alcuni dei settori nei quali la plastica viene utilizzata.

Possiamo sicuramente dire che la plastica ha “invaso” vari ambiti della nostra vita, e pensare ad un mondo senza oggetti e componenti in plastica sarebbe davvero impossibile, così come sarebbe impossibile pensare ad un mondo senza legno o senza altri materiali che ci sono ormai diventati indispensabili. Nonostante, o forse a causa della sua capillare diffusione, la plastica non ha però sempre goduto di buona fama, anzi, è stata spesso connotata in modo negativo e associata all’idea di finto, di non umano e di impersonale. Basti pensare al modo in cui l’appellativo “di plastica” viene impiegato per descrivere in modo dispregiativo persone, rapporti e così via – come nel caso del “fake plastic love” (l’amore finto di plastica) citato in una celeberrima canzone dei Radiohead o della “Fabbrica di plastica” descritta in una canzone di Gianluca Grignani – per rendersi conto di come, quando si parla di qualcosa “di plastica”, non sempre, o per meglio dire quasi mai, ci si riferisce a quel qualcosa con un tono benevolo.

Oltre a queste considerazioni, bisogna anche dire che una certa avversione nei confronti delle materie plastiche è maturata in concomitanza con la crescita della sensibilità di molti nei confronti della questione ambientale. La plastica, se dispersa nell’ambiente, causa infatti degli enormi danni ambientali a causa del suo essere praticamente indistruttibile, perlomeno nel breve periodo. Inoltre, i rifiuti plastici non possono essere smaltiti con le stesse modalità usate per altri tipi di materiali, come l’incenerimento. Questo non significa però che le materie plastiche siano da mettere in croce: come detto, sarebbe impensabile pensare ad un mondo senza plastica, senza rivestimenti gomma, senza scenografie in polistirolo e così via. D’altra parte se è vero che la plastica non è un materiale biodegradabile, se non in centinaia di anni, è anche vero che esiste la possibilità di riciclarla, e quindi di riutilizzarla, come pure esistono ormai delle lavorazioni che permettono di produrre degli speciali tipi di plastica degradabile.

Le materie plastiche, inoltre, presentano numerosi vantaggi, che ne permettono l’utilizzo in molti diversi settori e per vari tipi di lavorazioni, e che hanno delle conseguenze positive, e non solo negative, per l’ambiente. La plastica è infatti un buon isolante acustico, termico, elettrico e meccanico, oltre che un materiale leggero e versatile, facilmente lavorabile con un basso consumo di energia, economico, colorabile, resistente alla corrosione, alle muffe, ai batteri e ai funghi e idrorepellente. Tutte caratteristiche che distinguono le materie plastiche da altri tipi di materiali, e che le rendono perfette per diversi scopi, dalla produzione di barriere protettive agli arredamenti asili, dalla fabbricazione dei sistemi di isolamento dei frigoriferi a quelli delle nostre case.

In conclusione, la connotazione negativa che ancora aleggia intorno al termine “plastica” risulta in certi casi ingiustificata, considerato non solo il fatto che sussiste la possibilità di riciclare e quindi di riutilizzare tale materiale, ma anche che alcune delle caratteristiche peculiari della plastica hanno delle conseguenze positive in termini di risparmio energetico.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione Srl – piano di marketing territoriale

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Bottiglie in plastica per l’acqua minerale o il latte partendo da preforme in PET

Asaplast S.r.l. è un’azienda leader nel settore della produzione di
preforme in PET per la realizzazione di bottiglie per il contenimento dell’acqua minerale, del latte, dell’olio o delle diverse tipologie di detergenti
disponibili in commercio.

Asaplast è in grado di offrire una vasta gamma di grammature e di colorazioni con un occhio sempre attento alla
realizzazione di contenitori di basso peso, di basso impatto ambientale e di grande qualità ad un prezzo assolutamente competitivo.

Asaplast si contraddistingue per l’elevato livello di automazione e di informatizzazione del processo di produzione che viene effettuato tramite robot completamente automatizzati che offrono flessibilità ed efficienza nonché un’adeguata ottimizzazione degli spazi.

L’utilizzo di robot permette ad Asaplast di offrire i più elevati standard igienico sanitari, standard che vengono seguiti anche al momento dell’immagazzinamento del prodotto finito. I magazzini sono studiati infatti nei minimi dettagli per offrire a questi prodotti un ambiente idoneo alla loro conservazione, un ambiente che non possa in alcun modo alterare la loro composizione.

Analisi chimico fisiche inoltre vengono effettuate sia sulla materia prima che sui prodotti finiti in modo che tutto sia sempre sotto controllo ed un team di esperti è sempre pronto ad intervenire in qualsiasi momento controllando ogni fase della realizzazione.

Per ulteriori informazioni visitate il sito:
http://www.asaplast.com

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Breve introduzione al polietilene: una storia, mille applicazioni.

Il polietilene è una resina termoplastica, in origine bianca o trasparente, di cui tutti noi ne facciamo un utilizzo, più o meno consapevole, quotidiano. In effetti, è la materia plastica più diffusa: basti pensare alle buste di plastica, ai rivestimenti dei cartoni del latte, a contenitori dei detersivi, ai tappi, alla pellicola usata per rivestire cavi elettrici e telefonici, alle cuffie da piscina. È tutto polietilene. Un materiale, quindi, decisamente versatile, utile in molteplici processi produttivi.

Come molte invenzioni geniali, il polietilene è nato per caso, grazie ad un incidente di laboratorio avvenuto nel 1898 per mano di Hans von Pechmann, intento a riscaldare del diazometano in un contenitore. Nel 1933 un altro incidente, questa volta a livello industriale, avvenne alla ICI Chemicals, quando Eric Fawcett e Reginald Gibson applicarono una pressione di centinaia di atmosfere ad un contenitore di etilene e benzaldeide. In entrambi i casi, gli studiosi rimasero colpiti dalla sostanza bianca simile alla cera che si era formata sulle pareti dei contenitori, e mentre nel primo caso si limitarono a darle un nome, il polimetilene, nel secondo tentarono di riprodurla, senza successo, per alcuni anni.

La svolta avvenne nel 1935, quando non fu un incidente ma la volontà di un altro chimico, Michael Perrin, a creare il polietilene, a cui fu riconosciuto la proprietà di isolante elettrico. Quattro anni più tardi ne iniziò la produzione su scala industriale: i film plastici diventarono da allora una fornitura indispensabile nel settore della produzione, richiesta da svariate industrie, dal confezionamento di alimenti alla produzione di cavi elettrici.

Il polietilene è, inoltre, un materiale termoplastico. Ciò significa che, aumentandone la temperatura, il suo stato cambia diventando viscoso e plasmabile; il film termoretraibile è stato, quindi, il passo successivo. In fase di fabbricazione è possibile modellare il polietilene secondo la forma desiderata; è sufficiente quindi che l’utilizzatore lo riscaldi con un getto d’aria calda, una fiamma o un forno affinché il film si ritiri fino al 50% e aderisca perfettamente all’oggetto che deve avvolgere. Tra i suoi impieghi più comuni non vi è solo la copertura di fili elettrici, ma anche il rivestimento di oggetti in legno, valida alternativa alla verniciatura (si pensi ad esempio ai modellini di aeroplano). Gli oggetti avvolti da film termoretraibile rimangono pertanto uniti e protetti, garantendo un imballaggio saldo e sottile, richiesto tanto nel settore produttivo come in quello alimentare. L’ultima evoluzione del polietilene è rappresentata dal film estensibile, oggigiorno richiestissima dal mercato. Come indica il nome, il film estensibile ha proprietà elastiche ed è particolarmente indicato per la protezione di prodotti pallettizzati e sensibili al calore, non idonei alla termo retrazione.

L’utilizzo principale del polietilene è pertanto il film packaging: la protezione che avvolge le confezioni di merce è, ancora una volta, in polietilene, così come la plastica utilizzata per imballare le valige. Non solo: le molteplici qualità di questo materiale, isolante, impermeabile, termoretraibile e resistente nonostante spessori molto sottili (come la pellicola da cucina, il cui spessore si esprime in micron) permettono ancora tanti altri utilizzi.

Il film polietilene possiede, infine, un’ulteriore qualità: è un materiale riciclabile. Tanto gli scarti di produzione come il rifilo delle bobine, quanto i fogli già utilizzati possono essere recuperati per produrre imballi a basso costo e alto valore ambientale. Un’opportunità oggi ancor più importante, ben sapendo che alla base del polietilene vi è la scarsità ed il prezzo altalenante del petrolio.

A cura di Lia Contesso – Comunicazione pubblicitaria

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