Archives

Comunicati

Economia globale verso un atterraggio morbido, nonostante i timori dei mercati

  • By
  • 6 Settembre 2024

Da alcune settimane sono tornate ad affacciarsi le preoccupazioni riguardo il futuro dell’economia globale. Si teme un’importante flessione, dopo il biennio caratterizzato dagli altri tassi di interesse per combattere l’inflazione (cosa che penalizza la crescita economica). Ma quanto è concreto questo pericolo?

Cosa succede all’economia globale

economia globaleIn realtà, anche se la paura di tanto in tanto serpeggia (soprattutto sui mercati finanziari), i timori per un’imminente flessione dell’economia globale sembrano esagerati.

Per spiegarlo dobbiamo fare un passo indietro. A inizio agosto c’è stata una burrasca improvvisa sui mercati, dopo la pubblicazione di un report molto deludente sul mercato del lavoro USA. Lo shock è cominciato dal Giappone (il Nikkei perse il 12% in una sola seduta) per poi propagarsi a tutti gli altri listini globali. L’indice S&P 500 nei primi giorni di agosto perse il 6,10% (fonte Pocket Option Italia).

I fatti raccontano altro…

Tuttavia l’aumento della disoccupazione è più che altro un effetto fisiologico della corsa dei mesi precedenti. Insomma il mercato del lavoro si è raffreddato, piuttosto che crollato. Gli indicatori che anticipano il trend non preannunciano alcuna inversione di rotta, semmai si sta piano piano tornando a valori più usuali. E con il processo di disinflazione che andrà ancora avanti, il miglioramento della disponibilità del credito (per via dei tagli dei tassi), dovrebbe fornire un sostegno per i consumi delle famiglie e, di conseguenza, per l’attività economica in generale.
Anche nelle altre economie sviluppate lo scenario non deve preoccupare, nonostante ci siano dei fattori di debolezza evidenti.

Lo scenario

E’ più plausibile quindi parlare di un rallentamento nel percorso che conduce alla normalità. Ad esempio il calo dell’inflazione, che finora è stato graduale e rapido, dovrebbe diventare più blando. I traguardi più semplici sono stati raggiunti, per gli ultimi passi però servirà più tempo.
Questo spiega anche perché le banche centrali potrebbero essere molto più caute di quanto si pensa nell’abbassare i tassi di interesse. Dopo tanto lavoro, i policy maker sono pronti ad agire con cautela, per non rischiare una seconda ondata d’inflazione.

No Comments
Comunicati

Economia, ecco perché quella Europea è meno resiliente degli Stati Uniti

  • By
  • 20 Ottobre 2023

Dallo scoppio della pandemia in avanti, l’economia globale ha dovuto convivere sempre con il rischio di una recessione imminente. Quello che è parso più chiaro in particolar modo, è l’andamento a velocità differenti della ripresa statunitense e di quella dell’eurozona.
L’economia Europea infatti manifesta una crescita più blanda. Soltanto per poco ha evitato la recessione tecnica (che scatta dopo due trimestri consecutivi di PIL negativo).

Le fragilità della nostra economia

economia globaleSia chiaro che il rischio recessione in Europa è ancora ben presente, e alcuni ritengono che tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo si concretizzerà. È importante esaminare perché l’area dell’Euro è meno resiliente rispetto agli Stati Uniti.

Imprese e debiti

La prima ragione è che le imprese del vecchio continente hanno un debito maggiormente legato ai finanziamenti bancari che rappresentano il 70% del totale. Negli Stati Uniti invece questa percentuale è appena del 27%.

Si tratta di un dato molto importante, se pensiamo che la Fed e la BCE hanno dovuto alzare ripetutamente i tassi di interesse per combattere l’inflazione. Tutto questo ha avuto un impatto sia sull’andamento delle relative valute, come dimostrano chiaramente gli indicatori di volatilità dell’euro e del Dollaro, ma soprattutto spiega perché l’inasprimento della politica monetaria abbia avuto conseguenze più serie per le imprese europee che non per quella americane.

Deficit e apertura commerciale

In secondo luogo, gli Stati Uniti hanno potuto aumentare il deficit di bilancio per compensare in parte l’inasprimento della politica monetaria. Un vantaggio non di poco conto.
Infine bisogna considerare che gli Stati Uniti sono molto meno legati al rallentamento della crescita globale, visto che la loro apertura commerciale è la metà di quella dell’area Euro, dove il rapporto tra Import + Export rispetto al PIL è al 50% (dati Pocket Option), rispetto al 25% degli USA.

No Comments
Comunicati

Acquisizioni e fusioni aziendali il Brasile attira investimenti stranieri

  • By
  • 9 Ottobre 2023

Dopo il lungo periodo di isolazionismo vissuto durante la presidenza Bolsonaro, il Brasile è tornato ad essere un centro di interesse per la finanza internazionale.
In particolare, i capitali stranieri sono tornati ad affluire nel paese sudamericano per finanziare operazioni di acquisizione e fusione aziendale. Al punto tale che il 41% degli investimenti esteri nell’intero Sudamerica è appannaggio del Brasile.

I numeri dei primi nove mesi delle acquisizioni e fusioni aziendali

brasile acquisizioni e fusioniDa gennaio a settembre di quest’anno, il numero di operazioni di fusione e acquisizione aziendale cross-border, ossia che coinvolgono investitori stranieri, è raddoppiato rispetto al totale. Se nello stesso periodo del 2022 la percentuale era al 31%, quest’anno è schizzata al 61%.

Anche in termini di controvalore la sostanza non cambia. Nei primi nove mesi di quest’anno siamo già a 26 miliardi di dollari di valore complessivo delle operazioni di fusione e acquisizione aziendale (fonte Pocket Option), dei quali 16 provengono dall’estero.

Perché è cresciuto l’interesse verso il Brasile

La ragione dietro alla quale si cela questo maggiore interesse straniero verso il settore aziendale brasiliano non è unica.
Da una parte incide sicuramente la crescita del prodotto interno lordo oltre le aspettative, visto che secondo i dati Ocse quest’anno il Brasile arriverà al 3%.

Dall’altra parte incide anche il particolare momento storico a livello geopolitico, perché oltre ai disastri della guerra in Ucraina ci sono anche i pessimi rapporti tra Stati Uniti e Cina. Questo ha spostato l’asse globale del commercio verso altre zone. In special modo Pechino ha deciso di indirizzarsi verso Africa e America Latina con maggiore convinzione. Non è un caso che da un paio d’anni Pechino sia il principale partner commerciale del Brasile, e non ci sono segnali di inversione del trend all’orizzonte.

Le operazioni al top

Tra le operazioni di acquisizione e fusione aziendale più importanti spicca sicuramente quella effettuata dal colosso Nestlé. Dopo due decenni di assenza dal Paese sudamericano, l’azienda dolciaria ha acquistato la catena di cioccolatini Copenaghen per circa un miliardo di dollari.

No Comments