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HOSThinking: Apre la call “10 Designer per 100 Prodotti”

POLI.design e Host – Fiera Milano ancora insieme per premiare l’ospitalità innovativa  

Spazio a show teaching e live workshop  per HOST 2017

 

HOST- Fiera Milano e POLI.design – Consorzio del Politecnico di Milano lanciano la sfida dell’innovazione a designer e creativi di tutto il mondo: nuove idee selezionate per HOST 2017 diventano oggetto di un evento creativo che si terrà tra i padiglioni della fiera.

Gli espositori saranno i veri ispiratori dei progetti.

Il design per vivere l’ospitalità: tra gli oltre 2000 espositori presenti in fiera, i designer selezioneranno 100 soluzioni di prodotto per creare nuove esperienze e scenari d’uso dell’ospitalità (format di interior design, per il food, per il retail, per il settore alberghiero, così come prodotti per l’arredo, la tavola e il living, etc..). L’attività creativa, svolta dal vivo, dovrà approdare a concept che coniughino servizio ed esperienza, prodotti offerti e spazio vissuto.

 L’esposizione diventerà un catalogo creativo “dal vivo” a disposizione dei designer, proponendo un coinvolgimento attivo del pubblico e stimolando l’uso e la sperimentazione dei prodotti presenti in fiera.

 10 Designer per 100 Prodotti è la nuova formula scelta per dare la possibilità di sviluppare il proprio progetto ‘live’ durante i giorni di svolgimento di HOST 2017 in programma a Rho fieramilano dal 20 al 24 ottobre.

Alle spalle di questo evento ci sono 2 edizioni di successo di HOSThinking, a design award, il concorso internazionale che ha registrato candidature da tutto il mondo e risultati oltre alle aspettative.

Mentor del Politecnico di Milano, imprese espositrici, giovani designer internazionali e studenti POLI.design daranno vita ad uno show teaching immerso nell’atmosfera della manifestazione. Un challenge unico nel suo genere per il quale è previsto un montepremi per le idee più innovative.

Punto finale dello show teaching sarà la presentazione alle imprese e al pubblico di HOST di vere e proprie visualizzazioni (storyboard, renderizzazioni 3D e simulazioni video) della modalità di fruizione dello spazio e del servizio concepito.

L’iniziativa animerà lo spazio dedicato alla collaborazione ormai pluriennale tra POLI.design e Host – Fiera Milano, tradizionalmente destinato a SMART Label, il riconoscimento per l’innovazione nell’ambito dell’ospitalità professionale.

Non resta che aspettare il prossimo ottobre e l’inaugurazione di Host 2017 per scoprire chi saranno i 10 designer chiamati a progettare il futuro con 100 nuovi prodotti.

 Per maggiori dettagli sulle modalità di partecipazione e per presentare la propria candidatura, tramite CV e portfolio, designer italiani e stranieri potranno consultare le pagine: www.host.fieramilano.it e www.polidesign.net/hosthinking10x100.

 HOST 2017

HostMilano è la manifestazione leader mondiale nei settori Ho.Re.Ca., foodservice, retail, GDO e hotellerie. La 40^ edizione è in programma dal 20 al 24 ottobre 2017 a Fieramilano. Punto di riferimento privilegiato per tutti gli operatori professionali del fuori casa e per conoscere novità ed innovazioni delle aziende e nuove tendenze del mercato, grazie anche a un’interazione costante con partner d’eccezione e di altissimo profilo (come associazioni di categoria, istituzioni e stakeholder), a HostMilano espongono oltre 2.000 aziende nazionali e internazionali provenienti da 47 Paesi. La manifestazione è suddivisa in tre macro-aree: Arredo e Tavola; Ristorazione Professionale e Pane, Pizza, Pasta e Caffè, Tea; Bar, Macchine caffè, Vending e Gelato, Pasticceria.

Oltre 1.500 hosted buyer profilati e 150.968 operatori professionali, di cui 60.383 stranieri da 172 Paesi, hanno visitato l’ultima edizione.

 POLI.design

Tradizione e innovazione, qualità e capacità di collegamento con il mondo professionale sono i capisaldi che fanno di POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano, una fra le realtà di riferimento a livello internazionale per la formazione post laurea. Insieme alla Scuola del Design e al Dipartimento di Design, POLI.design fa parte del prestigioso Sistema Design del Politecnico di Milano, istituzione universitaria di riconosciuta eccellenza che riunisce attorno a sé un polo di ricerca e formazione unico nel suo genere. POLI.design sviluppa formazione per giovani laureati e per professionisti nonché formazione per le imprese con un preciso orientamento all’innovazione. Opera nella prospettiva della internazionalizzazione, stabilendo di volta in volta partnership di scopo con università, scuole, enti, istituzioni, società e aziende.

HOSThinking

10 Designer per 100 Prodotti

Call internazionale rivolta a designer e progettisti italiani e stranieri.

Promossa da Host – Fiera Milano e POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano.

Deadline application fase 1: 31 Marzo 2017

Deadline consegna fase 2: 31 Maggio 2017

Premi:

  • I 10 designer selezionati parteciperanno allo show teaching come team leader e riceveranno un gettone di 1000€ per lo sviluppo del proprio progetto.
  • Il team vincente che si aggiudicherà un premio in denaro per il designer leader e buoni acquisto per servizi culturali per il resto del team (totale montepremi 3.000€).

 

Modalità di adesione su www.host.fieramilano.it e www.polidesign.net/hosthinking10x100

Contacts: [email protected]

 

Press Contacts:

Ufficio Stampa Fiera Milano

Simone Zavettieri

[email protected]

  1. 02 4997.7457

 

Ufficio Comunicazione POLI.design:

Valeria Valdonio

[email protected]

+39 02 2399 7201

www.polidesign.net

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Interior Design: a marzo il Master di Politecnico di Milano, POLI.design e SPD

Torna a marzo, con la sua XIV edizione, MID –  il Master Universitario in Interior Design del Politecnico di Milano, gestito da POLI.design in collaborazione con SPD – Scuola Politecnica di Design, con il patrocinio di FederlegnoArredo.

La sfida, in oltre 10 anni di attività, non è cambiata: formare professionisti del progetto di interni capaci e aggiornati, in grado di rispondere alle esigenze di committenti privati, società di progettazione, consulenza aziendale, servizi immobiliari, industrie della distribuzione, dell’ospitalità o di produzione di arredi.

Il Master si conferma come uno dei percorsi post-laurea fra i più qualificati per la progettazione degli interni.

Anche quest’anno il programma propone un mix equilibrato di contributi teorici, workshop, testimonianze e visite. I Project work tematici affrontano tematiche quali domesticità, ospitalità, spazi espositivi, del consumo e del lavoro.

Il progetto didattico ha coinvolto in questi anni i migliori studi italiani per ogni settore di intervento. Tra questi: Lissoni Associati, Migliore + Servetto, Citterio and Partners, Cibic and Partners, Giovannoni Design, Studio Bellini, Dante Benini & Partners, Studio Simone Micheli, Progetto CMR, Studio Marco Piva, 5+1AA, Studio Andrea Castrignano.

Al termine del percorso d’aula, gli studi partner offrono agli studenti l’opportunità di svolgere un periodo di tirocinio che rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio per entrare nel mondo del lavoro da protagonisti.

Ecco per esempio la testimonianza di Federica Pellazza, ex studentessa MID: “Grazie al Master ho avuto la possibilità di fare un’esperienza di tirocinio che mi ha cambiato la vita. Ho potuto relazionarmi con dei professionisti ed è stata l’occasione di proiettare nella realtà tutto ciò che ho sempre studiato. Adesso lavoro in Olanda e ho avuto modo di continuare a crescere professionalmente. Consiglio il Master perché è un corso di studio che ti dà la libertà di poter seguire e potenziare le tue inclinazioni e attitudini come designer.”

Il Master è aperto a laureati o laureandi in progettazione d’interni, architettura, design ed equivalenti o a candidati in possesso di formazione universitaria che hanno maturato precedenti esperienze professionali nel settore.

Il Master rilascia 60 crediti formativi (CFU), equivalenti a 60 ECTS.

Il Master è a numero chiuso. La selezione è basata sulla valutazione del CV e del portfolio. La richiesta di ammissione deve essere inviata all’indirizzo [email protected] entro il 16  febbraio 2017.

 

Segreteria del Master

Ufficio Coordinamento Formazione POLI.design

via Durando 38/A – V Piano – 20158 Milano

Tel. 02.2399.7275 [email protected]

Scuola Politecnica di Design SPD

via Carlo Bo 7, 20143 Milano

Tel. 02.2159.7590 [email protected]

 

Press Contacts:

Ufficio Comunicazione POLI.design

Tel. 02.2399.7201 [email protected]

 

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MASTER IN YACHT DESIGN: SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALLA XVI EDIZIONE

La nautica del futuro progettata dagli studenti del Politecnico di Milano e POLI.design

Il futuro della nautica è chiaro: “l’Italia – leader nel mondo in termini di produzione e design – può restare all’avanguardia nel mondo se saprà fornire al mercato yacht fatti “su misura” per coloro che vogliono fare del mare una scelta di vita. (ANSA)

Ed è proprio per rispondere alle esigenze del settore nautico internazionale che il Master in Yacht Design del Politecnico di Milano gestito da POLI.design forma ormai da 15 anni Yacht Designer esperti, in grado di gestire il percorso progettuale e costruttivo di una imbarcazione – a vela e a motore – e di reagire con creatività e competenza e ai nuovi trend ed alle esigenze di una committenza sempre più attenta.

Non a caso il mercato ha già avuto modo di avvalersi della professionalità e della spinta all’innovazione veicolate dagli studenti formati dal Master. Esemplificativo il tasso di placement raggiunto: oltre il 70% degli ex- studenti è oggi attivo nel campo dello yacht design. C’è chi ha aperto uno studio di progettazione, o chi invece ha privilegiato la carriera nella cantieristica come imprenditore o ricoprendo ruoli di direzione di produzione, controllo qualità, project management o interior design.

La XVI edizione del Master torna quindi a febbraio con la Faculty altamente qualificata di sempre e un approccio didattico pensato per spaziare in ambiti disciplinari differenti, dall’ingegneria all’architettura e design, integrando lezioni in aula, esercitazioni progettuali e visite guidate presso cantieri e aziende del settore, oltre a istituti di ricerca applicata. Punto di forza del Master è anche la possibilità di utilizzare, a supporto dello svolgimento delle attività didattiche, i laboratori del Politecnico di Milano, tra cui la Galleria del Vento, il Laboratorio Modelli, il Laboratorio Allestimenti e il laboratorio SMaRT – Lecco Innovation Hub.

A completamento del percorso didattico è previsto uno stage di tre mesi in alcune delle più interessanti realtà professionali, fra cui studi di progettazione e cantieri nautici di primaria importanza come Francesco Paszkowski Design, STAND BY Mariana Radovich, Team for Design, Sireg H3O, Yankee Delta Studio Luca Dini Design, Feadship, Azimut-Bennetti, Rossi Navi, Sanlorenzo, Vismara Marine, Adria Sail.

Per l’edizione 2017 sono disponibili n. 4 esoneri parziali del 25% che verranno assegnate al miglior studente

  • laureato in Design;
  • laureato in Architettura;
  • laureato in Ingegneria;
  • iscritto ad una federazione nazionale di vela

Il termine ultimo per richiedere gli esoneri parziali è il giorno 18/11/2016 ore 13 (ora italiana), gli assegnatari degli esoneri parziali riceveranno comunicazione scritta dal Consorzio POLI.design entro il giorno 28/11/2016.

Per candidarsi è necessario presentare una richiesta scritta in forma libera all’indirizzo [email protected]

Regolamento disponibile qui http://polidesign.net/sites/default/files/Agevolazioni%20MYD.pdf

 Il Master, in lingua inglese, ha la durata di un anno. L’avvio è previsto per febbraio 2017.

I posti disponibili sono 30.

Per Informazioni si prega di contattare l’Ufficio Coordinamento Formazione  POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano:  Tel. (+39) 02 2399 5911; [email protected]

 

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Ufficio Comunicazione POLI.design

Tel. (+39) 0223997201

[email protected]

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Urban Interior Design: un master tra Milano e Madrid per formare designer degli spazi urbani contemporanei

César, Riccardo, Zeinab, Tabreed, Payam, Angga, Rosalía, Duc, Paola, Andrés, Lucía vengono da tutto il mondo, sono architetti, designer, urbanisti e hanno background culturali e formativi molto diversi tra loro. Insieme ad altri, però, hanno scelto una specializzazione, quella del design dello spazio urbano, per avviare la propria carriera professionale credendo nel modello didattico proposto dal Master in Urban Interior Design [MUID] del Politecnico di Milano e della Escuela Politécnica Superior Universidad CEU San Pablo di Madrid, la cui III edizione, sempre a firma POLI.design, torna il prossimo autunno.

E sono infatti sempre più richiesti questi designer degli spazi urbani, progettisti educati al progetto delle aree non costruite: piazze, strade, parchi, rotatorie e altri vuoti urbani non definiti. Una professione attuale e ricercata anche da realtà consolidate, attive da anni a livello internazionale nella progettazione di edifici e spazi pubblici, di piani urbanistici e nel campo del disegno di interni e dell’allestimento. Non a caso, il network dei nomi coinvolti nella didattica del master e nei tirocini degli studenti annovera alcuni studi leader del settore come: Studio De Lucchi, Studio Migliore+Servetto, Topotek1, CZA Cino Zucchi Architetti, Ecosistema Urbano Arquitectos, Studio Cerri, Design to Users, Les Ateliers, Castelli Design, Esterni, Studio Stocchi, Urban Art Project – UAP, Rebirth Inhabit Research Group, Studio Ghigos, Enzo et Rosso, Ma0, SGS Architetti Associati e Atelier Alberto Garutti.

Nei primi due anni di attività, dunque, il master ha allevato una nuova generazione di progettisti – provenienti da Spagna, Libano, Pakistan, Italia, Bolivia, Siria, Canada, Iran, Messico, Indonesia, Pakistan, Uruguay e Vietnam per citare solo alcune delle nazioni coinvolte – che hanno saputo cogliere la sfida lanciata da queste due prestigiose istituzioni accademiche: apprendere un metodo progettuale solido e attuale per dare forma concreta e funzionale agli spazi urbani che ospiteranno le nuove esigenze collettive, siano esse virtuali o reali, private o pubbliche.

 Il master vanta un modello didattico di alto profilo reso possibile dalla collaborazione dei due enti universitari coinvolti ed una faculty qualificata e multidisciplinare fatta di professionisti e accademici provenienti dal mondo dell’urbanistica, dell’architettura, del design, ma anche dal settore dei servizi, dalle scienze umane e del management.

Interamente in lingua inglese, l’iter formativo prevede una duplice esperienza formativa fra Milano e Madrid, in cui lezioni frontali più teoriche si alternano a intense fasi di workshop progettuali; per tutti gli studenti, infine, un periodo di stage presso realtà di primo piano del settore dove mettere in pratica gli insegnamenti raccolti e avviare il proprio percorso professionale.

L’avvio delle lezioni per la terza edizione del Master è previsto per il 3 ottobre 2016.

Il Master universitario è riservato a candidati in possesso di Diploma o Laurea V.O., Laurea Triennale, Laurea Specialistica/Magistrale N.O. in: Architettura, Disegno Industriale, Ingegneria, Interior Design, Scenografia, Belle Arti. Per i candidati stranieri saranno considerati titoli di studio equivalenti nei rispettivi ordinamenti degli studi.

Per Informazioni su didattica e modalità di iscrizione, si prega di contattare l’Ufficio Coordinamento Formazione: [email protected], tel. +39 02 2399 7217.

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Ufficio Comunicazione POLI.design
Tel. (+39) 02.2399.7201
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Flex EMBA: E’ partito oggi al MIP Politecnico Milano il primo Master Executive MBA in Italia in digital learning

Milano, 24 Ottobre – Parte oggi la prima edizione del Master Flex EMBA, primo Executive MBA in Italia in digital learning. Il Flex EMBA  è un innovativo formato Executive MBA che consente di scegliere da dove seguire le lezioni, come fruire i contenuti e quando frequentare i corsi, assicurando ai partecipanti la possibilità di costruirsi un’esperienza formativa altamente personalizzata.

Il formato del Master consente di acquisire le medesime competenze, di costruire lo stesso network di relazioni e di ottenere lo stesso diploma dei formati Executive MBA tradizionali, beneficiando però della massima flessibilità e compatibilità con gli impegni di lavoro e familiari assicurate dalle più moderne tecnologie digitali.

Si tratta di una vera innovazione nel panorama della formazione Executive in Italia, in cui per la prima volta è il percorso di studi ad adattarsi all’agenda di lavoro degli allievi e non viceversa.

Tutto questo grazie ad una innovativa piattaforma di digital learning, sviluppata dal MIP su tecnologia Microsoft, attraverso cui gli allievi possono studiare, apprendere e collaborare utilizzando gli stessi strumenti che quotidianamente sono abituati ad impiegare in ufficio e a casa.

Inoltre, grazie alla collaborazione in essere con Dell e Intel agli allievi del Flex EMBA verrà fornito un dispositivo 2 in 1 di ultima generazione –Dell Venue 11 Pro – basato sulla tecnologia di processore Intel® Atom™, che assicura vantaggi sia in termini di prestazioni che di produttività : questo nuovo Dell Venue 11 Pro con Intel Inside®  può essere infatti utilizzato in modalità tablet per fruire al meglio dei contenuti multimediali, oppure può essere dotato di una tastiera opzionale per beneficiare delle piene funzionalità  di un notebook conuna straordinaria durata della batteria.

 

Formato e programma del Flex EMBA

Il Flex EMBA ha un formato modulabile, con una durata minima di 18 mesi. Esso consente tuttavia di distribuire il proprio impegno in modo personalizzato e funzionale alle proprie esigenze, fino ad un periodo massimo di 3 anni.

Il percorso formativo si articola in 8 Corsi Core, ognuno dei quali viene erogato due volte all’anno tramite la piattaforma di digital learning, permettendo così all’allievo di gestire al meglio il proprio piano di studio.

A questi corsi si aggiungono dei momenti di interazione face-to-face in presenza, volti a sviluppare le soft skills, le capacità di negoziazione, di public speaking e di leadership degli allievi, oltre a permettere loro di costruire un solido network di relazioni interpersonali.

Completano il Flex EMBA 2 Corsi Elective, da seguire presso la sede del MIP al termine dei Corsi Core, in italiano o in inglese, e il Project Work finale.

La piattaforma permette di accedere a contenuti video pre-registrati, di partecipare attivamente a video-sessioni di discussione e workgroup moderate dal docente, di interagire con gli altri allievi e di lavorare insieme a loro su progetti e assignment, di accedere a contenuti multimediali addizionali, di interagire one-to-one con i docenti. Tutto questo da qualsiasi luogo e utilizzando un qualsiasi terminale digitale (tablet, smartphone, laptop, eccetera)

Per la prima volta, infatti, sono stati integrati strumenti di produttività individuale e di collaboration, tra cui Outlook, Onedrive, Sharepoint, Lync, e gli altri applicativi di Office 365 in un ambiente user-friendly, che permette ai partecipanti di vivere un’esperienza digitale innovativa, introducendo per la prima volta i concetti di smart working in un contesto formativo.

Benefici del Flex EMBA

Il Flex EMBA permette di conciliare al meglio lo studio e gli impegni di lavoro e familiari e per questo si rivolge a:

  • Profili che non possono programmare le proprie agende e viaggi di lavoro e per questo richiedono maggiore flessibilità rispetto a quella offerta dai formati tradizionali Executive MBA Part-Time
  • Manager che non possono assentarsi dall’attività lavorativa per lunghi periodi di tempo o che lavorano all’estero.

La frequenza tramite piattaforma permette di trasferire in modalità digitale gli elementi più importanti di un percorso formativo Executive consentendo inoltre di limitare al massimo gli spostamenti necessari per seguire le lezioni, assicurando un importante risparmio dei costi e del tempo dovuti alle trasferte.

La piattaforma rappresenta un breakthrough nel campo delle tecnologie per il distance learning, e porta l’esperienza formativa all’interno dell’ambiente digitale in cui ogni allievo vive e lavora, con una semplicità ed immediatezza d’uso mai sperimentati fino ad oggi. Aiuta inoltre gli studenti ad orientarsi nel vastissimo insieme di contenuti ed opportunità di formazione sempre più disponibili, gratuitamente, sulla rete.

Sfruttando la flessibilità garantita dalla nuova piattaforma di digital learning, infine, la Faculty del Flex EMBA si amplia, coinvolgendo top manager di aziende di rilievo nel panorama italiano ed internazionale nell’Adjunct Faculty del Flex EMBA.

Il Flex EMBA è anche particolarmente adatto a soddisfare le esigenze delle imprese che intendono formare e far crescere i propri dipendenti ad alto potenziale, senza tuttavia allontanarli per molte ore dal luogo di lavoro. È un formato adatto anche a quelle imprese che hanno dipendenti sparsi per il mondo, i quali possono beneficiare di un aggiornamento ed allineamento delle proprie competenze manageriali.

 

 

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La Fondazione everis e la Fondazione Politecnico di Milano collaborano per promuovere l’imprenditoria scientifico-tecnologica

La Fondazione everis e la Fondazione Politecnico di Milano hanno sottoscritto una accordo di collaborazione per sostenere progetti di impresa e di innovazione tecnologica. La Fondazione Politecnico di Milano aggiunge così un’altra collaborazione prestigiosa alla lista di Polihub, l’incubatore del Politecnico di Milano che conta oggi 28 nuove imprese.

Il Vicepresidente della Fondazione everis, Ricardo Penalva, e Giampio Bracchi, Presidente della Fondazione Politecnico di Milano, hanno siglato una convenzione annuale volta a individuare progetti imprenditoriali, promossi o proposti da studenti del Politecnico di Milano, che si avvarranno di servizi di consulenza erogati da i-deals, business unit che opera come compagnia indipendente all’interno del Gruppo Everis sui temi dell’innovazione tecnologica. La Fondazione everis individuerà, sosterrà e investirà in progetti allo stato embrionale, in fase di early stage, per trasformarli in proposte rispondenti alle esigenze del mercato, in imprese praticabili, in iniziative di valore e di qualità.

Da dodici anni al fianco della comunità imprenditoriale e dell’università, la Fondazione everis seleziona e promuove progetti con spiccate caratteristiche di innovazione tecnologica. Un ponte tra Spagna, Europa e America Latina si distingue nel panorama internazionale per i diversi entraprenerial awards (con premi da 60.000 euro annui), per gli accordi con atenei prestigiosi che oltre alle università spagnole contano anche le americane Harvard e Carnegie Mellon, e il messicano ITAM (Istituto Tecnológico Autónomo de México) dove organizza master per la creazione d’impresa, e alle quali aggiunge oggi il Politecnico di Milano, ventottesimo nelle classifiche mondiali dell’ingegneria.

“La collaborazione con la Fondazione everis è un aiuto importante per le startup e per le future imprese di PoliHub e un ponte verso una dimensione internazionale di crescita e di sviluppo oggi imprescindibile. La Fondazione everis è un partner di prim’ordine nel panorama europeo e non solo, un interlocutore prestigioso che sa guardare con grande interesse alla trasformazione del talento in impresa. Con questo spirito siamo certi di poter lavorare insieme per valorizzare le capacità dei giovani, per nutrire le loro ambizioni, per rispondere con idee nuove e originali agli stimoli del mercato”. Ha affermato Giampio Bracchi, Presidente della Fondazione Politecnico di Milano.

Ricardo Penalva, Vice Presidente della Fondazione Everis, ha commentato: “La Fondazione everis e la Fondazione Politecnico di Milano condividono l’obiettivo e la volontà di fare in modo che le idee che nascono nell’ambito accademico si adattino ai bisogni del mercato per offrire soluzioni che portino valore tanto per il settore accademico quanto per quello industriale”.

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Cloud Economy: La nuova tecnologia di frontiera trattata al Convegno del Politecnico di Milano

Il 28 giugno 2012 si è svolto all’Aula Carlo de Carli del Politecnico di Milano il Convegno “Cloud Economy: ultima chiamata”, con la presentazione dei dati della ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, giunto al secondo anno di attività e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Obiettivo: analizzare e spiegare il fenomeno Cloud, nuova tecnologia di frontiera. Ai lavori della tavola rotonda hanno partecipato le migliori aziende del settore ICT, tra cui IBM, Telecom Italia, Microsoft e Infracom Italia.

Con l’obiettivo di analizzare e spiegare il fenomeno Cloud, stimandone entità e trend, la Ricerca ha coinvolto oltre 130 CIO di grandi imprese italiane tra cui IBM, Telecom Italia, Microsoft, Infracom Italia, HP, Accenture, CSC, Fujitsu, Huawei, NetApp, Rittal, VMware e Altea, Dedagroup, Intel, Nolan, Norton Italia, Retelit, Wind, e 660 Responsabili IT di PMI.

I temi discussi durante tutta la giornata sono stati la quantificazione del mercato cloud in Italia, le applicazioni e l’impatto di questa tecnologia sulla filiera ICT, nonché l’identificazione dei benefici derivanti dall’utilizzo di questa sofisticata ed innovativa infrastruttura tecnologica. Dopo il dibattito della tavola rotonda tra i dirigenti dedicati delle migliori aziende del settore ICT, nel pomeriggio sono stati premiati i vincitori dei “Cloud Innovation Awards”, le aziende cioè distintesi per capacità di innovazione dei propri processi e infrastrutture attraverso strumenti cloud.

Da questa giornata è emerso che lo scenario italiano risulta abbastanza preoccupante, ma con delle prospettive incoraggianti. Il nostro appare come un Paese follower, sempre più in ritardo nella gara globale all’innovazione digitale, con il suo 46° posto nel mondo per spesa ICT su PIL e il 58° per percentuale di utenti connessi. Sono indicativi alcuni numeri a riguardo: per il 2011 la spesa IT si è attestata a 17,67 Mld di Euro, valore che, oltre a essere molto basso rispetto al PIL, risulta in contrazione del 4,1% rispetto al 2010 (dati Assinform). Più in generale, il mercato Cloud nel 2012 è stimabile in 443 Mln di Euro, pari al 2,5% di tutta la spesa IT sostenuta in Italia.

Premesso ciò, alcuni cardini per il futuro sono stati posti dalla ricerca e dall’incontro tra i quadri delle aziende della filiera: il Cloud è per le imprese e Pubbliche Amministrazioni italiane un’opportunità unica per accedere alla digitalizzazione saltando quei gap di risorse investite e competenze da troppo tempo accumulati nell’ambito dell’ICT tradizionale. Tuttavia, questa innovativa tecnologia non è ancora diffusa quanto dovrebbe.

“Entrando in maggior dettaglio della diffusione del fenomeno, la Ricerca ha evidenziato come il 67% delle GRANDI AZIENDE adotti già tecnologie Cloud. – commenta Alessandro Piva, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service – In particolare il 56% utilizza almeno un servizio Cloud, mentre l’11% ha in corso limitate sperimentazioni. Il 25% si è dichiarato interessato all’introduzione e solo l’8% dichiara di non utilizzare il Cloud e di non avere alcun interesse a introdurlo. Diverso, invece, è lo scenario di adozione per le IMPRESE SOTTO I 250 ADDETTI, tra le quali solo il 22% dichiara di avere avviato progetti Cloud, il 2% intende introdurli e il 76% non ne fa utilizzo. Tra le aziende che non hanno avviato progetti Cloud, solo il 6% dichiara un interesse, il 60% non ne dimostra alcuno e il 10% dichiara di non conoscere tali tecnologie”.

Secondo Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano: “Sebbene si tratti di un valore ancora limitato, i tassi di crescita sono stimabili attorno al 25% anno su anno. Il 54% della spesa è riconducibile al cosiddetto Private Cloud, con un valore di circa 240 milioni di Euro e pari all’1,36% del budget IT, mentre la componente di spesa legata al Public Cloud è stimabile in 203 milioni di Euro”.
“Analizzando in modo approfondito le iniziative Cloud condotte dalle aziende italiane – commenta Stefano Mainetti, altro Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – ci si accorge che il primo passo eseguito è generalmente nella realizzazione di un Cloud Privato. Ciò comporta una decisa accelerazione del percorso di virtualizzazione eseguito negli ultimi anni, per giungere ad una razionalizzazione e automazione dei Data Center. Questo percorso è solitamente motivato dall’obiettivo di ottenimento di significativi risparmi, ma può essere considerato pressoché confinato ad un’evoluzione tecnologica, senza comportare quindi significativi cambiamenti nella modalità di realizzare e governare i Sistemi Informativi”.

La ricerca ha analizzato gli approcci seguiti nell’adozione del Cloud da parte delle imprese. Nel 76% delle aziende analizzate, si riscontra un atteggiamento tattico e reattivo che comporta un cambiamento nelle Direzioni ICT limitato al più alla creazione di nuove competenze interne. Un atteggiamento che, provocatoriamente, si può definire da Hobbista. All’opposto vi è l’atteggiamento dell’Orchestratore, che si caratterizza per la capacità di avere un ruolo attivo nelle iniziative che si abbina anche a un radicale cambiamento della propria Direzione, con la creazione di nuovi ruoli e procedure (6% del campione). Vi è poi il profilo del Modaiolo (2%) che racchiude coloro che hanno un ruolo reattivo ma, inseguendo l’hype, iniziano a creare ruoli di presidio interni; infine vi sono i Broker, ovvero i CIO che si sono limitati a portare all’interno dell’azienda soluzioni Cloud, senza però riorganizzare internamente la loro direzione (16%).

Limitandosi alla sola stima di risparmio di costi e accontentandoci di stime prudenziali, i progetti di Public Cloud analizzati hanno portato a riduzioni del Total Cost of Ownership stimabili tra il 10 e il 20%, in funzione dell’ambito, della situazione di partenza e dell’efficacia dell’approccio di adozione. Analoghe stime di beneficio, sebbene subordinate a investimenti iniziali rilevanti e progetti di più lunga durata, possono essere fatte per il Private Cloud.

Proiettando questi dati rispetto alla crescita del mercato ad oggi stimato dalle imprese del campione, il Cloud potrebbe comportare un risparmio cumulato entro il 2015 di circa 450 milioni di Euro, risparmio che potrebbe essere portato fino ad 1 Miliardo di Euro se si adottassero le migliori pratiche e ci si portasse a livelli di adozioni analoghi a quelli dei Paesi leader.

Un caso di scuola, pratico e già operativo, dell’applicazione della tecnologia Cloud è la realtà Infracom Italia, operatore italiano di telecomunicazioni, data center e ICT outsourcing. L’azienda di Verona, presente in Italia con 500 professionisti, in 14 città italiane e centri di competenza a Milano, Firenze, Roma ed Imola, offre un’ampia gamma di servizi, coniugando competenze e asset che vanno dagli aspetti infrastrutturali ai servizi gestiti in cloud computing, grazie soprattutto alla gestione autonoma di 9.000km di rete in fibra ottica e 4 data center, per oltre 5.000 m2 di superficie totale.

FONTE: INFRACOM ITALIA SPA

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Politecnico di Milano, ricerca Osservatorio Cloud & ICT. Fenomeno Cloud, un mercato da 450 mln e nuova tecnologia di frontiera

Al Convegno “Cloud Economy: ultima chiamata” sono stati presentati i dati della ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Obiettivo: analizzare e spiegare il fenomeno Cloud, nuova tecnologia di frontiera. Ai lavori della tavola rotonda hanno partecipato le migliori aziende del settore ICT, tra cui IBM, Telecom Italia, Microsoft e Infracom Italia.

Il 28 giugno 2012 si è svolto all’Aula Carlo de Carli del Politecnico di Milano il Convegno “Cloud Economy: ultima chiamata”, con la presentazione dei dati della ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, giunto al secondo anno di attività e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Con l’obiettivo di analizzare e spiegare il fenomeno Cloud, stimandone entità e trend, la Ricerca ha coinvolto oltre 130 CIO di grandi imprese italiane tra cui IBM, Telecom Italia, Microsoft, Infracom Italia, HP, Accenture, CSC, Fujitsu, Huawei, NetApp, Rittal, VMware e Altea, Dedagroup, Intel, Nolan, Norton Italia, Retelit, Wind, e 660 Responsabili IT di PMI.

I temi discussi durante tutta la giornata sono stati la quantificazione del mercato cloud in Italia, le applicazioni e l’impatto di questa tecnologia sulla filiera ICT, nonché l’identificazione dei benefici derivanti dall’utilizzo di questa sofisticata ed innovativa infrastruttura tecnologica. Dopo il dibattito della tavola rotonda tra i dirigenti dedicati delle migliori aziende del settore ICT, nel pomeriggio sono stati premiati i vincitori dei “Cloud Innovation Awards”, le aziende cioè distintesi per capacità di innovazione dei propri processi e infrastrutture attraverso strumenti cloud.

Da questa giornata è emerso che lo scenario italiano risulta abbastanza preoccupante, ma con delle prospettive incoraggianti. Il nostro appare come un Paese follower, sempre più in ritardo nella gara globale all’innovazione digitale, con il suo 46° posto nel mondo per spesa ICT su PIL e il 58° per percentuale di utenti connessi. Sono indicativi alcuni numeri a riguardo: per il 2011 la spesa IT si è attestata a 17,67 Mld di Euro, valore che, oltre a essere molto basso rispetto al PIL, risulta in contrazione del 4,1% rispetto al 2010 (dati Assinform). Più in generale, il mercato Cloud nel 2012 è stimabile in 443 Mln di Euro, pari al 2,5% di tutta la spesa IT sostenuta in Italia.

Premesso ciò, alcuni cardini per il futuro sono stati posti dalla ricerca e dall’incontro tra i quadri delle aziende della filiera: il Cloud è per le imprese e Pubbliche Amministrazioni italiane un’opportunità unica per accedere alla digitalizzazione saltando quei gap di risorse investite e competenze da troppo tempo accumulati nell’ambito dell’ICT tradizionale. Tuttavia, questa innovativa tecnologia non è ancora diffusa quanto dovrebbe.

“Entrando in maggior dettaglio della diffusione del fenomeno, la Ricerca ha evidenziato come il 67% delle GRANDI AZIENDE adotti già tecnologie Cloud. – commenta Alessandro Piva, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service – In particolare il 56% utilizza almeno un servizio Cloud, mentre l’11% ha in corso limitate sperimentazioni. Il 25% si è dichiarato interessato all’introduzione e solo l’8% dichiara di non utilizzare il Cloud e di non avere alcun interesse a introdurlo. Diverso, invece, è lo scenario di adozione per le IMPRESE SOTTO I 250 ADDETTI, tra le quali solo il 22% dichiara di avere avviato progetti Cloud, il 2% intende introdurli e il 76% non ne fa utilizzo. Tra le aziende che non hanno avviato progetti Cloud, solo il 6% dichiara un interesse, il 60% non ne dimostra alcuno e il 10% dichiara di non conoscere tali tecnologie”.

Secondo Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano: “Sebbene si tratti di un valore ancora limitato, i tassi di crescita sono stimabili attorno al 25% anno su anno. Il 54% della spesa è riconducibile al cosiddetto Private Cloud, con un valore di circa 240 milioni di Euro e pari all’1,36% del budget IT, mentre la componente di spesa legata al Public Cloud è stimabile in 203 milioni di Euro”.
“Analizzando in modo approfondito le iniziative Cloud condotte dalle aziende italiane – commenta Stefano Mainetti, altro Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – ci si accorge che il primo passo eseguito è generalmente nella realizzazione di un Cloud Privato. Ciò comporta una decisa accelerazione del percorso di virtualizzazione eseguito negli ultimi anni, per giungere ad una razionalizzazione e automazione dei Data Center. Questo percorso è solitamente motivato dall’obiettivo di ottenimento di significativi risparmi, ma può essere considerato pressoché confinato ad un’evoluzione tecnologica, senza comportare quindi significativi cambiamenti nella modalità di realizzare e governare i Sistemi Informativi”.

La ricerca ha analizzato gli approcci seguiti nell’adozione del Cloud da parte delle imprese. Nel 76% delle aziende analizzate, si riscontra un atteggiamento tattico e reattivo che comporta un cambiamento nelle Direzioni ICT limitato al più alla creazione di nuove competenze interne. Un atteggiamento che, provocatoriamente, si può definire da Hobbista. All’opposto vi è l’atteggiamento dell’Orchestratore, che si caratterizza per la capacità di avere un ruolo attivo nelle iniziative che si abbina anche a un radicale cambiamento della propria Direzione, con la creazione di nuovi ruoli e procedure (6% del campione). Vi è poi il profilo del Modaiolo (2%) che racchiude coloro che hanno un ruolo reattivo ma, inseguendo l’hype, iniziano a creare ruoli di presidio interni; infine vi sono i Broker, ovvero i CIO che si sono limitati a portare all’interno dell’azienda soluzioni Cloud, senza però riorganizzare internamente la loro direzione (16%).

Limitandosi alla sola stima di risparmio di costi e accontentandoci di stime prudenziali, i progetti di Public Cloud analizzati hanno portato a riduzioni del Total Cost of Ownership stimabili tra il 10 e il 20%, in funzione dell’ambito, della situazione di partenza e dell’efficacia dell’approccio di adozione. Analoghe stime di beneficio, sebbene subordinate a investimenti iniziali rilevanti e progetti di più lunga durata, possono essere fatte per il Private Cloud.

Proiettando questi dati rispetto alla crescita del mercato ad oggi stimato dalle imprese del campione, il Cloud potrebbe comportare un risparmio cumulato entro il 2015 di circa 450 milioni di Euro, risparmio che potrebbe essere portato fino ad 1 Miliardo di Euro se si adottassero le migliori pratiche e ci si portasse a livelli di adozioni analoghi a quelli dei Paesi leader.

Un caso di scuola, pratico e già operativo, dell’applicazione della tecnologia Cloud è la realtà Infracom Italia, operatore italiano di telecomunicazioni, data center e ICT outsourcing. L’azienda di Verona, presente in Italia con 500 professionisti, in 14 città italiane e centri di competenza a Milano, Firenze, Roma ed Imola, offre un’ampia gamma di servizi, coniugando competenze e asset che vanno dagli aspetti infrastrutturali ai servizi gestiti in cloud computing, grazie soprattutto alla gestione autonoma di 9.000km di rete in fibra ottica e 4 data center, per oltre 5.000 m2 di superficie totale.

FONTE: INFRACOM ITALIA SPA

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