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Prevenzione alle droghe “tutti i giorni”

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  • 13 Marzo 2014

“Sette giorni” di conferenze nelle scuole del Lazio e dell’Umbria

Roma 13 marzo 2014 – Una settimana di conferenze nelle scuole a “tempo pieno” per i volontari di Roma della Drug Free World  (Fondazione per un Mondo libero dalla droga ) che con una conferenza al giorno hanno tenuto docenze di prevenzione per tutta la settimana e proseguiranno fino a fine settimana fre il Lazio e l’Umbria. Le conferenza sono  tenute con l’ausilio di materiale didattico prodotto dalla Drug Free World. Materiale che  suscita interesse nei giovani che ne riconoscono un valido strumento di informazione ed uno spunto di riflessione sulla conoscenza sulle sostanze stupefacenti.

Durante le lezioni vengono anche distribuiti gratuitamente gli opuscoli “La verità sulle droghe” che delineano  gli effetti dannosi degli stupefacenti a breve e lungo termine, sono anche disponibili gli opuscoli della serie “La verità sulle droghe” che espongono singolarmente i danni e le verità su ogni singola sostanza stupefacente attualmente in circolazione, per portare ai giovani i fatti concreti sui loro effetti dannosi, spiegando esattamente “cosa sono le droghe” e “perché una persona si droga”. Queste informazioni basilari sono fondamentali per tutelare le future generazioni, favorendo la consapevolezza che le droghe sono essenzialmente veleni per il corpo e per la mente, con l’obiettivo finale di farli giungere ad un informato “no alla droga, si alla vita”.
La Fondazione ha inoltre realizzato un documentario con storie vere di ragazzi che sono usciti dalla trappola della dipendenza e una serie di 16 spot di pubblica utilità, dal titolo “Dicevano…Mentivano”, che sbugiardano i luoghi comuni usati per attirare gli adolescenti verso l’uso di droghe.


E mentre si diffondono notizie sulle “smart drug”, le “droghe furbe”, le future generazioni vengono rese consapevoli che usare droghe non è “furbo”. Al contrario, grazie alla “La verità sulle droghe” vengono resi consapevoli che “furbo” è restarne alla larga e dire “Si alla vita”, facendo tesoro dell’osservazione dell’umanitario L. Ron Hubbard: “Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che rappresentano, comunque, l’unica ragione per vivere”.

Per approfondimento:
drugfreeworld.org
[email protected]

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Lettera aperta alla classe politica

Si rimane sempre di più basiti,come Cittadini, nel leggere le diatribe correnti politiche inter-poli e gli
emolumenti ai politici di vario livello ed ai Dipendenti-accessori della Camera dei Deputati e dei vari Dirigenti Regionali,ecc. Una remunerazione che non ha paragoni in altri Paesi Civili, basti pensare al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano che prende letteralmente il doppio del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.Noi abbiamo oramai una struttura sociale a Caste. Chi produce e’ tartassato,chi dovrebbe “guidare” una Nazione invece, oltre che “pensare” a loro stessi:vedi diritti acquisiti, che rimangono solo per loro, mentre ad altre categorie sono stati letteralmente cancellati:vedi legge Fornero,ecc.;non guardano e non seguono valori etici e politici che dovrebbero indirizzarli ad una guida socialmente valida. Una classe dirigente intelligente dovrebbe avere quella sensibilita’ politico-sociale necessaria a recepire le problematiche della societa’, gli aiuti tecnici, giornalistici,ecc.sono presenti ed attivi, comunque l’informazione diretta ed indiretta e’ presente per recepire le istanze della Popolazione Italiana.Oramai siamo divisi in classe e ceti in struttura piramidale dove la base geometrica e’ composta da disoccupati, esodati,pensionati a basso reddito.
Siamo ancora all’ennesimo insulto nei confronti della maggioranza della Popolazione,vedi: finanziamento pubblico ai Partiti,(e sentiamo ancora qualcuno che dice se viene tolto c’è il rischio di perdita della democrazia),vitalizi,stipendi dalle Provincie alle Regioni,ecc.,poi barbieri,commessi con stipendi elevatissimi della Camera dei Deputati; esiste oramai una bibliografia degli sperperi che non ha eguali nel mondo occidentale,questo non significa pero’ che negli altri Paesi sia meglio, noi dobbiamo pensare alla nostra Italia.
Una classe politica che non produce un euro a favore della Comunità non puo’ durare.In questo Paese abbiamo delle eccellenze che nel resto del Mondo ci invidiano: vedi: la CRI, la Protezione Civile, la Sanità,
le forze dell’Ordine,ecc.; dall’altra parte i parassiti politici in assetto di comportamento continuativo e persistente nell’incapacita’ nel capire e nel sacrificarsi e nel dare quel valore aggiunto che darebbe a loro ed a noi un qualcosa di positivo. Oggi si parla di diminuire i cost, anchenella sicurezza, si riducono le Caserme dei Carabinieri e si continua a far fare sacrifici ai Militi che garantiscono la nostra sicurezza ma si aumentano le scorte,che sono pagate da noi per i nostri politici che sono i piu’ scortati del Mondo.Quando intendo Forze di Polizia intendo tutto l’universo della sicurezza nazionale.
Lo sfruttamento dell’Uomo cambia forma e metodo, ma la sostanza rimane invariata, la Storia ci ha insegnato che prima o poi la disperazione esplodera’.
Dottor Antonello Quattrocchi –Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo-Udine. Udine 14 agosto 2013

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Uniformi rosa in calo nell’Esercito e in aumento nella Polizia

Che la carriera militare abbia cessato di essere una prerogativa maschile lo si sa. Anche se attualmente le donne che fanno richiesta di arruolamento sono in calo, la carriera militare è una strada che molte ragazze prendono in considerazione. Fare il soldato però non è di certo una via “facile”, scelta in alternativa alla prospettiva della precarietà occupazionale che dilaga nella nostra penisola, ma è una scelta di vita, una scelta che deve essere consapevole e che porta sicuramente molte soddisfazioni, ma anche parecchie rinunce e sacrifici da parte delle aspiranti soldatesse.
L’ingresso delle donne nelle forze armate è stato sancito dalla legge 20 Ottobre 1999, n. 380 che sancisce una svolta nel mondo militare, pur non prevedendo nessun tipo di privilegio o di penalizzazione nei confronti delle donna. Il trattamento e la progressione di carriera nell’arma è identico a quello dei colleghi uomini e prevede quindi l’accesso alle donne sia degli incarichi operativi che di quelli logistici, identiche uniformi militari e permessi solo leggermente modificati per consentire alla soldatesse di effettuare visite mediche tipicamente femminili.
La percentuale di donne nell’esercito ad ogni modo è vertiginosamente scesa dal 2000, anno successivo all’ammissione del gentil sesso alla carriera militare; il dato aggiornato a marzo 2011 è di un totale di 1053 donne, che corrispondono a circa lo 0.6% dell’effettivo reale dell’esercito. La maggior parte delle donne che scelgono di indossare abbigliamento esercito è incorporata in formazioni delle truppe di aiuto alla condotta, delle truppe della logistica, delle truppe sanitarie e nel Settore Istruzione e supporto. Il 19% (+0,5% dal 2010) è incorporato nelle truppe di combattimento (fanteria, truppe blindate, artiglieria, truppe del genio). Il 9% (+1%) fa parte delle Forze aeree. Domande quindi in calo per le donne, che sono state però risorse importanti in occasione di alcuni scontri avvenuti in Bosnia e Kosovo prima, e di recente in Afghanistan. Proprio in Afghanistan sono partite con il contingente Nibbio, nel corso dell’operazione Enduring Freedom, svoltasi a partire dal febbraio 2003 e conclusasi nel 2005; altra occasione in cui le donne soldato, oltre che a svolgere gli stessi compiti degli uomini, sono state incaricate anche di mantenere gli eventuali contatti con la componente femminile della popolazione locale, è stata quella della missione Antica Babilonia, in Iraq.
Per quanto riguarda il corpo della Polizia, le donne che hanno scelto i cappotti militari in Italia sono circa 14.862 e una su cento arriva ad avere ruoli dirigenziali. Più di un terzo è impegnato nelle specialità Stradale, Ferroviaria, Frontiera, Postale e nei Reparti speciali. Diversamente a quanto è successo per l’esercito, le donne attive nella polizia sono raddoppiate negli ultimi vent’anni e sono impegnate soprattutto in ruoli tecnico-scientifici, piuttosto che sociologici. Hanno un livello di istruzione abbastanza elevato (il 27% è laureato) ed hanno più determinazione dei colleghi maschi a fare carriera: il 6% raggiunge il grado di commissario, contro l’1,8% dei maschi.

Serena Rigato
Prima Posizione srl- network marketing

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