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Porto di Fiumicino: 60 milioni dall’autorità portuale per il nuovo porto commerciale. Pasqualino Monti ha già trovato i fondi per l’operazione

L’autorità portuale e il presidente Pasqualino Monti puntano ad un secondo polo crocieristico a Fiumicino e al rilancio delle attività di trasporto e pesca.

 

In primavera la posa della prima pietra per la realizzazione del nuovo porto commerciale di Fiumicino. Opera che sarà finanziata in gran parte dall’Autorità Portuale, come dichiarato dal presidente dell’Authority Pasqualino Monti.

Il primo lotto prevede la realizzazione di una darsena dei pescherecci, due attracchi per le navi da crociera e altri due per il trasporto di merci senza servizio passeggeri. Tutto per un costo di 60 milioni di euro, 9 finanziati dalla Regione Lazio e il resto dall’Autorità Portuale. La progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva (gara esperita nel 2011) è a carico della ‘‘Acquatecno Srl’’, una qualificata società di ingegneria che dal 1987 opera nel settore delle opere marittime e dell’ambiente. La consegna dell’opera è prevista per il 2015.

La consegna del secondo lotto è invece fissata al 2018 e richiederà altri 127 milioni di euro (ancora da reperire).

L’Autorità Portuale ha individuato nella Carnival e nella Royal Caribbean i due soggetti che contribuiranno alla nascita del porto stesso e assicureranno l’arrivo di due navi da crociera a settimana. Nella prima fase, il nuovo porto commerciale di Fiumicino potrà ospitare 800mila passeggeri tra crocieristi e turisti imbarcati in traghetti. Sarà complementare a Civitavecchia e strategico per Roma e per il Lazio.

«Finalmente la politica cammina nella giusta direzione» ha commentato il delegato del sindaco alla pesca e ai rapporti con l’Autorità Portuale, Luigi Satta: «L’annuncio della posa della prima pietra del porto commerciale prevista per la primavera significa che la programmazione della portualità del nostro Comune e la nascita di quel network laziale, la cui piena attuazione non potrà che dare benefici immediati sia dal punto di vista economico che da quello occupazionale, sta prendendo finalmente forma. Capire che bisogna investire sulle idee – ha aggiunto Satta – e sui progetti e trovare per questi i finanziamenti, come hanno fatto l’Autorità Portuale, la Regione Lazio e il comune di Fiumicino, vuol dire che si sta davvero andando nella giusta direzione». Un porto, quello che sta per sorgere sul territorio di Fiumicino, che per Satta riveste importanza strategica «per l’economia del nostro comune, in grado di tamponare l’emorragia occupazionale che appesantisce la Regione Lazio: artigiani, operatori dei settori della pesca, ormeggiatori, meccanici, informatici della comunicazione. Un’opera in grado di dare ampio respiro – ha sottolineato – alla nautica, al diportismo, al commercio, al turismo e alla pesca con la realizzazione della Darsena, che metterà finalmente in sicurezza il Porto Canale». E Satta spera che «la realizzazione della Darsena e dell’antemurale non provochino i soliti mal di pancia», rafforzando invece «un’intesa tra opposizione e maggioranza per evitare intoppi burocratici e rinviare negli anni questo passo importantissimo. Dobbiamo tutti impegnarci – ha concluso il delegato alla pesca e ai rapporti con l’Autorità Portuale – per portare avanti uno slogan: ‘‘Fare Presto’’. Questo per evitare di vedere un film già visto: posa della prima pietra e nulla più».

 
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Approvata la riforma dei porti in Senato, quante delle richieste del tandem Monti-Merlo sono state accolte?

La legge approvata dal Senato introduce autonomia e poteri alle AP, secondo le richieste del tandem Monti-Merlo, ma mette un tetto di spesa e aumenta il numero delle AP.

 

Il 12 settembre 2012, il Senato ha approvato con 258 voti a favore la riforma dei porti. In sostanza la norma prevede maggiori poteri alle Autorità Portuali (tra cui l’autonomia finanziaria), semplifica le procedure per i dragaggi dei porti, pone un tetto di spesa rispetto all’autonomia finanziaria e aggiunge due nuove Autorità di Manfredonia e Trapani.

Con fatica, il progetto di legge sulla riforma dei porti ha compiuto il primo passo per l’approvazione parlamentare, ora il testo passerà alla Camera. Si dovrà fare in fretta però, perché l’approvazione definitiva deve avvenire prima del termine della legislatura, altrimenti l’iter torna al punto di partenza.

Mario Ciaccia, vice-ministro per le infrastrutture e lo sviluppo rivendica l’importanza di questa legge, fondamentale e lungamente attesa da tutti i Porti italiani: ”Voglio segnalare come questo Governo in questo breve spazio di legislatura abbia dato e continuera’ a dare il suo contributo alla risoluzione delle problematiche del settore portuale ritenendo tale settore di rilevanza strategica per il Paese nonche’ importante volano per il rilancio dell’intera economia nazionale. È un risultato atteso da oltre un decennio dall’intero cluster marittimo e dalla portualita’ nazionale, il compimento di una riforma in grado di rappresentare un reale contributo all’incremento del nostro Pil, fattivamente foriera di sviluppo e crescita”.

 

Ma cosa si stabilisce con questa riforma? Innanzittutto I presidenti delle Autorità Portuali andrebbero ad avere maggiori poteri, perché gli atti di ordinaria amministrazione non dovranno più avere l’approvazione del Comitato Portuale, che interverrà solamente sulle scelte ritenute strategiche. Inoltre, il presidente potrà firmare le sanzioni per violazioni avvenute all’interno dell’area portuale di competenza ed avrà una funzione di coordinamento della logistica dell’intera zona sotto l’influenza del porto. 

La seconda importante novità introdotta dalla legge riguarda i dragaggi ed i piani regolatori portuali e prevede che se il Comune non approva o respinge il programma sottoposto dall’Autorità Portuale entro dodici mesi, esso sarà automaticamente approvato secondo la regola del silenzio-assenso.

 

 

Il disegno di legge istituisce due nuove Autorità Portuali, a Manfredonia e Trapani. In contrasto con quanto chiesto dalla maggioranza degli operatori marittimi e  soprattutto da Assoporti. È stato respinto anche l’emendamento che elimina il tetto massimo di 70 milioni di euro l’anno all’autonomia finanziaria, recentemente introdotta dal Governo Monti. Proprio il tema dell’autonomia finanziaria è quello più caldo. Se l’introduzione della stessa è sicuramente un fatto positivo, il mantenimento di un tetto di spesa depotenzia molto il principio di partenza. 

A questo proposito sempre Ciaccia puntualizza e difende l’operato del Governo: ”nell’ambito dell’agenda per la crescita sostenibile e’ stata finalmente prevista una disposizione che attribuisce alle autorita’ portuali l’autonomia finanziaria, seppur nel limite dell’1% dell’Iva prodotta nei porti, creando le basi per la programmazione dello sviluppo del settore. Il vice ministro ha sottolineato ”lo sforzo del Governo finalizzato a sbloccare la realizzazione delle opere portuali, con priorita’ per i porti della rete strategica trans europea di trasporto essenziale, anche attraverso l’introduzione dello strumento della defiscalizzazione a favore delle societa’ di progetto in alternativa alla ridotta disponibilita’ di risorse pubbliche che autonomamente non sarebbero state in grado di consentire una pianificazione di nuove opere infrastrutturali e di collegamento”. E ancora, ”come non pensare all’utilizzabilita’ dei project bond per lo sviluppo infrastrutturale dei porti” ha consluso Ciaccia osservando che ”tali disposizioni di carattere finanziario, se pur non costituiscono la soluzione definitiva, rappresentano un importante corollario all’implementazione normativa in corso”.

 

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Lettera della Capitaneria di Porto – guardia costiera sull’inquinamento nel porto di Civitavecchia

Nei giorni scorsi la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Civitavecchia ha diffuso un comunicato per chiarire il proprio impegno circa l’inquinamento portuale dello scalo laziale, tema attualmente molto dibattuto e discusso.

“L’emissione dei fumi in porto rappresenta una delle problematiche più sentite dall’opinione pubblica civitavecchiese; una questione legata allo sviluppo dello scalo marittimo, divenuto, nel tempo, uno dei più importanti del Mediterraneo” si legge nel testo. L’aumento dei traffici (soprattutto nella specialità crocieristica) nello scalo appunto, viene rivendicato come fattore di sviluppo, al quale si contrappone l’esigenza di rendere questo sviluppo sostenibile, che nello specifico significa ridurre le emissioni di fumo nel porto.

 

Negli ultimi tempi è stato diffuso uno studio commissionato dall’UE circa la situazione di inquinamento portuale, consultabile qui.

 

A questo proposito: “La Capitaneria di porto – Guardia costiera nel tempo ha sviluppato un linea investigativa costante ed incisiva, esperita sotto la direzione della Procura della Repubblica, rivolta ad individuare l’esistenza di disfunzioni tecniche delle navi, garantendo l’esatto adempimento delle norme di riferimento”.

“L’incisiva azione di controllo in poco più di un anno ha portato all’accertamento di decine di reati per l’emissione di fumi molesti che richiamano l’applicazione dell’articolo 674 del cod. pen., ma nel contempo ha portato all’esecuzione di numerosi controlli con la finalità di individuare le cause inquinanti e ridurre notevolmente lo spiacevole fenomeno.

In tal senso vengono quasi giornalmente eseguiti controlli a bordo delle navi per verificare se in porto venga correttamente utilizzato combustibile a basso tenore di zolfo – come previsto dalla vigente normativa internazionale (Annesso VI Marpol) e da quella nazionale (D. Lgs. 205/2007 in attuazione della Direttiva 2005/33/CE) – e se l’azione di manutenzione dei motori della nave sia correttamente espletata”.

“In qualche circostanza la Capitaneria di porto ha, perfino, negato l’accesso in porto a navi non dotate di combustibile a basso tenore di zolfo, pretendendo il rifornimento con gasolio “leggero” prima di dare il consenso ad attraccare. Un’azione complessa e puntuale, quella predetta, che viene eseguita con impegno su tutte le navi che giungono a Civitavecchia, che certamente ha portato al miglioramento generale della condizioni dell’aria in porto”.

 

Il risultato, infatti, giunge da fonti attendibili: le centraline di rilevazione dei fumi in porto che sono in grado di apprezzare dati e parametri rilevanti per determinare lo stato di contaminazione dell’aria: nel corso del tempo si può parlare di un sensibile miglioramento delle condizioni generali.

“I risultati – spiega il Comandante della Capitaneria di porto Pietro Vella – sono frutto di un impegno costante e sinergico della Guardia costiera, dell’Arpa e della sezione ambiente dell’Autorità portuale, che coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno realizzato un assetto di osservazione e di controllo che ha già dato i suoi frutti e sicuramente consentirà di ottenere ulteriori sensibili miglioramenti”.

“Sicuramente – continua Vella – nessuno di noi abbasserà la guardia; siamo sempre concentrati sul fenomeno e provo molta soddisfazione nel vedere il personale impegnato, motivato e deciso; già da qualche giorno ho ulteriormente rinforzato i reparti dedicati ai servizi ispettivi e di polizia marittima”.

 
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Pasqualino Monti: 100 idee per lo sviluppo del porto e di Civitavecchia

Per la prima volta la sinergia tra comune e Autorità portuale sembra poter essere virtuosa, e dal workshop per lo sviluppo nascono 100 idee (o quasi) per rilanciare l’economia locale

 

Passato un po’ sotto silenzio per via della collocazione ad inizio agosto (fatalmente a ridosso della pausa estiva), ma il workshop svoltosi a Civitavecchia nell’aula Pucci, di fronte ad imprese e sindacati, potrebbe rappresentare una svolta per lo sviluppo della città. 100 idee per lo sviluppo, ma anche e soprattutto un patto tra Comune e Autorità Portuale per la crescita della città e dello scalo marittimo non più come due realtà separate ma come un binomio vincente. Si può riassumere così l’intento dell’incontro.

La soddisfazione emerge dalle parole di Pasqualino Monti. “Il rapporto di sinergia instaurato con l’amministrazione comunale – dichiara il presidente dell’Autorità Portuale – è un motivo di grande soddisfazione. Da civitavecchiese auspico da tempo una collaborazione tra Comune e porto, e lo dimostra tra l’altro il protocollo d’intesa sottoscritto in passato proprio con l’amministrazione. Questo convegno – continua Monti – è l’esempio di come possa avvenire, ovvero con la presentazione di progetti importanti e con la condivisione di altri. Il tutto – conclude il presidente dell’Authority – nell’ottica di un porto dentro la città, che rappresenti in alcuni casi una servitù ma anche una straordinaria risorsa in termini di occupazione e di sviluppo”.

Nell’occasione il Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti ha illustrato alcune delle opere che potranno portare nei prossimi anni lavoro a Civitavecchia, ridisegnando il territorio con l’obiettivo di riconquistare un ruolo strategico nel Mediterraneo, come è stato affermato da più parti, anche in rapporto agli stati emergenti dell’Africa settentrionale. Un piano complessivo di interventi che saranno portati avanti in sinergia con l’amministrazione comunale, nella reciproca autonomia delle scelte ma con l’intendimento di lavorare fianco a fianco, con obiettivi e strategie comuni. Presenti molti imprenditori e rappresentanti di associazioni come la FederLazio, l’Upra, la Confesercenti, ma anche dell’Enel oltre che le organizzazioni sindacali dei lavoratori Cgil, Cisl e Uil. 

 

Pescando dal mazzo dei progetti che dovrebbero essere avviati entro tempi brevi seppure ancora non definiti spiccano l’informatizzazione degli uffici, il recupero dell’area dell’ ex fornace sull’Aurelia da trasformare in Polo dell’energia alternativa e per ospitare un centro ludico. Realizzazione di un polo fieristico direzionale presso l’area dell’ex impianto Fiumaretta che il sindaco ha riconfermato di voler cedere (sarebbe meglio dire vendere) all’ Autorità Portuale e che Monti ha colto al volo. I proventi della eventuale vendita sarebbero destinati all’acquisto dell’ex cementificio ( dopo l’abbattimento dei sili un altro pezzo di storia lavorativa della città che se ne va). A questo proposito c’è già stato un incontro con la proprietà e, non essendo possibile per la stessa ottenere nuovi permessi, il comune spera di ottenere l’area a prezzi convenienti. Di interesse sicuro per la città il recupero del Pirgo, l’unico del quale è stata mostrata una slide, riproponendo di fatto lo stabilimento di un’ epoca ormai remota ma che era rimasto nel cuore dei civitavecchiesi e dei santamarinellesi., Albaflora, ovvero il progetto per le serre Albani, il trasferimento dei marinai ospitati in 6 alloggi all’interno del Forte in altra sede adeguata, l’apertura di uno sportello comunitario, l’unificazione dei consorzio per il problema idrico, l’elettrificazione delle banchine e, per finire, il pronunciamento a favore di Civitavecchia all’interno dell’area metropolitana di Roma, da sempre, come noto, una delle aspettative di Tidei.

 

Il Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti ha ricordato di aver assunto il suo ruolo solo un anno fa ed ha riconfermato che tutte le opere programmate in porto e quelle in fase di realizzazione saranno all’insegna di uno sviluppo ecosostenibile. Se l’impegno sui temi della sicurezza nella vigilanza sugli appalti è da sempre uno dei cavalli di battaglia del numero uno di Molo Vespucci, lo stesso ha ricordato che grazie ai finanziamenti del Cipe per 143 milioni di euro cui si sono aggiunti 50 milioni della stessa autorità portuale, sono già stati avviati i lavori per la nuova darsena traghetti (intitolata a Sant’Egidio). Un progetto ambizioso che Monti è convinto di poter completare nei tempi previsti. Un discorso specifico ha rivolto alla realizzazione della darsena energetica grandi masse che consentirebbe a molte unità navali di fare scalo e rifornimento nel nostro porto, così come oggi avviene a Barcellona e Malta. “Ci proponiamo di divenire un polo di brokeraggio nel Mediterraneo”  è il Monti-pensiero. In ballo anche  altri progetti, oltre a cogliere la proposta avanzata dal sindaco per la cessione dell’area di Fiumaretta per un polo fieristico, il presidente di Molo Vespucci ha parlato della demolizione della terrazza Guglielmi, che sarà sostituita da un edificio più moderno, a spese dell’Autorità Portuale che colleghi adeguatamente la città al porto storico grazie agli oltre 4 milioni già stanziati, sorgerà un prestigioso “Marine Yachting”. L’elettrificazione delle banchine è invece uno dei tempi più cari ai civitavecchiesi, e verrà affrontato con un investimento di 20 milioni di euro. Si è parlato inoltre della creazione di un terminal crocieristico con accordi da definire con “Cruise”, di un’ampliamento dell’antemurale e nuovi percorsi per portare i passeggeri in città, della realizzazione dell’oceanario con una costruzione più bassa del forte Michelangelo nell’area dover sorgevano i sili, trasferimento della sede che ospita la Capitaneria di Porto. 

 
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Porto di Civitavecchia. Aria più pulita secondo le misurazioni UE

Migliora l’aria nel porto di Civitavecchia secondo uno studio del JRC (Commissione europea) che evidenzia un netto calo nelle emissioni di zolfo

Le emissioni di diossido di zolfo (SO2) nei porti dell’UE si sono notevolmente ridotte grazie a norme più severe sul contenuto di zolfo nei carburanti utilizzati dalle navi durante ormeggio e ancoraggio. Gli scienziati del Centro comune di ricerca (JRC), il servizio scientifico interno della Commissione europea, hanno misurato i parametri chiave della qualità dell’aria nei porti del Mediterraneo prima e dopo l’entrata in vigore, nel gennaio 2010, dei requisiti che impongono un basso contenuto di zolfo. Nei porti europei si è riscontrata una diminuzione media del 66% della concentrazione di diossido di zolfo, sostanza nociva alla salute e all’ambiente. Le misurazioni effettuate nei porti al di fuori dell’UE hanno invece mostrato che la concentrazione di SO2 è rimasta invariata.

I parametri relativi alla qualità dell’aria sono stati misurati da una stazione di monitoraggio automatica installata sulla nave da crociera Costa Pacifica, che nel 2009 e nel 2010 ha seguito settimanalmente una rotta prestabilita nel Mediterraneo Occidentale.

La concentrazione di diossido di zolfo è diminuita notevolmente in tre dei quattro porti europei dove sono state effettuate le misurazioni: Civitavecchia, Savona e Palma di Maiorca. Per quanto riguarda i due porti italiani monitorati, a Savona la concentrazione media giornaliera è scesa da quasi 2 a poco più di 0,5 ppbV, mentre a Civitavecchia il calo è stato addirittura da 4 a 0,5 ppbV. La concentrazione giornaliera media di tutti i porti è scesa mediamente del 66%. Le misurazioni effettuate dal JRC nel porto di Barcellona sono risultate inutilizzabili a causa delle significative variazioni giornaliere, ma misurazioni indipendenti effettuate nel porto di Barcellona e nelle vicinanze del porto di Palma di Maiorca hanno confermato una forte diminuzione dei livelli di diossido di zolfo nel 2010 rispetto al 2009. Al contrario, nel porto di Tunisi non si è riscontrata una riduzione del diossido di zolfo né degli altri agenti inquinanti misurati nei quattro porti (Civitavecchia, Savona, Palma di Maiorca e Tunisi), a dimostrazione del fatto che la minore concentrazione di diossido di zolfo è conseguenza diretta dell’applicazione delle normative Europee. Inoltre, lo studio conferma la correlazione tra diossido di zolfo ed elementi chimici tipicamente emessi dalle ciminiere delle navi, dimostrando che le navi rappresentano la fonte principale di diossido di zolfo nei porti. Il supporto logistico per l’installazione delle stazioni di misurazione è stato offerto dalla Costa Crociere, mentre le misurazioni sono state effettuate in collaborazione con gli scienziati delle Università di Genova e di Firenze, il laboratorio INFN-LABEC a Firenze e l’Institute of Environmental Assessment and Water Research di Barcellona.

Il diossido di zolfo è una delle principali sostanze chimiche responsabili della formazione di piogge acide e dell’inquinamento atmosferico da polveri sottili: queste ultime sono il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e respiratorie. La modifica della direttiva 1999/32/EC del 2005 ha stabilito che dal gennaio 2010 tutte le navi ormeggiate o ancorate nei porti Europei devono usare carburanti con un contenuto di zolfo inferiore allo 0,1% in peso. Precedentemente, al di fuori dalle aree dichiarate “zone di controllo delle emissioni di zolfo” era consentito un contenuto di zolfo fino al 4,5%. Le navi utilizzano in genere olio combustibile pesante, che dal 2012 deve avere un contenuto di zolfo non superiore al 3,5% per le navi da trasporto merci (prima del 2012 il limite era di 4,5%). Mediamente, il contenuto di zolfo negli oli combustibili pesanti è del 2,4%. Per fare un confronto, il contenuto di zolfo nei combustibili usati dai mezzi di trasporto terrestri non deve superare lo 0,001%. In linea con gli obiettivi di protezione ambientale dell’UE e per consolidare gli accordi raggiunti dall’Organizzazione Marittima Internazionale, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE hanno concordato di sottoporre al voto, dopo l’estate, la modifica della direttiva 1999/32/CE, in vista di un’ulteriore riduzione dei contenuti di zolfo nei carburanti usati al di fuori dei porti. Il contenuto massimo di zolfo nei carburanti per le navi scenderà dal 3,5% allo 0,5% entro il 2020, mentre nelle aree dichiarate “zone di controllo delle emissioni di zolfo” (Mar Baltico, Mare del Nord e Canale della Manica), dove il limite attuale è dell’1,5 %, scenderà allo 0,1% entro il 2015. I risultati dello studio intitolato “L’impatto della direttiva europea sulle emissioni navali sulla qualità dell’aria nei porti del Mediterraneo” sono stati pubblicati nella rivista scientifica Atmospheric Environment1.

Per ulteriori informazioni:

Ulteriori informazioni sul lavoro del JRC in ambito di aria e clima sono disponibili all’indirizzo:

http://ccaqu.jrc.ec.europa.eu/home.php

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Tariffe agevolate per le navi ecologiche: il Porto di Civitavecchia è il primo in Italia

Per volere di Pasqualino Monti, fin dal 2011, il Porto di Civitavecchia concede tariffe agevolate per le navi ecologiche

I porti italiani si tingono di verde offrendo alle navi ecologiche sconti e tariffe agevolate. Il primo è stato quello di Civitavecchia che, per volere del suo presidente Pasqualino Monti, alla fine dello scorso anno ha annunciato una riduzione delle tasse portuali volta a favorire l’attracco delle imbarcazioni meno inquinanti. E lo stesso ha dichiarato di voler fare l’autorità portuale di Brindisi. “Allo scopo di trasformare lo scalo in un porto a sviluppo sostenibile” ha comunicato prima dell’estate il presidente dell’autorità portuale Hercules Haralambides “proporremo alle navi a basso impatto ambientale costi inferiori”.

 

Così anche l’Italia incomincia ad adeguarsi a quanto fatto finora nel resto d’Europa e non solo: città come Le Havre, Anversa, Amsterdam, Los Angeles, giusto per fare qualche esempio, hanno già visto i propri porti imboccare il sentiero verde, introducendo (o sperimentando) sconti esclusivi per le navi green, in grado di generare un risparmio anche del 10%. Il tutto al fine di rilanciare il settore e favorire nel contempo la diffusione del sistema Esi, Environmental ship index, un indice di impatto ambientale che tiene conto del livello di emissioni inquinanti prodotte dalle navi.

Un indice uniforme in grado di identificare le navi più inquinanti, al di là della tecnologia utilizzata a livello cantieristico per ridurre le emissioni nell’atmosfera. A determinare il valore, in termini di prestazioni ambientali, di ogni imbarcazione presa in esame, provvedono organismi internazionali indipendenti cui viene affidato il compito di controllare la qualità e lo stato dei motori di bordo, il tenore di zolfo dei combustibili utilizzati nell’ultimo anno e il possesso del certificato di efficienza energetica rilasciato dall’Organizzazione marittima internazionale. Circa seicento le navi presenti ad oggi nella classifica Esi.

Ma qui non è solo questione di contribuire o meno alla salvaguardia dell’ambiente. La svolta green è dettata in realtà da un’esigenza di competitività. Un competizione che si gioca a livello internazionale, insistono gli addetti ai lavori, e che impone ai nostri porti di non sfigurare. E gli armatori? A quanto pare starebbero facendo di tutto per adeguarsi. Tutti d’accordo (compresi progettisti e ingegneri) nel dire che per far fronte all’aumento del prezzo del carburante e agli elevati standard ambientali richiesti (e premiati) sul piano internazionale, occorre puntare sulle navi smart. Aumentano così le richieste di imbarcazioni altamente sostenibili. Come la Triple-E, la nave porta-container più grande e meno inquinante del mondo, che entrerà in funzione nel 2013.

La compagnia di navigazione Maersk, battente bandiera danese, ne ha già ordinate trenta alla Daewoo Shipbuilding. La Maersk ritiene che le nuove navi ridurranno il costo complessivo del trasporto navale del 26%. Si muovono nella stessa direzione anche gli italiani. Il gruppo d’Amico (Paolo d’Amico è presidente di Confitarma) ha appena ricevuto dalla coreana Hyundai Mipo Dockyard due nuove navi bulk carrier del valore di circa 55 milioni di dollari. Grazie al tipo di carena, unito a un motore elettronico, queste consentiranno di risparmiare in termini di carburante 1,5 milioni di dollari l’anno. Senza contare gli sconti che le attenderanno all’attracco nei porti.

 

Fonte: Panorama

 
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Pasqualino Monti: Portate la Costa Concordia a Civitavecchia per la demolizione

Pasqualino Monti lancia l’idea per risolvere il problema della Costa Concordia

 

“Dove portare il relitto della nave Costa Concordia, arenata sugli scogli dell’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso? Al porto di Civitavecchia, dove potremmo realizzare un grande bacino di carenaggio e creare lavoro per migliaia di persone per circa un anno”. A lanciare l’idea è stato il presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti, nel corso dell’incontro organizzato dal sindaco Pietro Tidei per mettere a punto 100 progetti per lo sviluppo della città. “Il bacino di carenaggio – spiega Monti -, una volta smantellata la Concordia, verrebbe utilizzato come cantiere adibito alla manutenzione delle grandi navi, creando così occupazione stabile per centinaia di addetti”. “Sarebbe una straordinaria occasione di per il porto e il territorio – ha concluso Monti – che riceverebbe nuovo impulso per la ripresa economica e occupazionale”. La proposta di trasportare il relitto della Concordia a Civitavecchia era stata già presentata dalla Costa Crociere nei mesi successivi al naufragio. Ma era stata subito bocciata dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che rivendico l’incarico per un porto toscano. La decisione definitiva è attesa per settembre. Se Civitavecchia dovesse spuntarla, l’Autorità portuale vorrebbe realizzare di un bacino di carenaggio tra la futura darsena servizi, i cui lavori sono stati appaltati e la darsena energetico – grandi masse. Opere che sono state già finanziate dal Cipe attraverso la Legge Obiettivo e appaltate. 

 

Fonte: Ansa.it

 
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Porti di Roma, il network è più vicino grazie al nuovo Prg per il Porto di Fiumicino

razie a Pasqualino Monti e Renata Polverini verranno realizzati il Porto Commerciale e la Darsena Pescherecci

Il Porto di Fiumicino festeggia l’approvazione della variante al Prg portuale della città, grazie al quale sarà possibile realizzare il Porto Commerciale e la Darsena pescherecci. In realtà la notizia era già stata anticipata dal Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia (che gestisce i Porti di Roma e del Lazio) Pasqualino Monti durante la 2 Giorni del Mediterraneo, ma adesso arriva la conferma ufficiale dalla Regione Lazio. Luigi Satta, delegato del Comune di Fiumicino alla Pesca e ai Rapporti con l’Autorità Portuale, non ha dubbi “L’accelerata all’iter amministrativo del porto commerciale è la testimonianza concreta di quanto la Regione Lazio e il nuovo corso dell’Autorità Portuale puntino su Fiumicino come snodo strategico del network laziale, la cui piena attuazione non potrà che dare benefici immediati, sia dal punto di vista economico che da quello occupazionale.”

. “Il porto commerciale e la darsena per i pescherecci – spiega Satta – rimangono un obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Queste due infrastrutture sono fondamentali per dare stabilità a un asset, quello della pesca, debilitato dai problemi di sicurezza del Porto Canale denunciati più volte dagli operatori portuali che da vent’anni si impegnano e si battono affinché questo sogno possa realizzarsi. Grazie a loro tanto è stato fatto: il prolungamento con grandi sforzi nel 1999 del molo che ha migliorato l’ormeggio e l’entrata in situazioni meteo avverse, poi rovinati dai nuovi interventi sul Porto Canale. Rimane però da raggiungere l’ultimo traguardo che grazie alla nomina di Pasqualino Monti alla presidenza dell’Authority, del presidente della Regione Lazio Renata Polverini e dell’assessore Lollobrigida, che ringrazio, sembra oggi più vicini”.

Link per approfondimento: Il Faro

 
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il “New Deal” di Pasqualino Monti per i “Porti di Roma”: finanziamenti diretti per le infrastrutture e rivalutazione del sistema portuale

La 2 Giorni del Mediterraneo ha offerto spunti interessanti e molte iniziative concrete, dalla nuova Darsena traghetti al via libera all’autostrada tirrenica, dall’ampliamento del porto di Fiumicino alla progettazione del nuovo polo crocieristico Civitavecchia Fiumicino

È un vero e proprio “new deal” nel finanziamento delle grandi infrastrutture, un nuovo modello di sviluppo portuale (ma potrebbe funzionare anche altrove). La 2 giorni del Mediterraneo è stato il palcoscenico ideale per il Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti per presentare questa rivoluzione economica, ma soprattutto culturale, nel modo di pensare e realizzare infrastrutture portuali. L’azione di Pasqualino Monti ha rapidamente permesso all’Authority di Civitavecchia di conquistare il ruolo di più importante stazione appaltante nel campo della portualità italiana, mettendo a regime una nuova formula che prevede il diretto cofinanziamento da parte dell’Autorità portuale delle opere in grado di produrre, sulla base di un piano finanziario ad hoc, un ritorno economico certo dell’investimento effettuato. 

Con un programma di investimenti già esecutivi in nuove infrastrutture portuali per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro, il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia, Pasqualino Monti, ha illustrato in apertura della manifestazione “La 2 giorni del Mediterraneo”, svoltasi nei giorni scorsi nel porto di Civitavecchia, i dettagli di un piano che prefigura almeno tre obiettivi ad alta valenza strategica non solo per il porto, ma per l’intera area di produzione e consumo (la seconda per importanza in Italia) che comprende la regione Lazio, ma anche le regioni vicine, Umbria e Marche, collocate su un ideale corridoio Tirreno-Adriatico, destinato a spezzare la cronica incomunicabilità fra i due mari.

Il primo obiettivo è quello di replicare nelle merci e nella logistica il “miracolo” compiuto da Civitavecchia nel traffico crocieristico, facendo del porto laziale un hub per container e altre tipologie di merce, mettendo per la prima volta a fattore comune la disponibilità di aree retro portuali per oltre 5 milioni di metri quadri, accosti in acque profonde unici in Italia (22 metri) e quindi capaci di accogliere le navi più grandi oggi in esercizio sulle rotte del traffico container e infrastrutture di collegamento terrestre (ferroviarie e autostradali) che dopo decenni sono uscite dal libro dei sogni: in particolare l’autostrada Tirrenica, ma anche la Orte-Mestre.

Il secondo obiettivo è rappresentato dalla realizzazione del nuovo porto commerciale di Fiumicino (gestito come anche Gaeta dall’AP di Civitavecchia nell’ambito di un network regionale), che diventerà un secondo scalo crocieristico di livello mondiale in grado di sviluppare su quattro accosti un traffico di oltre 1,8 milioni di passeggeri aggiuntivi rispetto ai 2,6 che oggi Civitavecchia (leader in Mediterraneo) accoglie nel suo alveo portuale.

Il terzo quello di fare di Civitavecchia un polo di progettazione di business nel settore delle crociere e delle autostrade del mare.

Alla presenza del vice ministro ai Trasporti, Mario Ciaccia, e della Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, nonché  del Presidente della Camera di commercio di Roma, Giancarlo Cremonesi, Pasqualino Monti ha illustrato anche i contenuti finanziari di un piano da oltre  650 milioni di euro di investimenti.

Un piano caratterizzato sia dal massiccio intervento di capitali privati, sia dalla innovativa forma di cofinanziamento che vede l’Autorità portuale affiancare in modo decisivo i finanziamenti pubblici, attraverso un’attivazione di risorse che saranno generate dalla conquista dei nuovi traffici. 50 milioni di euro dell’Autorità  Portuale nel primo lotto delle opere strategiche del porto di Civitavecchia (la nuova darsena traghetti con 9 accosti per ro-ro e crociere; la darsena servizi ed il prolungamento dell’antemurale) di cui è stata posta la prima pietra questa mattina; 70 nella costruzione del nuovo porto di Fiumicino, senza contare lo sforzo per realizzare nel porto storico di Civitavecchia una delle più suggestive a storicamente affascinanti marina del Mediterraneo.

“Civitavecchia – ha sottolineato Monti – ha tutte le carte in regola per rivendicare un inserimento nel core network dei progetti Ten-t”.

La nuova darsena traghetti è stata intitolata a Sant’Egidio. Alla cerimonia è intervenuto anche il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo.

Fonte: Trasporto Italia

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Pasqualino Monti (Autorità Portuale Civitavecchia) parla di sviluppo portuale e investimenti

La costruzione della nuova Darsena traghetti a Civitavecchia è l’occasione per discutere del futuro della portualità italiana con Pasqualino Monti.

Dieci nuovi accosti per navi ro-ro e passeggeri saranno operativi entro il 2015 nel porto di Civitavecchia, dove sono appena iniziati i lavori per la costruzione della nuova darsena traghetti, un progetto da 198 milioni di euro.

“Quest’opera – resa possibile dallo stanziamento di 143 milioni di euro da parte del Cipe, cui si sommano altri 55 milioni da parte dell’Autorità Portuale – raddoppierà le superfici operative del nostro scalo”, spiega Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità Portuale. “I lavori dureranno due anni e mezzo e ci consentiranno di consolidare il primato del nostro porto sia nel comparto crociere (Civitavecchia è il primo porto del Mediterraneo con 2,6 milioni di passeggeri movimentati nel 2011), sia nei traffici ro-ro e traghetti, che già oggi vede il porto collegato con Barcellona, Catania, Palermo, Malta, Tripoli, Tunisi oltre, ovviamente, con la Sardegna»

Oltre a Civitavecchia – che ha conquistato anche i traffici di ferrocromo diretti agli impianti siderurgici di Terni e la frutta importata in Italia da Dole – il sistema dei porti di Roma del Lazio comprende pure gli scali di Gaeta e Fiumicino, sui quali sono previsti investimenti importanti: “Per Fiumicino è stato appaltata alla società Acquatecno Srl la realizzazione delle nuove infrastrutture dedicate alla nautica (progetto da 15 milioni di euro) mentre altri 60 milioni di euro (di cui nove da parte della Regione Lazio) sono stati stanziati per realizzare tre nuovi attracchi per navi da crociera e una nuova darsena pescherecci”, prosegue Monti, volgendo poi lo sguardo al terzo scalo che compone il sistema portuale laziale. «Per Gaeta sono stati stanziati 29,9 milioni di euro per i lavori di dragaggio, che aumenteranno i fondali da 10 a 12 metri, mentre le superfici dei piazzali saranno incrementate da 30mila a 160mila metri quadrati”.

Il nome di Pasqualino Monti, a distanza di soli 12 mesi dal suo insediamento al vertice dell’Autorità Portuale di Civitavecchia e a dispetto della giovane età (38 anni), circola come candidatura forte per la presidenza di Assoporti in attesa dell’assemblea che si terrà a Roma il 21 giugno prossimo. Il diretto interessato non commenta queste indiscrezioni, anche se si dichiara lusingato per questa attenzione e dimostra di avere le idee chiare sulle necessità della portualità italiana.

Monti ritiene sia necessario “ripensare tutta la portualità italiana, compiendo lo sforzo di passare a un vero sistema portuale del Paese, a fronte oggi di micro porti (specie se rapportati a realtà nordeuropee) in concorrenza tra loro. La specializzazione degli scali nel seguire ciascuno le proprie vocazioni (container, merci, passeggeri) e ciò che la domanda del mercato di riferimento richiede e dovrebbe portare a una integrazione complessiva che porti a superare i fenomeni attuali di cannibalismo tra porti”.

Si tratta, in concreto, di riproporre a livello nazionale il modello che tanto bene ha funzionato per i porti laziali di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. “Sarebbe inoltre necessario – prosegue Monti – ripensare la natura stessa delle Autorità Portuali, allargandone le competenze e trasformandole in Autorità della Logistica. Non solo: bisogna ragionare in vista di un nuovo rapporto e nuove regole con i grandi concessionari nell’ambito della concreta realizzazione dell’autonomia finanziaria dei porti, incentivando al contempo l’utilizzo della finanza di progetto”. E anche sul tema sul tema della frammentazione dei porti, l’opinione di Monti è chiara: “Il fatto che ci siano 23 Autorità Portuali in Italia è inconcepibile”.

Fonte: Trasportoeuropa.it

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