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Prestiti per le vacanze: erogati oltre 72 milioni di euro in 5 mesi

A breve scatteranno le vacanze estive per milioni di italiani; un appuntamento a cui pochi sembrano voler rinunciare e sono sempre di più coloro che, per far fronte ai costi di un viaggio, scelgono di ricorrere ad una società di credito. Secondo le stime di Facile.it e Prestiti.it, nei soli primi 5 mesi del 2019 sono stati erogati oltre 72 milioni di euro in prestiti personali destinati a coprire le spese legate alle vacanze.

L’analisi, compiuta su un campione di oltre 95.000 domande di finanziamento presentate dal 1° gennaio al 31 maggio attraverso i due portali, da un lato ha definito in 5.291 euro l’importo medio della richiesta di prestito e dall’altro nel 30% l’aumento del peso di queste domande sul totale dei prestiti personali che si è cercato di ottenere.

Se è vero che è aumentato il numero di richiedenti – si legge nell’analisi – è altrettanto vero che si è ridotto il taglio medio e si ricorre al prestito non necessariamente per la vacanza della vita, quella dal costo proibitivo, ma anche per viaggi di valore notevolmente inferiore rispetto al passato; rispetto al totale delle domande, il peso percentuale di coloro che hanno cercato di ottenere più di 10.000 euro per pagare le vacanze è passato dal 22% al 17% del totale. Di contro, i richiedenti che si sono orientati su importi più contenuti, compresi tra i 2.000 euro e i 5.000 euro, nei primi 5 mesi del 2019 hanno rappresentato il 70% del campione totale; erano il 60% nel 2018.

Un altro dato è significativo; nonostante il calo degli importi medi richiesti, i piani di ammortamento si sono allungati, passando da 45 a 51 rate (vale a dire poco più di 4 anni). Ma non è una cattiva notizia.

«Analizzando le migliori offerte presenti sul canale online emerge che i tassi di interesse (taeg) medi* per un prestito personale chiesto per pagare le spese legate ad un viaggio variano tra il 6,64% e il 7,15%», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Valori che permettono a chi presenta domanda di puntare ad un piano di ammortamento più lungo – che si traduce in una rata più leggera – senza che questo abbia un impatto eccessivo dal punto di vista degli interessi da pagare».

Dall’analisi del profilo di chi ha presentato domanda di prestito personale per pagare un viaggio emerge come questa tipologia di finanziamento sia particolarmente diffusa tra i giovani. Se, in generale, chi si rivolge ad una società di credito in Italia ha, in media, più di 43 anni, quando si tratta di prestiti per le vacanze l’età media dei richiedenti scende al di sotto dei 39 anni. Un valore su cui hanno un ruolo determinante gli under 30, ai quali fa capo quasi una domanda di prestito vacanze su tre.

A presentar domanda di prestito è stato nel 76% dei casi un uomo, mentre lo stipendio medio dichiarato in fase di richiesta è pari a 1.750 euro, anche se permangono le differenze tra il campione maschile, che in media dichiara uno stipendio di 1.862 euro e quello femminile, con un reddito mensile di 1.361 euro.

Per quanto riguarda la posizione lavorativa dei richiedenti, il 61% è un dipendente privato a tempo indeterminato, il 10% un lavoratore autonomo o libero professionista.

*Simulazione realizzata su Facile.it in data 19 giugno 2019 considerando una richiesta di prestito personale per vacanza di 5.000 euro da restituire in 48 rate

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Aumentano i milanesi che chiedono un prestito per arredare casa

Sempre più milanesi chiedono un prestito personale per arredare casa; a pochi giorni dall’apertura del Salone del Mobile, l’osservatorio congiunto realizzato da Facile.it e Prestiti.it ha fotografato l’andamento delle richieste di prestito personale presentate dai cittadini di Milano e provincia scoprendo che, nei primi 3 mesi del 2019, tra coloro che hanno esplicitato la finalità del finanziamento, il 7% ha chiesto un prestito personale per acquistare arredamento, valore in aumento di quasi 2 punti percentuali in un anno.

Chi si è rivolto ad una società di credito per questa tipologia di prestito – si legge nell’analisi realizzata su un campione di oltre 10mila pratiche di utenti di Milano e provincia – ha cercato di ottenere, in media, 9.085 euro, da restituire in 62 rate (poco più di 5 anni).

«L’aumento delle richieste di prestiti personali per l’arredamento è un dato positivo, segno che i milanesi continuano ad investire nella propria abitazione», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Ulteriori incentivi per chi volesse affrontare questa spesa nel corso del 2019 sono, da un lato, le detrazioni fiscali, dall’altro i tassi di interesse estremamente favorevoli offerti online dalle società di credito per questa tipologia di prestiti.».

Identikit del richiedente milanese

Esaminando più da vicino le domande di prestito personale presentate nel primo trimestre dell’anno emerge che i milanesi che si sono rivolti ad una società di credito per acquistare l’arredamento avevano, in media, poco più di 41 anni ma quasi una richiesta su tre (32%) arrivava da un under 35.

Altro dato interessante è quello relativo al sesso dei richiedenti; sebbene, molto spesso, sia la donna a scegliere l’arredamento di casa, quando si tratta di chiedere un prestito personale per sostenere le spese d’acquisto, gli uomini risultano essere ancora in netta maggioranza e fanno capo a loro il 73% delle richieste di finanziamento.

Ultima curiosità emerge analizzando la composizione del nucleo familiare dei richiedenti milanesi che hanno dichiarato il loro stato; tra le domande di prestito per arredamento, il 46% arriva da single.

Bonus mobili e detrazioni fiscali

Sul fronte degli incentivi fiscali, fino a fine anno è previsto il Bonus Mobili, che consente di ottenere una detrazione Irpef pari al 50% della spesa sostenuta (fino a 10.000 euro) per l’acquisto di mobili destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.

Sul fronte dei tassi, Facile.it ha voluto analizzare le condizioni offerte attualmente online dalle società di credito per questa tipologia di prestito personale. A fronte di un Taeg medio online pari al 7,4%, i tassi di interesse applicati da alcune finanziarie per i prestiti personali per arredare casa risultano notevolmente più bassi; prendendo in considerazione un taglio medio da 12.000 euro da restituire in 6 anni, il miglior Taeg è pari al 5,5%.

 

 

* Simulazione realizzata su Facile.it in data 3 aprile 2019

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Prestiti per arredare: 9.000 euro la richiesta media

La richiesta di prestiti personali per arredare e ristrutturare casa torna a crescere e, secondo l’osservatorio congiunto realizzato da Facile.it e Prestiti.it su un campione di oltre 70mila pratiche presentate nei primi 3 mesi del 2019, tra coloro che hanno esplicitato la finalità del finanziamento quasi 1 firmatario su 3 ha chiesto un prestito personale per la casa (32%); nel primo trimestre 2018 il valore era pari al 29%.

«L’aumento delle richieste di prestiti personali per la casa è un dato positivo, segno che gli italiani continuano ad investire nella propria abitazione, da sempre ritenuta un bene primario», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Ulteriori incentivi per chi volesse affrontare nel 2019 i costi di ristrutturazione o di acquisto mobili sono, da un lato, le detrazioni fiscali, dall’altro i tassi di interesse estremamente favorevoli offerti online dalle società di credito per questa tipologia di prestiti.».

Facile.it ha verificato le differenze nei tassi dei prestiti online al variare della finalità indicata. A fronte di un Taeg medio online pari al 7,4%, i tassi di interesse applicati da alcune società di credito per i prestiti per arredare o ristrutturare casa risultano essere tra i più bassi; prendendo in considerazione un taglio medio da 12.000 euro da restituire in 6 anni, il miglior Taeg è pari al 5,5%.

Identikit del richiedente

Esaminando più da vicino le domande di finanziamento per le quali è stata specificata la finalità, emerge che le richieste di prestiti personali per l’acquisto di arredamento rappresentano da sole ben il 7% del totale.

Guardando gli importi medi richiesti, chi ha chiesto un prestito personale per l’acquisto di arredamento, mediamente, ha puntato a ricevere 9.175 euro da restituire in 63 rate (poco più di 5 anni), chi invece si è rivolto ad una società di credito per ristrutturare casa si è orientato su un taglio medio pari a 17.973 euro da rimborsare in 79 rate (6 anni e mezzo).

Interessante notare anche l’età media di chi ha presentato domanda; chi ha chiesto un prestito personale per l’arredamento nel corso del primo trimestre 2019 aveva, in media, poco più di 41 anni e mezzo e, tra loro, una richiesta su tre (33%) arrivava da un under 35.

Le differenze regionali

Analizzando i dati su base regionale si notano differenze significative; guardando le richieste di prestiti personali per l’acquisto di arredamento, emerge che le aree dove queste hanno un peso percentuale maggiore sono il Friuli-Venezia Giulia (8,2% del totale richieste nella regione), la Liguria (8,1%) e la Calabria (7,9%). Percentualmente, invece, si fa maggiore ricorso ai prestiti personali per ristrutturare un immobile nelle regioni del Sud Italia e Isole e, in particolare, in Campania, Calabria e Sicilia (29,8%).

Se si parla di cifre, gli importi medi più alti per prestiti ristrutturazione sono stati registrati in Piemonte (19.812 euro), Sardegna (19.553 euro) e Lombardia (19.178 euro); nelle richieste di finanziamento per l’acquisto di arredamento, invece, i valori medi più elevati sono stati rilevati in Abruzzo (10.703 euro), Lazio (10.199 euro) e Veneto (9.855 euro).

 

 

* Simulazione realizzata su Facile.it in data 3 aprile 2019

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Prestiti: in Sicilia si chiedono 13.000 euro


In Sicilia lo scorso anno i cittadini hanno fatto ricorso al credito al consumo in maniera importante e, secondo l’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un panel di oltre 11.000 domande di prestito personale presentate da utenti della regione, chi si è rivolto ad una finanziaria nel 2018 ha cercato di ottenere, in media, 12.973 euro da restituire in 66 rate (5 anni e mezzo). L’età media dei richiedenti è pari a 43 anni ma se si guardano più da vicino le fasce anagrafiche emerge che quasi 1 richiesta su 3 (29%) proviene da un under 35.

Ma quali sono le ragioni che hanno spinto i siciliani a richiedere un prestito personale? Analizzando le domande di finanziamento per le quali è stata specificata la finalità emerge che, nel 2018, i prestiti più richiesti in Sicilia sono stati quello per ristrutturare casa (24,7% del totale richieste) e quello per l’acquisto di un’auto usata (17,6%), anche se entrambi risultano in calo rispetto al 2017, rispettivamente del -2,8% e del -1,9%.

Le richieste di prestito personale che, nella regione, sono cresciute maggiormente lo scorso anno sono quelle rivolte all’ottenimento di liquidità, il cui peso sul totale prestiti è aumentato di 3,9 punti percentuali, passando dall’11,1% al 15%; un incremento significativo se si pensa che a livello nazionale i prestiti personali per liquidità sono aumentati, percentualmente, solo di 1,7 punti. In crescita rispetto al 2017 anche il peso delle richieste per consolidamento debiti (14,2% del totale, in aumento di 3,4 punti percentuali) e quelle per pagare le spese mediche (4,5% del totale, +1,3 punti percentuali).

L’andamento provinciale

Analizzando le richieste di finanziamento in ottica territoriale emerge che Caltanissetta è la provincia siciliana dove sono stati richiesti gli importi medi più alti (14.350 euro, il 10,6% in più rispetto alla media regionale); seguono in classifica le province di Messina (13.477 euro), Enna (13.295 euro) e Agrigento (13.245 euro). In provincia di Catania l’importo medio richiesto è pari a 12.992 euro, mentre in quella di Siracusa è pari a 12.957 euro. Guardando la graduatoria nel senso opposto, invece, gli importi medi più bassi sono stati chiesti in provincia di Ragusa (11.586 euro); seguono le province di Trapani (12.316 euro) e di Palermo (12.933 euro).

Interessante notare come, a seconda della provincia presa in esame, vari sensibilmente anche l’età media di coloro che hanno presentato domanda di prestito. I richiedenti più giovani sono quelli di Ragusa, dove l’età età media è pari a 41 anni e gli under 35 rappresentano il 34% del campione totale; l’età media più alta, invece, è stata registrata nelle provincia di Enna (45 anni), area dove il peso dei giovani con meno di 35 anni scende al 24%.

Analizzando la durata media dei finanziamenti richiesti, invece, le differenze provinciali sono meno accentuate e incluse in una forbice che varia tra le 65 e le 67 mensilità.

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Prestiti: in Sardegna si chiede il 6,4% in più della media nazionale

In Sardegna lo scorso anno i cittadini hanno fatto ricorso al credito al consumo in maniera importante e, secondo l’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un panel di circa 5.000 domande di prestito personale presentate da utenti della regione, chi nell’Isola si è rivolto ad una finanziaria nel 2018 ha cercato di ottenere, in media, 13.714 euro, vale a dire il 6,4% in più rispetto alla media nazionale, importo che i richiedenti intendono rimborsare in 68 rate (poco più di 5 anni e mezzo).

Ma quali sono le ragioni che hanno spinto i sardi a richiedere un prestito personale? Analizzando le domande di finanziamento per le quali è stata specificata la finalità emerge che, nel 2018, il prestito più richiesto in Sardegna è stato quello per ristrutturare casa (23% del totale richieste), seguito da quello per l’acquisto di un’auto usata (20%). La tipologia di prestito personale che però è cresciuta maggiormente lo scorso anno è quella per il consolidamento debiti, il cui peso sul totale prestiti è aumentato di ben 5,3 punti percentuali passando dall’11,6% del 2017 al 16,9%. Aumento significativo anche per i prestiti personali richiesti per pagare costi legati alle spese mediche (4,3% del totale in aumento di 2,2 punti percentuali rispetto al 2017).

«L’aumento di richieste per il consolidamento debiti è un segnale di come i sardi siano sempre più attenti al risparmio, anche nell’ambito dei prestiti personali», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Sono sempre più numerosi i consumatori che, consapevoli delle opportunità offerte dal mercato, e in particolare dai prestiti del canale online, scelgono di consolidare un debito in corso passando ad una finanziaria che offre tassi di interesse più contenuti.».

Analizzando le richieste di finanziamento in ottica territoriale emerge che Nuoro è la provincia sarda dove sono stati richiesti gli importi medi più alti (15.593 euro, il 13,7% in più rispetto alla media regionale); seguono in classifica la provincia di Sassari (13.899 euro) e quella di Cagliari (13.342 euro). L’importo medio più basso, invece, è quello registrato in provincia di Oristano (12.749 euro) e nella provincia del Sud Sardegna (13.254 euro).

Se a livello provinciale non emergono differenze significative rispetto alla durata media dei prestiti richiesti, come detto pari a 68 rate, variazioni importanti sono state rilevate analizzando l’età media dei richiedenti che, in Sardegna è pari a 43 anni ma a livello provinciale oscilla tra i 42 anni registrati a Nuoro e Cagliari e i 45 di Oristano.

 

 

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Prestiti: in Piemonte si chiedono 13.000 euro

In Piemonte lo scorso anno i cittadini hanno fatto ricorso al credito al consumo in maniera importante e, secondo l’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un panel di oltre 12.000 domande di prestito personale presentate da utenti della regione, chi si è rivolto ad una finanziaria nel 2018 ha cercato di ottenere, in media, 12.986 euro da restituire in 67 rate (poco più di 5 anni e mezzo).

L’età media dei richiedenti è pari a 42 anni ma se si guardano più da vicino le fasce anagrafiche emerge che quasi 1 richiesta su 3 (32%) proviene da un under 35, valore superiore alla media nazionale dove la percentuale di richiedenti con meno di 35 anni si ferma al 29%.

Ma quali sono le ragioni che hanno spinto i piemontesi a richiedere un prestito personale? Analizzando le domande di finanziamento per le quali è stata specificata la finalità emerge che, nel 2018, i prestiti più richiesti nella regione sono stati quello per l’acquisto di un’auto usata (18,8%) e quello per ristrutturare casa (18,6%), anche se entrambi risultano in calo rispetto al 2017, rispettivamente del -3,6% e del -2,7%.

La tipologia di prestito che invece nell’ultimo anno è cresciuta maggiormente in Piemonte è il consolidamento debiti, il cui peso sul totale prestiti richiesti è aumentato di 5,2 punti percentuali, passando dall’11,9% del 2017 al 17,2% del 2018. In crescita anche i prestiti personali richiesti per pagare i costi legati alle cure mediche (4,7% del totale, in crescita di 1,7 punti percentuali rispetto al 2017).

«L’aumento di richieste per il consolidamento debiti è un segnale di come i piemontesi siano sempre più attenti al risparmio, anche nell’ambito dei prestiti personali», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Sono sempre più numerosi i consumatori che, consapevoli delle opportunità offerte dal mercato, e in particolare dai prestiti del canale online, scelgono di consolidare un debito in corso passando ad una finanziaria che offre tassi di interesse più contenuti.».

Analizzando le richieste di finanziamento in ottica territoriale emerge che Alessandria è la provincia piemontese dove sono stati richiesti gli importi medi più alti (13.352 euro, il 3% in più rispetto alla media regionale); seguono in classifica le province di Asti (13.204 euro), Torino (13.031 euro) e Novara (12.993 euro). Guardando la classifica nel senso opposto, gli importi medi più bassi sono stati registrati nelle province di Biella (12.219 euro), Verbano-Cusio-Ossola (12.537 euro), Cuneo (12.614 euro) e Vercelli (12.748 euro).

Interessante notare, inoltre, come anche l’età media di coloro che hanno presentato domanda di finanziamento vari a seconda della provincia presa in esame; i richiedenti più giovani sono quelli di Asti, Novara e Vercelli (età media 41 anni), mentre l’età media più alta è stata registrata nelle province di Biella e del Verbano-Cusio-Ossola (44 anni).

 

 

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Prestiti: in Lombardia si chiede il 2,6% in più della media nazionale

In Lombardia lo scorso anno i cittadini hanno fatto ricorso al credito al consumo in maniera importante e, secondo l’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un panel di oltre 56mila domande di prestito personale presentate da utenti della regione, chi si è rivolto ad una finanziaria nel 2018 ha cercato di ottenere, in media, 13.225 euro, vale a dire il 2,6% in più rispetto alla media nazionale, importo che i richiedenti intendono rimborsare in 67 rate (poco più di 5 anni e mezzo).

Ma quali sono le ragioni che hanno spinto i lombardi a richiedere un prestito? Analizzando le domande di finanziamento per le quali è stata specificata la finalità emerge che, nel 2018, il prestito personale più richiesto in Lombardia è stato quello per acquistare l’auto usata (20,5% del totale richieste), seguito da quello per ristrutturare casa (19,9%). La tipologia di prestito personale che però è cresciuta maggiormente lo scorso anno è quella per il consolidamento debiti, il cui peso sul totale prestiti è aumentato di ben 4,3 punti percentuali passando dall’11,3% del 2017 al 15,8%. Aumento significativo anche per i prestiti personali richiesti per acquistare un immobile (4,9% del totale, in aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2017).

«L’aumento di richieste per il consolidamento debiti è un segnale di come i lombardi siano sempre più attenti al risparmio, anche nell’ambito dei prestiti personali», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Sono sempre più numerosi i consumatori che, consapevoli delle opportunità offerte dal mercato, e in particolare dai prestiti del canale online, scelgono di consolidare un debito in corso passando ad una finanziaria che offre tassi di interesse più contenuti.».

Analizzando le richieste di finanziamento in ottica territoriale emerge che Lodi è la provincia lombarda dove sono stati richiesti gli importi medi più alti (14.165 euro, il 7% in più rispetto alla media regionale); seguono in classifica la provincia di Varese (13.792 euro), quella di Brescia (13.725 euro) e Lecco (13.705 euro). Valori sopra la media regionale anche per Como (13.616 euro), Mantova (13.351 euro) e Sondrio (13.303 euro). La cifra media richiesta in provincia di Milano è pari a 13.189 euro, sostanzialmente in linea con la media lombarda, mentre gli importi medi più bassi sono quelli richiesti a Pavia (12.688 euro), Bergamo (12.786 euro), Cremona (12.891 euro) e Monza Brianza (12.985 euro)

Se a livello territoriale non emergono differenze particolarmente significative rispetto all’età media dei richiedenti (inclusa, a seconda dell’area, in un forbice tra i 40 e i 42 anni), variazioni importanti sono state rilevate analizzando la durata media dei prestiti richiesti, che varia tra le 64 mensilità previste della provincia di Sondrio e le 70 mensilità della provincia di Lodi.

 

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Prestiti: in Campania cresce il consolidamento debiti

In Campania lo scorso anno i cittadini hanno fatto ricorso al credito al consumo in maniera importante e, secondo l’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un panel di circa 13mila domande di prestito personale presentate da utenti della regione, chi si è rivolto ad una finanziaria nel 2018 ha cercato di ottenere, in media, 12.959 euro da restituire in 67 rate (poco più di 5 anni e mezzo).

L’età media dei richiedenti è pari a 42 anni ma se si guardano più da vicino le fasce anagrafiche emerge che quasi 1 richiesta su 3 (31%) proviene da un under 35, valore superiore alla media nazionale dove la percentuale di richiedenti con meno di 35 anni si ferma al 29%.

Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto i campani a richiedere un prestito personale? Analizzando le domande di finanziamento per le quali è stata specificata la finalità emerge che, nel 2018, i prestiti più richiesti nella regione sono stati quelli per ristrutturare casa (24,5%) e per acquistare un’auto usata (17,4%), anche se entrambi risultano in calo rispetto al 2017, rispettivamente del -6,7% e del -2%.

La tipologia di prestito che invece nell’ultimo anno è cresciuta maggiormente in Campania è il consolidamento debiti, il cui peso sul totale prestiti richiesti è aumentato di 6,1 punti percentuali, passando dal 7,6% del 2017 al 13,7% del 2018.

«L’aumento di richieste per il consolidamento debiti è un segnale di come i campani siano sempre più attenti al risparmio, anche nell’ambito dei prestiti personali», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Sono sempre più numerosi i consumatori che, consapevoli delle opportunità offerte dal mercato, e in particolare dai prestiti del canale online, scelgono di consolidare un debito in corso passando ad una finanziaria che offre tassi di interesse più contenuti.».

In crescita, si legge nell’analisi, anche i prestiti personali richiesti per ottenere liquidità (15,5% del totale, +4,1 punti percentuali rispetto al 2017) e quelli per le cure mediche (4% del totale, +1,5 punti percentuali). Peculiare, inoltre, è il dato relativo ai finanziamenti chiesti per pagare matrimoni e cerimonie che, in Campania, sono aumentati di 1 punto percentuale raggiungendo il 4,4% del totale prestiti richiesti nella regione, vale a dire quasi il doppio rispetto alla media nazionale (2,4%).

Le differenze provinciali

Analizzando le richieste di finanziamento in ottica territoriale emerge che Salerno è la provincia campana dove sono stati richiesti gli importi medi più alti (13.612 euro, il 5% in più rispetto alla media regionale); seguono in classifica le province di Benevento (13.046 euro) e Napoli (12.920 euro). Gli importi medi più bassi, invece, sono stati richiesti in provincia di Avellino (12.594 euro) e in quella di Caserta (12.559 euro).

Interessante notare, inoltre, come, a differenza di altre regioni d’Italia, non emergono differenze provinciali significative rispetto all’età media dei richiedenti prestito, che varia tra i 42 e 43 anni, e la durata media dei prestiti richiesti, che varia tra i 66 e i 67 mesi.

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Prestiti: in Calabria si chiedono in media 12.960 euro

In Calabria lo scorso anno i cittadini hanno fatto ricorso al credito al consumo in maniera importante e, secondo l’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un panel di quasi 5mila domande di prestito personale presentate da utenti della regione, chi si è rivolto ad una finanziaria nel 2018 ha cercato di ottenere, in media, 12.960 euro da restituire in 67 rate (poco più di 5 anni e mezzo). L’età media dei richiedenti è pari a 43 anni ma se si guardano più da vicino le fasce anagrafiche emerge che quasi 1 richiesta su 3 (29%) proviene da un under 35.

Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto i calabresi a richiedere un prestito personale? Analizzando le domande di finanziamento per le quali è stata specificata la finalità emerge che, nel 2018, i prestiti più richiesti in Calabria sono stati quello per ristrutturare casa (26,1% del totale richieste) e quello per l’acquisto di un’auto usata (17,9%), anche se entrambi risultano in calo rispetto al 2017, rispettivamente del -3,7% e del -1%.

La tipologia di prestito che invece nell’ultimo anno è cresciuta maggiormente in Calabria è quello per il consolidamento debiti, il cui peso sul totale prestiti richiesti è aumentato di 3 punti percentuali, passando dall’11% del 2017 al 14% del 2018. In crescita anche il peso dei prestiti personali richiesti per ottenere liquidità (13,3% del totale, +1,6 punti percentuali rispetto al 2017) e quelli per l’acquisto di arredamento (7,2%, +1,2 punti percentuali).

«L’aumento di richieste per il consolidamento debiti è un segnale di come i calabresi siano sempre più attenti al risparmio, anche nell’ambito dei prestiti personali», spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it. «Sono sempre più numerosi i consumatori che, consapevoli delle opportunità offerte dal mercato, e in particolare dai prestiti del canale online, scelgono di consolidare un debito in corso passando ad una finanziaria che offre tassi di interesse più contenuti.».

L’andamento provinciale

Analizzando le richieste di finanziamento in ottica territoriale emerge che Vibo Valentia è la provincia calabrese dove sono stati richiesti gli importi medi più alti (13.830 euro, il 7% in più rispetto alla media regionale); seguono in classifica le province di Cosenza (12.934 euro) e Catanzaro (12.923 euro). Gli importo medi più bassi, invece, sono stati richiesti in provincia di Reggio Calabria (12.860 euro) e in quella di Crotone (12.727 euro).

Interessante notare come, a seconda della provincia presa in esame, vari sensibilmente anche l’età media di coloro che hanno presentato domanda di prestito. I richiedenti più giovani sono quelli di Vibo Valentia e Crotone (età media 42 anni) mentre l’età media più alta è stata registrata nella provincia di Catanzaro (44 anni). Differenze significative sono state evidenziate anche rispetto alla durata media del prestito richiesto, che varia dalle 66 rate di Catanzaro e Vibo Valentia alle 69 di Cosenza.

 

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Prestiti: aumentano quelli richiesti per il consolidamento debiti e le spese mediche

Aumentano le richieste di prestiti personali destinati al consolidamento debiti, allacquisto di arredamento e alle spese mediche, mentre calano quelli per la ristrutturazione della casa. Sono queste le prime evidenze emerse dall’osservatorio congiunto di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un campione di oltre 150.000 domande di finanziamento*, secondo il quale, nel corso dei primi 10 mesi dell’anno, gli italiani che si sono rivolti ad una società del credito hanno cercato di ottenere in media 10.334 euro, lo 0,8% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Aumento che, si legge nell’analisi, si è tradotto anche in un allungamento dei piani di ammortamento medi, passati da 60 a 62 rate.

Gli italiani continuano dunque a far ricorso alle società del credito, ma cambiano le priorità; esaminando le richieste di prestito personale nelle quali il firmatario ha specificato la finalità, emerge che la prima motivazione che ha spinto gli italiani a presentare domanda nei primi 10 mesi dell’anno è l’acquisto di un’auto usata (22%), mentre slittano al secondo posto le richieste di prestito destinate alla ristrutturazione della casa (21%), che perdono 4,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

In forte aumento, invece, le domande di prestito personale destinate al consolidamento debiti, che passano dal 9,5% del 2017 al 13,1% del 2018, e quelle per pagare le spese mediche, il cui peso percentuale è cresciuto di oltre un terzo passando dal 3,7% del 2017 al 5% del 2018.

«Nell’ultimo anno si è assistito ad un cambiamento delle motivazioni che hanno spinto gli italiani a chiedere un prestito personale», spiega Andrea Bordigone, Responsabile prestiti di Facile.it «se da un lato l’aumento del consolidamento debiti ci racconta di una maggiore consapevolezza rispetto alle opportunità per gestire più correttamente il debito, dall’altra non si può non notare come stiano assumendo un peso sempre maggiore le richieste di prestiti personali destinati a coprire le spese mediche.».

A variare rispetto ai primi 10 mesi del 2017 sono state anche le somme che i richiedenti hanno cercato di ottenere. In aumento gli importi medi richiesti per il consolidamento debiti (17.538 euro, +9%), per la formazione (7.040, +12%) e i viaggi (€ 4.692 euro, +13%). In calo, invece, le somme richieste per i prestiti personali destinati alla “casa” come l’acquisto immobili (€ 21.025 euro, -20%) e la ristrutturazione casa (€ 13.281, -13%). Situazione in chiaroscuro per i prestiti personali per l’acquisto di arredamento; se ne chiedono di più (il loro peso percentuale è passato dal 7,1% al’8,8%) ma è diminuito il taglio medio (sceso del 4% e stabilizzatosi a 8.443 euro).

Guardando al profilo dei richiedenti emerge che chi ha presentato domanda nei primi 10 mesi del 2018 aveva, in media, 42 anni; la fascia anagrafica più rappresentata è quella degli under 35, cui fanno capo quasi 1 terzo delle richieste (31,9%), seguita dai richiedenti con età compresa tra i 35 e 44 anni (31,5%) e quelli nella fascia 45-54 anni (23%).

Dati interessanti emergono dall’analisi del sesso del richiedente; la percentuale di domande di finanziamento presentate da donne rimane ancora marginale (circa il 28%) e permangono le differenze sugli importi medi richiesti dai due sessi, con gli uomini che puntano ad ottenere, in media, il 10% in più rispetto al gentil sesso (10.612 euro contro i 9.633 euro).

 

Rispetto alla posizione lavorativa del richiedente, a presentar domanda in circa il 75% dei casi è un dipendete con contratto a tempo indeterminato, nel 14% un lavoratore autonomo o libero professionista e nel 5,5% un pensionato.

 

 

* L’osservatorio ha preso in esame un campione di oltre 150.000 richieste di prestito personale presentate tramite Facile.it e Prestiti.it tra l’1 gennaio 2017 e il 31 ottobre 2017 e l’1 gennaio 2018 e il 31 ottobre 2018.

 

 

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Prestiti: nel 2017 erogati oltre 98 milioni di euro per pagare le ferie

Le vacanze estive sono ormai alle porte e anche in Italia si diffonde sempre di più l’abitudine di ricorrere alle società finanziarie per non rinunciare al meritato riposo, tanto che, secondo le stime di Facile.it e Prestiti.it, nel 2017 è di oltre 98 milioni di euro il valore dei prestiti personali erogati per pagare viaggi e vacanze.

Dall’esame di un campione di oltre 110.000 domande di prestito personale presentate fra il 01 gennaio 2017 ed il 31 marzo 2018* i due portali hanno calcolato che chi lo scorso anno si è rivolto ad una società del credito per pagare le vacanze, ha chiesto in media 4.140 euro da restituire in 39 rate (poco più di 3 anni).  Valore che, peraltro, nel primo trimestre del 2018 è cresciuto del 15,6%, raggiungendo quota 4.787 euro.

Aumentano gli under 30

L’analisi delle domande di prestito personale ha portato alla luce un dato particolarmente significativo; dal 2016 al 2017 è diminuita di 2 anni e mezzo l’età media di chi si è rivolto a una finanziaria per pagare le ferie, passando da 40 anni e 1 mese a 37 anni e 6 mesi. Una riduzione su cui ha avuto un ruolo determinante l’aumento della percentuale di richieste presentate dagli under 30, più che raddoppiata nel corso di 1 anno; se nel 2016 solo il 15,4% delle domande di prestito personale per cui si esplicitava la finalità “viaggi e vacanze” facevano capo a un giovane con meno di 30 anni, nel 2017 la percentuale è salita al 32,8%.

«Per chiedere ed ottenere un prestito da una società del credito è fondamentale poter contare su una posizione lavorativa stabile o, in alternativa, su un garante», spiega Andrea Bordigone, Responsabile BU prestiti di Facile.it.  «L’aumento delle richieste di prestito provenienti dagli under 30 va quindi letto positivamente e contestualizzato all’interno di un generale miglioramento delle condizioni lavorative dei giovani, di un atteggiamento più fiducioso verso il futuro, nonché di una maggiore consapevolezza finanziaria.».

I dati emersi dall’analisi dimostrano ancora una volta come anche in Italia si stia sviluppando un atteggiamento di maggiore consapevolezza rispetto alle possibilità offerte dal credito al consumo e, sia pur gradualmente, ci si stia muovendo da un modello tipico del passato “spendo se posso pagare tutto subito” a uno di matrice anglosassone “beneficio del pagamento rateale per non gravare eccessivamente sul mio budget e, al contempo, non dover rinunciare al bene o al servizio che finanzio”.

«Oggi chiedere un prestito da 4.000 euro da restituire in 3 anni» – continua Bordigone – «significa ottenere una rata mensile di circa 115 euro**, spesa sostenibile anche per un giovane».

Le altre fasce che più richiedono questa tipologia di prestito personale sono coloro che hanno un’età compresa tra i 30 e i 39 anni (28,6%) e quelli tra i 40 e 49 anni (22,7%).

A presentar domanda di prestito è stato nel 75% dei casi un uomo, mentre lo stipendio medio dichiarato in fase di richiesta è pari a 1.518 euro, anche se permangono le differenze tra i richiedenti uomini, che in media dichiarano uno stipendio di 1.559 euro e le donne, con uno stipendio di 1.391 euro.

Per quanto riguarda la posizione lavorativa dei richiedenti, il 77% è un dipendente privato a tempo indeterminato, il 12% un lavoratore autonomo o libero professionista.

 

* L’analisi è stata realizzata su un campione di 111.496 richieste di prestito personale presentate tramite Facile.it e Prestiti.it tra ll’1 gennaio 2017 e il 31 marzo 2018

** Miglior offerta disponibile su Facile.it in data 31/05/2018

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Facile.it: ecco quanto spendono le famiglie a Parma

Facile.it ha scelto Parma per l’apertura del suo sesto Store in Italia (https://www.facile.it/store/parma.html) e, in occasione dell’inaugurazione, ha voluto approfondire un tema importante: quanto costa oggi vivere a Parma e provincia? Il comparatore ha tracciato una mappa delle principali voci di spesa che le famiglie devono affrontare; dall’assicurazione per l’auto al mutuo, dai prestiti personali alle bollette di luce, gas e ADSL: ecco cosa è emerso.

Assicurazioni auto e moto

Il primo costo messo sotto la lente dal comparatore è quello relativo all’assicurazione dell’auto. Secondo i dati dell’Osservatorio di Facile.it*, ad aprile 2018 il costo medio per assicurare un’auto a Parma era pari a 512,60 euro, l’1,34% in più rispetto ad aprile 2017 ma inferiore del 9,19% rispetto alla media nazionale. Tariffe ancor più contenute per chi abita in provincia, dove il prezzo medio per l’RC auto registrato ad aprile 2018 è stato di 486,49 euro.

Per quanto riguarda l’RC moto*, invece, il premio medio pagato dai centauri in provincia di Parma ad aprile 2018 è stato pari a 341,32 euro.

Energia e gas

Tra le voci di spesa che incidono maggiormente sul budget familiare ci sono quelle relative ai consumi energetici. Guardando alla bolletta dell’energia elettrica, considerando un consumo medio di 2.906 kWh, la spesa annua sostenuta nel 2017 dalle famiglie di Parma e provincia è stata pari a 572,90 euro, in aumento dell’1,9% rispetto al 2016. Analizzando i consumi di gas, invece, la spesa media è stata pari a 1.003 euro, l’1,6% in più rispetto al 2016.  Costi che, secondo le previsioni del comparatore, a causa degli aumenti delle tariffe energetiche, potrebbero ulteriormente aumentare nel corso del 2018 rispettivamente del 12,8% e del 4,8%.

Telefonia

La telefonia fissa (voce e ADSL) è un’altra delle voci esaminate da Facile.it. Nel corso del 2017 la spesa media annua sostenuta dai residenti di Parma e provincia è stata pari a 355 € (circa 26 euro al mese), in linea con quanto pagato nel 2016.

Mutui casa

A pesare in maniera importante sul bilancio delle famiglie è la rata del mutuo per l’acquisto della casa. Ma come si comportano i cittadini di Parma e provincia rispetto a questa spesa? Dall’analisi delle domande di finanziamento presentate tramite Mutui.it e Facile.it* è emerso che, nel corso del 2017, gli aspiranti mutuatari della provincia hanno chiesto, in media, 133.595 euro; valore in aumento del 4% rispetto al 2016, quando invece l’importo che si cercava di ottenere era pari a 128.428 euro. La durata media del finanziamento è rimasta stabile (22 anni) e attraverso il mutuo gli acquirenti hanno cercato di finanziare mediamente il 60% del valore dell’immobile.

Guardando alla tipologia di tasso scelto emerge che il 76,19% dei richiedenti ha optato per quello fisso mentre solo il 21,13% ha cercato di ottenere il variabile.

Prestiti personali e cessione del quinto

Facile.it ha mappato anche il rapporto che i cittadini di Parma e provincia hanno con il credito al consumo. Esaminando le domande di prestito personale* presentate da utenti di Parma e provincia tramite Facile.it e Prestiti.it è emerso che, nel 2017, l’importo medio richiesto è stato pari a 9.532 euro, in calo dell’11,6% rispetto al 2016, quando si cercava di ottenere 10.785 euro. Stabile, invece, il numero di rate con cui i richiedenti desiderano restituire il prestito (58, pari a poco meno di 5 anni). L’importo richiesto in provincia risulta essere il più basso tra le altre province dell’Emilia Romagna e il 10% delle domande totali presentate in regione provengono da un utente del parmense.

Analizzando invece le richieste di cessione del quinto emerge un quadro opposto. La richiesta media 2017 è stata pari a 17.842 euro (da restituire in 104 rate), in aumento di oltre il 30% rispetto al 2016, quando invece si cercava di ottenere 13.560 euro (da restituire in 73 rate). In questo caso l’importo richiesto rappresenta il secondo più alto tra le province emiliano romagnole e il 10,5% delle domande di cessione del quinto presentate in regione fanno capo a richiedente di Parma e provincia.

Lo Store di Parma

Dopo il successo dei negozi aperti a Varese, Bergamo, Cremona, Roma e Monza, il comparatore leader nel confronto di prodotti di finanza personale e utenze domestiche sbarca in Emilia Romagna con un punto vendita situato nel cuore della città di Parma (Strada Garibaldi, 9). All’interno del nuovo Store, i cittadini troveranno consulenti dedicati che li guideranno nell’utilizzo del comparatore e nell’identificazione delle migliori offerte su prodotti assicurativi, finanziari e utenze domestiche.

«Parma rappresenta una città importante all’interno del nostro percorso di espansione territoriale» ha spiegato Mauro Giacobbe, Amministratore delegato di Facile.it. «Non solo perché è la prima città dell’Emilia Romagna ad ospitare un Facile.it Store, ma anche perché analizzando i costi sostenuti dalle famiglie ci siamo resi conto che ci sono ampi margini di risparmio. All’interno dello Store i clienti, supportati da un team di consulenti dedicati, potranno analizzare i costi relativi a RC auto, mutui, prestiti, luce, gas e ADSL e scegliere i prodotti migliori disponibili sul mercato. Obiettivo dei Facile.it Store è di comprendere meglio le esigenze dei clienti e dare la possibilità, anche a un pubblico non ancora abituato a usare gli strumenti di comparazione online, di ridurre le spese.».


 

(*)

Per i premi RC auto: l’osservatorio calcola il premio di assicurazione RC auto medio e le sue variazioni negli ultimi 12 mesi. Questa ricerca è basata su 40.274 preventivi effettuati a Parma e provincia su Facile.it dai suoi utenti tra il 1 aprile 2017 e il 30 aprile 2018 i relativi risultati di quotazione prodotti. I dati si riferiscono ai premi forniti dalle compagnie confrontate da Facile.it, disponibili su questa pagina https://www.facile.it/come-funziona.html#compagnie_confrontate.

Per i premi RC moto L’Osservatorio calcola il premio di assicurazione RC moto medio e le sue variazioni negli ultimi 12 mesi. Questa ricerca è basata su 6.120 preventivi effettuati a Parma e provincia su Facile.it dai suoi utenti tra il 1 aprile 2017 e il 30 aprile 2018 e i relativi risultati di quotazione prodotti. I dati si riferiscono ai premi forniti dalle compagnie confrontate da Facile.it, disponibili su questa pagina: https://www.facile.it/come-funziona.html#compagnie_confrontate.

Per i valori sui mutui, è stato analizzato un campione di oltre 600 richieste di mutuo presentata da gennaio 2016 a dicembre 2017 tramite i portali Facile.it e Mutui.it da richiedenti residenti in provincia di Parma.

Per i valori sul credito al consumo è stato analizzato un campione di oltre 950 richieste di prestito personale e cessione del quinto presentate da gennaio 2016 a dicembre 2017 tramite i portali Facile.it e Prestiti.it richiedenti residenti in provincia di Parma

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Ristrutturazione prima casa: 10 consigli per scegliere fra mutuo e prestito

Nel 2017 sono state 700.000 le abitazioni ristrutturate approfittando dei tassi particolarmente vantaggiosi e delle detrazioni previste dalla legge (Fonte: Scenari Immobiliari). Molti italiani hanno scelto di chiedere in prestito a banche o finanziarie la somma necessaria per affrontare i lavori e, secondo l’osservatorio di Facile.it, quando si parla di ristrutturazioni, la richiesta media* è stata pari a circa 16.000 euro per i prestiti personali, 88.500 euro per i mutui. Ma quando conviene scegliere l’una o l’altra tipologia di finanziamento e come fare per evitare di pagare più del dovuto? Ecco i 10 consigli di Facile.it.

  1. Quanto chiedere. Il primo punto da valutare è quanto richiedere a banche e società del credito; in generale può convenire orientarsi verso un prestito personale se il taglio del finanziamento è più contenuto anche se, di fatto, è possibile richiedere sino a circa 70 mila euro. I mutui per ristrutturare, invece, sono la soluzione più indicata per chi mira a importi maggiori; non ci sono valori minimi e ogni istituto applica le proprie politiche, ma normalmente il credito viene concesso a partire dai 30.000 euro.
  1. Quale tasso considerare? Per valutare e confrontare le due tipologie di finanziamento è fondamentale il tasso. Non fermiamoci però al solo TAN (Tasso Annuo Nominale) e, piuttosto, teniamo in considerazione il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che include tutti i costi connessi al finanziamento, come le spese di istruttoria o perizia. Nello specifico, per i prestiti personali** per ristrutturazione, a seconda dell’importo e della durata, le migliori offerte hanno un TAEG che oscilla, attualmente, tra il 5,44% e il 7,98%. Per un mutuo ristrutturazione prima casa**, invece, bisogna scegliere tra tasso variabile (migliori TAEG tra lo 0,78% e lo 0,83%) o fisso (migliori TAEG tra l’1,50% e il 2,08%).
  1. I costi accessori cui fare attenzione. Abbiamo detto che sul costo complessivo del finanziamento gravano anche altri elementi, ma quali sono e quali le differenze tra i costi connessi ai prestiti e quelli legati ai mutui per ristrutturazione? Per il prestito personale sono da considerare, generalmente, le spese di istruttoria, di incasso e gestione rata, quelle di notifica e di chiusura pratica, l’imposta di bollo, e, se previsti, eventuali costi iniziali o assicurativi. Per i mutui ristrutturazione, invece, la lista non finisce qui e, quindi, le spese aumentano. In aggiunta ai costi sopra indicati, bisogna considerare il perito (in media il suo intervento costa tra i 200 e i 300 euro, variabili anche in funzione del numero di perizie necessarie) e l’atto (il cui costo è legato al valore dell’iscrizione ipotecaria) che il notaio dovrà redigere per finalizzare il mutuo. Bisogna mettere in conto anche i costi relativi all’assicurazione scoppio e incendio, obbligatoria per l’ottenimento di un mutuo ristrutturazione. Attenzione perché se l’abitazione è già coperta da una polizza di questo tipo, è necessario verificare che abbia le caratteristiche richieste per il nuovo finanziamento o, in caso contrario, occorre stipularne una nuova.
  1. Le garanzie richieste sono diverse. Per entrambi i finanziamenti è necessario, in primis, che il richiedente abbia un reddito fisso di importo sufficiente a sostenere le rate da rimborsare. Se per il prestito personale questo rappresenta, nella maggior parte dei casi, l’unico requisito richiesto, per il mutuo ristrutturazione, invece, è necessaria anche una garanzia reale, rappresentata dall’iscrizione dell’ipoteca sull’immobile che si intende ristrutturare. Resta valido, per i mutui così come per i prestiti, che qualora l’istituto erogante lo ritenesse necessario, potrà richiedere ulteriori garanzie.
  1. Le tempistiche di erogazione variano notevolmente. Un punto di forza dei prestiti personali sono propri i tempi rapidi di erogazione, che variano generalmente tra le 24 ore e i 15 giorni; se il vostro nemico è il tempo, questa è senz’altro la strada più veloce da percorrere. Il mutuo ristrutturazione, invece, segue il normale iter di un mutuo tradizionale per l’acquisto casa che è notoriamente più lungo; solo per passare dall’istruttoria della pratica all’erogazione occorrono, in media, circa 60 giorni.
  1. Potrebbe essere utile un mutuo SAL? Altra differenza tra mutuo e prestito ristrutturazione è rappresentata dalla modalità di erogazione; con il prestito la somma viene sempre concessa in un’unica soluzione, mentre per il mutuo le opzioni sono due. In alcuni casi, soprattutto se l’importo richiesto è contenuto rispetto al valore complessivo dell’immobile, la banca potrebbe concede la somma in un’unica soluzione, al pari di un prestito personale; se invece l’importo richiesto è elevato, o addirittura superiore al valore che ha l’abitazione prima dei lavori di ristrutturazione, l’istituto di credito potrebbe proporre un cosiddetto mutuo SAL (Stato Avanzamento Lavori). Si tratta di una particolare formula di finanziamento che prevedere l’erogazione dell’importo in diverse tranches, ognuna rilasciata dalla banca solo dopo che un perito abbia accertato il nuovo valore acquisito dall’immobile all’avanzare dei lavori.
  1. Come scegliere la durata. Il prestito personale ha una durata massima di 10 anni e per questo motivo viene generalmente preferito per finanziamenti contenuti; il mutuo ristrutturazione, di contro, può arrivare anche a 30-35 anni. La scelta della durata del finanziamento deve quindi essere fatta in base all’importo complessivo che si vuole chiede, all’ammontare della rata mensile che si può sostenere e, non ultimo, all’età del richiedente. In generale è bene considerare che più è lungo il finanziamento, maggiore sarà il tasso di interesse applicato, ma il peso della rata mensile, essendo spalmato su un periodo maggiore, risulterà minore. Il mutuo resta, di fatto, l’unica strada percorribile se si vuole ripagare il debito in più di 10 anni. Se invece la durata è particolarmente breve, potrebbe convenire optare per un prestito personale, i cui costi accessori risultano minori.
  1. Cosa portare in detrazione. Sul fronte delle agevolazioni fiscali è il mutuo ristrutturazione prima casa ad uscire vincitore; se richiesto per l’abitazione principale, questo dà diritto a una detrazione annua Irpef del 19% degli interessi pagati sul mutuo (importo massimo su cui calcolare la detrazione: 2.582,25 euro). Il prestito personale, invece, non dà diritto ad alcuna detrazione. Per il proprietario rimane valida (indipendentemente dal fatto che si opti per un prestito personale, un mutuo, o persino attingendo dai propri risparmi) la possibilità di godere delle detrazioni fiscali legate all’intervento di ristrutturazione. In questo caso, se i lavori rientrano tra quelli previsti dalla legge, il proprietario può richiedere una detrazione Irpef pari al 50% del valore dell’intervento, fino ad un massimo di 96.000 euro, che verrà applicata nei 10 anni successivi alla ristrutturazione.
  1. Cosa fare se la casa ha già un mutuo ipotecario? Cosa accade se sulla casa da ristrutturare grava già un mutuo ipotecario? Due le alternative: se il proprietario vuole richiedere un nuovo mutuo, e non dispone di altre garanzie reali, la banca potrebbe proporre un mutuo sostituzione con liquidità per ristrutturazione, soluzione che consente di sostituire il primo finanziamento con uno nuovo che include anche una quota di liquiditàaggiuntiva da utilizzare per i lavori. In questo caso, però, attenzione alle somme richieste: l’istituto di credito non concederà un nuovo finanziamento se l’ammontare complessivo supera l’80% del valore dell’immobile. La seconda soluzione è il prestito personale che, come spiegato, non necessita di garanzie reali per essere concesso anche se, prima di dare l’OK, la società del credito verificherà che il richiedente abbia una capacità reddituale tale da permettergli di sostenere le rate dei finanziamenti in corso.
  1. Penali ed estinzione anticipata. Per entrambi i finanziamenti il debitore può decidere di estinguere il debito, totalmente o in parte, prima della sua scadenza naturale. A partire da febbraio 2007, per il mutuo ristrutturazione prima casa, la banca non può applicare alcuna penale per l’estinzione anticipata; nel caso di prestito personale, invece, attenzione perché a seconda del contratto sottoscritto, potrebbe essere previsto il pagamento di un indennizzo, compreso tra lo 0,5% e l’1% del valore del prestito, a favore della società che lo ha concesso.

 

* Per i prestiti personali, l’analisi è stata realizzata su un campione di 53.506 richieste presentate tramite Facile.it e Prestiti.it tra l’1 gennaio 2017 e il 31 dicembre 2017. Per i mutui, l’analisi è stata realizzata su un campione di oltre 30.000 richieste presentate tramite Facile.it e Mutui.it tra l’1 aprile 2017 e l’11 aprile 2018.

** Calcoli effettuati su Facile.it in data 11/04/2018 ore 17.00. Per il prestito personale finalità ristrutturazione sono stati considerati i profili: importo richiesto 16.000 euro da restituire in 2 e 10 anni. Per il mutuo ristrutturazione tasso variabile e fisso sono stati considerati i profili: importo richiesto 88.500 euro, valore immobile 200.000 euro, da restituire in 15 e 30 anni.

 

 

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Prestiti: un miraggio se si ha un contratto a tempo determinato

I lavoratori con contratto a tempo determinato si rivolgono sempre meno alle società del credito; è questo il dato principale che emerge dall’analisi realizzata da Facile.it e Prestiti.it su un campione di oltre 100.000 domande di finanziamento raccolte fra il l’1 gennaio 2016 ed il 31 dicembre 2017 e i cui risultati sono stati anticipati dall’Adnkronos.

Guardando alle richieste di credito presentate tramite i due portali, la percentuale di lavoratori precari che hanno cercato di ottenere un prestito personale si è ridotta nel corso dei 2 anni passando dallo 0,31% del 2016 allo 0,17% del 2017. Nello stesso periodo, di contro, si è registrato un aumento della percentuale di dipendenti privati a tempo indeterminato che hanno chiesto un finanziamento, cresciuta dal 62,38% del 2016 al 65,96% del 2017, così come quella dei lavoratori autonomi, passata dal 9,18% (2016) all’11,72% (2017).

«Sono due i principali fattori che incidono negativamente sulla percentuale di richiedenti prestito con contratto a tempo determinato» spiega Andrea Bordigone, responsabile BU prestiti di Facile.it. «Da un lato l’atteggiamento sempre più prudente da parte degli istituti di credito che tendono a richiedere una posizione lavorativa stabile, o la presenza di un garante, come condizione fondamentale per la concessione di un finanziamento. Dall’altro lato, invece, il comportamento dei lavoratori stessi che, proprio in virtù della loro precarietà, sono meno predisposti a indebitarsi e ad assumersi impegni a medio e lungo termine». 

In calo anche le somme che i lavoratori a tempo determinato hanno cercato di ottenere dalle società del credito. Nel 2016 la richiesta media (a fronte di uno stipendio di 1.324 euro) era pari ad 8.557 euro da restituire in 58 mensilità, mentre nel 2017 è stata pari a 8.247 euro (-3,6%), con un piano di restituzione di 51 mesi.

Guardando alle finalità dichiarate dai richiedenti con contratto a tempo determinato, poco varia. Nel 2016 la prima motivazione era rappresentata dall’ottenimento di liquidità, seguita da acquisto di auto usate e consolidamento debiti. Nel 2017, invece, la prima finalità diventa l’acquisto di auto usate, seguita dall’ottenimento di liquidità e dalla ristrutturazione di immobili.

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Spese mediche: nel 2017 erogati prestiti per più di 400 milioni di euro

Secondo Facile.it e Prestiti.it, nel 2017 sono molti coloro che, per evitare di rimandare spese legate alla propria salute, sono ricorsi ad un prestito personale; circa il 4% di chi ha presentato domanda di finanziamento esplicitando la finalità: dato equivalente ad un valore complessivo stimato di oltre 400 milioni di euro erogati a questo scopo.

I portali hanno analizzato un campione di oltre 50.000 richieste presentate attraverso i siti da gennaio a dicembre dello scorso anno, evidenziando come i dati vadano in qualche modo a completare il quadro tracciato da quelli che, per il 2016, stimavano in un numero compreso fra i 3,9 (Fonte Istat) ed i 12 milioni (Fonte Censis) gli italiani che avevano rinunciato o rimandato spese mediche, specialistiche o prestazioni sanitarie di vario tipo.

«La richiesta di prestiti personali per sostenere spese sanitarie» ha dichiarato Andrea Bordigone, responsabile business unit prestiti di Facile.it. «in alcuni casi è una soluzione efficace per non dover rinunciare completamente ad adeguate cure assistenziali o mediche, mentre in altri è una scelta fatta per dilazionare nel tempo e far pesare il meno possibile sul bilancio familiare i costi legati a interventi non sempre necessari come quelli estetici».

L’identikit del richiedente

La richiesta media presentata nel corso dei 12 mesi, si legge nell’analisi, è stata pari a 6.898 euro, da restituire nell’arco di quasi 4 anni e mezzo (53 rate).  Guardando alla composizione anagrafica del campione, emerge che l’età media di chi richiede un prestito per sostenere spese sanitarie (46 anni) è notevolmente più alta se confrontata con quella di chi richiede finanziamenti per scopi diversi e supera di ben 5 anni l’età media di chi si rivolge, in generale, ad una finanziaria (41 anni).

Più di una domanda su quattro (28,2%) arriva dalla fascia di popolazione con età compresa tra i 35 e 44 anni; seguono coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni (25,9%) mentre al terzo posto si posiziona la fascia 55-64 anni (18,3%), ultimi gli under 25 e gli over 65, con percentuali pari, rispettivamente, al 2,9% ed al 7,8%.

Altro dato interessante emerge analizzando il sesso dei richiedenti; nel 40,47% dei casi a presentare domanda di finanziamento è stata una donna. Il valore è estremamente alto se lo si considera rispetto alle richieste di prestito totali, dove la percentuale femminile di richiedenti si ferma al 28,74%.

Queste percentuali, però, si possono capire meglio se si considera che, tra le spese sanitarie sostenute vi sono, impianti di ortodonzia e occhiali da vista, per sé o per i figli, ma anche operazioni di chirurgia estetica e trattamenti di bellezza che spesso hanno un impatto economico importante.

Per quanto riguarda la posizione lavorativa dei richiedenti, la categoria professionale che fa più ricorso al credito al consumo per sostenere le spese mediche è quella dei dipendenti privati a tempo indeterminato (66,48%), ma è notevole anche il dato relativo ai pensionati, cui fa capo oltre una richiesta su dieci (12,84%).

Lo stipendio medio dichiarato in fase di presentazione della domanda è di 1.589 .

A livello territoriale, le regioni in cui le domande di finanziamento per spese mediche hanno raggiunto le percentuali maggiori sono il Friuli Venezia Giulia, dove il 5,08% delle richieste di prestito tra quelle per le quali è stata indicata la finalità è destinato alle spese sanitarie, il Trentino Alto Adige (4,73%) e il Lazio (4,46%). Di contro, Sardegna e Campania sono le aree con i valori percentuali più bassi, rispettivamente il 2,14% e il 2,54%.

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Prestiti personali: quasi il 10% dei richiedenti ha avuto un disguido finanziario in passato

Prima di concedere un prestito gli istituti di credito valutano l’affidabilità del richiedente; avere alle spalle disguidi finanziari, come un ritardo o il mancato pagamento di una rata, può incidere negativamente sull’esito finale della pratica. Questo però non sembra scoraggiare coloro che cercano di ottenere un finanziamento; secondo l’analisi di Facile.it e Prestiti.it, il 9,72% dei richiedenti ha dichiarato di aver avuto in passato un problema con altre società del credito.

Guardando i dati più da vicino, ottenuti con un campione di 60.000* richieste presentate tra novembre 2017 e gennaio 2018, la prima grande differenza che emerge è legata alla tipologia di finanziamento; se si considerano i soli prestiti personali, la percentuale di richiedenti con alle spalle disguidi finanziari è pari al 9,67%, mentre se si analizzano le cessioni del quinto, la percentuale aumenta sensibilmente e raggiunge il 19,39%.

«Una sproporzione così ampia» spiega Andrea Bordigone, responsabile BU prestiti di Facile.it. «è dettata dal fatto che la cessione del quinto, grazie alle sue caratteristiche sia una delle poche forme di prestito personale che gli istituti di credito concedono anche a chi ha avuto in passato un disguido finanziario».

La richiesta media presentata da chi aveva alle spalle disguidi finanziari è stata pari a circa 13.800 euro, da restituire in 60 rate (5 anni).

Le differenze socio-demografiche

Per comprendere meglio il fenomeno, Facile.it e Prestiti.it hanno analizzato i dati anche in base alla professione di chi ha presentato domanda; la categoria con la percentuale più alta di richiedenti che dichiarano di aver avuto in passato disguidi finanziari è quella dei disoccupati (13,81%), seguono le casalinghe (12,65%) e i lavoratori autonomi (12,52%).

Se si guarda invece allo stipendio di questi soggetti emerge che il 52,34% percepisce un reddito inferiore ai 1.500 euro mensili, il 33,71% tra i 1.500 e i 2.000 euro e solo l’11,91% ha uno stipendio superiore ai 2.000 euro al mese.

La geografia del fenomeno

Analizzando i dati raccolti su base territoriale si evidenziano importanti differenze tra le aree del Paese. La regione dove si è registrata la maggiore percentuale di richiedenti prestito con alle spalle disguidi finanziari è il Molise (12,63%), a seguire la Sardegna, con un valore del 10,79% e l’Emilia Romagna, con il 10,69%.

«Aver avuto in passato un disguido finanziario non necessariamente preclude l’accesso al credito da parte del debitore», spiega Andrea Bordigone. «In questo senso, la figura del consulente diventa spesso determinate; riuscire a definire una richiesta di prestito sostenibile e adeguata, nonché scegliere la società di credito più indicata può fare la differenza tra un esito finale positivo o negativo».

 

 

 

 

 

* Campione di 60.001 richieste di prestito personale raccolte tramite i portali Facile.it e Prestiti.it tra il 19 novembre 2017 e l’11 gennaio 2018

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Il 24% degli italiani chiederà un prestito per le spese di Natale

Natale è alle porte e molti italiani, per far fronte ai costi legati a regali, cenoni, feste e vacanze invernali, hanno intenzione di chiedere un prestito personale o di optare per un pagamento rateale; a rilevare il fenomeno è stato il sondaggio realizzato da Facile.it e Prestiti.it, dal quale è emerso che circa il 24% degli intervistati farà ricorso ad una finanziaria per sostenere le spese natalizie.

Guardando nel dettaglio le risposte di coloro che hanno intenzione di ricorrere a un prestito nel periodo delle feste, il 43,7% utilizzerà la somma per pagare la settimana bianca o una vacanza natalizia, il 40,6% per comprare i regali di Natale a parenti e amici. Interessante notare come il 15,6% di coloro che si rivolgeranno ad un’azienda del credito lo farà per sostenere i costi del cenone o della festa di Capodanno.

Analizzando quali saranno i regali che gli italiani hanno intenzione di acquistare ricorrendo al credito al consumo emerge che, nel 33% dei casi, sarà un elettrodomestico. Seguono in classifica l’arredamento, che raccoglie il 26,7% delle preferenze, i giocattoli con il 20% e i beni tecnologici, tra cui smartphone, tablet e pc, indicati nel 13,3% dei casi.

Importi desiderati e durata del prestito

Quali importi gli italiani intendono richiedere per sostenere le spese di Natale? Analizzando le risposte degli intervistati, il 53,1% di chi farà ricorso a un prestito ha dichiarato di voler chiedere una somma superiore ai 2.000 euro, il 15,6% una cifra compresa tra il 1.000 e i 2.000 euro mentre il 31,3% è orientato su un importo inferiore ai 1.000 euro.

Per quanto riguarda la durata del finanziamento, appare chiaro che gli italiani cercheranno di rimborsare il prestito in un periodo relativamente breve; il 53% ha dichiarato di volerlo restituire in meno di 12 mesi, il 19% entro i 24 mesi mentre meno di 1 su 3 il (28%) opterà per un piano rateale superiore ai due anni.

Le differenze di genere ed età

Guardando alle ragioni che spingono gli intervistati a fare richiesta di prestito, le donne sono più orientate a ricorrere ad un finanziamento per regali di Natale e settimana bianca, gli uomini invece primeggiano tra coloro che vorrebbero destinare l’importo alle spese del cenone o della festa di Capodanno.

Analizzando gli importi che gli intervistati intendono richiedere emerge che le donne polarizzano le proprie richieste e si orientano o verso i prestiti più contenuti (sotto i 1.000 euro), o verso quelli più elevati (superiori ai 2.000 euro). Gli uomini, invece, optano in prevalenza per un importo superiore ai 1.000 euro.

Dati interessanti emergono analizzando l’età di coloro che hanno dichiarato di voler ricorrere a un prestito personale; la fascia di popolazione più importante è quella compresa tra i 36 e i 45 anni (47%), seguono coloro che hanno fra i 26 e i 35 anni e quelli tra i 46 e i 60 anni (entrambi con il 18,75%).

Se si guarda a coloro che non intendono richiedere un prestito personale, il 49% ha dichiarato di ritenere i regali di Natale un motivo futile per ricorrere ad una finanziaria, il 35% non ne ha bisogno mentre il 16% non vuole aggiungere un nuovo finanziamento sul bilancio familiare.

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Cessione del quinto: in Italia si chiedono in media più di 15.500 euro

I finanziamenti di cessione del quinto sono aumentati, secondo dati ufficiali, dell’11,6%, ma qual è l’identikit di chi fa ricorso a questo particolare tipo di prestito e quanto si cerca di ottenere dalle finanziarie? Facile.it e Prestiti.it hanno analizzato oltre 20.000 domande di cessione del quinto presentate nei primi otto mesi del 2017 stabilendo che l’importo medio chiesto è stato pari a circa 15.700 euro, con un piano di restituzione di 94 rate (poco meno di otto anni). Il richiedente medio ha uno stipendio di 1.513 euro e, nel 73,8% dei casi, a presentare domanda è stato un uomo.

«La cessione del quinto è un prestito riservato a dipendenti pubblici, privati e ai pensionati; consente di ottenere importi con rata mensile sino a un massimo del 20% dello stipendio, un piano di restituzione tra i 2 e i 10 anni e un tasso di interesse fisso», spiega Andrea Bordigone, responsabile BU prestiti di Facile.it «caratteristiche che fanno di questa tipologia di finanziamento un prodotto particolarmente richiesto».

Le finalità della cessione del quinto

La cessione del quinto è una forma di prestito non finalizzato, può quindi essere concesso anche senza specifici motivi, ma analizzando le richieste di coloro che hanno indicato la finalità emerge come la prima motivazione sia il consolidamento debiti (37,9%).

«Il finanziamento mediante cessione del quinto prevede l’addebito della rata direttamente sullo stipendio o pensione del richiedente e, per ottenerlo, il cliente deve sottoscrivere una polizza vita obbligatoria; elementi che riducono sensibilmente il rischio di insolvenza da parte dei debitori», spiega Bordigone. «Per queste ragioni i criteri di valutazione dell’erogabilità sono meno severi e il finanziamento può essere concesso anche a chi non possiede i requisiti di credito per ottenere prestiti personali, chi è stato segnalato ai Sic, chi ha subito protesti o ha avuto disguidi con altri prestiti».

Nella classifica delle finalità, la seconda più indicata è l’ottenimento di liquidità (33,9%) mentre al terzo posto si posiziona la ristrutturazione della casa (8,9%).

La geografia delle richieste di cessione del quinto

Analizzando la provenienza delle richieste la Lombardia è la prima regione italiana per numero di richieste; da qui provengono il 16,86% delle domande di finanziamento tramite cessione del quinto. Seguono in classifica il Lazio, con il 13,68%, e la Campania con il 9,61%.

Dal punto di vista degli importi richiesti, invece, la classifica cambia e al primo posto si posiziona l’Umbria, dove si puntano ad ottenere in media 16.647 euro. Al secondo posto c’è la Sicilia (16.445 euro) mentre al terzo la Puglia (16.408 euro).

 

 

 

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Prestiti personali: si chiedono in media 9.700 euro

Che il credito al consumo sia uno strumento sempre più diffuso è ormai assodato, ma quali sono le motivazioni che spingono le famiglie italiane a farne uso, quali gli importi richiesti e da chi? Ad analizzare il fenomeno ci ha pensato l’Osservatorio congiunto condotto da Prestiti.it e Facile.it che, attraverso l’analisi di oltre 70.000 domande di finanziamento, ha stabilito che, nei primi 8 mesi dell’anno, la richiesta media presentata a finanziarie e aziende del credito è stata di 9.747 euro da restituire in 59 rate (poco meno di cinque anni).

Perché gli italiani chiedono un prestito

Analizzando le richieste di prestito per le quali è stata specificata la finalità di utilizzo, emerge come il mondo casa (con il 39% del totale) rappresenti la prima ragione che spinge gli italiani a ricorrere al credito al consumo. Dal 1 gennaio al 31 agosto erano finalizzati a sostenere i costi di ristrutturazione immobiliare ben il 29,2% dei prestiti richiesti; a questi si sommano quelli legati all’acquisto di arredamento (7,1%) e quelli fatti per comprare immobili (2,8%).

La seconda motivazione, pari al 34,9% del totale, è quella legata alle spese necessarie per acquistare un veicolo, sia che si tratti di un’auto usata (22,7%) o nuova (5,9%), sia ancora che si parli di una moto (6,3%).

Al terzo posto si posizionano le richieste di finanziamento destinate all’ottenimento di liquidità (9,4%), seguite dai prestiti finalizzati al consolidamento dei debiti (7,4%).

L’entità del prestito che si cerca di ottenere è strettamente legata alla finalità cui si intende destinare la somma; secondo i dati dell’Osservatorio, le domande di finanziamento più alte sono connesse all’acquisto di un immobile (valore medio 25.319 euro); seguono i prestiti richiesti per mettere in garage un’auto nuova (15.369 euro) e quelli per la ristrutturazione della casa (15.176 euro).

Il profilo del richiedente

Informazioni interessanti emergono analizzando il profilo dei richiedenti; nel 72,1% dei casi a firmare la domanda è un uomo e se l’età media del richiedente è di poco inferiore ai 41 anni (40,7), la fascia di popolazione che fa più ricorso al credito al consumo è quella degli under 35 (37,4% la percentuale di domande legate a loro), seguita dalla fascia 36-45 anni (31,04%). Solo l’11,86% del campione ha più di 55 anni.

Ancor più importante, per dare una lettura sociale del fenomeno, è la differenza che emerge analizzando gli importi richiesti tra le diverse fasce anagrafiche. Gli under 35 chiedono in media 8.927 euro, dato coerente con la finalità principale indicata (acquisto dell’auto usata), mentre chi ha un’età compresa fra i 36 ed i 55 anni richiede in media oltre 10.000 euro e la ragione primaria per cui ricorre al credito al consumo è la ristrutturazione della casa. Considerando nuovamente i dati su base nazionale, lo stipendio medio del richiedente prestito è di 1.523 euro; nel 68% dei casi chi chiede un prestito è un dipendente privato a tempo indeterminato, nell’11% un lavoratore autonomo e nel 6% un libero professionista.

La geografia del credito al consumo italiano

Analizzando la provenienza geografica delle richieste, emerge come la Lombardia sia la regione italiana da cui proviene il maggior numero di domande di finanziamento (19,22% del totale); seguono il Lazio (12,33%) e la Campania (9,13%). Diversa, invece, è la classifica regionale degli importi medi richiesti, con il Trentino Alto Adige al primo posto (10.504 euro), seguito dal Veneto (10.195 euro) e dalla Lombardia (10.061 euro). Per comprendere appieno queste differenze è importante considerare il reddito medio di chi presenta la domanda; gli stipendi dichiarati dai richiedenti in queste tre regioni sono i più alti d’Italia.

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Prestiti: dagli over 60 arriva il 9% delle domande

Mentre il Governo ha introdotto con una legge il cosiddetto “prestito vitalizio ipotecario”, destinato agli over 60 che vogliono ottenere un finanziamento sfruttando il valore della propria abitazione, nel settore del credito al consumo tradizionale le domande dei più anziani continuano ad essere tantissime: oltre il 9% del totale, con un importo medio di 13.400 euro. È questo che emerge nell’ultima analisi condotta dal portale Facile.it (http://www.facile.it/prestiti.html) che, in collaborazione con Prestiti.it (www.prestiti.it), ha monitorato oltre 30.000 richieste di finanziamento – prestiti personali e cessioni del quinto – negli ultimi sei mesi (da settembre 2014 a febbraio 2015).
Se la richiesta media ammonta a 13.400 euro, il tempo per la restituzione è abbastanza lungo, 67 mesi (equivalenti a cinque anni e mezzo) da rimborsare con uno stipendio o pensione di circa 1.600 euro. Le domande arrivano nel 72% dei casi dagli uomini, a conferma della maggiore dimestichezza con il credito al consumo da parte loro. Interessante sottolineare che, tra tutte le domande pervenute ai siti, ben il 36% riguarda richieste di cessione del quinto dello stipendio (o della pensione): una forma di finanziamento che permette anche ai protestati di ottenere denaro, anche se a tassi di interesse meno convenienti dei prestiti personali.
Isolando solo questi ultimi, le motivazioni che spingono gli over 60 a contattare gli istituti finanziatori sono diverse: uno su tre punta ad ottenere liquidità (32,6%) da gestire in autonomia, mentre uno su 5 (il 19,2% del campione) vuole ristrutturare casa, complici i bonus governativi in vigore da tempo. Il consolidamento debiti – tipologia di prestito che punta ad unificare tutti i debiti in corso sostituendoli con un solo finanziamento, ottenendo se necessario altra liquidità – arriva al 13,4%, soppiantando sul podio il prestito per l’acquisto di un’auto usata che solo qualche anno fa rientrava tra le motivazioni più comuni, anche tra gli ultrasessantenni.
Alcune curiosità: i prestiti per le spese mediche (5,9%) superano il numero dei finanziamenti richiesti per comprare un’auto nuova (4,7%); quasi il 3% delle domande che esprimono una finalità punta ad un prestito per matrimonio e cerimonie.
Quanto alla concessione del finanziamento, «gli over 60 sono mediamente più facilitati rispetto agli altri – spiega Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di Facile.it – perché un lavoro stabile o la pensione tranquillizzano non solo il richiedente, che può quindi pianificare le spese più ingenti, ma anche le banche, che possono dare liquidità persino a chi ha avuto problemi di insolvenza».
Per quanto riguarda le differenze a livello regionale, sono Marche e Molise le regioni in cui la fetta degli over 60 raccoglie la percentuale più ampia del totale dei richiedenti prestito, rispettivamente con il 13,6% e il 13%; di contro, siamo ai minimi in Trentino Alto Adige (5,4%) ed Emilia Romagna (6,3%). Gli importi più elevati vengono richiesti in Basilicata (17.300 euro), mentre le cifre minori in Friuli Venezia Giulia (10.900 euro).

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Cresce del 10% in due anni il ricorso alla cessione del quinto dello stipendio

Negli ultimi sei mesi le cessioni del quinto dello stipendio sono state più di un quarto delle richieste di prestiti presentate in Italia, crescendo di oltre 10 punti rispetto a due anni fa e arrivando a rappresentare il 26,8% del totale (erano il 16,4% a maggio 2012). Il dato arriva dall’osservatorio periodico sulla cessione del quinto condotto da Facile.it (http://www.facile.it/prestiti.html) e Prestiti.it (www.prestiti.it) che hanno analizzato oltre 40.000 richieste di finanziamento presentate fra novembre 2013 e aprile 2014.

«Il numero di chi richiede la cessione del quinto – dichiara Lorenzo Bacca, responsabile della Business Unit Prestiti di Facile.itè in leggero ma continuo aumento perché, come ormai molti sanno, è l’unica forma di finanziamento accessibile anche a chi ha subito protesti o ha ritardato a restituire le rate di prestiti o mutui, caso sempre più comune negli ultimi anni».

L’importo medio che si cerca di finanziare con la cessione del quinto dello stipendio è però sensibilmente inferiore rispetto a quello richiesto due anni fa. Se nella rilevazione di maggio 2012 i richiedenti puntavano ad ottenere 20.000 euro, oggi vogliono poco più di 17.000 euro. Appena inferiore l’età media del richiedente: oggi 43 anni, 44 nella rilevazione di due anni fa.

Le donne chiedono mediamente importi più bassi degli uomini (15.500€ vs 17.500€) a fronte di differenze di stipendio proporzionali (1.300€ vs 1.600€). Quasi uguale l’età del richiedente di sesso maschile e di quello di sesso femminile (43 vs 44).

Nell’analizzare la pratica di cessione del quinto le finanziarie considerano non solo il profilo del richiedente, ma anche quello del suo datore di lavoro. Un dipendente pubblico o uno statale, quindi, possono essere avvantaggiati proprio perché impiegati presso un’azienda meno a rischio di insolvenza.

Nonostante questo, a presentare percentualmente il maggior numero di richieste di cessione del quinto nel periodo analizzato sono stati i dipendenti privati (58,6%), mentre i dipendenti pubblici rappresentano il 22% dei richiedenti e i pensionati il 16% .

A richiedere gli importi più alti per la cessione del quinto sono stati i residenti in Sicilia (20.000€ la richiesta media) seguiti dai cittadini del Trentino Alto Adige (19.500€) e della Sardegna (19.000€). Sono 8 le regioni italiane con richieste più alte della media: oltre alle tre già citate anche Umbria, Calabria, Puglia, Campania e Lazio.

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Prestiti personali: in Lombardia cresce del 10% l’importo medio richiesto

Nonostante in Italia sia diminuito il numero di persone che tenta l’accesso al credito, in Lombardia negli ultimi sei mesi l’importo medio delle richieste di prestito è cresciuto del 10%, oltre la crescita media nazionale che si è fermata all’8%. L’Osservatorio sul credito al consumo di Facile.it (http://www.facile.it/prestiti.html) e Prestiti.it (www.prestiti.it), ha evidenziato come la richiesta media di prestito in Lombardia sia perfettamente in linea con quella nazionale, pari a 11.000 euro, contro i 10.000 che si richiedevano sei mesi fa nella regione.

L’indagine, realizzata analizzando le domande presentate dai cittadini lombardi nel periodo compreso tra ottobre 2013 e marzo 2014, ha messo in luce un grosso divario tra uomini e donne che richiedono un prestito personale: gli uomini rappresentano, nella regione, il 72% di chi cerca di ottenere un finanziamento, dato comunque inferiore alla media nazionale che arriva al 74%. Parlando, poi, dell’età media del richiedente, questa in Lombardia si riconferma al di sotto della media italiana (41) e si ferma a 40 anni.

Con l’importo sono cresciuti anche i tempi di rimborso che, dalle 61 rate mensili di ottobre 2013, sono passati a 63. Questo trova giustificazione nel fatto che la necessità di denaro si fa più ingente ma gli stipendi non aumentano, ed ecco così che per estinguere il debito sono chiaramente necessarie più rate.

Tra coloro i quali hanno indicato una finalità precisa per il prestito, le motivazioni più ricorrenti in Lombardia sono, a pari merito, l’acquisto di un’auto usata e il bisogno di liquidità (entrambi al 24% sul totale).

Per quanto riguarda le differenze provinciali, gli importi maggiori si richiedono a Sondrio, dove superano anche la media nazionale di 11.000 euro arrivando a 13.500. A Lodi, gli importi richiesti sono i più bassi della regione e rimangono fermi a 10.500 euro.

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Prestiti e cure mediche: 6.600 euro la richiesta media in Italia

La salute ha un costo e sono in tanti quelli che, in tempi di crisi, scelgono di rateizzare i pagamenti per le spese sanitarie: il comparatore Facile.it (http://www.facile.it/prestiti.html) ha analizzato, in collaborazione con Prestiti.it (www.prestiti.it), oltre 60.000 richieste di prestito presentate in Italia da gennaio a giugno 2013, scoprendo che i prestiti per le spese mediche rappresentano quasi l’1% delle domande di prestito personale (0,84%).
Chiedere un finanziamento per pagare le spese mediche non sembra più così strano: se garantire cure sanitarie e assistenziali adeguate per sé e i propri figli è ogni giorno più difficile – e sono tante le analisi che raccontano come si arrivi a tagliare anche sugli interventi indispensabili – non è più un’eccezione gestire le spese primarie dilazionandole nel tempo.
Nel dettaglio, la richiesta media per questo tipo di finanziamento è piuttosto elevata: siamo a circa 6.600 euro, da restituire in un periodo di tempo particolarmente lungo, 56 mesi, quasi cinque anni. L’età media al momento della richiesta è di 44 anni, in linea con le richieste standard di credito al consumo. Stupisce, però, che la percentuale di richieste provenienti da donne sia molto più elevata del solito: se normalmente 3 domande su 4 arrivano da uomini quando parliamo di prestiti per le spese mediche il gap si riduce di parecchio. È composto da donne ben il 42% del campione analizzato.
Per quanto riguarda la professione svolta da chi chiede un finanziamento per pagare le spese sanitarie si rileva come una domanda su due (il 53% del totale) arrivi da un dipendente privato, il 12% da un lavoratore autonomo mentre oltre il 10% da un pensionato. Lo stipendio medio dichiarato al momento della richiesta è di 1.700 euro.
Per quanto riguarda le differenze tra le regioni, l’incidenza di questa tipologia di finanziamento sul totale dei prestiti personali è più alta in Toscana (qui arriviamo all’1,36%) e in Abruzzo (1,33%), mentre è ai minimi in Puglia e in Sardegna (entrambe con lo 0,34%). Gli importi più alti vengono richiesti in Piemonte (9.400 euro), Liguria (8.800 euro) e Lazio (7.800 euro), le cifre più basse prevalentemente al centro-sud: Umbria (4.500 euro) e Basilicata (4.000 euro) si trovano in fondo alla classifica nazionale.
Ma per cosa si chiede un finanziamento di questo tipo? Si va dai trattamenti di bellezza alle operazioni di chirurgia estetica, dagli impianti di ortodonzia per sé o per i figli alla gestione di terapie di lunga durata.
«Quel che è certo – dichiara Lorenzo Bacca, Responsabile Business Unit Prestiti dei due broker online – è che si tratta di una risposta alla crisi, che ha visto le famiglie italiane ridurre la spesa sanitaria in maniera spesso drastica. Le ultime stime del Censis hanno rivelato che ci sono 9 milioni di italiani che non hanno potuto accedere a prestazioni sanitarie più o meno essenziali per mancanza di liquidità. Finanziare anche le spese mediche è spesso l’unica soluzione per la gestione di questi bisogni».

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Mutui: in Italia approvati solo 7 ogni 100

Il mutuo resta affare difficile per gli italiani, ma l’impresa è decisamente più ardua in alcune regioni e più semplice in altre. Mutui.it (www.mutui.it), in collaborazione con Facile.it (http://www.facile.it/mutui-prima-casa.html), ha analizzato oltre 5.000 fra richieste di finanziamento presentate e mutui erogati nel periodo gennaio-maggio2013, rilevando un leggero aumento della percentuale di ottenimento del finanziamento; rispetto alla rilevazione precedente si passa dal 5% al 7%: pur in salita continua ad essere molto basso il numero delle domande presentate che si concretizzerà in un mutuo casa.

Questo il dato generico, che varia guardando alle regioni di residenza di chi effettua la richiesta. «L’analisi della distribuzione dei finanziamenti per l’acquisto della casa lungo il territorio nazionale – spiega Lorenzo Bacca, responsabile business unit mutui dell’azienda è uno specchio delle differenze tra gli italiani in termini di distribuzione di lavoro, risorse e opportunità: il Sud si trova ad avere un terzo delle già scarse possibilità di ottenere un mutuo per l’acquisto di una casa che si hanno nel Nord del Paese. Il fenomeno rappresenta la prova del fatto che l’Italia continua a viaggiare a due velocità.»

I più avvantaggiati sono, in assoluto, i cittadini delle Marche, della Lombardia e della Liguria: qui siamo al di sopra della media nazionale, con percentuali di approvazione prossime o superiori al 10%. Seguono, sempre con cifre più alte della media nazionale, regioni come Piemonte (8,7%), Lazio e Umbria (entrambe al 7,5%). Per trovare una regione del Mezzogiorno occorre andare oltre la metà della classifica, e scendere sotto la media italiana: in Campania ottiene il mutuo solo il 5,0% dei richiedenti, in Basilicata il 4,8%, in Puglia il 4,7%, mentre il fanalino di coda della classifica è rappresentato dalla Calabria, dove nemmeno 4 richieste su cento vengono accordate.

L’età dei richiedenti: a fronte di un’età media nazionale di 39 anni, i più giovani a presentare domanda di mutuo sono i cittadini del Friuli Venezia Giulia, che hanno mediamente 37 anni quando si presentano in Banca, mentre i più attempati sono quelli di Umbria, Calabria e Campania, che provano ad ottenete il finanziamento quando hanno già compiuto 41 anni. La durata media (che a livello nazionale è di 22 anni) sale a 26 anni in Abruzzo e scende sotto i 19 anni in Toscana.

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Prestiti personali: crescono quelli richiesti per matrimoni e cerimonie

Maggio è per antonomasia il mese dei matrimoni le cui spese, in periodo di crisi economica, si affrontano sempre più spesso richiedendo un prestito. Il comparatore  Facile.it (http://www.facile.it/prestiti.html), con la collaborazione di Prestiti.it (www.prestiti.it), ha analizzato oltre 20.000 richieste di finanziamento presentate negli ultimi 6 mesi in Italia scoprendo che, se nel 2011 la percentuale rappresentata dai prestiti per i matrimoni sul totale di quelli richiesti era dell’1,7%, oggi è arrivata al 2,4%, vale a dire un incremento del 41% in appena due anni.

Se è vero che proporzionalmente i prestiti finalizzati al pagamento di matrimoni e cerimonie sono cresciuti, va evidenziato come, rispetto alla rilevazione del 2011, si sia notevolmente ridotto l’importo richiesto che è passato da una media di 16.000 euro ad appena 9.000. Gli importi maggiori vengono richiesti nel Lazio (12.570 euro in media), che precede la Calabria (11.700 euro) e la Puglia (10.450 euro); prima regione del nord il Veneto, dove la richiesta media si attesta a 9.925 euro. Importi decisamente più contenuti nelle Marche, in Liguria ed in Sardegna dove non si superano i 6.000 euro.

Il maggior numero di richieste per i prestiti finalizzati a matrimoni o cerimonie arriva dalla Campania che, da sola, rappresenta circa il 17% del totale; da notare come, in questa regione, i prestiti per matrimoni siano più del 4% di quelli richiesti, dato quasi doppio rispetto a quello nazionale; a seguire si trovano la Lombardia (14,7%), la Sicilia (10,8%) ed il Lazio (8,3%).

A richiedere un prestito personale finalizzato al matrimonio sono principalmente dipendenti privati, ma il 6,5% di chi fa domanda è pensionato; più che a fiori d’arancio sbocciati in tarda età, però, questo è dovuto alla volontà di regalare ai propri figli un matrimonio da favola.

I richiedenti più giovani sono gli umbri (30 anni), i marchigiani e i sardi (32 anni), i più anziani i lombardi (37 anni), gli abruzzesi (39,5) ed i campani (40 anni). Chi ha presentato una richiesta di prestito per matrimonio ha intenzione di restituire il finanziamento in circa 58 rate, ma dove gli importi richiesti sono maggiori anche il piano di restituzione si allunga, arrivando a sfiorare i 6 anni (Lazio; 69 mesi  – Calabria; 68).

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Prestiti personali: 12.500 euro la richiesta media italiana

Se, secondo le ultime stime, l’indebitamento pro-capite degli italiani diminuisce, chi chiede un prestito lo fa comunque per ottenere cifre elevate: secondo il broker Prestiti.it (www.prestiti.it) la domanda media, sia pure in tempi di crisi, è di circa 12.500 euro.

«Le ultime analisi di Federconsumatori hanno registrato un’inversione di tendenza in merito al ricorso degli Italiani al credito al consumo, con un -7% rispetto al 2009 – dichiara Marco Giorgi di Prestiti.itma è pur vero che le famiglie continuano a pagare oltre 4.000 euro di debiti l’anno; quello che cambia, piuttosto, è la motivazione che spinge a chiedere un prestito».

L’indagine, compiuta analizzando un campione di oltre 30 mila domande di prestito raccolte dal sito negli ultimi sei mesi, traccia l’identikit della domanda tipo: arriva da un uomo di 41 anni, con uno stipendio medio di 1.500 euro, che vuole ottenere una somma importante: 12.500 euro. Chi chiede un prestito intende restituirlo in tempi lunghi, più di cinque anni (64 mesi).

Per quanto riguarda le motivazioni che spingono a richiedere un prestito personale, resta costante (rispetto alle rilevazioni di sei mesi fa) il bisogno di liquidità, che si conferma la motivazione più ricorrente (32% delle domande); a favore di questa scelta vi è la libertà di utilizzo della somma per esigenze diverse.

Fra le motivazioni della richiesta segue – registrando però un aumento notevole in termini percentuali – l’acquisto di un’auto usata (27%, ben dieci punti percentuali in più rispetto a marzo 2012) e la ristrutturazione di casa (10%, contro il 12% di marzo 2012). Resta stabile, e a livelli nettamente inferiori rispetto alla rilevazione precedente, la richiesta di prestito per l’acquisto di un veicolo nuovo: è all’8%, a marzo 2011 era al 14,3%. Dato, questo, che non sorprendente se si considerano i crolli di vendita di automobili nuove o a Km zero in Italia.

Rimane confermata la maggiore dimestichezza degli uomini con il prestito personale: il 72% delle domande arriva da loro, contro un 28% di richieste provenienti da donne. Queste, nel dettaglio, sembrano maggiormente interessate al finanziamento dei trattamenti estetici (arrivando a rappresentare il 47% del totale delle richieste), degli studi (39%) e all’acquisto di arredamento (36%).

Importi, durata ed età medie al momento del prestito subiscono variazioni pressoché minime lungo lo Stivale. Le Regioni che chiedono cifre più alte sono la Calabria e la Sicilia (entrambe con 14.000 euro), seguite dalla Sardegna. Una curiosità: i più giovani al momento del preventivo sono i cittadini di Veneto ed Emilia Romagna, gli unici con un’età media che scende sotto i 40 anni.


Di seguito la classifica delle Regioni italiane in base all’ammontare medio richiesto, con indicazione dell’età del richiedente e della durata media del prestito:

Regione

Importo medio

Durata media (in mesi)

Età media

Calabria

14.000

65

44

Sicilia

14.000

66

43

Sardegna

13.500

65

42

Lazio

13.000

65

42

Puglia

13.000

66

42

Umbria

13.000

68

42

Abruzzo

12.500

63

42

Basilicata

12.500

65

43

Campania

12.500

64

43

Lombardia

12.500

63

40

Molise

12.500

66

43

Toscana

12.500

64

42

Friuli Venezia Giulia

12.000

63

41

Liguria

12.000

63

43

Marche

12.000

63

42

Piemonte

12.000

63

40

Trentino Alto Adige

12.000

63

39

Valle d’Aosta

12.000

58

41

Veneto

12.000

63

39

Emilia Romagna

11.500

63

39

Questa, invece, la variazione delle motivazioni al momento della richiesta del prestito, rispetto a marzo 2012:


Finalità

ott-12

mar-12

Liquidità

32%

33%

Auto e moto usate

27%

17%

Consolidamento debiti

12%

11%

Ristrutturazione casa

10%

12%

Auto e moto nuove/km0

8%

8%

Arredamento

5%

6%

Matrimonio e cerimonie

2%

2%

Altro

4%

11%

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A scuola col prestito: nel primo semestre 2012 erogati oltre 30 milioni di euro per pagare gli studi

La campanella che riporta bambini e ragazzi sui banchi di scuola è l’occasione per fare il punto sui costi che le famiglie italiane devono sostenere per la formazione dei più giovani: secondo il broker online Prestiti.it (www.prestiti.it) nel primo semestre del 2012 banche e finanziarie hanno concesso oltre 30 milioni di euro in prestito agli italiani per pagare le spese scolastiche.

Evidentemente, nonostante la crisi la formazione continua ad essere vista come un investimento per il quale non vanno risparmiate risorse. Non parliamo solo di libri e quaderni: a farla da padrone sono i master e i corsi di perfezionamento, che possono arrivare a costare somme ingenti e sempre più spesso vengono pagati a rate, dai genitori o – se c’è un reddito dimostrabile – direttamente dagli studenti.

Analizzando le richieste pervenute sul sito nel primo semestre del 2012 le domande di chi voleva finanziare scuola e formazione puntavano ad ottenere, mediamente, 7.200 €: una cifra, questa, perfettamente in linea con le statistiche: secondo le ultime analisi del Censis il prezzo medio di iscrizione ad un corso post laurea nell’anno scolastico 2011/2012 è stato di 6.595 euro.

La somma media richiesta, tuttavia, è nettamente inferiore a quella della rilevazione del 2011: si registra una riduzione del 45%, a dimostrazione di una difficoltà economica che obbliga al contenimento dei costi. Anche se si tratta di investire sul futuro dei propri figli.

L’età media al momento della domanda è di 40 anni (cifra influenzata tanto dalla presenza di genitori che richiedono il finanziamento, quanto da quella degli studenti lavoratori), mentre lo stipendio medio netto di chi ha presentato questo tipo di richiesta è di 1.400€ mensili. Il piano di rate per la restituzione della somma è pari a 55 mesi, contro i 51 della scorsa rilevazione: in sostanza, ad un solo anno di distanza si chiede meno ma si restituisce in tempi più lunghi, le rate si fanno più piccole, riducendosi a 170 euro al mese.

Altro spunto di riflessione arriva dal sesso dei richiedenti: la percentuale di donne che richiede questo specifico finanziamento – normalmente, quando si tratta di prestiti, si aggira tra il 25 e il 30% – sale al 39%; una dimostrazione della maggiore sensibilità dell’universo femminile ai temi della formazione professionale, spesso strumento indispensabile per inserirsi al meglio nel mondo del lavoro.

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Nel primo semestre 2012 erogati oltre 24 milioni di euro di prestiti per le vacanze

Tasse in aumento, incertezza economica, costi sempre più alti: tutti questi fattori hanno reso molto difficile andare in ferie, ma se diminuiscono i giorni di vacanza non si rinuncia a staccare comunque, anche se solo per una settimana, e per farlo tanti chiedono un prestito. Secondo le analisi di Prestiti.it (www.prestiti.it), comparatore specializzato nel credito al consumo, solo nel primo semestre del 2012 banche e finanziarie hanno concesso agli italiani oltre 24 milioni di euro di finanziamenti da impiegare per viaggi e vacanze.

In sintesi, piuttosto che rinunciare del tutto alle ferie, gli italiani hanno scelto di diluirne i costi su più mesi, magari scegliendo soluzioni più economiche rispetto a quelle che si sarebbero concessi anche solo un anno fa e prediligendo, ad esempio, le ferie in una casa vacanza piuttosto che in un hotel.

Una conferma a questa ipotesi la si trova anche andando nel dettaglio dell’analisi fatta da Prestiti.it. Nel primo semestre del 2012, le richieste presentate da chi voleva ottenere un prestito personale per pagare le proprie ferie si sono orientate su un importo medio di 4.100 €, decisamente inferiore a quello registrato dodici mesi prima, quando la cifra era stata di circa 7.000€: un calo pari al 41% che descrive chiaramente la voglia (o la necessità) di contenere i costi degli italiani, oggi meno disposti ad ipotecare grosse cifre per un viaggio da sogno.

L’età media al momento della domanda di finanziamento è di 38 anni, mentre lo stipendio medio netto di chi ha presentato questo tipo di richiesta è di 1.300€ mensili, con un piano per la restituzione della somma pari a 39 mesi, valore identico a quello del 2011.

Rispetto ad un anno fa, quindi, gli italiani sono disposti a impiegare per le vacanze una cifra alquanto contenuta, e – se ricorrono al credito al consumo – scelgono di togliere al proprio budget quotidiano una fetta più piccola; analizzando le offerte presenti oggi sul mercato, un finanziamento dell’importo e della durata indicata sono ottenibili con una rata mensile abbastanza “leggera”, pari a circa 120 euro.

Un’ultima nota riguardo al profilo di chi chiede un prestito per pagare viaggi e vacanze: sono soprattutto uomini. La percentuale maschile rappresenta il 66% del campione totale, a riprova di una maggiore familiarità con il credito al consumo rispetto alle donne.

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Il 3% di chi chiede un prestito lo fa per comprare una moto

Se la brusca frenata registrata dal credito al consumo nel 2011 è sotto gli occhi di tutti, a risentirne in maniera forte sono gli acquisti delle due ruote. A conferma del brusco calo di vendite registrato ad aprile (-38,9% rispetto allo stesso periodo nello scorso anno, secondo l’Acma) il broker Prestiti.it (www.prestiti.it) rivela che i finanziamenti richiesti per l’acquisto di moto, nuove o usate, rappresentano ormai poco più del 3% di tutte le domande presentate dagli Italiani negli ultimi tre mesi.

L’analisi compiuta da Prestiti.it sui preventivi di finanziamento giunti da marzo a maggio 2012 ha disegnato quella che è la richiesta tipo per questo modello di rateizzazione che sempre più spesso esce dal concessionario per essere gestita in autonomia dal soggetto acquirente. Il primo dato importante riguarda la tipologia di moto che si intende acquistare: ben il 78% delle richieste di prestito riguarda motoveicoli usati.

L’importo medio delle richieste è di circa 4.700 euro, da rimborsare in poco meno di quattro anni (46 mesi). Ovviamente, se si isolano solo le domande di prestito per veicoli nuovi i due valori salgono: si richiedono circa 6.900 euro, da restituire in 51 mesi. In entrambi i casi questa tipologia di finanziamento è prevalentemente ad appannaggio degli uomini: solo l’8% di tutte le domande arriva da donne (percentuale esigua, questa, che sale leggermente se parliamo di veicoli nuovi, arrivando all’11%). L’età media al momento della richiesta è abbastanza bassa, circa 36 anni.

Interessante notare le differenze esistenti tra le Regioni italiane: l’impatto delle richieste di prestiti per l’acquisto delle due ruote sul totale delle domande presentate è più alto a Sud. Complice il clima favorevole, sono regioni come L’Abruzzo (5%), la Sicilia e la Campania (entrambe con il 4,9%) quelle in cui i prestiti per l’acquisto di moto rappresentano una fetta più ampia del totale dei preventivi giunti al sito. Dopo queste regioni, si registra una generale uniformità di comportamento, sintomo che la passione per le due ruote non conosce differenze lungo lo Stivale. Una curiosità: la Regione che registra la più alta percentuale di prestiti richiesti per l’acquisto di motoveicoli nuovi è la Liguria (0,9%).

«Se gli ultimi dati Assofin relativi al 2012 registrano una brusca frenata del credito al consumo, la difficoltà del settore automotive è la principale responsabile del calo della domanda di prestiti – dichiara Marco Giorgi, Direttore Marketing di Prestiti.it Gli Italiani hanno l’esigenza di razionalizzare le proprie spese: in questo senso, e ne è una prova il fatto che il prestito per veicoli usati batta in maniera netta quello per l’acquisto di moto nuove».

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Prestiti.it: aumentano le richieste di cessione del quinto dello stipendio

Nel nostro Paese la liquidità a disposizione delle famiglie continua ad abbassarsi e sono sempre di più gli Italiani che scelgono di “ridursi” lo stipendio, destinandone una parte al rimborso dei debiti; secondo il broker Prestiti.it (www.prestiti.it) le richieste di cessione del quinto dello stipendio o della pensione rappresentano ormai il 16,4% del totale dei finanziamenti richiesti.

La cessione del quinto è un particolare strumento finanziario, riservato a lavoratori dipendenti e pensionati, che permette di ottenere liquidità, da restituire attraverso la cessione alla banca di una quota del proprio stipendio mensile netto che può arrivare fino al 20% (un quinto, appunto).

«La crescita di questo fenomeno – dichiara Marco Giorgi di Prestiti.itè particolarmente significativa: se il costo del “carrello della spesa” è salito, negli anni, più dei livelli dell’inflazione, il bisogno di liquidità viene sempre più supportato da strumenti di finanziamento “sicuri”, come la cessione del quinto, che danno agli istituti di credito maggior tranquillità nel rimborso».

Dall’analisi condotta su oltre 20.000 domande di prestito giunte nei primi tre mesi del 2012, Prestiti.it ha potuto tracciare il quadro della richiesta media: a voler cedere un quinto dello stipendio sono soprattutto uomini, che rappresentano il 74% del campione contro il 26% delle donne; l’età media al momento della richiesta è piuttosto elevata, 44 anni: tre anni in più rispetto al richiedente tipo di un finanziamento.

Il motivo è legato alle particolari restrizioni imposte dalle banche, che accettano solo domande a basso rischio di insolvenza, quindi fatte da lavoratori a tempo indeterminato o pensionati. Proprio questi ultimi rappresentano una parte cospicua del totale di chi richiede questo tipo di finanziamento: il 15%. Il 49% del totale, invece, è un dipendente privato, il 32% un dipendente pubblico o statale. L’importo medio richiesto, infine, è di circa 20.000 euro da restituire in poco più di sei anni.

Per quanto riguarda le differenze lungo lo stivale, pur in una generale uniformità di comportamento nel ricorso a questa forma di finanziamento, quello che si nota è che man mano che ci si sposta più a Sud salgono gli importi medi richiesti: segno evidente che le difficoltà maggiori e un bisogno più forte di liquidità arrivino dalle Regioni meridionali.

Guidano la classifica degli importi medi richiesti, infatti, la Calabria e la Puglia, entrambe con 22.500 euro; seguono la Sicilia – con 21.500 euro – e la Campania, con 21.000 euro. La richiesta più bassa viene dal Trentino-Alto Adige, con soli 16.500 euro.

Altro dettaglio interessante è nell’età media al momento della richiesta: i più anziani sono proprio i calabresi, che chiedono un prestito a 47 anni; seguono abruzzesi e campani, che hanno mediamente 46 anni. I più giovani, di contro, sono i cittadini del Trentino-Alto Adige, che hanno 40 anni, e quelli dell’Emilia Romagna, che ne hanno in media 41.

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