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Prestiti: aumentano quelli richiesti per il consolidamento debiti e le spese mediche

Aumentano le richieste di prestiti personali destinati al consolidamento debiti, allacquisto di arredamento e alle spese mediche, mentre calano quelli per la ristrutturazione della casa. Sono queste le prime evidenze emerse dall’osservatorio congiunto di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un campione di oltre 150.000 domande di finanziamento*, secondo il quale, nel corso dei primi 10 mesi dell’anno, gli italiani che si sono rivolti ad una società del credito hanno cercato di ottenere in media 10.334 euro, lo 0,8% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Aumento che, si legge nell’analisi, si è tradotto anche in un allungamento dei piani di ammortamento medi, passati da 60 a 62 rate.

Gli italiani continuano dunque a far ricorso alle società del credito, ma cambiano le priorità; esaminando le richieste di prestito personale nelle quali il firmatario ha specificato la finalità, emerge che la prima motivazione che ha spinto gli italiani a presentare domanda nei primi 10 mesi dell’anno è l’acquisto di un’auto usata (22%), mentre slittano al secondo posto le richieste di prestito destinate alla ristrutturazione della casa (21%), che perdono 4,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

In forte aumento, invece, le domande di prestito personale destinate al consolidamento debiti, che passano dal 9,5% del 2017 al 13,1% del 2018, e quelle per pagare le spese mediche, il cui peso percentuale è cresciuto di oltre un terzo passando dal 3,7% del 2017 al 5% del 2018.

«Nell’ultimo anno si è assistito ad un cambiamento delle motivazioni che hanno spinto gli italiani a chiedere un prestito personale», spiega Andrea Bordigone, Responsabile prestiti di Facile.it «se da un lato l’aumento del consolidamento debiti ci racconta di una maggiore consapevolezza rispetto alle opportunità per gestire più correttamente il debito, dall’altra non si può non notare come stiano assumendo un peso sempre maggiore le richieste di prestiti personali destinati a coprire le spese mediche.».

A variare rispetto ai primi 10 mesi del 2017 sono state anche le somme che i richiedenti hanno cercato di ottenere. In aumento gli importi medi richiesti per il consolidamento debiti (17.538 euro, +9%), per la formazione (7.040, +12%) e i viaggi (€ 4.692 euro, +13%). In calo, invece, le somme richieste per i prestiti personali destinati alla “casa” come l’acquisto immobili (€ 21.025 euro, -20%) e la ristrutturazione casa (€ 13.281, -13%). Situazione in chiaroscuro per i prestiti personali per l’acquisto di arredamento; se ne chiedono di più (il loro peso percentuale è passato dal 7,1% al’8,8%) ma è diminuito il taglio medio (sceso del 4% e stabilizzatosi a 8.443 euro).

Guardando al profilo dei richiedenti emerge che chi ha presentato domanda nei primi 10 mesi del 2018 aveva, in media, 42 anni; la fascia anagrafica più rappresentata è quella degli under 35, cui fanno capo quasi 1 terzo delle richieste (31,9%), seguita dai richiedenti con età compresa tra i 35 e 44 anni (31,5%) e quelli nella fascia 45-54 anni (23%).

Dati interessanti emergono dall’analisi del sesso del richiedente; la percentuale di domande di finanziamento presentate da donne rimane ancora marginale (circa il 28%) e permangono le differenze sugli importi medi richiesti dai due sessi, con gli uomini che puntano ad ottenere, in media, il 10% in più rispetto al gentil sesso (10.612 euro contro i 9.633 euro).

 

Rispetto alla posizione lavorativa del richiedente, a presentar domanda in circa il 75% dei casi è un dipendete con contratto a tempo indeterminato, nel 14% un lavoratore autonomo o libero professionista e nel 5,5% un pensionato.

 

 

* L’osservatorio ha preso in esame un campione di oltre 150.000 richieste di prestito personale presentate tramite Facile.it e Prestiti.it tra l’1 gennaio 2017 e il 31 ottobre 2017 e l’1 gennaio 2018 e il 31 ottobre 2018.

 

 

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Fiducia degli italiani: nuovo record negativo. Raggiunto il livello più basso mai registrato dall’Osservatorio Findomestic

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  • 13 Dicembre 2012

Da quando l’Osservatorio Findomestic ha iniziato il proprio ciclo di rilevazioni, mai si era arrivati a registrare un livello di fiducia così basso: 3,05 punti, su una scala che va da 0 a 10 e che ha in 7 la soglia positiva. Il precedente “record” era stato registrato ad aprile, quando il livello di fiducia degli Italiani era non era andato oltre 3,14. Da aprile a settembre, però, il trend aveva conosciuto un progressivo incremento dei valori mensili, che erano via via cresciuti fino al 3,33 di settembre. Da quel momento, la parabola è tornata a puntare verso il basso (ad ottobre il livello di fiducia era sceso nuovamente a 3,2 punti). Il mese scorso, poi, il minimo storico: 3,05.

A livello macroregionale, il Nordest fa segnare la soglia meno negativa, con il Nordovest e il Centro che, invece, si collocano su un livello più basso. Il Sud e le Isole, infine, si collocano in una posizione mediana.

A calare, a novembre, è stata anche la propensione al risparmio. Se, infatti, a ottobre era stata del 15,8% la quota di consumatori che si diceva pronta ad incrementare nei 12 mesi successivi i propri risparmi, nel corso degli ultimi 30 giorni, si è scesi al 13,5%.

Previsioni di acquisto a tre mesi

Elettrodomestici: cresce la propensione all’acquisto di elettrodomestici bianchi (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie ecc), sostanzialmente stabili le previsioni di acquisto dei bruni (TV, Hi-Fi). Diminuisce, invece, l’interesse per i piccoli.

Salgono rispettivamente al 18,5% e al 14,3% (dal 18,2 e dal 13,6%) le quote dei consumatori interessati ad acquistare un elettrodomestico bruno e uno bianco. Trend inverso per i piccoli elettrodomestici: un mese fa, gli intenzionati all’acquisto erano il 25,2% mentre oggi sono il 24,8%. In termini di importi di spesa, continua il trend decrescente per le due categorie che incidono di più sul budget famigliare: – 44 € per gli elettrodomestici bianchi, – 39 € per i bruni (TV e Hi-Fi).

Elettronica di consumo: stabili le intenzioni di acquisto per telefonia, pc e tablet. In crescita l’interesse per fotocamere e videocamere.

La quota di Italiani intenzionati ad effettuare acquisti nei comparti telefonia, PC e tablet/e-book resta stabile al mese precedente, rispettivamente al 20%, al 18% e 11,0%. Il mercato delle fotocamere, in particolare, vede crescere i potenziali acquirenti dal 10,4% al 11,7%. Per quanto riguarda la spesa prevista, invece, tutte le categorie registrano un decremento rispetto al periodo precedente: fotocamere e videocamere (-59€), tablet (-45€), telefonia (-11€), pc e accessori (-25€).

Auto e moto: giù le intenzioni di acquisto per le vetture nuove. Stabili quelle per le auto usate. Va meglio per i motocicli.

Diminuiscono le previsioni di acquisto (e finanziamento) di auto nuove, con la quota di interessati che passa dall’8,4% al 7,4; l’usato scende solo di 0,2 punti percentuali (dal 6,9 al 6,7%). Al contrario aumenta la percentuale degli interessati all’acquisto di moto e scooter: dal 4,7% di ottobre al 5,7% di novembre. Considerando invece gli importi massimi di spesa preventivati, per le auto nuove la cifra aumenta sensibilmente e sale a 19.233 €; per le usate e per i motocicli resta invece stabile (rispettivamente a 7.067 e a 2.988 €).

Casa e arredamento: in calo le intenzioni di acquisto per i mobili. Segnale positivo per le previsioni di acquisto di immobili. Stabili quelle per la ristrutturazione della casa.

Scende dal 15,9% al 13,7% la quota di quanti prevedono di acquistare mobili e complementi d’arredo nei prossimi tre mesi, mentre cresce l’interesse all’acquisto di case (da 3,7% a 4,6%). Stabile invece la quota di coloro che si dicono intenzionati alla ristrutturazione della casa (da 7,6% a 7,9%). Prosegue il trend decrescente della spesa media prevista per i mobili: per il mese di dicembre la cifra di riferimento é 2.257 €.

Tempo libero: stabili le intenzioni di acquisto per viaggi, vacanze e abbigliamento sportivo. Diminuisce l’interesse per il fai-da-te.

Stabili rispettivamente al 30% e al 22% le quote dei consumatori che prevedono di acquistare viaggi, e vacanze e articoli di abbigliamento sportivo nei prossimi tre mesi. Diminuiscono gli interessati all’acquisto di attrezzature per il fai-da-te, che passano dal 25,0% al 23,9%.

Il presente comunicato e i precedenti sono disponibili on-line:

http://www.adhoccommunication.it e http://www.info.findomestic.it

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Le famiglie Italiane e la crisi: calano i consumi e i redditi, cresce solo la telefonia (+62%) e l’home confort. Aumenta la fiducia nelle istituzioni

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  • 4 Dicembre 2012

Gli anni che abbiamo trascorso e i recenti eventi politico economici nazionali, hanno fortemente impattato sul concetto di fiducia degli italiani. Il modello di fiducia, quasi fideistica, che si era instaurato in passato era sfociato in una irresponsabilità individuale. Ora prevale un concetto “bottom up”, più aderente e controllabile dai singoli individui. Aumenta la fiducia nella sfera privata, nella famiglia, negli amici, nelle comunità solidali o in quanti sono grado di fornire aiuto, spesso vicendevole. Si afferma sempre di più il concetto che l’unione tra individui può fare la differenza.
Forze Armate, Esercito e Presidenza della Repubblica sono le istituzioni che più godono la fiducia degli Italiani. Tra i soggetti degni più affidabili emergono gli scienziati, i giornalisti, gli imprenditori e i comici, per competenza e capacità di innovare, oppure perché svolgono un ruolo di denuncia. Il contesto pubblico è in caduta verticale: rappresenta una realtà astratta e “distante”, verso la quale ci si sente impotenti… politica, economia e futuro sono irraggiungibili; si intuisce anche la debolezza degli organismi politici nel produrre una visione che possa guidare il passaggio verso un nuovo equilibrio globale. Tra i soggetti che perdono fiducia sono da annotare i politici, i professionisti della finanza, gli immobiliaristi e gli agenti di vendita.
In un contesto di fragilità socio economica evidente anche la spesa delle famiglie nel 2012 ha subito contraccolpi. I consumi sono stati fortemente penalizzati dalla dinamica del reddito disponibile. La contrazione della spesa è intervenuta nonostante la riduzione della propensione al risparmio, finalizzata a preservare i livelli di consumo a fronte di un’ulteriore compressione del potere d’acquisto delle famiglie. La tipologia di beni maggiormente sacrificata è stata quella dei durevoli, il cui acquisto è stato rinviato quando non strettamente necessario, aumentando così la vita media dei beni in dotazione delle famiglie. Nel 2012 si stima che, a fronte di un calo del reddito disponibile del 4,5% reale, i consumi interni si siano contratti del 3,4%.
Le informazioni disponibili portano a stimare un andamento della domanda ancora debole nella seconda metà dell’anno, e si ipotizza che la contrazione dei consumi possa proseguire fino a metà 2013. Sulle decisioni delle famiglie continueranno a pesare gli effetti della manovra di bilancio, la compressione del reddito disponibile e l’incertezza sulle prospettive di reddito, dovuta alle riforme rese necessarie dal risanamento dei conti pubblici.
Per il 2013 è previsto un ulteriore ridimensionamento della domanda a fronte di un’analoga diminuzione del reddito disponibile reale (-1,1% per entrambi). Alla fine del 2013 il livello dei consumi interni risulterà, in termini reali, del 5,7% inferiore rispetto a quello del 2007, mentre il reddito disponibile si sarà ridotto del 10,3% rispetto al livello pre-crisi. Per attenuare la caduta dei consumi la propensione al risparmio è stimata aver raggiunto un nuovo minimo nel 2012.
Ci si attende che nel 2013 le decisioni di spesa delle famiglie saranno ancora fortemente condizionate dagli effetti della manovra di bilancio e della fase recessiva sul reddito disponibile e che, anche se con una forte attenuazione rispetto al 2012, la domanda di beni durevoli si manterrà ancora in moderato calo, non riuscendo quindi ad imboccare un sentiero di recupero delle forti contrazioni degli ultimi anni. Nel 2012, la categoria dei durevoli (che, oltra quelli analizzati dall’Osservatorio, comprende voci come gioielleria, strumenti musicali e piccole imbarcazioni) è risultata quella maggiormente sacrificata, subendo una contrazione del 9,4%. L’acquisto dei durevoli è stato rinviato quando non strettamente necessario e la vita media di questa tipologia di beni è in continuo aumento. Fanno eccezione l’home comfort con vendite in crescita del 9,4% e, soprattutto, i cellulari (+24,1%), prodotti che conoscono un ritmo di sostituzione così elevato da mettere in discussione l’appartenenza degli stessi alla categoria dei “durevoli”.

I settori

MERCATI VEICOLI: Fin dall’inizio della crisi la spesa per la mobilità (autovetture nuove ed usate, motoveicoli e camper) era stata fortemente ridimensionata dalle famiglie, riducendosi tra il 2008 e il 2011 del 7,3% medio annuo, nonostante il temporaneo sostegno fornito al settore dagli incentivi. Il perdurare della crisi e il progressivo deterioramento del reddito disponibile hanno intensificato la tendenza al contenimento della spesa delle famiglie per la mobilità, con particolare intensità per il primo acquisto o la sostituzione del mezzo privato. Nel 2012 la spesa per veicoli si è così ridotta del 17,6% (-18,8% se non si tiene conto dell’aumento dei prezzi), scendendo a 28,7 miliardi di euro, livello del 39% inferiore rispetto a quello del 2007.
Auto Nuova: come atteso sono state le famiglie italiane a pagare il prezzo più alto della crisi: la nuova fase di recessione, una disoccupazione in crescita e l’impatto della tassazione hanno originato una forte contrazione dei redditi reali dei nuclei familiari, condizionandone in misura più rilevante le decisioni d’acquisto di automobili. Il 2012 ha fatto registrare una contrazione per la domanda dei privati pari al -23,4%, in peggioramento rispetto ai dati già molto negativi del precedente biennio, e il numero di nuove autovetture immatricolate dalle persone fisiche è sceso sotto al milione di unità. In calo di conseguenza anche le richieste di finanziamento per l’auto nuova.
Dopo una buona tenuta nel biennio 2010-’11, il segno negativo ha caratterizzato anche la domanda a volume del segmento business (-13,2%). L’incremento prospettico della pressione fiscale sull’automobile incorporato nella recente riforma del lavoro ha reso più restrittive le possibilità di deduzione dei costi dell’auto aziendale, portando a una contrazione particolarmente accentuata per la domanda delle società già nel 2012 (-17,6% nel tendenziale gennaio-ottobre).
Auto Usata: Anche il mercato dell’auto usata inverte la tendenza che l’ha contraddistinto fino al 2011 e registra una flessione notevole in termini di passaggi di proprietà e di fatturato. Il sostegno derivante dalla sostituzione dell’acquisto di nuovo con l’usato in un contesto di crisi non è stato sufficiente nel 2012 a preservare il settore da una contrazione della domanda
Motoveicoli: non si arresta la fase recessiva che interessa il mercato delle due ruote dal 2008. Contrazione superiore al 30% e doppia rispetto al 2011 per il mercato dei ciclomotori. Questo segmento risente particolarmente della flessione della domanda di giovani e giovanissimi, particolarmente penalizzati dalla crisi. Anche il mercato delle moto registra nel 2012 risultati fortemente negativi, con una flessione dell’immatricolato di poco inferiore al 20%. In controtendenza solo il segmento tra i 501 e i 750 cc.
Camper/autocaravan: In un contesto di difficoltà economiche e di incertezza cala nettamente la domanda di autocaravan. Il comparto registra nel 2012 una contrazione sia in termini di vendite che di fatturato superiore al 30%. A frenare il desiderio di acquisto dei consumatori è soprattutto l’elevato investimento che spinge le famiglie o a rimandare l’acquisto di un bene non strettamente necessario o a spostare le proprie mire verso il mercato dell’usato e del noleggio.

MERCATI CASA: Non fanno eccezione al calo dei consumi i mercati dei beni durevoli per la casa che, se pur caratterizzati da una dinamica favorevole dei prezzi, registrano una flessione sia delle vendite che del fatturato. La crisi economica e il persistente clima di incertezza inducono le famiglie a rinviare l’acquisto di beni non strettamente necessari. A farne le spese sono tutti i comparti, compresi quelli sostenuti dall’innovazione tecnologica come quello di Tv, video e Hi-fi. Si salva solo la telefonia, trainata dal segmento degli “smartphone”, e l’home comfort che si è avvantaggiato quest’anno di condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli all’acquisto di condizionatori.
Anche la spesa per beni durevoli per la casa (mobili, elettrodomestici, telefonia, information technology e bricolage) ha subito un forte contenimento nel 2012 (-4,3% in valore), minore di quello che ha interessato la spesa per veicoli (-17,6%), ma comunque più accentuato rispetto al risultato già negativo del 2011.
Mobili e arredamento: questo settore, che aveva tenuto nel biennio 2010/2011, registra una marcata flessione della domanda, sia in termini di vendite che di fatturato. A penalizzare gli acquisti e anche le domande di prestiti per mobili e arredamento contribuiscono, oltre al deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie e alle maggiori difficoltà di accesso al credito, l’assenza di incentivi e la contrazione delle compravendite immobiliari ad uso residenziale registrata nel primo semestre del 2012.
Elettrodomestici grandi (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, piani cottura ecc.): la domanda dei consumatori, sempre più cauti e inclini a rinviare gli acquisti di beni durevoli in un clima di fiducia fortemente deteriorato, ha evidenziato una flessione consistente sia in termini di vendite che di fatturato. A livello di macro aggregati, si evince un forte deterioramento della categoria merceologica del comparto “cottura”. Meno spiccata la flessione del segmento lavaggio. Performance migliore per il comparto refrigerazione che beneficia dei driver dell’ecologia e della tecnologia.
Piccoli elettrodomestici (robot da cucina e piccoli apparecchi per la pulizia della casa e per la cura della persona): La crisi dei redditi e della fiducia delle famiglie non risparmia questo comparto che evidenzia un andamento negativo che nasconde al suo interno performance differenziate tra i vari segmenti: flessione più rilevante per il comparto “cura persona”, migliore tenuta per i piccoli elettrodomestici per la casa.
L’elettronica di consumo (Tv, video, decoder, Hi-fi) rallenta, nel 2012, la propria decrescita, pur registrando una flessione importante sia per quanto riguarda il volume di vendite che il fatturato. A mitigare la flessione del settore il passaggio al digitale terrestre che ha interessato nell’ultimo anno il Sud Italia e la Sicilia, aree che hanno registrato un andamento positivo del comparto a differenza di tutte le altre. Il comparto video conferma la propria leadership nel mercato dell’elettronica di consumo mantenendo una quota superiore all’80% del valore totale.
Fotografia: nel 2012, il comparto registra una flessione delle vendite e del fatturato. A fornire un contributo positivo all’andamento del mercato sono le macchine fotografiche con lenti intercambiabili a conferma di una tendenza dei consumatori ad acquistare prodotti tecnologicamente più avanzati e capaci di garantire una resa qualitativa maggiore. In calo invece le vendite delle macchine compatte che rappresentano ancora il segmento di gran lunga più rilevante nel settore fotografia.
Telefonia: con la migliore performance tra i settori dei beni durevoli monitorati dall’Osservatorio (+21,1% in valore), la telefonia evidenzia nel 2012 una forte crescita sia in termini di volumi che di fatturato. Questa performance deriva dal fatto che il mercato è interessato dal fenomeno di sostituzione tra cellulari tecnologicamente meno evoluti, mobilephone, e più evoluti, smartphone. I dati dei primi nove mesi del 2012 mostrano che i primi hanno fatto registrare nuovamente una flessione del valore degli acquisti (-39%), avvenuta a fronte di una contrazione dei volumi del 28%. I secondi hanno invece continuato a conquistare un sempre maggiore appeal tra i consumatori finali; nello stesso periodo, infatti, complice la crescente varietà di modelli presenti nei punti vendita a prezzi sempre più accessibili, gli smartphone hanno registrato un notevole aumento delle vendite sia in quantità (+62%) che in valore (+63%).
Informatica: l’Information Technology registra anche nel 2012 una lieve flessione delle vendite che, in virtù del nuovo calo dei prezzi, comporta una contrazione sensibile del fatturato. La crisi economica ha penalizzato soprattutto la domanda delle aziende a fronte di una sostanziale tenuta di quella delle famiglie. Le scelte dei consumatori premiano soprattutto i prodotti portabili: crescita a tripla cifra per i tablet a scapito di desktop, notebook e, soprattutto, netbook. I desktop PC hanno confermato il loro declino.
Home comfort: insieme alla telefonia, è l’unico mercato di beni durevoli, tra quelli monitorati dall’Osservatorio, ad evidenziare nel 2012 una crescita in termini di vendite e di fatturato. Il segmento è stato avvantaggiato durante tutto l’anno da condizioni metereologiche incentivanti le vendite. Le vendite di apparecchi per il riscaldamento elettrico hanno beneficiato di un inverno particolarmente lungo e rigido, quelle di condizionatori ha tratto impulso invece da una stagione estiva molto afosa.
Il comparto dell’home comfort, inclusivo dei condizionatori d’aria e degli apparecchi per il riscaldamento e il trattamento dell’aria, ha evidenziato durante l’anno trascorso una crescita a valore del 9,1%, in netta controtendenza rispetto agli altri settori degli elettrodomestici, fruendo inoltre di un livello dei prezzi complessivamente stabile.
Bricolage: calano nel 2012 i consumi delle famiglie all’interno del settore che torna ad assestarsi sui livelli del 2010 in termini di valore degli acquisti. In marcata flessione l’acquisto di utensili e attrezzi per la casa e il giardino, più contenuta la contrazione delle vendite di prodotti per la riparazione e la manutenzione domestica vista l’impossibilità di rinviare tali interventi.

AD HOC Communication Advisors:
Marina Beccantini 02 7606741
[email protected]

Findomestic
Stefano Martini 335 8123542
[email protected]

Il presente comunicato e i precedenti sono disponibili on-line:
http://www.adhoccommunication.it e http://www.osservatorio.findomestic.it

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Tre Italiani su quattro scelgono la propria auto in base al prezzo

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  • 20 Novembre 2012

Prezzo d’acquisto al primo posto e dotazioni di sicurezza al secondo. L’automobilista italiano, in questi tempi di crisi, guarda prima di tutto al costo delle auto ma senza perdere di vista gli standard tecnologici che garantiscono la sicurezza attiva e passiva della vettura che vuole acquistare. Per il 75% il fatto economico è determinante. Poi, per il 63% vengono le caratteristiche tecniche e, per l’appunto, di sicurezza. L’immagine che l’auto dà di sé interessa non più del 3% dei consumatori. Mentre il peso della marca, appena l’11. Dati, quelli fotografati dall’Osservatorio Auto 2013 di Findomestic, in linea con quelli registrati in Belgio, Spagna, Francia, Germania, Portogallo, Regno Unito e Turchia, gli altri paesi coinvolti nella rilevazione. Solo in Spagna sono più disinteressati di noi per quel che concerne il brand (10% il peso di questo fattore nel paese iberico). Belgi e Francesi, i più sensibili: il blasone dalle parti di Bruxelles e Parigi incide per il 20%.

La congiuntura economica sfavorevole alla quale si aggiunge la saturazione dei parchi auto lasciano intravedere deboli prospettive di ripresa nell’immediato per il settore automobilistico le cui difficoltà, considerato il rilevante peso economico che rappresenta, non lasciano nessuno indifferente:
L’Osservatorio Auto Findomestic 2013 ha analizzato questa problematica così importante per l’industria automobilistica nel suo insieme e ha individuato cinque leve per rilanciare la crescita delle vendite in Europa.

COME FAR RIPARTIRE IL MERCATO: LE CINQUE LEVE SU CUI INTERVENIRE

A sentire il consumatore finale, la ricetta per rilanciare il mercato dell’auto è semplice: 1) per la maggioranza, più sensibile al “low cost”, meno fronzoli, con una distinzione netta tra innovazione utile e inutile; 2) veicoli più in linea con le esigenze delle famiglie, in particolare per quel che riguarda i costi di utilizzo; 3) per la fascia medio – alta del mercato, quella per la quale l’auto non è solo un mezzo di trasporto ma anche un piacere, design più accattivanti e, in generale, più attenzione al fattore emotività; 4) nuove modalità di commercializzazione e nuovo ruolo di internet, che diventa anche canale di vendita; concessionari e venditori più attenti a fornire consigli, assistenza e nuovi servizi; 5) credito, leasing e noleggio a lungo termine per accelerare il rinnovo del parco auto.

1) L’innovazione
: troppo spesso le innovazioni non figurano più, come accadeva un tempo, nel catalogo degli optional, ma sono invece imposte e contribuiscono a fare salire i prezzi. Già nel 2010 gli automobilisti europei si dicevano disposti a rinunciare ad una serie di optional al fine di vedere scendere il prezzo della vettura che volevano acquistare. In Italia, in particolare, il 51% di loro era disposto a dotazioni più povere in tema di navigazione, informazione e comunicazione; un dato in linea con quello degli altri paesi europei (il valore medio si attestava al 56%). Questa tendenza si conferma anche nel 2012. Largo quindi solo all’innovazione utile, quella che ad esempio incide sulle prestazioni, e quindi sui consumi. Le rilevazioni effettuate sul consumo medio delle auto nuove vendute è passato dai 7,5 litri ogni 100 chilometri del 2000 ai 5,5 di quest’anno.

2) I costi di utilizzo
: fatta eccezione per il prezzo d’acquisto, che resta il riferimento fondamentale per orientare il consumatore, il costo di utilizzo è, in Europa, il secondo fattore più incisivo nella scelta finale, che pesa per il 60% dei consumatori del Vecchio continente. In Italia il dato è leggermente più basso (57%) ed è superato dalla rilevanza delle caratteristiche tecniche e di sicurezza del mezzo (63%). Inglesi e portoghesi, relativamente con il 68 e il 66%, invece sono i consumatori più sensibili al tema dei costi d’utilizzo. Sempre gli inglesi, invece, sono i meno interessati ai fattori tecnici (34%).

3) Design ed emotività
: la maggioranza degli automobilisti italiani continua ad affermare che l’esigenza di rinnovare il proprio mezzo di trasporto è l’elemento che più di ogni altro spinge all’acquisto (vale per il 45% dei casi), tuttavia, tra acquisti pregressi e intenzioni d’acquisto, aumenta – dal 13 al 20% – la quota di quanti affermano di procedere ad un acquisto per pura passione di dotarsi di una vettura nuova.

4) La commercializzazione
: è internet il canale che più di ogni altro influenza i consumatori nella loro scelta. E, nonostante i siti delle case automobilistiche, dei concessionari e della stampa specializzata continuino a giocare un ruolo preminente, il ciclone dei social network si sta imponendo. In Italia, il 22% degli automobilisti viene influenzato dalle informazioni veicolate da queste piattaforme. In Turchia, questa quota sale addirittura al 30%. Meno sensibili al fattore social i belgi e i francesi (rispettivamente, 8 e 9%). La media europea è del 17. I siti delle case automobilistiche, con un dato medio del 61% guidano la classifica delle fonti alle quali accedono coloro i quali sono intenzionati all’acquisto (il dato italiano è leggermente più basso: 59%).
Nei prossimi due anni Internet potrebbe affermarsi come vero e proprio canale di vendita delle auto: già oggi il 30% degli europei, (e il 33% degli Italiani), si dice pronto ad acquistarne una sul web.
Concessionari e venditori mantengono, tuttavia, un ruolo importante per i consumatori che contano su di loro per la prova dell’auto (decisiva/abbastanza decisiva per l’acquisto per il 84% degli europei, 82% degli italiani) e per la concretizzazione dell’acquisto (i consigli del venditore sono decisivi/abbastanza decisivi per il 59% degli europei, 77% degli italiani).

5) Noleggio, leasing e credito
: per acquistare un’auto il credito o il noleggio sembrano due soluzioni interessanti agli occhi degli europei. Tra gli intenzionati ad acquistare un’auto nei prossimi 2 anni il 53% degli europei (39% degli italiani) prevede di ricorrere al prestito auto e il 6% (9% degli italiani) al noleggio o al leasing.
Quanto alle formule del leasing auto e del noleggio a lungo termine, il 37% degli Italiani (35% degli europei) si dice interessato a valutare l’opzione del leasing, il 26% (in linea con la media europea) l’opzione del noleggio a lungo termine.


L’indagine completa è disponibile on-line sul sito
www.osservatorio.findomestic.it

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Prestiti personali: 12.500 euro la richiesta media italiana

Se, secondo le ultime stime, l’indebitamento pro-capite degli italiani diminuisce, chi chiede un prestito lo fa comunque per ottenere cifre elevate: secondo il broker Prestiti.it (www.prestiti.it) la domanda media, sia pure in tempi di crisi, è di circa 12.500 euro.

«Le ultime analisi di Federconsumatori hanno registrato un’inversione di tendenza in merito al ricorso degli Italiani al credito al consumo, con un -7% rispetto al 2009 – dichiara Marco Giorgi di Prestiti.itma è pur vero che le famiglie continuano a pagare oltre 4.000 euro di debiti l’anno; quello che cambia, piuttosto, è la motivazione che spinge a chiedere un prestito».

L’indagine, compiuta analizzando un campione di oltre 30 mila domande di prestito raccolte dal sito negli ultimi sei mesi, traccia l’identikit della domanda tipo: arriva da un uomo di 41 anni, con uno stipendio medio di 1.500 euro, che vuole ottenere una somma importante: 12.500 euro. Chi chiede un prestito intende restituirlo in tempi lunghi, più di cinque anni (64 mesi).

Per quanto riguarda le motivazioni che spingono a richiedere un prestito personale, resta costante (rispetto alle rilevazioni di sei mesi fa) il bisogno di liquidità, che si conferma la motivazione più ricorrente (32% delle domande); a favore di questa scelta vi è la libertà di utilizzo della somma per esigenze diverse.

Fra le motivazioni della richiesta segue – registrando però un aumento notevole in termini percentuali – l’acquisto di un’auto usata (27%, ben dieci punti percentuali in più rispetto a marzo 2012) e la ristrutturazione di casa (10%, contro il 12% di marzo 2012). Resta stabile, e a livelli nettamente inferiori rispetto alla rilevazione precedente, la richiesta di prestito per l’acquisto di un veicolo nuovo: è all’8%, a marzo 2011 era al 14,3%. Dato, questo, che non sorprendente se si considerano i crolli di vendita di automobili nuove o a Km zero in Italia.

Rimane confermata la maggiore dimestichezza degli uomini con il prestito personale: il 72% delle domande arriva da loro, contro un 28% di richieste provenienti da donne. Queste, nel dettaglio, sembrano maggiormente interessate al finanziamento dei trattamenti estetici (arrivando a rappresentare il 47% del totale delle richieste), degli studi (39%) e all’acquisto di arredamento (36%).

Importi, durata ed età medie al momento del prestito subiscono variazioni pressoché minime lungo lo Stivale. Le Regioni che chiedono cifre più alte sono la Calabria e la Sicilia (entrambe con 14.000 euro), seguite dalla Sardegna. Una curiosità: i più giovani al momento del preventivo sono i cittadini di Veneto ed Emilia Romagna, gli unici con un’età media che scende sotto i 40 anni.


Di seguito la classifica delle Regioni italiane in base all’ammontare medio richiesto, con indicazione dell’età del richiedente e della durata media del prestito:

Regione

Importo medio

Durata media (in mesi)

Età media

Calabria

14.000

65

44

Sicilia

14.000

66

43

Sardegna

13.500

65

42

Lazio

13.000

65

42

Puglia

13.000

66

42

Umbria

13.000

68

42

Abruzzo

12.500

63

42

Basilicata

12.500

65

43

Campania

12.500

64

43

Lombardia

12.500

63

40

Molise

12.500

66

43

Toscana

12.500

64

42

Friuli Venezia Giulia

12.000

63

41

Liguria

12.000

63

43

Marche

12.000

63

42

Piemonte

12.000

63

40

Trentino Alto Adige

12.000

63

39

Valle d’Aosta

12.000

58

41

Veneto

12.000

63

39

Emilia Romagna

11.500

63

39

Questa, invece, la variazione delle motivazioni al momento della richiesta del prestito, rispetto a marzo 2012:


Finalità

ott-12

mar-12

Liquidità

32%

33%

Auto e moto usate

27%

17%

Consolidamento debiti

12%

11%

Ristrutturazione casa

10%

12%

Auto e moto nuove/km0

8%

8%

Arredamento

5%

6%

Matrimonio e cerimonie

2%

2%

Altro

4%

11%

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Indagine di Prestiti.it: ecco l’identikit di chi richiede un finanziamento oggi

Se il potere d’acquisto degli italiani continua a contrarsi, il ricorso al credito al consumo diventa, giorno dopo giorno, sempre più un’abitudine. Prestiti.it (www.prestiti.it) ha ricostruito l’identikit di chi chiede un prestito ai tempi della crisi: è un uomo, ha poco più di 40 anni e vuole un finanziamento da 11.500 euro.
«L’identificazione del profilo tipico di chi richiede un prestito personale – dichiara Marco Giorgi di Prestiti.it – aiuta a definire un fenomeno che non è più di nicchia. Se prima le richieste di un prestito riguardavano soprattutto l’acquisto di beni durevoli, come l’auto o i mobili per la casa, ora il credito al consumo è uno strumento utile per affrontare quella contrazione del potere d’acquisto che, secondo Federconsumatori, è pari al 2,8% rispetto allo scorso anno».
Prestiti.it ha analizzato oltre 30.000 richieste di prestito presentate negli ultimi sei mesi per capire come la crisi economica abbia modificato l’identikit di chi prova a ottenere un finanziamento. I risultati parlano chiaro: nonostante la richiesta media sia ancora elevata (11.500 euro da restituire in 67 mesi) questa è nettamente inferiore a quella di 12 mesi fa (17.500 euro). La maggior parte delle richieste proviene da uomini (il 72% del totale, contro il 28% delle donne), mentre l’età media è di 41 anni.
Per quanto riguarda le motivazioni che spingono gli italiani a richiedere un prestito, uno su tre dichiara di aver bisogno di liquidità (33%): una scelta che si spiega con la volontà di una maggiore autonomia per l’utilizzo della somma richiesta. Segue, poi, l’acquisto di un’auto usata (17,2%) e la ristrutturazione di casa (12,2%). Solo un anno fa la situazione era nettamente diversa: i prestiti per liquidità attiravano un italiano su cinque (21,6%), mentre la richiesta di prestiti per l’acquisto di auto nuove era doppia rispetto a quella attuale (il 14,3%, contro il 7,8% registrato oggi). Segno che, in tempi di crisi, gli italiani preferiscono le auto usate rispetto a quelle appena uscite dal concessionario.
Si investe meno anche sull’attività produttiva e la prova risiede nella riduzione di due terzi dei prestiti per l’acquisto di beni strumentali alla propria attività, che nel 2011 rappresentavano l’1,8% del totale e che oggi sono poco più dello 0,6%. Le donne concentrano il proprio interesse sul finanziamento degli studi (arrivando al 47% del totale delle richieste) e delle vacanze (31,8%).
Importi, durata ed età medie al momento del prestito subiscono variazioni minime da regione a regione. Nell’ambito di un calo generale della somma che si vuole ottenere, la regione che chiede di più (con una conseguente durata maggiore) resta la Sardegna (12.500 euro), mentre quella con l’età media più bassa al momento del preventivo è l’Emilia Romagna (39 anni).
«Una tale evoluzione della domanda di prestiti personali – continua Giorgi – è sintomatica di un rapido mutamento delle esigenze degli Italiani, che hanno trovato nel credito al consumo uno strumento per affrontare con più serenità la crisi in attesa di tempi migliori ».

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La rete agenti di Findomestic compie 5 anni e supera quota 100 punti vendita

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  • 28 Febbraio 2012

Più di 100 punti vendita (104) e 65 agenti. Sono questi i numeri raggiunti dalla rete agenti di Findomestic Banca spa, che in questi giorni festeggia i suoi primi 5 anni. Aggiungendo la rete delle filiali storiche di Findomestic, società primaria nel credito al consumo, parte del gruppo BNP Paribas, il territorio nazionale risulta essere coperto complessivamente da 170 sportelli.

La rete agenti, guidata dal responsabile Marcello Ciulla, è formata da imprenditori monomandatari, dotati di negozi fronte strada con insegna Findomestic. Nata agli inizi del 2007, la rete ha generato nell’arco di 5 anni volumi rilevanti nell’erogazione di Prestiti Personali, Cessione del Quinto, Finanziamenti presso i negozi, Leasing Auto e Carte di Credito.

La gamma di prodotti si sta ulteriormente arricchendo grazie alle sinergie con le società del gruppo BNP Paribas, che consente agli agenti di poter stipulare i mutui di BNL, ed erogare prodotti assicurativi di Cardif e in futuro di sviluppare noleggi auto a lungo termine in sinergia con Arval oltre ad aprire conti correnti in collaborazione con BNL.

Le prospettive di crescita della rete agenti Findomestic, prevedono anche per il 2012 un ulteriore sviluppo sul territorio in complementarietà con le filiali per far crescere la capillarità e la prossimità del marchio Findomestic ai clienti di tutto il territorio italiano.

Il presente comunicato e i precedenti sono disponibili on-line:

http://www.adhoccommunication.it;    www.findomestic.it

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Osservatorio Findomestic di febbraio 2012: la fiducia del Paese torna ai minimi storici

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  • 13 Febbraio 2012

L’Osservatorio Findomestic, società attiva nel settore dei prestiti, segnala che la fiducia del Paese nei confronti della situazione economica, politica e sociale torna ai minimi storici. Il dato rilevato in gennaio è pari a 3,5 punti, su una scala che va da 1 a 10 e che ha in 7 la soglia positiva minima.

Il 70% degli intervistati si dichiara insoddisfatto della situazione generale. In particolare, a preoccupare più di tutto le famiglie italiane è il dato pesantissimo sulla disoccupazione giovanile, che tocca quota 31%. I più sfiduciati sono gli abitanti del Nord-Est. Sud e Isole e Centro, invece, riportano un sentiment meno negativo, anche se ben inferiore ai 4 punti.

E l’approccio non cambia di fronte al tema che più di tutti in queste settimane ha tenuto banco: l’evasione fiscale. Nonostante l’attenzione dell’opinione pubblica sia ai massimi livelli e nonostante tre italiani su quattro abbiano la consapevolezza che si tratta di un problema molto grave della nostra economia. Infatti, il 21% degli intervistati dichiara di non richiedere mai lo scontrino quando l’esercente non lo fornisce (con un dato che nella fascia compresa tra i 18 e i 34 anni tocca il 26%, e che nel Nordest e al Centro Italia raggiunge il 25%). E il 30% afferma che, negli ultimi 12 mesi, quando si è rivolto ad un professionista, non si è visto rilasciare la fattura (con un picco del 41% al Sud e nelle Isole).

Può essere dettato da tutte queste ragioni l’aumento della propensione al risparmio a 12 mesi. Il 10% degli intervistati si è detto pronto ad incrementare il denaro che vuole mettere da parte. A dicembre questo dato era inferiore di 3 punti percentuali.

In termini generali, i problemi occupazionali e la caduta del potere d’acquisto delle famiglie evidenziano che in Italia c’è anche un rilevante problema di domanda interna, senza la soluzione del quale è difficile ipotizzare una ripresa in tempi brevi.

Previsioni di acquisto a tre mesi

Da gennaio 2012 l’Osservatorio Findomestic è realizzato con la collaborazione di IPSOS.

Si suggerisce di tenere conto, nella lettura dei trend di questo mese, dell’allargamento della fascia di età del campione (da 25-54 a 18-64 anni) e di un nuovo metodo di rilevazione (da telefonico a web) che influiscono sulla confrontabilità con i mesi precedenti.

Elettrodomestici: aumentano sia per i bruni che per i bianchi e i piccoli. E cresce anche l’importo medio.

Salgono al 19% quanti si dicono pronti, nei prossimi tre mesi, a comperare un piccolo elettrodomestico. E arrivano rispettivamente al 9 e al 10% del totale del campione coloro che si preparano ad acquistare un elettrodomestico bruno ed uno bianco. A dicembre, questi dati erano inferiori in media di un buon 20%. In termini di spesa media prevista, per i bruni la cifra di riferimento è di 730 €; 654 € e 175 €, invece, per i bianchi e per i piccoli. Non si tratta dei dati più elevati degli ultimi 12 mesi, l’inversione di tendenza rispetto a dicembre è netta.

Elettronica di consumo: propensione all’acquisto in crescita per tv, telefonini e articoli informatici.

Il 13% degli Italiani si dicono pronti, di qui a tre mesi, ad acquistare un prodotto elettronico, come una tv, un pc o uno smartphone. A dicembre, la quota di quanti si dichiaravano propensi ad un acquisto di questo genere era inferiore al 10%. Cresce pure la spesa media prevista. Per un computer si è passati dai 372 € medi preventivati alla fine del 2011 agli attuali 560.

Auto e moto: lieve miglioramento per il comparto, anche se le rilevazioni restano ai minimi.

Dopo aver toccato i livelli più bassi di sempre alla fine dello scorso anno, la propensione all’acquisto di auto e moto in gennaio sono risalite, seppure mantenendosi su riscontri molto bassi. Rispettivamente, ogni 100 consumatori, mediamente non più di 3, di 2 e di 1,5, si dicono interessati a comprare un’auto nuova, anche ricorrendo ad un prestito auto, una usata o una moto\scooter.

Casa e arredamento: risalgono le previsioni per l’acquisto di mobili e complementi d’arredo. Ma il mercato immobiliare resta stabile

Tra dicembre e gennaio passano dal 2,5 a più del 10% coloro i quali si dicono pronti, nel giro di tre mesi, a comprare mobili e complementi d’arredo. Le previsioni di acquisto di abitazioni nuove risalgono anch’esse, seppure non più del 5% degli Italiani si dicano intenzionati a fare un investimento del genere, con un effetto negativo sulla domanda di mutui casa.

Tempo libero: cresce la voglia di vacanze. E aumentano anche gli acquisti di abbigliamento sportivo.

Risale oltre 20%, dopo la flessione dell’ultimo trimestre 2011, la quota di quanti sono pronti, nei prossimi tre mesi, a partire per una vacanza. Segno più anche per il numero di quanti si preparano a comprare abbigliamento od attrezzature sportive e prodotti per il fai-da-te.
Il presente comunicato, i precedenti e la versione integrale dell’Osservatorio sono disponibili sul sito

www.findomestic.it oppure sul sito www.ahca.it

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I Più Vantaggiosi Prestiti

Un Prestito, per per i tuoi viaggi, i tuoi acquisti e i tuoi bisogni personali.

Il prestito è una formula di finanziamento che viene riconosciuto dagli istituti di credito ad un privato cittadino o ad un’azienda.

Si costituisce come di una cessione di denaro da parte di un istituto di credito nei confronti di una associazione.

Ha la caratteristica di finalizzato o non finalizzato, nei casi in cui debba essere associato all’acquisto di un determinato servizio oppure quando il suo impiego non debba essere motivato all’istituto di credito perché rivolto ad usi privati del soggetto richiedente.

Il prestito è una significativa occasione per tutti quelli che hanno necessità di avere una determinata quantità di denaro, in tempi relativamente brevi, per l’acquisto di di un servizio ad esempio, ma anche per quelli che abbiano il bisogno di avere una definita quantità di denaro, per rispondere a proprie richieste economiche.

Esistono differenti tipologie di prestito, ideate per soddisfare le più disparate necessità di mercato, i maggiori possono essere : Piccoli Prestiti e Prestiti Veloci.

L’assegnazione di un prestito da parte di un istituto di credito si verifica dietro presentazione delle corrette garanzie e documentazioni, una volta accordato, il prestito deve poi essere restituito dal soggetto richiedente attraverso il pagamento di rate a cadenza regolare.

Avere l’occasione di domandare un prestito raffigura un’ottima opportunità per tutti quelli che hanno bisogno di una specifica somma di denaro per acquistare un definito bene o servizio, o per rispondere a proprie personali necessità.

Il prestito avrà un ammontare limitato, per questo si presenta come uno dei prodotti finanziari più conosciuti, in quanto le rate saranno minori e di importo non troppo elevato, bisogna però sempre tenere conto, al momento della firma del contratto di finanziamento, del tasso di interesse applicato.

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Prestiti.it: il 13% di chi vuole un prestito personale in Italia è straniero

I cittadini italiani stanno mostrando sempre più la loro dimestichezza con il credito al consumo e pare che lo stesso valga per gli stranieri che vivono nel nostro Paese. Secondo il comparatore online Prestiti.it (www.prestiti.it) il 13% delle domande di prestiti personali presentate in Italia arriva da cittadini di un’altra nazionalità.
L’indagine, che ha analizzato oltre 24.000 richieste giunte al sito negli ultimi mesi, mette in luce un universo complesso, in cui le comunità straniere provano ad integrarsi anche pianificando investimenti di medio e lungo periodo. Ma qual è l’identikit dello straniero che richiede un prestito in Italia? È un uomo (le donne sono solo il 32% del totale, gli uomini ben il 68%), ha in media 34 anni e richiede un prestito di circa 10.000 euro, da rimborsare in 57 mesi, vale a dire poco meno di cinque anni.
Da dove arrivano, dove vivono e come vogliono impiegare il prestito
Per quanto riguarda la nazionalità degli stranieri che hanno richiesto un prestito personale, a rappresentare il campione statistico più importante è la comunità rumena: quasi un prestito su due (precisamente il 46,3%) viene richiesto da cittadini nati in Romania.
A ulteriore conferma di come si stia evolvendo l’integrazione di quella che è la comunità straniera più grande d’Italia, valori simili si registrano nella richiesta di mutui per la prima casa (Fonte: Mutui.it). Va rilevato, inoltre, il grande distacco con le altre due maggiori comunità straniere presenti nel nostro Paese, vale a dire quella marocchina e quella albanese: dai cittadini di queste nazionalità arrivano, rispettivamente, solo il 5,6 e il 4,9% delle domande.
A cosa serve il finanziamento richiesto dagli stranieri? A comprare un’auto (nuova o usata, 35%), ad avere nuova liquidità (18%) e a ristrutturare casa (11%). Queste le motivazioni che spingono maggiormente gli stranieri in Italia a cercare un prestito personale. Sono finalità che tratteggiano il quadro di una popolazione ben consapevole di come gestire il proprio denaro.
«Il ricorso al credito al consumo – dice Marco Giorgi di Prestiti.it – rappresenta un segnale positivo, perché rileva la volontà di integrazione dei cittadini stranieri in Italia: impegnarsi in un investimento e pagare delle rate mensili sono azioni importanti per determinare l’inserimento nel nostro tessuto produttivo. Se c’è ancora difficoltà a rapportarsi direttamente con banche e finanziarie i comparatori online come Prestiti.it aiutano a trovare la soluzione più vantaggiosa in maniera autonoma».
Risulta che la maggior percentuale delle richieste straniere avvenga proprio nelle regioni in cui i nostri connazionali hanno meno necessità di affidarsi al credito al consumo (è questo il caso del Trentino) o il numero di cittadini stranieri residenti è piuttosto alto (ad esempio nel Veneto o in Lombardia).
Di seguito, invece, la classifica delle Regioni italiane in base alla percentuale di richieste di cittadini stranieri, sul totale delle domande di prestito nella regione:
Trentino Alto Adige 24,3%
Veneto 23,5%
Lombardia 19,4%
Emilia Romagna 18,9%
Friuli Venezia Giulia 18,8%
Toscana 17,2%
Piemonte 15,4%
Lazio 14,7%
Liguria 12,8%
Marche 12,1%
Umbria 11,3%
Abruzzo 10,8%
Molise 9,1%
Valle d’Aosta 7,4%
Basilicata 4,4%
Calabria 3,8%
Sardegna 3,5%
Puglia 3,1%
Sicilia 2,8%
Campania 2,1%
Di seguito la classifica delle motivazioni principali per cui viene richiesto un prestito dagli stranieri in Italia:
Auto e moto (nuove/usate/km0) 35%
Liquidità 18%
Ristrutturazione casa 11%
Consolidamento debiti 10%
Arredamento 7%
Viaggi e vacanze 5%
Beni strumentali all’attività 4%
Matrimonio e cerimonie 3%
Acquisto immobile 3%
Altro 4%

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Gli uomini italiani chiedono prestiti per comprare elettronica di consumo o automobili. Le donne per l’istruzione propria o dei figli.

Quando chiedono un prestito personale, gli uomini lo fanno per comprare un PC, l’ultimo gadget tecnologico o cambiare la macchina; le donne, più concretamente, per pagare le spese di un master o le rette scolastiche dei figli.

Questo è uno dei dati emersi dall’indagine di Prestiti.it, il portale che mette a confronto le offerte di finanziarie e banche per chi ha bisogno di un prestito.

Prestiti.it ha analizzato oltre 1.000.000 di richieste di prestito personale completate nell’ultimo semestre evidenziando come, in Italia, il 76,5% dei finanziamenti di questo tipo è chiesto dagli uomini che sottoscrivono un contratto medio di 18.000 euro.

Le donne, che rappresentano a livello nazionale il 23,5% dei sottoscrittori, chiedono mediamente una cifra inferiore: 16.000 euro. Nessuna differenza fra i sessi relativamente all’età media a cui si decide di chiedere un prestito: appena più di 40 anni per le une come per gli altri.

Se si guarda alle finalità per le quali gli uomini sottoscrivono un prestito personale, si vede chiaramente come questi siano più propensi a farlo per garantirsi dei beni materiali. Come detto, a livello nazionale gli uomini rappresentano il 76,5% dei richiedenti prestito, ma diventano l’86,3% quando la finalità è quella dell’acquisto di un oggetto di elettronica di consumo (PC, telefono cellulare o simili) e l’ 85,3% se il motivo per cui si sottoscrive un prestito è l’acquisto di un’auto o una moto di seconda mano.

Dopo averle acquistate le auto vanno anche mantenute in funzione, ed ecco che allora per la finalità riparazione veicoli l’84,3% dei sottoscrittori è maschio. Si sa, gli uomini sopportano il caldo meno delle donne, e a riprova di questo ecco che la quarta finalità “maschile” è proprio l’acquisto di impianti di condizionamento (82,8%).

Il gentil sesso è da sempre molto più pratico e se una donna italiana decide di richiedere un prestito personale lo fa soprattutto impiegando la somma per la formazione scolastica propria o dei suoi figli. Se infatti le donne rappresentano, come abbiamo visto, il 23,5% di chi sottoscrive un finanziamento personale, guardando alla sola finalità formazione e università diventano addirittura il 37,7%.

Capita sovente che si tratti di donne che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro con maggiori qualifiche (magari dopo una maternità) e infatti l’età media di una donna che richiede questo tipo di prestito personale è di poco superiore ai 34 anni.

C’è chi le considera gli angeli del focolare, e loro il focolare lo arredano; anche con un prestito. Per la finalità acquisto arredamento, le donne rappresentano il 31,1% dei firmatari.

Non pensate, però, che le donne siano concentrate solo sui loro doveri. Si sanno anche rilassare e divertire; e al terzo posto nella classifica delle finalità per le quali, percentualmente, le donne sono più numerose fra i sottoscrittori c’è quella per l’acquisto di viaggi e vacanze (29,7%), quasi 3 punti percentuali in più di quella che occupa il quarto posto (Matrimoni e Cerimonie – 27,3%).

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