I lavoratori autonomi possono ovviamente richiedere, in caso di esigenze di liquidità, un prestito personale; ma sulla base di cosa la società finanziaria erogatrice andrà a calcolare la somma massima che può essere concessa? Per rispondere a questa domanda chiariamo subito che i lavoratori autonomi possono si ottenere un finanziamento ma non possono accedere a tutte le tipologie di prestito in quanto per determinate fattispecie, come la cessione del quinto dello stipendio, i lavoratori autonomi sono completamente esclusi, in quanto non percettori di busta paga.
Fatta questa premessa, possiamo rispondere alla prima parte della domanda: i lavoratori autonomi, dotati di modello Unico, quindi i lavoratori autonomi che esercitano da più di un anno, possono tranquillamente ottenere dei prestiti personali rimborsabili attraverso bollettini di conto corrente o addebito con Rid bancario. Tutti quei lavoratori autonomi che, per ovvi motivi temporali, non hanno ancora compilato alcun Modello Unico possono si ottenere un prestito personale, ma hanno bisogno di una seconda firma ossia di un garante. Per quanto riguarda poi la seconda parte della domanda, l’ammontare massimo di un prestito personale ad un lavoratore autonomo è stabilito dal suo reddito (chiaramente maggior è il reddito maggiore sarà la possibilità di ottenere liquidità alta), nonché da quella che è la sua esposizione debitoria complessiva, ossia la quantità di prestiti che il nostro lavoratore autonomo ha in corso d’essere.
Un lavoratore autonomo per ottenere un prestito personale può oggi utilizzare i nuovi canali distributivi che la tecnologia ha messo a disposizione. Nella fattispecie internet offre un fantastico aito in quanto permette a chiunque di ottenere le informazioni richieste ed in molti casi è possibile anche richiedere una consulenza gratuita o un preventivo on line.