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Focus Twitterpolitica: Renzi, Bersani e Vendola a #csxfactor

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  • 15 Novembre 2012
Su Twitter il confronto televisivo sulle primarie del centrosinistra ha avuto un’eco senza precedenti per la politica italiana, con volumi di condivisione (circa 127 mila tweet durante la trasmissione con punte di oltre 1500 al secondo) raggiunti in passato solo dal Festival di Sanremo 2012 e l’hashtag #csxfactor in cima ai trending topicmondiali.

Qual è l’immagine dei tre contendenti più twittati?
Lo strumento è Twitterpolitica, la classifica quotidiana dei leader politici italiani più citati su Twitter attraverso mention o hashtag e le parole chiave più associate ad ognuno di essi. La scelta di analizzare mention e hashtag dipende dall’importanza che questi due elementi hanno nella sintassi del medium: la mention esprime un’interazione diretta (o quantomeno una volontà di interazione) con il soggetto citato, l’hashtag indica che il soggetto è l’argomento principale del tweet e permette di seguire conversazioni su un determinato tema.
I tweet del 12 novembre con mention o hashtag di Renzi, Bersani o Vendola sono complessivamente 38.896. La classifica delle citazioni vede Renzi in vetta con 21.545 citazioni. Seguono Bersani (13.697) e Vendola (10.593), più vicini tra loro. Un dettaglio interessante: Bersani ottiene molte più mention che hashtag (per Renzi e Vendola il rapporto è circa del 50%). Possibile spiegazione: Bersani ha usufruito del supporto diretto di numerose microstrutture che lo hanno sistematicamente citato o ritwittato (vedi sotto il network delle citazioni).

La maggior parte dei tweet (30823) sono stati pubblicati tra le 20 e le 23, da mezzora prima a mezzora dopo la diretta televisiva. Solo Renzi ottiene già nel pomeriggio un picco di visibilità, con quasi 700 retweet per la suapresa di distanza da “I fantastici 5″ (l’immagine pubblicata sul sito del Pd in cui i partecipanti al dibattito vengono raffigurati come supereroi).

Nelle ore di massima attività (dalle 20 alle 23) è sempre Renzi che raggiunge il maggior numero di picchi di citazioni per minuto, ma è Vendola, con il suo andamento fortemente oscillante, ad avvicinarsi più spesso alla prima posizione. Bersani procede invece in modo più monotono.
Il primo tema che supera la soglia dei 200 tweet al minuto è: cosa risponderebbero i politici a un giovane in cerca di occupazione. Vendola viene citato non tanto per la sua risposta (“ribellarsi alla precarietà”) quanto in modo critico per l’uso dell’interlocuzione berlusconiana “mi consenta”. Convince di più Bersani e la sua formula “meritocrazia e uguaglianza”. Tuttavia è Renzi pochi minuti dopo a rubare la scena con il suo slogan “conoscere qualcosa, non qualcuno.

Il picco di attenzione si raggiunge con il botta e risposta tra Renzi e Vendola su Marchionne. Renzi viene apprezzato quando invita il CEO Fiat a “fare una macchina bella ogni tanto” e soprattutto quando fa mea culpasulle sue prese di posizioni precedenti (“avevo creduto in lei”), ma la risposta di Vendola (“io non le ho mai creduto”) si guadagna le simpatie dei commentatori, nonostante l’appellativo inesatto di “ingegnere” rivolto a Marchionne (o forse anche grazie a questo).

Gli altri momenti di massima partecipazione coinvolgono sempre Renzi. Sulla casta il sindaco di Firenze ottiene consensi quando si schiera per l’abolizione del finanziamento pubblico e quando risponde efficacemente all’obiezione sollevata da Bersani e Vendola (“così si lascia la politica ai ricchi”) constatando che la politica è già in mano ai ricchi e che la colpa è anche della mancata approvazione della legge sul conflitto di interesse.
Il passaggio decisivo per Renzi è il suo secco no a Casini nella coalizione di centrosinistra: qui il politico ottiene il massimo dell’attenzione e la mantiene per più tempo senza condividerla con gli altri, che sul tema si mostrano incerti.
Durante l’appello finale Vendola ottiene più commenti di Bersani, ma il primo incassa soprattutto critiche per la prolissità e i toni strappalacrime, il secondo invece mette a segno il suo colpo più riuscito. Lo si vede dall’analisi dei Tweet più ritwittati: la frase di chiusura di Bersani (“non chiedo di piacere ma di credermi”) è tra le prime dieci.

La classifica dei retweet mostra l’importanza della rete di citazioni che propaga i messaggi dei leader. Questo vale soprattutto per Renzi. Mentre i messaggi di Bersani e Vendola appaiono sulle rispettive timeline in contemporanea alla diretta tv (c’è chi critica i leader, oppure i loro uffici stampa che twittano in diretta) e i retweet citano direttamente il loro account, quelli di Renzi passano per firme di altri più autentici leader d’opinione come Gianni Riotta, Andrea Sarubbi e Mario Calabresi. Bersani viene citato più frequentemente da associazioni di sostenitori e colleghi di partito, mentre Vendola appare meno inserito nelle maglie della rete di conversazione.

Per finire due indicazioni dall’analisi dei temi: gli hashtag più frequenti dalle 20 alle 23 mostrano una forte preoccupazione per l’emergenza lavoro (#Marchionne, #lavoro, #Fiat, #Ichino, #Fornero) ma anche una propensione a sdrammatizzare e una voglia di leggerezza tipica del social network (il #fail del PD con I’immagine dei Fantastici 5, quello di Vendola che sbaglia il nome di Giannino, la battuta di Briatore su Renzi che sembra un partecipante a The Apprentice ecc).

L'articolo completo con grafici e mappa semantica su http://www.misurarelacomunicazione.it/2012/11/14/focus-twitterpolitica-renzi-bersani-e-vendola-a-csxfactor/
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Maria Teresa Armosino: “Progett’Azione è per le primarie di coalizione”

“Siamo per le primarie di coalizione e non di partito”. Maria Teresa Armosino, parlamentare del Pdl, presidente dell’associazione politico culturale Progett’Azione (e da oggi, ex presidente della Provincia di Asti) interviene sulle candidature alla premiership per il Pdl “per rilanciare il progetto di una coalizione forte, autorevole,  alternativa alla sinistra, che dia spazio al confronto partecipato e costruttivo dell’area moderata”.

Progett’Azione insiste sulla necessità di allargare il dibattito per un programma moderno, in sintonia con le aspettative degli italiani. “Vogliamo contribuire a elaborare una proposta politica per una pubblica amministrazione snella ed efficiente che collabori in modo attivo con i cittadini e le imprese. Riteniamo che oggi sia fondamentale recuperare dignità e chiarezza nell’agire politico. Per questo diciamo in modo netto che siamo per le consultazioni primarie allargate a tutta la coalizione e non vogliamo più esercitarci in superate logiche di partito: dobbiamo essere inclusi e non esclusivi, per alimentare  il confronto tra espressioni culturali di matrice comune, per farci valere sul piano politico  e sul terreno elettorale”.

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VIGNALE : PRONTO IL MANIFESTO POLITICO PER RICOSTRUIRE IL CENTRO DESTRA

È oramai evidente che il Popolo della Libertà sia in caduta libera. L’immagine del nostro partito è stata infatti irreparabilmente incrinata a causa di esponenti sempre più lontani dai cittadini.

 

Soprattutto in Piemonte, il centro destra ha dimostrato di avere tra le proprie fila una classe dirigente ed esponenti politici che anziché accrescere hanno deluso la passione e l’impegno nella politica dei cittadini e degli amministratori.

 

Ma poiché il centro destra piemontese conta anche di cittadini, militanti e amministratori che ogni giorno lavorano con impegno e devozione per portare sul territorio una buona politica fatta e con i cittadini, non possiamo permettere che gli errori degli uni compromettano il lavoro degli altri.

 

Oggi più di ieri è necessario ribadire che solo la buona politica può garantire crescita e sviluppo sociale ed economico del nostro territorio e oggi più di ieri, chiediamo a tutti gli esponenti del centro destra di voler riportare con noi tra le strade e tra la gente i valori imprescindibili e ineludibili del centro destra.

 

Come amministratori ed esponenti di una forza politica abbiamo il dovere morale e civile di rifondare il centro destra su nuovi presupposti, con nuove regole e ammettendo i gravi errori che sono stati commessi nella selezione della classe dirigente regionale del PDL.

 

Soltanto una rapida, radicale e sincera autocritica, un processo di valutazione senza auto assoluzioni, può permetterci di ripulire l’onore macchiato di tanta gente perbene che sostiene e rappresenta ai più diversi livelli il Popolo della Libertà.

 

Per questo motivo chiederò a tutti i colleghi europei, regionali, comunali e a tutti i militanti, a chiunque creda con me in un centro destra nuovo, rinnovato e che parta dai valori che l’hanno sempre caratterizzato di voler sottoscrivere il nostro manifesto, ritenendo imprescindibile assolutamente indispensabile:

 

1)      Porre alla base della selezione della classe dirigente i valori del MERITO e della MILITANZA: le candidature devono essere riservate in via prioritaria a coloro che hanno dedicato anni all’attività sul territorio. I non iscritti al partito potranno essere candidati solo a fronte di rilevanti e specifiche competenze professionali attentamente vagliate dagli organismi competenti;

 

2)      Prevedere il limite dei due mandati per l’elezione in ogni livello istituzionale;

 

3)      Approvare un codice etico che preveda:

  1. il vaglio delle candidature da parte di un Comitato di garanti che valutino     pendenze, pregressi e posizioni compromettenti
  2. l’espulsione dei condannati in primo grado per reati contro la Pubblica  Amministrazione o infamanti
  3. un limite preciso alle spese che i singoli candidati possono effettuare;

4)      Introdurre criteri di  trasparenza assoluta per l’utilizzo dei fondi pubblici ( i bilanci dei gruppi consiliari e dei coordinamenti del partito devono essere certificati da organismi appositi e pubblicati su internet);

5)      Nominare negli enti esclusivamente persone che presentino una specifica competenza professionale;

 

6)      Introdurre le primarie per la selezione dei candidati sindaci, presidenti di provincia e di Regione e per i parlamentari qualora non venga abrogata l’attuale legge elettorale;

 

7)      Eliminare i listini e le liste bloccate;

 

8)      Completare il processo di elezione dal basso di tutti gli organi di partito, dai coordinatori circoscrizionali al coordinatore nazionale.

 

Abbiamo il dovere di ripartire dai nostri valori, dalle nostre idee, spiegando ai piemontesi cosa abbiamo fatto e perché, cosa non siamo riusciti a fare e per quali ragioni, cosa vogliamo ancora proporre e dove reperiremo le risorse per farlo e come ricostruiremo insieme un nuovo e più solido progetto politico, in grado di trarre dalla sconfitta del PDL il giusto insegnamento per un più solido, democratico e trasparente soggetto politico.

 

Gian Luca Vignale

Consigliere regionale Progett’Azione

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