L’anno volge al termine ed è tempo di bilanci per lo Stato, ma anche per i cittadini. Secondo i calcoli di Facile.it (http://www.facile.it), nel 2014 gli italiani verseranno ben 3,8 miliardi di euro di tasse attraverso il pagamento delle polizze RC auto. Di questi, il 60% sarà destinato a rimpinguare le casse delle Province, organi che fino a non molto tempo fa sembravano destinati all’abolizione. Il portale, leader per la comparazione di assicurazioni, ha definito il gettito complessivo partendo dai dati ANIA relativi al 2013 e rielaborandoli in base alle rilevazioni pubblicate nell’Osservatorio RC auto di ottobre 2014 (http://www.facile.it/assicurazioni/osservatorio/rc-auto-italia.html).
In Italia, su ogni polizza corrisposta alle compagnie per assicurare un’automobile, il peso delle imposte arriva a gravare fino al 26,5%. Di questo, il 10,5% è destinato al Servizio Sanitario Nazionale, che così quest’anno riceverà un gettito pari a poco più di 1,5 miliardi di euro; il restante 16% viene assorbito dalle Province che, nonostante l’essere state ritenute organi da abolire, continuano a svolgere le loro attività, compresa quella di incassare le tasse dei cittadini. Secondo i calcoli del comparatore di RC auto, nel 2014 gli italiani pagheranno alle loro province 2,3 miliardi di euro tramite le polizze assicurative per le loro quattro ruote.
«Stando a quanto si sa attualmente sulla prossima Riforma dell’RC auto, non sembra che lo Stato sia intenzionato a tagliare i costi delle imposte che gravano sulle polizze – sostiene Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di Facile.it. Il maggiore obiettivo della Riforma è quello di combattere le frodi assicurative ricorrendo a strumenti come le scatole nere, che dovrebbero contribuire a far abbassare i premi. Ma nessuna riduzione delle aliquote è al momento al vaglio del Governo.»
Naturalmente non tutte le regioni contribuiscono allo stesso modo al gettito fiscale, sia per il diverso numero di polizze stipulate, sia per l’importo medio del premio per l’assicurazione che varia di provincia in provincia. La Lombardia, la regione in cui si registra il maggior numero di contratti di polizze RC auto, è quella che verserà l’importo più grande nelle casse delle sue province e del Sistema Sanitario Nazionale, pari a circa 605 milioni euro; seguono il Lazio con un gettito di 450 milioni e la Campania che, con i suoi premi particolarmente alti, verserà allo Stato 362 milioni di euro.
Considerando le aliquote applicate in ogni Provincia italiana, Facile.it ha stilato anche la graduatoria delle 20 Province che riceveranno i contributi maggiori attraverso l’RC auto. A dominare la classifica è Roma (quasi 200 milioni di euro); seguono Milano e Napoli che verseranno ai rispettivi organi provinciali 128 e 105 milioni di euro.
Valle: Futuro delle Province, è in gioco la democrazia
In questi giorni si stanno sviluppando dibattiti e confronti sul futuro delle Province. Il Governo nazionale non ha tenuto conto dell’indicazione della Regione, sostenuta da tutti i rappresentanti astigiani in Consiglio regionale, con uno schieramento che è andato oltre le singole rappresentanze partitiche per affermare un principio di territorialità e di partecipazione democratica che continuo a ritenere irrinunciabile.
Il Governo ha deciso limitandosi a rispettare criteri esclusivamente numerici, cancellando con un colpo di spugna quasi ottant’anni di storia civile e democratica della Provincia di Asti, leader mondiale in molte eccellenze produttive e medaglia d’oro per la Resistenza.
Oggi il confronto si gioca in Parlamento e dai nostri deputati e senatori ci attendiamo un comportamento coerente con le attese degli astigiani. Potrebbe anche darsi, com’è avvenuto per il parere della Regione, che il punto di vista dei parlamentari eletti non venga tenuto in considerazione, ma ritengo che sia importante affermare il principio e mettere in atto tutte le azioni utili per cercare di salvare la storia, la cultura e l’espressione democratica del nostro territorio.
Assistiamo inoltre, nelle ultime settimane, ad alcuni dibattiti sulle future aggregazioni provinciali. Il problema, a mio avviso, non è se Villanova dovrà andare con Torino o San Damiano con Cuneo, ma piuttosto che cosa ne sarà della rappresentanza democratica, ovvero se verrà mantenuta l’elezione di primo grado dei consiglieri o, secondo l’orientamento del Governo, si andrà verso un’elezione di secondo grado; quali saranno le funzioni attribuite alle Province; quali saranno le risorse, il personale e gli uffici a disposizione;.
È importante cioè capire quale sarà il nuovo assetto organizzativo e funzionale dello Stato e degli enti locali nelle diverse articolazioni. Il momento è senz’altro delicatissimo e il Governo ha il dovere di intervenire con urgenza, ma la fretta non può diventare un alibi per commissariare la politica e la volontà popolare. È questo di cui le istituzioni e i cittadini, a mio avviso, dovrebbero occuparsi, per difendere nel concreto i principi della nostra Costituzione repubblicana.
Rosanna Valle – Consigliere regionale (Gruppo Progett’Azione)
Rosanna Valle: Abolire la provincia di Asti va contro la volontà popolare
“E’ avvilente vedere come le decisioni delle assemblee elettive, democraticamente elette e rappresentative della volontà popolare, non vengano tenute in considerazione. Per la Regione Piemonte la Provincia di Asti ha ragione di esistere, per il governo nazionale no”. Rosanna Valle, consigliere regionale astigiano di Progett’Azione, esprime “profondo disagio” nei confronti dei provvedimenti del governo che riordinano il sistema delle Province.
“La soppressione di Asti e il passaggio a un sistema elettorale di secondo grado – aggiunge Rosanna Valle – renderanno le Province enti sempre più distanti dai cittadini. È una riforma che, per quanto riguarda gli emolumenti degli amministratori, comporta risparmi di spesa molto esigui, ma priva i cittadini di un collegamento diretto con le istituzioni, gravemente lesivo dei principi di partecipazione democratica che stanno alla base della convivenza civile. Mi auguro – conclude Rosanna Valle – che i parlamentari piemontesi sappiano sostenere le ragioni di Asti e del Piemonte alla Camera e al Senato, correggendo una decisione che va contro la volontà popolare”.
Modifica delle province
Le decisioni del governo per il riassetto
di Manuel Pantalone