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Il disturbo depressivo maggiore e il suo trattamento

Il disturbo depressivo maggiore è caratterizzato da uno stato emotivo di grande tristezza e apprensione, sensi di colpa, isolamento sociale, diminuito o aumentato bisogno sonno, alterazione del livello di attività (rallentamento psicomotorio o agitazione), perdita o aumento di appetito e conseguente variazione di peso, perdita del desiderio sessuale, mancanza di energia, stanchezza, concezione di sé negativa, sensazione che nulla abbia più valore, perdita di interesse in generale, incapacità di provare piacere per qualunque attività, pensieri di morte o di suicidio.

Per le persone depresse concentrare l’attenzione su qualcosa costituisce uno sforzo estenuante e insopportabile, non riescono a ricordare ciò che viene loro detto o che apprendono attraverso la lettura, così come risulta loro faticoso fare conversazione. Gli individui depressi risultano totalmente privi di idee e strategie circa la soluzione di problemi, e vivono ogni momento con un sentimento di oppressione. Possono giungere a trascurare la propria persona al punto di non curarsi dell’igiene e dell’aspetto.

A volte si lamentano in modo ipocondriaco riguardo a dolori senza alcuna apparente causa organica.

Nell’arco dell’esistenza i sintomi depressivi variano: nei bambini essi assumono la forma di disturbi somatici, mentre negli anziani si manifestano attraverso calo dell’attenzione e amnesia (possono essere confusi con la demenza).

Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, fra tutte le malattie la depressione è al quarto posto in ordine di importanza per sofferenze e disabilità che provoca.

La psicoterapia mira a fornire un percorso di integrazione della propria identità personale, dove la vita emotiva diventi rinarrabile a sé e condivisibile con gli altri, attraverso una risintonizzazione con la percezione del mondo e un riequilibrio di sé con il mondo. Il terapeuta accompagna il paziente verso una maggiore comprensione dei suoi meccanismi di funzionamento, rispettandone i ritmi, i tempi e le modalità. L’incontro con il terapeuta diventa metafora di incontro con il mondo ed esperienza diretta della possibilità di recuperare potere contrattuale nella definizione del senso della propria identità e della propria storia.

La psicoterapia è orientata a favorire la presa di coscienza del cambiamento e ad aumentare il sentimento di efficacia personale. Fondamentale diventa leggere l’esigenza di nuovi adattamenti perché il cambiamento acquisisca un significato evolutivo in modo da “fornire risposte sempre nuove e modulate di fronte a realtà in continuo divenire”.

La Dott.ssa Barberis, psicologo a Messina, si occupa in particolare delle seguenti problematiche: Abuso, anoressia, ansia, attacchi di panico, bulimia, depressione, difficoltà legate allo sviluppo dell’identità personale, difficoltà relazionali, dipendenza affettiva, disturbi di personalità, elaborazione del lutto, fobie, ipocondria, ludopatia, nevrosi, problematiche di coppia, stress, trauma psicologico.

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Training autogeno contro lo stress

Cosa è lo stress esattamente? Possiamo dire che si tratta di una reazione di adattamento dell’organismo a un cambiamento fisico o psichico. Come si attiva? Attravserso sia stimoli esterni che interni. Questo vuol dire che lo stress dovuto a una situazione esterna può essere aggravato dal pensiero continuo su quella situazione.

Le conseguenza dello stress sono: ansia, tfatica, panico, insonnia, depressione, tachicardia, irregolrità del battito cardiaco, ipertensione, asma, iperventilazione, colon irritabile, mancanza di fiato, dispepsia, eccessiva sudorazione, eiaculazione precoce e diminuzione del desiderio sessuale.

Come può essere curato lo stress?

Il rilassamento tramite yoga, meditazione o training autogeno può essere molto utile. Ad esempio, il training autogeno è una tecnica di rilassamento ideata negli anni Trenta dal neurologo tedesco Schultz, che oggi viene utilizzata con successo in campo medico, psicopedagogico e sportivo. Si tratta di un metodo clinico e terapeutico riconosciuto, validato da numerose ricerche scientifiche.

Il training autogeno è costituito da una serie di esercizi standard di rilassamento che riguardano sei distretti fisiologici: muscolare, vascolare, cardiaco, respiratorio, addominale e cefalico.

Alcuni degli esercizi fondamentali sono:

l’esercizio della pesantezza: attraverso il quale si produce uno stato di rilassamento nei muscoli e negli organi interni;
l’esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno;
l’esercizio del cuore: produce un miglioramento della funzione cardiovascolare;
l’esercizio del respiro: favorisce un miglioramento della funzione respiratoria;
l’esercizio del plesso solare: produce un aumento del flusso sanguigno in tutti gli organi interni;
l’esercizio della fronte fresca: può favorire l’eliminazione del mal di testa producendo una leggera vasocostrizione nella regione encefalica.

Il training autogeno è indicato per persone che soffrono di ansia, somatizzazioni, attacchi di panico, insonnia e stress. Si rivolge però anche a chi vuole semplicemente migliorare il proprio benesse psico-fisico. Il training autogeno consente un recupero più rapido delle energie, il miglioramento della concentrazione nello studio e nel lavoro, una migliore gestione delle risorse fisiche e mentali, una maggiore sicurezza e fiducia in se stessi e di conseguenza un accrescimento delle capacità di affrontare lo stress.

Il training autogeno può essere affiancato da un terapia presso uno specialista, che offra consulenze psicodiagnostiche, sostegno psicologico, psicoterapia psicoanalitica, e che si occupi delle problematiche relative ad ansia, attacchi di panico e depressione.

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Come recuperare l’autostima

Come è possibile superare la bassa autostima, la sensazione di essere inadeguati, indegni, o incapaci di fare qualcosa? Sono molte le persone che soffrono di questo problema che li debilita in ogni aspetto della loro vita e che pensano sia possibile guarirne.
Le persone con una bassa autostima mancano infatti della fiducia necessaria a migliorare se stessi e la loro situazione, lasciandosi spesso sfruttare dagli altri. Proprio questo fatto, cioè l’essere sfruttati dagli altri, aumenta il senso di inadeguatezza alimentando il circolo vizioso che porta a una sempre più bassa considerazione di se stessi.
Per recuperare la propria autostima può essere utile affidarsi a un esperto, come la psicologa di Messina Dott.ssa Nadia Barberis, che sia in grado di fare da guida nella ricerca.
Ecco intanto i 4 passi che ti saranno utili nel tuo percorso:

1 – Riconoscere di avere un problema

Tutte le persone nella nostra società subiscono periodi più o meno lunghi di depressione o scarsa autostima, ma la maggior parte di esse superano rapidamente questi periodi non consentendo loro di scalfire permanentemente la loro autostima e non permettendo ad altri di approfittarne.

Questo fatto porta le persone che hanno un serio problema di bassa autostima a credere che tutti hanno la stessa visione di se stessi. Credere che la scarsa autostima sia una cosa perfettamente naturale ha come risultato il mancato riconoscimento di avere un problema.

Se non hai fiducia in te stesso, credi di valere meno degli altri e questa situazione si prolunga per qualche mese significa che probabilmente c’è qualcosa che non va. Il primo passo per combattere il problema della bassa autostima è riconoscere il problema in quanto tale e decidere di sforzarsi per correggerlo.

2 – Nessuno è perfetto

Come si è detto al passo 1, bisogna riconoscere che tutti abbiamo dei difetti e che quindi nessuno è perfetto. Tuttavia, nonostante questa realtà, la maggior parte delle persone riesce comunque ad andare avanti affrontando la vita con la fiducia di cui hanno bisogno per raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati.

La mancanza di perfezione infatti non dovrebbe essere un ostacolo per realizzare ciò di cui si ha bisogno e si desidera nella vita. Tutti barcolliamo nella vita e commettiamo degli errori, ma li si deve correggere e andare sempre avanti.

Quindi, il secondo passo per sconfiggere la disistima è quello di riconoscere che sei come tutti gli altri, imperfetto, ma perfettamente in grado di sopravvivere nonostante questo.

3 – Concentrarsi sui propri punti di forza

Anche se le persone che soffrono di bassa autostima possono non rendersene conto, tutti noi siamo bravi in certe cose e lo siamo meno in altre. Le persone più sicure si concentrano sui propri punti di forza e lasciano perdere quelli in cui non sono bravi. Le persone con scarsa autostima si concentrano invece sui propri punti deboli..

Riconoscere i propri punti di forza e utilizzarli al meglio aiuta a costruirsi una sana autostima.  Riconoscere i propri punti deboli (non soffermarsi su di essi) e migliorare i propri punti di forza permetterà quindi di costruire la fiducia in se stessi.

Questo significa che il terzo passo è quello di riconoscere i punti di forza e di debolezza per quello che sono, soffermandosi ovviamente di più sui punti forti.

4 – Accettare le differenze con gli altri

Piaccia o no, non esistono due persone al mondo che siano uguali fra di loro. Alcune persone faranno sempre meglio di te certe cose, così come tu ne farai altre meglio di loro. Così è come stanno le cose, quindi giudicare te stesso in base a norme stabilite da altri è un errore.

Nella vita è normale confrontarsi con gli altri, ma non è giusto definire se stessi e il proprio valore in base al risultato di questi confronti. E’ sufficiente accettare  l’idea che non puoi essere il migliore in tutto.

Il quarto e ultimo passo per sentirsi meglio con se stessi è quindi accettare che qualcuno la fuori è sicuramente meglio di te in qualche cosa, ma fare comunque quello che si può senza sentirti per questo sminuito.

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