Sedute di psicologia a Torino
Scopri come sconfiggere le cicatrici del passato
L’infanzia è uno dei momenti più belli e più difficili nella vita di un individuo. È il periodo più spensierato della nostra intera esistenza, ma anche quello nel quale verranno poste le basi del nostro futuro. L’infanzia è quel momento della nostra vita in cui si verifica il paradosso dei paradossi: impariamo a camminare, parlare, ragionare, agire… ma allo stesso tempo possiamo lasciare cicatrici profonde, che, prima o poi, avranno ripercussioni sul nostro presente. Le cicatrici lasciate dalle esperienze infantili sono molto difficili da rimarginare. Tuttavia, questo non significa che non sia possibile né che non possano trasformarsi positivamente. In questo puoi aiutarci la psicologia, a Torino puoi aiutarci la Dottoressa Marielena Martirani.
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L’infanzia lascia cicatrici che durano per sempre. Può sembrare una frase fatta, ma è la realtà. Le esperienze negative che si affrontano durante l’infanzia rimangono come segni indelebili, perché da piccoli non siamo in grado di difenderci da ciò che ci fa male. Esse si riflettono sul nostro atteggiamento e su come ci relazioniamo con gli altri, alcune in modo più profondo, altre in modo più leggero.
Ma quali sono le principali cicatrici che si aprono durante l’infanzia e che difficilmente si rimarginano del tutto?
La difficoltà a fidarsi degli altri
Un bambino tradito dai suoi genitori difficilmente imparerà a fidarsi degli altri. Imbrogliare un bambino significa promettergli cose che non può avere o che non ci si impegna a compiere, azioni che per un adulto possono sembrare senza senso, quando invece comprare il giocattolo promesso o andare al parco il giorno stabilito sarebbe il giusto modo di agire. Il caso contrario rappresenta per il bambino, il cui cervello è una spugna e si trova nel momento dove tutto viene assorbito come un insegnamento importante, un insegnamento riguardo a cosa aspettarsi, in generale, dalle persone care. Se un bambino osserva che i suoi genitori mentono, imparerà che le parole hanno poco valore. Avrà quindi difficoltà a credere a quello che dicono gli altri e a sforzarsi per rispettare le sue stesse parole.
La paura dell’abbandono
Un bambino che si è sentito solo, ignorato o abbandonato, darà alla solitudine un’accezione totalmente negativa, optando per una delle seguenti scelte: diventare eccessivamente dipendente dagli altri, cercando di continuo qualcuno che lo protegga e lo accompagni, oppure rinunciare alla compagnia degli altri, per evitare di soffrire ancora per un potenziale abbandono. Nel primo caso avremo adulti che saranno in grado di tollerare qualsiasi tipo di relazione pur di non sentirsi soli, nel secondo persone che scappano dalle relazioni, incapaci di godere dell’affetto sincero di una persona cara. Per queste persone, l’amore è sinonimo di paura. Quanto più affetto proveranno per un’altra persona, più crescerà la loro ansia e il loro desiderio di scappare.
La paura di essere rifiutati
Un bambino che è stato continuamente criticato e sminuito dai suoi genitori diventa nemico di sé stesso, sviluppando un dialogo interiore di auto-rimprovero e auto-recriminazione. In età adulta esso non si sentirà mai in accordo con quello che pensa, sabotando i suoi piani e riconoscendo con difficoltà di avere una qualsivoglia virtù. Sentirà di non meritare l’affetto né la comprensione di nessuno, e che le sue espressioni d’amore nei confronti degli altri mancano di validità. In generale, questi bambini si trasformeranno in adulti isolati e sfuggenti, che proveranno panico in situazioni di contatto sociale.
Le cicatrici lasciate dalle esperienze infantili sono difficili da cancellare, eppure è possibile trovare un modo per comprendere comportamenti che da esse derivano ed arginarli. Questo grazie all’aiuto della psicologia e, a Torino, grazie all’aiuto della Dottoressa Marielena Martirani.