Gli impianti per la produzione dell’acqua calda e per il riscaldamento sono al centro di alcuni importanti cambiamenti in corso. L’azienda Lena srl di Livorno, impegnata dal 1953 nel settore idrotermosanitario, interviene per spiegare agli utenti le novità in vista.
La data da tenere a mente è il 26 settembre 2015. A partire da quel giorno, infatti, entrerà in vigore la normativa ErP Energy Related Products che interesserà i sistemi di riscaldamento e di produzione di acqua calda alimentati a gas, elettricità e gasolio. Da quella data potranno essere prodotti e immessi sul mercato soltanto apparecchi conformi agli ErP, in grado di consentire un risparmio energetico.
Gli impianti consentiti dalla legge dovranno essere in grado di rispettare i requisiti minimi di efficienza energetica e di emissioni di anidride carbonica indicati dalla legge.
Fornitori e distributori di caldaie avranno, inoltre, l’obbligo di indicare su un’etichetta da applicare sopra ogni dispositivo tutte le caratteristiche tecniche dell’impianto, a cominciare dalla classe energetica (secondo la classifica da G ad A++).
Sempre dal 26 settembre prossimo, non potranno più essere prodotte e immesse sul mercato caldaie tradizionali, poiché non in grado di rispettare i requisiti minimi di efficienza energetica. Soltanto le caldaie a condensazione saranno, quindi, considerate a norma. Le caldaie tradizionali saranno vendute soltanto fino a esaurimento scorte.
Questo cambiamento comporterà alcune problematiche agli utenti ancora dotati di una caldaia tradizionale, che si troveranno a doverla sostituire dopo il 26 settembre con una caldaia a condensazione.
Nel dettaglio, il passaggio da una caldaia tradizionale a un impianto a condensazione necessita di alcuni interventi e modifiche. Prima di tutto l’installazione di una caldaia a condensazione comporta la realizzazione di uno scarico per la condensa, inesistente nelle caldaie tradizionali.
Il passaggio da una caldaia tradizionale a un impianto a condensazione necessita, inoltre, di un adeguamento della superficie radiante all’interno del proprio edificio.
Le caldaie a condensazione non raggiungono, infatti, le temperature delle caldaie tradizionali. L’acqua riscaldata che circola nei radiatori con una caldaia a condensazione è a circa 30/40 gradi, e non raggiunge le temperature ben più elevate tipiche delle caldaie tradizionali. Questo comporta che la superficie radiante utilizzata per il riscaldamento tradizionale non sarà più sufficiente per ottenere lo stesso calore con una caldaia a condensazione. Per ottenere la stessa temperatura all’interno dei locali, occorrerà ricalcolare la superficie radiante, ossia ampliarla, aggiungendo nuovi radiatori. Si tratta di un intervento che comporterà alcuni disagi.