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«140 TAC E RISONANZE SPENTE 18 ORE AL GIORNO. SBLOCCARE I CONCORSI PER ASSUMERE MEDICI E TECNICI»

Stamattina tavola rotonda nella sala Dusmet dell’Arnas Garibaldi di Catania

RADIOLOGIA IN SICILIA: COME ABBATTERE LE LISTE D’ATTESA?

Capodieci: “Abbiamo macchinari all’avanguardia ma mancano risorse umane per utilizzarle”

CATANIA – «Potenziare gli screening per la prevenzione dei tumori, incrementare l’offerta di prestazioni diagnostiche e abbattere le liste d’attesa, che rappresentano una delle criticità del sistema regionale: sono questi gli obiettivi da raggiungere per innalzare la qualità della sanità in Sicilia. Purtroppo oggi la carenza di personale, soprattutto nella branca radiologica, non consente di trovare un punto d’incontro tra domanda e offerta, da cui deriverebbero benefici tanto all’utenza quanto alle risorse professionali impiegate». A puntare il dito sulla carenza di medici e tecnici è il segretario regionale dell’area radiologica Fassid Snr Sicilia, Giuseppe Capodieci, che questa mattina (25 gennaio) presso la Sala Dusmet dell’Azienda Ospedaliera Garibaldi di Catania, ha aperto il convegno “Prestazioni sanitarie: quale appropriatezza?”.

«Attualmente le dotazioni organiche delle aziende ospedaliere – ha continuato Capodieci – prevedono in tutta la Sicilia 600 radiologi in servizio, ma questo numero rimane ancora solo sulla carta, in considerazione del fatto che mancano all’appello 70 medici nei posti previsti dagli Atti aziendali. Inoltre, su tutto il territorio regionale abbiamo 140 macchinari cosiddetti “pesanti”, tra Tac e Risonanze magnetiche di ultima generazione, che vengono utilizzati soltanto per un turno di lavoro (6 ore), e non dodici ore al giorno così come previsto dalle recenti normative regionali. È semplice dunque comprendere quanto e come si potrebbe potenziare l’offerta se solo venissero sbloccati i concorsi per l’assunzione di nuove risorse». La Sicilia, infatti, possiede un parco-macchine tra i più innovativi d’Italia, grazie ai finanziamenti europei, che hanno permesso d’investire in tecnologie di ultima generazione: «Abbiamo strumentazioni all’avanguardia, che hanno due o tre anni di vita – ha aggiunto Capodieci – non dobbiamo e non possiamo aspettare che diventino vecchie e obsolete».

Il sottoutilizzo delle macchine diagnostiche contribuisce di certo ad allungare l’attesa degli utenti che, ancora oggi, per un esame programmabile (e non urgente) sono costretti ad attendere fino a cento giorni: «La parola d’ordine è appropriatezza – ha continuato il senatore Antonio Scavone, radiologo, tra gli ospiti dell’incontro – in Sicilia una prestazione radiologica su tre è inutile: ciò incide sui costi della gestione, sulla qualità del servizio e sull’efficienza delle stesse prestazioni. Da una parte occorre razionalizzazione e buona organizzazione all’interno della categoria, dall’altra un necessario potenziamento dell’organico: sono questi gli unici parametri da seguire per superare le criticità. La categoria dei radiologi siciliani si sta impegnando sull’approccio clinico e sui percorsi diagnostici – così come previsto dal decreto regionale 2428 del 17 dicembre 2013, adesso aspettiamo gli strumenti operativi – le risorse umane – da parte della Regione Siciliana».

Sono intervenuti stamattina anche il Commissario straordinario dell’Arnas Garibaldi Angelo Pellicanò, il presidente incoming della Sirm (Società italiana di radiologia medica) Carmelo Privitera, ed Elio Bennici, alla guida del gruppo di Sirm Sicilia. Al convegno è seguita la tavola rotonda – moderata dal giornalista Nuccio Sciacca – che ha visto gli interventi di Vincenzo Lo Scalzo (segretario regionale Simet-Fassid), Salvo Scardilli (segretario regionale Aupi – Fassid), e Antonio Castorina (segretario generale Sinafo – Fassid).

L’impiego di personale nei laboratori di raggi X è un’emergenza a cui far fronte: «Non comprendiamo il motivo di questo blocco di assunzioni – conclude Capodieci – si parla tanto di rimodulazione della rete ospedaliera e di tagli dei posti letto, ma le prestazioni diagnostiche di radiologia spesso sono ambulatoriali e, al contrario, sono a supporto della prevenzione. Vogliamo dunque risposte concrete per operare con quella efficacia ed efficienza che dovrebbe essere propria di una sanità moderna».

Hanno partecipato alla tavola rotonda i segretari regionali delle associazioni sindacali che fanno capo alla Federazione Fassid, e i rappresentanti di Aimn (Associazione italiana di medicina nucleare), Airo (Associazione italiana radioterapia oncologica), Ainr (Associazione italiana di neuroradiologia).

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A SAN PIER DAMIANO HOSPITAL FAENZA E’ OPERATIVA UNA NUOVA RISONANZA MAGNETICA “APERTA”

San Pier Damiano Hospital si è dotato di una nuova Risonanza Magnetica “aperta”: un’innovativa apparecchiatura in grado di effettuare tutte le indagini diagnostiche, comprese quelle riservate finora alle strumentazioni più performanti ma chiuse. In questo modo vengono superati i disagi connessi al trovarsi in uno spazio angusto, con benefici per le persone che, pur non mostrando vera claustrofobia, semplicemente soffrono lo spazio ristretto, non consentendo acquisizioni perfette a causa di movimenti involontari causati da ansia e stanchezza.

Nella struttura ospedaliera di Faenza appartenente a GVM Care & Research, la nuova Risonanza Magnetica è inserita all’interno dell’organizzazione di Diagnostica per Immagini, che raggruppa Radiologia, Tac, Densitometria Ossea ed Ecografia. Gestita da un’equipe di medici, radiologi e tecnici coordinata dal dottor Fabio Serafini, la dotazione tecnologica è stata collocata in ambienti rinnovati, confortevoli e spaziosi, dove accoglienza, privacy e appropriatezza delle prestazioni rappresentano i tratti distintivi. «La nuova strumentazione è a disposizione per tutti gli esami più frequenti alle articolazioni, alla colonna vertebrale e all’encefalo – spiega il dottor Fabio Serafini – La Risonanza Magnetica è una tecnica diagnostica non invasiva, che fornisce immagini dettagliate del corpo umano utilizzando onde radio e campi magnetici, pertanto non presenta il rischio insito nell’utilizzo dei raggi X, comunemente impiegati in Radiologia e nella Tac. L’indagine ha una durata media di circa trenta minuti».

Previo appuntamento e tramite prescrizione medica, ogni richiedente può accedere quotidianamente a questa metodica diagnostica, in accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale, attraverso assicurazioni sanitarie integrative e casse mutue, oppure a pagamento tramite RapidLine (info 800.993.993). Info: www.gvmnet.it

Il dottor Fabio Serafini, nato nel 1954, si è laureato all’Università di Bologna in Medicina e Chirurgia, specializzandosi in Radiologia. Dopo una prima esperienza al Sant’Orsola di Bologna, dal 2003 lavora per GVM Care & Research, a San Pier Damiano Hospital di Faenza e Maria Cecilia Hospital di Cotignola.

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Cliniche private: non solo fiction ma realtà

Accendendo la televisione molti si saranno accorti come siano sempre più numerose le serie televisive che trattano di salute e vita all’interno degli ospedali.
E.R, Nip and Tuck, Scrubs, Dr House sono solo alcuni esempio di telefilm ambientati nell’ambito ospedaliero che ne affrontano la vita sotto diversi punti di vista, più o meno ironici, e che mettono in luce quanto variegata e ampia debba essere la competenza di chi va ad operare sulla vita umana. Tutte le serie citate si rifanno alla realtà americana che, osservando con attenzione, è interamente orientata alle strutture di cura privata. Anche in Italia abbiamo eccellenti esempi di tali strutture che, per essere operative devono essere in possesso di una determinata certificazione e avere alle proprie dipendenze operatori qualificati.

La casa di cura privata, o centro di ricovero questo è il nome corretto che accomuna tutte le strutture ospedaliere che comunemente vengono chiamate cliniche private, è per l’appunto una struttura ospedaliera di proprietà privata solitamente di medici dove vengono somministrate cure di diverso tipo e dove i pazienti possono effettuare visite specialistiche di vario tipo.

L’organizzazione interna di tali strutture è essenzialmente quella ospedaliera, le varie tipologie di reparti sono suddivise in base alle competenze del personale interno e molte volte queste strutture vengono preferite a quelle pubbliche perché, essendo a pagamento, la privacy è maggiore, soprattutto quando si tratta di personaggi pubblici, e i tempi di attesa sono notevolmente inferiori a quelli di strutture pubbliche. Queste cliniche inoltre sono in grado di garantire cure generali come medicina urologia, oculistica ma anche particolari tipologie di cure che in altri casi bisognerebbe cercare all’estero.

Citando la serie Nip and Tuck è assodato che uno dei servizi più richiesti alle cliniche private è sicuramente tutto l’ambito relativo alla chirurgia estetica. Rivolgendosi ad una clinica chirurgia plastica infatti si ha la certezza di una vasta varietà di servizi offerti nella massima riservatezza e nelle ottimali condizioni igieniche e professionali. E’ comunque dovere del paziente informarsi sulla clinica alla quale ci si rivolge per non incorrere in spiacevoli inconvenienti. Solitamente però tutte queste strutture sono estremamente affidabili ed efficienti sia nell’erogazione dei servizi richiesti sia nell’assistenza durante il post intervento. Molte volte queste tipologie di strutture mettono a disposizione anche validi servizi di assistenza psicologica che aiutano a scegliere l’intervento più adatto alla persona e soprattutto valutano preventivamente se la necessità della chirurgia plastica sia psichica o possa essere superabile senza l’ausilio di interventi chirurgici.

Altri servizi che vengono richiesti sempre più spesso alle cliniche private sono quelli che riguardano particolari terapie fisioterapiche, soprattutto riabilitazione di arti operati, e trattamenti come centro dialisi che devono essere svolti in maniera continuativa e necessitano assistenza durante il loro svolgimento. Sempre più però sono anche le richieste che fanno riferimento a controlli quali radiologia, otorinolaringoiatria, oculistica e altri servizi specialistiche che notoriamente hanno interminabili liste d’attesa nel servizio sanitario pubblico.

Sempre più queste cliniche sono inoltre attrezzate anche per effettuare day hospital che permettono di svolgere un check up senza dover cambiare ambulatorio e conseguentemente perdere molto tempo.
A cura di Martina Celegato

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