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L’mportanza mondiale delle risorse rinnovabili

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  • 28 Giugno 2007

Energia, economia, ambiente… tra parole chiave che purtroppo non viaggiano sempre sullo stesso binario. Sembra che il problema maggiore a cui stiamo andando incontro dal punto di vista energetico è la fine della fonte più comunemente usata: il petrolio. Ma è davvero così? Ed è veramente questo il problema? Analizziamo bene le fonti primarie di energia:

Fonti di nergia commerciali Energia nucleare Fonti di energia non commerciali
PetrolioCarbone

Gas naturale

Energia idraulica

Radioisotopi naturaliUranio

Torio

Isotopi dell’idrogeno

Litio

Legno/biomasseColture energetiche

Energia geotermica

Energia solare

Energia eolica maree ed onde marie

Gradiente termico marino

Gradiente salino del mare

Scisti bituminosi

Sabbie petrolifere

Uso razionale dell’energia

Risparmio dell’energia

Si definiscono fonti energetiche commerciali quelle che godono del più largo utilizzo ed hanno un assetto ben consolidato nel mercato energetico. Ad eccezione dell’energia idraulica, tali fonti sono destinate ad esaurirsi poichè hanno tempi di ripristino naturale ovvero di fossilizzazione molto lunghi (milioni di anni) mentre noi le consumiamo nel giro di pochi anni. Di fatto sono fonti non rinnovabili.

Le fonti energetiche non commerciali sono risorse energetiche che, seppure hanno uno sviluppo tecnologico mondiale in continua crescita, sono ancora praticamente ecluse dal mercato mondiale dell’energia. Queste fonti, ad eccezione delle scisti bituminose e delle sabbie petrolifere, sono tutte nuove e rinnovabili. Nuove perchè vanno tenute in conto, sperimentate e valorizzate in una moderna concezione dell’energia. Rinnovabili perchè hanno tempi di ripristino che ne assicurano una disponibilità praticamente illimitata nel tempo.

L’energia nucleare viene considerata a sé stante perchè, pur essendo largamente consolidato il suo ruolo nel mercato ed avendo importanti possibilità di impiego, presenta problematiche che richiedono una trattazione differenziata.

Ammesso che il petrolio stia veramente terminando, viene spontaneo chiedersi perchè il mercato energetico mondiale non cambi rotta per puntare su altre fonti meno preziose e più sicure per l’approvigionamento. Il petrolio è prezioso: l’uomo gli ha dato una imponente importanza economica ma esso rappresenta di per sè un fenomeno geologico di fossilizzazione così particolare da conferirgli un valore paleologico intrinseco che oggi non viene tenuto giustamente in conto. Perchè esaurirla o bruciarla visto che abbiamo la possibilità di scegliere e di scegliere meglio? La possibilità di un’opzione migliore è indiscussa se poniamo un occhio di riguardo all’ambiente. La combustione di combustibili fossili, infatti, è un fenomeno altamente inquinante poichè libera sostanze tossiche quali ossidi di azoto,  biossidi di zolfo, composti organici volatili e ozono che restano nello strato atmosferico in cui ci troviamo, la troposfera, causando diversi danni ambientali (ad esempio effetto serra e smog fotochimico) e alla salute umana (inalazione e conttatto cutaneo di sostanze potenzialemente cancerogene). Anche la combustione del legno libera anidride carbonica (gas serra) ma in misura minore e soprattutto il gas liberato è lo stesso che la pianta ha preso dall’atmosfera per accrescersi. Non male per cominciare a puntare su un bilancio tra emissioni ed assorbimento di gas serra. Ci sono fonti poi, come ad esempio l’eolico, che non hanno nessun impatto sulla salute dell’uomo e dell’ambiente ma ad alcuni arreca impatto negativo dal punto di vista paesaggistico. Ancora meglio, il solare fotovoltaico, non inquina, non disturba la vista di nessun paesaggio naturalistico, può essere adottato a livello domestico per mezzo di impianti su misura rispetto al consumo previsto, richiede un investimento iniziale che una volta rientrato per mezo degli incentivi fornisce energia pulita e graituita.

A questo punto riponiamo il quesito: il problema è davvero la fine del petrolio? L’importanza maggiore è davvero l’economia? Probabilmente per molti individui no ma forse chi ha il potere di influenzare anche solo una fetta del mercato vuole che sia così! 

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