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Conti di Deposito: confronta tassi e rendimenti

Debutta oggi online il sito Conti Deposito che permette a tutti i risparmiatori di poter valutare in modo chiaro le offerte dei conti di deposito disponibili sul mercato.

Gli ultimi mesi hanno visto un fiorire di proposte e non è sempre facile reperire tutte le informazioni per confrontare agevolmentele proposte, i tassi ed i rendimenti offerti dalle varie banche. Fino a qualche anno fa il panorama era occupato principalmente da Conto Arancio di ING Direct e Che Banca, ma più recentemente a questi si sono aggiunti moltissimi conti deposito come, ad esempio, InMediolanum di Banca Mediolanum e Deposito Sicuro di Banca Marche. Questa concorrenza, oltre all’incremento del tasso della BCE, ha certamente favorito i risparmiatori permettendo di fruire di tassi di interesse maggiori rispetto agli ultimi anni.

Il sito nasce con l’obiettivo di permettere a tutti, anche ai meno esperti di finanza, di accedere a queste offerte e confrontare i vari conti deposito. Il sito non si vuole sostituire al tradizionale “contatto” con le banche ma ha scopo puramente informativo. Di ciascun conto è infatti presente una scheda riassuntiva con i tassi di interesse proposti, eventuali costi di apertura, eventuali limiti di giacenza e link ai fogli informativi emessi dalle banche con le condizioni applicate ai conti. Per agevolare la scelta è inoltre presente un utile strumento che confronta conti deposito e rendimenti sia sui depositi liberi che su quelli vincolati (per esempio 3, 6 o 12 mesi). Per aiutare coloro meno abituati ai termini finanziari è disponibile anche una pagina con risposte chiare alle domande più frequenti circa i conti deposito.

Trattandosi di un mercato in rapida evoluzione, anche grazie alla modifica che dal 1° gennaio 2012 porterà la tassazione sulle rendita dal 27% al 20% aumentando quindi i rendimenti, è stata creata una sezione che raccogliere gli aggiornamenti periodici dei tassi oltre ad anticipazioni ed eventuali promozioni.

Se desideri ulteriori informazioni sul miglior conto deposito e sui prodotti offerti dalle varie banche visita subito il sito www.conti-deposito.net

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“I nostri soldi”, la guida di Sandro Vita per investire con buonsenso

E’ stato presentato ieri al Mondadori Multicenter Duomo il libro “I nostri soldi”; hanno partecipato all’incontro, oltre all’autore, Ennio Doris e Giuseppe Mascitelli.

Milano, 18 febbraio 2009 – Sandro Vita ha presentato ieri al Mondadori Multicenter Duomo “I nostri soldi – Buoni e cattivi consiglieri del risparmio” (edito da Sperling & Kupfer) davanti ad una platea differenziata ed estremamente interessata a comprendere come comportarsi con i propri risparmi in questo momento così difficile.

Vita, da 24 anni in Mediolanum, ha riversato in questo libro la sua ventennale esperienza con i risparmiatori, “materiale prezioso e assolutamente da salvaguardare. Nel mondo della finanza” ha proseguito Vita “si parla molto di prodotti e mercati ma poco delle persone e delle motivazioni del loro risparmio; la mia attenzione è volta ai risparmiatori e a come renderli consapevoli per fare scelte coerenti. Se hanno a disposizione tutte le informazioni necessarie diventano capaci di scegliere serenamente, anche in un periodo in cui domina la paura”.

Sono intervenuti alla presentazione Ennio Doris, Presidente di Gruppo Mediolanum e Giuseppe Mascitelli, AD di Mediolanum Comunicazione, autori rispettivamente della prefazione e postfazione della guida. “Sandro Vita” – ha dichiarato Doris – “ha portato in questo libro l’approccio di Mediolanum: vicinanza ai clienti, trasparenza e consapevolezza del risparmiatore”.

“I nostri soldi. Buoni e cattivi consiglieri del risparmio” di Sandro Vita, 2009, Ed. Sperling & Kupfer, pagg. 241, prezzo 18 euro.

 

Sandro Vita è attualmente il responsabile della Comunicazione Interna di Mediolanum Comunicazione Spa. Nel 2008 si è occupato della serie televisiva di successo “Angeli e demoni della finanza” in onda su Mediolanum Channel, canale 803 di Sky.

http://www.inostrisoldi.com

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Gli effetti economici degli organismi geneticamente modificati: vantaggi tutt’altro che evidenti!

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  • 10 Gennaio 2009

L’introduzione degli organismi geneticamente modificati (OGM) nel sistema agro-alimentare italiano è sicuramente uno degli argomenti più dibattuti. Tra favorevoli e contrari la disputa è molto accesa: e allora ci possiamo chiedere se può un economista dare delle risposte e delle soluzioni nell’ambito di problemi così tecnici riguardanti l’agricoltura. Anzitutto un economista potrebbe dire che in materia vi è un alto grado di incertezza. Scegliere la tecnologia ogm per un’impresa ha carattere dell’irreversibilità: una volta coltivati questi organismi, non si potrà più tornare indietro. Dunque, dal punto di vista economico, per un’impresa investire nella tecnologia ogm significa perdere un’opzione reale, che viene trattata dalla teoria economica alla stregua di una opzione finanziaria.

L’applicazione del criterio del valore attuale netto
Il criterio del valore attuale netto è sicuramente un modo efficace per comprendere la situazione. Il valore attuale netto (VAN) è la differenza tra guadagni previsti in futuro e costo dell’investimento iniziale: i guadagni futuri devono essere riportati al tempo attuale mediante un coefficiente di attualizzazione che tiene conto dei mancati interessi sul capitale investito. Il ricavo netto futuro sarà quindi dato dalla formula: 1/(1 tasso di interesse premio di rischio). La presenza del tasso di interesse nella formula si giustifica col fatto che, investendo in quel progetto, si rinuncia alla remunerazione che la stessa somma avrebbe in un’attività senza rischio. La teoria economica suggerisce che, nel contesto di incertezza riguardo all’impatto degli ogm e l’irreversibilità della loro scelta, i vantaggi di una loro introduzione dovrebbero essere molto rilevanti per poter essere a favore della loro introduzione. Questo schema, bisogna precisarlo, si applica a tutte le innovazioni, anche agli acquisti dei beni durevoli (computer, auto…). Da un punto di vista squisitamente economico, i favorevoli all’introduzione degli ogm ritengono che il loro utilizzo consenta anche una riduzione degli input intermedi e quindi un risparmio di costi per l’azienda agricola, con un beneficio ulteriore per l’ambiente. Il mercato degli input si trasforma in tal modo, con l’introduzione degli ogm, da quasi concorrenziale a monopolistico, o quantomeno oligopolistico, e la domanda di input diventa più rigida dato che le imprese agricole dovranno far fronte a minori scelte alternative.

Rischio d’impresa
Un altro elemento importante da sottolineare e analizzare riguarda l’aumento del rischio d’impresa : come già detto in precedenza, infatti, l’introduzione degli ogm comporta un alto grado di incertezza e, conseguentemente, degli effetti anche a livello d’impresa. Ad esempio, i possibili effetti nocivi che potrebbero essere evidenziati da future ricerche, avrebbero un impatto notevolmente negativo sul prezzo del prodotto e maggiori costi per un’eventuale rotazione colturale. A questi devono aggiungersi i costi per i danni da contaminazione genetica a terzi produttori di prodotti non ogm: essi possono anche assumere la forma di premi assicurativi per possibili danni.

Come devono comportasi i consumatori?
Le preferenze dei consumatori vengono considerate dagli economisti come un dato. Molto spesso i consumatori ritengono che l’impiego di ogm implica la messa in commercio di prodotti pericolosi per la salute: anche se si tratta di una tesi tutta da dimostrare, l’analisi economica ne deve tenere conto, anche perché produrre un bene senza mercato significa, per le aziende, produrre senza futuro. Le preferenze dei consumatori implicano dunque un rapporto di scambio tra beni ogm e tradizionali a favore di questi ultimi. Se i prodotti ogm e non ogm fossero distinguibili con certezza, esisterebbero due mercati distinti con prezzi diversi, minori per i prodotti ogm: in questo caso si creerebbe un equilibrio non efficiente, un mercato caratterizzato da asimmetria informativa. Se sono un compratore razionale andrò a scontare il rischio di comprare un “bidone” offrendo un prezzo più basso di quello che avrei offerto in caso di un prodotto di alta qualità certa: ma sarà proprio questo basso prezzo a far sì che siano i venditori di “bidoni” a vendere di più e si attiverà un processo che tende a eliminare i prodotti di alta qualità. Questo meccanismo, che nell’ambito della politica economica è conosciuto come “Modello di Akerlof“, si può applicare perfettamente anche al caso degli ogm. La soluzione più probabile in questo caso sarà un netto spiazzamento dei prodotti cosiddetti tradizionali e si verificherà a causa dell’incertezza sulle caratteristiche sul prodotto, in assenza di interventi come, ad esempio, l’etichettatura. L’introduzione degli ogm, anche se etichettati, aumenta sicuramente il rischio anche per le imprese agricole più tradizionali: infatti i produttori convenzionali tendono a osservare un premio sul prezzo del loro prodotto convenzionale, ma questo premio, in caso di apertura agli ogm, non è più certo. L’incertezza, in questo caso, è generata da alcune possibili contaminazioni genetiche e da comportamenti opportunistici da parte dei produttori (si pensi, ad esempio, alla contraffazione dell’olio d’oliva e al vino al metanolo…). La situazione è ancor più realistica in Italia nel caso si provvedesse a una liberalizzazione totale: il contesto agricolo italiano è infatti caratterizzato da una frammentazione della superficie aziendale. Se i consumatori ritenessero, in tale contesto, l’etichettatura non credibile si avrebbe allora lo “spiazzamento” dei prodotti tradizionali in ogni caso.

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Il segreto del guadagno? La guida del risparmiatore!

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  • 13 Dicembre 2008

Non è certo agevole il compito del risparmiatore di fronte alla notevole complessità dei mercati finanziari: è da questa insicurezza che nasce la necessità di rivolgersi a professionisti della finanza, persone in grado di massimizzare i risparmi, ovvero il loro rendimento.

Banche e risparmio gestito. La banca è senza dubbio l’attrice fondamentale nell’allocazione dei risparmi delle famiglie. Nonostante un malessere abbastanza diffuso tra gli italiani nei confronti degli istituti creditizi in generale (lamentele riguardanti in particolare i costi dei servizi e delle commissioni), il rapporto tra risparmiatore e istituto si configura come una struttura portante delle strategie di risparmio. In particolare, il risparmiatore può assumere tre diversi atteggiamenti nell’approccio con la banca: 1) di rifiuto, ovvero si agisce in totale autonomia e viene rifiutata ogni proposta da parte dell’intermediario; 2) di delega parziale, si sceglie direttamente la composizione del portafoglio, ma viene delegata all’intermediario la gestione; 3) di delega totale, ci si affida totalmente all’intermediario per la composizione del portafoglio e per la scelta dei titoli.

Il risparmiatore fai-da-te. Per chi vuole operare autonomamente e individualmente, il modo più immediato per investire in borsa è quello del trading online, che permette, da casa o dall’ufficio, con costi contenuti, di collegarsi tramite un computer al sito della banca di cui si è scelto il servizio. Per chi però non vuole arrendersi alla tecnologia, ma al contempo vuole fare di testa propria, bisogna accettare l’intermediazione del proprio istituto di credito.

Acquistare azioni in banca. La compravendita di titoli in banca è un’operazione molto semplice: basta infatti recarsi a uno sportello e rivolgersi al funzionario incaricato. Si compila un modulo e l’ordine può essere eseguito dalla banca stessa, oppure viene inviato a una Sim, che di solito è un’emanazione della banca; l’ordine viene quindi immesso nel sistema secondo le modalità impartite dal cliente e, a questo punto, la banca invia al cliente il fissato bollato che comprova l’attestazione dell’ordine.

Acquistare azioni estere. Stesso discorso vale per l’acquisto di azioni estere: l’unica differenza risiede nel fatto che le commissioni sono generalmente più elevate. Se infatti, per fare un esempio, si acquistano azioni alla Borsa di Parigi, la banca deve appoggiarsi a un intermediario francese, con la conseguenza che la commissione raddoppia. Con l’introduzione del trading online, comunque, questi costi sono stati notevolmente abbassati dalle banche, anche se sono variabili da istituto a istituto.

Acquistare obbligazioni estere. Le banche solitamente acquistano bond esteri al momento dell’emissione nel paese d’origine per metterli poi a disposizione della clientela. Quindi, recandosi allo sportello bancario e volendo acquistare determinate obbligazioni, l’operatore andrà a verificare cosa è rimasto nel portafoglio della banca.

Le gestioni patrimoniali. Per chi decide di delegare a dei professionisti la gestione totale dei propri risparmi, lo strumento più adatto è sicuramente la gestione patrimoniale. Esistono due categorie di gestioni patrimoniali:

1. GPM. Sono le Gestioni Patrimoniali Mobiliari, in cui si può investire prevalentemente in valori mobiliari: è uno strumento molto adatto a chi dispone di capitali molto consistenti, anche perché maggiore sarà la somma in denaro data in gestione più alta sarà la prospettiva di guadagno

2. GPF. Le Gestioni Patrimoniali in Fondi permettono di investire solo in fondi comuni e si adattano a coloro che dispongono di capitali più modesti. Esse sono nate da un’esigenza ben precisa: tra i numerosissimi fondi proposti, è facile che il risparmiatore possa entrare in confusione. Le GPF rappresentano lo strumento più adatto per districarsi in questa “giungla”, in quanto permettono la possibilità di affidare incombenze come la scelta del fondo o il ribilanciamento del portafoglio fondi a un money manager, un professionista della finanza.

I costi. Le spese sono variabili: solitamente sono richieste delle spese periodiche di gestione. I costi in media oscillano tra lo 0,5% e il 2% del capitale investito e tendono ad accrescersi quanto maggiore sarà la componente azionaria della gestione. I risparmiatori sono disposti a sostenere costi aggiuntivi in cambio della garanzia della gestione professionale del loro portafoglio: garanzia che comunque non è sempre scontata. Il consiglio è quello di provare a trattare una riduzione della commissione o di rivolgersi ai gestori che offrono GPF “multimarca”, ovvero che investono in fondi di più emittenti, garantendo una diversificazione di prodotti e portafoglio.

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