Domenica 30 dicembre 2012 alle ore 18 il cantautore Lino Blandizzi sarà in concerto “La musica per la pace e legalità” a Scampia all’Auditorium di viale della Resistenza. L’evento, promosso dal presidente della VIII Municipalità del Comune di Napoli avv. Angelo Pisani, intende essere un augurio di fine anno di serenità rivolto a un quartiere così dilaniato dalla disumanità, vittima di malapolitica e criminalità cause dilaganti della sofferenza sociale. In sintonia con queste finalità il repertorio di Blandizzi, un artista sempre sensibile a queste tematiche, si snoderà attraverso un percorso in grado di trasmettere al pubblico la consapevolezza che l’arte, la cultura, la musica sono pilastri fondamentali per avvicinarsi a quella pace e a quel benessere che gli abitanti di Scampia si meritano e attendono da tanto. Uno spettacolo che vede anche la collaborazione del Centro Arci Scampia e di alcune associazioni territoriali.
Interverranno alcuni ospiti.
Ingresso gratuito
Gatto Panceri e Emanuele Cerullo al Meeting dei Giovani di Canneto
Si terrà a Canneto (Frosinone) il Meeting dei Giovani, organizzato da Pastorale Giovanile della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo. Presentato da Enrico Selleri, avrà come ospiti due personalità ormai note nel contesto culturale e musicale nostrano. Il primo, Gatto Panceri, autore di Mina, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Paolo Meneguzzi e tanti altri, racconterà, con parole e musica, la propria storia e l’incontro con l’esperienza cristiana. Il secondo protagonista della giornata sarà Emanuele Cerullo, diciassettenne proveniente da Scampia, quartiere degradato di Napoli. Nonostante la giovanissima età, è un artista poliedrico: scrittore pluripremiato per l’impegno sociale (più volte paragonato al collega e concittadino Roberto Saviano), ma anche poeta dell’Amore e della bellezza femminile, sceneggiatore, rapper e, a breve, anche attore. Gli organizzatori del Meeting hanno pensato di ospitare Cerullo per “presentare un’eccellenza del mondo giovanile, un esempio di impegno culturale e sociale che i giovani potessero sentire vicino per l’età, per gli interessi, per la sensibilità”. Si prospettano, quindi, momenti forti per il Meeting, in cui la musica di Panceri e la legalità testimoniata da un giovane si uniscono per creare la poesia adatta per questi giovani di oggi: gli abitanti del Domani.
Napoli ha un nuovo santo… e viene da Secondigliano!!!
Un esperto nella scienza del perdono. Benedetto XVI lo ha definito così durante la cerimonia di canonizzazione avvenuta in Piazza San Pietro il 12 ottobre scorso.
‘O Superiore lo chiamano a Secondigliano, il quartiere di Napoli dove visse e spese la sua vita a sostegno dei più deboli.
Sei anni fa, quando divenne beato, Papa Wojtyla lo ricordò come apostolo della misericordia. Ma chi è stato San Gaetano Errico, il santo del rione noto in tutto il mondo per il degrado e il malaffare.
Era il 19 ottobre del 1791 quando a Secondigliano, antico casale a nord del capoluogo campano, nasceva un bambino di nome Gaetano.
Il papà Pasquale gestisce un piccolo laboratorio per la produzione dei maccheroni. La mamma Maria Marseglia fa la tessitrice di felpa.
Gaetano viene battezzato nella chiesa madre di Secondigliano, dedicata ai Santi Cosma e Damiano.
A soli 7 anni riceve la prima comunione, tre anni dopo la cresima.
A 14 anni presenta domanda per entrare prima nei Cappuccini, poi nei Redentoristi, ma è ancora troppo giovane.
Due anni più tardi può accedere al seminario arcivescovile di Napoli. Sarà uno studente esterno perché la sua famiglia non riesce a garantirgli le spese per il pernottamento in seminario.
Ogni giorno, sfida il caldo o il gelo, per raggiungere il seminario che sorge ad otto chilometri da casa sua.
Nel 1808 Gaetano indossa per la prima volta l’abito talare. Nella fase della formazione raggiunge alti risultati in termini di profitto e ogni giovedì va a fare visita agli ammalati ricoverati all’ospedale Incurabili, portando loro anche dei regali.
La domenica va in giro per le strade di Secondigliano a raccogliere i bambini per il catechismo.
Nel 1815 il Cardinale Ruffo lo ordina sacerdote in Cattedrale. Da allora dedica le sue giornate all’insegnamento, svolge il servizio pastorale presso la Parrocchia dei Santi Cosma e Damiano.
Fa della riconciliazione un sacramento da infondere la tra gente, uscendo dal tempio per avvicinarsi alle strade dove vivono i peccatori.
La sua vita è scandita da intensi momenti di penitenza e preghiera, come testimoniano le fossette visibili nella sua stanza, parte integrante del museo realizzato in sua memoria a Secondigliano.
Nel 1818 mentre si trova in preghiera nella chiesa di Pagani gli appare Sant’Alfonso che gli chiede di fondare una congregazione religiosa. Saranno i Missionari dei Sacri Cuori, una comunità che oggi può contare su sedi in tutto il mondo.
Il primo segno che segue a questa visione è la costruzione di una chiesa a Secondigliano. Gaetano la dedica alla Vergine Addolorata e per vederla portata a termine deve misurarsi anche con un manipolo di detrattori anticlericali.
Tra non poche difficoltà, nel 1830 il santuario che oggi accoglie le spoglie del Santo, viene consacrata.
A costruzione finita, Gaetano ordina allo scultore Francesco Verzella una statua che rappresentasse la Madonna così come lui l’aveva vista. Soltanto al quattordicesimo tentativo l’artista riuscì a soddisfare Gaetano.
Cinque anni più tardi l’effige fa il suo ingresso a Secondigliano. E’ una vera e propria festa che dà il via ad un culto intergenerazionale, tramandato fino ai giorni nostri.
Gaetano riserva la sua umanità a chiunque soffra: ai poveri, ai contadini, agli analfabeti, appe prostitute, agli operai, agli ammalati, ai detenuti.
Nel 1833 partono i lavori per la costruzione della Casa Madre dei Missionari dei Sacri Cuori, un luogo riservato alla dimora di quelli che saranno i suoi figli spirituali. Struttura che nel giro di pochi anni subirà un significativo ampliamento.
Tra il 1839 e il 1846, dopo numerosi atti burocratici, la Congregazione viene riconosciuta dal Regno.
Alle 10 del 29 ottobre 1860 Gaetano Errico chiude gli occhi per sempre nella sua casa di Secondigliano.
Il popolo grida: E’ morto un santo.