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SEFIR – ROMA 15 aprile – CONVEGNO – LA TEOLOGIA TRA SCIENZA E FANTASCIENZA da Guerre Stellari a Harry Potter… Quanta preghiera c’è ne “La forza sia con voi”?

INCONTRO PUBBLICO

Mercoledì 15 aprile 2015 ore 15,30
Aula Paolo VI, Pontificia Università Lateranense
LA TEOLOGIA TRA SCIENZA E FANTASCIENZA
da Guerre Stellari a Harry Potter ….. Quanta preghiera c’è ne “La forza sia con voi”?

“Siamo scienza, non fantascienza” era il dicotomico claim di una nota campagna pubblicitaria di alcuni anni fa. L’Incontro Pubblico promosso da SEFIR insieme alla Specializzazione in Teologia Fondamentale della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense si pone l’ambizioso e intrigante obiettivo di coniugare Scienza, Fantascienza e Teologia.
Come spiega il professor Giandomenico Boffi direttore di SEFIR “Una teologia moderna, in grado di cogliere le domande dei contemporanei, è consapevole che la scienza si compone non solo di rigore degli argomenti, ma anche di una certa “fantasiosità”, che ci aiuta a “pensare il nuovo” e che spesso offre spunti ai moderni mezzi di comunicazione (cinema, televisione, pubblicità bestseller letterari)”. “La fantascienza e il genere fantasy – aggiunge il professor Boffi – forniscono significativi elementi per una riflessione teologica”.“Non a caso la saga di Harry Potter, che presenta numerosi riferimenti religiosi prevalentemente cristiani, è oggetto di una delle relazioni previste”.

Di seguito il programma :
15:30 Saluti di S. E. Monsignor Enrico DAL COVOLO, Rettore Magnifico
e di Monsignor Nicola CIOLA, Decano
15:45 Antonio SABETTA (Pontificia Università Lateranense)
Per un ascolto teologico della saga di Harry Potter
16:15 Michael FUSS (Pontificia Università Gregoriana)
“La forza sia con Voi!” – Religione nella fantascienza contemporanea
16:45 Giuseppe LORIZIO (Pontificia Università Lateranense)
L’immaginario nella dimensione scienza/sapienza teologica
17:15 Dibattito

Modera i lavori Giandomenico BOFFI (UNINT, Roma), Direttore di SEFIR
Iniziativa svolta in collaborazione con il Servizio Nazionale della CEI per il Progetto Culturale

Rapporti con la stampa:
Paolascarsi 3473802307 3338601060

SEFIR Scienza e Fede sull’Interpretazione del Reale – Area di ricerca interdisciplinare
P.zza S.Giovanni in Laterano 4 – 00184 ROMA Tel. 06.698-95537- 86298 fax 06.698.86280 mail: [email protected] http://www.ecclesiamater.org/ (voce Aree di Ricerca)

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Lupi Mannari & C. a Torino il 14 maggio

Il 14 maggio, sera di plenilunio, Raffaele Palma, direttore Artistico del CAUS, Centro Arti Umoristiche e Satiriche, presenterà il suo nuovo tour “Lupi Mannari & C. in Torino”. Luogo dell’incontro sarà la Sala Convegni “Mario Molinari” presso la Biblioteca Ginzburg di Via Lombroso 16 a Torino, dalle ore 18 alle 20, l’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti.

Il nuovo itinerario propone un’incredibile serie d’immagini, sculture, bassorilievi, fregi, mascheroni e murales posti sugli esterni degli edifici cittadini, che hanno come simboli lupi, lupe, cani neri, lupi mannari e lune piene.

La presentazione, sarà anticipata dal convegno “In bocca al lupo”, a cui parteciperanno vari relatori. I temi trattati spazieranno dal lupo selvatico, al cane lupo da salvataggio, dagli uomini lupo, alla licantropia clinica, dall’influenza della luna sull’uomo all’influenza di Francesco d’Assisi sul lupo famelico.

Al termine del convegno, chi vorrà potrà aggregarsi al tour in San Salvario e nel centro storico, della durata di un’ora e mezza, per ammirare dal vivo i decori prima presentati in video. L’escursione è gratuita.

All’incontro ed alla successiva “camminata artistico-architettonica” sono invitati semplici cittadini, appassionati d’arte e quanti hanno “Lupo” come cognome (la famiglia Lupo: il signore e la signora Lupo e i loro rispettivi “cuccioli”), i possessori di cani lupo (tenuti prudentemente a guinzaglio…) o altre razze di cani.

 

DOVE COME E QUANDO

Sala Convegni “Mario Molinari”, Biblioteca Ginzburg, Via Lombroso 16, Torino. Dalle ore 18 alle 20. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

COORDINATORE E MODERATORE

Raffaele Palma

RELATORI

∙ Dottor Luca Rossi. Docente presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino, guiderà l’uditorio attraverso i segni di presenze del lupo sulle nostre montagne.

∙ Dottor Antonio Borrelli. Docente presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino, parlerà delle razze derivanti dall’incrocio del lupo con il cane.

∙ Fidel. Cane lupo cecoslovacco.

∙ Fra Alberto Vaccaneo. Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Convento Monte dei Cappuccini, Torino. Analizzerà le figure di Francesco d’Assisi e del lupo di Gubbio: tra l’immaginario agiografico e la realtà di un uomo pacificato e pacificatore di popoli e di cuori.

∙ Dottor Pier Sandro Teagno. Medico chirurgo, Specialista in Medicina Interna presso la Casa di Cura Psichiatrica Ville Augusta di Bruino. Tratterà i temi: cenni sulla licantropia, la licantropia nella storia della medicina, la licantropia clinica moderna.

∙ Dottoressa Anna Curir. Astronomo presso l’INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino, si occupa dell’astrofisica dei buchi neri, di cosmologia ed evoluzione delle galassie. Presenterà un’indagine sul supposto legame tra le fasi lunari e il numero dei parti, con un approfondimento sulle radici mitologiche delle credenze dell’influsso lunare sul comportamento umano.

Ingegner Paolo Salsotto. Primo Dirigente, Comandante Provinciale di Cuneo del Corpo Forestale dello Stato. Tratterà del ritorno del lupo sulle Alpi, importante segnale per la biodiversità nelle Alpi ma anche nuovo problema da affrontare per chi vive in montagna.  Presenterà, inoltre, le attività del Corpo forestale dello Stato per la tutela della specie e la gestione dei conflitti.

A termine convegno, chi vorrà potrà aggregarsi all’escursione notturna a piedi per le vie della città, sotto l’influenza del plenilunio, per condividere insieme, cani e turisti, un saluto alla luna piena. L’itinerario è per tutti. La partenza avverrà alle ore 20,30 di fronte alla Facoltà di Architettura, Castello del Valentino Viale Mattioli e seguirà il seguente percorso: corso Vittorio, Corso Casale, piazza Vittorio, Via Principe Amedeo, Piazza Carignano, Via Carlo Alberto, Piazza Carlina e termina in piazzetta Andrea Doria. Durata 90 minuti circa. Il tour è gratuito.

Informazioni: Raffaele Palma  -mail: [email protected] – cell. 3396057369

Il tour completo in Torino è visibile nel sito www.caus.it . Si possono scaricare gratuitamente le immagini in PDF alla voce “ Lupi Mannari & C. di Torino”

Ufficio Stampa Caus

Piero Ferraris

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GLI ELEFANTI IN SICILIA, TRA MITO E STORIA

VIAGRANDE – Una nuova esposizione didattico-scientifica arricchirà il Museo dell’Etna di Viagrande: sarà quella legata al mondo dell’elefante, che tra leggenda, storia e scienza, ha accompagnato nei secoli la città di Catania fino a diventarne simbolo riconosciuto in tutto il mondo.

Ricostruzioni a grandezza reale, reperti e filmati guideranno il visitatore attraverso il percorso ricostruito all’interno della struttura museale interattiva, divenuta il principale polo culturale siciliano dedicato all’Etna, con percorsi tematici sugli aspetti naturalistici, storici ed etnoantropologici.

Venerdì 21 marzo, alle 10.30, presso la sala conferenze del Museo (via Dietro Serra 6) si terrà la presentazione dei nuovi spazi con l’evento – patrocinato dai Comuni di Catania e di Viagrande – “Gli elefanti in Sicilia. Scienza e mito”, «con approfondimenti sull’elefantino nano – Elephas falconeri, una specie vissuta in Sicilia tra 600.000 e 250.000 anni fa e legata alla ricostruzione dello studioso Hugh Falconer – e con focus sulla connessione tra il mito dei Ciclopi e la presenza dei grandi pachidermi vissuti in epoca preistorica», come spiega Ettore Barbagallo, presidente dell’Associazione Amici della terra, ideatore del Museo e curatore dell’iniziativa.

Dopo la conferenza – alla presenza di istituzioni ed esperti – seguirà l’inaugurazione del nuovo simulatore di terremoti installato all’interno del Museo dell’Etna, con la partecipazione e l’assistenza del gruppo di Protezione civile di Viagrande.

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“HOME. 175 anni di innovazioni insieme a P&G”

Una mostra per scoprire cosa si nasconde dietro ai nostri gesti di tutti i giorni

per prenderci cura della casa e della persona

(28 marzo – 15 giugno 2014)

 

Milano, 5 marzo 2014. Aprirà al pubblico venerdì 28 marzo la mostra “Home. 175 anni di innovazioni insieme a P&G” realizzata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e promossa da Procter & Gamble.

Quante storie e quanta tecnologia si nascondono dietro a oggetti e a gesti assolutamente (oggi) semplici e quotidiani come quelli che facciamo per prenderci cura della nostra persona e della nostra casa? Ce lo svela la mostra “Home. 175 anni di innovazioni insieme a P&G”.

Tra le mura di un’ideale casa “pillole di scienza”, testimonianze, oggetti, documenti e video raccontano l’evoluzione delle nostre abitudini e delle tecnologie nel tempo in maniera accattivante e suggestiva, in un percorso in cui ci accompagna una delle aziende storiche del settore, Procter & Gamble, da 175 anni al fianco delle famiglie di tutto il mondo.

Uno sguardo su passato, presente e futuro per scoprire come è cambiato il nostro modo di lavarci, truccarci, raderci, ma anche pulire la nostra casa, cucinare, fare il bucato. Grazie a innovazioni che non sospettiamo e che in alcuni casi nascono in maniera assolutamente sorprendente, oggi risparmiamo tempo e fatica. Ma è una storia lunga, per quanto tutto sommato recente: i prodotti e le tecnologie che utilizziamo nascono dalla ricerca e dallo sviluppo continui portati avanti da aziende come Procter & Gamble.

Antiche ricette per ottenere prodotti che usiamo ogni giorno come un dentifricio, una cipria, un detersivo per i pavimenti, per il bucato o per i piatti permettono al visitatore di comprendere quanto più semplice sia la sua vita grazie a un tubetto da spremere, una bb cream di ultima generazione, un flacone da aprire, una dose già pronta da inserire nella vaschetta della lavatrice o della lavastoviglie, un panno per raccogliere la polvere. Per non parlare di come oggi preparare una torta sia un piacere e non più una fatica grazie a piccoli elettrodomestici come frullatori, fruste elettriche e tritatutto. E domani cosa entrerà nelle nostre cucine, bagni, borsette e armadietti? Avremo ancora bisogno di lavarci le mani? La mostra permette di trovare risposta anche a queste curiosità, gettando un’occhiata sugli sviluppi futuribili e le tendenze delle tecnologie.

Una mostra per divertirsi e stupirsi con gesti quotidiani e semplici, che coinvolgono tutti e che creano un confronto trasversale sulle abitudini di consumo di ognuno di noi, anche in relazione a quelle delle generazioni passate e future.

Una mostra coinvolgente, dove oggetti strani e misteriosi attirano la curiosità, pubblicità d’altri tempi fanno accendere la memoria, prodotti che stanno nelle nostre case diventano irriconoscibili quando guardati al microscopio.

Un’occasione per andare oltre la confezione e scoprire cosa si nasconde dietro.

La visita alla mostra è compresa nel biglietto del Museo.

 

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO

 

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Dove siamo: Ingresso Via San Vittore 21 | Uscita via Olona 6 20123 Milano

Giorni di apertura: aperto da martedì a domenica

Giorni di chiusura: i lunedì non festivi, il 24 e 25 dicembre, il 1° gennaio

Orari: da martedì a venerdì 9.30-17 | sabato e festivi 9.30-18.30

Biglietti d’ingresso

intero 10,00 € | ridotto 7,00 € per giovani sotto i 25 anni; adulti accompagnatori (max 2 persone) dei minori di 14 anni; gruppi di almeno 10 persone; docenti delle scuole statali e non statali; convenzioni

speciale 4,50 € per gruppi di studenti accompagnati dall’insegnante previa prenotazione; persone oltre i 65 anni.

Ingresso gratuito per: visitatori disabili e accompagnatore, bambini sotto i 3 anni.

MUST SHOP: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00; lunedì chiuso.

Programma membership card: presso MUST SHOP sono in vendita 4 tipologie di card per l’accesso gratuito e illimitato al Museo in compagnia di una persona a scelta o della famiglia.

Visite guidate al sottomarino Enrico Toti

Non è possibile acquistare il biglietto per la visita guidata all’interno del sottomarino Enrico Toti separatamente da quello del Museo.

Il costo è di 8 € + il biglietto del Museo (+ 2€ per prenotazioni anticipate).

È possibile acquistare il biglietto per il giorno stesso direttamente alla cassa del Museo (fino a esaurimento dei posti disponibili) o prenotando telefonicamente al numero dedicato 02.48555330, attivo il martedì e il venerdì dalle 13.30 alle 16.30, o via email all’indirizzo [email protected].

www.museoscienza.org | [email protected] | T 02 48 555 1

 

 

 

CONTATTI PER LA STAMPA

Ufficio stampa Peliti Associati

Emanuela Capitanio

C +39 347 4319334

[email protected]

Lucia Masserini

C +39 333 3513421

[email protected]

 

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Ufficio Stampa

Deborah Chiodoni  – Paola Cuneo

T +39 02 48555 343 / 450

C +39 339 1536030

[email protected]

 

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SACCHETTI BIODEGRADABILI: PROGRESSI NELLA RICERCA DI POLIMERI OTTENUTI DA SCARTI E RIFIUTI

Progetto Polybioplast condotto dal Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia,con Università di Catania e partner internazionali

 Svelati i segreti di due batteri produttori di polimeri biodegradabili, biosurfattantie molecole antimicrobiche

CATANIA – Nuovo successo per il Parco Scientifico e Tecnologico (Pst) della Sicilia nel campo della produzione di prodotti biodegradabili da scarti e rifiuti. La ricerca nell’ambito del Progetto “Polybioplast”, finanziato dal “PON Ricerca e Competitività” e avviato dal Pst da quasi un decennio, ha compiuto infatti importanti progressi per l’ottenimento di un film polimerico biodegradabile mediante conversione microbica di scarti della produzione del biodiesel. Il risultato con­sente di ottimizzare i processi, abbassare i costi di produzione ed ampliare i campi di applicazione, fra cui i sacchetti biodegradabili per la raccolta differenziata e il compo­staggio diretto, le carte riciclabili per il packaging alimentare.

Nello specifico i ricercatori del Parco e dell’Università di Catania – allo scopo di verificare le basi genetiche che governano la sintesi di tali composti, creare dei mutanti over produttori e ottenere prodotti con le caratteristiche chimiche e tecnologiche desiderate – hanno affrontato il problema alla base sequenziando il genoma di due batteri capaci di convertire oli alimentari esausti e sottoprodotti della produzione del biodiesel in polidrossialcanoati (PHA a media catena) e altri prodotti di interesse per la sostenibilità ambientale.

Si tratta di due ceppi di Pseudomonas isolati per la prima volta da piante di pomodoro, che, seppur molto simili dal punto vista morfologico e filogenetico, presentano caratteristiche genotipiche e fenotipiche differenti.

I genomi, sequenziati con tecnologia Illumina GAIIx, sono stati sottoposti ad analisi bioinformatica con il contributo di laboratori partner del Pst quali il Dispa (Università di Catania), International Centre for Genetic Engeneering and Biotechnology (Icgeb, Triste), University of West of England (Bristol, UK) School of Biological Sciences University of Reading (Reading, UK) e Department of Biology University of Massachusetts Dartmouth (Usa).

«Il risultato ottenuto – spiega il responsabile scientifico del progetto Polybioplast Antonino Catara – permette di chiarire alcuni meccanismi dei processi di conversione, sui quali poter intervenire per migliorare l’efficienza del sistema e per ottenere prodotti più performanti». Le informazioni ricavate consentiranno di ridurre i costi di produzione e di passare in tempi brevi alla produzione di teli funzionalizzati, grazie a una macchina in fase di realizzazione presso il partner AAT (Agroindustry Advanced Technologies Spa).

Biopolimeri, biosurfattanti e molecole con attività antimicrobica e antibatterica, sono al vaglio sperimentale ad opera dei ricercatori del Pst.

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Cellular Matrix La nascita dell’idea

LA NASCITA DELL’IDEA

L’idea del gel piastrinico è nata una trentina di anni fa in America, ma anche in Europa. Vent’anni fa si è iniziato ad usarlo in odontoiatria: I pionieri sono stati chirurghi maxillofacciali che in America rifacevano la dentatura delle star di Hollywood, e per il processo di rigenerazione dell’osso riuscivano così ad avere un impianto stabilizzato in 10-12 mesi, invece di 18.

 

RegenLab ha scoperto che si poteva utilizzare il gel piastrinico sulla pelle danneggiata dalle ustioni (con studi e impieghi condotti all’Ospedale Universitario di Losanna), e sulle piaghe croniche (negli ospedali geriatrici). Dopo i primi successi il materiale è stato certificato e introdotto sul mercato.

 

CELLULAR MATRIX – Risultati immediati:

 

Dopo appena una settimana, massimo due, è possibile vedere risultati immediati. Non è necessario aspettare sei mesi per vedere se c’è un consolidamento. E il paziente vive con meno dolore, e con una qualità di vita migliorata, la propria guarigione. 

 

CELLULAR MATRIX ANCHE PER LA SINDROME DELL’OCCHIO SECCO

A Venezia RegenLab presenterà un lavoro scientifico stupefacente in oftalmologia, dove sarà mostrato come questa tecnologia permette di trattare la sindrome dell’occhio secco in modo molto efficace, non solo con un trattamento palliativo ma anche restaurando la funzione della secrezione delle ghiandole.

 

http://press.biobridge-event.com/

 

 

 

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Controscienza.blogspot.it il blog delle fisica, della matematica, dell’astronomia e non solo!

IncredibleButTrue è un blog che racconta storia di scienziati e fatti di scienza con toni leggeri e a tratti umoristici. Senza trascurare intenti didattici e formativi, l’autrice del blog presta particolare attenzione alla condivisione di link e materiali destinati a studenti e docenti.
Le materie preferite sono fisica, matematica e astronomia.
Gli argomenti riguardano spesso e volentieri scoperte recenti ma anche curiosità, pseudoscienza, e premi nobel e Ig-Nobel.
Nel maggio 2011 ha ospitato la diciannovesima edizione del Carnevale della Fisica, kermesse a cadenza mensile dal 2009 raccogli i migliori testi divulgativi prodotti dalla blogosfera italiana.
Vi invito calorosamente a visitare questo blog andando su controscienza.blogspot.it
Oppure seguendo sulla pagina di Facebook a: IncrediblebutTrue

Buona Navigazione!

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“IL FUTURO” Convegno multidisciplinare promosso da Sefir il 24-26 gennaio presso Auditorium Antonianum di Roma

IL FUTURO –

Convegno multidisciplinare (24-26 gennaio 2013 Auditorium Antonianum – Viale Manzoni 1, Roma)

organizzato da

SEFIR “Scienza e Fede sull’Interpretazione del Reale” Area di ricerca interdisciplinare

 

Perché i viventi invecchiano?
La percezione del futuro è soggettiva?
Perché la tecnologia decade?
Come vede il futuro il cinema?

Qual è l’immagine del futuro nell’architettura contemporanea?

 

Con il convegno multidisciplinare “IL FUTURO” SEFIR prova a rispondere a queste ed altre domande.

 

Si può uscire dalla crisi attuale, che non è solo economica, senza un’idea forte di futuro? SEFIR, in collaborazione con il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), organizza un Convegno sul tema IL FUTURO, scelto per la sua attualità. Poiché SEFIR si occupa del rapporto tra scienze “dure”, filosofia e teologia, nel corso del Convegno sono previsti pertanto contributi più “scientifici” (futuro e morte del cosmo, futuro e morte degli organismi biologici, futuro e morte delle realtà tecnologiche) ed altri più filosofici o biblici. Tre relazioni sono dedicate alla percezione del futuro da parte delle persone e della società in prospettiva psicologica, cinematografica ed architettonica.

 

Il programma:

Giovedì 24 gennaio

Ore 15.00 – Apertura lavori

Giandomenico BOFFI (LUSPIO, Roma)

Gennaro CICCHESE (Ecclesia Mater, Roma)

Antonio SABETTA (Ecclesia Mater, Roma)

Ore 15.30 – Il futuro del cosmo: tra scenari prevedibili e imprevedibili (Piero Benvenuti, docente di Astrofisica, Università di Padova)

Ore 17.15 – Dalla morte all’eternità: la morte cellulare come linfa vitale (Luciana Dini, docente di Biologia Cellulare, Università del Salento)

 

Venerdì 25 gennaio

Ore 9.30 – Spunti per un’interpretazione filosofica del futuro (Andrea Aguti, docente di Filosofia, Università di Urbino)

Ore 11.15 – Passato, prossimo. La prospettiva del soggetto al futuro anteriore (Maria Teresa Maiocchi, docente di Psicologia. Università Cattolica di Milano)

Ore 15.30 – Simmetrie tra ricordo e speranza, nell’abitare la terra (M. Antonietta Crippa, docente di Storia dell’Architettura, Politecnico di Milano)

Ore 17.15 – L’azienda del futuro e il futuro dell’azienda (Americo Cicchetti, docente di Organizzazione Aziendale, Università Cattolica, Roma)

 

Sabato 26 gennaio

Ore 9.30 – Accadde domani (Edoardo Viganò, docente di Scienze della Comunicazione Istituto Redemptor Hominis, Roma e direttore della “Rivista del Cinematografo”)

Ore 10.45 – La tradizione ebraico-cristiana sulle cose ultime (Giancarlo Biguzzi, docente di Nuovo Testamento, Università Urbaniana di Roma)

 

SEFIR Scienza e Fede sull’Interpretazione del Reale – Area di ricerca interdisciplinare

Piazza S. Giovanni in Laterano, 4 – 00184 ROMA Tel. 06.698-95537- 06.698.86298 fax 06.698.86280

mail: [email protected] http://www.ecclesiamater.org/ (voce Aree di Ricerca)

 

Rapporti con la stampa
BASICTERZOSETTORE
Paola Scarsi 347 3802307

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Il linguaggio dei delfini: simile a quello umano?

Cominciamo da una notizia apparsa in rete relativamente di recente, riguardanti le modalità con cui si esprimono i delfini. Vi riporto l’articolo tradotto da Erica Dellago per Coscienza.org:
I delfini “parlano” tra di loro, e per produrre i loro suoni acuti usano lo stesso processo usato dagli esseri umani, secondo una nuova analisi dei risultati di un esperimento degli anni Settanta.

Di recente accade estremamente di frequente che studi etologici precedenti siano rivisti e reinterpretati (ovvio che i progressi tecnologici registrati negli ultimi decenni giochino spesso un ruolo fondamentale nella nuova analisi dei vecchi dati).

I risultati dicono che i delfini in realtà non fischiano come si è a lungo pensato, ma invece si basano sulle vibrazioni dei tessuti nelle loro cavità nasali, analoghe alle nostre corde vocali.

Solo ora gli scienziati stanno comprendendo tutto questo, “perché certamente il suono è simile a un fischio”, ha detto il ricercatore dello studio Peter Madsen dell’Istituto di Bioscienze presso la Aarhus University in Danimarca, aggiungendo che il termine è stato coniato in un articolo pubblicato nel 1949 sulla rivista Science. “Ed è rimasto così da allora”.

La scoperta chiarisce una questione che ha fatto scervellare a lungo gli scienziati: Come possono i delfini produrre fischi identificativi della loro identità sulla superficie dell’acqua e durante le immersioni profonde dove la compressione determina che le onde sonore viaggiano più velocemente e potrebbero cambiare la frequenza di questi suoni.

Per rispondere a questa domanda, Madsen e i suoi colleghi hanno recentemente analizzato le registrazioni digitalizzate di un delfino tursiope maschio di 12 anni (Tursiops truncatus) dal 1977. A quel tempo, i ricercatori avevano fatto respirare al delfino una miscela di elio e ossigeno chiamata Heliox. (Usata dagli esseri umani, la miscela Heliox produce un suono tipo Paperino). La miscela Heliox aveva lo scopo di imitare le condizioni durante una immersione in profondità in quanto provoca un cambiamento nella frequenza. Sia respirando aria sia respirando heliox il delfino maschio, tuttavia, ha continuato a produrre gli stessi fischi, con la stessa frequenza.

Al posto delle corde vocali, i delfini probabilmente usano le vibrazioni dei tessuti nelle loro cavità nasali per produrre i loro “fischi”, che in fin dei conti non sono veri fischi. I ricercatori indicano che responsabili del suono sono strutture nella cavità nasale, chiamate labbra foniche.

I delfini non stanno realmente parlando, però.
“Non significa che parlano come gli esseri umani, solo che comunicano con un suono prodotto nello stesso modo”, ha detto Madsen a LiveScience.

Stephan A. Schwartz dello SchwartzReport sottolinea come nonostante la scoperta, l’arroganza umana sia sempre lì: “Non abbiamo idea di cosa stiano facendo, e quante siano le informazioni che si scambiano. Ma solo che lo fanno. […] Sappiamo così poco del mondo, eppure crediamo di sapere così tanto”.

Schwartz si riferisce alle affermazioni “I delfini non stanno realmente parlando, però” e “Non significa che parlano come gli esseri umani”.
E in effetti, cosa vogliono dire queste due frasi?
“Non significa che parlano come gli esseri umani”. Ovvio che qui non ci si riferisce al fatto che non discutano in inglese o spagnolo di una qualche classe politica marina, si intende che, benché comunichino tramite modalità di produzione dei suoni simili alle nostre, comunque “I delfini non stanno realmente parlando”.
Perché quello lo fanno gli umani. Si dibatte ancora su quali siano le peculiarità fondamentali del parlare umano, qui ci limitiamo a ricordare che tale questione è da sempre uno dei principali discrimini posti tra l’uomo e gli altri animali. (Ne abbiamo parlato di recente nell’articolo su Lacan). Spesso il discrimine si basa sul fatto che agli animali sono attribuite solo reazioni e non risposte, ovvero, solo comunicazioni strettamente “meccaniche”. Ma come dice Schwartz, in realtà non abbiamo una conoscenza tale da permetterci di definire tanto la quantità quanto la qualità delle informazioni che si scambiano i delfini.
Finiamo di leggere l’articolo:

“Gli antenati dei cetacei vivevano sulla terra circa 40 milioni di anni fa e producevano suoni con le corde vocali nella loro laringe”, ha detto Madsen, riferendosi al gruppo di mammiferi a cui appartengono i delfini. “Hanno perso tutto ciò nel corso dell’adattamento ad uno stile di vita completamente acquatico, ma hanno sviluppato la produzione del suono nel naso che funziona come quello delle corde vocali”.

Probabilmente questa facoltà vocale dà ai delfini anche una gamma più ampia di suoni.

“Poiché la frequenza è cambiata cambiando il flusso d’aria e la tensione delle labbra del tessuto connettivo nel naso, il delfino può cambiare frequenza molto più velocemente che se dovesse farlo cambiando i volumi dell’alveolo”, ha detto Madsen. “Ciò significa che vi è un potenziale molto più grande per produrre una gamma di suoni più ampia e aumentare quindi il passaggio delle informazioni”.

I dettagli della ricerca sono pubblicati questa settimana sulla rivista Biology Letters. [Purtroppo non sono riuscito a reperire altre informazioni].

Quindi i delfini comunicano fra loro tramite un sistema estremamente complesso, simile a quello umano. Non tramite un fischio ma attraverso vibrazioni delle loro “labbra foniche”.
Ma attenzione ai verbi che usiamo: “comunicare” è un verbo neutro (definiamolo così), perciò affermare che i delfini comunicano fra loro in modi di cui solo ora cominciamo a comprendere la complessità, è corretto.

Dire: i delfini parlano tra loro invece no. Parlare è un termine problematico, perché in genere appannaggio solo degli esseri umani. Meglio che i delfini comunichino fra loro, anziché parlare, perché se parlassero noi umani potremmo correre il rischio di sentirli troppo vicini a noi.

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Roma: La mente di Leonardo, 1 Maggio – 30 Agosto 2009

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  • 26 Giugno 2009


Presentare l’opera di Leonardo Da Vinci in modo esauriente è sicuramente un’impresa ardua: il suo interesse verso i più diversi campi del sapere, dall’arte alla scienza, che gli è valso l’appellativo di “genio universale”, lo ha portato ad esplorare gli ambiti più disparati, e nonostante molti siano stati gli eventi e le mostre a lui dedicati in tutto il mondo, questi si sono concentrati per lo più su un singolo aspetto della sua attività, approfondendo una parte degli studi effettuati dal genio, ma senza dare un’idea unitaria del suo lavoro.

La mostra “La mente di Leonardo”, che si terrà a Roma, a Palazzo Venezia, tra il primo maggio e il 30 agosto 2009, segna un’inversione di tendenza in questo senso, e si propone di fornire un quadro completo dell’opera di Leonardo. La mostra, infatti, che ha già attirato molti turisti nelle guest house di Roma, non si focalizzerà su un unico ambito di studio (l’arte, la tecnologia, l’anatomia, gli studi d’acqua e sul volo, solo per fare qualche esempio), ma cercherà di affrontare l’opera di Leonardo da una diversa prospettiva: presentando i vari campi di studio cui il grande scienziato e artista si è interessato, la mostra si propone di indagare il modo in cui Leonardo concepiva la conoscenza e il suo metodo di analisi, in modo da portare alla luce come, nel suo metodo di studio, ci fossero delle costanti applicabili a tutti i campi del sapere. Leonardo, infatti, concepiva la conoscenza in modo unitario, nella convinzione che a governare tutte le operazioni della natura e dell’uomo ci fossero le stesse leggi.

Se organizzerete un viaggio a Roma e visiterete la mostra, avrete dunque modo di scoprire come l’intera produzione di Leonardo fosse caratterizzata da metodi di analisi comuni, e potrete vedere con i vostri occhi i risultati dei suoi studi. Negli spazi espositivi di Palazzo Venezia saranno infatti esposti disegni originali e manoscritti, ma anche modelli funzionanti di progetti di Leonardo e postazioni digitali per vedere, seppur in modo virtuale, le sue opere andate perdute. I modelli funzionanti, in particolare, sono stati costruiti con rigore certosino, seguendo pedissequamente i progetti di Leonardo e utilizzando materiali, come il legno, che fossero riconducibili all’epoca in cui visse il genio, e insieme ai disegni, veri e propri pezzi pregiati, ci aprono le porte al mondo e alla mente di Leonardo: tra gli oggetti esposti, da segnalare un disegno e dei frammenti autografi che testimoniano il progetto di un teatro con palcoscenico e scene mobili pensato da Leonardo per la rappresentazione dell’Orfeo di Poliziano a Milano, e altri due disegni che testimoniano l’interesse di Leonardo per le macchine volanti.

La mostra di Roma non tralascia nemmeno l’ambito artistico, cui Leonardo apportò un importante contributo: a Palazzo Venezia saranno infatti esposti alcuni disegni preparatori, due opere pittoriche uscite dalla sua bottega, Leda Spiridon e Leda Borghese (Leonardo interpretò il mito di Leda e il cigno come simbolo della prorompente vitalità della natura, presente in tutte le forme animate), e una tavola realizzata da un anonimo artista fiorentino, che trasse ispirazione dagli studi di Leonardo per una Madonna col Bambino e San Giovannino.

Affrettatevi a prenotare hotel 5 stelle a Roma (la città è sempre affollata in estate) e non perdetevi la mostra “La mente di Leonardo”.

Biglietti: 9 euro, ridotti 7 euro
Date: 1 Maggio – 30 Agosto
Dove: Palazzo Venezia, Roma, Italia
Articolo a cura di Trenet Srl – web design grafico

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