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sondaggio Archivi - Comunicati stampa e News

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Le conseguenze della pandemia sul lavoro di professionisti e imprese

Comunicato Stampa

Le conseguenze della pandemia sul lavoro di professionisti e imprese

 

L’associazione AiFOS ha realizzato un secondo sondaggio nel 2021 per comprendere le conseguenze in termini di fatturato della crisi economica provocata dalla pandemia. Un operatore su quattro ha chiuso il 2020 con un calo di fatturato tra il 30% e il 50%.

 

L’emergenza COVID-19 e tutte le necessarie misure di contenimento e gestione del virus SARS-CoV-2 hanno avuto, in questi due anni, pesanti ripercussioni non solo sulle nostre abitudini di vita, ma anche su economia e lavoro.

L’anno 2020, che rimarrà nella storia per le conseguenze sanitarie della pandemia, non solo ha cambiato radicalmente il mondo del lavoro, ma si è rilevato un anno infausto anche per le conseguenze economiche sulle attività di aziende e professionisti che si occupano, a diversi livelli, di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Per comprendere la dimensione di queste conseguenze l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), su invito di Confcommercio Professioni, ha consultato i propri soci AiFOS per capire in che misura le attività di formazione e consulenza siano state colpite – in termini di fatturato – dalla crisi economica provocata dalla pandemia tuttora in atto.

 

È stato effettuato un primo sondaggio tra l’1 e il 10 novembre 2020, quando la situazione era ancora molto incerta e in divenire, e i dati sul fatturato ancora non definitivi.

A seguito di questo primo rilevamento l’Associazione AiFOS ha recentemente svolto un secondo sondaggio, tra l’11 e il 21 maggio 2021, per verificare se e in che misura le attese e valutazioni di imprenditori e liberi professionisti associati ad AiFOS si siano rispecchiati nel fatturato 2020.

 

Il sondaggio di novembre 2020: l’attività di formazione e di consulenza

Ricordiamo brevemente alcuni risultati della prima indagine di novembre 2020.

 

Riguardo alle attività di formazione i risultati del primo sondaggio (novembre 2020) mostravano che se il 48,5% dei formatori coinvolti dichiarava un calo di fatturato “percepito” nell’anno 2020 era preoccupante constatare che per più del 15% degli intervistati il fatturato dall’attività di formazione si era sostanzialmente azzerato (calo superiore al 70%) mentre per un 10% il calo percepito era nel range 51-70%.

 

Anche l’attività di consulenza era risultata penalizzata dal lockdown. In questo caso il 40,6% degli intervistati riportava un calo compreso tra l’11% e il 50% nell’anno 2020 rispetto all’esercizio precedente.

 

L’indagine ha poi coinvolto anche diverse aziende, associate AiFOS, e per quanto riguarda la formazione è stato rivelato nel 59% dei casi, rispetto all’anno precedente, un calo compreso tra l’11% e il 50% (in particolare quasi il 24% è nella fascia 31-50%).

 

Il sondaggio di maggio 2021: le conseguenze sui liberi professionisti

Veniamo ora al recente sondaggio che si è svolto tra l’11 e il 21 maggio 2021.

 

La fotografia della situazione – scattata a 6 mesi di distanza dalla prima e a seguito della fase più acuta della “seconda ondata” epidemica e con i libri contabili già chiusi – mostra un generale miglioramento, anche se alcuni dati preoccupanti permangono.

 

Poco meno del 20% dei liberi professionisti operanti nel campo della formazione e circa il 9% dei consulenti denunciano ancora un vero crollo del fatturato, più che dimezzato rispetto al 2019 (erano però rispettivamente il 28% e il 16% alla rilevazione di novembre). Di contro, aumentano gli operatori in grado di mantenersi in linea di galleggiamento se non di aumentare il fatturato, passati dal 15% al 26% nel campo della formazione e dal 31% al 37,5% in quello della consulenza.

Sono comunque molti ancora gli intervistati che dichiarano un sensibile calo dei ricavi, soprattutto nell’ambito della formazione dove oltre 1 libero professionista su 4 ha chiuso il 2020 un calo di fatturato compreso tra il 30% e il 50%.

 

Il sondaggio di maggio 2021: le conseguenze sulle imprese associate

Le considerazioni fatte per i liberi professionisti valgono anche per le imprese associate e il miglioramento è ben percepibile soprattutto per quanto riguarda l’attività di formazione.

 

Alcune note positive: sono “solo” il 6% le realtà che hanno accusato un calo superiore al 50% del fatturato 2020, e sfiorano il 40% le aziende in grado di mantenere inalterato o migliorare il fatturato 2019 in ambito consulenziale, con un ulteriore 19% che ha registrato una contrazione minima (0-10%). Rimane tuttavia un dato sicuramente negativo: oltre 1 azienda su 2 operanti nell’ambito della formazione ha subito una diminuzione dei ricavi compresa tra l’11% e il 50%.

 

Nell’annus horribilis 2020 so di molte aziende e professionisti” – commenta e conclude il Presidente AiFOS Rocco Vitale – “che hanno agito anche a prescindere dal tornaconto economico. I nostri associati sono stati tra i primi ad essere chiamati in causa per rispondere alle esigenze delle organizzazioni in questa terribile emergenza sanitaria. Il lavoro fatto è stato molto, e lo shock test servirà senza dubbio per il futuro: basti pensare a webinar e videoconferenze che solo dodici mesi fa non conoscevamo praticamente per nulla ed oggi sono uno strumento di lavoro quotidiano per tutti noi”.

 

Il link per scaricare l’indagine AiFOS sulla perdita di fatturato nel 2020:

http://bit.ly/bilanci2020-indagineAiFOS

 

Per avere ulteriori informazioni si può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.itrelazioniesterne@aifos.it.

 

 

27 maggio 2021

 

Ufficio Stampa di AiFOS

ufficiostampa@aifos.it

http://www.aifos.it/

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COVID-19: gli operatori della sicurezza sono favorevoli alla vaccinazione?

Comunicato Stampa

COVID-19: gli operatori della sicurezza sono favorevoli alla vaccinazione?

 

L’Associazione AiFOS ha realizzato un sondaggio tra gli associati e nella community di professionisti della prevenzione e della sicurezza. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Rimboccati le maniche”.

 

È ormai evidente, anche in relazione ai recenti dati che mostrano come si siano ridotti infezioni e ricoveri, che la diffusione delle vaccinazioni contro il virus SARS-CoV-2 siano lo strumento essenziale per superare l’emergenza COVID-19 e far ripartire, anche dal punto di vista economico, il nostro Paese.

 

Per questo motivo nelle scorse settimane l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) si è resa promotrice di una vera e propria campagna di sensibilizzazioneRimboccati le maniche” – con l’obiettivo di alimentare la fiducia dei lavoratori e dei cittadini nei confronti dell’immunizzazione vaccinale.

Fiducia dei lavoratori che diventa ancora più importante in relazione al nuovo “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro” sottoscritto il 6 aprile scorso per accelerare e implementare a livello territoriale la capacità vaccinale anti SARS-CoV-2 e rendere più sicura la prosecuzione delle attività commerciali e produttive.

 

Nel predisporre la campagna l’Associazione AiFOS ha voluto rispondere anche a una domanda importante: qual è la posizione dei professionisti della prevenzione e della salute e sicurezza sul lavoro in merito alla vaccinazione per il nuovo coronavirus?

 

Il sondaggio tra i professionisti della prevenzione

Per rispondere a questa domanda e cercare di conoscere gli eventuali dubbi degli operatori sulla vaccinazione, l’Associazione AiFOS ha realizzato tra il 6 e il 16 maggio un sondaggio tra gli associati e tutta la community di tecnici e professionisti che gravita attorno all’associazione.

 

Sono oltre 1.000 gli utenti che hanno risposto al sondaggio e di questi il 9% si dice contrario alla vaccinazione.

 

In particolare, il 70% degli scettici teme per la propria salute ritenendo insufficiente la sperimentazione clinica effettuata sui vaccini. Ed i contrari alla vaccinazione, nel loro complesso, si dichiarano scarsamente disposti a mutare opinione in seguito a campagne di informazione e sensibilizzazione, assegnando a questa eventualità una probabilità inferiore al 30%.

 

Questo il link per visionare integralmente i risultati del sondaggio:

http://bit.ly/Sondaggio-vaccinazione-risultati

 

Vaccinazione: una scelta di responsabilità civica oltre che di tutela sanitaria

Benchè alla domanda “Vuoi vaccinarti contro il Sars-CoV-2?” ben nove operatori su dieci, nell’ambito della prevenzione e della sicurezza sul lavoro, siano favorevoli alla vaccinazione per il virus SARS-CoV-2, “persistono sacche di reticenza alla vaccinazione”.

 

A sottolinearlo è il Segretario Generale AiFOS Francesco Naviglio nel presentare i risultati.

 

Il rifiuto vaccinale è una posizione legittima, sia chiaro. Ma siamo consci che le categorie rappresentate da AiFOS quali formatori, consulenti, RSPP ed RLS sono fondamentali leader di opinione che dovrebbero orientare i lavoratori verso quella che – a nostro avviso – è una scelta di responsabilità civica oltre che di tutela sanitaria”.

 

Rimboccati le maniche: la campagna di sensibilizzazione sui vaccini

Per aumentare la conoscenza dei vaccini, mostrare la loro importanza e diffondere il dovere civico di adesione alla vaccinazione, l’Associazione AiFOS non solo realizza numerosi webinar e videoconferenze sul tema, ma ha predisposto la campagna “Rimboccati le maniche”.

 

Attraverso questa campagna viene diffuso un media kit gratuito che si articola in 10 immagini realizzate appositamente per i social media o per la stampa ed affissione all’interno dei luoghi di lavoro, oltre ad un’immagine di copertina per la pagina facebook ed un video.

 

A questo indirizzo è possibile scaricare il media kit:

http://bit.ly/Rimboccati-le-maniche-mediakit

 

Il kit può essere utilizzato per la condivisione su tutti i canali di comunicazione, accompagnato dal seguente testo e dal relativo hashtag: “La pandemia di Covid-19 ti ha costretto a modificare le tue abitudini e rivoluzionare la tua quotidianità. Oggi, grazie alla disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci, hai la possibilità di tornare alla vita come la hai lasciata. Devi fare solo una cosa: #rimboccatilemaniche”.

 

L’auspicio dell’Associazione AiFOS e del Segretario Generale è che, anche attraverso iniziative come queste e la diffusione di informazioni corrette sull’importanza e validità dei vaccini, la campagna vaccinale possa finalmente traghettarci, nei prossimi mesi, fuori dalla crisi sanitaria ed economica.

 

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel. 030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it – info@aifos.it

 

 

 

20 maggio 2021

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

ufficiostampa@aifos.it

http://www.aifos.it/

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Secondo i dati di TechValidate Market Research, i prodotti ESET portano considerevoli benefici a livello produttivo

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  • 21 Gennaio 2016

Le aziende dichiarano un incremento dell’efficienza, una riduzione dei costi e la libertà di fare di più grazie all’implementazione delle soluzioni di sicurezza ESET

Roma, 21 Gennaio 2016 – ESET®, il più grande produttore di software per la sicurezza digitale dell’Unione Europea, rende noti i risultati del sondaggio di TechValidate Market Research, condotto a Ottobre 2015 su un campione di 696 utenti aziendali di soluzioni di sicurezza ESET.

Secondo il sondaggio, oltre a migliorare la sicurezza e a ridurre i rischi che le aziende devono affrontare, l’implementazione delle soluzioni di sicurezza ESET porta anche ulteriori benefici a livello produttivo. Alla domanda sui vantaggi operativi, i clienti ESET hanno risposto in primo luogo la protezione dei dati e delle proprietà intellettuali dell’azienda (61%), poi la possibilità di lasciare maggiori risorse IT per altri progetti (50%) e al terzo posto la prevenzione di truffe o di furto di dati dei clienti (37%).

Per ulteriori informazioni sul sondaggio in oggetto è possibile consultare il seguente link: http://www.techvalidate.com/product-research/eset-security-solutions

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Gli italiani presterebbero i propri soldi ad Alberto Angela e Pif, ma non farebbero credito a Balotelli, Angela Merkel e Gigi d’Alessio

La crisi economica ha costretto tutti a tirare la cinghia, persino i nostri vip. Ma chi si meriterebbe un tuo aiuto in un eventuale periodo di difficoltà? E a chi non daresti mai del denaro in prestito? Questa è la domanda che Facile.it (http://www.facile.it/prestiti.html), in collaborazione con Prestiti.it (www.prestiti.it), ha posto nelle scorse settimane ad un campione di 1.500 utenti che attraverso un sondaggio online hanno dato un verdetto molto netto: la cultura e il talento vanno aiutati e quindi presterebbero il loro denaro ad Alberto Angela (che ha raccolto da solo il 32% delle preferenze) e a Pif (secondo con il 22%); di contro, è molto difficile perdonare chi ha dato delusioni e grattacapi, motivo per cui Mario Balotelli (primo fra i vip cui nessuno darebbe mai credito con il 30,5%) e la cancelliera tedesca Angela Merkel (seconda con il 16%) in caso di necessità economiche dovrebbero bussare altrove.
Sono questi i vip più ricorrenti nella classifica emersa dal sondaggio: fra i 10 personaggi famosi cui gli italiani presterebbero denaro, il terzo posto è occupato da Maria de Filippi (16%). Della conduttrice si apprezza soprattutto la capacità di far fruttare gli investimenti e, hanno affermato alcuni, con buona probabilità restituirebbe persino più di quanto prestatole. Quarto posto per il capo del Governo Matteo Renzi (8%), seguito da Beppe Fiorello (7,5%) e J-Ax (5%).
Anche fra i personaggi cui gli italiani non concederebbero un prestito i nomi sono di tutto rispetto. Se, come detto, il primo posto è di Mario Balotelli (“sono certa li spenderebbe in auto di lusso e parrucchiere” la giustificazione di una delle persone che hanno risposto al sondaggio) e il secondo di Angela Merkel (“non può chiedermi altri soldi”), al terzo posto troviamo un divo della canzone di casa nostra, Gigi d’Alessio, che raccoglie il 12% dei voti con giustificazioni come “non vorrei il prestito servisse a finanziare un altro suo disco”, e al quarto la più giunonica delle dive della tv italiana, Valeria Marini (9%). Per quanto riguarda la soubrette sarda, evidentemente molto ha giocato la sua recente cronaca matrimoniale visto che, fra gli intervistati, qualcuno afferma: “se ha negato di aver consumato il matrimonio negherebbe anche di aver ricevuto un prestito”.
A mezza incollatura dalla Marini l’altro grande accusato del mondiale di calcio appena passato, l’ormai ex allenatore della nazionale Cesare Prandelli che raccoglie l’8,5% dei voti e qualche ultimo strascico di livore calcistico con giustificazioni riferite all’esperienza brasiliana (“visto l’esito dei mondiali non se li meriterebbe proprio”).
Unici nomi stranieri finiti nella classifica sono quelli del giudice di Masterchef Joe Bastianich (ottavo fra i vip cui non si è disposti a prestare denaro) e della terribile Miley Cyrus (decima nella stessa classifica).

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DAI LAVATOI ALLE APP, COME CAMBIA LA CASA DELLE DONNE

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  • 12 Giugno 2014

UN SONDAGGIO DI ASTRARICERCHE PER LA PIATTAFORMA “OVER 50” VICTORIA METTE LE GENERAZIONI A CONFRONTO: I SEGRETI DI MAMME, NONNE E FIGLIE ALLE PRESE CON LA CURA DOMESTICA

 

C’è chi lo fa con lo smartphone, chi preferisce strategie vintage. Comunque la si pensi, a qualunque generazione si appartenga, l’importante è che sia affidabile, pratico e green. Dopo tutto, anche il bucato è un fatto di stile.

L’ultima trovata legata al mondo del “fresco e pulito” arriva dal web con community, forum e tutorial che invitano le partecipanti a condividere successi e defaillance “da oblò”. Le più competitive si sfidano a suon di lavaggi per conquistare il titolo di Laundry Lover del mese (contest promosso dal sito Io amo il mio bucato di Procter&Gamble), mentre le più timorose preferiscono ricorrere a rassicuranti app “lava-soccorso” da scaricare (e conservare) sul proprio telefonino. Basta abiti striminziti o scoloriti: scoprire quale programma usare, quali capi abbinare, a quanti gradi lavare e con quale detersivo oggi è molto più facile.

Addio alle brutte sorprese, dunque. E pensare che un tempo, le nonne erano abilissime a far tornare i panni bianchi come nuovi. Con grosse conche cariche di pesanti lenzuola di canapa o flanella, si inginocchiavano ai lavatoi per un lavoro di fatica e precisione. Bisognava indovinare le condizioni atmosferiche migliori, munirsi di tanta pazienza e di altrettanta cenere. La polvere del focolare, infatti, ripulita dalla carbonella, veniva versata sui tessuti da ripulire, contando sulla sua specifica funzione detergente, igienizzante e sgrassante. Alcune ripetevano più volte l’operazione, per poi lasciare in ammollo i panni tutta la notte; altre invece, erano solite aggiungere qualche ramoscello di piante profumate, come fico o rosmarino.

Un impegno che si è calcolato essere pari a 17,5 ore settimanali, addirittura 7 anni nell’arco di tutta una vita! Fatica e tempo risparmiati da quando, negli anni ’60, sono arrivate le lavatrici.

Tantissimi i segreti e le raccomandazioni che dal solo bucato alla cura dell’intero ambiente domestico, hanno attraversato generazioni di madri, figlie, nonne e nipoti e che, in parte, resistono ancora oggi affiancandosi ad abitudini del tutto nuove legate alle continue innovazioni.

Secondo la ricerca commissionata ad AstraRicerche da Victoria, la piattaforma che Procter&Gamble dedica alle “favolose cinquantenni”, che rappresentano oltre un quinto della popolazione femminile,  la “mamma” di oggi utilizza, per il bucato nell’ormai insostituibile lavatrice, sempre più detersivi liquidi concentrati ed ecodosi di ultima generazione che si affiancano però a rimedi piu’ tradizionali come il sapone di Marsiglia (69%) o il bicarbonato (26%). Accanto a questi, spiccano gli ammorbidenti utilizzati dal 74% e considerati “prodotto irrinunciabile” dal 30%.

E che dire delle stoviglie? Udite, udite: il 71% delle nonne italiane preferisce continuare a lavarle a mano, munite di detersivo liquido (58%) o in polvere (23%). Mentre le favolose cinquantenni d’oggi scelgono la comodità della lavastoviglie con tanto di brillantante (48%), cura-lavastoviglie (35%) e anticalcare (19%). Un tempo invece, gli stratagemmi erano dei più vari: dall’aceto al limone, dal bicarbonato all’acqua di cottura della pasta. Tradizione voleva, infatti, che immergendo i piatti nell’acqua (ancora calda) in cui si era cotta la pasta, si riuscisse a renderli davvero lucenti.

Infine, la pulizia della casa: tra gli strumenti, scopa (67%), aspirapolvere (51%) o il più recente panno cattura polvere (30%), gli assi della manica di oggi, con l’inclusione tra i prodotti “irrinunciabili” dell’anticalcare (20%), inesistente ai tempi delle nonne, che anche qui si affianca a rimedi più d’antan come la  varechina (53%) e l’aceto (50%).

E ancora, solo qualche anno fa: panni imbevuti di petrolio, olio di oliva e ammoniaca per oggetti in ferro battuto o bronzo, ma anche candeggina (34%) e sapone di Marsiglia (26%).

Molto più che semplici curiosità: P&G, attraverso il sondaggio, svela tradizioni e ricordi, evidenzia continuità ed innovazioni che raccontano come e quanto sia cambiato “il quotidiano” della vita delle donne e delle famiglie italiane nel giro di poche generazioni.

Una storia che P&G ripercorre, fino al 15 giugno, anche al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia a Milano con la mostra “HOME, 175 anni di innovazione insieme a P&G”. Per riscoprire un mix fatto di tradizione e novità, proprio di donne che osservano, sperimentano e creano. Con impegno, cura e passione tutte italiane.

L’indagine è stata condotta da AstraRicerche tra il 19 e il 22 marzo 2014 per conto di Victoria, la piattaforma di Procter&Gamble dedicata al target 50-64 anni, tramite 412 interviste on line somministrate con il metodo C.A.W.I. (Computer Aided Web Interviewing) a un campione di donne 50-64enni residenti in Italia.

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SONDAGGIO DIRECT LINE: GOMME INVERNALI O CATENE? GLI AUTOMOBILISTI ITALIANI SI PREPARANO ALLE INSIDIE DEL MALTEMPO

Il 50% monta equipaggiamenti invernali per sentirsi più sicuro alla guida. Il 31% rinuncia al cambio gomme assumendosi il rischio multa per risparmiare pneumatici preferiti? Quelli termici.

 

Dal 15 ottobre l’obbligo di catene a bordo o pneumatici da neve è attivo in Valle d’Aosta, Regione particolarmente a rischio neve, che fa da apri fila alle altre Regioni dello Stivale, per le quali l’ordinanza sarà operativa a partire dal 15 novembre.

L’inverno sta arrivando e gli automobilisti si trovano a dover decidere come attrezzare la propria auto per non incorrere in sanzioni e per assicurarsi una guida sicura. La metà del campione intervistato sull’argomento dal Centro Studi e Documentazione Direct Line – la più grande compagnia di assicurazione on line – afferma infatti di montare equipaggiamenti invernali proprio per essere più sicuro alla guida in caso di nevicate (50%), mentre il 38% ammette di temere, e di conseguenza evitare, la guida su strade innevate. Dal sondaggio emerge anche un 13% di guidatori temerari che dichiara di non essere spaventato dalle rigide condizioni climatiche dell’inverno.

 

Ma cosa pensano gli italiani di catene e pneumatici da neve? Il 97% del campione riconosce i vantaggi  delle gomme invernali, con un significativo 47% che le considera più sicure perché consentono una migliore tenuta di strada anche quando non nevica.

Il 50% poi pensa che i pneumatici da neve siano più pratici delle catene in quanto non devono essere montati e smontati all’occorrenza e ne riconosce la facilità d’uso data dalla possibilità di montarle ad inizio inverno.  Resiste comunque un 7% che preferisce l’utilizzo delle catene,  più economiche.

 

Il sondaggio di Direct Line rivela inoltre che il 35% degli intervistati è solito sostituire gli pneumatici con gomme invernali termiche, mentre il 34% del campione preso in analisi ha già scelto gomme 4 stagioni, adatte a ogni periodo dell’anno. Il 31% rinuncia invece al cambio a causa del costo elevato (16%) o perché non lo considera necessario (15%).

 

 

Gran parte degli automobilisti è quindi propensa alla sostituzione, ma chi monta gli equipaggiamenti invernali sulle auto degli italiani? Ben l’87% degli intervistati ammette di affidarsi alle mani esperte del proprio gommista di fiducia, solo un intraprendente 3% afferma di montare le gomme da solo nel momento del bisogno. Il restante 10%, invece, conta sulle capacità di famigliari (9%) e conoscenti (1%). Analizzando i dati per fascia d’età, si nota come i più propensi a delegare la pratica ai gommisti siano i guidatori tra i 45 e i 55 anni (95%), mentre i più inclini al fai-da-te risultano essere i giovani 18-24enni (13%).

 

 

Arrivare preparati all’inverno è di estrema importanza “ commenta Barbara Panzeri, Direttore Marketing Direct LineUn buon equipaggiamento invernale permette, infatti, di non farsi sorprendere dai bruschi cambiamenti climatici e dalle insidie che può nascondere un manto stradale ghiacciato o innevato. Direct Line da sempre è favorevole a tutte le soluzioni normative favoriscono la sicurezza sulle strade. Ricordiamo infatti che, oltre a dover rispettare la norma che prevede le catene a bordo o l’uso dei pneumatici invernali, è anche fondamentale moderare la velocità quando le condizioni climatiche sono più impervie. Agire con diligenza è un comportamento responsabile per noi e un dovere verso tutti gli attori della strada.”

 

 

I consigli di Direct Line per guidare in caso di neve o strada ghiacciata

1.

Ridurre la velocità e procedere più lentamente

2.

Prestare particolare attenzione quando si esce dai parcheggi, i tempi di frenata sono più lunghi

3.

Impostare le curve correttamente scalando le marce prima delle curve

4.

Verificare i livelli di liquido refrigerante nel radiatore

5.

Controllare lo stato delle spazzole e delle pastiglie dei freni

6.

Evitare le brusche frenate e i cambi di direzione repentini

7.

Provare in caso di necessità, di disinserire il controllo della trazione elettronica per aver più attrito

8.

Se si hanno due auto utilizzare quella più leggera e con le gomme più piccole

9.

Controllare il meteo prima di mettersi in viaggio

10.

Prevedere sempre una coperta nel bagagliaio e una bottiglia di acqua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’ergonomia in ufficio è ancora riservata a pochi

I risultati della ricerca di Jabra e YouGov parlano chiaro: esiste ancora un divario molto rilevante quando si tratta di ergonomia e attrezzature a disposizione in ufficio, e sia il livello d’istruzione che la zona in cui si lavora, giocano un ruolo significativo sul comfort nello stare seduti e sulla possibilità di avere a disposizione degli auricolari o un telefono portatile.

 

 

Non a tutti è riservato lo stesso livello di comfort quando si tratta di lavoro: nella grande battaglia delle attrezzature ergonomiche per l’ufficio, per esempio, è molto più probabile avere un mouse ergonomico se si lavora in ruoli Gestionali o nella divisione IT –  gli ingegneri hanno più tavoli regolabili rispetto a qualsiasi altro gruppo. La divisione Finanza ha il più basso “punteggio” ergonomico di tutto l’ufficio : solo un mero 16 percento ha un tavolo regolabile, rispetto al 32 percento della divisione IT, quella in cui si trovano la maggior parte dei dispositivi tecnologicamente avanzati ed ergonomici.

 

L’indagine rivela anche un legame significativo tra il livello di istruzione e il diritto ad avere un equipaggiamento che soddisfi le esigenze ergonomiche. Se si è in possesso di un dottorato di ricerca, si hanno il doppio delle probabilità di avere un mouse innovativo o una cuffia professionale, rispetto a una persona con una formazione di base, che ha frequentato solo la scuola elementare o la scuola media. Inoltre, sembra esserci un collegamento diretto tra l’istruzione e l’uso di auricolari: al 70% delle persone altamente istruite viene messo a disposizione un auricolare rispetto ad appena il 50%  di coloro senza laurea. Più alto è il grado di istruzione più si ha una maggiore probabilità di ottenere in dotazione un auricolare wireless.

 

Le società danno chiaramente la precedenza, per quanto riguarda gli strumenti ergonomici, al personale istruito, ma questo impedisce che tutti i membri del personale raggiungano il loro massimo potenziale: in Italia un impressionante 97% dichiara di sentirsipiù efficiente usando un auricolare o una cuffia wireless – indipendentemente dal livello d’istruzione.

 

“E’ fondamentale supportare le esigenze ergonomiche di tutti i membri del personale. Non solo il reparto IT o chi è in possesso di un dottorato di ricerca deve beneficiare di un auricolare senza fili: la nostra indagine dimostra infatti in Italia l’84% dei lavoratori opera in media all’interno di un raggio di lavoro di 2,5 metri o più: ciò richiede necessariamente attrezzature che consentano la mobilità. Essere in grado di muoversi durante una chiamata significa una maggiore capacità di eseguire diversi compiti, e meno disagio fisico derivato dal tentativo di gestire un telefono, un mouse e una tastiera. Questo è universale – e si applica indipendentemente dal livello  d’istruzione e dal ruolo lavorativo ” dichiara Holger Reisinger, Vice Presidente Marketing , Marketing, Products and Alliances di Jabra.

 

Il divario nel trattamento ergonomico è evidente, non solo quando si considerano i vari uffici e il livello di istruzione – ma anche quando si trattano diversi paesi. Per esempio, se si lavora in un ufficio in Danimarcaesiste un 70% circa di possibilità di avere un tavolo o una sedia regolabile, rispetto al Giappone dove tale percentuale media scende drasticamente al 22%.

 

Analizzando i dati degli uffici presi in considerazione nei 12 paesi trattati,  il dispositivo più popolare è la sedia ergonomica regolabile.

Purtroppo, il 5% per cento degli impiegati italiani  non ha nessun tipo di attrezzatura ergonomica.

 

 

*Nel novembre 2012, Jabra leader mondiale nelle soluzioni per le comunicazioni a mani libere e l’agenzia di ricerca internazionale YouGov hanno effettuato un sondaggio globale su 11.906 impiegati e mobile worker di età compresa tra i 18-69 anni. L’obiettivo del sondaggio era quello di rappresentare le differenze reali da quelle percepite e le attitudini verso le cuffie e gli auricolari utilizzati in ufficio,  focalizzandosi sulle problematiche attuali nell’ambiente di lavoro. I paesi coinvolti dall’indagine sono: Italia, Danimarca, UK, USA, Australia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Brasile, Russia, Giappone e Cina.

 

 

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Sondaggio di Babbel: Ognuno studia le lingue straniere a modo proprio

– Gli utenti di Babbel contraddicono il modello delle tipologie di studio di tipo uditivo, visivo, comunicativo e tattile-motorio
– Un sondaggio su babbel.com mostra: agli utenti italiani piace studiare senza seguire un piano fisso

Berlino, 20 settembre 2011 – 1774 clienti di Babbel aventi come madrelingua italiano, tedesco, inglese, francese e spagnolo hanno partecipato ad un sondaggio interno sul tema “Abitudini di studio”. Nonostante insegnanti o test di lingua cerchino sempre di etichettare gli studenti in tipologie di studio ben precise, i risultati del nostro sondaggio mostrano chiaramente che il processo di studio è individuale. Il 47,14% dei partecipanti al sondaggio ammette che la propria tipologia di apprendimento cambia continuamente. “Ci sono così tante tipologie di studio quanti studenti”, in questo modo un utente conferma la tesi di Babbel che gli studenti non siano catalogabili in tipologie di studio fisse. Solo il 26,87% indica di potersi identificare con una tipologia di studio precisa. Molti di questi però non intendono una delle quattro tipologie di studio discusse, bensì tipologie dalle caratteristiche individuali come “studiare un’ora al giorno” oppure “tipologia di studio caotica”. Il 32,8% dei partecipanti al sondaggio non aveva mai pensato prima alla tipologia di apprendimento che potesse essere applicata al proprio modo di studiare.
Anche la Dottoressa Juliane House, ricercatrice linguistica presso l’università di Amburgo, come Babbel non crede alle tipologie di studio fisse: “Non esistono prove scientifiche del fatto che gli studenti possano essere catalogati in un’unica tipologia di studio. Le persone e le loro tipologie di studio non possono essere quindi etichettate in categorie ben definite. Ogni individuo studia in modo individuale”. La chiave per studiare con successo sta nell’introduzione del maggior numero possibile di canali sensoriali (per es. con parole scritte e parlate così come con immagini). Grazie alla stimolazione di più aree cerebrali le informazioni possono essere collegate e memorizzate in modo migliore.
Seguire un piano quando si studia una lingua può risultare utile: è quello che pensano anche molti utenti di Babbel. Il 34,62% dei partecipanti al sondaggio ha bisogno di un piano di studio al quale potersi orientare. Il 23% dei partecipanti di madrelingua tedesca cerca di rimanere fedele al piano di studio in modo permanente. Utenti di Babbel con le madrelingue italiana, inglese, francese e spagnola non sono invece così rigidi nello studio: solo dal 10 al 17% degli interrogati trova sensato continuare ad orientarsi in modo costante a un piano di studio. “A chi ha un obiettivo concreto da raggiungere in un determinato periodo, per es. arrivare al livello A2 oppure allenarsi per le vacanze, un piano di studio può risultare utile. Bisognerebbe però sapersi allontanare da questo piano ogni volta che si ha voglia di affrontare un tema diverso, in quanto si impara meglio quando si impara divertendosi”, dice Miriam Plieninger, responsabile di redazione di Babbel. Solo il 16,37% dei partecipanti al sondaggio studia senza un piano di apprendimento.
Una lingua nuova rappresenta per molti una sfida. Rimanere allenati e fare costantemente qualcosa per lo studio rimane per la maggior parte dei partecipanti al sondaggio il grande ostacolo da superare. “Bisogna appunto trovare un programma che permette di divertirsi veramente mentre si studia. Per me questo programma è Babbel. Non gettare mai la spugna”. In questo modo un partecipante al sondaggio descrive la propria esperienza personale che condivide con tanti altri: il 44,61% di tutti gli utenti di Babbel partecipanti al sondaggio tiene duro e persevera nello studio per raggiungere il proprio obiettivo personale divertendosi. Il 23,48 non sente alcuna pressione nello studio delle lingue, mentre il 22,70% ha interrotto in precedenza almeno una volta un corso di lingue e ne ha ripreso ora lo studio con Babbel.

A proposito di Babbel

Babbel è un sistema online per l’apprendimento delle lingue straniere. Principianti e utenti con preconoscenze possono studiare inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese brasiliano, svedese, italiano per stranieri, olandese, turco, indonesiano e polacco in modo interattivo. Sul sito web www.babbel.com vengono offerti corsi online interattivi per tutti i gusti e i livelli. Inoltre esistono applicazioni per iPhone. Babbel vanta oltre un milione e mezzo di utenti provenienti da più di 200 paesi; le iPhone app sono state scaricate oltre 1 milione di volte.

Babbel è gestita dalla società Lesson Nine s.r.l., con sede a Berlino. La società, fondata nell’agosto 2007, conta oggi circa 70 collaboratori, tra fissi e liberi professionisti. A luglio 2008 ha ottenuto un finanziamento dalle aziende Kizoo AG e VC-Fonds Berlin. Per ulteriori informazioni: http://it.babbel.com
Guarda il sondaggio: http://it.babbel.com/home/Sondaggio-di-Babbel-Ognuno-studia-le-lingue-straniere-a-modo-proprio

Contatto stampa Babbel.com:
Katrin Theiner
International Communication Manager
Bergmannstraße 68
10961 Berlino
Germania
Tel.: +49. 160.1510886
E-Mail: ktheiner@babbel.com
Xing: https://www.xing.com/profile/KatrinTheiner
Twitter: http://twitter.com/KatrinTheiner

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EASY PARKING, il 91% dei clienti è soddisfatto delle soluzioni di parcheggio “online”

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La vacanza diventa sempre più “digitale“. La fase di organizzazione delle proprie ferie e weekend si svolge oggi sempre di più 100% online dal proprio pc. Si parte dalla scelta della destinazione, leggendo le tantissime ottime guide e resoconti di viaggi scritte dai blogger, per arrivare alla realizzazione concreta della “fuga dalla routine”.

Ormai non si tratta più solo di prenotare l’hotel “in centro”, il volo low cost, l’auto a noleggio o navi e treni per gli spostamenti. Sempre più utenti prenotano online anche ristoranti, musei, visite guidate, insomma tutto il prenotabile possibile, ed ovviamente anche il loro parcheggio da e per l’aeroporto.

Una soluzione comoda quella di lasciare la macchina all’aeroporto delle compagnie low cost di Roma Ciampino oppure nei parcheggi dell’aeroporto Leonardo da Vinci. Ancora più comoda se non si deve perdere tempo e si prenota il posto auto online.

Il servizio di ADR, Aeroporti di Roma, Easy Parking, è peraltro ottimo.
Gli utenti che lo hanno usato nel 2011 lo hanno trovato “perfetto” per ben il 67%, percentuale altissima se si considera che il restante 24% lo considera buono-ottimo e soltanto un residuale 5% si considera insoddisfatto.

Easy Parking, Gradimento BOL

Una buona idea quella di chiedere agli stessi utenti alla fine del processo di acquisto una valutazione diretta ed immediata di quanto appena comperato.
L’ascolto della clientela e l’analisi dell’efficacia di un servizio di booking online sono strumenti di marketing fondamentali per qualsiasi azienda. E gli stessi consumatori sembrano apprezzare che la propria opinione venga presa in considerazione: da Gennaio 2011 ad oggi si sono espressi sul servizio di ADR per il parcheggio in aeroporto quasi 18.000 clienti.

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Misurata da Bakeca.it la propensione alla mobilità degli italiani

Per sondare la disponibilità degli italiani a muoversi sul territorio e per lanciare la nuova funzionalità dell’espansione geografica, il sito di annunci gratuiti Bakeca.it ha condotto nel mese di giugno un sondaggio su base nazionale via email e tramite la propria fan page di Facebook.Dalle 6000 risposte ottenute emerge il quadro di un italiano piuttosto dinamico, soprattutto se si tratta di cogliere al volo un buon lavoro oppure di concludere un affare.

Alla proposta di trasferirsi per motivi di lavoro, la propensione alla mobilità dichiarata nel sondaggio è notevole, probabilmente accentuata dalla recente crisi economica. Ben il 70% degli interpellati da Bakeca.it sarebbe disposto al trasferimento in un’altra città: il 61,7% accetterebbe un lavoro anche oltre 500 km dalla propria città di origine, mentre il 24,3% si dichiara disponibile a trasferirsi sino a 100 /200 km di distanza. I partecipanti al sondaggio di Bakeca.it sono anche disposti in alternativa a viaggiare giornalmente per recarsi al lavoro, senza trasferire la propria residenza: a livello nazionale il 22,3 % accetterebbe di farlo soltanto su percorsi brevi, che non superino i 10 km, mentre un altro 53,5% è disposto a percorsi leggermente più lunghi, fino a 30-50 km, e il 24,3% si dichiara addirittura disponibile a effettuare percorsi più impegnativi, fino a 70 km e oltre.

Quando la finalità è quella di valutare le varie offerte per l’acquisto di un’auto, la grande maggioranza degli interpellati – oltre il 67%, – è disposta a spostarsi sino a 50-100 km dalla propria residenza e un ulteriore 15,6 % fino a 200 km, pur di ottenere un prezzo ritenuto conveniente. Risulta dal sondaggio inoltre che è la convenienza il criterio guida per la ricerca di un’auto usata: il primo parametro considerato è infatti il prezzo, seguito dal chilometraggio e dal tipo di alimentazione. Alessandro Rivetti, amministratore delegato di Bakeca.it commenta così i risultati del sondaggio: “Tra i clienti ‘professionali’ del sito Bakeca.it, e cioè le agenzie immobiliari, le concessionarie auto e le aziende che cercano collaboratori, questi risultati hanno suscitato grande interesse, confermandoci che la scelta di allargare il raggio di azione delle ricerche su base geografica porterà sicuri vantaggi sia ai nostri utenti privati sia ai nostri clienti professionali.”

La nuova strategia studiata da Bakeca.it per andare incontro alle esigenze di ricerca degli utenti, particolarmente sentita nelle categorie Offerte di lavoro e Motori, è così sintetizzata dall’ad Alessandro Rivetti: Bakeca.it, specializzata nel fare incontrare domanda e offerta su una base strettamente locale, su modello del sito statunitense craiglist.org, ha deciso di sfruttare la propria forza su base territoriale, permettendo agli utenti di allargare progressivamente le ricerche dalla zona di residenza ad aree sempre più vaste. Se quindi non si trova l’auto desiderata o il lavoro dei propri sogni vicino a casa, si può automaticamente allargare l’ambito della ricerca alle città vicine, alle regioni limitrofe o progressivamente al territorio nazionale, fino a quando si raggiunge lo scopo desiderato. Il campione del sondaggio di Bakeca.it, per un totale di 6000 persone, è composto per il 58% da uomini e per il 42% da donne, prevalentemente di età compresa tra i 26 e i 55 anni e residenti nelle maggiori regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, Veneto, Toscana, Lazio, Puglia e Campania), anche se sono ben rappresentate tutte le regioni italiane.

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Nuova fan page ufficiale “La Venaria Reale” su Facebook

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  • 29 Settembre 2009

E’ nata la nuova fan page ufficiale della Venaria, pensata e strutturata per divenire una sorta di vetrina sui Grandi Eventi che la Reggia organizzerà ed ospiterà.

A tali eventi è dedicata la scheda “Mostre”, la sezione più importante della pagina. Essa offre una panoramica degli eventi in corso: in questi giorni le luci della ribalta sono dedicate alla mostra “Diademi e gioielli reali. Capolavori dell’arte orafa italiana per la Corte Sabauda”.
Nella sezione sono presenti una breve presentazione, un box per inoltrare l’invito agli amici, l’elenco di link agli altri social network che compongono l’ecosistema
digitale La Venaria, la possibilità di scaricare la brochure della mostra.

Ma gli elementi centrali della scheda sono quelli che favoriscono il coinvolgimento e la partecipazione degli utenti: i quiz “Scopri quale pietra preziosa si adatta meglio alla tua personalità!” e “Quanto gemmologo c’è in te”. I quiz hanno l’obiettivo di garantire l’interesse degli utenti e di “movimentare” la fan page.

Con lo stesso scopo è stato realizzato il sondaggio (nella scheda omonima) “Qual è oggi il regalo più ambito da una donna?”, altro importante elemento di interattività.

In “Bacheca” sono stati inseriti una serie di aneddoti e curiosità relativi
ai gioielli, mentre nelle “Foto”, sono stati caricati 2 album di immagini (in parte relative ai capolavori esposti,, in parte fotografie di diamanti celebri.

Attorno alla fan page è stata costruita una vera e propria campagna di promozione su Facebook: in particolare, abbiamo coinvolto altri gruppi e fan page incentrati sulla Venaria, sui gioielli, su beni artistici ed architettonici.

La pagina verrà costantemente arricchita di novità e proposte, che avranno l’obiettivo di coinvolgere ed accrescere ulteriormente gli utenti.

Fan page su Facebook: http://www.facebook.com/pages/Venaria-Reale-Italy/La-Venaria-Reale/110791226579

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Porchietto, candidata alle Provinciali Torino: dare voce all’insicurezza e al disagio

Claudia Porchietto commentando i risultati del sondaggio (eseguito dall’Istituto Euromarketing di Torino) ‘Quali sono i problemi più importanti di Torino’ rivolto alla popolazione torinese, che vede la voce ‘Sicurezza’ con il 68,9% dei voti, la seconda voce ‘Traffico’ al 23,30% e la terza, ‘Disoccupazione’, soltanto al 22,10% delle preferenze, sottolinea: ”Vorrei andare oltre la lettura numerica per cercare di dare voce alla natura più profonda di questo dato che certamente non riporta unicamente ai ben noti problemi di ordine pubblico. Ci troviamo di fronte ad uno stato di disagio e di insicurezza generalizzato, dettato da una visione concentrata sul vivere alla giornata e priva di quel senso di progettualità e di fiducia che deve caratterizzare una società sana e moderna. In questo senso la politica e qui naturalmente mi tiro in ballo in prima persona, deve ridare questo ‘senso del futuro’ insieme a una positività in questo caso non identificabile con un atteggiamento leggero e poco responsabile. Le Istituzioni si devono caratterizzare con una presenza forte sul territorio, una presenza che possa essere facilmente percepita e condivisa dai cittadini: la politica deve insomma essere un punto di riferimento per chi vuole ancora parlare di futuro e pensare alla sua progettualità”.

Info: www.claudiaporchietto.it

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Porchietto: alle elezioni provinciali di Torino l’aria è cambiata

“C’è ottimismo anche nei quartieri più difficili di Torino. Ma contro i nostri militanti continuano le aggressioni”. Queste le parole di Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alle elezioni provinciali di Torino, sul clima elettorale che si respira in città. A sorpresa il centrodestra è in testa nei sondaggi per le elezioni provinciali. “Pdl e Lega viaggiano intorno al 44,8% contro il 44,2% del centrosinistra”, dice Agostino Ghiglia, vicecoordinatore del Pdl. Se colpaccio dovesse essere sarà merito di Claudia Porchietto: “In città si respira un’aria molto positiva per noi, questo genera nella sinistra un certo senso di inadeguatezza e nervosismo”. Ed infatti, stando ai sondaggi degli ultimi giorni, il Presidente uscente è costretto ad inseguire la candidata del centrodestra. Anche la lega nord è soddisfatta per l’andamento elettorale: “Il polso del territorio è buono – dice il presidente dei deputati del Carroccio Roberto Cota – abbiamo sacrificato la nostra casella della Provincia nonostante anche il nostro candidato fosse fortissimo, ma i nostri elettori sosterranno in massa la Porchietto. Ce la possiamo fare”.

http://www.claudiaporchietto.it
http://cambiareinsieme.ning.com/

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Dati Ipsos: il voto degli operai al Popolo della libertà

Secondo un sondaggio Ipsos sugli orientamenti di voto realizzato per il Sole 24 Ore, nella categoria ‘operai-esecutivi’ il Popolo della libertà doppia il Partito democratico con un 43,4% contro il 22,4%; con l’aggiunta della Lega, poi, in questo segmento della popolazione il centrodestra raggiunge il 58,2%.

Nel frattempo, relativamente alle elezioni amministrative di Torino, Claudia Porchietto, la candidata alla Presidenza della Provincia di PdL, Lega Nord e delle altre formazioni di centrodestra, prosegue nella sua campagna web con un’altra inchiesta sull’incapacità di Torino e provincia nel ‘stabilizzare’ la propria creatività.

http://cambiareinsieme.ning.com/profiles/blogs/lincapacita-di-torino-e

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