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Venezia:i migliori talenti di Spoleto e Venezia convengono alla mostra curata da Vittorio Sgarb

Si rinnova l’appuntamento con l’edizione 2015 della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi e con l’organizzazione del manager della cultura Salvo Nugnes, presidente di Spoleto Arte. Il vernissage inaugurale si terrà in data sabato 10 ottobre 2015, presso il “Milano Art Gallery Pavilion”, in Calle dei Cerchieri 1270, zona Dorsoduro, Venezia. In esposizione un selezionato gruppo di artisti del panorama attuale, italiani e stranieri, che propongono le loro interessanti creazioni.

Interpellato sull’imminente evento, Sgarbi ha dichiarato: “L’idea di collegare simbolicamente due poli centrali per la diffusione dell’arte e della cultura in generale, come sono Spoleto e Venezia, nasce con la mostra di -Spoleto Arte- considerata quale osservatorio dell’arte contemporanea, sul cui concetto si basa anche -Spoleto incontra Venezia-“.

E prosegue: “Come a Spoleto, anche a Venezia verranno messe in mostra le opere di artisti sia già affermati sia emergenti, appartenenti a generi artistici con caratteristiche diverse, dando origine ad una commistione di stili espressivi, eterogenei e armoniosi”.

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Venezia: Intervista al Prof Vittorio Sgarbi in occasione della mostra Spoleto incontra Venezia presso Milano Art Gallery Pavillion

Sabato 10 Ottobre 2015 verrà inaugurata la prestigiosa mostra “Spoleto incontra Venezia”, organizzata del manager della cultura Salvo Nugnes, con la curatela di Vittorio Sgarbi. L’interessante iniziativa artistica sarà in allestimento fino alla fine del mese presso “Milano Art Gallery Pavillion” situato in Calle dei Cerchieri, nel cuore di Venezia. A fare da fiore all’occhiello al grande evento, la mostra “D’Io” del celebre artista Gino De Dominicis.
Di seguito l’intervista al Prof. Vittorio Sgarbi:

1) Professore, abbiamo avuto notizia, che si rinnova l’appuntamento annuale della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia”, a fronte del successo ottenuto lo scorso anno, che quest’anno si terrà presso la Milano Art Gallery a Venezia. Come nasce l’idea di collegare simbolicamente due poli centrali per la diffusione dell’arte e della cultura in generale, come sono Spoleto e Venezia?

Per diverso tempo, all’ incirca per tre anni, sono stato il direttore artistico di Spoleto e della Biennale Arte al Padiglione Italia, quindi in quel periodo avevo due funzioni, per questo e fu facile collegare l’una e l’altra. All’epoca io facevo le mostre a Spoleto per il Festival dei Due Mondi; solo più tardi ho iniziato a collaborare con Salvo Nugnes per Spoleto Arte. Spoleto Arte è nata quale “osservatorio dell’arte contemporanea”, vi confluisce un selezionato gruppo di artisti, con caratteristiche e stili vari, appartenenti al panorama attuale, riuniti in una collettiva, dando così origine ad una commistione di generi espressivi eterogenei e armoniosi.

2) Come si svolgerà questa importante iniziativa, da Lei curata?

“Spoleto incontra Venezia” verrà inaugurata il 10 Ottobre e durerà fino alla fine del mese. L’iniziativa riprende il concetto di “osservatorio sull’arte contemporanea” su cui sia basa anche “Spoleto Arte”, mettendo in mostra le opere di artisti sia affermati sia emergenti, appartenenti a generi artistici differenti e provenienti da tutta Italia e dall’estero.

3) “Spoleto incontra Venezia” sarà allestita presso la Milano Art Gallery a Venezia. Qual è la valenza di prestigiose gallerie d’arte come questa?

A Venezia c’è una particolare attenzione per l’arte contemporanea quindi pubblico e privato si incrociano, molti palazzi sono privati quindi non esiste una distinzione tra luogo pubblico e privato come in altri luoghi. Per esempio oggi a Venezia c’è una mostra dell’Azerbaijan in un palazzo privato, ma quello che conta è l’esposizione, quindi il fatto che sia fatta alla Milano Art Gallery va benissimo.

4) Spoleto Arte si terrà in concomitanza con la Biennale di Venezia. Cosa ne pensa della Biennale?

Nel 2011 sono stato incaricato dal Ministero per curare personalmente il Padiglione Italia della 54esima Biennale d’Arte di Venezia. A suo tempo avevo elaborato un progetto che era stato pensato con un criterio originale: gli oltre 200 artisti in esposizione erano stati indicati da scrittori, poeti, registi, uomini di pensiero chiamati a far parte di un Comitato tecnico scientifico, presieduto da Emmanuele F.M. Emanuele. Gli Intellettuali, invece erano stati individuati tra le personalità di riconosciuto prestigio internazionale, volutamente non-critici d’arte. La Mostra degli artisti italiani nel Padiglione Italia è stata un avvenimento senza precedenti: volevo conferirgli una dimensione del tutto inconsueta. Il progetto era esteso a tutte le Regioni e a tutti gli Istituti di Cultura Italiani all’estero e intendeva documentare lo stato dell’arte italiana contemporanea.

5) E dell’attuale edizione della Biennale?

La Biennale quest’anno si è dimostrata essere piuttosto evanescente, non ne rimane che qualche artista, ma è fondamentalmente senza principi e senza opere.

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Alla Milano Art Gallery Alessandro Testa espone le sue originali opere con l’organizzazione del manager Salvo Nugnes e la presenza di Andrea Pinketts di Italia Uno

In occasione della prestigiosa esposizione collettiva “Evoluzioni Artistiche” che si terrà nella storica “Milano Art Gallery” in via Alessi 11 a Milano, a due passi dal centro cittadino e dal Duomo, il pittore Alessandro Testa presenterà una corposa serie di dipinti caratterizzati dal vivace e multiforme cromatismo della materia astratta. L’evento, organizzato dal manager produttore Salvo Nugnes, sarà inaugurato con la presenza d’eccezione del noto scrittore noir e popolare volto televisivo Mediaset Andrea Pinketts. L’esclusivo vernissage è previsto in data Sabato 20 Dicembre 2014 alle ore 18.00. L’allestimento resterà in loco fino al 9 Gennaio 2015, con ingresso libero per le visite. 

Di recente l’artista spoletino ha partecipato con successo alla grandi mostre di “Spoleto Arte” e “Spoleto incontra Venezia” con l’autorevole curatela del professor Vittorio Sgarbi, che nel commentarne le connotazioni stilistiche distintive ha dichiarato Al gusto di Tancredi si ispira Alessandro Testa. Nei quadri gesti incisivi e nervosi graffiano la superficie limacciosa innaffiata da macchie zafferano e nere”.

Sul suo percorso artistico Testa spiega Essendo un autodidatta non ho tecniche particolari, seguo l’istinto. Uso colori acrilici e smalti, senza l’uso dei pennelli. Pittoricamente parlando, mi sento severamente sotto esame davanti a ogni tela, sfido sempre me stesso e non mi accontento quasi mai. Solo dai battiti del cuore capisco se la mia opera è riuscita, per la straordinaria emozione, che mi infonde. Vorrei essere ricordato come un pittore, forse anomalo, ma liberissimo, che non ha mai accettato costrizioni e condizionamenti”.

La sua evoluzione di ricerca stilistica è incentrata e focalizzata sulla sperimentazione delle cromie e sfumature tonali. Il colore nel suo utilizzo più vario ed eterogeneo, diventa il protagonista principale sulle tele e viene distribuito quasi con gestualità impulsiva, per trasmettere intensi messaggi, che lo spettatore deve saper cogliere e interpretare in modo soggettivo e personalizzato. Il suo campo d’applicazione è l’informalismo e l’astrattismo materico, con un linguaggio espressivo scaturito e guidato dal moto dell’anima più spontaneo e dall’istinto di pura irrazionalità. L’impatto visivo delle creazioni è di immediato coinvolgimento emozionale. Fin dal primo sguardo l’osservatore rimane quasi ipnotizzato e viene conquistato dalla dirompente irruenza impressa, recependone la vibrante enfasi ideativa.

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“Spoleto Incontra Venezia”: Ha Presentato Le Sue Opere Uniche L’artista Toni Zarpellon

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” si è conclusa di recente con ottimi riscontri di pubblico e critica. L’evento curato dal Professor Vittorio Sgarbi e diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, è stato allestito dal 28 Settembre al 24 ottobre 2014 all’interno di due pregiati edifici veneziani di nobile origine, il Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich. Nel selezionato novero degli artisti scelti per partecipare all’importante iniziativa, il pittore Toni Zarpellon ha ricevuto positivi apprezzamenti con la sua originale espressione stilistica.

Sul concetto di arte Zarpellon afferma “Io concepisco l’arte e il mio percorso artistico come un cammino di rinascita, con la scoperta di una centralità spirituale e fisica per ridare il senso alla realtà circostante. Il senso di vuoto e la mancanza di consapevolezza della realtà sono legati alla struttura e allo spazio mentale nei quali deve essere ristabilito un equilibrio di armoniosa rinascita, seppur con tutte le inquietudini e i disagi interiori presenti”. E aggiunge “L’arte deve evolversi verso nuovi mondi. Deve avvenire una rivolta di ribellione e rifiuto contro l’omologazione e l’appiattimento standardizzato dell’arte, in ogni sua forma ed espressione, per generare un nuovo rapporto dialettico con il mondo”.

Il noto imprenditore Renzo Rosso, storico fondatore e patron della Diesel, appassionato estimatore di Zarpellon, con cui è legato anche da amicizia di lunga data, dice “Le sue opere sono molto forti e caratteristiche, emerge sempre il profondo e radicato rapporto con la terra d’origine e gli ambienti in cui è cresciuto. L’arte di toni è davvero unica nel suo genere, non ha riferimenti copiativi né imitazioni. Ci accomuna l’eclettico spirito di creatività. Ogni anno mi dona un suo quadro, di cui vado molto fiero per la sincera amicizia, che ci unisce da tanto tempo”.

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Maria Pia Severi Presenta I Suoi “Scatti Rubati” Nell’occasione Della Mostra “Spoleto Incontra Venezia”

Nel ricco comparto delle opere in esposizione nel contesto della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura del critico Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, hanno conseguito ottimi riscontri di apprezzamento le coreografiche fotografie di Maria Pia Severi, già presente anche con successo a quella di “Spoleto Arte”. L’evento si è svolto nella magica cornice veneziana dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, allestito tra le possenti mura secolari di due magnifiche dimore nobiliari, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich.

La Severi da molti anni è coinvolta in importanti iniziative di settore e ha pubblicato numerosi volumi su Modena, Bologna, Capri, Venezia, Mantova. Nei suoi scatti d’autore d’incantevole suggestione, le donne sono protagoniste indiscusse, con immagini rubate attraverso l’obiettivo, per coglierle nell’istante dell’attimo fuggente, avvolgendole da intrigante evanescenza di luce sfuocata, che le rende creature uniche, speciali, irresistibili, quasi efebiche, fiabesche e fatate.

La Severi, in data Mercoledì 5 Novembre 2014 alle ore 18.00 sarà presso la storica galleria milanese “Milano Art Gallery” in Via Alessi 11, per presentare in anteprima nazionale il suo nuovo libro di foto inedite in omaggio simbolico a Milano, città a lei particolarmente cara, dal titolo “Milano – Il fascino di una Metropoli”. Nell’occasione sarà affiancata dal direttore Alessandro Sallusti, che presenterà il testo insieme a lei, contenente anche l’interessante prefazione introduttiva da lui scritta.

Su Milano la Severi dice nella nota al libro: “Milano da bere, Milano capitale mondiale della moda, Milano capitale economica italiana, Milano città globale. L’ultima volta, che sono venuta in questa città mi sono resa conto, che Milano è veramente una grande metropoli, non solo perché dopo Roma è il secondo comune italiano per densità di popolazione, ma anche per il carattere cosmopolita insito nei suoi abitanti e l’efficienza di cui sono dotati“.

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Spoleto incontra Venezia: Grande attrazione per le opere geometriche di Nino Leanza

In occasione della grande mostra veneziana di “Spoleto incontra Venezia” a cura del critico Vittorio Sgarbi è possibile ammirare una corposa carrellata di creazioni di altissimo livello nel contesto di due strutture espositive di aristocratica origine, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 ed è visitabile ad ingresso libero. Tra i nomi salienti si annoverano Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Il noto pittore Nino Leanza è stato selezionato nell’esclusivo gruppo dei partecipanti con i suoi dipinti dal coreografico cromatismo.

 

Nel commentarne l’abilità creativa è stato dichiarato “Non l’idillio, ma l’enigma del paesaggio egli fissa con colori terrosi, che sanno di antichissime emozioni, di stravolgimenti tellurici, di detriti e di cenere. Pittura pregna dello sgomento della natura, di un frammento cosmico, che nel divenire del tempo e nel mutare delle stagioni è metafora dell’essere e dell’esistere. I colori materici, grumosi, si frantumano, si spezzano, si compongono a tratti e macchie. Sono eredi più che del tardo impressionismo, dell’energia espressionista, della drammaticità disperante con una semantica personale, che è insieme realismo sognante e accensione Fauve”.

 

Dopo aver conosciuto Monet, Degas, Matisse e Vlaminck Leanza elabora una poetica visionarietà del paesaggio. C’è anche un’esperienza d’ispirazione astratta di chiara matrice costruttiva. La sintassi geometrica e razionale segue campiture di colori serigrafici che rimandano all’influenza dei maestri russi così come dei futuristi per il dinamismo delle forme, che si ritagliano e si strutturano come una sorta di puzzle su tela, che rievoca soli, cieli, montagne, mari in un mondo surreale e giocoso, che si sviluppa nella scansione di cunei, piani, sfere intersecanti, che planano e roteano simultaneamente, creando un vivace effetto d’insieme molto originale e d’immediato impatto visivo.

 

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“Spoleto incontra Venezia”: Il futurismo di Matteo D’Errico ottiene particolari consensi elogiativi

Si è conclusa di recente con forte risonanza mediatica la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura del Professor Vittorio Sgarbi, allestita dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, nel contesto veneziano di due affascinanti edifici secolari, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Nel selezionato parterre di artisti partecipanti lo scultore di matrice futurista Matteo D’Errico ha ricevuto significativi riconoscimenti di apprezzamento.

 

Sulla sua peculiare espressione stilistica di originale sperimentazione è stato commentato “Nel rispetto dell’essenza dei componenti utilizzati, squisitamente tecnica, quali l’alluminio, il rame, la bachelite, i materiali plastici e altre misteriose leghe isolanti, le opere non mostrano integrazioni cromatiche, esibite invece negli sgargianti cavi elettrici. Si tratta di arte generata dal riciclo di materiali, che rimanda ad una concezione sociale per nulla ludica, anzi contraddittoria di una società dei consumi, che produce scorie inutilizzabili e inquinanti. Arte, che si attesta come momento di denuncia, ma che ritrova in se stessa una funzione comunicativa, rinascendo a nuova vita. Archeologia e modernità, geometria e visione idealistica dell’architettura urbana convivono con esercizi di pura fantasia. È artefice di una ricerca artistica con connotati sociali, in cui lo spettatore viene chiamato in causa con la possibilità di inventare ed interpretare a sua volta la realtà immaginata”.

 

D’Errico considera tra i principi ispiratori del suo eclettico modo di fare e concepire l’arte, il Minimalismo, lo Spazialismo, il Realismo e il Serialismo, dai cui trae spunti per rivisitare, riassemblare e trasformare con innata arguzia ideativa e progettuale oggetti, elementi e componenti di svariata tipologia creando delle vere e proprie “molecole d’arte” avveniristiche e innovative.

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“SPOLETO INCONTRA VENEZIA”: SI CONCLUDE CON SUCCESSO L’ESPOSIZIONE DEI SUGGESTIVI DIPINTI DI GIUSEPPE OLIVA

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, svoltasi dal 28 Settembre al 24 Ottobre ha conseguito ampio successo di pubblico e di critica, racchiusa all’interno di due secolari strutture aristocratiche veneziane, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Tra i nomi di spicco presenti il noto pittore Giuseppe Oliva ha partecipato con una corposa ed interessante serie di originali opere di impronta materico-astratta.

 

Sgarbi nel commentarne l’estro artistico ha dichiarato “Artista denso e intenso nella pittura a spatola, che si muove sopra una gamma molto astratta, quasi come si può vedere nei quadri di Cassis”.

 

Oliva spiega “L’emozione più bella quando si dipinge è la gioia di rappresentare le proprie emozioni più profonde, le sensazioni della tua vita a cui ti senti maggiormente affezionato, da cui difficilmente ci si può separare e che fanno e faranno sempre parte del tuo essere e della tua vita. Il mare, gli azzurri, il celeste, il blu fanno parte del mio DNA, come informazioni cromatiche e sensazioni di momenti emozionali vissuti da siciliano, davanti allo specchio di un mare sempre cangiante minuto dopo minuto, fantastico esempio di un divenire, che ti proietta sempre e costantemente verso il futuro o la visione di un infinito, che ti dà il senso della libertà e l’assoluta mancanza di ogni tipo di vincolo o costrizione o il veleggiare delle nuvole, che ti danno il senso della vita che procede comunque pur consapevoli di andare incontro a qualche temporale. Sensazioni, che accumuli e che soltanto con il trascorrere del tempo vengono fuori rievocando momenti della tua vita”.

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“Spoleto incontra Venezia”: Grandi apprezzamenti per Anna Sticco nota come la pittrice di Maria Callas

E’ terminata con indiscusso successo la vetrina internazionale della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” con l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, svoltasi dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Le location veneziane ospitanti scelte per la pregevole iniziativa sono state due secolari dimore nobili, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Nel corposo gruppo dei talentuosi artisti in esposizione Anna Sticco, conosciuta come la pittrice di Maria Callas si è distinta ricevendo notevoli encomi.

 

Parlando della sua concezione sull’arte spiega: “L’arte per me è un mezzo indispensabile, uno strumento prezioso e fondamentale per esprimere me stessa, per comunicare il mio moto dell’anima nella sua essenza più intima e introspettiva. Il mio stile è assolutamente personale e personalizzato. L’arte influisce in modo radicale in ogni mia scelta“. Sulla tecnica da lei prediletta dice: “Uso in prevalenza la tecnica mista, tenendo l’acrilico come base principale integrata con la china, i gessetti, le matite, il collage, la foglia oro 24 carati, cercando di compiere una ricerca sperimentale eterogenea e in continua evoluzione“.

 

Raccontando la sua fervida passione per l’icona del bel canto per antonomasia rivela: “Nel 2006 mentre ero a Parigi ho avuto una vera folgorazione, un’illuminazione imprevista e inaspettata, sentendomi catturare e conquistare da un magnifico manifesto della Callas esposto all’Opera e da lì ho iniziato un percorso di ricerca approfondita, che mi ha portato a contatto con persone e ambienti a lei vicini e sono diventata anche una collezionista appassionata dei suoi cimeli e oggetti a lei più cari appartenuti“.

 

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A “Spoleto incontra Venezia” le straordinarie creazioni orafe di Luciano Mario Rossi

Tra i protagonisti presenti alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata dal professor Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, spicca il rinomato maestro orafo e scultore Luciano Mario Rossi con le sue pregiate creazioni artigianali. L’esposizione è stata allestita presso il sontuoso Palazzo Falier, residenza aristocratica del XV secolo situata sulla riva del Canal Grande a Venezia, fino al 24 Ottobre 2014. Accanto a lui nomi del calibro di Dario Fo, José Dalì, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, e altri rinomati esponenti del panorama attuale.

Rossi rivolge l’attenzione al gioiello sentito quasi come fosse una scultura da indossare e come espressione di una raffigurazione scultorea. Un’espressione unica e irripetibile, che denota un continuo studio sul segreto dell’eleganza, della bellezza, della sensibilità, della forma, dell’innovazione, sono mossi dall’intenzionalità sottesa di dare risalto a nuove prospettive, sia derivanti dalle esperienze contemporanee sia recuperate e tramandate da quelle passate. Il “piccolo formato prezioso” trattiene in sé tutti i significati, i contenuti e i messaggi della poetica dell’artista ed è frutto di un’elaborazione appassionata e di grande fascino, che sperimenta svariati accostamenti cromatici, materiale e tecniche incisorie. I suoi gioielli d’eccellenza rispecchiano le intrepide e coraggiose battaglie e sfide della vita, sono un simbolico “diario di bordo” dove annotare i percorsi intrapresi e le riflessioni esistenziali. Le geniali idee progettuali e l’abilità strumentale esecutiva sono in sinergico equilibrio e generano oggetti meravigliosi, che sanciscono lo sviluppo progressivo di evoluzioni delle magistrali capacità di lavorazione.

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Spoleto incontra Venezia: eccellenti riscontri per Stella Maris Garro Pecchioli e la sua arte orientale

In occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” svoltasi nello splendido capoluogo lagunare dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi, è stato particolarmente elogiato il talento pittorico di Stella Maris Garro Pecchioli. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, è stato accolto tra le mura di due grandiosi edifici aristocratici, Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich.

Sull’espressione artistica della Garro Pecchioli è stato dichiarato “I movimenti ascendenti di piante fiorite e girasoli raggianti, dominati decisamente dagli inchiostri gialli, verdi e neri, ma al contempo tenui, sono veramente affascinanti. Figure, che si allontanano con tenacia verso l’alto, ma in un movimento delicatamente circolare di spirale appena accennata. Dipinti, che sanno coniugare i contrasti cromatici con la loro contemporanea delicatezza in un gioco sapiente di tinte decise , ma delicate. Così anche il movimento delle figure predilige in taluni casi una circolarità ascendente o profonda in altri. La sensazione che se ne riceve è quella di una felice e armoniosa 

‘commistione’ di contrari. Lavori dal sapore orientale estremo, con il tocco e il carattere di un’artista fine, che è riuscita abilmente a reinterpretare quel gusto secondo un determinato umore e un peculiare carattere tipicamente occidentale”.

Le originali trasparenze irregolari e patinate dei fogli di carta di riso utilizzati come superficie di base, mostrano le pennellate variopinte inchiostrate e impresse dall’autrice. Si delineano tratteggi stesi in senso circolare o anche ascendente, rossi e neri, neri e gialli, scale graffiate di grigio e neri, colori accoppiati talvolta miscelati e punteggiati di cromia dorata, ma sempre molto discreti e sobri nelle sfumature tonali. Le forme circolari rievocano gioiose girandole fantastiche o simbolici occhi interiori, che scrutano virtualmente nascosti, in un Io vorticosamente turbato, una qualche interessante realtà da apprendere, attirare oppure fuggire, allontanare.

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Grandi apprezzamenti per gli scatti di luce di Jacqueline Domin a “Spoleto incontra Venezia”

 

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” è giunta al termine ottenendo vastissimi consensi generali nei due pregiati contesti espositivi a Venezia in cui è stata allestita dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. L’evento, a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, ha radunato esponenti illustri del panorama attuale. Nel novero dei partecipanti la rinomata fotografa Jacqueline Domin ha proposto con ottimi apprezzamenti i suoi originali scatti d’autore.

La Domin lavora senza l’utilizzo del flash, le bastano i riflessi prodotti dai riverberi naturali, poiché si affida alla straordinaria potenzialità della luce. Sul particolare stile che la contraddistingue e la rende inconfondibile è stato scritto “Nelle immagini traspare una luminosità, che trasforma i paesaggi in icone, in raffigurazioni di stile sacro. Il suo occhio arguto e perspicace si lascia guidare dal biancore cangiante per poi insinuarsi nei pori naturali e negli anfratti nascosti, tra i velati spazi d’acqua e le onde verdeggianti delle pianure erbose. Si avvale di tonalità colorate sempre di una gradazione sopra o sotto la cromia reale, capaci di allacciare i fili segreti che uniscono il macrocosmo al microcosmo, l’infinitamente piccolo all’infinitamente enorme, in un intreccio compositivo di equilibrata armonia d’insieme“.

Le raffigurazioni della Domin trasmettono emozioni e suggestioni dal potente impatto visivo. Maestra dell’arte fotografica di formazione autodidatta, attraverso l’uso delle sfumature cromatiche e dei bagliori luminosi esalta il messaggio introspettivo contenuto nell’attimo fuggente immortalato e lo rende eterno e sempre presente. Le opere fanno riflettere l’osservatore mediante il sapiente uso della dicotomia del gioco tra luci e ombre, chiaro-scuro. L’obiettivo diventa il filtro per cogliere e trasfigurare il reale, personalizzandone la proiezione e fissandola nel tempo con vigorosa forza rievocativa.

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Giuseppe Oliva a “Spoleto incontra Venezia”: il mare e le nuvole come infinito e libertà

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata di Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, svoltasi dal 28 Settembre al 24 Ottobre ha conseguito ampio successo di pubblico e di critica, racchiusa all’interno di due secolari strutture aristocratiche veneziane, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Tra i nomi di spicco presenti, il noto pittore Giuseppe Oliva ha partecipato con una corposa interessante serie di originali opere di impronta materico-astratta.

Sgarbi nel commentarne l’estro artistico ha dichiarato “Artista denso e intenso nella pittura a spatola, che si muove sopra una gamma molto astratta, quasi come si può vedere nei quadri di Cassis”.

Oliva spiega “L’emozione più bella quando si dipinge è la gioia di rappresentare le proprie emozioni più profonde, le sensazioni della tua vita a cui ti senti maggiormente affezionato, da cui difficilmente ci si può separare e che fanno e faranno sempre parte del tuo essere e della tua vita. Il mare, gli azzurri, il celeste, il blu fanno parte del mio DNA, come informazioni cromatiche e sensazioni di momenti emozionali vissuti da siciliano, davanti allo specchio di un mare sempre cangiante minuto dopo minuto, fantastico esempio di un divenire, che ti proietta sempre e costantemente verso il futuro o la visione di un infinito, che ti dà il senso della libertà e l’assoluta mancanza di ogni tipo di vincolo o costrizione o il veleggiare delle nuvole, che ti danno il senso della vita che procede comunque pur consapevoli di andare incontro a qualche temporale. Sensazioni, che accumuli e che soltanto con il trascorrere del tempo vengono fuori rievocando momenti della tua vita”.

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Spoleto incontra Venezia: affermazione e consenso di pubblico per l’arte di Claudio Messini

Il poliedrico artista Claudio Messini si è inserito con ampio successo nell’eterogeneo e selezionato novero di presenze rinomate partecipanti alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” svoltasi dal 28 Settembre al 24 Ottobre, nell’incantevole cornice veneziana di due pregiate dimore antichissime, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. L’esposizione è stata curata dal Professor Vittorio Sgarbi, con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes. Messini è anche un talentuoso uomo di teatro, attore e regista, poiché ha fondato il noto gruppo de “I Gotturni” che negli anni ha ottenuto positivi apprezzamenti in campo nazionale e internazionale.

Sull’eclettismo pittorico, che lo contraddistingue è stato scritto “Nell’affascinante parallelismo tra teatralità e arte, che caratterizza il suo percorso esistenziale e professionale, risiede un tassello fondamentale per cogliere e comprendere pienamente la peculiare ricerca di sperimentazione stilistica, attraverso cui si incanala e si orienta la versatile e camaleontica capacità ideativa e progettuale. Da un lato, sviluppa l’intento di stupire e sorprendere lo spettatore, che assiste allo scenario recitato sul palcoscenico, dall’altro riesce a conquistare l’osservatore con l’intensità delle opere pittoriche, all’insegna di un tripudio congiunto di emozionante coinvolgimento e immediato impatto emotivo”.

Messini afferma che è l’istinto a spingerlo a dipingere e che l’atto creativo gli trasmette un insieme di forti e coinvolgenti emozioni non ben decifrabili e inquadrabili: entusiasmo, soddisfazione, esaltazione ma anche dubbi, quando la creazione finale non soddisfa pienamente le aspettative da lui perseguite. Per lui la pittura è insita nel suo DNA altrettanto quanto la recitazione e costituisce una componente primaria e imprescindibile della sua esistenza. Sull’arte dichiara “L’arte è tutto ciò che esplode dall’intelligenza umana ed in questo senso è indefinibile”.

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Spoleto incontra Venezia: l’infinita bellezza della natura nelle fotografie di Jacqueline Domin

La nota fotografa Jacqueline Domin è stata scelta per far parte della schiera di artisti coinvolti nella prestigiosa mostra curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes dal titolo “Spoleto incontra Venezia“. L’esposizione è allestita a Venezia dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 presso Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich. In questa intervista la fotografa rivela le proprie emozioni sui soggetti da lei ritratti negli scatti e le sue idee sull’arte contemporanea.

D: Che sensazione prova a staccarsi da un pezzo venduto?
R: L’emozione e sensazione che ho provato nell’istante dello scatto è lì nella fotografia e resterà dentro di me per sempre. Quell’immagine andrà ad un’altra persona che vivrà la sua propria emozione guardandola. L’idea mi rende felice.

D: Qual è il lavoro a cui è più affezionata? Perché?
R: Non potrei scegliere. Ogni fotografia è stato davvero un attimo unico.

D: Come vede l’arte rispetto la crisi dei giorni d’oggi?
R: Imbavagliata e abbandonata.

D: Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il Suo lavoro?
R: Nessun artista. Mentirei altrimenti.

D: Quale messaggio vuole trasmettere con la Sua arte?
R: Credere in quello che si fa, amandolo fino in fondo con gioia.

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Jacqueline Domin a Spoleto incontra Venezia : «L’arte è una meravigliosa liberazione da tutti i freni inibitori».

Uno dei nomi chiamati a far parte della celebre mostra veneziana “Spoleto incontra Venezia, curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, è quello della fotografa Jacqueline Domin. L’esposizione è allestita fino al 24 Ottobre 2014, presso Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich, a Venezia. Nell’intervista essa rivela la sua idea di arte e l’emozione che prova nel momento in cui decide di immortalare la bellezza della natura.

D: Per Lei l’arte è stata una valvola di sfogo nella vita?

R: L’arte nel mio caso non è né uno sfogo né una valvola. Lo sfogo è qualcosa di troppo pieno, che deborda, quasi rabbioso. No, non mi sfogo con l’arte.

D: A quale corrente artistica si ispira?

R: Non mi ispiro a nessuna corrente artistica.

D: Qual è l’emozione più forte che Le ha dato creare una Sua opera?

R: Quella di oltrepassare a volte soglie a me sconosciute, quando la luce, in un attimo di gloria, trasforma qualunque cosa in esseri splendenti, rivelando segreti che rimanevano invece nascosti nell’ombra.

D: Come concepisce l’arte?

R: Una meravigliosa liberazione da tutti i freni inibitori, osando, aprendo il cuore senza pregiudizi, lasciandosi andare in una realtà diversa da tutto quello che credevamo di conoscere.

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La celebre fotografa Jacqueline Domin espone i suoi scatti a “Spoleto incontra Venezia”

Nell’esclusivo comparto dei talentuosi artisti scelti per partecipare alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes, rientra la fotografa Jacqueline Domin con le sue originali immagini d’autore di suggestivo impatto emozionale. L’esposizione di portata internazionale si svolge a Venezia all’interno di due location di prestigio, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 e ospita personalità importanti tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì.

La Domin spiegando il suo modo di fare e concepire l’arte sottolinea “L’arte per me è una meravigliosa liberazione da tutti i freni inibitori, osando, aprendo il cuore senza pregiudizi, lasciandosi andare in una realtà diversa da tutto quello, che credevamo conoscere. L’ispirazione artistica è uno stato intimo di felicità pura, di pienezza e di voglia di partecipare. Il messaggio subliminale inserito nei miei scatti fotografici è che siamo figli dell’acqua e delle stelle, arrivati per ultimi su questo splendido pianeta. Non siamo superiori a nessuno, rispettando il diverso per quello che realmente è faremmo del bene anche noi stessi di rimando”.

Sul ruolo dell’arte nella società attuale spiega “L’arte oggi è come una simbolica boccata d’ossigeno. Qualunque forma d’arte in un mondo così velocizzato e automatizzato ti permette di soffermarti, lasciandoti andare alle emozioni e alla riflessione. Io mi considero una testimone e una grande osservatrice nel mondo dell’arte contemporanea”.

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Jacqueline Domin: la fotografia naturalista dell’artista francese in mostra a Spoleto incontra Venezia

La nota fotografa Jacqueline Domin è stata scelta per far parte della schiera di artisti coinvolti nella prestigiosa mostra curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes dal titolo “Spoleto incontra Venezia“. L’esposizione è allestita a Venezia dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 presso Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich. In questa intervista la fotografa rivela le proprie emozioni sui soggetti da lei ritratti negli scatti e le sue idee sull’arte contemporanea.

 

D: Che sensazione prova a staccarsi da un pezzo venduto?

R: L’emozione e sensazione che ho provato nell’istante dello scatto è lì nella fotografia e resterà dentro di me per sempre. Quell’immagine andrà ad un’altra persona che vivrà la sua propria emozione guardandola. L’idea mi rende felice.

 

D: Qual è il lavoro a cui è più affezionata? Perché?

R: Non potrei scegliere. Ogni fotografia è stato davvero un attimo unico.

 

D: Come vede l’arte rispetto la crisi dei giorni d’oggi?

R: Imbavagliata e abbandonata.

 

D: Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il Suo lavoro?

R: Nessun artista. Mentirei altrimenti.

 

D: Quale messaggio vuole trasmettere con la Sua arte?

R: Credere in quello che si fa, amandolo fino in fondo con gioia.

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Maria Pia Severi: a “Spoleto incontra Venezia” la fotografia in movimento dell’artista emiliana

Grande partecipazione di Maria Pia Severi a “Spoleto incontra Venezia”, le grandi mostre curate dal Prof. Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes, negli storici contesti di Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich a Venezia. Le splendide ed originali opere fotografiche della Severi sono in esposizione nei due meravigliosi edifici, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014.
Di seguito, l’intervista alla rinomata artista.

D: Che sensazione prova a staccarsi da un pezzo venduto?
R: Sapendo che di ogni pezzo venduto me ne restano altri cinque direi che non mi dispero affatto: arriverà spero il momento che li venderò tutti! Ogni artista è felice quando il suo lavoro viene apprezzato e retribuito.

D: Qual è il lavoro a cui è più affezionata, e perché?
R: Ogni Città che visito deve diventare prima “mia”, in ogni senso, culturale, storico e visivo. Ogni volume che esce sull’ultima nata è per me sempre il più bello. Poi me ne dimentico e passo ad altro, nel senso che non sto a crogiolarmi sul nuovo volume da me creato.

D: Come vede l’arte rispetto la crisi dei giorni d’oggi?
R: Ritengo che, ora come ora, la fotografia tende ad avere la prevalenza sulla pittura, poiché costa meno e può essere più bella e decorativa di un brutto dipinto, magari più costoso.

D: Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il Suo lavoro?
R: Nessuno, sebbene io sia da sempre stata amante e collezionista di opere d’arte. Ho sempre fotografato ciò che mi piaceva. Nel 1984, quando fu pubblicato il mio primo libro Sotto il segno di Modena, apparve palese che ritraevo prevalentemente figure femminili che passavano per le vie di Modena e che, colte dal mio obiettivo, si trasformavano in “personaggi” mentre Modena appariva solo sullo sfondo. Fu Franco Vaccari, che aveva già esposto alla Biennale di Venezia ed era stato definito da Bonito Oliva sul settimanale L’Espresso un “artista extravagante”, che mi spinse a pubblicarlo ed in più mi fece il menabò e la prefazione. All’epoca facevo foto con la mia Kodak Instamatic. Sottolineo che all’epoca, giovane procuratrice, scattavo le mie foto recandomi in ufficio, eppure ogni giorno, anche se ripetevo la stessa via, tutto mi sembrava nuovo e diverso. Sotto il segno di Modena fu definito, anche dagli altri artisti modenesi ‘il più bel libro mai fatto su Modena”. Trascorso il tempo dell’avvocatura, cercai un nuovo stile. Andando in macchina con mio marito, cercavo di fotografare paesaggi di lato, il più delle volte non riprendevo nulla, ma le foto “a tutta velocità” che riuscivo a fare mi entusiasmavano. Allora cercai di riprodurre col movimento delle braccia questa realtà e così nacque il mio nuovo stile che applico, con varianti, anche ora. Ecco come fotografo. Seguo il mio istinto sempre ed ho creato uno stile all’epoca rivoluzionario, di foto in movimento. Franco Vaccari mi aiutò a confezionare anche i due libri successivi Emozioni Capresi-Inverno e Venezia è Sogno, di cui mi fece anche le relative prefazioni, sottolineandomi che chi aveva beneficiato di una sua prefazione, avrebbe certamente avuto un futuro d’Artista.

D: Quale messaggio vuole trasmettere con la Sua arte?
R: Vorrei coinvolgere le persone nelle emozioni che io provo fotografando. Inoltre vorrei lasciare libero sfogo all’interpretazione delle mie foto. In altre parole vorrei che le mie foto fossero intriganti. Il complimento più bello che mi fanno è quando colgono nelle mie foto qualcosa di diverso dalla realtà. La fantasia che si scatena a guardare le mie foto è illimitata ed io mi diverto molto ad ascoltare anche le più strambe interpretazioni! Così ha anche fatto il professor Vittorio Sgarbi a Spoleto! Si ricorda Vittorio?

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“Spoleto incontra Venezia”: apprezzamenti per la pittura impressionista di Barbara Pazzaglia

Continua il successo della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 costituisce un simbolico “osservatorio sull’arte contemporanea”, richiamando le parole del curatore Vittorio Sgarbi, e propone una ricca collettiva con una serie di illustri personalità tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, Pier Paolo Pasolini. L’esposizione con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes, è allestita nelle meravigliosa cornice storica di due nobili dimore, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. La pittrice impressionista Barbara Pazzaglia ha proposto nell’occasione delle interessanti creazioni ottenendo apprezzamenti elogiativi.

Il mosaico di forme e di immagini dall’apparente semplicità compositiva e scenografica delle strutture narrative della Pazzaglia si esplica in un’elaborazione ragionata e ponderata, dove ogni componente si inserisce nel contesto rappresentativo per motivi precisi, di equilibrio ottico, cromatico e semantico. Ha una personalità artistica proiettata verso un’inclinazione impressionista con profonde connotazioni emotive. La natura è vista come risorsa sublime e fonte d’ispirazione del traguardo creativo, innescato da un percorso esistenziale di umile e costante ricerca di significati primari, da inserire in un linguaggio universalmente condivisibile.

Sullo stile da lei perseguito spiega “La mia pittura lascia immaginare attraverso l’impressione e suscita la curiosità della percezione. La natura è per me fonte d’ispirazione primaria. I colori sono molto importanti, così come l’impianto del quadro, la sua struttura e le emozioni che comunica. Il bianco è sempre presente come luce intera, somma di colori puri, è l’assenza di confini, l’infinito. La mia attenzione si rivolge ai piaceri, che scaturiscono dalle impressioni, dalle sensazioni, dalla percezione, dal corpo, dall’intelletto“.

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Edyta Wachowicz: a Spoleto incontra Venezia le trasfigurazioni oniriche dell’artista polacca

“Spoleto incontra Venezia” si propone come vetrina internazionale a cui si ricollegano nomi di esponenti di prestigio come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, Josè Dalì. La grande mostra è in allestimento dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 con la curateladel professor Vittorio Sgarbi e la direzione del noto manager produttore Salvo Nugnes. L’allestimento è nel magnifico Palazzo Rota Ivancich, situato a pochi passi da Piazza San Marco. Tra i selezionati artisti partecipanti Edyta Wachowicz porta la sua arte pittorica di originale ed eclettica ideazione.

La pittrice di origine polacca attualmente vive e lavora nel centro di Firenze. Ha studiato Storia dell’Arte e Letteratura. Molti suoi quadri sono conservati in collezioni private di tutto il mondo. E’ anche una fotografa professionista e una graphic designer di successo. I suoi dipinti d’impronta moderna seguono l’elemento onirico e la fantasia ed esprimono il lato grottesco della vita. Il colore è elemento protagonista. I suoi lavori sono influenzati dal Dadaismo e dal Futurismo.

Di lei hanno scritto “Pittrice, come un abile funambolo cammina in bilico tra sogno e realtà, attraverso allegorie concettuali, simboli nascosti e colori significanti. Opere avvolte da un alone magico e trasognato, che però non indietreggia di fronte agli aspetti più grotteschi della vita”.

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L’essenza della pelle: in mostra a Spoleto incontra Venezia l’arte iperrealista di Antonio Santucci

Tra i il novero degli artisti in mostra a “Spoleto incontra Venezia” è presente anche l’artista Antonio Santucci. L’evento è in allestimento dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 a Palazzo Rota Ivancich, storico edificio nei pressi della meravigliosa Piazza San Marco. La mostra è curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes. Tra i nomi di spicco artisti come Dario Fo, José Dalì ed Eugenio Carmi.

Antonio Santucci è un pittore che fin da piccolo ha sempre espresso l’amore per il disegno, i colori e soprattutto per la figura umana, tanto da scrutarne tutti i particolari ed arrivare ad essere un pittore quasi totalmente iperrealista. Santucci utilizza la tecnica dell’acrilico per dipingere per lo più volti, usa il colore su tela in maniera eccellente ed il suo tratto appare molto personale e deciso. Ogni soggetto dipinto ha un incarnato differente che rende l’opera e la persona ritratta unica ed autentica. Le pieghe della pelle e delle labbra, il colore dell’iride, la delicatezza dei capelli e la durezza del volto sono caratteristiche essenziali dei suoi dipinti.

L’artista esprime l’eleganza iperrealista della pelle, la arricchisce di dorature naturali, la modella sulla tela come fosse seta e la stropiccia come fosse carta, ne evidenzia il tempo che passa, butta fuori storie vissute ed esprime l’essenziale attraverso la corteccia rosea. Antonio Santucci affronta la sua arte in maniera completa, scrutando attraverso la pelle l’essenza dell’anima. Il suo percorso verso l’iperrealismo è dovuto alla continua ricerca di molteplici personalità e all’esplorazione di caratteri su cui riflettersi ogni istante in maniera differente. Il fitto e sostanzioso tracciato della narrazione pittorica di Antonio Santucci, regala un impatto visivo di immediato stupore. L’assoluta perfezione tecnica elaborativa trae quasi in inganno l’osservatore, facendo scambiare le raffigurazioni, dal prodigioso virtuosismo esecutivo, per immagini fotografiche ad altissima qualità.

Lo scrupoloso lavoro compiuto da Santucci, si focalizza prevalentemente sulla complessa e articolata gamma delle espressioni umane dei volti, sui peculiari caratteri distintivi facciali, sui fattori compositivi specifici della ritrattistica dei visi, proposti in versione di prospettiva molto ravvicinata, con una formula di inquadratura in visuale di primo piano. Tale metodologia applicativa, frutto di un approfondito e accurato studio preparatorio in materia, permette di carpire e valorizzare ogni minimo dettaglio, anche quello in apparenza più insignificante, imprimendo una reale veridicità di stupefacente effetto estetico, senza però tralasciare l’importanza dello scandaglio psicologico e dell’analisi dei contenuti introspettivi, riferiti ai soggetti protagonisti dei quadri.

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Salvo Bennardello e le sue sculture in mostra a Spoleto incontra Venezia

Lo scultore Salvo Bennardello è presente nel selezionato parterre di nomi importanti, che espongono nel contesto della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata dal critico Vittorio Sgarbi, che si svolge nella magica atmosfera di Venezia presso due location di forte rilievo, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. L’evento diretto dal manager produttore Salvo Nugnes si tiene dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la partecipazione d’eccezione di nomi illustri, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì.

La produzione artistica di Bennardello si distingue per la connotazione distintiva di matrice sacrale e religiosa, che guida la mano dell’autore nella realizzazione. L’arte è da lui intesa come una “via spirituale” sostenuta e sorretta da una devozione accorata, da una fede incrollabile. Per Bennardello l’artista riesce nel suo intento, è un trasmettitore di idee e quindi ha una grande responsabilità sia verso dio sia verso il mondo. Su questa scia di pensiero imposta il suo variegato percorso nel panorama dell’arte.

Nel commentarne lo stile inconfondibile è stato scritto “Le creazioni di Bennardello sono forti, incisive, esempio di appassionata ricerca di valori plastici ed espressivi, che si completano nel sinergico equilibrio di una sensibilità trasmessa nel modellato sobrio e minimale. Gli schemi strutturali sottolineano la volontà di affrontare la narrazione in termini approfonditi, comprensibili, eloquenti e persuasivi, attraverso un lessico moderno, ma di derivazione classica. La linearità -pulita e asciutta- nella levigatezza esclude ogni sovrastruttura accademica e ogni -vuoto- superfluo. Si percepisce il senso preciso dell’esistenzialità, che trova radici nell’animo dell’artista e viene alimentata dalla fervida fede. Si individua una coerenza stilistica rinnovatrice, non iconoclasta, che scaturisce da un indiscutibile estro e dall’innato buon gusto personale. In Bennardello è costante il riferimento a una nobile tradizione, che precede il progetto su carta all’opera finita, attraverso pratiche eminentemente artigianali. Contestualmente all’ideazione progettuale vi è un procedere concreto, che scandisce i diversi momenti di lavorazione fino al raggiungimento del grado supremo di raffinata perfezione”.

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Claudio Messini espone le sue opere alla mostra curata dal Prof. Vittorio Sgarbi

Il talentuoso artista Claudio Messini è stato intervistato in occasione della sua partecipazione alle grandi mostre “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes. L’esposizione è allestita fino al 24 Ottobre 2014, presso due storici edifici veneziani: Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich.

 

D:Per Lei l’arte è stata una valvola di sfogo nella Sua vita?

R: Più che una valvola di sfogo, direi che è stata una componente fondamentale della mia esistenza. Mi sono dedicato all’arte spaziando dalla pittura al teatro sia come attore che come regista. Comunque devo dire che l’arte pittorica fa parte sostanzialmente del mio DNA, se così si può dire. Ho ricevuto una formazione in tal senso frequentando corsi di studio artistici.

 

D: A quale corrente artistica si ispira? 

R: Tutto ciò che fa parte del nostro bagaglio culturale è sempre motivo di ispirazione: anche per me è stato così. Ho amato ed amo i classici ed tutta l’arte del Novecento, tuttavia se dovessi citare un nome direi Mirò

 

D: Qual è l’emozione più forte che le ha dato creare una Sua opera?

R: Le emozioni non sono definibili: entusiasmo, soddisfazione, talvolta esaltazione ed anche dubbi quando l’opera non risponde alle nostre ansie di ricerca.

 

D: Come concepisce l’arte?

R: L’arte è tutto ciò che esplode dall’intelligenza umana ed in questo senso indefinibile

 

D: Cosa l’ha spinta a dipingere?

R: L’istinto

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Claudio Messini si racconta: a Spoleto incontra Venezia le creazioni dell’eclettico artista veronese

È davvero un appuntamento di strepitosa risonanza mediatica quello della grande mostra veneziana di “Spoleto incontra Venezia” che dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 raduna e accoglie con una corposa esposizione collettiva dei personaggi ad altissimo livello, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì con la curatela del professor Vittorio Sgarbi e la gestione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes. Le sedi ospitanti del mega evento artistico culturale sono due maestosi edifici di aristocratica origine, Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich nel cuore della meravigliosa cornice lagunare. L’eclettico artista Claudio Messini, già presente alla mostra di “Spoleto Arte” con ampio riscontro e consenso, ha portato in questa occasione delle nuove coinvolgenti creazioni pittoriche ispirate da una formula di astrattismo materico assolutamente originale e personalizzata.

Intervistato di recente sul valore dell’arte nel suo percorso esistenziale Messini ha spiegato: “L’arte è stata ed è una componente fondamentale della mia esistenza. Mi sono dedicato all’arte spaziando dalla pittura al teatro, sia come attore sia come regista nella compagnia teatrale da me fondata con il nome di “Gotturni”. Devo dire che l’arte pittorica fa parte sostanzialmente del mio DNA, se così si può affermare. Ho ricevuto una formazione specifica in tal senso anche frequentando dei qualificati corsi di studio artistici”. E proseguendo dice “Ritengo, che tutto ciò che appartiene al nostro multiforme e variegato bagaglio culturale è sempre uno stimolante motivo di ispirazione. Anche per me è così. In particolare ho amato e amo i classici e tutta l’arte del novecento, che è estremamente varia e vasta, ma se dovessi citare un nome principale di riferimento direi Mirò, senza però nulla togliere agli altri grandi maestri dell’epoca, a cui va il mio tributo di ammirazione”.

Riguardo le emozioni trasmesse attraverso le proprie opere dichiara “L’istinto mi spinge a dipingere. Le emozioni suscitate non sono definibili: entusiasmo, soddisfazione, talvolta esaltazione e anche dubbi quando l’opera non risponde alle nostre ansie di ricerca. L’arte è tutto ciò che esplode dall’intelligenza umana ed è in questo senso indefinibile”.

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La cilena Flavia Rebori espone i suo lavori a Spoleto incontra Venezia

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” è stata inaugurata con clamoroso successo in data 27 Settembre e resterà allestita fino al 24 Ottobre 2014 tra le possenti mura di due meravigliosi Palazzi nobili veneziani, il Falier e il Rota-Ivancich. L’esposizione, curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, vede tra i protagonisti nomi di forte spicco internazionale come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Nel novero selezionato di partecipanti rientra la talentuosa pittrice Flavia Rebori con le sue delicate ed eleganti creazioni acquerellate.
La luminosità dei cromatismi negli acquerelli della Rebori si libera in quel senso di leggerezza, che concede trasparenza, fluidità e variegazione. Il libero fluire di immagini e intuizioni la accompagnano nell’atto creativo. Analoga libertà è concessa allo spettatore. Con talento e controllo del mezzo governa l’acqua colorata, che fluisce sulla superficie pittorica per fare emergere di volta in volta una realtà magica, che spetterà a noi scoprire e decifrare.
Parlando delle emozioni, che riceve tramite l’atto creativo, la Rebori dice “L’emozione più forte è quella, che sorge quando vedo una forza più in là di me stessa, che sta dietro alla realizzazione degli acquerelli che faccio. Una forza, che non controllo soltanto io e mi spinge sempre a cercare vie di perfezione, dove perfezione significa sciogliere i legami della ragione e dell’emozione e scoprire, che io metto solo alcuni ingredienti nel creare, ma poi intervengono altre forze che sento al di sopra di me. Allora quando più mi emoziono è proprio quando vedo, che ho perso il controllo della tecnica nella riuscita di un acquerello ed è grazie a questo che ottengo un risultato finale eccellente, diverso, inaspettato, imprevisto, molto più bello, che se lo avessi progettato prima a monte”.

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L’arte manierista di Alessio Papa trova grandi consensi a “Spoleto incontra Venezia”

“Spoleto incontra Venezia” la grande mostra a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes offre una prestigiosa carrellata di opere in esposizione nel meraviglioso contesto secolare di due nobili dimore veneziane, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich, che resteranno allestiti dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Tra i partecipanti si annoverano nomi di spicco tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Nel gruppo esclusivo dei rinomati artisti il poliedrico pittore Alessio Papa ha ottenuto forti consensi con i suoi suggestivi quadri di matrice manierista.

Sullo stile caratteristico distintivo di Papa è stato dichiarato “La sua pittura è un omaggio contemporaneo al manierismo della tradizione classica, nella sua celebrazione ed esaltazione del bello e del culto per la bellezza delle forme e del corpo umano, nella sua valenza primaria di centralità figurativa e nel recupero del suo ruolo di protagonista indiscusso. Di rilevante interesse la formula di rivisitazione delle antiche concezioni in chiave moderna e attualizzata, ponendolo come -novello Vasari- che con spirito innovatore miscela insieme storia, fantasia e senso della bellezza, rifuggendo dalla banalità dei contenuti e innescando una rivoluzionaria e innovativa evoluzione pittorica, che si affida all’antichità per reinventarla”.

Descrivendo il suo percorso evolutivo di ricerca Papa spiega “Considero l’arte come ciò che c’è di bello nello spirito umano, una miscela di storia, fantasia e senso della bellezza. Il manierismo per me è l’arte per eccellenza, l’arte della rinascita, che nel rinascimento affonda le radici. È da qui, che tutto inizia. L’evoluzione della pittura italiana tra il Cinquecento e l’Ottocento è stata straordinaria”. E prosegue precisando “Il manierismo è stato rivalutato nel senso di una grande rivoluzione pittorica. La mia pittura però è contro le avanguardie, pur non avendo niente da ribadire verso l’astrattismo o altri generi di pittura ultramoderna, ma io cerco altre cose. Non solo il colore. La mia è soprattutto arte figurativa”.

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Spoleto incontra Venezia: lodevoli apprezzamenti rivolti all’arte pittorica di Luciano LongoSi presenta come importante osservatorio sull’arte contemporanea, riprendendo la definizione data dal curatore Vittorio Sgarbi, la grande mostra di “Spoleto…

Si presenta come importante osservatorio sull’arte contemporanea, riprendendo la definizione data dal curatore Vittorio Sgarbi, la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia”, che sotto la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, raccoglie in esposizione collettiva un selezionato gruppo di esponenti di spicco tra cui Dario Fo, Renato Guttuso, Eugenio Carmi, José Dalì all’interno di due sedi veneziane di secolare prestigio quali sono Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivacich. L’evento si tiene dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 ed è visitabile ad ingresso libero. Tra i nomi noti si inserisce anche il pittore Luciano Longo, che nell’occasione ha ricevuto particolari commenti elogiativi.
Descrivendone l’abile virtuosismo creativo, su Longo è stato detto “La capacità di esprimere delle verità mediante cose e concetti vicini e attinenti al vero, dimostrano la genialità del suo operato, che lo porta a generare rappresentazioni con molteplici piani di visione, che forniscono un’ampia gamma di interpretazioni da poter recepire e comprendere nell’immediato. La sua pittura è portatrice di quei valori supremi e assoluti, che l’arte nei secoli ci ha trasmesso attraverso un nuovo linguaggio, un codice personalizzato frutto di una maestria eccelsa. La magia, che emerge dalle tele scaturisce da esperta manualità, che riporta alla memoria determinati aspetti del suo particolare fare artistico, che si manifesta nel rapporto di unione con la materia, invitandolo a plasmarla e a produrre “parole” diverse, che si aprono verso direzioni prospettiche sempre nuove e sorprendenti”.
Nelle opere realizzate con accurata tecnica tradizionale di lavorazione, come sono quelle di Longo, non si può non cogliere quella commistione di saperi, conoscenze e forza creativa di fronte alla quale si ritrova la sensazione di guardare il passato e vedere il presente e il futuro. Dinanzi ai suoi dipinti non occorre andare alla ricerca di significati ambigui, astrusi, complicati, troppo enigmatici e reconditi. I contenuti sostanziali di riferimento sono palesemente manifesti ai nostri occhi, nel lento incedere dell’atto pittorico, nelle pennellate di colore minuziose e dettagliate, nei tratti dei disegni, che invitano a leggere accuratamente e a tradurre i segni e i simboli, che costruiscono la struttura narrativa e proiettano in una dimensione di comunicazione universale.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Nicola Sacco

“Spoleto incontra Venezia” la grande mostra veneziana sotto l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi, sta riscuotendo altissima risonanza mediatica, accorpando in formula di esposizione collettiva una pregiata e variegata serie di opere appartenenti a personalità di lustro internazionale, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, Pier Paolo Pasolini. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 ed è accolto tra le sontuose mura di due magnifiche location di origine aristocratica, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Il noto pittore Nicola Sacco, che rientra nel novero esclusivo degli artisti ospiti, ha proposto per l’occasione delle interessanti creazioni pittoriche con ottimi consensi a suo favore.

Sacco rivolge sovente l’attenzione alla veduta naturalistica, contenente delle simbologie di matrice contemporanea, in un multiforme tracciato di sovrapposizioni di elementi figurativi e cromatici. La passione e l’amore per la natura e per l’ambiente territoriale circostante sono il filo conduttore di un percorso pittorico condotto in modo chiaro, lineare, preciso, armonico e ben fruibile per l’osservatore. Ogni opera riflette un proprio contenuto preciso in termini di significato e presenta una serietà e una disciplina nell’utilizzo sapiente e coscienzioso dei colori e dei giochi plastici, sinonimo di una ricerca visionaria condotta dentro i binari di un’esperta e bilanciata conoscenza degli scenari riprodotti.

Su di lui è stato commentato “Tramite le sue narrazioni visive proietta l’osservatore in un mondo assai variegato e ricco di colori. Il linguaggio cromatico davvero ricercato le tematiche di rilievo ne evidenziano l’indole dall’intenso spessore. È riuscito ad elaborare una segnica assolutamente personalizzata, avvalendosi soprattutto di tonalità e sfumature calde e avvolgenti. La luce domina sull’oscurità, che viene solo accennata, ma le tenebre e il buio scompaiono. Le tele sono strumento per esprimere e divulgare profondi sentimenti emozionali, di cui sacco diventa portavoce con la propria ricerca stilistica”.

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Claudio Scandura propone i suoi lavori alla grande mostra curata da Sgarbi a Venezia

Esposizione imponente quella allestita in occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nella magica atmosfera di Venezia tra le mura di due dimore istituzionali di origine aristocratica, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. La curatela è affidata al professor Vittorio Sgarbi con la gestione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes. Tanti i protagonisti illustri, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Il talentuoso pittore Claudio Scandura scelto nell’esclusiva carrellata di nomi di prestigio, ha riscosso forti elogi di consenso per le creazioni esposte.
L’arte di Scandura è assai attenta alla qualità della resa, mai fatta di getto e per puro istinto. Le opere sono preparate a monte con misura e cura certosina. Nascono da idee e ispirazioni mentali per rievocare un paesaggio, una figura, un volto, una scena di vita. Talvolta, lo sfondo funge da protagonista nella composizione e allora tutto si adatta per darne il massimo risalto scenico. Tramite l’uso dei colori parla, racconta allo spettatore in modo chiaro e comprensibile, perché l’arte va condivisa con tutti. Il suo fare arte è espressione sublime della vita, ricerca del bello e dell’armonioso, ricerca di se stesso nell’atto creativo.
Sull’ispirazione portante che lo guida dice “Un’opera nasce dall’idea di rappresentare un paesaggio, una raffigurazione umana, una scena di vita quotidiana. Inizio un’opera con l’intento primario di raccontare qualcosa alla gente con i colori e cerco di farlo affinché chiunque osserva possa comprendere appieno il significato sotteso impresso sulle tele”. E aggiunge “Non dipingo mai per puro istinto gestuale. Prima procedo a squadrare la tela, poi eseguo il disegno base, quindi inizio a dipingere come se fosse un puzzle da comporre gradualmente. Quando la colorazione di base è completa nella stesura passo ai chiaro scuri e alle sfumature tonali, che amalgamano e armonizzano l’insieme compositivo”.

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