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PAOLO AMENDOLA: ALLENARE I GIOCATORI NON MI BASTA, VOGLIO RENDERLI DEI CAMPIONI

Paolo Amendola oggi è sì un allenatore di pallavolo di fama internazionale, ma non solo: è un mental coach.

Che cos’è esattamente direte voi? È una figura professionale il cui obiettivo è aiutare i propri giocatori ad ottenere una performance da standing ovation, a gestire situazioni caratterizzate da forte stress, insomma un’esibizione che permetta di vincere competizioni importanti. Tutto è cominciato quando, conclusasi la sua esperienza da giocatore in campo ma non la voglia di rimanere nell’ambiente sportivo pallavolistico, decise di intraprendere la carriera di coach con il solo obiettivo di supportare e scovare ragazzi dal forte ed acerbo talento. Fu in quel momento che trasformò la propria passione adolescenziale in una vera professione.

 

GLI ESORDI DA COACH DI PAOLO AMENDOLA

Il mondo della pallavolo ha sempre fatto parte della vita di Paolo Amendola, quasi come se fosse una seconda pelle: prima come giocatore e poi come mister.

Quando era ancora al liceo, di pomeriggio aiutava ad allenare una piccola squadra di minivolley e la sera svolgeva i suoi allenamenti. Resosi conto di quello che avrebbe voluto fare nella vita, appese le scarpe al chiodo per dedicarsi al training.

Ha intrapreso questa carriera a partire dal 2000, quando ha cominciato a lavorare nei settori giovanili delle squadre della sua provincia.

Paolo Amendola, forte della sua preparazione anche in ambito accademico, con una laurea in Scienze motorie , un Master di II° livello in Management e Gestione dello sport e un Master FIPAV in “Alta specializzazione per la formazione di  Allenatori del Settore Giovanile, nella stagione 2007/08 approda così su una della panchine più blasonate d’Italia: la Pro Patria Milano.

Quest’esperienza gli vale, l’anno successivo, la carica di vice allenatore alla Life Volley Milano nel campionato di A2 femminile, squadra con la quale raggiungerà la semifinale play off e la Final Four di Coppa Italia.

L’anno successivo, non pago, si trasferisce alla corte del Chieri Volley, diventando uno dei più giovani allenatori ad allenare in serie A.

Il risultato che più gli ha dato soddisfazioni è la disputa del campionato 2010/2011, quello in cui la sua Cuatto Volley Giaveno agguantò l’obiettivo salvezza; a detta di tutti  il contributo di Paolo Amendola, alla prima esperienza in qualità di head coach,  permise alla squadra torinese la permanenza nella serie A2.

 

PAOLO AMENDOLA E L’ESPERIENZA DI MADRID

Paolo Amendola è un uomo senza confini, soprattutto territoriali;  l’Italia non è sufficiente, ha bisogno di allargare i propri orizzonti, i quali sono rivolti verso la Spagna.

Nel 2011 Paolo Amendola vola a Madrid per allenare la Feel Voleibol Alcobendas, una squadra militante nel campionato di Superliga 2. Qui non solo ricopre il ruolo di ct ma anche quello di Direttore Tecnico, una figura, dunque, di notevole rilevanza e importanza.

A metà campionato però, nonostante l’ottimo rendimento della squadra,  seconda in classifica, la vittoria della prestigiosa Copa Comunidad de Madrid e la qualificazione storica alla Final Four della Copa de la Princesa, a dimostrazione della sua bravura e capacità, rassegna le dimissioni dal club.

Il  team riuscirà comunque a vincere la Copa de la Princesa e terminerà il campionato al terzo posto.

 

PAOLO AMENDOLA DIVENTA MENTAL COACH

Acquisito l’esperienza, Paolo Amendola capisce che un fisico ben allenato non è sufficiente per vincere: occorre che la mente pronta a sostenere qualsiasi tipo di situazione e a gestire stress ed ansie.

Decide quindi che un corso di mental coaching è ciò che fa al caso suo: gli permetterà di aiutare i suoi atleti a trovare l’autostima necessaria per raggiungere traguardi importanti, rendendoli consapevoli delle proprie risorse, sia fisiche che mentali, e soprattutto delle loro potenzialità nascoste.

Grazie a questo corso Paolo Amendola sviluppa quindi doti di pianificazione, formazione e gestione di team sportivi, affina le sue doti d’ascolto e di dialogo, indispensabili per ispirare fiducia nei suoi giocatori e soprattutto per trasmettere quel coraggio e quella tenacia necessari per affrontare qualsiasi gara, e accresce le sue abilità di motivatore, ottenendo dopo un esame finale la qualifica di Certified Mental Coach.

 

LA VITA DI PAOLO AMENDOLA DOPO LA CERTIFICAZIONE

Oggi Paolo Amendola esercita le sue competenze di allenatore di volley e di sport mental coach, guidando la Bocconi Volley Team. Ma la sfida più grande l’affronta quotidianamente tra le mura domestiche: è infatti sposato da alcuni anni con Georgina Pinedo, giocatrice della nazionale argentina di volley.

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IL MENTAL COACHING: LA STRADA PER CALCIATORI E IMPRENDITORI CHE VOGLIONO ESSERE I NUMERI UNO

Perché un individuo è spinto a partecipare ad un corso di mental coaching?

Due sono le possibili motivazioni: migliorare se stessi o aiutare gli altri.

Una persona può decidere di intraprendere questo percorso perché ha la necessità di sistemare alcune questioni della propria vita: siano esse di carattere privato piuttosto che di tipo professionale. Ha quindi bisogno di un coach che lo aiuti a capire quale sia il problema ma soprattutto come risolverlo, che gli dia gli strumenti necessari per raggiungere l’obiettivo. Il sostegno che richiede gioverà direttamente e unicamente a lui.

Aiutare gli altri con il coaching è l’altro motivo per cui un individuo desidera ottenere la qualifica di mental coach. Lo scopo di un allenatore mentale è acquisire tutte le competenze e le tecniche necessarie in materia, da attuare in un secondo momento con persone che hanno bisogno di sostegno per dare il meglio di sé e uscire da situazioni difficili. È bene chiarire che diventare mental coach non significa essere in grado di sostituire uno psicologo, come molti di voi saranno portarti a pensare. Tale professione infatti non si estrinseca nel fare terapia e non ha nulla a che fare con le patologie mediche. Il Mental Coach lavora per aiutare persone a superare se stesse e raggiungere livelli ancora più alti di prestazione. In che modo? Utilizzando produttivamente le qualità a disposizione e velocizzando ed efficace l’accesso alle migliori risorse che una particolare situazione richiede.

 

UN VALIDO AIUTO PER I CAMPIONI FUTURI E QUELLI PASSATI: LO SPORT MENTAL COACH PER CALCIATORI

Nel mondo del pallone si sta diffondendo la figura dello sport mental coach per calciatori. Questa professionista ha come obiettivo primario quello di migliorare le performance agonistiche dell’atleta: ciò su cui va a lavorare è l’approccio mentale, la personalità mentre sul piano tecnico e tattico rimane centrale e insostituibile il ruolo del mister. Lo sport mental coach analizza le debolezze e i punti di forza del giocatore, mirando a far emergere tutto il suo potenziale inespresso, quello che rimane ogni volta nascosto quando subentrano stress ed ansia. Il suo obiettivo è permettere all’atleta di imparare a gestire la tenuta emotiva, controllare lo stress e mantenere un livello di concentrazione elevato nonostante le distrazioni esterne ed interne che possono esserci.

Lo sport mental coach per i calciatori assume un ruolo importante per i giovani atleti dei settori giovanili che sentono la tensione di salire in prima squadra, un ambiente meno protettivo, più duro, dove i soldi iniziano a circolare e, si sa, dove ci sono i soldi ci sono pretese, dove ci sono pretese non si ammettono errori.

Per i calciatori lo sport mental coach può essere fondamentale per risolvere una crisi emotiva che rischia di logorare il giocatore  mentalmente e che gli impedisce di raggiungere l’unico risultato a cui aspira, la vittoria. A volte riconfermarsi è molto più difficile che vincere. Quando ha dimostrato il proprio talento, un campione per sentirsi tale ha bisogno di trionfare nuovamente per dimostrare che quanto accaduto precedentemente non era frutto del caso, la cosiddetta fortuna del principiante, ma merito della tenacia e della costanza impiegate per mesi e anni negli allenamenti quotidiani. L’ansia da riconferma diventa dunque un sentimento facile da provare, capace di paralizzare, di trasformare anche un’azione banale  nella più difficile e innaturale. Il compito di un mental coach sportivo in questo caso sarà di sbloccare la mente del giocatore e fargli comprendere che se è riuscito già una volta ad arrivare al traguardo, salvo condizioni fisiche che non lo permettano, non c’è ostacolo che possa impedirgli di bissare il successo, avendo oltretutto dalla sua la carta dell’esperienza

 

L’AIUTO CONCRETO NEL MONDO PROFESSIONALE: IL BUSINESS COACH PER IMPRENDITORI

Per tutti gli uomini d’affari che hanno una vita piuttosto movimentata, che non si sentono più all’altezza di certe mansioni o non sono più in grado di gestire i problemi che si presentano ogni giorno, è possibile ricorrere al sostegno del business coach per imprenditori. Guadagnano bene, viaggiano molto, sembrano essere realizzati, perché dovrebbero averne bisogno? Perché essere manager, per quanto attraente possa sembrare, in realtà impone tante responsabilità, e quindi una mole di stress emotivo non indifferente, e spesso richiede anche tante rinunce, come la mancanza di punti fissi e stabilità, la lontananza dagli affetti più cari. Servono inoltre grande senso pratico, individualismo e carisma.

La figura del business coach  per imprenditori ha il compito di aiutare il manager a sapersi districare tra i mille impegni quotidiani, a dividersi tra vita privata, impegni di rappresentanza, pratiche organizzative e public relations. Ha lo scopo di aiutare il cliente a ridefinire scopi, missioni e obiettivi. Può anche servire a renderlo più sicuro dei propri mezzi, delle proprie capacità, ad avere un maggior appeal sui propri dipendenti,  perché lo riconoscano come leader di fatto, in modo da essere coinvolti in quello che fanno con dedizione e impegno. Un manager consapevole delle proprie capacità, in pace con se stesso, capace di gestire situazioni critiche è uomo felice a casa e utile in azienda.

Il business coaching non trova limiti di intervento perché risulta applicabile a qualsiasi tipo di business, sia esso di piccole, medie o grandi dimensioni. I dirigenti con le tecniche di un business coach arrivano a individuare e mettere in atto le giuste strategie per il cambiamento e a migliorare le performance aziendali.

 

IL DIALOGO INTERNO

Una delle tecniche maggiormente utilizzata nel Mental Coaching è il dialogo interno. Il dialogo interno nel coaching si basa sul fatto che noi siamo dei soggetti pensanti, riflettiamo continuamente, in modo positivo e negativo, e in questo modo, senza rendercene conto, influenziamo le attività che svolgiamo. Il dialogo interno è la voce della nostra coscienza: è il processo con cui le persone parlano mentalmente a se stesse, una sorta di radio interiore che commenta, giudica e si interroga. La sua forza è enorme, il suo potere incredibile: può dare la giusta spinta per agire, può essere incoraggiante, consolatorio, ma allo stesso tempo essere in grado di bloccare un uomo, mutandosi in categorico, paralizzante. L’esercizio di un dialogo interno positivo è fondamentale perché finalizzato a influenzare positivamente o negativamente, modificare il modo di pensare e migliorare così l’intera prestazione.

 

Se pensi che la mente abbia una grande influenza sulle nostre attività, se sei un manager o un calciatore in difficoltà o se semplicemente vuoi acquisire delle tecniche particolari per poter aiutare gli altri a superare delle situazioni spiacevoli, che rendono la loro vita quotidiana più faticosa di quanto non debba essere, allora un corso di mental coach è veramente ciò di cui hai bisogno.

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La definizione di coaching

ICF definisce il coaching come una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale.

 

Grazie all’attività svolta dal coach, i clienti (i cosiddetti coachee) sono in grado di apprendere ed elaborare le tecniche e le strategie di azione che permetteranno loro di migliorare sia le performance che la qualità della propria vita.

Il coaching è una strategia di formazione che, partendo dall’unicità dell’individuo, si propone di operare un cambiamento, una trasformazione che possa migliorare e amplificare le proprie potenzialità per raggiungere obiettivi personali, di team, manageriali e sportivi.

 

Un coach che abbia raggiunto il certified mental coach offre al cliente strumenti che gli permettano di elaborare e identificare i propri obiettivi e rafforzare la propria efficacia e la propria prestazione.

 

Il Coaching può essere rivolto a imprenditori, manager, insegnanti, atleti (pertanto è stata creata una adeguata terminologia: life coach, business coach, sport coach, ecc) e a tutti coloro che desiderano migliorare le performance e raggiungere obiettivi particolarmente impegnativi.

Il cliente è prima di tutto rispettato, sia dal punto di vista personale che professionale, e viene considerato in grado di gestire efficacemente la propria vita ed il proprio ambito lavorativo in quanto persona creativa e piena di risorse.

 

Sulla base di ciò, le responsabilità del coach sono:

  1. scoprire, rendere chiari ed allineare gli obiettivi che il cliente desidera raggiungere;
  2. guidare il cliente in una scoperta personale di tali obiettivi;
  3. far in modo che le soluzioni e le strategie da seguire emergano dal cliente stesso;
  4. lasciare piena autonomia e responsabilità al cliente.

 

Durante ciascun incontro è il cliente stesso a scegliere l’argomento della conversazione, mentre il coach lo ascolta ponendo osservazioni e domande. Questa interazione contribuisce a creare maggiore chiarezza ed induce il cliente a divenire proattivo.

 

Lo sport mental coach aiuta nelle scelte se accompagna il cliente in un processo così importante e delicato sapendo muoversi con estrema cautela, senza spingerlo verso una decisione ma stimolandone la maturazione della scelta con delle domande.

 

Il valore di un percorso di coaching è proprio nel favorire il processo decisionale grazie al raggiungimento della consapevolezza dell’apprendimento maturato. Per poter raggiungere risultati bisogna avere chiarezza, focalizzazione sull’obiettivo, metodo e costanza.

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Il mental coach on line è una professione molto richiesta

Per essere un buon coach è importante avere talento e inclinazioni naturali che verranno messe a frutto con l’apprendimento rigoroso della tecnica del coaching grazie a corsi specializzati che prevedono il conseguimento del certified mental coach.

Indispensabile è possedere un genuino interesse verso l’essere umano, la capacità di provare una forte empatia, di comunicare onestamente, di trasmettere calore e partecipazione.

Importante è identificare in partenza qual è la nicchia nella quale ci si vuol specializzare cioè quali sono le persone e i problemi che si vorrebbero aiutare a risolvere una volta diventato un professionista (life, business, sport coach). Questo aspetto è fondamentale perché aiuterà a restringere il campo di azione e a trovare più facilmente i clienti a cui offrire le proprie competenze. Definire laspecializzazione aiuterà anche a diventare un mental coach migliore: mettere nel lavoro di mental coach l’esperienza acquisita nel corso della vita, non solo quella professionale, favorirà lo sviluppo di una particolare empatia nei confronti del cliente.

Una buona formazione prevede inoltre una grande quantità di ore di pratica (sia come coach che come coachee), oltre a un percorso personale che va condotto fino in fondo per poter provare sulla propria pelle quelli che sono i benefici del coaching.

Se si vuol diventare coach professionista e si hanno delle buone conoscenze linguistiche, la cosa migliore è seguire dei corsi in lingua inglese.

Prima di tutto perché la stragrande maggioranza di libri per la formazione è in inglese e perché formarsi in questo idioma permette di acquisire una certa terminologia che tornerà sicuramente utile se ci si troverà a fare coaching per clienti anglofoni. Il coaching infatti non è ancora molto praticato in Italia mentre è perfettamente usato come metodo di sviluppo e avanzamento personale in diversi Paesi europei (ad esempio l’Inghilterra), negli Stati Uniti e in alcuni Paesi asiatici.

Negli ultimi tempi i mental coach ricevono sempre più spesso la richiesta di instaurare il rapporto professionale on line. Nel rapporto one to one, quando cioè il programma si svolge tra un coach e un coachee, le uniche cose di cui c’è necessità sono un computer e una buona connessione a Internet. Anche in Italia il coaching online sta prendendo piede, certamente più in alcuni ambiti e meno in altri. Per quanto riguarda le aziende la situazione più diffusa è quella del coach che si reca fisicamente a svolgere il programma in presenza del team, mentre altre figure (come life coach e sport coach) scelgono di condurre la sessione solo basandosi sull’audio, perché ritengono importante poter cogliere le sfumature e i toni della voce. Una tecnica recente davanti alla quale molti clienti reagiscono con una certa resistenza per l’impossibilità di potersi sedere davanti al proprio coach e vederne (e mostrare) le espressioni, i gesti, etc.

E’ anche vero che per questione di tempo, per la distanza o semplicemente per comodità fare delle sessioni a distanza diventa non solo accettabile, ma decisamente gradito.

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L’importanza dello sport mental coach dal punto di vista di Stefano Barba

Stefano Barba afferma: “Secondo me il mental coaching è un’attività imprescindibile per l’atleta che vuole migliorarsi e realizzare i suoi obiettivi.” E se lo dice uno come Stefano Barba, pluricampione di rugby, c’è proprio da credergli.

 

STEFANO BARBA CAMPIONE DI RUGBY

Stefano Barba è stato un campione di rugby internazionale e vanta una lunga carriera ricca di soddisfazioni sportive.

Stefano Barba è stato trentacinque volte nella Nazionale Italiana di Rugby e quattro volte Campione d’Italia; ha affrontato due partecipazioni ai Campionati Mondiali di Rugby (Nuova Zelanda 1987 – Gran Bretagna 1991) e un Campionato australiano con il Warringah Sidney.

Smessi i panni del giocatore e forte delle competenze acquisite sul campo, Stefano Barba si è seduto su prestigiose panchine in qualità di Allenatore di rugby di 3° grado ed è stato Allenatore della Nazionale Italiana Rugby Under 17 dal 1995 al1997.

 

Lo spessore professionale di Stefano Barba si unisce alla passione, alla determinazione e all’onestà: valori che da sempre lo contraddistinguono nella vita come nello sport e che hanno fatto sì che Stefano Barba proseguisse la sua formazione da sport coach e ottenesse la qualifica di Certified Mental Coach da parte di CMC Italia.

 

Con  le nuove competenze da Mental Coach acquisite, il suo curriculum sportivo e il carattere determinato e passionale Stefano Barba è in poco tempo diventato il primo mental coach del rugby italiano ottenendo la carica di Mental Coach della SS Lazio Rugby.

 

STEFANO BARBA L’UOMO OLTRE IL CAMPIONE

Da atleta, Stefano Barba, ha calcato i campi della palla ovale di cinque continenti, ha vissuto l’atmosfera dei più grandi appuntamenti mondiali, si è scontrato contro avversari di tutti i tipi, ha pianto di gioia per le grandi vittorie e ha sofferto per gli infortuni più assurdi, si è esaltato e demoralizzato all’inverosimile, divertito ed annoiato. In tutta questa lunga serie di avventure Stefano Barba ha sempre avuto la sensazione che la sua prestazione fosse in qualche modo sempre migliorabile, che avrebbe potuto gestire meglio sia le vittorie che le sconfitte e che i momenti di soddisfazione fossero sempre troppo brevi.

 

Stefano Barba ha capito cosa fosse “quel piccolo buco in fondo all’anima” solo quando si è avvicinato al mental coaching. Diventato Mental Coach Stefano Barba si è reso conto che se avesse conosciuto prima l’importanza della preparazione mentale nello sport sarebbe riuscito a cogliere e ottimizzare molte più occasioni nella sua vita da rugbista.

Ogni incontro, ogni allenamento, ogni occasione importante sarebbe potuta andare in modo diverso. Messo da parte l’umano sentimento di rimpianto, Stefano Barba ha lavorato e studiato per diventare mental coach sportivo e cambiare la sua vita e quella dei suoi atleti.

 

STEFANO BARBA MENTAL COACH SPORTIVO

Grazie alla scoperta del mental coaching Stefano Barba ha completato la sua figura professionale e ha unito al grande bagaglio di esperienze sportive gli strumenti necessari per aiutare singoli atleti e squadre intere a ottimizzare le capacità per ottenere successi nello sport e soddisfazioni a tutto tondo nella vita.

 

Oggi Stefano Barba è un mental coach sportivo che aiuta gli atleti a capire le loro potenzialità, a lavorare sulla concentrazione, sulla motivazione e sugli obiettivi, sui punti deboli e sui difetti per portarli a sentirsi realizzati a lungo nel tempo e non solo nel flash di una vittoria.

 

Spinto dalla grande passione sportiva che ha sempre contraddistinto la sua vita, come rugbista professionista prima e come tennista di buon livello e golfista dilettante poi, Stefano Barba è a disposizione di tutti gli atleti che vogliano migliorarsi.

 

Stefano Barba lavora insieme agli sportivi professionisti e li aiuta a costruire un progetto che li realizzi in maniera completa, costante e duratura e che permetta loro di ottenere successo e raggiungere i più grandi traguardi nello sport come nella vita.

 

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Lo sport mental coach Gippo Scarpato

Gippo Scarpato: da calciatore professionista a mental coach certificato. Gippo Scarpato ha infatti recentemente conseguito il titolo di Certified Mental Coach. Calciatore professionista e golfista dilettante, osteopata e fisioterapista. Un uomo che ha fatto dello sport la sua vita: prima come sportivo e poi come coach sia fisico che mentale.

 

GIPPO SCARPATO CALCIATORE PROFESSIONISTA E ALLENATORE

Gippo Scarpato ha sempre amato lo sport, tanto da diventare un calciatore professionista e raggiungere nella sua carriera ottimi risultati e soddisfazioni. Attaccati gli scarpini al classico chiodo, è rimasto nel mondo del calcio come allenatore di alcune prestigiose squadre. Dal verde dei campi di calcio Gippo Scarpato è passato al verde dei campi da golf. Questa volta non come professionista, ma per il piacere di praticare sport all’aria aperta.

 

GIPPO SCARPATO OSTEOPATA E FISIOTERAPISTA

Gippo Scarpato ha seguito studi di osteopatia diplomandosi presso l’Accademia Italiana di Medicina Osteopatica di Saronno e poi studiando presso l’Université Européenne di Bruxelles conseguendo il prestigioso Diploma in Scienze Osteopatiche. Gippo Scarpato ha anche conseguito il Diploma in Massofisioterapia triennale a Perugia e poi, all’Università di Pisa, ha studiato per ottenere il Master Universitario di primo livello in fisioterapia sportiva.

 

GIPPO SCARPATO MENTAL COACH

Gippo Scarpato ha recentemente conseguito il titolo di Certified Mental Coach, presso CMC Italia. La sua esperienza nel campo dello sport professionistico come calciatore prima e come allenatore poi, unita all’aiuto della ripresa fisica di atleti fermati da infortuni, ha portato Gippo Scarpato a prendere in considerazione la possibilità di diventare uno Sport Mental Coach. La conclusione certo più pertinente e logica delle due precedenti esperienze andando ad unire lo sport, la professionalità, il fisico e anche la mente.

Quando un atleta si infortuna ha necessità di trovare un professionista che lo aiuti a riconquistare la forma fisica. Molte volte l’apporto “solo” del fisioterapista non è sufficiente, perché insieme all’infortunio fisico può essersi verificato un trauma psicologico.

Ecco che la figura dello sport mental coach diventa di fondamentale importanza per la ripresa dell’atleta. Gippo Scarpato specifica infatti: “E’ vero, a volte ci troviamo di fronte a casi in cui il danno strutturale è stato tale da impedire una ripresa funzionale ottimale, ma spesso ci sono casi in cui l’atleta ha valori dei test funzionali perfetti e lui stesso dichiara di sentirsi bene ma quando rientra e riprende le gare non è più in grado di esprimersi al top.”

Cosa è accaduto a quel professionista? In qualità di Sport Coach, ma anche grazie alla sua esperienza di calciatore professionista e di fisioterapista, Gippo Scarpato afferma che “Spesso per ritrovare la forma ideale non basta un intervento perfettamente riuscito o una corretta riabilitazione o avere test fisici ottimali. E’ nella testa che l’atleta deve tornare al top!

 

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