Il 7 aprile alla Villa Recalcati di Varese si svolgerà un convegno che si focalizza sul tema del cambiamento e dell’opzione digitale su misura per la piccola e media azienda. Tre dei relatori espongono la loro vision e la loro experience su alcuni dei nodi fondamentali per permettere alla PMI di stare al passo con i tempi, confrontandosi con i nuovi scenari e le nuove opportunità.
La comunicazione delle PMI italiana, punta di diamante dell’economia nazionale, è spesso organizzata sul modello delle aziende multinazionali; questa impostazione risulta fortemente fuorviante per le piccole e medie imprese perché non consente di portare la cultura di settore e frena l’innovazione applicata. Per ovviare a questo inconveniente l’agenzia SS&C, in collaborazione con CONFAPI – Associazione delle Piccole e Medie Industrie della Provincia di Varese, ha organizzato un convegno dal titolo “Ottimismo digitale, come l’innovazione può aiutare a rilanciare le Piccole Medie Imprese”. Il 7 aprile alla Villa Recalcati di Varese, a partire dalle ore 14, un nutrito gruppo di oratori tratterà di quegli aspetti del digital world a portata delle PMI, senza falsi miti o atteggiamenti alla moda. Il convegno “Ottimismo digitale” alternerà gli interventi degli oratori con prove dirette di innovazione applicata in un’area dell’incontro definita ‘Innovative Experience’, nella quale si potranno ‘toccare con mano’ le applicazioni digitali che aiutano concretamente e con successo le piccole medie imprese.
Tre dei relatori a “Ottimismo digitale”, Marco Camisani Calzolari, Giampiero Soru e Fabrizio Bellavista, hanno espresso la loro opinione sulle strategie urgenti da adottare per la PMI. Marco Camisani Calzolari, docente di linguaggi digitali all’Università IULM di Milano, web ambassador, autore del libro “Impresa 4.0”, docente sui nuovi media e consulente del Comitato per l’Innovazione del Turismo istituito dal Ministero del Turismo, terrà un intervento dal titolo “Il Digitale e il ritorno alle origini”. Afferma: “l’Italia è ancora molto indietro dal punto di vista digitale e la causa è prevalentemente culturale. Internet è spesso visto come una rete di tecnologie mentre è una rete fatta di persone, che può trasmettere il pensiero di tutti. Tra i primi fattori che potrebbero ovviare a questa arretratezza c’è la banda larga: un Paese che è fisicamente lungo da tenere connesso ha bisogno di rete, in modo da permettere anche a chi vive più lontano dai vari centri di approfittare delle opportunità economiche che altre aree hanno maggiormente sviluppato. Così il Centro e il Sud, che ad oggi meno utilizzano Internet, usufruendone potrebbero creare nuovi posti di lavoro; le imprese possono infatti ricavare grandi vantaggi dalle opportunità che offre la rete, basti pensare a tutti gli strumenti, servizi e sistemi organizzativi gratuiti del web che fino a ieri erano accessibili solo alle grandi aziende”. “Io poi proporrei” continua Camisani Calzolari “di ridurre l’IVA su tutte le opere intellettuali e addirittura su tutte quelle aziende che vendono attraverso l’e-commerce, che rappresenta una grande opportunità e infine di introdurre Internet nella scuola, fin dalle elementari, come materia scolastica”. A questo proposito la situazione attuale è sconfortante se si pensa che solo il 25% delle scuole italiane e il 10% delle aule sono servite da Internet. E conclude: “Internet dovrebbe essere un diritto costituzionale, in Finlandia è già stato dichiarato tale. Questo vale poco in termini concreti ma costituisce un messaggio molto importante”.
Giampiero Soru, Presidente dell’agenzia SS&C di Varese organizzatrice del convegno, in “Una comunicazione step by step: Kaizen Communication” parlerà di cambiamento e regole della comunicazione: “per dirla come i giapponesi, ci piacerebbe applicare alla comunicazione il metodo Kaizen, un concetto ripreso più volte da economisti e studiosi dei fenomeni legati alla produzione, che significa letteralmente ‘Cambiamento verso il Meglio’, ossia ‘Miglioramento Costante’. Così come i nostri clienti abbiamo chiare in mente due grandi necessità: consolidare i risultati già ottenuti e migliorare ciò che è migliorabile, cioè forse quasi tutto. Per migliorare dobbiamo, da una parte, metterci ad ascoltare le imprese più e meglio di prima; dall’altra, per essere in grado di rispondere alle loro richieste, captare tutti i cambiamenti in atto, sia per capitalizzare quanto maturato negli oltre 30 anni di esperienza in SS&C, sia per guardare al futuro con la voglia di arricchirci, giorno per giorno, di ogni nuova opportunità”. “Proprio perché italiani” aggiunge Soru “vogliamo condividere una ricetta slow, mutuata dallo slow food, che coniuga tradizione e innovazione, il piacere della lentezza (delle cose fatte bene) con la rapidità del pensiero e la velocità nell’assimilare i nuovi ingredienti del successo attraverso l’aggiornamento e la formazione continua. Comunicare step by step per noi significa ‘stare al passo coi tempi’, cioè rendere semplice ciò che sembra complesso, tanto difficile perché cambia ogni giorno. Il nostro compito è quindi quello di rendere semplice anche il cambiamento più complesso per poi averlo disponibile per tutti”.
“Le relazioni e le pubbliche relazioni a tempo di web” sarà invece l’intervento che il 7 aprile a Varese terrà Fabrizio Bellavista, partner Istituto Psycho Research, autore del libro “Idee” e esperto di comunicazione digitale. “La relazione” afferma concludendo “è il fatto più rilevante nel contesto della comunicazione digitale: certamente non è una scoperta recente ma le piattaforme di condivisione hanno moltiplicato le occasioni di interazione e quindi ‘la relazione’ è diventata in breve il fatto centrale… Le New Relations (aggiornamento delle cosiddette Pubbliche Relazioni) includono engagement, ufficio stampa 2.0, relazioni con ambassador e opinion leader on line, social network marketing e hanno come momento distintivo due regole basic. La prima è che ogni testo deve essere redatto in modo che sia di facile lettura sia per le persone che per i motori di ricerca; la seconda che la coltivazione della reputation on line di un brand richiede un intervento a più livelli in modo da creare un ecosistema digitale di contenuti vari e di alta qualità (foto, video, presentazioni PPT e naturalmente testi e interviste)”.
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