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PAGAMENTI COMMERCIALI: BENE IN EUROPA DANIMARCA E GERMANIA, IN DIFFICOLTA’ REGNO UNITO E PORTOGALLO MALE LA CINA, BENE TAIWAN, STABILI GLI STATI UNITI

A fine 2013 il 38,9% delle imprese italiane ha pagato alla scadenza le fatture, una performance migliore della media europea, pari al 38%. In Danimarca l’87,6% delle imprese è puntuale, in Germania il 75,3%. In crisi il Portogallo e il Regno Unito. Bene il settore agricolo, in difficoltà il commercio al dettaglio. I risultati dello Studio Pagamenti 2014 di CRIBIS D&B

Milano, Giugno 2014 Le imprese italiane con il 38,9% di pagamenti puntuali nei confronti dei fornitori, seppur di poco, mostra una performance migliore della media europea, pari al 38%. Detto questo, a fine 2013 i comportamenti di pagamento dei Paesi europei mostrano una certa eterogeneità. In fatto di puntualità le imprese della Danimarca si confermano al primo posto con ben l’87,6% di pagamenti alla scadenza. Seguono nelle prime posizioni la Germania con il 75,3% e a sorpresa la Turchia con il 54,6% di imprenditori che rispettano i termini contrattuali nel saldo delle fatture ai fornitori.
Belgio, Spagna, Slovenia, Italia e Finlandia
mostrano percentuali di imprese virtuose superiori alla media europea (38% di pagamenti alla scadenza, 16% oltre il mese di ritardo) con concentrazioni che oscillano fra il 38,1% della Finlandia e il 46,6% delBelgio. Per quanto riguarda il nostro Paese il 38,9% delle imprese rispetta i termini prestabiliti ma ben il 15,7% paga con un ritardo superiore ai 30 giorni. Un dato, quello relativo ai ritardi gravi che posiziona l’Italia nelle ultime posizioni del ranking, per essere precisi al terzultimo posto prima di Polonia (16%) e Portogallo (25,5%).
È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 sui confronti internazionali, aggiornato a fine dicembre 2013, realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information che ha analizzato i comportamenti di pagamento di ventidue paesi negli ultimi anni, anche in relazione alle dimensioni aziendali e ai principali gruppi merceologici.

Per quanto riguarda le nazioni europee più in difficoltà nella puntualità nel saldo dei debiti con i fornitori il Portogallo si piazza decisamente all’ultimo posto, manifestando le difficoltà delle sue imprese, virtuose solo nel 16,5% dei casi (a fronte di una percentuale del 25,5% di ritardi gravi). Ben 21,6 punti percentuali in meno dell’Italia, che certo non brilla a livello europeo per la sua puntualità.
Nella speciale classifica dei cattivi pagatori al secondo posto si piazza il Regno Unito, con solo il 28,7% di imprese virtuose, seguito dalla Polonia con il 30,5%. Oltre alla Danimarca (87,6%), alla Germania (75,3%) e alla Turchia (54,6%) bene anche Ungheria (51,4%) e Olanda (49%).
A livello settoriale in Europa l’agricoltura, foreste, caccia e pesca è il comparto più puntuale con ben il 47% di pagamenti regolari. Seguono i servizi vari (39,6%) e l’edilizia con il 39,9%. Per quanto riguarda invece i ritardatari si distingue in negativo il settore del commercio al dettaglio (16,3%), seguito dai servizi finanziari (10,3%) e industria (10,1%).
Il confronto con i dati internazionali mostra per l’Italia uno scenario nuovo” – commenta Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS D&B. “I ritardi di pagamento e in generale la rischiosità delle imprese si assestano oggi su un nuovo livello, più alto rispetto al passato. Ad esempio a marzo 2014 solo il 38% delle imprese italiane ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori, con un calo di 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Inoltre, per tutto il 2013 si è registrata una crescita dei ritardi gravi che hanno raggiunto il 16% nell’ultima parte dell’anno. E’ difficile prevedere se questo trend resterà stabile nei prossimi mesi o se peggiorerà ancora; sicuramente è difficile ipotizzare una riduzione dei ritardi nei pagamenti e del livello medio di rischiosità commerciale del tessuto aziendale italiano. A livello europeo si distinguono i paesi la Germania e la Danimarca con percentuali di pagamenti alla scadenza superiori al 75%”.
Le
realtà extra-europee prese in esame nell’edizione 2014 dello Studio Pagamenti di Cribis D&B sono sei: Stati Uniti, Canada, Messico, Cina, Hong Kong e Taiwan. Le performance di Taiwan e del Messico si confermano positive con percentuali di pagamento puntuale pari, rispettivamente, al 74,5% ed al 56,9%. Lo scenario del Nord America resta piuttosto stabile: il 53,4% delle imprese statunitensi ed il 43,9% di quelle canadesi rispettano i termini concordati. Inoltre oltre il 5% delle imprese statunitensi paga con un ritardo superiore ai 90 giorni. A sorpresa la Cina e Hong Kong si collocano agli ultimi posti del ranking extra-europeo del pagamento puntuale con concentrazioni rispettivamente pari al 33,3% e 31,7%.

Entrando nel dettaglio delle performance della Cina, una delle economia in maggiore crescita a livello mondiale, il 51,1% salda entro un mese, il 5,7% tra i 60 e i 90 giorni, il 2,8% tra i 60 e i 90 giorni. Ben il 7,1% oltre i 90 giorni, una media decisamente più critica rispetto a quella degli altri paesi extra-europei presi in esame.

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L’industria e produzione di abbigliamento più puntuale nei pagamenti rispetto alla media delle aziende italiane

Nel primo trimestre 2014 il settore dell’industria e produzione di abbigliamento si è dimostrato più puntuale nei pagamenti ai fornitori della media delle aziende italiane. Infatti il 43,2% delle imprese del settore (circa 83.000 imprese analizzate, concentrate soprattutto in Toscana, 21,4%, Lombardia, 16,5%, e Veneto, 11,2%) ha rispettato i termini prestabiliti, con un gap positivo di 5,2 punti percentuali sulla media italiana (38%) e un’ottima performance rispetto al 2010, quando le aziende virtuose erano appena il 27,3%.

E’ quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 relativo alle imprese della filiera tessile, abbigliamento e accessori (che include anche il commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori) aggiornato a marzo 2014 e presentato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane in tutti i principali settori.

Proseguendo nell’analisi si vede che il 44,2% delle aziende produttrici ha pagato entro il mese e solo il 12,6% ha saldato con oltre 30 giorni di ritardo, contro il 16,1% della media italiana (ma erano appena il 5,4% nel 2010, quindi il peggioramento in 4 anni è stato di 7,2 punti percentuali). Sempre a confronto con il 2010 i ritardi gravi sono cresciuti addirittura del 271% per quanto riguarda l’industria della pelle (da 3,1% a 11,5%) le cui aziende costituiscono il 22,7% del settore (il resto è suddiviso tra 20,8% di industrie tessili e 56,5% di industrie di abbigliamento e altri prodotti tessili), formato nella quasi totalità da micro (87,1%) e piccole (11%) realtà. Considerando le abitudini di pagamento in relazione alla macro area geografica di appartenenza, le situazioni più critiche sono localizzate al Centro e al Sud e Isole, dove i ritardi superiori al mese hanno raggiunto rispettivamente il 13,6% e il 26,1% (nel Sud e Isole le aziende puntuali arrivano appena al 30%).

Invece, il settore del commercio al dettaglio, per quanto riguarda abbigliamento e accessori, ha mostrato un trend opposto: appena il 36,3% delle imprese ha rispettato i tempi prestabiliti, con un saldo negativo di 1,7 punti percentuali rispetto alla media delle aziende italiane, e ben il 21,3% ha pagato con oltre un mese di ritardo (oltre 5 punti percentuali in più rispetto alle altre aziende italiane e addirittura 14,5 in più se si considera la performance del settore nel 2010), ma nei “super ritardi” il settore degli accessori per abbigliamento e indumenti intimi femminili ha superato il 28%.

Si tratta di circa 139.000 imprese analizzate che si concentrano maggiormente in Campania (13,8%), Lombardia (11,6%) e Lazio (11%) e sono rappresentate totalmente da micro (97,9%) e piccole (1,9%) imprese, suddivise tra abbigliamento per donna, abbigliamento e accessori per uomo e ragazzo, accessori per abbigliamento e indumenti intimi femminili, abbigliamento per bambini, abbigliamento in genere, scarpe, pelliccerie, articoli e accessori per abbigliamento n.a.c.

Anche in questi settori le macro aree geografiche di maggiore sofferenza sono il Centro e il Sud e Isole, dove i ritardi oltre i 30 giorni hanno raggiunto rispettivamente il 24,3% e il 28,7%, mentre i pagamenti puntuali si attestano appena al 30%.

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