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SEFIR – ROMA 15 aprile – CONVEGNO – LA TEOLOGIA TRA SCIENZA E FANTASCIENZA da Guerre Stellari a Harry Potter… Quanta preghiera c’è ne “La forza sia con voi”?

INCONTRO PUBBLICO

Mercoledì 15 aprile 2015 ore 15,30
Aula Paolo VI, Pontificia Università Lateranense
LA TEOLOGIA TRA SCIENZA E FANTASCIENZA
da Guerre Stellari a Harry Potter ….. Quanta preghiera c’è ne “La forza sia con voi”?

“Siamo scienza, non fantascienza” era il dicotomico claim di una nota campagna pubblicitaria di alcuni anni fa. L’Incontro Pubblico promosso da SEFIR insieme alla Specializzazione in Teologia Fondamentale della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense si pone l’ambizioso e intrigante obiettivo di coniugare Scienza, Fantascienza e Teologia.
Come spiega il professor Giandomenico Boffi direttore di SEFIR “Una teologia moderna, in grado di cogliere le domande dei contemporanei, è consapevole che la scienza si compone non solo di rigore degli argomenti, ma anche di una certa “fantasiosità”, che ci aiuta a “pensare il nuovo” e che spesso offre spunti ai moderni mezzi di comunicazione (cinema, televisione, pubblicità bestseller letterari)”. “La fantascienza e il genere fantasy – aggiunge il professor Boffi – forniscono significativi elementi per una riflessione teologica”.“Non a caso la saga di Harry Potter, che presenta numerosi riferimenti religiosi prevalentemente cristiani, è oggetto di una delle relazioni previste”.

Di seguito il programma :
15:30 Saluti di S. E. Monsignor Enrico DAL COVOLO, Rettore Magnifico
e di Monsignor Nicola CIOLA, Decano
15:45 Antonio SABETTA (Pontificia Università Lateranense)
Per un ascolto teologico della saga di Harry Potter
16:15 Michael FUSS (Pontificia Università Gregoriana)
“La forza sia con Voi!” – Religione nella fantascienza contemporanea
16:45 Giuseppe LORIZIO (Pontificia Università Lateranense)
L’immaginario nella dimensione scienza/sapienza teologica
17:15 Dibattito

Modera i lavori Giandomenico BOFFI (UNINT, Roma), Direttore di SEFIR
Iniziativa svolta in collaborazione con il Servizio Nazionale della CEI per il Progetto Culturale

Rapporti con la stampa:
Paolascarsi 3473802307 3338601060

SEFIR Scienza e Fede sull’Interpretazione del Reale – Area di ricerca interdisciplinare
P.zza S.Giovanni in Laterano 4 – 00184 ROMA Tel. 06.698-95537- 86298 fax 06.698.86280 mail: [email protected] http://www.ecclesiamater.org/ (voce Aree di Ricerca)

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GENEZARET: ARGOMENTAZIONI A CARATTERE TEOLOGICO-LITURGICO

Città sempre della Galilea settentrionale, Genezareth è luogo turistico per le meravigliose bellezze naturali e teologiche che essa include dentro di sé.

Vediamo in questo contributo di evidenziarne i tratti specificamente teologici.
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Genesaret diviene il luogo di approdo di Gesù e dei suoi discepoli dopo aver attraversato il mare di Galilea: “Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genesaret” (Mc 6,53).

Genesaret, denominata anche Tiberiade, è una città della Galilea posta dalla parte nord occidentale dell’omonimo lago.

Approdati a Genesaret, Gesù, insieme ai suoi discepoli, scese dalla barca e la gente “lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse” (Mc 6,54-55).

Genesaret è il luogo in cui Gesù realizza la sua missione salvifica per 3 ragioni:

perchè accoglie la gente che gli porta i malati

perchè consente agli indigenti la possibilità di toccarlo: “E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello” (Mc 6,56).

perchè permette ai malati di toccarlo e di guarirlo: “Quanti lo toccavano guarivano” (Mc 6,56).
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Genesaret offre a Gesù lo spazio per accogliere i malati e per toccargli la frangia del mantello al fine di ottenerne la guarigione.

Sotto questo profilo Genesaret diviene il luogo propizio per compiere una vera e propria azione liturgica tesa a sanare gli indigenti; azione liturgica che viene realizzata in parte dal popolo e in parte dal maestro attraverso questi gesti:

la gente vede il maestro. Genesaret permette alla gente di “vedere” Gesù.

La gente accorre da tutta la regione della Galilea. Genesaret acquista il ruolo di essere luogo di ritrovo dei malati.

La gente porta sui lettucci i malati. Genezaret offre lo spazio per mettere i lettucci sulle piazze

la gente si avvicina a lui perchè ha udito che era lì. Genezaret diviene il luogo sonoro della presenza del maestro e della diffusione della notizia che il maestro era lì.

Luogo di supplica. Genezaret è testimone dell’azione supplichevole del popolo che chiedeva a Gesù di potergli toccare almeno il lembo del mantello.

L’azione “tattica” del popolo. La gente tocca il lembo del mantello di Gesù.

L’azione sanatrice di Gesù
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Da ciò si deduce che l’azione liturgica di Gesù, diretta a guarire i malati, è strettamente interconnessa, o meglio dipesa, da quella del popolo, per cui tale azione liturgica sembra essere posta a coronamento di quella voluta e “compiuta” realmente dalla stessa gente: alla richiesta e alla fattiva azione liturgica della gente segue la conseguente e istantanea azione liturgica di Gesù, perchè Gesù guarice subito quanti lo “toccano”.

Sempre a Genezaret i farisei intavolano una discussione con Gesù “avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi (…)” (Mc 7,2-5).

I farisei si attenevano scrupolosamente alla legge, con lo scompenso di trasmettere una liturgia della Parola vuota, perchè fine a se stessa.
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A questa liturgia “letterale” della parola, svuotata del suo senso spirituale, Gesù contrappone quella “spirituale”:

Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini” (Is 29,13).

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E aggiungeva: «Siete veramente abili nell’eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: «Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte (Mc 7,6-10).

Alla base di una liturgia della parola vuota di senso sta il fatto che questa poggia sulla tradizione degli uomini e non sulla volontà di Dio.

Gesù, alla liturgia della parola compiuta dai farisei a causa della loro fedele osservanza alla “tradizione degli uomini”, oppone una nuova liturgia della parola fondata sul “timore di Dio”, dove l’elemento che contraddistingue questa liturgia è la predisposizione del cuore ad accogliere la volontà di Dio e non quella della tradizione fondata dagli uomini.
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La vera liturgia “spirituale” della parola, proposta da Gesù, prende le mosse dalla cura, dalla attenzione e dal particolare riguardo che il fedele ha nei riguardi di Dio.

Dalla cura, dall’attenzione, dalla profonda riverenza e rispetto che l’uomo ha per Dio; attenzione che deriva dal sottomettere la propria volontà a quella di Dio ne scaturisce una liturgia della parola “piena”, nel senso che la parola trasmette in sé il sentimento cardine del timore di Dio, posta al fondamento di una vera e propria liturgia “spirituale” della Parola.

L’intera vita del credente diviene liturgia della parola, secondo Marco.

Sotto questo profilo Genezaret assume su di sé la caratteristica di essere il luogo in cui Gesù fa nascere la liturgia della Parola di Dio, annullando quella propria dei farisei, perpetuata sulla “tradizione” voluta dagli uomini e non da Dio.
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Sempre a Genezaret Gesù puntualizza che ciò che contamina l’uomo proviene dal cuore e non dall’esterno (Mc 7,14-16).

Gesù ripete la stessa cosa ai discepoli, spiegando loro che “dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi (…)” (Mc 7,21-23).

Alla luce dell’insegnamento del maestro Genezaret diviene il luogo in cui i discepoli imparano che la vita di ogni uomo può diventare una vera e propria liturgia della Parola di Dio se dal suo interno, cioè dal suo cuore, escono intenzioni buone, tese a propagare nel mondo l’amore che il Padre ha avuto verso il Figlio e il Figlio verso tutti gli uomini.

Genezaret diviene testimone del nuovo insegnamento teologico-liturgico del maestro, in relazione al quale i discepoli comprendono che la stessa vita del credente è tesa a divenire, se lo vuole, – cioè se emana dal suo cuore intenzioni positive, dove traspare il fermo proposito di onorare il creatore – tempio di Dio, dove i “segni” liturgici vengono scanditi dal propagare la Parola di Dio e dal compiere buone azioni.

Cinzia Randazzo

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Il pane e i pesci: presentazione da Buona Stampa

Venerdì 15 aprile a Bergamo Claudio Sottocornola presenta la sua nuova trilogia. L’intellettuale lombardo approfondisce le diverse facce ed evoluzioni della spiritualità contemporanea

Claude Productions
&
Velar Edizioni
sono lieti di presentare:

Claudio Sottocornola
Il Pane e i pesci. Scritti cristiani
(Velar Edizioni)

Venerdì 15 aprile 2011
ore 18.00
Libreria Buona Stampa – Saletta presentazioni
Via Paleocapa 4/E
Bergamo

Interviene la giornalista Alessia Biasiolo

Sarà presente l’autore

Venerdì 15 aprile 2011 alle ore 18.00 nella saletta presentazioni della libreria Buona Stampa di Bergamo, Claudio Sottocornola presenterà al pubblico e alla stampa la trilogia Il pane e i pesci (Velar Edizioni), una nuova fatica che raccoglie scritti dal 1980 al 2010, in cui l’autore scandaglia le diverse facce ed evoluzioni della spiritualità contemporanea, nel tessuto delle relazioni di un quartiere urbano e nel più vasto mondo, con particolare attenzione al decennio degli anni ’80. Interverrà alla presentazione Alessia Biasiolo, giornalista e direttrice editoriale del periodico Quint’Essenza.

“L’Assoluto è il fondo che attingiamo – almeno come aspirazione, come fine a cui tendere – approfondendo la nostra esperienza e il linguaggio che essa ci ha donato per coglierlo. Tale linguaggio, cui è sottesa una modalità, una esperienza storica concreta, certamente esige maturazione, evoluzione, crescita, superamenti e purificazioni, ma non può essere eluso. Il ‘prossimo’ di cui parlano i Vangeli è anche il mondo che viviamo e, se non amiamo ciò che vediamo, come ameremo Dio che non vediamo?”. Questa la sintesi che Sottocornola esprime nel suo nuovo lavoro, una trilogia di scritti spirituali che confermano lo spirito borderline dell’uomo di cultura lombardo, capace di muoversi con innovazione e curiosità nella rilettura del sacro. “Si tratta di un recupero della memoria spirituale, nel segno di un’archeologia del simbolo e di una ermeneutica del sacro, che testimoni il rapporto con il proprio spazio e il proprio tempo”, ha dichiarato l’autore, presentando l’articolazione dell’opera, diversa ma non così lontana dalle precedenti valutazioni ermeneutiche sul mondo del popular.

Il primo saggio La spiritualità eucaristica di Charles de Foucauld nella sua vita propone una rilettura della straordinaria avventura spirituale del grande mistico ed esploratore francese, illuminandone alcuni aspetti come il fascino giovanile per l’Islam, il rapporto di amicizia spirituale per la cugina Marie de Bondy, la intensa elaborazione di una “spiritualità di Nazareth”. Il secondo volume Scritti cristiani per la gente di Colognola è invece un’antologia di articoli scritti fra il 1983 e il 1994 per L’Angelo in Famiglia, con particolare riferimento al territorio del quartiere di Colognola in Bergamo, di cui si testimoniano e decifrano le esperienze di volontariato e la sociologia del religioso, con abbondanti riflessioni a carattere ecclesiologico. Infine Scritti spirituali giovanili, citazioni, appunti, aforismi propone un itinerario di formazione dal 1980 al 2010, di impianto quasi diaristico, ove all’evoluzione personale l’autore accompagna l’elaborazione di categorie teologiche sempre più in dialogo con le culture e le esperienze del contemporaneo. E’ però il volumetto introduttivo alla trilogia, My status quaestionis 2010, a fare il punto della situazione e a inquadrare il senso dell’intero percorso, sottolinea Claudio Sottocornola: “Come diceva Goethe, dimmi che Dio hai e ti dirò chi sei. Non si dà tanto questione di essere o no credenti, ma di quale natura sia la propria fede. Ciascuno – alla fine – trascende il proprio io empirico e si dedica a qualcosa che va oltre la mera individualità…”.

Nel corso della presentazione si parlerà anche del carattere interdisciplinare dell’attività di Sottocornola che, nella sua attività di docente di Filosofia e Storia, utilizza musica, poesia e immagine come strumenti privilegiati di indagine della realtà, e saranno premiati alcuni alunni coinvolti dall’autore in una ricerca multidisciplinare presso il Liceo “L. Mascheroni” di Bergamo, con l’apporto di Terza Università.

L’ingresso è libero.

Info:
http://www.cld-claudeproductions.com

http://www.buonastampa.it

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