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Industria del lusso, arriva la frenata dopo anni di forti performance

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  • 20 Settembre 2023

Dopo anni di grande fulgore, l’industria del lusso comincia ad avvertire i segni di un appannamento. I tassi di crescita in doppia cifra (così come la sovraperformance dell’intero settore) potrebbero presto diventare un ricordo. C’è da chiedersi quanto forti siano i segnali di allarme, e soprattutto se le imprese del settore sono preparate a un cambiamento forte.

Industria del lusso

lussoLa corsa delle vendite non poteva continuare in eterno, e adesso le previsioni sono per una certa normalizzazione. Il lusso, che finora aveva sempre battuto la crisi, questa volta non sembra più così tanto inossidabile. Insomma non brilla più e gli indicatori di inversione trend cominciano ad essere tanti.

Ad incidere è soprattutto l’andamento dell’economa cinese, che rappresenta il primo grande sbocco di mercato, visto che nel Paese c’è un numero maggiore di consumatori a medio e alto reddito. Ma nel 2022, per la prima volta in cinque anni, il mercato luxury cinese ha registrato una flessione. Si sperava però che dopo la pandemia ci sarebbe stata una vigorosa ripresa, ma lo scenario è stato completamente diverso.

La seconda maggiore forza economica mondiale è in grande difficoltà, non centrerà gli obiettivi annuale del PIL e questo è un grosso fardello per il settore del lusso.
Ad inizio anno un rapporto della banca Barclays prevedeva che le entrate del settore del lusso in Cina sarebbero cresciute del 15% nel 2023, più velocemente rispetto alla media globale del 9%. Ma queste previsioni sono state drasticamente riviste al ribasso.

Altri fattori frenanti

Assieme alla frenata delle vendite, bisogna anche evidenziare che il tasso di cambio è diventato meno favorevole. Infatti lo yuan cinese ha perso valore rispetto a dollaro ed euro, frenando gli acquisti dei turisti cinesi in Europa e zavorrando quelli in Yuan nel Paese orientale. Questo potrebbe comprimere fortemente i margini dei grandi player del settore fashion & luxury, già alle prese con trading con volumi minori.

La corsa degli utili dell’industria del lusso dovrebbe quindi rallentare, se non nel terzo trimestre del 2023 in quelli successivi. Quello che rispetto al passato rimane uguale è che il mercato cinese resta straordinariamente importante, per chi lo capisce e lo sa affrontare.

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Mercato immobiliare, è boom degli investimenti Corporate

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  • 29 Ottobre 2022

Dopo il biennio molto fiacco della pandemia, il mercato immobiliare italiano ha ripreso a marciare con una certa vivacità. Oltre che nell’ambito residenziale, si registra un forte interesse anche da parte degli investimenti “corporate”.

Cosa succede sul nostro mercato immobiliare

mercato immobiliareIl rinnovato interesse da parte degli investitori istituzionali verso il “mattone” italiano è testimoniato dai dati riguardanti il terzo trimestre del 2022.
Nel nostro paese sono stati infatti realizzati circa 3 miliardi di euro di investimenti nel settore immobiliare. Si tratta di una crescita del 37% rispetto allo stesso periodo del 2021. Se a questi dati sommiamo anche i 6,4 miliardi di spesa nel primo semestre, arriviamo a circa 10 miliardi di euro in nove mesi. L’equivalente a tutto quello che viene speso nel intero 2021.

Chi investe negli immobili

L’interesse più concreto è stato manifestato nel settore della GDO e del commercio online. In questo senso Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni più gettonate.
In forte rilancio anche gli investimenti nel mercato immobiliare legati al turismo, grazie alla forte ripresa del settore dopo il biennio terribile della pandemia.
Cresce l’alberghiero, dove il trading con i volumi è giunto a 1,27 miliardi di euro, il doppio rispetto al 2021. La città che la fa da padrona è Roma, dove spicca il ruolo delle grandi catene internazionali.
Molto bene anche la logistica: 720 milioni di euro nel terzo trimestre e 2,6 miliardi da inizio anno, il doppio rispetto al 2021.

Va evidenziato anche il crescente interesse verso gli edifici sostenibili e ad impatto zero. Per questa soluzione gli investitori sono disposti a riconoscere un premio sul valore fino al 20-30%.

Cresce anche il residenziale

Anche il mercato immobiliare residenziale continua a marciare spedito. I leading indicators stimano che il volume d’affari di quest’anno sarà sui 100 miliardi di euro. Una dimostrazione di come gli italiani vedano nel mattone una difesa contro i periodi di alta inflazione.

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Banche la paura della recessione spinge giù le commissioni

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  • 10 Luglio 2022

Il mondo intero e l’Eurozona in particolare stanno viaggiando spediti verso una recessione economica. Infatti per domare l’inflazione galoppante, le banche centrali devono alzare i tassi di interesse, ma questo deprime la crescita economica e spinge inesorabilmente verso una marcia indietro dell’attività economica. In una parola: recessione.

Recessione e asset delle banche

bancheSi tratta di uno scenario che i dati sugli asset under Management delle banche italiane stanno palesando già da molte settimane se non mesi. È proprio in questo ambito infatti che il deterioramento del sentiment degli investitori si riflette immediatamente.

Infatti va evidenziato che dai fondi italiani sono defluiti capitali per oltre 1,3 miliardi di euro nel primo trimestre dell’anno. Nel secondo trimestre gli stop loss sono addirittura cresciuti, tanto che questa cifra è giunta addirittura a 3,3 miliardi. Inoltre lo stock totale di AuM (asset under management) è sceso dell’1% M/M, sostenuto da movimenti di mercato sfavorevoli.

L’asset management del resto rimane un’attività a carattere ciclico, con elevata sensibilità rispetto all’umore del mercato. Non c’era dubbio quindi che le attuali turbolenze, dovute al deterioramento del quadro macroeconomico, avrebbero avuto delle conseguenze.

La corsa verso i rifugi sicuri

Sono importanti spie di allarme di un umore che si è fatto sempre più cupo, e che sta spingendo i mercati verso gli asset rifugio (primo fra tutti il dollaro americano, giunto sui massimi di 20 anni). Del resto lo dimostra anche il crollo verticale delle borse europee, che nelle ultime settimane sono andate paurosamente a marcia indietro.

Rieprcussioni sui conti delle banche

Tutto questo influenzerà inevitabilmente anche i conti economici delle banche, visto che fare trading con volumi inferiori, va a comprimere fatalmente le commissioni. Le prospettive dei ricavi delle banche italiane quindi sono peggiorate. Inoltre l’allargamento degli spread sovrani italiani e il deterioramento economico generale potrebbero continuare ulteriormente a peggiorare il sentiment degli investitori.

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