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Energie rinnovabili e autotrasporto: la Francia rivoluziona la sua rete stradale

La potenza dell’energia rinnovabile al servizio delle infrastrutture. Con questo proposito la Francia si prepara a rivoluzionare l’utilizzo delle strade e la guida di automobilisti e autotrasportatori, sfruttando le enormi potenzialità del fotovoltaico. Nei mesi scorsi il governo francese ha approvato il progetto “Wattway Panels”, che consiste nella pavimentazione di 1000 Km di strada con pannelli fotovoltaici in grado di fornire energia elettrica.

Un progetto nato grazie all’iniziativa della ditta Colas, specializzata nella pavimentazione stradale, insieme a INES – l’Istituto Nazionale Energia Solare – e l’Agenzia francese Ambiente e Energia, presentato con successo lo scorso anno al Salone dell’efficienza di Parigi, e che è considerato molto importante dagli addetti ai lavori per lo sviluppo dell’economia ecosostenibile. La Wattway Panels prevede l’applicazione su strada di pannelli fotovoltaici composti da una resina in silicio policristallino, spessi appena 7 mm e in grado di assorbire luce solare. Nonostante il loro piccolo spessore, essi sono altamente resistenti e perfettamente idonei al transito di tutti i mezzi, dalle automobili ai camion più pesanti. La loro applicazione, inoltre, è molto semplice perché non richiede alcun intervento strutturale, bensì una normale operazione d’incollaggio.

La prima sperimentazione è avvenuta nel Dipartimento della Vandea (con un finanziamento complessivo di 160 mila euro) dove i pannelli, installati nell’area parcheggio del centro sportivo-culturale VENDESPACE nei pressi di La-Roche-sur-Yon, sono oggi in grado di alimentare una stazione di ricarica per veicoli elettrici.

L’obiettivo principale del Wattway, ovviamente, è quello fornire energia a zero impatto ambientale. Si prevede, infatti, che la pavimentazione di un manto stradale lungo 1000 Km sarà in grado di fornire energia pulita a 5 milioni di famiglie, ovvero l’8% dell’intera popolazione francese. Il settore trasporto con bisarca guarda con estremo interesse a questo progetto ed è pronto a scommettere sia sulla sua sostenibilità, poiché la consistenza della resina che ricopre le lastre le rende infatti resistenti e antiscivolo senza compromettere in alcun modo la viabilità dei veicoli, sia sui vantaggi economici da esso derivanti intesi soprattutto come indipendenza energetica.

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L’appello di ANITA: “Più sostenibilità nell’autotrasporto!”

“Mobilità sostenibile: è questo il futuro!”. Lo ribadisce a gran voce Anita – l’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici – da sempre incline ad un cambiamento epocale nell’autotrasporto. Lo fa per bocca del suo presidente Thomas Baumgartner, il quale torna a sottolineare la necessità di inaugurare un processo di ammodernamento dell’intero comparto, puntando su innovazione e maggiore funzionalità.

Innovazione che significa appunto maggiore sostenibilità dei mezzi di trasporto. Non è un caso che in Italia il numero dei Tir appartenenti alle vecchie categorie energetiche rappresenti ancora una buona percentuale di quelli in circolazione. E non è tanto complicato capire come tutto questo abbia effetti poco positivi sui costi delle imprese e, soprattutto, sulla salute dell’ambiente.

Per questo è importante adeguarsi a quanto fatto e si continua a fare in altri Paesi europei, dove l’incentivazione a passare a mezzi poco inquinanti arriva anche dalle istituzioni stesse. Ma quella della sostenibilità non è l’unica strada da percorrere secondo Anita, perché altrettanto importante è poter contare su una migliore mobilità. L’associazione sostiene da anni i vantaggi derivanti da una rete di trasporto ben strutturata e coordinata, in altri termini, ciò che viene definita intermodalità.

In Italia, in effetti, non vi è ancora un collegamento efficiente tra i diversi canali di trasporto, per questo l’obiettivo è quello di costruire un sistema che consenta la dislocazione delle merci anche su rotaia e via mare con estrema facilità. Una rete logistica in grado di coordinare le diverse modalità di trasporto. Una problematica che chi lavoro nell’ambito delle spedizioni veicoli con bisarca conosce fin troppo bene.

Un progetto che, tuttavia, troverebbe attuazione nel caso in cui si decida di investire fortemente su infrastrutture adeguate e attrezzate per rendere agevole lo spostamento anche di mezzi di una certa consistenza, i quali si trovano ancora oggi costretti a viaggiare in maniera sconnessa e con tempi di lavoro piuttosto lunghi.

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