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Consumi, gli italiani virano sul discount per la spesa. Boom di vendite con la pandemia

Sono sempre di più gli italiani che per il loro consumi alimentari, si rivolgono ai discount per la spesa di tutti i giorni. A evidenziare questa tendenza sono i dati resi noti di recente dal nostro istituto nazionale di statistica (ISTAT).

Come cambiano i consumi

consumiDurante il mese di gennaio (l’ultimo disponibile nelle rilevazioni), l’analisi dei consumi evidenzia che i discount hanno avuto un incremento delle vendite del 14,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
La crescita dei discount si pone in controtendenza rispetto all’andamento complessivo. Nel primo mese dell’anno c’è stata una infatti diminuzione delle vendite al dettaglio del 6,8% in valore e dell’8,5% in volume rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Peraltro va sottolineato come questa tendenza sia costante e non un fatto eccezionale. C’è infatti un triplo massimo a sottolinearlo, ovvero un trittico consecutivo mensile di picchi di vendite.

Il rally dei discount

Ma la crescita del volume di vendite dei discount non è una cosa recente. In tutto il 2020, l’anno della pandemia, c’è stata una corsa record. Complessivamente lo scorso anno c’è stato un incremento delle vendite pari al 8,1%, con un fatturato medio per metro quadro di 5.800 euro. In pratica, è stato annullato il divario rispetto ai supermercati (che segnano 5.860). Peraltro quello registrato in Italia è il secondo dato più alto tra i principali Paesi dell’Europa occidentale, e molto superiore alla media che è stata del 4,3%.

La pandemia incide

Sono diversi i fattori che hanno dato slancio a questa categoria di commercio. Tra i fattori principali il mix tra prezzi competitivi e una modernizzazione di assortimento e offerta. Ma anche le difficoltà economiche di larga parte della popolazione, che ha fatto dirottare i consumi verso questo canale. Del resto la pandemia ha creato milioni di nuovi poveri.
La corsa dei discount alimentari spinge però anche le vendite degli esercizi non specializzati della grande distribuzione. Per loro infatti si registra un incremento del 3,6% rispetto a gennaio 2020.

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Oro sotto pressione, sul futuro pesano dollaro e inflazione

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  • 22 Maggio 2018

Dollaro e oro sembrano essere ancora più intrecciati rispetto al solito. In particolare, se da un lato il rally del biglietto verde sta spingendo al ribasso le quotazioni del metallo giallo, alcuni fattori di rischio che emergono a livello internazionale potrebbero frenare la propensione al rischio degli investitori.

oroLa combinazione di un dollaro forte e dei rendimenti dei Treasures elevati oltre il 3% hanno indebolito l’oro. Abbiamo visto formarsi sia figure tipo triplo massimo e triplo minimo trading sui grafici, ma poi è arrivata la rottura al ribasso dell’importante quota 1.300 dollari. Un supporto importante, che ha innescato ulteriori vendite.

La possibile spinta all’oro

Tuttavia il perdurare di condizioni finanziarie rigide potrebbe creare tensioni sulle valute dei mercati emergenti. Questo finirebbe per spingere l’oro, se i timori di contagio si estenderanno anche ad altri mercati. Del resto l’oro è sempre il bene rifugio per eccellenza.

Gli occhi dei trader saranno puntati soprattutto però sulle mosse della Federal Reserve. I verbali dell’istituto centrale americano – relativi alla riunione di maggio – potrebbero fornire una indicazione importante sia sul dollaro che sui rendimenti USA. Una dichiarazione dal tono “hawkish” potrebbe accelerare la marcia del biglietto verde, spingendo l’indicatore OBV trading on balance volume verso l’alto. Così come le dichiarazioni riguardo le aspettative di inflazione saranno importanti per il sentiment e per le potenziali implicazioni sull’oro.

Se la Fed sembrerà più disponibile a tollerare un modesto aumento dell’inflazione, allora il prezzo dell’oro potrebbe riprendere la marcia al rialzo. Analogo discorso nel caso in cui il prezzo del petrolio – ai massimi di tre anni – dovesse andare ancora su. Ulteriori aumenti del greggio infatti farebbero crescere le paure di un’inflazione in salita e quindi l’oro potrebbe salire a sua volta.

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