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PREMIO VAJONT: IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA VALLE DELLA SCIAGURA, IL RICONOSCIMENTO NATO PER NON DIMENTICARE

Il progetto del Premio Vajont, nasce da un’idea di Salvo Nugnes, Direttore di Agenzia Promoter, nonché manager di noti personaggi, che, essendo molto legato a quelle terre fin dalla prima giovinezza, ha voluto attivarsi, per imprimere nella memoria questo terribile disastro che ha contato, quasi 2000 vittime e che la storia tramanda come una delle inondazioni più tragiche.

Si terrà a Longarone, il Premio Vajont, il riconoscimento, dedicato a tutte le vittime di tragedie accadute ieri e oggi, creato allo scopo fondamentale di sensibilizzare, far riflettere e approfondire, il tema del disastro del Vajont, al preciso fine di non dimenticare ciò che è successo.

Un comitato di esperti ed intellettuali, formato da personaggi illustri del panorama italiano, premierà le personalità che più sono distinte a livello sociale e umanitario, nei campi del volontariato, della scienza, dell’ingegneria, della cultura e dell’arte, durante una cerimonia di forte risonanza a livello nazionale, che ripercorrerà le fasi di una dramma così imponente, affinché non venga riposto nel dimenticatoio.

Nell’immaginario di molti, la diga del Vajont, progettata dall’ingegner Carlo Semenza e costruita tra il 1957 e il 1960 lungo il corso del torrente omonimo, si ruppe in quanto mal costruita. Non tutti infatti sanno che, ciò che successe il 9 Ottobre 1963, fu ben altro. Si ruppe a seguito di una colossale frana, di una parte del monte Toc, che cadde facendo tracimare l’acqua contenuta nell’invaso e generando un’onda talmente imponente da inondare il fondovalle veneto, tra cui la città di Longarone, portando morte e devastazione.

Una ricca lezione e un importante impegno, quindi, per il Premio Vajont, finalizzato alla conoscenza e alla commemorazione, per non permettere che errori del genere si ripetano in futuro, perché il passato non va ignorato, bensì bisogna imparare da esso.

Premio Vajont. Per non dimenticare.

 

 

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Io decido: Assemblea Costituente di Progett’Azione. Cambiamo il centro destra oltre il centro destra

Progett’Azione, l’associazione politico culturale nata un anno fa per affermare un nuovo modo di fare politica nello schieramento moderato di centrodestra, si struttura e si organizza sul territorio per costruire un programma politico per il Piemonte che sappia andare oltre l’esperienza del centrodestra. Il programma delle iniziative politiche è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa che si è svolta nella sede dell’associazione in corso Vinzaglio a Torino, presenti il presidente on. Maria Teresa Armosino e i consiglieri regionali  Angelo Burzi, Roberto Boniperti, Roberto Tentoni, Gian Luca VignaleRosanna Valle.

Domenica 2 dicembre Progett’Azione terrà la propria assemblea costituente eleggendo il direttivo del nuovo soggetto politico e dando il via alla costituzione di circoli territoriali e ambientali che dovranno favorire la partecipazione democratica dei cittadini nell’elaborazione delle nuove proposte di governo del Piemonte. L’appuntamento è per le ore 10 al Jolly Hotel Ambasciatori di corso Vittorio Emanuele II 104 a Torino. Al mattino è previsto il dibattito, mentre nel pomeriggio si svolgeranno le operazioni di voto per l’elezione del nuovo consiglio direttivo. Tutti gli iscritti potranno presentare la loro candidatura entro le ore 12 del giorno dell’assemblea, con una relazione scritta sull’attività che intenderanno sviluppare: per il voto si potranno esprimere al massimo tre preferenze. Lo slogan dell’assemblea costituente è “IOdecido: cambiamo il centrodestra… oltre il centrodestra”, per significare in modo evidente  la volontà di far partecipare tutti gli iscritti all’associazione ai processi decisionali e al futuro politico della società.

Progett’Azione – dichiarano i consiglieri regionali –  attraverso  la costituzione del gruppo consiliare regionale, si è adoperata per invertire la tendenza nella gestione economico finanziaria della Regione, riducendo l’indebitamento e recuperando risorse da destinare allo sviluppo”.

“L’obiettivo – proseguono i cinque consiglieri – è “alleggerire” il più possibile la macchina pubblica, facendo sì che si sviluppino cicli economico sociali virtuosi, in grado di ridurre la spesa pubblica per una minor tassazione e per un rilancio dell’economia reale”.

“L’esperienza del Popolo della Libertà si può ormai considerare conclusa. Ciò che è necessario fare oggi – dichiara Maria Teresa Armosino, presidente di Progett’Azione –  è ricostituire, partendo dai cittadini, un processo di partecipazione democratica basato sulla libera scelta, sulla collaborazione nella definizione degli obiettivi progettuali e sulla collaborazione nelle iniziative politiche, in grado di costruire una forza di governo nuova, libera da retaggi e pregiudizi, che promuova il merito, la libertà economica di impresa, la trasparenza, il rigore nei conti pubblici. Tutto ciò per eliminare privilegi e rendite di posizione e per dar modo ai migliori di potersi affermare, liberando nel contempo risorse per sostenere progetti di sviluppo a favore delle fasce più deboli della popolazione per sostenere la promozione sociale. Questo processo – conclude Armosino – si potrà realizzare soltanto se si saprà mettere da parte i vecchi schemi ancorati a logiche ormai superate, per aggregare attorno a un progetto politico alternativo alla cultura di sinistra le forze democratiche, moderate e liberali che sono già maggioranza nel Paese”.

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Valle: Futuro delle Province, è in gioco la democrazia

In questi giorni si stanno sviluppando dibattiti e confronti sul futuro delle Province. Il Governo nazionale non ha tenuto conto dell’indicazione della Regione, sostenuta da tutti i rappresentanti astigiani in Consiglio regionale, con uno schieramento che è andato oltre le singole rappresentanze partitiche per affermare un principio di territorialità e di partecipazione democratica che continuo a ritenere irrinunciabile.

Il Governo ha deciso limitandosi a rispettare criteri esclusivamente numerici, cancellando con un colpo di spugna quasi ottant’anni di storia civile e democratica della Provincia di Asti, leader mondiale in molte eccellenze produttive e medaglia d’oro per la Resistenza.

Oggi il confronto si gioca in Parlamento e dai nostri deputati e senatori ci attendiamo un comportamento coerente con le attese degli astigiani. Potrebbe anche darsi, com’è avvenuto per il parere della Regione, che il punto di vista dei parlamentari eletti non venga tenuto in considerazione, ma ritengo che sia importante affermare il principio e mettere in atto tutte le azioni utili per cercare di salvare la storia, la cultura e l’espressione democratica del nostro territorio.

Assistiamo inoltre, nelle ultime settimane, ad alcuni dibattiti sulle future aggregazioni provinciali. Il problema, a mio avviso, non è se Villanova dovrà andare con Torino o San Damiano con Cuneo, ma piuttosto che cosa ne sarà della rappresentanza democratica, ovvero se verrà mantenuta l’elezione di primo grado dei consiglieri o, secondo l’orientamento del Governo, si andrà verso un’elezione di secondo grado; quali saranno le funzioni attribuite alle Province; quali saranno le risorse, il personale e gli uffici a disposizione;.

È importante cioè capire quale sarà il nuovo assetto organizzativo e funzionale dello Stato e degli enti locali nelle diverse articolazioni. Il momento è senz’altro delicatissimo e il Governo ha il dovere di intervenire con urgenza, ma la fretta non può diventare un alibi per commissariare la politica e la volontà popolare. È questo di cui le istituzioni e i cittadini, a mio avviso, dovrebbero occuparsi, per difendere nel concreto i principi della nostra Costituzione repubblicana.

Rosanna Valle – Consigliere regionale (Gruppo Progett’Azione)

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Rosanna Valle: Abolire la provincia di Asti va contro la volontà popolare

“E’ avvilente vedere come le decisioni delle assemblee elettive, democraticamente elette e rappresentative della volontà popolare, non vengano tenute in considerazione. Per la Regione Piemonte la Provincia di Asti ha ragione di esistere, per il governo nazionale no”. Rosanna Valle, consigliere regionale astigiano di Progett’Azione, esprime “profondo disagio” nei confronti dei provvedimenti del governo che riordinano il sistema delle Province.

“La soppressione di Asti e il passaggio a un sistema elettorale di secondo grado – aggiunge Rosanna Valle – renderanno le Province enti sempre più distanti dai cittadini. È una riforma che, per quanto riguarda gli emolumenti degli amministratori, comporta risparmi di spesa molto esigui, ma priva i cittadini di un collegamento diretto con le istituzioni, gravemente lesivo dei principi di partecipazione democratica che stanno alla base della convivenza civile. Mi auguro – conclude Rosanna Valle – che i parlamentari piemontesi sappiano sostenere le ragioni di Asti e del Piemonte alla Camera e al Senato, correggendo una decisione che va contro la volontà popolare”.

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CON LA SPENDING REVIEW DI PROGETT’AZIONE RISPARMIEREMO 1 MILIARDO E 100 MILIONI

Gian Luca Vignale: “Di qui al 2015 si possono recuperare 1 miliardo e 83 milioni di euro da destinare riduzione del debito e investimenti per lo sviluppo”.

Nel dettaglio: 12 milioni dal taglio dei costi della politica; 1,360 milioni dall’abolizione dell’utilizzo delle auto di servizio; 49 milioni dal blocco delle assunzioni e dalla rimodulazione delle spese dei dirigenti pubblici e delle posizioni organizzative; 33,5 milioni di minori costi di enti, agenzie, consorzi e società partecipate; 1 miliardo dall’alienazione del patrimonio disponibile e dalla razionalizzazione delle società partecipate. E inoltre: trasparenza amministrativa, digitalizzazione degli atti e dei pagamenti, telelavoro. “Dopo i proclami – è tempo di passare ai fatti, senza indugio. È infatti evidente che  le parole non bastino e che se gli intenti del presidente Cota in merito al taglio dei costi si vogliono trasformare in fatti questo documento è un buon punto di inizio”.

 

Non solo tagli, ma anche riduzione del debito e investimenti per lo sviluppo. La proposta del gruppo consiliare di Progett’Azione per la riduzione della spesa pubblica prevede un recupero di efficienza e di efficacia della macchina regionale, in grado di far risparmiare complessivamente 1 miliardo e 83 milioni di euro di qui alla fine del 2015. Si tratta di ridurre i costi della politica, dismettere il patrimonio pubblico non strategico, razionalizzare le società partecipate e realizzare risparmi, senza influire sulla quantità e sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.

 

“La nostra -ha dichiarato il capogruppo  di Progett’Azione Angelo Burzi  nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina (lunedì 22 ottobre) a Torino – è una proposta a costo zero per la collettività: tutte le risorse recuperate verranno destinate alla riduzione del debito, alle politiche sociali migliorando la qualità della vita delle famiglie e allo sviluppo delle attività produttive. Noi crediamo che la politica regionale –  ha aggiunto Burzi, insieme ai consiglieri di Progett’Azione Roberto Boniperti, Roberto Tentoni, Rosanna Valle e Gian Luca Vignale –  possa e debba evitare il “commissariamento”, ovvero di essere messa sotto tutela dal governo centrale e dalla Corte dei conti.  Ma per fare questo è necessario che dimostri di essere in grado di ben amministrare e di rinnovarsi. Rifiutiamo il neo-centralismo, a meno che il Parlamento non intervenga sulla costituzione modificandone il titolo quinto: crediamo che si debba consentire alle Regioni, così come alle Province e ai Comuni, di poter svolgere il loro ruolo, recuperando però il massimo dell’efficienza della spesa pubblica, riducendo il debito e abbassando le tasse a carico dei cittadini delle imprese”.

 

 

 

IL PIANO DI PROGETT’AZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA REGIONALE

 

Il piano elaborato da Progett’Azione prevede, oltre ai provvedimenti già adottati che hanno prodotto un  significativo taglio dei costi della politica regionale, l’ulteriore riduzione del 20% dei costi complessivi relativi all’indennità di consiglieri regionali e assessori e relativi trasferimenti gruppi consiliari. Questa manovra consentirà un risparmio di 12 milioni nel prossimo triennio.

L’operazione “Piemonte zero”  prevede l’abolizione dell’utilizzo delle auto di servizio in tutta l’amministrazione regionale, comprese le società e le agenzie regionali. Tutti i contratti di noleggio, leasing e assicurazione che andranno in scadenza non potranno essere rinnovati; inoltre la Regione dovrà dismettere le autovetture di proprietà. Anche per quanto riguarda gli immobili, si dovrà trovare collocazione alle agenzie, aziende o società regionali in stabili della Regione: il risparmio, in termini di efficienza, sarà di 1,360 milioni di euro nel prossimo triennio.

Il reale blocco delle assunzioni, della Regione delle società controllate o partecipate, comporterà un risparmio di 24 milioni nel prossimo triennio.

Per favorire la mobilità fra i dipendenti della giunta del consiglio regionale, delle società e delle agenzie controllate dalla regione e delle comunità montane, verrà istituita, a costo zero impiegando per lo scopo il direttore del personale della Regione e delle partecipate, la Direzione della mobilità che gestirà gli elenchi del personale “in disponibilità”. In termini di efficienza l’operazione comporterà un risparmio di 16 milioni di euro.

A questo si assocerà la riduzione dei costi del personale, con un abbassamento del 10% dello stipendio dei direttori, del 10% dei salari accessori dei dirigenti e di almeno il 15% delle attuali posizioni organizzative, per un risparmio di 9 milioni di euro.

Si dovranno anche ridurre i costi di enti, agenzie, consorzi e società partecipate dalla Regione, bloccando le nuove assunzioni, riducendo la spesa per le consulenze di incarichi professionali e fissando nuovi criteri di professionalità per gli amministratori: il risparmio previsto con questo intervento è di 33,5 milioni di euro.

Per la valorizzazione del capitale umano, risorsa fondamentale della pubblica amministrazione, la Regione dovrà promuovere  in modo incisivo il telelavoro: l’intervento favorirà un risparmio di 2,3 milioni di euro.

Sempre per favorire il contenimento della spesa, si dovrà promuovere la completa  digitalizzazione degli atti, firma elettronica digitale dei dipendenti regionali, la possibilità di  presentare atti e certificazioni attraverso strumenti digitali e di effettuare pagamenti in modo digitale: questi interventi consentiranno un risparmio di 8,550 milioni di euro.

Gli enti, le agenzie le società partecipate dalla Regione Piemonte dovranno essere amministrate in modo professionale trasparente: a questo scopo Progett’Azione prevede l’introduzione di criteri di nomina e designazione trasparenti, che pur non producendo risparmi quantificabili dal punto di vista monetario, favoriranno l’avvio di una miglior gestione della macchina pubblica.

 

Un altro intervento che va nella stessa direzione è quello volto ad assicurare la trasparenza dei procedimenti amministrativi, con la pubblicazione in modo evidente sulla prima pagina del sito della Regione di tutti gli atti e i provvedimenti adottati con rilevanza esterna, tra i quali l’anagrafe degli eletti, l’anagrafe dei nominati in enti, aziende, società, agenzie e consorzi controllati, vigilati partecipati dalla Regione, l’elenco degli incarichi, dei collaudi, delle consulenze e del trattamento economico degli organi di indirizzo economico amministrativo, dei dirigenti, dei consulenti e dei membri di commissione.

 

Un intervento fondamentale ai fini del risparmio e del recupero di efficienza è l’alienazione del patrimonio disponibile e la razionalizzazione delle società partecipate. L’intervento, già previsto dall’articolo 44 della legge finanziaria del 2012 (il quale prevedeva che entro il 31 maggio di quest’anno la giunta regionale avrebbe dovuto presentare al consiglio la delibera di razionalizzazione delle società partecipate) non è stato ancora attuato. Tra l’alienazione del patrimonio disponibile e razionalizzazione delle società partecipate Progett’Azione prevede un recupero di risorse complessivo di 1 miliardo di euro nel prossimo triennio.

“ Sono tutti interventi di efficienza pura che non tagliano servizi ai piemontesi e offrono una risposta concreta alla riduzione dei costi della politica e al miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione. Sono proposte che sosteniamo da tempo. Crediamo – ha concluso Angelo Burzi – che sia un modo concreto per avviare, senza clamori ma con grande efficacia, il processo di risanamento indispensabile per evitare il fallimento della regione, imboccando una nuova strada che dovrà portare all’alleggerimento della macchina regionale, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle imprese. Ci auguriamo che, dopo i proclami, la giunta  e il consiglio regionale vogliano accogliere senza indugio le nostre proposte, passando dalle parole ai fatti”.

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