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L’altra faccia dell’italian sounding al Vinitaly 2012

Il fenomeno del cosiddetto “italian sounding”, inteso come l’imitazione dei nostri manufatti di esportazione con una veste che evoca colori, simboli o terminologie riconducibili al sentimento di italianità, è stato affrontato dalla sommelier Eva Kottrova al Vinitaly 2012 dal punto di vista del consumatore oltre confine appassionato del buon cibo e del buon bere italiano; diverso aspetto da quello trattato oramai quotidianamente dagli istituti di rilevazione dei dati statistici e di cui tanto si parla nell’euroera della globalizzazione dei mercati. La sommelier est europea, promoter delle specialità alimentari italiane nella Mitteleuropa, approfittando della più importante Manifestazione dedicata al mondo enoico e dell’ospitalità presso gli spazi espositivi dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e della Regione Marche ha accolto delegazioni di giornalisti, compratori, associazioni di enoappassionati, titolari di attività commerciali provenienti dall’Ungheria, Slovacchia e Russia e li ha condotti in un percorso degustativo-informativo per illustrare le peculiarità territoriali che determinano le differenze significative tra i prodotti e ne influenzano la bontà rispetto ai tanti presenti all’estero negli scaffali dei punti vendita e conosciuti come specialità italiane, ma che di italiano hanno ben poco. Auspicando in una concreta politica di contrasto al falso “Made in Italy” e in una corretta informazione alimentare tendente all’educazione del fruitore finale, ha posto l’accento sul rafforzamento dell’identità italiana del prodotto – da perseguire strenuamente e proteggere amorevolmente – più che sulle effettive stime della perdita di competitività sui mercati internazionali imputabile alla distribuzione di prodotti dalla parvenza italiana fabbricati negli stati esteri. Secondo la Kottrova, i dati numerici allarmanti del business dell’imitazione raccontano la faccia preoccupante del problema, che sicuramente è grave, ma non è compiutamente dimostrabile che l’eliminazione del fenomeno, peraltro impossibile da far scomparire in maniera globale, incrementi con le stesse grandezze macroscopiche l’aumento di esportazione dei prodotti italiani. L’aspetto inquietante, riferisce, è il rischio dell’inquinamento e del potenziale svilimento d’immagine del brand “Made in Italy” negli stati esteri non solamente generato dai prodotti emulativi di fascia bassa ma creato dal proporre in maniera distorta l’italian lifestyle tramite i contenuti espressi dal pressapochismo di molti media stranieri, siti di improbabili ricette di cucina italiana e da una miriade di locali “tricolori” che propongono referenze enogastronomiche a dir poco creative e ideate da maestranze poco avvezze alle nostre latitudini; caos generato anche dagli italici emigranti che per necessità si sono improvvisati ristoratori o ambasciatori dell’enogastronomia del Belpaese. Per molti connazionali che hanno tutte le carte in regola per comunicare quel sano “Made in Italy” che ha contribuito a far grande il nostro Paese nel mondo, esistono tantissimi cloni artefici di una pessima divulgazione dei nostri prodotti più cari adattando in maniera del tutto impropria il proverbiale gusto peninsulare a quello degli stati ospitanti, disorientando in tal modo l’utenza che si avvicina con passione alla nostra cultura e immensa tradizione alimentare. D’altro canto anche importanti gruppi industriali italiani che hanno perseguito una politica di delocalizzazione producono manufatti con materie prime e manodopera straniera applicando marchi che esprimono la lingua del sommo Poeta facendo essi stessi concorrenza sleale alle autentiche specialità alimentari. Nei prodotti più popolari l’inquinamento assume dimensioni più ampie e paradossali a tal punto da stupire gli stessi enogastronauti in trasferta nello Stivale che rimangono alquanto perplessi nel non trovare pizze dallo spessore vertiginoso farcite con wurstel, peperoni e ketchup o un piatto di spaghetti alla bolognese accanto a fumanti tazze di cappuccino o altre magiche alchimie spacciate nei loro paesi come specialità italiane.

 

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Montresor Hotels, ospitalità “Doc”nel tuo hotel a Verona per il Vinitaly 2012

“Il vino. È la poesia della terra” scriveva Soldati nel lontano 1959, è proprio vero che se c’è una passione che accomuna tutti gli italiani è proprio quella dell’amore per il nettare di Bacco, profumato e dai mille sapori.

Anche quest’anno il settore vitivinicolo Made in Italy è stato motivo di vanto in tutto il mondo: nonostante la contrazione generale delle vendite nazionali infatti la fornitura interna di vino, come anche la sua esportazione risultano comunque in continua crescita. A tal proposito, pochi giorni mancano all’inaugurazione dell’attesissima 46esima edizione della fiera del Vinitaly di Verona 2012, appuntamento di fortissima attrattiva sia per le aziende del settore, che per tutti gli appassionati e sostenitori di enologia.

Saranno giorni caratterizzati da innumerevoli ed interessanti appuntamenti ai quali prenderanno parte anche ospiti speciali come Antonella Clerici, Bruno Vespa e molti altri, e per i quali l’offerta di hotel a Verona per il Vinitaly è sicuramente tra le più varie ed esaurienti. Convegni, degustazioni, visite presso le aree espositive, workshop, seminari e tanto altro, nel 2011 il Vinitaly, salone internazionale del vino e dei distillati, ha ospitato oltre 4 mila espositori, registrando 156 mila visitatori provenienti da più di 110 Paesi.

Prendere parte agli innumerevoli appuntamenti, previsti dal fitto programma della fiera, è semplicissimo, basta scegliere la giusta location ed affidarsi all’inimitabile ospitalità offerta dagli hotel di Verona per il Vinitaly, hotel celebri per la loro esclusività e raffinatezza.

Ciò che infatti stimola un tale flusso di visitatori all’evento non è solo la passione per il settore vitivinicolo, ma anche l’inimitabile bellezza della città di Verona, meta turistica ricercatissima ed apprezzata per il suo intenso fermento di promozione culturale, artistico e di business. A seguito di tale fervore cittadino, il servizio offerto dagli hotel di Verona per il Vinitaly risulta davvero impareggiabile, caratterizzato da numerose offerte speciali, ospitalità di grande stile e charme.

I Montresor Hotels, ad esempio, hotel al centro di Verona, rappresentano una scelta ideale per i visitatori che intendono regalarsi un servizio unico ed indimenticabile nella bella città di Verona. Il soggiorno ideale anche per i clienti più esigenti, in grado di rendere i quattro giorni della fiera del Vinitaly davvero piacevoli e stimolanti.

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Vinitaly 2012: celebrazione del vino italiano nel mondo

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  • 29 Febbraio 2012

Il buon vino fa parte della cultura italiana, così come altre specialità gastronomiche quali la pizza napoletana, la pasta ed il caffè. Se è vero che la globalizzazione ha inizialmente fortemente contribuito a spingere l’industria del vino Italiano, portando contatti ed acquirenti alle industrie vinicole, è altrettanto vero che la diffusione della cultura del vino nel mondo, ha moltiplicato il numero di produttori stranieri che si affacciano al mondo dei vitigni e sono moltissimi quelli che per informarsi scelgono le fiere specializzate e gli eventi nel nostro Paese.

Uno dei maggiori eventi del settore vinicolo è il Vinitaly a Verona, un evento che da oltre quarant’anni, con cadenza annuale, si svolge nella città scaligera. Risalgono infatti al settembre 1967 le “Giornate del Vino italiano”, svolte presso il Palazzo della Gran Guardia, nel cuore pulsante di Verona; questo fu il primo capitolo dell’appuntamento professionale col vino italiano, che dal 1971 assumerà il titolo attualmente conosciuto e cioè, appunto, Vinitaly.

Dopo i successi delle prime edizioni, dato che la celebrazione del Vino italiano dimostrava raccogliere un numero sempre maggiore di visitatori, il Vinitaly si andò arricchendo di ospiti, iniziative e meeting prestigiosi; il 1998 è invece l’anno dell’internazionalizzazione della manifestazione fieristica, che sbarca infatti nel mercato economicamente più emergente dell’epoca e cioè in quello cinese, al China Wine di Shangai –la manifestazione più importante di tutta la Cina per il settore vinicolo.

Da qui fino al Vinitaly 2012, in programma il mese prossimo, la storia della manifestazione si è andata arricchendo anche di partecipazioni ad altri importanti eventi internazionali, quali il Vinitaly Tour in USA, nel quale Veronafiere ha toccato tappe importanti quali San Francisco, Chicago e Miami ed la partecipazione all’Italian Food and Wine Show di Mumbay.

Il 2006 in particolare è l’anno del consolidamento della “rete”di eventi Vinitaly organizzati da Veronafiere nel mondo: prima in novembre con il Vinitaly Japan di Tokio, , poi con la prima edizione a marchio Vinitaly in India (a Mumbay e New Delhi) e con la terza in Russia con la new entry di San Pietroburgo insieme alla già visitata Mosca, finendo poi con il Vinitaly USA Tour (a Chicago, Los Angeles e Las Vegas) e il Vinitaly China a Shanghai.

L’edizione 2012 dell’evento si svolgerà da domenica 25 a mercoledì 28 Marzo e, potenzialmente, si prepara ad accogliere un consistente numero di visitatori provenienti dall’estero :nell’edizione 2011 gli operatori dell’UE rappresentavano una percentuale di poco superiore alla metà delle visite registrate, mentre il resto proveniva principalmente dal Nord America, resto d’Europa, Asia dell’Est e Sud-Centro America. Per l’edizione di quest’anno ci si attende quindi anche un buon numero di prenotazioni per gli hotel nelle vicinanze della fiera Vinitaly o nelle immediate vicinanze di Verona.

Tra i produttori stranieri che esporranno all’edizione di quest’anno, le maggiori presenze si registrano certamente per i produttori francesi (34), seguite dalle presenza di cantine americane (6), spagnole (5), argentine (4) e australiane (3). Fra le regioni italiane invece quella che registra il maggior numero di produttori presenti all’evento è la Toscana (con 803 produttori), seguita al secondo posto dal Piemonte (575) e dal Veneto (496).

Articolo a cura di Serena Rigato

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