Declino storico delle religioni
Il desiderio di credere e il bisogno di trascendenza hanno accompagnato l’avventura dell’umanità. Nelle grandi civiltà, dal X secolo prima della nostra era al VI secolo di questa, sulla fede in Rivelazioni accolte come divine si sono costruiti vasti sistemi religiosi, o saggezze (il confucianesimo e il buddismo, ad esempio), che perdurano ancora oggi. II giudaismo, il cristianesimo o hanno trasmesso, in forme molto diverse tra loro, visioni del di vino, ma anche spiegazioni del mondo. In Occidente, le religioni hanno dominato le mentalità e impregnato la filosofia per secoli. Esse hanno scandito l’esistenza degli uomini, ne hanno ispirato la condotta e incarnato la Speranza. Hanno legittimato i poteri politici e stabilito con questi gli indispensabili compromessi. Si sono spesso combattute, provocando guerre e trascinando le folle dietro di se. Raramente sono coesistite pacificamente. Con il movimento dell’Illuminismo, nel XVIII secolo, in Europa le spiegazioni religiose della vita regrediscono. Le scienze liberano le conoscenze dall’ortodossia della fede. Laddove regnava il mistero della Creazione, si moltiplicano i saperi sulla natura e sull’uomo. I poteri politici si emancipano dalla teologia. Nel XIX secolo, avanza la secolarizzazione delle società. L’individuo, lungi dal rimanere un suddito e un fedele, aspira a diventare un cittadino, nonché l’artefice della propria storia. In Francia, lo Stato e la Scuola si separano dalla Chiesa. Il laicismo ispira il pensiero ufficiale. Nel XX secolo, il fenomeno religioso ha continuato a declinare e si è modificato. Si sono confermati il calo delle pratiche religiose e la crisi delle vocazioni sacerdotali. La religione continua ad essere presente come devozione individuale, ma anche attraverso un insieme di riferimenti e di riti sociali. L’influenza delle Chiese sulle scelte sociali, politiche o personali dei rispettivi fedeli, tuttavia, si a ridota notevolmente. Si richiamano i dogmi e i principi religiosi per avvertire le coscienze, ma essi non dettano più i comportamenti.
Tragedia delle ideologie assolutiste Il XX secolo ha prodotto due grandi ideologie totalitarie: il fascismo e il comunismo. Entrambe sono state antireligiose. Tutte e due, però, hanno rappresentato dei surrogati profani dell’elemento religioso. Instaurando specifiche forme di credenza e di culto, hanno operato un trasferimento della trascendenza incarnate in Dio verso un assoluto immanente, inscritto nella storia, da un lato in nome di una razza, dall’altro in quello di una classe. Hanno imposto dogmi e massacrato il mitico nemico. Hanno preteso dai loro adepti un impegno totale, una disciplina assoluta, un dono di se e forme di devozione che rimandavano a metodi e a comportamenti ormai in desuetudine nelle religioni d’Occidente. Cosi, i grandi processi staliniani restauravano, attraverso la logica della confessione e del pentimento (ribattezzato “autocritica”), quello strano legame che, nei processi dell’Inquisizione, teneva insieme le vittime e i giudici sotto l’impero di una fede comune. Queste grandi ideologie globalizzanti, ormai pressoché defunte, fornivano dottrine manichee e certezze in cui si annullavano le individualità. Esse hanno mobilitato milioni di persone. Hanno provocato catastrofi storiche, ma anche passioni che alcuni nostalgici contrappongono alla banalità di oggi.
Infine, in questi anni la religione islamica è stata politicizzata e utilizzata da movimenti integralisti per scopi che hanno poco di religioso…
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