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Unità d’Italia, un caro prezzo per Pantelleria!

L’unità d’Italia non fu affatto operazione indolore per Pantelleria.

Il 30 giugno 1862, una banda di patrioti capeggiata dai fratelli Giovanni, Agostino e Giuseppe Ribera partì da Malta alla volta di Pantelleria, allo scopo di liberare l’isola dagli invasori piemontesi e per ripristinare il governo borbonico.

I patrioti con la collaborazione di tutta la popolazione Pantesca, compirono numerose azioni contro i traditori collaborazionisti e le guardie nazionali che infliggevano continui atti di violenza (psicologica e non) sulla gente.

Nell’agosto la banda Ribera fallì nel tentativo di giustiziare il sindaco, collaboriazionista con i savoiardi, ma inflisse numerose perdite ai reparti piemontesi.

Sulla scia delle numerose azioni vittoriose dei fratelli Ribera i piemontesi inviarono sull’isola altri 500 soldati sotto il comando dell’efferato
colonnello Eberhard.

Nel frattempo fu imposto agli isolani un pesante carico fiscale per mantenere le sopraggiunte truppe di occupazione ed una feroce legge marziale che convinze 400 isolani a collaborare con le truppe savoiarde.
A quel punto a cedere fu (probabilmente per denaro) un pastore, Francesco Greco, che segnalò a Eberhard la posizione del rifugio dei briganti.

I patrioti erano nascosti in una profonda caverna di scorrimento lavico posta sulla sommità della Montagna Grande ma traditi da Greco furono circondati e dopo una sparatoria si arresero, a causa del fumo di zolfo acceso da Eberhard davanti alla caverna, in cambio della promessa di incolumità.
L’operazione, che fu a carico del comune di Pantelleria e costò 637 lire, si concluse quindi con un corteo in cui furono fatti sfilare i patrioti ammanettati a suon di tamburi e tricolore spiegato.

I prigionieri, dopo una breve permanenza nel Barbacane, furono incarcerati a Trapani ma alcuni, tra cui i fratelli Ribera, riuscirino ad evadere.
Furono tutti rispresi tranne Giovanni Ribera che fece perdere per sempre le sue tracce; dei 14 rimasti 10 furono condannati a morte (tra cui i fratelli Ribera) e 4 ai lavori forzati.

La sentenza di morte fu eseguita il 2 maggio 1868.

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