L’ Uranio è un metallo pesante composto tra tre isotopi che si trova, in piccole quantità, in rocce, suolo, aria, acqua e cibi; tutti e tre gli isotopi che compongono l’Uranio sono radioattivi. L’Uranio ha una lunga vita media, ma attività molto bassa.
In alcuni casi, come per le armi nucleari, è indispensabile arricchire l’Uranio, così come lo si trova in natura, con isotopi fissili. In questo caso parliamo di Uranio arricchito.
L’Uranio impoverito è, invece, il materiale di scarto proveniente da questo processo; può derivare, inoltre, anche dal riprocessamento del combustibile nucleare esaurito, cioè dalle scorie dei reattori nucleari.
L’Uranio impoverito è radioattivo di circa la metà rispetto a quello naturale, collocandosi tra gli ultimi posti nella classifica degli isotopi radioattivi più rischiosi per la salute.
Inoltre, l’Uranio impoverito possiede delle proprietà fisiche uniche, tra le quali una densità elevatissima, una notevole duttilità e la possibilità di prendere fuoco a contatto con l’aria; questo gli permette di essere utilizzato in diversi ambiti e modi.
I suoi usi più comuni sono:
– in medicina come materiale per la schermatura dalle radiazioni;
– in mineralogia come peso per fare affondare strumenti nei pozzi petroliferi pieni di fango;
– in ambito aerospaziale e navale come contrappeso e per le superfici di controllo degli aerei.
In ognuno di questi casi, l’Uranio impoverito non comporta nessun rischio per la salute, poiché contenuto in appositi spazi, non soggetti ad esplosione.
Può essere utilizzato anche in ambito militare nelle munizioni anticarro, come sostituto del più costoso tungsteno monocristallino; l’uranio colpendo l’aria esplode in frammenti incandescenti. In questo caso, il contatto prolungato a cui sono sottoposti i militari potrebbe comportare loro alcuni danni alla salute, soprattutto a livello dei reni.
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